NOTA IMPORTANTE: in fondo alla rassegna continua la pubblicazione delle
lettere di protesta di cui siamo a conoscenza, tra quelle scritte al quotidiano
“Il Mattino” di Napoli, a seguito dell’articolo di sabato scorso che sosteneva
come, per aiutare le arterie, “bastano” 4 bicchieri di vino al giorno. IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia) La città col fiato sospeso per la
sorte del piccolo Ciro Il bimbo, 5 anni, è stato
trasferito all’ospedale Maggiore di Parma. Il padre è indagato per guida in
stato d’ebbrezza Reggio Emilia, 30 gennaio 2007 - ADESSO SI TEME per la
vita del fratellino Ciro, 5 anni. Nella notte di domenica le sue condizioni si
sono aggravate e i medici hanno disposto il trasferimento all’ospedale Maggiore
di Parma. Il bimbo è in pericolo di vita. I medici stanno facendo di tutto per
strapparlo alla morte. (*) Nota: è difficile commentare questa vicenda, che lascia davvero senza parole. Fatevi da voi le vostre riflessioni. Maserà I sanitari giunti sul posto, dopo
un primo controllo veloce, l’hanno caricato sulla barella e portata al pronto
soccorso dell’ospedale civile di Padova. I numerosi testimoni sono rimasti
impressionati dalla scena, anche perché si era sparse la voci all’interno del
locale che la giovane fosse morta. Gli operatori del Suem, prima di farla uscire,
le avevano coperto il viso affinché non risentisse dello sbalzo di temperatura
da dentro a fuori. Resta l’amaro in bocca per l’ennesimo episodio di
"sballo" ormai diventata una triste consuetudine tra i giovani che
per divertirsi devono assolutamente trasgredire mettendo a repentaglio la
propria salute. Stefania MastellaroIL TRENTINO Lettere L’alcol, i paesi europei e noi
italiani IL MINISTRO Turco
ha dichiarato di aver proposto di alzare il divieto di vendita degli alcolici a
18 anni, come già avviene in tutta Europa, ma alcuni colleghi di governo
l’hanno bocciato. Allora guardiamo agli altri paesi Europei solo quando ci fa
comodo? IL GAZZETTINO (Treviso) «Bisogna capirlo ha dei problemi: non riesce a trovare
lavoro e per questo beve». (*) Anche dal letto di ospedale la moglie 42enne
del cittadino polacco, denunciato per lesioni gravi, continua a difendere il
marito. Continua, nonostante tutto. Nonostante: la caviglia destra tibia e
perone fratturati, tumefazioni al collo e al corpo, lievi contusioni craniche,
in totale per 60 giorni di prognosi. (*) Nota: forse non trova il lavoro proprio perché beve… IL GAZZETTINO (Treviso) La campagna di prevenzione sul tema "alcol e minori
di 16 anni", ideata e promossa da Fipe-ConfCommercio con la collaborazione
della Provincia di Treviso e i patrocini delle Usl 7,8,9 sarà presentata oggi
alle 11 nella sala riunioni del Palazzo del Terziario, presso la sede Ascom in
via Venier 55. La campagna da lì partirà verso i pubblici esercizi della
provincia di Treviso. IL GAZZETTINO (Udine) Treppo Grande Tentato omicidio. È questo il reato per il quale il
pubblico ministero della Procura della Repubblica di Udine, Matteo Tripani, ha
richiesto la custodia cautelare in carcere al Gip nei confronti del tarcentino
Giorgio Maieroni, 49 anni, di Tarcento. L’uomo era stato arrestato domenica
sera dopo aver ferito al collo con un taglierino, nel corso di una
colluttazione, il nuovo compagno dell’ex moglie Michela Gerussi, Virgilio De
Luca, quarantunenne di Treppo Grande. La prognosi di guarigione per la ferita è
di nove giorni. Effetti negativi della liberalizzazione dell’orario di
