L’ADIGE
Tanta musica, zero alcool
Ma alla festa sono arrivati in
seicento
La sfida,
ancora una volta, non era facile: bisognava convincere qualche centinaio di
giovani roveretani a trascorrere un sabato sera diverso, con più musica -
rigorosamente dal vivo - e meno alcol. Eppure è andata bene, anzi benissimo:
ieri sera sono stati più di seicento i biglietti gratuiti strappati dai
ragazzi dei «Laboratori del fare», un piccolo mare di ragazze e ragazzi che ha
invaso fin dalle 20 il Palazzetto dello Sport. Anche se per una sera soltanto,
a Rovereto i giovani hanno avuto di che divertirsi: otto band ad esibirsi sul
grande palcoscenico fino a mezzanotte, grandi spazi aperti a tutti, persino il
banchetto dei tatuaggi (all’henne: belli come quelli permanenti, ma spariscono
in un paio di settimane). La birra no, quella mancava. «Il gestore del bar
del palazzetto non era molto contento» raccontano gli organizzatori. Lui, il
gestore, si è organizzato con la birra analcolica, zero gradi e sapore
insipido: meglio lasciar perdere del tutto, hanno pensato in molti, e godersi
il concerto. Sul palco le otto band, tutte di Rovereto e dintorni e in
buona parte composte da giovani e giovanissimi, hanno fatto il loro dovere. E
così si è passati dal rock progressivo degli Outopsya, già affermati e con una
bella mole di esibizioni alle spalle, ai giovanissimi Spaventapasseri, con un
bel repertorio di brani famosi, dai Led Zeppelin ai Nirvana. Per i
Thought:vacant era la prima volta davanti ad un pubblico del genere, eppure se
la sono cavata assai bene, mentre Pornotax e Mrityo hanno proposto un rock
alternativo con qualche concessione all’heavy metal. Aggiungeteci anche
l’eccellente fusion dei Nuova Gestione Tooley e la danza moderna e hip hop del
gruppo «Danzamania» e avete un quadro quasi completo di un ottimo festival
musicale. Quasi, appunto, perché per chiudere il cerchio mancava una band di
vecchie glorie con lo spirito rock ancora nel sangue: e ieri c’erano, erano
anzi gli «special guest» della serata. Si chiamano Koala, erano attivi già una
trentina di anni fa, e sono tornati ad esibirsi (questa volta davanti ai loro
figli) proponendo un solido repertorio beat, senza dimenticare i Beatles e
Lucio Battisti. Quattro ore di ottima musica hanno così decretato la riuscita
del concerto, giunto quest’anno alla sesta edizione ed organizzato dai
«Laboratori del fare» dell’Associazione «Ubalda Bettini Girella». «Un’occasione
per dare ai giovani musicisti della zona la possibilità di esibirsi dal vivo, e
nel contempo offrire a tanti ragazzi un’occasione di divertimento lanciando un
messaggio educativo - spiega il presidente di «Girella» Fabiano Lorandi -
abbiamo da tempo attivato gruppi per i giovani che si occupano di arti
figurative, di multimedialità, di cucina. Adesso la nostra idea è quella di
realizzare un laboratorio di musica in cui i giovani possano avere delle
attrezzature già disponibili». Anche qui si cerca un contributo per cominciare,
ma il posto c’è: la sede di Via Portici dell’associazione. M.I.
IL
TRENTINO
Ragazzi
in festa senza alcol Musica,
hip hop e beat al palazzetto per i teen ager
ROVERETO. Birra sì, ma solo analcolica. E poi
le classiche bibite. Musica ad alto volume, rock buono - e meno buono - e tanti
giovani, teen ager che hanno deciso ieri sera di partecipare alla festa
proposta dall’associazione Ubalda Girella al palasport. Il decollo è stato
lento, ma nelle quattro ore alcune centinaia di giovani hanno potuto trovarsi,
ascoltare musica, uno spettacolo di hip hop e pure un “revival” beat proposto
dal gruppo dei Koala. La proposta dell’associazione, che si
ripete da alcuni anni, ha uno scopo doppio: quello più strettamente legato al
divertimento e alla possibilità di far esibire giovani gruppi musicali locali;
e quello educativo. La serata no-alcol, infatti, è un messaggio forte che si
vuole lanciare, dando l’idea che ci si può divertire anche senza inondarsi di
alcolici. La “limitazione” non ha scoraggiato i ragazzi che si sono presentati
numerosi al palazzetto, presentando un’età media che si aggirava sui 15, 16
anni. Accanto ai responsabili dell’associazione era presente uno staff di
“sorveglianza” e alcuni educatori. Il controllo all’interno del palazzetto è
stato rigoroso, più difficile invece tenere d’occhio i dintorni e il vicino
parco, meta degli accaniti fumatori. Qualche controllo è stato fatto anche nei
bagni per evitare spiacevoli happening. Erano presenti anche alcuni punti informativi
di Emergency e quello di Zerogradi che distribuiva alcoltest gratuitamente e
presentava la propria campagna informativa. Nell’occasione l’associazione
Girella ha raccolto anche le firme per sollecitare il Comune a trovare una
soluzione per la sua iniziativa che negli anni passati aveva raggiunto un
grande successo: il laboratorio dove si impara ad aggiustare bici e motorini.
