EDUCARE AL VINO I GIOVANI PALATI DEL DOMANI… Rilanciamo con più forza l’appello di Maria Daniela
Pandolfo, anticipato in rassegna stampa ieri. Potete scrivere le vostre osservazioni su questa
promozione all’alcol a bambini di 11 anni, sponsorizzata da una pubblica
amministrazione, al Presidente della Provincia di Brescia (presidenza@provincia.brescia.it
), all’Assessorato Agricoltura della Provincia di Brescia (mpiccagli@provincia.brescia.it
e sergio.grazioli@provincia.brescia.it ), all’Ufficio Relazioni Pubbliche della
Provincia di Brescia (urp@provincia.brescia.it ), a Maria Daniela Pandolfo (mannipandolfo@libero.it
), al GIORNALE DI BRESCIA (lettere@giornaledibrescia.it ), BRESCIAOGGI (lettere@bresciaoggi.it) e a noi, per la pubblicazione in questa
rassegna (a.sbarbada1@tin.it , robargen@libero.it ). (…) Per la scuola secondaria di primo grado
Ore 10,00 - “Educare al vino
i giovani palati del domani” Paola Gula Sommelier e delegata di
Club Papillon, Pierluigi Villa Direttore Centro Vitivinicolo Bresciano e
Osvaldo Poli Psicologo – Psicoterapeuta dell’età evolutiva. Ore 11,30 - “Educare al vino
i giovani palati del domani” Paola Gula Sommelier e delegata di
Club Papillon, Pierluigi Villa Direttore Centro Vitivinicolo Bresciano e
Osvaldo Poli Psicologo – Psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per informazioni : tel.
030/3749001 – 3749064 - 3749055 Allerta ’Happy Hour’ tra i giovanissimi: si inizia a bere alcol
già a 10-11 anni Due-tre drink al giorno per gli uomini ed uno, al massimo
due per le donne: è questa la quantità massima di alcol che una persona, in
buone condizioni fisiche, può assumere senza subire rischi per la salute, in
particolare per l’insorgenza di malattie del fegato, come steatosi (o fegato
grasso) e steatoepatite che, nel corso degli anni, possono trasformarsi in
cirrosi ed epatocarcinoma. Del rapporto fra alcol e fegato si è discusso di
recente, a Chianciano Terme, durante un corso organizzato da Sige (Società
Italiana di Gastroenterologia) ed Aisf (Associazione Italiana per lo Studio del
Fegato). “Superare la soglia di venticinque grammi di etanolo al
giorno – ha spiegato la professoressa Loguercio - aumenta la probabilità di
contrarre un danno epatico indipendentemente dalle bevande che si assumono,
siano esse vino, birra o superalcolici. Un rischio che riguarda sempre più i
giovani. Con un dato preoccupante: il primo approccio alle bevande alcoliche
inizia addirittura a 10-11 anni”. Studi recenti dimostrano che l’abuso di alcol, sotto ogni
forma, crea più problemi dell’epatite da virus Hcv confermandosi, sia al Nord
che al Sud Italia, il principale fattore di pericolosità per l’insorgenza di
malattie epatiche,
che partono dalla steatosi alcolica o ‘fegato grasso’, una condizione molto
diffusa in Italia - finora ritenuta benigna - ma che gli esperti considerano
oggi come l’anticamera di problemi più seri. “É stato accertato
– ha continuato Carmela Loguercio - che un consumo maggiore di ottanta grammi
al giorno, per dieci anni, aumenta di cinque volte il rischio di cancro del
fegato. Non vanno però sottovalutati altri elementi come lo stile globale di
vita e le modalità con cui si beve. Bevute, quotidiane e lontane dai pasti, il
fumo, la malnutrizione sono, del resto, fattori altrettanto importanti nella
valutazione del danno epatico”. Un ruolo lo hanno anche il sesso e l’età: l’attività
dell’alcol-deidrogenasi, infatti, risulta significativamente ridotta nelle
donne giovani ed in quelle con più di sessant’anni. Negli uomini, invece, è del
cinquanta per cento in meno nella fascia che va dai sessanta agli ottant’anni. “Ma – ha affermato ancora la
professoressa Loguercio - occorre tener conto, per determinare l’induzione e la
progressione delle patologie alcol correlate, anche di certe variazioni di
