NOTA IMPORTANTE: in fondo alla rassegna trovate altre due lettere di
protesta, pervenuteci per conoscenza, tra quelle scritte al quotidiano “Il
Mattino” di Napoli, a seguito dell’articolo del 27.1 che sosteneva come, per
aiutare le arterie, “bastano” 4 bicchieri di vino al giorno. Continuate a scrivere a posta@ilmattino.it , inoltrando per conoscenza a a.sbarbada1@tin.it e robargen@libero.it TELEREGGIO Il padre era ubriaco
Aveva esagerato con l’alcol ieri sera Michelangelo D’Amato.
E’ questa la causa principale del terribile incidente di cui è stato protagonista
ieri sera in via Gorizia, in cui ha perso la vita la figlioletta Mariarca, di 3
anni. Sono gravi anche le condizioni dell’altro figlio del conducente, il
piccolo Ciro, di 5 anni. Nessuno dei due bambini aveva purtroppo seggiolini di
sicurezza in grado di trattenerli. Gli esami medici hanno accertato che aveva
nel sangue un tasso alcolico pari a tre volte il massimo consentito. Ed è
questo che lo ha portato a un comportamento così imprudente come il sorpasso di
una colonna di auto ferme, fino al tragico impatto. Nell’incidente sono rimaste ferite 7 persone. Fra queste lo
stesso Michelangelo D’Amato, 31 anni, la madre Anna Balzano, 26 anni, un loro
amico Salvatore Oliva, 38 anni, ricoverato in prognosi riservata.
Fortunatamente ferite lievi per le tre persone che si trovavano sull’altra
vettura coinvolta: Laura Canovi, 40 anni, di Scandiano, Sabrina Bocedi, 36 anni
di Casalgrande e Katia Vacondio, 37 anni, di Villalunga. Le tre donne stavano
rientrando a casa dopo aver partecipato ad un torneo di tennis a Cavriago. L’impatto fra le due monovolume è stato violentissimo. La piccola Mariarca è stata sbalzata dalla vettura ed è rovinata sull’asfalto. Per lei non vi è stato nulla da fare, è morta sul colpo. In via Gorizia la centrale operativa del 118 ha fatto confluire una decina di ambulanze e due automediche. Sul posto sono intervenuti anche Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, carabinieri e questura. Una scena drammatica quella che si è presentata ai primi soccorritori. Secondo una prima ricostruzione la Renault sulla quale viaggiava la famiglia D’Amato avrebbe cercato di sorpassare una lunga colonna che si era formata lungo la Provinciale. Dopo la rotonda dell’Orologio il tragico schianto. Incognite del fumo è vizio o
patologia?
In Inghilterra ci prendono proprio gusto. Dopo i trapianti
di fegato dove gli alcolisti sono in fondo alla lista d’attesa, adesso la
proposta è di porre in coda alle cure i fumatori, anch’essi rei di essere causa
del loro male. (*) L’atteggiamento anglosassone è stato di recente ripreso
dagli Usa dove vi sono diffusi problemi di obesità tra i ragazzini. Anche qui
la proposta è drastica: voti bassi a scuola a chi è sottopeso. L’etica che sta sotto a queste proposte è drastica e
spietata e divide i malati in due categorie: quelli incolpevoli e quelli
colpevoli. Questi ultimi sarebbero coloro che, malgrado avvertiti dei loro
comportamenti disfunzionali, continuano ad attuarli, provocando danni a se
stessi ed oneri all’intero sistema sanitario del proprio Paese. Come dire che
un fumatore , un alcolista e persino un obeso, compiaciuti di avere quel tipo
di problema ( ovvero vizio ), non hanno alcun interesse a risolverlo. Davvero
stucchevole. Ci pare invece che le questioni sul tappeto siano almeno due: la
condizione di dipendenza e le cause sociali di cui essa si alimenta. Sappiamo che un fumatore o un etilista, alla stregua di
altri consumatori forzati, non è un soggetto libero, anzi sovente è ammalato,
nel senso di non poter fare a meno della nicotina, dell’etanolo, dell’abbuffata
o del "gratta e vinci". Studi sul cervello, documentati da
osservazioni con la tomografia assiale computerizzata e con la risonanza
magnetica funzionale, dimostrano come alcune aree cerebrali siano mal
funzionanti rispetto a quelle dei soggetti non dipendenti. E’ recente la