La sede di San Giorgio è ancora chiusa nonostante i lavori di ristrutturazione
siano finiti ormai già da un anno. E le chiavi inglesi fremono.
L’ARENA
di Verona
Stasera
alla Gran Guardia l’anteprima del film «I giorni perduti» sul disagio sociale e
le problematiche legate all’abuso di alcol Mara e
Katia contro l’alcolismo Venier
e Ricciarelli testimonial del progetto condiviso anche dall’Ulss 20 Andrà in onda in primavera su
Raidue, nel cast l’attrice veronese Federica Andreoli Tre
donne venete famose dicono no all’alcolismo.
Ieri nella sala Impero dell’hotel
Due Torri la conduttrice Mara Venier, la soprano Katia Ricciarelli e l’attrice
emergente Federica Andreoli hanno incontrato la stampa. Con loro anche
l’assessore regionale alle Politiche sociali Stefano Valdegamberi e il
direttore dei servizi sociali dell’Ulss 20 Angelo De Cristan. L’occasione è
l’anteprima del film «I giorni perduti», del regista Bruno Gaburro, che si
terrà proprio stasera alle 20 alla Gran Guardia e che tratta del disagio
sociale e delle tante problematiche legate all’abuso di alcol. Il film, prodotto dalla Media
Italia, nasce da un progetto condiviso con l’azienda sanitaria territoriale,
l’Ulss 20, e si inserisce in progetto regionale più ampio che ha coinvolto
anche le due aziende ospedaliere più importanti, quelle di Padova e di Verona.
Anche il Ministero della Salute ha voluto apporre il suo patrocinio così come
la Commissione Europea che lo ha inserito in un progetto dal nome Hard Risk che
coinvolge tutti i 27 Paesi dell’Unione L’ex signora della domenica è la madrina
della serata e se ne sente «veramente onorata», dice col gran sorriso che da
sempre la distingue. Non è
stata una conferenza come le tante, a farne un qualcosa di più sono state
proprio loro, le protagoniste di quella che sarà una serata di eccellenza per
l’intera città. Il tema affrontato non è dei più semplici ma tutte e tre sono
riuscite con parole ben calibrate a dare un quadro della situazione ma anche a
infondere fiducia, a lanciare un messaggio positivo. Per Venier occorre
affrontare il problema attraverso una attenta informazione a partire nelle
scuole dell’obbligo. «Si parla troppo spesso di droga intesa come sostanze
stupefacenti e poco dell’abuso degli alcolici», dice. Il suo pensiero è rivolto
soprattutto ai giovanissimi, a quelli che «con pochi euro iniziano a bere una
birra e senza accorgersene finiscono con il bere i superalcolici».
Dall’alcolismo si esce? Venier non ha dubbi quando afferma senza tentennamenti:
«sì». Anche
Katia Ricciarelli si rivela in tutta la sua umanità, una dote che le traspare
dagli occhi. Lei interpreta nel film il ruolo della direttrice di un club Arcat
(associazione regionale degli alcolisti in trattamento). «Un ruolo piccolo il
mio», afferma. La soprano, che in questi ultimi tempi si è rivelata anche
un’ottima attrice - l’abbiamo visto nell’ultimo film di Pupi Avati e in questi
giorni nella fiction «Chi l’avrebbe mai detto», in onda su Raidue - ci tiene a
evidenziare che non sopporta l’idea che una giovane vita venga distrutta
dall’alcol. Che fare? «Si può bere con moderazione e senza abusare. Sta
nell’intelligenza di ognuno capirlo», dice (*). È allegra e di fronte alla
domanda di come prevede sarà questo Sanremo, per altro condotto dal suo ex
marito Pippo Baudo, non ha dubbi: «Sarà un grande Festival». Andreoli, la protagonista de «I
giorni perduti», si sofferma sui momenti che hanno preceduto la lavorazione.
Momenti che l’hanno portata a conoscere una nuova realtà. «Un mondo di chi
soffre e vuole uscire da una situazione drammatica», dice. Lei è pronta per emergere
nella cinematografia ma non vuole rinunciare a essere moglie e madre. Infatti
ad accompagnarla ci sono anche i suoi due figli.
Il film che andrà in onda su
Raidue questa primavera racconta della storia di un giovane, Ivan, che
nonostante viva in una famiglia benestante, diventa alcolista. Durante un
ricovero conosce Patrizia, volontaria Arcat e con lei inizia un percorso di
recupero. Questa sera alla Gran Guardia sarà presente il cast al completo. Tra i
nomi quelli di attori eccellenti come Giancarlo Giannini, Maurizio Mattioli,
Alessia Fugardi, Eleonora Vanni, Roberto Vandelli, Debora Caprioglio, Agostina
Belli, Beppe Convertini e Ana Laura Ribas.
Anna Zegarelli
(*) Nota:
come dire che chi ha problemi di alcol (capi di stato, primari ospedalieri,
docenti universitari…) non è intelligente?