apertura, il Dipartimento per la cultura i media e lo sport pensa a come
limitare i danni Un roveretano chiede i danni per
violazione della privacy di PAOLO LISERRE Può un cittadino, maggiorenne e vaccinato, incorrere nei
rigori della legge ma evitare di farlo sapere ai suoi anziani genitori per non procurar
loro motivo di preoccupazione o delusione? E può, se qualcuno manda all’aria le
sue intenzioni (deliberatamente o involontariamente), fare causa e chiedere un
risarcimento per i danni morali subìti in quanto ci sarebbe stata violazione
della privacy? A deciderlo sarà il giudice di pace di Trento che proprio ieri
ha affrontato per la prima volta il caso di un automobilista roveretano di 33
anni che ha citato in giudizio l’Azienda Sanitaria provinciale proprio per
violazione della privacy. Il caso di quest’uomo e del suo contenzioso
giudiziario con l’Azienda prende le mosse nell’estate del 2005, alla vigilia di
Ferragosto. L’automobilista roveretano viene fermato da una pattuglia per un
normale controllo e visto che ci sono gli agenti sottopongono il ragazzo anche
alla prova dell’etilometro. Viene fuori che il tasso di alcool nel sangue è
leggermente superiore al minimo consentito e gli agenti non sentono ragione:
multa e ritiro della patente. Ma i problemi non finiscono qui. Anzi, per il
ragazzo roveretano il peggio deve ancora venire. Prima di allora non gli era
mai successo nulla di simile, mai una multa, mai un problema con le forze
dell’ordine. I genitori, con i quali l’uomo vive tuttora in centro a Rovereto,
sono persone anziane e il figlio non vuole crear loro problemi. E decide
volutamente di non raccontare nulla. Il fatto è che dell’episodio viene quasi
immediatamente informato anche il Servizio Alcologia presso l’Azienda
sanitaria. Servizio che celermente invia all’uomo una lettera per partecipare
ad un ciclo di incontri sulle tematiche dell’alcool. Sin qui nulla di male.
Peccato che l’intestazione della missiva non riporti solo il nome della persona
interessata ma più precisamente la dicitura «egregio signor .... e famiglia». E
siccome succede che quando il postino recapita la lettera al destinatario lui
non è in casa per motivi di lavoro ma c’è la mamma, quest’ultima leggendo la
dicitura «.... e famiglia» pensa che si tratti veramente di qualcosa che
riguarda anche lei e il marito (*) e decide di aprirla. Non che le succeda
chissà cosa ma scoprire da una missiva dell’Azienda sanitaria che al figlio è
stata ritirata la patente perché sorpreso a guidare in stato di ebbrezza e che
lo stesso figlio non le ha raccontato nulla, non è cosa piacevole per nessun
genitore. Inoltre, secondo l’atto di citazione presentato dal legale di fiducia
dell’automobilista roveretano, i toni impiegati nella comunicazione da parte
dell’Azienda Sanitaria «lasciano intendere che il signore è un soggetto con
abituali problemi di alcolismo e per la cui cura sono necessari incontri mirati
e ripetuti nel tempo». La cosa crea nel nostro automobilista un «ingiusto
perturbamento» (risentimento, stress, imbarazzo, preoccupazione) visto che
quella disavventura doveva rimanere segreta. E allora l’uomo decide di
rivolgersi ad un avvocato e di intentare causa all’Azienda sanitaria.
L’avvocato scrive all’Azienda e il responsabile del Servizio Alcologia le
risponde testualmente: «Siamo spiacenti per eventuali danni arrecati al signor
.... e prendendo spunto da questo episodio cercheremo di migliorare la
comunicazione con l’utente a salvaguardia del suo diritto alla privacy».