notizia che i grandi produttori di tabacco per uncinare i fumatori-consumatori
al loro "vizio", abbiano nell’ultimo decennio - in coincidenza con la
crociata mondiale anti - fumo - incrementato i quantitativi di nicotina proprio
per rendere più difficile la disassuefazione. La nicotina, come altre droghe,
scombina il sistema recettoriale nel cervello che non può perciò facilmente
farne a meno. Se quest’ accusa fosse dimostrata relegherebbe i grandi marchi di
tabacco tra gli spacciatori di droghe più privi di scrupoli. (**) Che perciò la dipendenza abbia tutti i crismi della
patologia e dunque della sofferenza individuale, oltre che collettiva, è un
dato obiettivo. A ciò si deve aggiungere la spinta sociale a questi consumi,
che se da un lato incita alla loro dismissione, dall’altro li rende legali
attraverso la vendita pubblica. Se detenere 30 o 40 "spinelli" in
casa oggi non costituisce prova di spaccio e quindi di punibilità , di certo
integra una necessità irrinunciabile (quindi una compulsione ). Allora occorre fare i conti con la logica e a seguire con un
minimo di etica. Se per mantenere milioni di lavoratori, legali ed illegali,
servono decine di milioni di consumatori compulsivi, secondo i criteri
economici dell’«offerta-richiesta e incremento del reddito», costoro una volta
reclutati e mantenuti nel loro problema sono colpevoli o vittime ? E se -
poniamo - fossero colpevoli, hanno avuto reali e serie opportunità di
affrancarsi dalla loro dipendenza? Oppure tutto attorno a loro ha concorso al
suo mantenimento? E il bambino obeso, che mangia tutte le schifezze alimentari
proposte dalla tv e messe in risalto sui banconi del supermarket dove si reca
con la mamma, è il responsabile della propria bulimia da cui scaturirà il
soprappeso? Sempre negli Stati Uniti alcuni colossi del tabacco sono stati
condannati a pagare indennizzi a individui incalliti fumatori ammalatisi e
deceduti a causa del loro "vizio". Se ce ne fosse ancora bisogno
questo dimostra che con un minimo di buon senso si è riconosciuta l’incapacità
del fumatore di esercitare un arbitrio rispetto ad un comportamento socialmente
promosso. Lo stesso dicasi per l’alcol e, perché no, anche per talune droghe,
accarezzate da un’ideologia perversa. Che gli inglesi siano pragmatici ci fa
piacere, ma sono altrettanto equi? Se non hanno voluto arginare un fenomeno
così diffuso tanto da doverne pagare le conseguenze in termini di malattie
correlate al fumo e costi relativi, non ci pare che ciò debba abbattersi su
vittime di colpo divenute carnefici del bilancio nazionale, che prima hanno
alimentato col loro "vizio". Ci sono tanti modi di scoraggiare certi consumi. E chi parla
di violazione alla libera scelta, di dipendenze non sa proprio nulla. Molto più
iniquo mettere in coda alle liste di cura chi è rimasto imprigionato da tanta
democrazia. (*) Nota: spesso
abbiamo invidiato il pragmatismo degli anglosassoni in tema di prevenzione
all’alcol, ma non in questo caso. Punire per le conseguenze sociali di un
comportamento è accettabile, anzi è forse la strada maestra per modificare
degli atteggiamenti senza interferire nella sfera privata delle persone, cosa
che verrebbe vissuta come un’indebita intrusione. Questo tuttavia deve
limitarsi al rispetto delle normali regole di convivenza, (primo fra tutti il
Codice della strada). Regole fatte appositamente per punire atteggiamenti
scorretti o patologici dovrebbero necessariamente includere anche molte altre
categorie di persone: sedentari, sciatori, donne con tacchi a spillo… (**) Nota: nel mondo della finanza le società che traggono i loro profitti da armi, tabacco ed alcolici vengono chiamate MDM: mercanti di morte. ADNKRONOS Sarà
presentata domani, martedì 30 gennaio
Treviso: al via campagna emergenza
alcol e minori
Promossa da Fipe-Confcommercio,
Provincia e Usl
Treviso, 29 gen. - (Adnkronos) - La campagna di prevenzione
sul tema ’alcol e minori di 16 anni’, ideata e promossa da Fipe-ConfCommercio