ILQUOTIDIANO.IT
“Vino:
servono più informazioni ai consumatori e per la nuova Ocm diciamo no
all’estirpo vigneti” ANCONA
- Convegno Coldiretti Marche al Vinolitec.
“La pubblica amministrazione deve
avviare una campagna informativa sul vino come sulle altre produzioni, poiché
non è possibile lasciare questo compito alla pubblicità”. Lo ha dichiarato il
presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, nel concludere il convegno
sul tema “In vino communitas” organizzato alla Fiera di Ancona nell’ambito del
Vinolitech. “Occorre
distogliere i giovani dal consumo di sostanze alcoliche e indirizzarli verso un
‘bere’ più ragionato e il vino, con le sue proprietà salutistiche, rientra
perfettamente in questo obiettivo (*) – ha spiegato Luzi -. Il tutto
puntando sull’informazione, che vuole anche dire far conoscere ai marchigiani i
prodotti del proprio territorio, cominciando dalla ristorazione”. Ma, a livello
economico, il settore dovrà presto confrontarsi con la nuova Ocm,
l’Organizzazione Comune di Mercato, al centro dell’intervento del responsabile
nazionale del settore vitivinicolo Coldiretti, Paolo Castelletti. “L’attuale proposta prevederebbe
una campagna di estirpo vigneti sulla quale non siamo d’accordo – ha spiegato
-, mentre sull’abbandono del metodo della distillazione, rivelatosi inefficace,
ci troviamo abbastanza in linea”. L’enologo Alberto Mazzoni ha puntato il suo
intervento sulla necessità di promuovere il vino marchigiano partendo dal
territorio e puntando sui mercati, come consigliato anche da Giulio Somma,
esperto di Marketing ed ex direttore dell’Enoteca Italiana. Le
proprietà salutistiche e antiossidanti del Verdicchio sono state invece
descritte dal preside della Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica
delle Marche, professor Natale Giuseppe Frega, autore di una pluripremiata
ricerca in tal senso (**).
Dalla salute all’arte, il professor Antonio Luccarini ha fatto una interessante
panoramica sul vino nei dipinti. Il convegno apertosi con il salute del
presidente dell’Ente Fiera, Dante Merlonghi, è stato moderato dalla giornalista
del Sole24Ore Ilaria Vesentini. (*) Nota:
distogliere i giovani dal consumo delle bevande alcoliche per dirottarli verso
la bevanda alcolica che in Italia fa più danni (venduta da questi signori) mi
pare una strategia di prevenzione alquanto bizzarra. (**)
Nota: forse qualcuno di voi ricorda questa ricerca, davvero straordinaria, che
sosteneva come nel verdicchio c’è una sostanza, l’etilcaffeato, utile a
prevenire l’accumulo di grasso sul fegato. Quella di
bere vino, e quindi alcol, per prevenire problemi al fegato è in assoluto una
delle più grosse che ho sentito in questi anni!
QUOTIDIANO.NET
RUSSIA
Uccidono
4 persone e ne mangiano la carne, condanne per 11 minorenni La banda prendeva di mira a caso i
passanti e li picchiava a morte. Una volta uno di loro ha tagliato alla vittima
una parte del corpo, e tutti ne hanno mangiato, come in una sorta di rito
tribale
Mosca, 3 febbraio 2007 - Sono
stati condannati a pene fra i sei e i dieci anni, il massimo previsto per i
minorenni, undici adolescenti riconosciuti colpevoli da un tribunale di Samara,
nella Russia centrale, di avero ucciso almeno quattro persone, provando anche
su una delle vittime il ’brivido’ del cannibalismo. Un dodicesimo imputato,
maggiorenne, ha ricevuto una condanna a 18 anni di reclusione. La banda
prendeva di mira a caso i passanti: la serie dei delitti era iniziata
nell’aprile dell’anno scorso, quando i ragazzi, ubriachi, avevano fermato due
persone per chiedere sigarette. Non si sa se le vittime avessero rifiutato o
meno, fatto sta che il ’branco’ ha voluto provare un altro genere di ebrezza,
quello del sangue. I due malcapitati sono stati uccisi a calci e pugni. Nel maggio successivo, per una
banale lite, gli adolescenti hanno ucciso un altro passante. Uno di loro ha
tagliato alla vittima una parte del corpo con un coltello, e tutti ne hanno
mangiato, come in una sorta di rito tribale. A una sola settimana di distanza,
un’altra vittima: ma stavolta la polizia e’ arrivata ai colpevoli.
IL
GAZZETTINO (Pordenone) Alla ricerca di energia
Nell’ultimo
decennio il consumo di sostanze illecite ha assunto dimensioni preoccupanti. Le
principali cause di morte in età compresa fra 14 e 24 anni sono di natura
violenta (omicidi, suicidi, incidenti) e un elevato numero di queste evenienze
mortali può essere attribuito al consumo di alcol e di sostanze stupefacenti.