carattere genetico. Esse riguardano geni che regolano la sintesi degli enzimi
deputati alla neutralizzazione dei metabolici tossici ed i cosiddetti mediatori
del danno quali, ad esempio, le citochine”. Cosa fare allora? Smettere di bere resta l’arma principale. Lo dicono i dati: la
sopravvivenza a cinque anni delle persone affette da cirrosi è del 90%, ma
scende al 70 se il paziente continua ad assumere alcol ed, addirittura, al 30 se
quello stesso soggetto è scompensato e continua nell’uso di etanolo puro. “Ma la vera novità – ha concluso
la Loguercio - riguarda i dati che confermano, per la prima volta, l’esistenza
di sostanze efficaci nella riduzione della steatosi epatica, come un
integratore a base di silibina, fosfolipidi e vitamina E, componenti naturali
in grado di ‘depurare’ il fegato grasso e rallentare il danno”. L’associazione dei tre principi attivi svolge una forte azione antiossidante, neutralizzando, in questo modo, l’eccedenza di radicali liberi che sono l’elemento scatenante e la causa principale dei successivi processi degenerativi e dei danni spesso irreversibili dovuti non solo all’abuso di alcol ma anche alle terapie croniche farmacologiche, ai virus, agli agenti tossici ambientali ed alle diete non bilanciate. IL MATTINO (Salerno) Il giornalista del ”Mattino” Luciano Pignataro… Il giornalista del ”Mattino”
Luciano Pignataro, unico nel Sud, è stato insignito del premio
dell’Associazione «Le Città del Vino» per l’impegno professionale con il quale
ha promosso e fatto conoscere le qualità agroalimentari e le eccellenze
enogastronomiche e del turismo (*). La cerimonia di premiazione avverrà il
prossimo 8 febbraio in Campidoglio a Roma, presente anche il sindaco di Roma,
Walter Veltroni. Durante la mattinata saranno presentati un dossier sui
cambienti del mondo del vino e sul loro impatto nelle Città del Vino negli
ultimi 20 anni. Sarà inoltre lanciato il nuovo “Manifesto in difesa della
vitivinicoltura di qualità”. A ricevere il premio saranno 68 persone tra
ricercatori, giornalisti, produttori, politici e personaggi della cultura che,
secondo le motivazioni di Città del Vino, in questi anni si sono distinte nel
loro lavoro per la promozione “della qualità agroalimentare, delle eccellenze
enogastronomiche, del turismo del vino, e nell’informazione, nella formazione e
nella conoscenza”. (*) Nota: come ricorderete, Luciano Pignataro è l’autore
di quell’articolo incredibile, pubblicato da “IL MATTINO” due sabati fa, in cui
si sosteneva che per pulire le arterie “bastano” 4 bicchieri di vino al giorno.
La quantità minima indicata in quell’articolo è già ampiamente sufficiente ad
aumentare sensibilmente la possibilità di ammalarsi al fegato, come spiega
l’articolo precedente. Ma quella ricerca era dichiaratamente finanziata da
produttori di vino, più precisamente dall’Azienda Vinicola “I feudi di san
Gregorio”, e giocava sulla solita questione di dare polifenoli (e non vino) ai
topi di laboratorio. La redazione de IL MATTINO, tempestata di lettere di
protesta per aver pubblicato quell’attentato all’informazione e alla salute dei
cittadini, invece che riconoscere l’errore, tirare le orecchie al suo
giornalista e chiedere scusa ai lettori, oggi vanta il riconoscimento ottenuto
dallo stesso Pignataro, da parte di chi fa i soldi con il vino, per il suo
impegno nel promuovere questa bevanda. Alla faccia della salute dei consumatori. L’ARENA di Verona Attori, medici ed operatori alla Gran Guardia per la prima
del film «I giorni perduti» Alcolismo, una parata di stelle per mettere in guardia i
giovani Serpelloni: «In Veneto è emergenza» Don Mazzi: «I padri
parlino con i figli» «E’ giusto che gente famosa come noi dia il suo contributo
per aiutare i giovani». Così Giancarlo Giannini ha commentato la presentazione