con la collaborazione della Provincia di Treviso e i patrocini delle Usl 7,8,9
sara’ presentata domani, martedi’ 30 gennaio, alle ore 11, nella sala riunioni
del Palazzo del Terziario, presso la sede Ascom, in via Venier 55. La campagna da
li’ partiro’ verso i pubblici esercizi della provincia di Treviso. Ne parleranno Renato Salvadori, presidente di Unascom-ConfCommercio, Franco Zoppe’, presidente provinciale Fipe-ConfCommercio, Michele Noal, assessore alla Provincia di Treviso, Vittorio Filippi, sociologo e docente universitario, Carlo Cenedese (Usl 7), Oscar Miotti (Usl 8), Patrizia Riscica (Usl 9). L’iniziativa, si inserisce nei progetti di prevenzione relativi al problema dell’abuso di alcol da parte dei minori, e intende avviare una riflessione su un tema che anche in provincia di Treviso sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Verranno illustrati i dati del fenomeno e la normativa di riferimento, e sara’ presentato il messaggio oggetto della campagna. CREMAWEB Guerra aperta all’alcol
Telefono ascolto e incontri nelle
scuole
CREMA – Novità in vista per il reparto di alcologia
dell’Ospedale Maggiore di Crema con sede presso il presidio di Rivolta d’Adda. L’associazione “L’approdo”, da sempre vicina agli alcolisti
rivoltani con attività di carattere sociale, culturale e di inclusione e
recupero, ha infatti in serbo una serie di iniziative, alcune nuove, altre
semplici riproposizioni di attività già collaudate, da proporre per questo
2007. All’inizio della settimana, queste attività saranno
illustrate dettagliatamente nel corso di una conferenza stampa. Tra le altre, una Help-line “Telefono Ascolto” al numero
verde 800.010886, lavoro di prevenzione e informazione alla cittadinanza,
lavoro di testimonianza nelle scuole e incontri pubblici, supporto al lavoro
effettuato dal Servizio di alcologia per la Commissione Patenti della Provincia
di Cremona, il laboratorio teatrale “Provvisoriamente Maggengo” curato da
Fausto Lazzari, lavori di recupero di gruppi di alcolisti in trattamento. Il presidente dell’associazione Andrea Degli Agosti e la
vice Sandra Ferrarsi, insieme ai volontari e sotto la supervisione del medico
dell’unità operativa di alcologia Paola Rapuzzi, illustreranno le attività. P. C. LA PROVINCIA DI
CREMONA Bagnolo Cremasco Questa sera alle 21 si
parla di alcol e di stupefacenti BAGNOLO CREMASCO — Il cineteatro Oratorio di via Geroldi, a Bagnolo, ospita, questa sera (ore 21), un incontro sulle devianze giovanili, in particolare sull’abuso nel consumo di alcol, dal titolo ‘Sballo.. no grazie!. Intervengono, in qualità di relatori, la dottoressa Elena Battistini, medico del servizio di Alcologia di Rivolta d’Adda, e il dottor Valeriano Poloni, psicologo del Sert di Crema. La serata è organizzata dall’oratorio diretto da don Lorenzo Roncali nell’ambito della Settimana promossa per ricordare il patrono la cui festa liturgica cade il 31 del mese. Essa è rivolta, in particolare, ai giovani, agli adolescenti, ai catechisti, agli educatori e ai genitori. La serie di manifestazioni in onore di S.Giovanni Bosco è iniziata domenica, ieri, con un programma intenso. La celebrazione della messa in mattinata ha aperto la Settimana. VOLPAGO DEL MONTELLO Ubriaco si schianta contro l’auto della
Polstrada Illeso e denunciato, addio patente. Feriti i due agenti La fortuna non era proprio dalla sua l’altra sera quando un automobilista nei pressi di un incrocio è andato a schiantarsi dritto dritto contro la pattuglia della Polizia stradale. Gli agenti si stavano recando sabato sera intorno alle 20 e 30 per i rilievi a Giavera di un sinistro. All’altezza di un incrocio semaforico l’auto della polizia che aveva i lampeggianti in funzione, rallenta come è d’uso, ma in quel momento sopraggiungeva ad alta velocità la macchina condotta da questo giovane un po’ alticcio. L’impatto è stato inevitabile: per i due agenti le prognosi vanno dai 15 ai 10 giorni. Illeso l’altro conducente, che però si è visto portar via la patente, subito dopo l’esame all’alcoltest, superando di oltre tre volte (1,80) il massimo consentito per legge. Per lui è scattata anche la denuncia per guida in stato di ebbrezza. LA GAZZETTA DI PARMA Guida ubriaca fino a Parma