A partire dagli anni ’90, si è imposta una nuova tendenza, in particolare nei
locali e nelle discoteche, sempre più richieste sono le bevande energetiche
spesso mescolate ai superalcolici. Contrariamente a quello che accade nei
soft drink tradizionali, dove la coca-cola e la pepsi assorbono la quasi
totalità del mercato, nel mondo degli energy drink c’è ancora spazio da
vendere. Furono lanciati negli anni ’60, intesi all’inizio come stimolanti per
lavoratori costretti a turni lunghi ed estenuanti. Con il passare degli anni
gli energy drink sono diventati prodotti di largo consumo. Forza e lucidità per
affrontare una notte brava, un periodo di studio intenso, una riunione di
lavoro stressante: sono le promesse dei "bibitoni". Una
sferzata di energia che viene dalla caffeina e dagli zuccheri, a cui si aggiunge
una lista più o meno lunga di vitamine e aminoacidi. Ma gli effetti vengono in
particolare dalle prime due sostanze. Nessuna di queste è tossica, ma non è mai
stato studiato l’effetto a lungo termine sull’organismo umano, se prese in dosi
massicce. Quello che sembra provato è, invece, l’effetto di questa miscela
sulla percezione del proprio stato di sobrietà: la capacità di svolgere normali
mansioni è fortemente compromessa. La caffeina contrasta l’azione depressiva
dell’alcol. Una
ragione per cui il mix è visto con estrema preoccupazione da chi si occupa di
alcolismo: c’è il rischio, infatti, che l’assunzione di energy drink diventi un
alibi per consumare dosi maggiori di alcol. In
Francia quel ministero della Sanità ha stabilito che potrebbe avere effetti
indesiderati sul metabolismo e sulla pressione e ne ha impedito di fatto la
distribuzione. Anche in Danimarca e in Norvegia non ne è stata autorizzata la
vendita. In Italia il ministero della Salute è stato meno severo. Ed è
proprio tra i ragazzi e nelle discoteche che gli energy drink trovano il loro
ambiente più propizio, dato che vengono mescolati a vodka, gin e molto altro
nella creazione di fantasiosi cocktail, in cui alla caffeina è affidato il
compito di lenire gli effetti indesiderati della sbornia, cioè il sonno e la
stanchezza. Il
problema è che questo mix provoca una "dispercezione delle abilità":
non sentendosi completamente ubriachi all’uscita dei locali, c’è il rischio di
mettersi alla guida credendosi in grado di farlo, mentre la velocità dei
riflessi resta quella ridotta, di chi è obnubilato dall’alcol. Qualche
mese fa è entrato in commercio il primo energy drink per cani. Pare che abbia
un vago sapore di gelato ed è consigliato ai quattro zampe "debilitati o
stressati". C’è di buono che almeno loro non lo mescoleranno agli
alcolici.
M. Piera NicolettiPsicoterapeutaPordenone
IL
GAZZETTINO (Pordenone)
L’assessore
comunale Mio convoca gli esercenti: «Mi aspetto che dimostrino sensibilità e
collaborazione» Birra e videogiochi, controlli del
Comune
Quella
della repressione è una strada che non vorremmo intraprendere e, pertanto,
contiamo sulla collaborazione e sulla sensibilità degli operatori, per
proteggere le fasce più deboli sia dall’alcol, sia dall’azzardo che dal rumore,
frutto di inciviltà. Questo, in sintesi, il pensiero espresso coralmente dal
comandante della Polizia municipale, Arrigo Buranel, e dall’assessore comunale
alle Attività commerciali, Chiara Mio. «Per quanto riguarda la somministrazione
di bevande alcoliche ai minori di 16 anni - ha spiegato la Mio - ho già
contattato l’Ascom, trovando per altro grande disponibilità, mentre in
settimana convocherò anche la Confesercenti. È vero che i baristi non
possono chiedere la carta di identità agli avventori (*), ma a nostro
avviso devono mostrare un po’ di attenzione nei confronti della prevenzione del
rischio alcolico tra gli adolescenti». Contribuire, insomma, ad arginare
quello che sta diventando un problema sociale e che vede in vetta alle
classifiche del consumo la birra: scelta dal 64,9\% dei ragazzini. Per quanto
riguarda invece i videogiochi, domani alle 12, in Comune si terrà un incontro
«con tutte la parti interessate per concertare azioni di controllo, a fronte di
segnalazioni - ha detto il comandante Buranel - di un’eccessiva offerta sul
mercato, e del coinvolgimento eccessivo, soprattutto di anziani, che talvolta
buttano così al vento la loro pensione». I
controlli, ha aggiunto la Mio, «saranno effettuati per verificare se i locali
rispettino i parametri stabiliti qualche anno fa con un’ordinanza del sindaco
Sergio Bolzonello». In particolare, tra i parametri, quello principale è quello
che prevede la possibilità di collocare un videogioco ogni 50 metri quadrati di
superficie del bar. Anche per quanto riguarda le misure da adottare contro il
rumore, soprattutto quello creato dagli avventori in uscita dai locali del
centro, che da tempo sembra essere diventato una delle principali cause della
perdita del sonno dei pordenonesi, l’assessore comunale ha chiesto l’aiuto e
l’attenzione dei gestori. Anche in questo caso, ha precisato la Mio, «va detto
che i baristi non sono responsabili di ciò che i loro clienti fanno sulla
pubblica via (**) (sia che se ne stiano andando sia che siano usciti soltanto
per il tempo di fumare una sigaretta), ed è anche vero che chi abita in centro
forse dovrebbe essere un pochino più tollerante nei confronti della vivacità,
ma ci aspettiamo una maggiore sensibilità nei confronti dei decibel e degli
schiamazzi, nel nome di una convivenza pacifica».
