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Rassegna stampa Alcol e guida del 6 febbraio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

EDUCARE AL VINO I GIOVANI PALATI DEL DOMANI…
FERMIAMOLI!!!

Rilanciamo con più forza l’appello di Maria Daniela Pandolfo, anticipato in rassegna stampa ieri.
Evidentemente la Provincia di Brescia ritiene che l’educazione alla Salute ai giovani e giovanissimi si faccia sulla base delle indicazione dei sommelier, o magari dei produttori di vino, e non di quelle, allegramente calpestate da questa iniziativa, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ci lamentiamo che l’Italia è il paese in cui si comincia a bere addirittura già a 11 anni, e poi…

Potete scrivere le vostre osservazioni su questa promozione all’alcol a bambini di 11 anni, sponsorizzata da una pubblica amministrazione, al Presidente della Provincia di Brescia (presidenza@provincia.brescia.it ), all’Assessorato Agricoltura della Provincia di Brescia (mpiccagli@provincia.brescia.it e sergio.grazioli@provincia.brescia.it ), all’Ufficio Relazioni Pubbliche della Provincia di Brescia (urp@provincia.brescia.it ), a Maria Daniela Pandolfo (mannipandolfo@libero.it ), al GIORNALE DI BRESCIA (lettere@giornaledibrescia.it ), BRESCIAOGGI (lettere@bresciaoggi.it) e a noi, per la pubblicazione in questa rassegna (a.sbarbada1@tin.it , robargen@libero.it ).

 
Sono Maria Daniela Pandolfo,
membro di club, servitore insegnante e di professione insegnante.
Ieri è arrivato nella mia scuola l’invito alla partecipazione ad un’iniziativa, promossa dalla Provincia di Brescia - Assessorato Agricoltura Agriturismo ed Alimentazione -, per L’EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA ALIMENTARE  e ... sorpresa, per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado (cioè le ex scuole medie inferiori), quindi ragazzi dagli 11 ai 14 anni viene proposto un laboratorio dal titolo "EDUCARE AL VINO I GIOVANI PALATI DEL DOMANI".
Ho prontamente telefonato per chiedere spiegazioni e mi è stato spiegato trattarsi di un progetto innovativo dove, con l’aiuto di uno psicoterapeuta si guideranno gli alunni ad una scelta di "bere consapevole", visto che, mi è stato spiegato, i ragazzi vengono bombardati da proposte di bere nocivo come tutti i superalcolici che vengono proposti dalle pubblicità.
Il percorso quindi insegnerà che mezzo bicchiere di vino è salutare e sostituisce tutte le altre "porcherie".
Vi invio il volantino, sperando che la mia protesta al progetto non rimanga solitaria.
Ciao Maria Daniela.


 
PROVINCIA DI BRESCIA
Assessorato Agricoltura Agriturismo ed Alimentazione

ALIMENT 2007
MERCOLEDI’ 21 FEBBRAIO 2007

(…)

Per la scuola secondaria di primo grado  

Ore 10,00 - “Educare al vino i giovani palati del domani”

Paola Gula Sommelier e delegata di Club Papillon, Pierluigi Villa Direttore Centro Vitivinicolo Bresciano e Osvaldo Poli Psicologo – Psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Ore 11,30 - “Educare al vino i giovani palati del domani”

Paola Gula Sommelier e delegata di Club Papillon, Pierluigi Villa Direttore Centro Vitivinicolo Bresciano e Osvaldo Poli Psicologo – Psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Per informazioni : tel. 030/3749001 – 3749064 - 3749055


 SALUTEEUROPA.IT

Allerta ’Happy Hour’ tra i giovanissimi: si inizia a bere alcol già a 10-11 anni

Due-tre drink al giorno per gli uomini ed uno, al massimo due per le donne: è questa la quantità massima di alcol che una persona, in buone condizioni fisiche, può assumere senza subire rischi per la salute, in particolare per l’insorgenza di malattie del fegato, come steatosi (o fegato grasso) e steatoepatite che, nel corso degli anni, possono trasformarsi in cirrosi ed epatocarcinoma. Del rapporto fra alcol e fegato si è discusso di recente, a Chianciano Terme, durante un corso organizzato da Sige (Società Italiana di Gastroenterologia) ed Aisf (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato).