LA DONNA FERMATA DOPO UN INSEGUIMENTO PREVENZIONE LA DONNA FERMATA DOPO UN INSEGUIMENTO Guida ubriaca fino a Parma II Movimentato episodio alle 4 di ieri notte, con un l’inseguimento di un’auto impazzita da parte di una gazzella del Nucleo radiomobile dei carabinieri. Una folle corsa iniziata a Noceto e finita a Parma. L’ARENA Due volanti impegnate a rintracciare i
partecipanti e a chiarire l’accaduto. Nessuno però ha voluto sporgere denuncia Mega rissa tra romeni al Tempio Votivo
Cinque ubriachi se le sono date di
santa ragione per una sigaretta chiesta e non concessa
L’appuntamento per le volanti è ormai settimanale. Ogni
domenica, dopo un pomeriggio passato a bere, scoppia una lite tra immigrati e
non più, considerato che i romeni sono entrati a far parte della Unione europea
dal primo di gennaio, davanti al tempio votivo. Anche ieri nel tardo pomeriggio, poco dopo le 18.30
l’ennesima lite tra cittadini romeni. Due volanti arrivate sul posto in pochi
minuti, considerato che il piazzale della Stazione e la zona circostante è una
delle zone in cui il quetsore Luigi Merolla ha chiesto che venissero potenziati
i controlli visto le recenti risse e rapine. Ma quando i poliziotti sono arrivati si sono subito resi
conto di essere davanti alla solita scena. Cinque romeni ubriachi, che per loro
stessa ammissione avevano passato la giornata a bere. La lite parrebbe essere scoppiata per una richiesta da parte
di uno del gruppo di avere una sigaretta. Favore non concesso. È scoppiata quindi la bagarre tra due fratelli e altri tre
connazionali. Ma nessuno dei partecipanti alla zuffa ha voluto procedere alla
querela, che trattandosi di botte senza referti, doveva essere sporta da una
delle parti in causa. Soltanto uno dei romeni ha chiesto di essere accompagnato
all’ospedale di Borgo Trento per essere visitato. Ma nessuno dei cinque aveva
ferite gravi o da arma da taglio, piuttosto occhi e facce gonfie per i pugni
che si sono dati tra loro. La rissa ha comunque creato panico tra i viaggiatori che stavano andando in stazione per prendere il treno. (a.v.) CORRIERE ADRIATICO Due extracomunitari ubriachi colpiscono un ragazzo
intervenutoa difesa di una donna Rintracciati e arrestati a Jesi Scene da Far West al circolo Pertini
Feriscono un cliente e rapinano il
locale
CHIARAVALLE - E’ stato un sabato sera a dir poco movimentato
quello appena trascorso al circolo “Sandro Pertini”, in piazza Mazzini. Erano
circa le 23,30 quando due extracomunitari già alticci, hanno iniziato a
infastidire pesantemente una cliente. A prendere le sue difese un giovane -
C.P. le sue iniziali - 24 anni, di Chiaravalle, che è stato colpito prima con
calci e pugni, poi con alcune bottiglie in vetro spaccate. Se l’è vista brutta.
Ha riportato delle lesioni al volto e alla mano destra. E’ stato medicato al
pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, dove i medici gli hanno
applicato diversi punti di sutura per una prognosi di 25 giorni. Gli stranieri
hanno poi minacciato col collo di una bottiglia rotta il gestore del “Pertini”
facendosi consegnare l’incasso, 100 euro. Poi sono scappati a bordo di una Opel
Tigra. Intanto, dal circolo è partita la richiesta di soccorso al 112.
Coadiuvati dai militari delle stazioni di Chiaravalle e di Morro d’Alba già
impegnati nel servizio di controllo del territorio, i carabinieri del Nucleo
operativo e radiomobile della Compagnia di Jesi hanno localizzato la Opel Tigra
parcheggiata al centro di Jesi. Erano le 3 di ieri mattina. I due rapinatori
sono stati identificati in A.H., 27 anni, marocchino clandestino e sedicente; e
W.B.N.A. 30 anni di nazionalità tunisina, in regola col permesso di soggiorno.