Un’ammissione di responsabilità che però non ha fatto arretrare l’Azienda
Sanitaria che ieri mattina si è costituita in giudizio per resistere di fronte
alla richiesta di risarcimento danni per una cifra simbolica di 2.500 euro. (*) Nota: quando c’è un problema alcolcorrelato tutta la
famiglia è coinvolta, e avere la patente sospesa per guida in stato di ebbrezza
è certamente un problema alcolcorrelato. MICHELE INSERRA Castellammare. Una parola maldetta, una sfida per uno sguardo di troppo alla sua ragazza. A giocare un brutto scherzo anche qualche goccio di alcol in più che annebbia la vista e soprattutto la mente. Così una tranquilla notte all’insegna del divertimento rischia di trasformarsi in tragedia davanti ad un pub di via Bonito. Prima un acceso diverbio, poi spunta una pistola e un giovane fa fuoco, una sola volta, contro un suo coetaneo, ferendolo a una gamba in maniera lieve. È il triste epilogo dell’ennesima rissa che si verifica in città e in particolare in via Bonito, troppo spesso teatro di zuffe per futili motivi. Erano le 2.30 della scorsa notte, quando si è scatenato il putiferio nei pressi del pub «Maracanà», una della mete più gettonate dalla movida dell’hinterland. Una lite banale scoppiata anche con la complicità dello stato di ebbrezza. Osvaldo Vitiello, 31 anni, con piccoli precedenti penali, è in compagnia della sua fidanzata, all’interno del locale stabiese. Di fronte c’è una comitiva di giovani, anche loro di Castellammare. Uno sguardo insistente verso la ragazza. Poi qualche «frecciatina» e gli animi già si surriscaldano. Sembra che tutto sia finito lì. Ma non è così. Appena fuori la faccenda diventa più seria. Volano parole grosse, qualche spintone. All’improvviso un giovane scompare per pochi istanti e ritorna nuovamente. Questa volta è armato: da qualche parte, forse dall’auto, prende una pistola e la impugna minaccioso. Ha cattive intenzioni. Le persone, non troppe vista l’ora tarda, si allontanano velocemente dalla zona. In stato di ebbrezza, e secondo gli inquirenti probabilmente anche sotto l’effetto di qualche spinello, spara un colpo all’indirizzo di Vitiello. Lo colpisce alla gamba destra. Il ferito si accascia a terra e viene soccorso, mentre qualcuno avverte i carabinieri della locale compagnia che prontamente si dirigono a sirene spiegate verso via Bonito. Il responsabile del ferimento scappa e fa perdere le proprie tracce. E quando i militari arrivano sul posto non c’è quasi nessuno. Pertanto il ferito viene trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo e sottoposto ad un intervento chirurgico per estrarre la pallottola dalla gamba. Le sue condizioni non sono gravi, ma viene comunque disposto il ricovero in chirurgia. Per i sanitari la prognosi è di venti giorni. La macchina investigativa si mette subito in moto. I militari ascoltano la versione dei fatti di Vitiello e di qualche testimone, tra cui la ragazza che era in sua compagnia. Per gli inquirenti la lite sarebbe stata provocata da una sguardo di troppo verso la giovane. Grazie al racconto di qualche testimone e alle indagini l’aggressore avrebbe già un volto e un nome. Su di lui grava l’accusa di tentato omicidio. Si tratterebbe di un ragazzo di Castellammare a cui i carabinieri stanno dando la caccia in queste ore. I militari gli hanno fatto visita a casa, ma dopo l’episodio il giovane non è rientrato nella sua abitazione e al momento ha fatto perdere la sue tracce. A questo punto non è escluso che potrebbe costituirsi in breve tempo. lorenzo sconocchini ANCONA - Non ricorda di aver
massacrato l’anziana vicina di casa, ma non può neanche escluderlo del tutto. Era
troppo confuso da un cocktail di droga, alcol e psicofarmaci per rammentare
come ha trascorso quel tragico pomeriggio di domenica 21 gennaio, quando
avrebbe sgozzato per poche decine di euro Maria Crescimbeni, anziana di 77 anni
zoppa e quasi cieca. Mario Masini, nell’interrogatorio di ieri mattina in
carcere davanti al gip Francesca Grassi, ha provato a insistere con l’alibi
spiattellato anche di fronte ai carabinieri che venerdì sera l’avevano fermato
con le accuse di omicidio volontario aggravato e rapina. “A quell’ora ero in
piazza Pertini ad Ancona con gli amici”, ha ripetuto il 43enne