“Superare la soglia di venticinque grammi di etanolo al giorno – ha spiegato la professoressa Loguercio - aumenta la probabilità di contrarre un danno epatico indipendentemente dalle bevande che si assumono, siano esse vino, birra o superalcolici. Un rischio che riguarda sempre più i giovani. Con un dato preoccupante: il primo approccio alle bevande alcoliche inizia addirittura a 10-11 anni”.

Studi recenti dimostrano che l’abuso di alcol, sotto ogni forma, crea più problemi dell’epatite da virus Hcv confermandosi, sia al Nord che al Sud Italia, il principale fattore di pericolosità per l’insorgenza di malattie epatiche, che partono dalla steatosi alcolica o ‘fegato grasso’, una condizione molto diffusa in Italia - finora ritenuta benigna - ma che gli esperti considerano oggi come l’anticamera di problemi più seri.

 “É stato accertato – ha continuato Carmela Loguercio - che un consumo maggiore di ottanta grammi al giorno, per dieci anni, aumenta di cinque volte il rischio di cancro del fegato. Non vanno però sottovalutati altri elementi come lo stile globale di vita e le modalità con cui si beve. Bevute, quotidiane e lontane dai pasti, il fumo, la malnutrizione sono, del resto, fattori altrettanto importanti nella valutazione del danno epatico”.

Un ruolo lo hanno anche il sesso e l’età: l’attività dell’alcol-deidrogenasi, infatti, risulta significativamente ridotta nelle donne giovani ed in quelle con più di sessant’anni. Negli uomini, invece, è del cinquanta per cento in meno nella fascia che va dai sessanta agli ottant’anni. “Ma – ha affermato ancora la professoressa Loguercio - occorre tener conto, per determinare l’induzione e la progressione delle patologie alcol correlate, anche di certe variazioni di carattere genetico. Esse riguardano geni che regolano la sintesi degli enzimi deputati alla neutralizzazione dei metabolici tossici ed i cosiddetti mediatori del danno quali, ad esempio, le citochine”.

Cosa fare allora? Smettere di bere resta l’arma principale. Lo dicono i dati: la sopravvivenza a cinque anni delle persone affette da cirrosi è del 90%, ma scende al 70 se il paziente continua ad assumere alcol ed, addirittura, al 30 se quello stesso soggetto è scompensato e continua nell’uso di etanolo puro.

“Ma la vera novità – ha concluso la Loguercio - riguarda i dati che confermano, per la prima volta, l’esistenza di sostanze efficaci nella riduzione della steatosi epatica, come un integratore a base di silibina, fosfolipidi e vitamina E, componenti naturali in grado di ‘depurare’ il fegato grasso e rallentare il danno”.

L’associazione dei tre principi attivi svolge una forte azione antiossidante, neutralizzando, in questo modo, l’eccedenza di radicali liberi che sono l’elemento scatenante e la causa principale dei successivi processi degenerativi e dei danni spesso irreversibili dovuti non solo all’abuso di alcol ma anche alle terapie croniche farmacologiche, ai virus, agli agenti tossici ambientali ed alle diete non bilanciate.


IL MATTINO (Salerno)

Il giornalista del ”Mattino” Luciano Pignataro…

Il giornalista del ”Mattino” Luciano Pignataro, unico nel Sud, è stato insignito del premio dell’Associazione «Le Città del Vino» per l’impegno professionale con il quale ha promosso e fatto conoscere le qualità agroalimentari e le eccellenze enogastronomiche e del turismo (*). La cerimonia di premiazione avverrà il prossimo 8 febbraio in Campidoglio a Roma, presente anche il sindaco di Roma, Walter Veltroni. Durante la mattinata saranno presentati un dossier sui cambienti del mondo del vino e sul loro impatto nelle Città del Vino negli ultimi 20 anni. Sarà inoltre lanciato il nuovo “Manifesto in difesa della vitivinicoltura di qualità”. A ricevere il premio saranno 68 persone tra ricercatori, giornalisti, produttori, politici e personaggi della cultura che, secondo le motivazioni di Città del Vino, in questi anni si sono distinte nel loro lavoro per la promozione “della qualità agroalimentare, delle eccellenze enogastronomiche, del turismo del vino, e nell’informazione, nella formazione e nella conoscenza”.