A.S.
(*) Nota:
? (**)
Nota: se hanno provocato in loro ubriachezza sono penalmente, oltre che
moralmente, responsabili.
IL
GAZZETTINO (Pordenone)
Ascom,
stop agli alcolici ai meno 16 Coinvolti
i baristi nella campagna di protezione dei minorenni: dito puntato contro le
famiglie
Ascom e Federazione italiana
pubblici esercizi di alcune province italiane si sono già fatte l’esame di
coscienza per quanto riguarda il rischio alcolico che incombe sui giovani e hanno
avviato una campagna imponente di sensibilizzazione tra i bar associati,
affinchè rispettino la legge che vieta la somministrazione di alcolici ai
minori di 16 anni (*) e assumano un ruolo sociale ed educativo. E la Fipe
di Treviso ha appena annunciato di aderire all’iniziativa che promuove la
salute e corretti stili di vita, distribuendo locandine in tutti i bar della
Marca, con i quali si avverte: "Se hai meno di 16 anni non chiedermi
alcolici. Per il resto bevi quello che vuoi". Anche l’Ascom di
Pordenone, di fronte alla denuncia sociale che punta il dito contro i gestori
che danno alcolici e superalcolici ai ragazzini, senza fare distinzioni d’età,
ha annunciato che intraprenderà una simile campagna, che si chiamerà
"Alcol vietato a meno sedici". Ma difende i propri associati e,
attraverso il direttore provinciale, Gian Luigi Ornella, accusa la legge di non
essere chiara ed equa. «Come sempre - ha detto infatti Onella - nel mirino
finiscono soltanto i baristi, mentre nei supermercati i ragazzi possono
acquistare tutti i superalcolici che vogliono e andare poi a bere nel parco
oppure nelle feste private. E le famiglie dove sono, mentre accade tutto ciò?
Inoltre, gli esercenti spesso hanno a che fare con centinaia di clienti e non
possono andare tanto per il sottile, cercando di capire se quel o quell’altro
"marcantonio" alto due metri abbia più o meno di 16 anni. L’aspetto
trae in inganno, si sa. E i baristi non hanno la facoltà di chiedere la
carta di identità agli avventori». Va anche detto, rincara il
presidente della Commissione turismo dell’Ascom, Sergio Lucchetta, «che le
pubblicità televisive incidono notevolmente sulle scelte facendo credere cose
inesatte, promuovendo aperitivi e birre che, contrariamente a quanto si pensa,
hanno un’elevata gradazione alcolica. Ciò non significa che i gestori che
danno da bere ai ragazzini vadano giustificati. Anzi, i baristi poco
professionali rischiano di danneggiare l’immagine anche di coloro che fanno le
cose seriamente. Per questo - hanno sottolineato i due esponenti dell’Ascom
- abbiamo deciso di prenderci le nostre responsabilità e di fare la nostra
parte. E ciò avviando la campagna che prevederà anche corsi di informazione e
formazione per i gestori, oltre alla distribuzione delle locandine a tutti
coloro che aderiscono all’iniziativa da apporre sulle vetrine del locale e,
anche, alla promozione di cocktail analcolici». Anche la
Fipet, Federazione pubblici esercizi della Confesercenti, richiama l’attenzione
delle aziende associate sull’attuale normativa (in particolare sull’articolo
689 del codice penale, che minaccia multe salate, l’arresto e anche la chiusura
del locale) che regola la somministrazione ai minori e ad altri soggetti di
tali bevande. «La nostra Federazione - dice una nota - condivide le motivazioni
di ordine sociale che stanno alla base delle preoccupazioni circa
l’irresponsabile uso, e talora abuso, di prodotti alcolici da parte degli
adolescenti, anche se non può essere colpevolizzata la categoria dei pubblici
esercizi, come spesso avviene, rispetto a un problema che coinvolge
maggiormente la famiglia e la società in genere». Secondo
un recente studio effettuato su 1000 studenti a cura del Tutore dei minori del
Friuli Venezia Giulia, si ricorda, è emerso che due ragazzi su tre si ubriaca
qualche volta l’anno, il 32 per cento una volta al mese e ben l’8 per cento dei
consultati una volta per settimana.
Antonella Santarelli
(*) Nota:
stanno pensando di avviare anche un’altra campagna di sensibilizzazione
affinché i bar associati rispettino le prescrizioni di non uccidere e di non
rubare. Va beh,
meglio questo che continuare a far finta di niente.