tossicodipendente, difeso dall’avvocato Maurizio Sturba, fornendo una versione
che i carabinieri hanno già verificato, smontandola come un Lego. E quando il
giudice gli ha fatto presente che una traccia del suo Dna era rimasta sulla
scena del crimine, impressa su un brandello di guanto trovato accanto al
cadavere, allora Masini ha fatto una mezza marcia indietro, affidandosi alla
vaghezza della sua memoria. “Se è così, allora forse sono stato io, ma non
ricordo, ero troppo confuso”. CORRIERE ADRIATICO CAMERINO – Ancora quattro patenti ritirate, nell’ultimo
fine settimana, per guida in stato di ebbrezza. Protagonisti dell’ennesimo
episodio sono stati altrettanti giovani, tutti residenti nel territorio del
camerinese e tutti denunciati all’autorità giudiziaria. E’ il risultato di un
servizio di “prevenzione stragi” messo in atto dai Carabinieri della Compagnia
di Camerino sul territorio di loro competenza. Con l’operazione dell’ultimo fine
settimana salgono a undici le denunce emesse per guida in stato di ebbrezza nel
solo mese di gennaio dai militari dell’Arma dell’antica città ducale. Un dato
allarmante e che mai si era presentato con questi numeri negli anni precedenti.
Quello che più preoccupa, infatti, è che sempre più spesso sono dei
giovanissimi ad essere sorpresi al volante sotto l’effetto di alcolici. Quasi
sempre vengono fermati ed identificati in prossimità dei locali notturni del
territorio, presi d’assalto nei fine settimana. Dai diciotto ai trent’anni, è
questa la fascia d’età più a rischio, come emerge anche dai dati relativi ai
risultati dei controlli messi in atto dai Carabinieri di Camerino negli ultimi
fine settimana. Quello dell’abuso di alcool,
dunque, è un fenomeno che sta interessando sempre di più anche il territorio
dell’Alto Maceratese. I numeri relativi alle denunce emesse per guida in stato
di ebbrezza si stanno attestando su livelli allarmanti e l’impressione è che la
presenza degli agenti sulle strade non sia sufficiente ad arginare, oltre alle
stragi del sabato sera, anche quella che ormai rischia di diventare una piaga sociale.
la sola repressione, infatti, può servire a ridurre il numero delle tragedie
sulla strada ma non il fenomeno nella sua complessità. Non a caso, negli ultimi
tempi sono stati molti gli enti che hanno avviato campagne di sensibilizzazione
rivolte proprio ai più giovani. La stessa Provincia si è data da
fare in questo senso, promuovendo anche incontri con le scuole. Anche i singoli
istituti scolastici, soprattutto quelli superiori, hanno più volte organizzato
momenti di confronto. La speranza, ovviamente, è di migliorare il dato
riuscendo quindi a far breccia tra i giovanissimi, spiegando che il diritto di
divertirsi non può ledere il rispetto per la vita propria ed altrui. E.PI. IL GAZZETTINO (Vicenza) Castelfranco In macchina ubriaco e con la patente sospesa. Un uomo di
35 anni di Caerano S. Marco è stato fermato l’altra sera per un controllo da
parte degli agenti della Polstrada di Castelfranco che stavano facendo un
servizio di prevenzione. Ad un primo controllo del documento di guida gli
agenti hanno trovato che stava guidando senza la patente visto che gli era
stata sospesa il 3 dicembre del 2005. Inoltre il caeranese, ha fatto registrare
un 1.60 (massimo consentito 0.50) al controllo dell’alcoltest risultando così
in pieno stato di ebbrezza. L’uomo è
stato così denunciato per guida in stato di ebbrezza e gli è stata sequestrata
l’auto per tre mesi con una sanzione che va dai 1600 ai 6500 euro. Inoltre,
cosa più grave, gli sarà revocata definitivamente la patente e così se vorrà
guidare se la dovrà rifare completamente.Nonostante questa severità comunque,
specie nei fine settimana, si continua a fare la conta degli automobilisti
indisciplinati. Anche in questi ultimi tre giorni gli agenti della Polstrada di
Castelfranco hanno effettuato pattuglie, posti di blocco e di controllo nelle
strade più trafficate della Castellana e della Pedemontana. Decine e decine gli
automobilisti controllati. Fra questi sei sono risultati al volante in stato di
ebbrezza con valori superiori al doppio o anche al triplo del consentito. Oltre
a questi altri nove automobilisti sono stati fermati per eccesso di velocità.