(*) Nota: come ricorderete, Luciano Pignataro è l’autore di quell’articolo incredibile, pubblicato da “IL MATTINO” due sabati fa, in cui si sosteneva che per pulire le arterie “bastano” 4 bicchieri di vino al giorno. La quantità minima indicata in quell’articolo è già ampiamente sufficiente ad aumentare sensibilmente la possibilità di ammalarsi al fegato, come spiega l’articolo precedente.

Ma quella ricerca era dichiaratamente finanziata da produttori di vino, più precisamente dall’Azienda Vinicola “I feudi di san Gregorio”, e giocava sulla solita questione di dare polifenoli (e non vino) ai topi di laboratorio.

La redazione de IL MATTINO, tempestata di lettere di protesta per aver pubblicato quell’attentato all’informazione e alla salute dei cittadini, invece che riconoscere l’errore, tirare le orecchie al suo giornalista e chiedere scusa ai lettori, oggi vanta il riconoscimento ottenuto dallo stesso Pignataro, da parte di chi fa i soldi con il vino, per il suo impegno nel promuovere questa bevanda.

Alla faccia della salute dei consumatori.


L’ARENA di Verona

Attori, medici ed operatori alla Gran Guardia per la prima del film «I giorni perduti»

Alcolismo, una parata di stelle per mettere in guardia i giovani

Serpelloni: «In Veneto è emergenza» Don Mazzi: «I padri parlino con i figli»

«E’ giusto che gente famosa come noi dia il suo contributo per aiutare i giovani». Così Giancarlo Giannini ha commentato la presentazione del lungometraggio «I giorni perduti», dedicato all’alcolismo, in uno straripante auditorium della Gran Guardia, con gente in piedi. Non solo il celebre attore ha partecipato con un «cameo» nella parte di un medico, girando per una giornata sul set dell’ospedale di San Bonifacio, ma non ha voluto neppure mancare all’anteprima veronese col resto del cast.

Il film, seppure girato e montato a tempo di record e con un budget contenuto, è un’autentica opera cinematografica. Ciò che conta è il messaggio che voleva dare, e l’applauso al termine della proiezione ha confermato che l’obiettivo era centrato. Lo hanno capito anche il ministero della Salute e la Comunità europea che hanno dato il patrocinio, e si spera lo abbia capito anche la Rai, che ha promesso di mettere in onda il film sulla seconda rete in primavera.

Le professionalità messe in campo sono sicura garanzia. La storia è scritta da Gino Capone e diretta dal regista Bruno Gaburro con la preziosa collaborazione di quel maestro della fotografia che è Sergio Rubini. Nel cast Maurizio Mattioli, Agostina Belli coinvolta tanto da «inventarsi» un ruolo che non c’era, Enzo Iacchetti, Katia Ricciarelli ormai felicemente votata al cinema, Deborah Caprioglio, Beppe Convertini, Alessia Fugardi, Eleonora Vanni, Analaura Ribas e Roberto Vandelli.

E poi i protagonisti, Sergio Muniz, vera grande sorpresa del film e la veronese Federica Andreoli, che si è preparata «all’americana» frequentando per qualche tempo un club di alcolisti, già protagonista anche del primo film sociale prodotto da Media Italia e dalle Ulss del Veneto. Non sono mancate «comparsate di lusso», come quella dell’assessore regionale alle Politiche sanitarie Flavio Tosi, del consigliere delle Ferrovie dello Stato Stefano Zaninelli, del «re del tortellino» Giovanni Rana.

La serata è stata una festa, nonostante la gravità del tema. Complici le battute di Iacchetti, la verve di Mara Venier, presentatrice e madrina dell’evento, prossima attrice per il terzo film sociale che sarà sulla depressione. Mattia Capitini ha cantato la sua canzone tema del film, e Andrea Mingardi gli ultimi successi, e hanno danzato le allieve della Vic Ballet Academy.

«Il cinema è un veicolo efficace verso i giovani, più dei convegni», ha commentato il direttore generale dell’Ulss 20 Ermanno Angonese, «ma volevamo anche dare un messaggio di speranza alle famiglie, che non sono sole». Soddisfatti, gli assessori Tosi e Valdegamberi (Politiche sociali) hanno confermato che «il progetto proseguirà, è la strada giusta».