I militari hanno riscontrato che entrambi presentavano vistose ecchimosi alle
mani, segni compatibili con la precedente aggressione. In seguito alla
perquisizione, venivano inoltre trovati in possesso dei 100 euro ritenuti
provento della rapina. Soldi subito sequestrati. I due sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto in quanto ritenuti responsabili in concorso di “rapina aggravata” e “lesioni personali aggravate”. Sono ristretti al carcere Circondariale di Montacuto, a disposizione dell’autorità giudiziaria. LA PROVINCIA DI CREMONA Ubriaco molesto Arriva l’Arma
Prima alza il gomito. Poi, ubriaco fradicio, diventa molesto. Allora intervengono le forze dell’ordine. E’ quanto accaduto nella notte tra sabato e ieri in città. Dopo la prima segnalazione, giunta grazie alle guardie particolari giurate del Corpo Vigili dell’Ordine, c’è stato l’intervento dei carabinieri, che hanno riportato la calma. IL GAZZETTINO (Belluno) FELTRE Manca la denuncia per le molestie A
rilento le ricerche del maniaco Continuano le ricerche dell’uomo che sabato mattina ha
molestato in autobus una ragazzina di quattordici anni che stava andando a
scuola, all’Istituto Canossiano. Una ricerca resa difficoltosa perché, a ieri,
la famiglia non aveva ancora formalizzato la denuncia di molestie che consente
ai carabinieri di entrare in azione e far scattare le indagini a tappeto del
maniaco. Stando alla ricostruzione fatta dalla stessa ragazzina ai
genitori, un uomo, che poi ha fatto perdere le proprie tracce, approfittando
del fatto che nell’autobus quasi tutti i posti erano liberi, si è seduto
proprio vicino a lei. All’improvviso ha iniziato a toccarla e a spaventarla con
gesti disdicevoli tanto che la giovane ha iniziato ad urlare attirando
l’attenzione di altre due compagne di scuola che erano sedute poco più avanti.
Il maniaco si sarebbe interrotto e alla prima fermata, il capolinea della
stazione ferroviaria, è sceso di corsa urtando un ragazzo che passava lì vicino
e aggredendolo verbalmente. Dell’uomo poco si sa, se non che forse
era ubriaco poichè aveva un andamento barcollante. Si tratta comunque di una
persona adulta, forse di origine straniera. La ragazza, sotto schock, forse per pudore non aveva raccontato subito la brutta esperienza, ma durante la prima ora è riuscita a fare un compito in classe programmato. Le sue compagne, vedendola però in stato confusionale, l’hanno convinta ad andare dal preside della scuola, Stefano Serafin, per raccontargli quanto accaduto. Il dirigente ha avvertito immediatamente la famiglia. IL MATTINO
Il precedente:
violentata per sei anni dal padre
Il precedente in tema di violenza carnale a Baronissi risale al 2004. Furono i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Mercato San Severino a stanare il mostro che abusava della figlia 20enne dall’età di 14 anni. L’esasperazione le diede la forza e il coraggio di denunciare il padre-padrone che, per anni, l’aveva seviziata e costretta a rapporti sessuali completi. L’arresto per Matteo Napoli, un pastore con precedenti penali residente a Capocrano, fu immediato. La figlia raccontò delle prime attenzioni del padre quando aveva 14 anni. La ragazza perde la verginità un pomeriggio d’agosto. È sola in casa quando l’orco rientra dalla campagna a bordo della sua Fiat Uno. L’incubo della giovane inizia così, con un rapporto sessuale incestuoso che la vergogna, l’umiliazione e la paura tengono celato per ben sei anni. Ma questo si rivelerà il primo di una lunga serie di sevizie ed abusi, consumati nel disagio e nell’indifferenza di una moglie che sapeva, ma che era vittima anch’ella delle angherie del marito. Un ubriacone, uno che tornava dalla campagna in preda ai fumi dell’alcol, uno che ha messo incinta la propria figlia più di una volta pur di soddisfare le voluttà incestuose più recondite. A distanza di tre anni è la polizia a squarciare il velo di una clandestinità - quella della coppia rumena - che nasconderebbe la violenza strisciante consumata ai danni di una 12enne. gi.np.REUTERS Usa, è morta la donna più vecchia del
mondo, aveva 114 anni lunedì, 29 gennaio 2007 BOSTON - Una donna del Connecticut, che soltanto la scorsa
settimana era entrata nel Guinness dei primati come la persona più vecchia al
mondo, è morta a 114 anni, secondo quanto riferito oggi dal suo bis-nipote. Emma Faust Tillman è morta ieri notte nell’ospizio di
Hartford, nel Connecticut dove ha trascorso gli ultimi quattro anni della sua
vita, ha detto John Stewart Jr. Tillman era nata il 22 novembre del 1892, vicino a
Greensboro, nella Carolina del Nord. Proveniente da una famiglia di ex schiavi,
era una dei 23 figli di una famiglia decisamente longeva. Tre sue sorelle e un
suo fratello sono vissuti più di cento anni. Ma la longevità raggiunta da Tillman li ha superati tutti.
