Foto Coraggio
Doveva essere un sequestro lampo. La vittima designata, un imprenditore
della Vallecamonica che opera nel campo dell’import di metalli, sarebbe stata
liberata non appena la famiglia avesse consegnato i soldi ai sequestratori. A
far saltare i piani della banda è stata la polizia stradale di Livorno che,
indagando con la polizia di frontiera su un traffico internazionale di auto di
lusso e di merce rubata in Lombardia e Toscana e destinate all’estero, ha
intercettato alcune telefonate che parlavano di un imminente sequestro di
persona nel Bresciano.
Ad ingolosire i sequestratori sono stati i soldi - parecchi - che
l’imprenditore camuno ogni venerdì portava in banca e il metallo che trattava.
A fine estate l’imprenditore avrebbe dovuto finire nelle mani dei banditi. Lo
avrebbero bloccato e tenuto chiuso nel bagagliaio di un’auto in attesa che i
familiari consegnassero i soldi custoditi in cassaforte. Ma la polizia li ha
scoperti e anticipati e ha fatto fallire il piano tenendo sotto protezione la
vittima che per diverso tempo ha cambiato orari e abitudini e a casa non è
tornato. Suoi angeli custodi sono stati alcuni poliziotti in borghese che gli
hanno fatto da scorta. Impegnata nelle indagini anche la squadra Mobile della
questura di Brescia.
Nei mesi scorsi la Procura di Livorno, che stava indagando sul traffico di auto
di lusso, ha deciso di approfondire l’indagine rinunciando ad arrestare subito
i sequestratori. Gli inquirenti hanno atteso il nuovo anno per intervenire
portando così a compimento l’indagine che è sfociata l’altro giorno in Toscana
in sette arresti e numerose denunce. Tra le persone finite in manette un noto
imprenditore e i suoi due figli raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare
chieste dal pm Gianfranco Petralia.
Le nove persone indagate devono rispondere di riciclaggio, furto, ricettazione
di auto di lusso (molte delle quali sparite durante i blitz in ville della
Lombardia) e di merce varia che grazie a spedizionieri compiacenti partivano
dal porto di Livorno nascoste nei containers.
Due sono quindi le indagini: quella che porta al riciclaggio di vetture costose
(Porsche Cayenne, Bmw X5, Bmw 320 touring e Audi) e quella legata al progettato
sequestro di persona. I magistrati toscani vogliono accertare se si tratti del
primo progetto di sequestro-lampo della gang o se inserisca in una lunga serie,
magari di episodi non denunciati alla magistratura.
In merito a questo episodio per motivi di sicurezza è stato deciso che rimanga
anonima la vittima che vive ancora sotto protezione dal parte della polizia,
anche se la banda che l’aveva nel mirino pare debellata e il pericolo ormai
sembra cessato.
Il filone di indagine sui furti e sulle rapine potrebbe portare a nuovi
sviluppi con l’individuazione dei componenti di altre bande che hanno firmato
«colpi» anche in Lombardia depredando la merce dai tir in transito o
effettuando il furto o la rapina di vetture di grossa cilindrata che hanno
mercato in terra africana e nei paesi dell’est europeo, oltre che nei Paesi del
medio Oriente. Proprio sorvegliando i porti di imbarco di queste ambite «prede»
la polizia di frontiera ha scoperto la gang che è stata smantellata a Livorno.
Tutti gli arrestati sono livornesi o toscani. Tra loro figurano rapinatori di
professione, mentre tra la merce sparita con i camion c’è anche un carico di
olio d’oliva (30 mila litri) e pellame destinato alle concerie toscane. Ma in
un anno è sparita molta altra merce.
di Franco Mondini
Da “Brescia Oggi”
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