AGIonline
RUSSIA: IN SALVO CENTINAIA
PESCATORI ALLA DERIVA SU GHIACCIO
(AGI) -
Vladivostok, 3 feb. - Le unita’ di soccorso, intervenute con gli elicotteri e i
gommoni, hanno portato in salvo oggi 356 pescatori che andavano alla deriva su
un lastrone di ghiaccio al largo del’isola russa di Sakhalin, nel Mare di
Okhotsk. Secondo i funzionari locali del ministero per le emergenze, molti
erano "ubriachi fradici". A quanto si e’ appreso, altri 76 hanno
rifiutato l’aiuto perche’ non hanno voluto abbandonare gli attrezzi del
mestiere. Sakhalin, coperta da una folta vegetazione e ricca di petrolio e di
gas, e’ situata giusto a nord del Giappone. I suoi abitanti, storicamente i
piu’ poveri della federazione russa, fanno affidamento sulla pesca per tirare
avanti. Le autorita’ hanno consigliato alla popolazione di astenersi dal
pescare attraverso i fori praticati sulla superficie ghiacciata del mare per i
rischi rappresentati dalle temperature insolitamente miti. L’avvertimento e’
stato ignorato. Cosi’ in molti, fedeli alla tradizione, hanno mandato giu’
notevoli quantita’ di alcol per combattere il freddo (*), hanno preso
canne, esche, reti e attrezzi per rompere il ghiaccio e sono partiti per la
pesca. (AGI)
(*) Nota:
…aumentando in questo modo il rischio di morire assiderati.
GAZZETTA
DEL SUD
I
frutti della severissima normativa voluta dalla Thatcher La
strategia vincente della Gran Bretagna contro la violenza Oggi
gli stadi inglesi sono luoghi di svago con aree disegnate per accogliere le
famiglie Patrizio Nissirio
LONDRA Prima ci fu la tragedia di Heysel,
con 39 morti durante la finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, il
29 maggio 1985, poi quella di Hillsborough, con 96, entrambe provocate da un
misto di violenza dei tifosi e misure insufficienti di sicurezza e controllo
delle folle. Fu così che l’Inghilterra della signora Margaret Thatcher ritirò
le squadre per anni dalle competizioni internazionali, e decise di mettere in
campo una strategia complessiva contro la violenza legata al calcio, che era
stata in continua crescita dagli anni ’60 in poi. E oggi
gli stadi inglesi sono senza barriere tra campo e calcio, luoghi di svago senza
tensione, con aree disegnate per accogliere famiglie e bambini, barriere che
facilitano il controllo della folla e i suoi movimenti in tutta sicurezza. I
rari episodi violenti si verificano sempre all’esterno e sono degni di nota per
la loro entità quasi sempre quando i facinorosi seguono al propria squadra
all’estero. Ma anche
quest’ultimo fenomeno è in calo, grazie alla capillare sorveglianza contro
questi personaggi, cui viene impedito all’occorrenza di espatriare. Ad esempio,
delle 9.000 persone arrestate per i Mondiali 2006 in Germania, solo 810 erano
inglesi (di questi solo 25 non sono stati rilasciati subito, e i reati erano
sempre legati all’alcol, e non necessariamente al calcio (*)), nonostante
in 350.000 fossero partiti alla volta della Germania. Solo due persone sono
riuscite a sfuggire al divieto di espatriare, ha fatto sapere la polizia. La misura
legislativa che portò alla svolta è il Football Spectators Act del 1989, che
introdusse novità sostanziali nella gestione delle partite e nelle misure
repressive più dure per i violenti. Secondo tutti i commentatori, i due fattori
che hanno fatto la differenza sono gli steward all’interno degli stadi, e
l’obbligo ad avere un posto a sedere, nominale. Gli
steward, in particolare, vengono preparati dai club con l’aiuto della polizia
che – come nel caso di Scotland Yard a Londra – si è dotata di Football
Intelligence Units, dedicate specificamente alla lotta alla violenza legata
allo sport. Lo steward ha il potere di ammonire uno spettatore se viola regole
di comportamento – non si può stare in piedi a lungo, ad esempio – e anche di
scortarlo fuori se esagera. Le società e la Football
Association (la lega inglese) sono state rese responsabili della sicurezza
all’interno degli stadi, dove il numero degli steward dev’essere commisurato a
quello degli spettatori. Ogni grande club è dotato di un «Fio» (Football
intelligence officer), che sorveglia i tifosi in trasferta viaggiando con loro,
e riferisce alla polizia su potenziali rischi degli incontri. Il Fio dev’essere
informato sugli individui potenzialmente pericolosi, e allerta gli agenti in
merito. Un altro
elemento che fa la differenza è il massiccio uso delle telecamere a circuito
chiuso – la Gran Bretagna è, in generale, il Paese al mondo dove se ne
utilizzano di più – che parimenti consentono, fuori e dentro gli stadi,
immediati interventi in caso di turbolenze tra la tifoseria. Il
Football Spectators Act introdusse anche la Football Licensing Authority, che è
la sola responsabile di dare il permesso allo svolgimento delle partite, visto
il rispetto delle molte condizioni poste ai club: dalla regola del «tutti
seduti» (a partire dalla stagione 1994-95), a quella degli steward. Secondo
la polizia londinese, il fatto che il violento sappia che se si comporta male
ha la quasi certezza di essere preso, grazie alla sorveglianza ha portato a un
fortissimo calo degli incidenti che di solito avvengono lontano dagli stadi, e
ore dopo la fine del match. Inoltre, le leggi che hanno inasprito le pene per
reati violenti legati allo sport. Il
risultato è che oggi, nelle partite in Inghilterra del 2004, la media degli
arresti è stata di 1,21 persone a partita (-11% rispetto al 2003). Mentre migliaia di persone in
tutta Inghilterra, oltre a ricevere le sentenze penali legate all’atto violento,
sono state messe al bando – i recidivi per sempre – dall’entrare in uno stadio,
in patria e all’estero (da qui il blocco alla frontiera se i violenti
condannati o segnalati tentano di uscire dalla GB in coincidenza con partite
internazionali).