del lungometraggio «I giorni perduti», dedicato all’alcolismo, in uno
straripante auditorium della Gran Guardia, con gente in piedi. Non solo il
celebre attore ha partecipato con un «cameo» nella parte di un medico, girando
per una giornata sul set dell’ospedale di San Bonifacio, ma non ha voluto
neppure mancare all’anteprima veronese col resto del cast. Il film, seppure girato e montato
a tempo di record e con un budget contenuto, è un’autentica opera
cinematografica. Ciò che conta è il messaggio che voleva dare, e l’applauso al
termine della proiezione ha confermato che l’obiettivo era centrato. Lo hanno
capito anche il ministero della Salute e la Comunità europea che hanno dato il
patrocinio, e si spera lo abbia capito anche la Rai, che ha promesso di mettere
in onda il film sulla seconda rete in primavera. Le professionalità messe in campo
sono sicura garanzia. La storia è scritta da Gino Capone e diretta dal regista
Bruno Gaburro con la preziosa collaborazione di quel maestro della fotografia
che è Sergio Rubini. Nel cast Maurizio Mattioli, Agostina Belli coinvolta tanto
da «inventarsi» un ruolo che non c’era, Enzo Iacchetti, Katia Ricciarelli ormai
felicemente votata al cinema, Deborah Caprioglio, Beppe Convertini, Alessia
Fugardi, Eleonora Vanni, Analaura Ribas e Roberto Vandelli. E poi i protagonisti, Sergio Muniz, vera grande sorpresa
del film e la veronese Federica Andreoli, che si è preparata «all’americana»
frequentando per qualche tempo un club di alcolisti, già protagonista anche
del primo film sociale prodotto da Media Italia e dalle Ulss del Veneto. Non
sono mancate «comparsate di lusso», come quella dell’assessore regionale alle
Politiche sanitarie Flavio Tosi, del consigliere delle Ferrovie dello Stato
Stefano Zaninelli, del «re del tortellino» Giovanni Rana. La serata è stata una festa, nonostante la gravità del
tema. Complici le battute di Iacchetti, la verve di Mara Venier, presentatrice
e madrina dell’evento, prossima attrice per il terzo film sociale che sarà
sulla depressione. Mattia Capitini ha cantato la sua canzone tema del film, e
Andrea Mingardi gli ultimi successi, e hanno danzato le allieve della Vic
Ballet Academy. «Il cinema è un veicolo efficace verso i giovani, più dei
convegni», ha commentato il direttore generale dell’Ulss 20 Ermanno Angonese,
«ma volevamo anche dare un messaggio di speranza alle famiglie, che non sono
sole». Soddisfatti, gli assessori Tosi e Valdegamberi (Politiche sociali) hanno
confermato che «il progetto proseguirà, è la strada giusta». Don Antonio Mazzi ha voluto parlare ai papà: «Usate la
cena come momento di convivialità, dove parlare ai vostri figli e dare loro un
esempio di rapporto corretto col cibo e con l’alcool». I dati che ha presentato il direttore dell’Osservatorio
regionale sulle dipendenze, Giovanni Serpelloni, sono allarmanti: «Il Veneto
è al primo posto in Italia per consumo di alcool, e l’età del primo bicchiere
si è abbassata fino ai 12 anni (*). Gli incidenti per guida in stato di
ebbrezza sono la prima causa di morte nell’età 15-29 anni. A Verona il 35%
degli incidenti stradali legati all’abuso di alcool riguardano giovani tra i 18
e i 30 anni. E l’alcool si accompagna spesso alle droghe». «Questo film è finalizzato a chi già vive il problema
dell’alcolismo e non ne è consapevole», ha detto Serpelloni a proiezione
terminata. «E’ importante quindi che il messaggio arrivi da personaggi di forte
impatto mediatico. Per questo, come Osservatorio stiamo lavorando su
programmi televisivi locali sugli effetti delle droghe e dell’alcool, con
testimonial noti e immagini reali girate col 118 dopo incidenti stradali che
coinvolgono giovani, fino ai Pronto soccorso e alla riabilitazione». Daniela Bruna Adami
(*) Nota: a Brescia stanno lavorando nelle scuole per scendere a 11.