Ha abitato da sola fino all’età di 110 anni. Mentre all’ospizio trascorreva la maggior parte del tempo
prendendosi cura di una compagna di stanza malata più giovane di lei di 20
anni. La signora non aveva mai fumato, né bevuto alcolici e non ha mai speso soldi in occhiali da vista secondo quanto riferito da Stewart, aggiungendo che per un certo periodo la donna ha lavorato come cameriera al servizio dell’attrice americana Katharine Hepburn. Scioglie il Viagra nel vino e manda il
marito all’ospedale
Frosinone — «E’ stata una prova d’amore da parte di mia moglie». Lo ha detto il cinquantatreenne operaio edile residente in un piccolo comune del Frusinate, che ha rischiato di morire d’infarto perchè la moglie, sentendosi trascurata, ha sciolto due pasticche di Viagra in un bicchiere di vino rosso. Un miscuglio di alcol e pillole dell’amore che, secondo la moglie insoddisfatta, avrebbe dovuto sortire risultati sorprendenti: il marito invece è finito in ospedale. Il sovradosaggio della pillola blu, unito all’ alcol, ha avuto un effetto devastante. LA NAZIONE Ubriachi al volante: via tre patenti e 30 punti CORRIERE DELLA SERA Sei ubriaco? L’auto si ferma Pausa pranzo: alcol
vietato ai dipendenti della Provincia
IL TERRENO no all’alcol il sabato sera soffia e sai costa pochissimo e può essere dato al ristorante Gentile Direttore, ho letto il Vostro articolo del 27.1.2007 ( IL MATTINO
(Nazionale) (pagina 55) Vino per aiutare le arterie. Studio sull’aglianico:
bastano 4 bicchieri al giorno di LUCIANO PIGNATARO. Porgo alla Vostra attenzione alcune riflessioni, con
preghiera di voler pubblicare un articolo di rettifica, per onorare la verità
scientifica e per rendere un servizio alla gente che Vi legge. Gli studi sui presunti effetti benefici del vino sulle
arterie e sulla prevenzione delle malattie cardiache e cerebrovascolari sono
numerosi. Vi sono molte ragioni che dimostrano la falsità del
sostenere che il rischio di malattie coronariche è minore fra i bevitori
moderati, rispetto ai non bevitori:1 2 3 1. negli studi in questione i non bevitori includevano anche
persone che avevano smesso di bere perché avevano problemi di salute: gli ex
bevitori, che noi chiamiamo “astinenti”, hanno in ogni caso un più elevato
rischio di mortalità, rispetto a coloro che non hanno mai bevuto (gli
“astemi”), a causa dei danni subiti durante il periodo del “bere”; 2. il fumo di sigarette risulta implicato nel rapporto fra
alcol e mortalità complessiva: la mortalità più elevata è stata trovata tra
coloro che fumano e bevono contemporaneamente; fra i non bevitori, il rischio è
maggiore fra coloro che fumano; 3. permangono incertezze fra i vari Autori sulle quantità di
alcol necessarie alla diminuzione della mortalità (per alcuni 30 grammi, per
altri 60, altri ancora affermano che occorrano 108 grammi di alcol al giorno);
qualunque sia il consumo, non influenza la mortalità nelle donne fra i 34 e i
39 anni; 4. “ … bere due o cinque once di etanolo (56 gr. o 130 gr.,
mezzo bicchiere-1 bicchiere di vino, n.d.A.) aggrava l’angina pectoris indotta
da sforzo. Studi sperimentali hanno mostrato che né l’etanolo né i polifenoli
del vino riescono a ridurre l’arteriosclerosi matura, o a cambiare il contenuto
di collagene nelle placche nei topi deficienti di apolipoproteine E;” 5. la correlazione statistica è molto debole in tutte le
ricerche; 1) G. Edwards
et al., op. cit., p. 12 2) P. Anderson,
Alcol e assistenza sanitaria di base, WHO Regional Publications, Europe Series,
n. 64, 1996 , a cura del Centro Studi e Documentazione sui Problemi
Alcolcorrelati, Trento, 1998, pp. 21-22 3) E. Jona, Il
medico e l’alcolismo, Centro Studi e Ricerche in Alcologia, ARCAT Piemonte,