Don Antonio Mazzi ha voluto parlare ai papà: «Usate la cena come momento di convivialità, dove parlare ai vostri figli e dare loro un esempio di rapporto corretto col cibo e con l’alcool».

I dati che ha presentato il direttore dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, Giovanni Serpelloni, sono allarmanti: «Il Veneto è al primo posto in Italia per consumo di alcool, e l’età del primo bicchiere si è abbassata fino ai 12 anni (*). Gli incidenti per guida in stato di ebbrezza sono la prima causa di morte nell’età 15-29 anni. A Verona il 35% degli incidenti stradali legati all’abuso di alcool riguardano giovani tra i 18 e i 30 anni. E l’alcool si accompagna spesso alle droghe».

«Questo film è finalizzato a chi già vive il problema dell’alcolismo e non ne è consapevole», ha detto Serpelloni a proiezione terminata. «E’ importante quindi che il messaggio arrivi da personaggi di forte impatto mediatico. Per questo, come Osservatorio stiamo lavorando su programmi televisivi locali sugli effetti delle droghe e dell’alcool, con testimonial noti e immagini reali girate col 118 dopo incidenti stradali che coinvolgono giovani, fino ai Pronto soccorso e alla riabilitazione».

Daniela Bruna Adami

(*) Nota: a Brescia stanno lavorando nelle scuole per scendere a 11.


 
IL GAZZETTINO

Sergio Muniz e Giovanni Rana nel film "I giorni perduti" per combattere alcol e droga 


Verona
È stata presentato per la prima volta a Verona il film «I giorni perduti», una pellicola, prodotta da Media Italia srl e patrocinata dal ministero della Salute, dalla Regione del Veneto e dalle Ulss e aziende ospedaliere venete, realizzata allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto giovanile, sul problema dell’alcolismo.

La proiezione domenica sera è stata preceduta da un dibattito sul tema della prevenzione dell’alcolismo, cui hanno preso parte gli assessori regionali alle Politiche sanitarie, Flavio Tosi, e alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi, il responsabile dell’Osservatorio regionale sulle tossicodipendenze, Giovanni Serpelloni, il presidente nazionale dell’Aicat (Associazione italiana club alcolisti in trattamento) e don Antonio Mazzi.

«In Veneto il problema dell’uso di alcol da parte dei giovani - ha detto Tosi - è purtroppo rilevante: due semplici dati emersi dall’ultima ricerca dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze sui giovani veneti in età compresa tra 14 e 19 anni rivelano che il 51,5 per cento dei giovani assume regolarmente alcol e circa il 41 per cento di questi soggetti si ubriaca regolarmente almeno una o due volte al mese. Un altro dato allarmante è che il Veneto è la seconda regione, dopo la Lombardia, con la più alta percentuale di incidenti per guida in stato di ebbrezza e rappresenta il 17 per cento degli incidenti in Italia; il 35 per cento dei conducenti veneti responsabili di incidenti legati all’uso di alcol ha un’età fra i 18 e i 30 anni e il 40 per cento dei feriti negli incidenti legati all’uso dell’alcol ha un’età fra i 18 e i 30 anni. Infine, gli incidenti stradali causati dall’alcol sono, in Italia, la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni». «La realizzazione di un film sull’alcolismo e i giovani, con un linguaggio mediatico più efficace e moderno - ha concluso Tosi - è sicuramente un utile strumento, un messaggio di prevenzione per far crescere tra i giovani la sensibilizzazione sul problema e la consapevolezza dei pericoli che possono derivare dall’abuso di alcol».

«Il fenomeno dell’alcolismo e dell’alcoldipendenza - ha rilevato Valdegamberi - è purtroppo particolarmente presente nella nostra Regione: su circa 53 mila persone in trattamento per alcolismo presso i servizi sociali italiani, oltre 11 mila sono in Veneto. Inoltre, il problema alcol nei giovani, diversamente rispetto ai soggetti adulti, è, in circa l’80 per cento dei casi, correlato ad una contestuale assunzione di droghe come la cocaina, le anfetamine, l’ecstasy, la cannabis e altro e, quindi, per loro, bisogna anche tener conto di un possibile contemporaneo uso di sostanze stupefacenti». «Per questo - ha concluso Valdegamberi - è indispensabile una grande azione di prevenzione e di educazione anche attraverso i media: l’alcol infatti rappresenta da sempre la porta di ingresso alle droghe illegali, la sostanza di iniziazione più usata dai giovani per sperimentare lo sballo, la sensazione di ebbrezza per poi arrivare, spesso, alle droghe vere e proprie (*)».

