Agenti
lussemburghesi all’opera
(ASAPS) LUSSEMBURGO – Il ministro dei trasporti lussemburghese Lucien Lux, ha reso
noto nei giorni scorsi che sulle strade del granducato entreranno presto in
funzioni numerose postazioni fisse di radar, pur precisando che la lotta
all’insicurezza stradale non sarà limitata alla sola repressione. A 4 anni
dall’entrata in vigore della patente a punti, il Lussemburgo fa dunque i conti
con l’Europa, dove certe iniziative sono già state prese
in considerazione di una condizione (anche numerica) decisamente
peggiore. Insomma, se finora nel piccolo stato – che conta 465mila abitanti –
il motto nazionale ha retto (vogliamo rimanere ciò che siamo), è dunque venuto
il momento di cambiare. Accanto ai radar, che verranno probabilmente scelti sul
modello francese, faranno la loro comparsa tutte le tecnologie oggi usate nel
contrasto alla violenza stradale su gran parte del vecchio Continente, in modo
particolare gli etilometri. Finora, infatti, se il limite massimo di alcol
consentito per i conducenti è rimasto fermo a 0,8 grammi per litro di sangue,
allo studio del consiglio di Stato c’è un disegno di legge che prevede
l’adeguamento al tasso alcolemico europeo, fissato come noto in 0,5, con
l’importante novità che per i giovani conducenti (ovvero i neopatentati entro
il terzo anno dal conseguimento del titolo) e quelli professionali, l’esame
dell’alito non potrà evidenziare livelli di ebbrezza superiori a 0,2. Un’altra
normativa, al vaglio delle autorità, introdurrà una tassa sulle emissioni di
CO2 nell’atmosfera, con il proposito di limitare al massimo l’inquinamento
atmosferico. E per evitare le proteste, il ministro dei trasporti ha messo le
mani avanti, spiegando che in Lussemburgo non ci saranno eccessi repressivi.
Secondo Lux, infatti, l’istituto della patente a punti combinato al controllo
automatico delle violazioni ha mostrato “molte falle, limiti e derive” in buona
parte degli stati europei. (ASAPS) |
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