Fra questi nove a ben cinque conducenti è stata anche ritirata la patente
perchè sono risultati anche alterati con valori superiori al limite e quindi è
scatta la "guida in stato di ebbrezza". L’attività della Polstrada di
Castelfranco per prevenire incidenti continua costante e sistematica ogni
giorno ma soprattutto nei fine settimana. CORRIERE ADRIATICO MACERATA - Una lite tra
extracomunitari ha rischiato di trasformarsi in tragedia. E’ successo domenica
notte, intorno alle 2, in via Pace. Protagonisti due giovani immigrati di
origine nigeriana, entrambi non in regola con il permesso di soggiorno. Il
litigio - a quanto pare scaturito da futili motivi - è avvenuto in strada. I
due africani, forse a causa del troppo alcol in corpo, hanno iniziato a
prendersi a male parole. La situazione è però subito degenerata e dagli insulti
si è passati agli spintoni. Improvvisamente uno dei due ha estratto un coltello
dal giubbotto, colpendo il suo connazionale all’altezza dell’addome. Il giovane
si è accasciato sul marciapiede, riverso in una pozza di sangue, mentre l’altro
è fuggito senza lasciare traccia. Sul posto, immediatamente, sono giunti i
carabinieri, allertati da parte di un residente allarmato dagli schiamazzi. Il
nigeriano, a bordo di un’ambulanza, è stato trasportato al pronto soccorso
dell’ospedale civile di Macerata, dove in nottata è stato sottoposto a un
intervento chirurgico. Le sue condizioni sono migliorate grazie al tempestivo
intervento dei medici, tant’è che è già stata sciolta la prognosi (venti
giorni). Adesso il giovane è stato trasferito in reparto, sotto osservazione. Sul
luogo dell’accoltellamento i militari dell’Arma hanno trovato una bottiglia di
birra rotta, a conferma che evidentemente i due litiganti avevano esagerato con
l’alcol. D.FERIL GAZZETTINO (Treviso) Vanno a sporgere denuncia e vengono denunciati. Un giro di parole che riassume la brutta domenica per tre giovani bellunesi, in trasferta, che hanno dato filo da torcere alla polizia trevigiana. D’altra parte i tre avevano deciso di trascorrere una domenica diversa a Treviso. E alla fine ci sono riusciti: i tre di Belluno infatti hanno concluso la giornata con una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, per essersi rifiutati di dare le proprie generalità e per ubriachezza molesta. Tutto è iniziato intorno alle 11 di domenica. I tre, M.C., 33 anni, P.M., 36 anni e il coetaneo M.D.R. sono entrati in un bar di Treviso, il locale "La pace". Lì hanno iniziato, come ha raccontato la titolare, ad infastidire i clienti ed a creare scompiglio. Quando la proprietaria del locale li ha invitati a smettere si sarebbero scagliati anche contro di lei. Era così scattato l’intervento delle Volanti, e i tre erano stati invitati a lasciare il bar. Poco dopo, intorno all’una, i tre si presentano in Questura. Chiedono al personale di guardia di sporgere una denuncia. «Siamo stati aggrediti, ci hanno fermati per strada e ci hanno assaliti», hanno ripetuto i giovani. «Vogliamo sporgere denuncia: noi siamo dei liberi cittadini e tu, poliziotto, sei al nostro servizio», hanno ripetuto i ragazzi. La situazione poi è degenerata con insulti e parolacce, per poi concludersi con la denuncia, certo non quella che