Il film «I giorni perduti», della durata di 50 minuti, è realizzato in pellicola e in Dvd e verrà trasmesso da Rai Due e da tutte le emittenti che vorranno richiederlo; i protagonisti sono gli attori Federica Andreoli e Sergio Muniz, affiancati da Giancarlo Giannini, Katia Ricciarelli, Enzo Iacchetti, Agostina Belli, Beppe Convertini, Giovanni Rana, Debora Caprioglio, Maurizio Mattioli, Alessia Fugardi, Eleonora Vanni, Roberto Vandelli e Ana Laura Ribas.

(*) Nota: l’alcol è una droga a tutti gli effetti.


IL GAZZETTINO (Treviso)
Maltrattamenti in casa Marito condannato

Breda
È stato condannato a sette mesi di reclusione, con il beneficio di sospensione della pena, Giommaria Mulas, 66 anni, di Breda di Piave, imputato di maltrattamenti in famiglia. Si conclude così una storia terribile, che era venuta alla luce all’inizio del dicembre scorso, dopo l’udienza preliminare. L’uomo era accusato di aver maltrattato la moglie di fronte al figlio tetraplegico, che doveva assistere impotente alle ripetute scene di violenza.

Ieri le sofferenze della famiglia Mulas sono approdate in aula, e il processo si è chiuso appunto con la condanna del 66enne. In udienza preliminare il legale di Giommaria Mulas aveva chiesto di procedere con il rito alternativo del patteggiamento, che avrebbe previsto un notevole sconto di pena. Il gip Valeria Castagna aveva rifiutato, disponendo quindi il rinvio a giudizio. Mulas si era ritrovato processo. Il 66enne era accusato di aver maltrattato la moglie con continue violenze fisiche e psicologiche. Fino all’agosto del 2006 l’avrebbe picchiata con schiaffi e pugni al volto, offendendola su presunti tradimenti, minacciandola di morte, afferrandola al collo spesso in stato di ebbrezza. Tutto questo alla presenza dal figlio, paralizzato gambe e braccia, impossibilitato quindi a reagire.

Mulas era già stato due volte diffidato dal rientrare a casa (nell’agosto e nel settembre scorso) dal pubblico ministero Iuri De Biasi. La moglie infatti dopo lunghe sofferenze aveva deciso di sporgere denuncia, raccontando ai carabinieri anche che il marito avrebbe tentato di soffocare il figlio durante uno degli episodi di violenza. Un’accusa che comunque non ha mai trovato conferma e della quale Mulas non era imputato.


 
IL TEMPO

Rischia di perdere un occhio

Civita Castellana Cena finisce in rissa: giovane ferito da una coltellata, arrestato l’aggressore

di MARIO SARDI

CIVITA CASTELLANA — Un ragazzo di 25 anni che perderà probabilmente un occhio, un minorenne lievemente ferito, e un trentaduenne arrestato, è il bilancio di una lite avvenuta nei giorni scorsi in una abitazione del centro storico. Si tratta di un episodio di cui si è avuta notizia solo ieri. G. T., 32 anni, originario di Roma, residente nel centro storico, aveva invitato due suoi amici di Civita Castellana a cena durante la quale, probabilmente a causa dell’alcol ingerito, è nata una furibonda lite. Dalle parole si è passati ai fatti, e ad un certo punto G. T. ha impugnato un coltello ferendo ad un occhio il giovane di venticinque anni che è stato costretto a recarsi presso il pronto soccorso dell’ospedale «Andosilla» per essere curato. Nel frattempo l’uomo ha chiuso il minorenne nel bagno per evitare che uscisse a chiedere aiuto. I sanitari del nosocomio civitonico non hanno creduto alla casualità dell’incidente, ed hanno avvertito i carabinieri della locale stazione, che hanno avviato subito gli accertamenti. Intanto il giovane ferito all’occhio, per la gravità della ferita, è stato trasferito presso l’Istituto Oftalmico di Roma. In seguito alle indagini, e ai vari interrogatori a cui sono stati sottoposti i protagonisti della vicenda, i carabinieri della stazione di Civita Castellana hanno accertato la verità e per G. T. sono scattate le manette, con l’accusa di lesioni e violenza privata e sequestro di persona. Il venticinquenne nel frattempo è stato dimesso dall’ospedale, ma probabilmente perderà l’uso dell’occhio.