(*) Nota:
anche gli hooligans che provocarono la strage allo stadio Heysel erano quasi
tutti ubriachi.
IL
GAZZETTINO (Rovigo)
«Misure
repressive non devono spaventare»
C’è tifo
e tifo. Quello assassino di Catania non è neppure avvicinabile a quello gioioso
e acerbo degli ultrà biancazzurri. Ieri dai bar dove si radunano i sostenitori
del Rovigo ai gruppi di supporter che sono una presenza fissa al Gabrielli e
nelle trasferte, si è levato un coro unanime di consenso per lo stop ai
campionati imposto dalla Figc. «Dal mio punto di vista la ritengono una misura
giusta - esordisce Matteo Cavallaro, uno dei ragazzi della "curva"
biancazzurra - Non si può andare allo stadio per morire. Non si può fare un
paragone con Rovigo. Un derby del Sud si gioca con presupposti del tutto
diversi dalle partite della nostra squadra». Intanto, per quanto tifoseria di
ridotte dimensioni rispetto alle metropoli della serie A, i ragazzi
biancazzurri stanno già organizzando le prime iniziative per dissociarsi dai
fatti di Catania. «Noi siamo solo piccoli gruppetti - sottolinea Cavallaro - ma
cercheremo di dare un segnale. Vorremmo mettere uno striscione al Gabrielli. Di
sicuro lo prepareremo per la ripresa dei campionati. Quanto alle misure
repressive che potrebbero venire introdotte come i biglietti nominali, i posti
numerati, l’identificazione e quant’altro credo che non debbano scandalizzare
nessuno. Dobbiamo anche a Rovigo entrare nell’ottica di essere in un campionato
professionistico. Gli incidenti dipendono unicamente dalla filosofia con cui si
va allo stadio. È evidente che se ci si va per picchiarsi, prima o dopo
qualcosa capita». Ora che
seguite la squadra in trasferta su campi che vantano una tradizione da ultrà,
ci sono tifoserie che vi hanno già "puntato"? «Purtroppo sì, e senza
andare tanto distante. Gli spallini sono venuti a Rovigo convinti di essere
fenomeni. Hanno perso, hanno litigato e ora ci aspettano nel ritorno a
Ferrara». Ecco la
prova: campanilismi, idiozia moderna, tutto fa brodo per rinfocolare scontri e
divisioni. Anche a spese di un tifo quasi goliardico e sicuramente immacolato
come quello dei giovani rodigini. Quindi i problemi emergono quando si sale di
categoria? «Eh sì, in Italia c’è poca preparazione per questi eventi. Anche da
parte delle istituzioni. Per la partita con la Reggiana avevano vietato la
vendita di alcol intorno allo stadio. Invece per la Spal no. E si è visto cosa
è successo». Insomma
il tifo estremo è un fenomeno preoccupante anche in un campionato di C2.
Conviene spostarsi dove il cuore biancazzurro "pulsa" al ritmo delle
battute da bar. «Hanno fatto benissimo a fermare i campionati - chiosa Aser
Portesan, titolare del Caffè Nazionale, storica "tana" del tifo
rodigino -. Se li fermassero per qualche mese sarei anche più contento. Certo
che non avere neanche una partita di prima categoria da vedere la domenica un
po’ mi disturba». Ci sarebbe sempre il rugby... (oggi si gioca la Coppa Italia
al Battaglini). «Neanche per sogno. Non ci vado. Con la scusa che il calcio è
fermo fanno pubblicità alla partita con gli altoparlanti sull’auto in corso del
Popolo». Eccolo là, il tifoso. Anche per sport diversi, non scende a
compromessi.