La proiezione domenica sera è stata preceduta da un
dibattito sul tema della prevenzione dell’alcolismo, cui hanno preso parte gli
assessori regionali alle Politiche sanitarie, Flavio Tosi, e alle Politiche
sociali, Stefano Valdegamberi, il responsabile dell’Osservatorio regionale
sulle tossicodipendenze, Giovanni Serpelloni, il presidente nazionale
dell’Aicat (Associazione italiana club alcolisti in trattamento) e don
Antonio Mazzi. «In Veneto il problema dell’uso di alcol da parte dei
giovani - ha detto Tosi - è purtroppo rilevante: due semplici dati emersi
dall’ultima ricerca dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze sui giovani
veneti in età compresa tra 14 e 19 anni rivelano che il 51,5 per cento dei
giovani assume regolarmente alcol e circa il 41 per cento di questi soggetti si
ubriaca regolarmente almeno una o due volte al mese. Un altro dato allarmante è
che il Veneto è la seconda regione, dopo la Lombardia, con la più alta
percentuale di incidenti per guida in stato di ebbrezza e rappresenta il 17 per
cento degli incidenti in Italia; il 35 per cento dei conducenti veneti
responsabili di incidenti legati all’uso di alcol ha un’età fra i 18 e i 30
anni e il 40 per cento dei feriti negli incidenti legati all’uso dell’alcol ha
un’età fra i 18 e i 30 anni. Infine, gli incidenti stradali causati dall’alcol
sono, in Italia, la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni». «La
realizzazione di un film sull’alcolismo e i giovani, con un linguaggio
mediatico più efficace e moderno - ha concluso Tosi - è sicuramente un utile
strumento, un messaggio di prevenzione per far crescere tra i giovani la
sensibilizzazione sul problema e la consapevolezza dei pericoli che possono
derivare dall’abuso di alcol». «Il fenomeno dell’alcolismo e dell’alcoldipendenza - ha
rilevato Valdegamberi - è purtroppo particolarmente presente nella nostra
Regione: su circa 53 mila persone in trattamento per alcolismo presso i servizi
sociali italiani, oltre 11 mila sono in Veneto. Inoltre, il problema alcol
nei giovani, diversamente rispetto ai soggetti adulti, è, in circa l’80 per
cento dei casi, correlato ad una contestuale assunzione di droghe come la
cocaina, le anfetamine, l’ecstasy, la cannabis e altro e, quindi, per loro, bisogna
anche tener conto di un possibile contemporaneo uso di sostanze stupefacenti».
«Per questo - ha concluso Valdegamberi - è indispensabile una grande azione
di prevenzione e di educazione anche attraverso i media: l’alcol infatti
rappresenta da sempre la porta di ingresso alle droghe illegali, la sostanza di
iniziazione più usata dai giovani per sperimentare lo sballo, la sensazione di
ebbrezza per poi arrivare, spesso, alle droghe vere e proprie (*)». Il film «I giorni perduti», della durata di 50 minuti, è
realizzato in pellicola e in Dvd e verrà trasmesso da Rai Due e da tutte le
emittenti che vorranno richiederlo; i protagonisti sono gli attori Federica
Andreoli e Sergio Muniz, affiancati da Giancarlo Giannini, Katia Ricciarelli,
Enzo Iacchetti, Agostina Belli, Beppe Convertini, Giovanni Rana, Debora
Caprioglio, Maurizio Mattioli, Alessia Fugardi, Eleonora Vanni, Roberto
Vandelli e Ana Laura Ribas. (*) Nota: l’alcol è una droga a tutti gli effetti. IL GAZZETTINO (Treviso) Breda Ieri le sofferenze della famiglia Mulas sono approdate in
aula, e il processo si è chiuso appunto con la condanna del 66enne. In udienza
preliminare il legale di Giommaria Mulas aveva chiesto di procedere con il rito
alternativo del patteggiamento, che avrebbe previsto un notevole sconto di
pena. Il gip Valeria Castagna aveva rifiutato, disponendo quindi il rinvio a
giudizio. Mulas si era ritrovato processo. Il 66enne era accusato di aver
maltrattato la moglie con continue violenze fisiche e psicologiche. Fino