Chieri, 1997, pp. 15-16 4) Ibidem 5) Dott. Adelmo Di Salvatore Già Membro della Consulta
Nazionale sull’alcol e sui problemi alcolcorrelati. Membro del Gruppo Tecnico
Alcol, Commissione Salute, Conferenza Permanente Stato-Regioni ******
Gentile redazione, vengo a conoscenza di un articolo recentemente
pubblicato sul mattino, in cui si esorterebbe a bere vino fino a 4 bicchieri al
giorno per combattere l’aterosclerosi. Nulla di più falso e nulla di più
pericoloso. Non è scientifico, ma soprattutto non è corretto giungere a conclusioni di questo tipo, frutto di una
serie di salti che non hanno nulla di logico: è una vergogna e cercherò di
spiegare i motivi. Primo: 4 bicchieri di vino fanno male, non bene. Fanno
malissimo. 4 bicchieri al giorno corrispondono al doppio (sì, proprio al
doppio) del limite consentito (si prega di consultare le Linee Guida per una
sana alimentazione, http://www.inran.it). E badate bene a non confondere il
verbo “consentire” con il verbo “consigliare” come molti, in modo ignorante o
fraudolento, fanno. Secondo: sono i polifenoli i responsabili della presunta
azione benefica del vino? Bene, allora perché prenderli dal vino che oltre ai
polifenoli (pochissimi) ha anche dell’alcol (tantissimo) e non da tutti i
vegetali comunemente presenti nella dieta? I polifenoli sono diffusi in tutto
il mondo vegetale, eppure si parla sempre dei polifenoli del vino o del
cioccolato, ma non di quelli della lattuga o della cipolla; sono diversi? No,
meno sponsorizzati forse; e certamente si affaccia l’ipotesi che cipolla o
lattuga non abbiano alle spalle un’industria che foraggia la ricerca! E’ solo
un’ipotesi e ovviamente sbagliata, come lo è quella dei 4 bicchieri di vino. I colleghi ricercatori mi consentano un paradosso: la
vitamina C è un noto antiossidante, ma capace in alcune condizioni di effetto
contrario. Infatti molti di noi che facciamo ricerche sugli antiossidanti la
usiamo in laboratorio per ottenere un flusso di radicali liberi, capaci di
provocare quella serie di ossidazioni che porta poi all’aterosclerosi. A chi
verrebbe in mente di dire che l’arancia, per il suo elevato contenuto in
vitamina C, fa venire l’infarto? E se è falso (come in effetti è) che l’arancia
faccia venire l’infarto, è altrettanto falso che il vino protegga
dall’aterosclerosi. Oppure sono veri tutti e due i fenomeni. Quando si scrivono notizie come quella che avete appena
scritto, si esorta la popolazione a bere quasi 50 g di alcol al giorno. Ciò
(forse) diminuisce il rischio di infarto, ma aumenta (questo è certo) il
rischio di cancro, col risultato che coloro che trovano protezione
cardiovascolare moriranno forse di cancro (se non per fenomeni
alcol-correlati). Chi ha il compito di trasferire i messaggi provenienti dal
mondo scientifico all’opinione pubblica ha il dovere di porre la massima
attenzione possibile affinché il messaggio sia comprensibile e gestibile.
Spesso invece il pubblico non ha gli strumenti necessari per gestire
correttamente il messaggio che viene loro dato. Sempre più spesso infatti
arrivano al nostro istituto lettere o chiamate di non bevitori, preoccupati per
le malattie cardiovascolari e che ci chiedono se possono consumare uva al posto
del vino che vino. Vi rendete conto del
danno che i media sono in grado di fare? Quanti morti (o malati) serviranno
ancora prima di una nuova fase di pentimento, come per il caso delle sigarette?
Credo che abbiate il dovere di pubblicare un commento a
questo articolo il più presto possibile. Dr. Andrea Ghiselli, M.D. Istituto
Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione
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