L’ADIGE

Automobilista contesta i risultati del test e il giudice ordina una perizia sul macchinario 

«Brillo al volante? No, ubriaco è l’etilometro»

Questa volta ad essere «ubriaco» potrebbe non essere l’automobilista fermato per un controllo, ma l’etilometro utilizzato per valutare il tasso alcolico. Occorre però utilizzare il condizionale finché un tecnico della motorizzazione di Roma incaricato dal gip Marco La Ganga di eseguire una perizia sul macchinario non avrà completato i suoi accertamenti. Il caso è curioso. Lui è un quarantasettenne di Trento. Venne fermato a bordo della sua auto dai carabinieri di Trento la notte del 17 gennaio scorso. Il verbale indica come orario le 1 e 56 minuti, ma quel che interessa sono le due rilevazioni fatte attraverso l’etilometro (la legge prevede due rilievi proprio per garantire una maggior affidabilità del test). Il risultato fu rispettivamente: 1,87 e 2,01. Si tratta di valori molto elevati - il limite infatti è di 0,5 - che portarono all’immediato ritiro della patente e alle severe sanzioni previste per chi supera il valore di 1,5. Nel verbale si indicava inoltre che l’uomo presentava alito vinoso e aspetto barcollante. Uno dei tanti casi di guida in stato di ebbrezza? No visto che il giorno seguente l’avvocato Massimo Amadori, legale del conducente, ha presentato richiesta di sottoporre a revisione l’etilometro. L’uomo infatti sostiene che la misurazione era errata. L’indagato ammette di aver bevuto quella sera, ma di essersi limitato a qualche bicchiere di vino durante una cena al ristorante. Come confermano anche i testimoni che si trovavano con lui, l’uomo era sobrio. Che dire allora dell’alito vinoso e dell’aspetto barcollante? Secondo la difesa si tratta di frasi fatte che vengono sempre inserite in un verbale per guida in stato di ebbrezza. Di qui la richiesta di far controllare l’apparecchio.


L’ADIGE

Alcol e guida, scontri e patenti ritirate

Quando l’invito a non bere alcol prima di mettersi alla guida non viene ascoltato, intervengono le forze dell’ordine a prevenire gli incidenti stradali con servizi mirati con l’alcoltest. Dopo le tre patenti ritirate nella notte fra venerdì e sabato, i carabinieri della compagnia di Trento hanno nuovamente «pizzicato» alcuni autisti brilli. Alle 4 di domenica fra via Barbacovi e via Pilati, a due passi dalla caserma dei carabinieri, è stato fermato dai militari del Radiomobile un ventiquattrenne residente a Trento: il ragazzo era a bordo di una Fiat Stilo che stava procedendo a zig zag. Sottoposto ad alcoltest il giovane superava di tre volte il limite. Stesso «esubero» di alcol per un quarantenne napoletano residente in città. L’uomo alle due della scorsa notte è uscito di strada alla rotatoria di via San Pio X e la sua agitazione, è stato scoperto dopo l’alcoltest, non era da imputare solo allo spavento per l’incidente: l’uomo aveva bevuto troppo ed è stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza. Altra denuncia ed altra patente ritirata nella notte in via Trener, dove è stata fermata una Peugeot con a bordo un uomo di Trento che, sottoposto ad alcoltest, risultava superare di cinque volte il limite previsto dalla legge (*). E sarebbe stato causato proprio dall’alcol l’incidente accaduto alle due di domenica mattina sulla provinciale destra Adige fra Ravina e Martignano. Il giovane che era alla guida della Seat Leon uscita di strada, un venticinquenne di Trento, è stato soccorso dall’ambulanza del 118. Ha riportato la frattura di una vertebra, la prognosi è di 30 giorni. Sono in corso accertamenti da parte del Radiomobile di Trento per verificare se il giovane si fosse messo al volante alterato dall’alcol.