Franco Pavan
IL
GAZZETTINO (Treviso)
Improvvisa aggressione da parte di
un 24enne ai danni di Marcello Lucchese all’interno del "Sorriso" a
Preganziol Consigliere
leghista pestato al bar Giovane
prima lo insulta, poi gli si scaglia contro mandandolo al Pronto soccorso
Prima si
è preso del "leghista di m..." poi è stato aggredito a calci e pugni
che gli hanno procurato contusioni al piede destro e alla schiena. Scene da far
west l’altra sera all’interno del bar "Sorriso" in via Schiavonia a
Preganziol. Protagonista, suo malgrado, il consigliere comunale della Lega Nord
Marcello Lucchese, 63 anni, parrucchiere in pensione e storico esponente del
Carroccio. Erano le 19,30 quando l’uomo, che abita in via Gabbin, è entrato nel
locale dopo aver parcheggiato la propria bici. «Tutto si è svolto
all’improvviso - ha raccontato - appena ho messo piede dentro il bar. Un
ragazzo mi è saltato addosso subito dopo avermi insultato. Sono finito a terra
dopo aver preso tanti calci e pugni. Non ho potuto difendermi perchè sono
ancora convalescente per un’operazione alle gambe. Tutto sembrava finito quando
il giovane si è allontanato, invece, una volta all’esterno ha preso la mia
bici e l’ha scagliata contro la vetrina». L’aggressore - Davide Bianco, 24
anni, impiegato, residente in paese - si è così difeso: «Ammetto di essere
stato ubriaco e di non essermi reso conto di quel che facevo. Devo dire che
ad avere la peggio in realtà sono stato io». Unanime
la condanna dei colleghi in consiglio di Marcello Lucchese. Vecchiato: «E’ un
brutto segnale quando la poltica scende così in basso. Tutta la mia solidarietà
a Lucchese». L’assessore Stefano Mestriner: «Sono sorpreso e amareggiato. Qui
non era mai capitato di registrare aggressioni di natura politica. L’atto è
comunque da condannare».
CORRIERE
ADRIATICO
Il suo
corpo trovato in un ex casello ferroviario Assassinato
un clochard
GROSSETO
- E’ mistero sul movente dell’omicidio del senzacasa polacco Gowin Tomasz
Grzegorz, 30 anni, trovato morto ieri in un ex casello ferroviario nel centro
di Grosseto. Fra le ipotesi, però, non è esclusa quella di una lite, magari
degenerata a causa dell’alcol. L’autopsia, svolta all’istituto di
medicina legale dell’ospedale di Siena, ha confermato che l’uomo è stato ucciso
almeno quattro giorni fa con sei coltelle inferte alla zona lombare. I due
polacchi, anch’essi senza fissa dimora, fermati dai carabinieri e su cui si
sono concentrati i sospetti degli investigatori, per il momento non parlano. Il
corpo di Gowin Tomasz Grzegorz è stato trovato dai carabinieri in seguito a una
segnalazione fatta da un connazionale. I militari hanno cercato di ricostruire
i movimenti all’interno della palazzina ascoltando dei molti senzatetto che la
frequentavano. Nei mesi scorsi, proprio per evitare che l’immobile continuasse
ad essere dimora di sbandati, qualcuno aveva murato il portone d’ingresso, ma pochi
giorni era stato aperto un secondo accesso. E li, ha trovato la morte il
polacco.
IL
GAZZETTINO (Padova)
PRESO
MINORENNE Finti
ubriachi, veri ladri
Da
qualche giorno girano per il centro storico e, fingendo di essere ubriachi,
avvicinano i passanti derubandoli del cellulare o del portafogli. Uno dei due è
stato preso dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Padova. Si
tratta di K.F., un marocchino diciassettenne domiciliato in una comunità di
Selvazzano. Il giovane è stato associato al carcere minorile di Treviso con
l’accusa di furto con destrezza. Sono le 22 di venerdì quando un trentatreenne
padovano sta camminando sotto i portici di via Zabarella. Ad un certo punto
viene avvicinato da due immigrati. Barcollano, sembrano ubriachi. I due gli
vanno addosso, poi si allontanano. Il padovano fa pochi metri, quindi si rende
conto che gli è sparito dalla tasca del giubbotto il portafogli. Così
prende il telefonino, chiama il 112, e dà una precisione descrizione dei due.
Un attimo dopo gli uomini in borghese dell’Arma rintracciano il minorenne in
piazza delle Erbe. In tasca aveva il portafoglio ed era assolutamente
sobrio.
IL GIORNO
(Milano)
Nessun
incidente mortale nel 2006 ma cresce il numero degli ubriachi Bilancio positivo
a Cernusco. Giovani più disciplinati
LA
REPUBBLICA
vodka-whisky,
sfida all’ultima bottiglia - dal nostro corrispondente
IL
TIRRENO
il primo bicchiere anche a 11 anni
LA NUOVA
VENEZIA
mara
venier contro l’alcolismo giovanile
IL RESTO
DEL CARLINO (Rovigo)
In
Gruppo contro l’alcol
CORRIERE
DEL VENETO
Alcol tra i giovani,
Ricciarelli e Venier madrine del film dell’Uls 20
LA
NAZIONE
DOPO
la notte brava delle americane sbronze davanti all’ Universale
LA
TRIBUNA DI TREVISO
consigliere
picchiato da un ubriaco
IL
PICCOLO DI TRIESTE
alcolisti
in trattamento, 150 festeggiano i venti anni di vita del club la primula
LA NUOVA
SARDEGNA
ubriaco
spintona gli agenti, arrestato un giovane sassarese
ALTO
ADIGE
alcol,
una decina di denunce - fabio de villa
LA NUOVA
SARDEGNA
il
vino come richiamo per i turisti - tiziana simula
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