volevano sporgere loro, ma la denuncia dei tre giovani. IL GAZZETTINO (Treviso) Quella che si dice una "bella compagnia". Tre giovani di Belluno tra i 35 e 37 anni si sono beccati una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale rifiuto di dare le proprie generalità e ubriachezza a seguito di una domenica piuttosto travagliata. Tutto è iniziato al locale "La pace" intorno alle 11, dove i tre, alticci, infastidivano i clienti. cacciati dalla titolare i tre, M.C., 35 anni, P.M., 37 e M.D.R, 37 sono andati in Questura per sporgere denuncia dopo una presunta aggressione. lì hanno cominciato ad insultare spintonare e aggredire l’agente di guardia. A quel punto è scattata la denuncia. IL GAZZETTINO (Rovigo) Alcol vietato allo stadio per la
sfida con la Reggiana
Rovigo LA SICILIA Mariano Messineo Se gli studenti sono molesti
UN CITTADINO DI TRENTO Dopo aver fatto chiasso presso i pub bevendo birra e schiamazzando dando fastidi (e non poco) agli abitanti fino alle ore due circa del mattino, ritornano alle dimore che li ospitano. Mia moglie e io ne sappiamo qualche cosa, purtroppo, ne abbiamo circa otto sopra il nostro appartamento fra maschi, femmine e cani. Quando entrano nell’appartamento alla spicciolata dalle due e fino alle quattro del mattino producono rumori molesti che non ci permettono di dormire, malgrado l’uso del «Tavor». A quelli che abitano sopra di noi si aggiungono anche i loro amici e amiche e continuano quel baccano che hanno lasciato ai pub e non solo: poi usano il bagno, la doccia, le rimpatriate a fine settimana ecc. Dormono fino alle 13.30 circa e poi, quando si alzano ricominciano a produrre nuovamente rumori molesti, trascinando mobili, ascoltando musica ad alto volume, camminando pesantemente, saltando, sbattendo porte, suonando strumenti musicali ecc. Siamo delle persone anziane, io sono invalido, la salute non è più come una volta. Avremmo bisogno di tranquillità ma purtroppo così non è. Sono quattro anni che sopportiamo questa grave situazione: dal 2003 ad oggi. Quello che più ci dà fastidio è: 1) che le autorità o si disinteressano del problema oppure ci dicono di portare pazienza (vigili urbani, polizia di stato, carabinieri, sindaco, politici); 2) che nessuno da retta alle nostre proteste (amministratore del condominio); 3) che alla fine dovremmo vendere l’appartamento subendo, oltre al danno fisico anche quello economico. Ci piacerebbe che quel «politico» che ha scritto sul giornale di «portare pazienza perché gli studenti a Trento non sanno dove andare» avesse otto/dieci studenti che gli camminassero e producessero rumori molesti a tutte le ore sopra la sua testa e poi vorrei vedere se ripeterebbe sul giornale la stessa frase che ha dichiarato. È molto onorevole per i «politici» amministrare una città studentesca come Trento, per loro è un grande vanto: però prima di fare le «Facoltà» universitarie avrebbero dovuto fare le infrastrutture e costruire degli alloggi e dei ritrovi esclusivamente per studenti fuori dai centri urbani e lasciare che i cittadini possano vivere in pace e non essere costretti a litigare per conquistarsela. SANIHELP.IT Metabolismo lento? Cellulite? Gonfiore? Il vino, se
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