(*) Nota: leggendo questo articolo si trovano tutte persone fermate con tasso alcolico superiore a 1,5, in seguito a incidente o a guida a zig-zag. Il fatto che non ci siano fermati con tasso tra 0,5 e 1,5 dimostra che, almeno per quella notte, l’intervento ha riguardato solo casi estremi.

Meglio di niente, ma non ci si può accontentare.


IL TEMPO

Tunisino mette a soqquadro un bar e poi aggredisce titolare e Carabinieri

GIULIANOVA — In evidente stato di ebbrezza, dopo aver aggredito e percosso il proprietario di un bar a Giulianova ha danneggiato tavoli e suppellettili dell’esercizio commerciale. Poi, all’arrivo dei carabinieri, li ha aggrediti cercando vanamente di fuggire. Protagonista dell’episodio, verificatosi al bar Antigua Cafè è stato un cittadino tunisino in regola con il permesso di soggiorno, Ali, Amata Negjib 41enne, arresto per danneggiamento aggravato e violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ad avvisare i militari erano stati alcuni passanti che avevano visto la scena. Nelle vicinanze c’era una pattuglia del nucleo radiomobile, diretta dal maresciallo Antonio Longo, che dopo pochi minuti era già sul posto, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.I carabinieri aggrediti dall’uomo hanno riportavano lesioni giudicate guaribili in 10 e 20 giorni. Il tunisino è stato quindi rinchiuso nel carcere di Castrogno a disposizione dell’autorità giudiziaria.


 
IL GAZZETTINO (Venezia)

Dorme in auto sulla strada, poi da sveglio sperona un’altra vettura

Santa Maria di Sala
Preso a male parole e addirittura speronato per aver cercato di svegliare per due volte di seguito un automobilista ubriaco che, bel bello, si era fermato con la sua auto, una Renault Clio, sulla sommità di un incrocio tra le vie Stradona e Don Milani a Santa Maria di Sala. É accaduto l’altra mattina, verso le 5, quando un uomo a bordo della sua Fiat Tipo si è trovato sulla carreggiata una Renault Clio con un guidatore che sta dormendo nell’abitacolo. Siccome il mezzo sta intralciando la strada, il titolare della Fiat Tipo si è avvicinato all’auto in sosta svegliando la persona addormentata. A questo punto, dopo esser stato svegliato, il conducente della Clio ha decide di ripartire e così anche quello della Fiat Tipo. Poco dopo, però, quest’ultimo ritornando con il pensiero all’altro automobilista, è ritornato indietro accorgendosi che l’uomo nella Clio si era fermato e aveva ripreso dormire dentro l’auto. A questo punto il conducente della Tipo ha svegliato nuovamente l’uomo. Al risveglio il titolare della Clio ha riempito di ingiurie e di minacce l’altro autista che, preso dallo spavento, è fuggito. Poco dopo l’uomo della Clio ha raggiunto in auto la Fiat Tipo e ha cercato di speronarla. A quel punto l’autista della Fiat ha chiamato i Carabinieri che, poco dopo giunti sul posto, sono riusciti a fermare il conducente della Renault Clio, M.V.. 22 anni, di Santa Maria di Sala, che è risultato ubriaco. A suo carico è scattato così il ritiro della patente e la multa per guida in stato di ebbrezza.


 IL GAZZETTINO (Pordenone)

POLSTRADA

Congelate 31 patenti

Fine settimana "drammatico" per 32 automobilisti pordenonesi. In seguito di controlli notturni la Stradale di Spilimbergo ha appiedato diciassette conducenti: dodici per velocità fuorilegge e cinque per guida in stato d’ebbrezza. I poliziotti hanno anche accertato cause e dinamica di otto incidenti, nei quali sono rimasti feriti in modo lieve quattro automobilisti. I carabinieri del Radiomobile di Pordenone-Sacile hanno ritirato 15 patenti di guida: otto automobilisti sono stati pescati a sfrecciare a velocità fuorilegge, altre sette guidavano con la mente annebbiata dall’alcol.


SESTOPOTERE.COM

MALTRATTA LA MADRE PER 10 EURO - ARRESTATO

(Sesto Potere) - Bitritto (BA) - 6 febbraio 2007 - Maltrattava sua madre per costringerla a dargli "10 euro" che servivano a comprarsi la dose quotidiana di hashish oppure birra, lanciandole contro sedie e suppellettili varie, oltre a minacciarla di morte. Con l’accusa di maltrattamenti ed estorsioni continuate, V. D., 31enne censurato di Bitritto, è stato arrestato l’altra sera dai Carabinieri della locale Stazione.

La madre aveva formalizzato una prima denuncia nei confronti del proprio figlio già la scorsa estate. Da allora è stata costretta a subire violenze fisiche e minacce di ogni tipo. L’altra sera, però, la donna, ormai esausta ed in preda all’esasperazione, dopo aver ricevuto l’ennesima aggressione fisica, ha deciso di denunciare nuovamente il proprio figlio ai carabinieri, i quali lo hanno tratto in arresto dopo averlo rintracciato all’interno di un bar intento a consumare birra.


QUOTIDIANO.NET

AMORE DI PAPA’

Jade Jagger semina il panico sul volo Londra - New York

Secondo la lettera di protesta di un altro passeggero, la figlia del frontman dei Rolling Stones si sarebbe imbarcata sporca, maleodorante, ubriaca e avrebbe disturbato per tutto il volo assieme a 2 amici altrettanto trasandati e molesti. La pr di lei ovviamente smentisce

New York, 5 febbraio 2007 - Se vi capitasse di avere Jade Jagger, figlia di cotanto padre, come compagna di volo, state certi che non vi annoierete, anche se poi, alla fine del viaggio, vorreste forse aver preso un altro aereo. Questo è, infatti, quello che hanno pensato i passeggeri che hanno avuto la sventura di volare con la bella Jade da Londra a New York su un volo della Virgin pochi giorni fa.

Appena sbarcati, uno di loro ha spedito una mail velenosa a Page Six, la bibbia del gossip oltreoceano ma non solo, per raccontare la terrificante traversata: "Jade è stata scortata sull’aereo come ospite di Richard Branson (il padrone della compagnia) e ha fatto subito a tutti una pessima impressione: i suoi capelli sembrava non vedessero un pettine da settimane e, ultimamente, deve aver avuto qualche problema anche con la doccia. Insieme a lei c’erano un amico, nelle medesime condizioni, e una donna grassa. I tre hanno continuato ad ubriacarsi, urlare, cadere per terra nei corridoi e arrampicarsi sui sedili, disturbando gli altri passeggeri, che li guardavano sotto choc. Ad un certo punto, il ragazzo ha preso la bottiglia di vino dal vassoio del pranzo di quello seduto al suo fianco e ha bevuto per ben due volte, quindi si è messo ad urlare alla hostess che il vino "faceva schifo". E’ dovuto perfino intervenire il capitano. Durante le manovre di atterraggio, Jade ha continuato a dare dei calci allo steward da sotto il sedile e non ha permesso che le ritirassero il vassoio perchè aveva i piedi sopra. Morale della storia? Quando una donna trasandata viene scortata su un aereo come "ospite di Mr. Branson", cambiate volo!" , conclude il passeggero.

Page Six ha, ovviamente, sentito anche l’altra campana e la versione della portavoce di Jade Jagger, Sara Forage, è, ovviamente, molto diversa: "Jade ha il terrore di volare - ha spiegato la pr - e beve sempre un drink prima di salire a bordo dell’aereo per calmarsi. Anche in questa occasione ha fatto così ed è stata trattata con grande cura dall’equipaggio del volo Virgin Atlantic. Mentre si divertiva con i suoi compagni di viaggio, non ha minimamente realizzato che le loro chiacchiere e le loro risate potessero infastidire gli altri passeggeri. E ne era assolutamente ignara fino a questo momento. Comunque, nessuno è caduto nei corridoi o si è arrampicato sui sedili e non c’è stata alcuna visita del capitano o "sgridata" da parte del personale di bordo. Quanto a "prendere a calci uno steward" è una cosa talmente lontana dal modo di fare di Jade che non merita nemmeno di essere commentata. Lei vola sempre con la Virgin Atlantic per l’eccellente qualità del servizio e mi auguro che le mie parole mettano fine a queste assurdità".


LA NAZIONE (Firenze)
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Mercoledì, 07 Febbraio 2007
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