all’agosto del 2006 l’avrebbe picchiata con schiaffi e pugni al volto,
offendendola su presunti tradimenti, minacciandola di morte, afferrandola al
collo spesso in stato di ebbrezza. Tutto questo alla presenza dal figlio,
paralizzato gambe e braccia, impossibilitato quindi a reagire. Mulas era già stato due volte diffidato dal rientrare a casa (nell’agosto e nel settembre scorso) dal pubblico ministero Iuri De Biasi. La moglie infatti dopo lunghe sofferenze aveva deciso di sporgere denuncia, raccontando ai carabinieri anche che il marito avrebbe tentato di soffocare il figlio durante uno degli episodi di violenza. Un’accusa che comunque non ha mai trovato conferma e della quale Mulas non era imputato. di MARIO SARDI CIVITA CASTELLANA — Un ragazzo di 25 anni che perderà probabilmente un occhio, un minorenne lievemente ferito, e un trentaduenne arrestato, è il bilancio di una lite avvenuta nei giorni scorsi in una abitazione del centro storico. Si tratta di un episodio di cui si è avuta notizia solo ieri. G. T., 32 anni, originario di Roma, residente nel centro storico, aveva invitato due suoi amici di Civita Castellana a cena durante la quale, probabilmente a causa dell’alcol ingerito, è nata una furibonda lite. Dalle parole si è passati ai fatti, e ad un certo punto G. T. ha impugnato un coltello ferendo ad un occhio il giovane di venticinque anni che è stato costretto a recarsi presso il pronto soccorso dell’ospedale «Andosilla» per essere curato. Nel frattempo l’uomo ha chiuso il minorenne nel bagno per evitare che uscisse a chiedere aiuto. I sanitari del nosocomio civitonico non hanno creduto alla casualità dell’incidente, ed hanno avvertito i carabinieri della locale stazione, che hanno avviato subito gli accertamenti. Intanto il giovane ferito all’occhio, per la gravità della ferita, è stato trasferito presso l’Istituto Oftalmico di Roma. In seguito alle indagini, e ai vari interrogatori a cui sono stati sottoposti i protagonisti della vicenda, i carabinieri della stazione di Civita Castellana hanno accertato la verità e per G. T. sono scattate le manette, con l’accusa di lesioni e violenza privata e sequestro di persona. Il venticinquenne nel frattempo è stato dimesso dall’ospedale, ma probabilmente perderà l’uso dell’occhio. L’ADIGE Automobilista contesta i risultati del test e il giudice
ordina una perizia sul macchinario «Brillo al volante? No, ubriaco è l’etilometro» Questa volta ad essere «ubriaco» potrebbe non essere l’automobilista fermato per un controllo, ma l’etilometro utilizzato per valutare il tasso alcolico. Occorre però utilizzare il condizionale finché un tecnico della motorizzazione di Roma incaricato dal gip Marco La Ganga di eseguire una perizia sul macchinario non avrà completato i suoi accertamenti. Il caso è curioso. Lui è un quarantasettenne di Trento. Venne fermato a bordo della sua auto dai carabinieri di Trento la notte del 17 gennaio scorso. Il verbale indica come orario le 1 e 56 minuti, ma quel che interessa sono le due rilevazioni fatte attraverso l’etilometro (la legge prevede due rilievi proprio per garantire una maggior affidabilità del test). Il risultato fu rispettivamente: 1,87 e 2,01. Si tratta di valori molto elevati - il limite infatti è di 0,5 - che portarono all’immediato ritiro della patente e alle severe sanzioni previste per chi supera il valore di 1,5. Nel verbale si indicava inoltre che l’uomo presentava alito vinoso e aspetto barcollante. Uno dei tanti casi di guida in stato di ebbrezza? No visto che il giorno seguente l’avvocato Massimo Amadori, legale del conducente, ha presentato richiesta di sottoporre a revisione l’etilometro. L’uomo infatti sostiene che la misurazione era errata. L’indagato ammette di aver bevuto quella sera, ma di essersi limitato a qualche bicchiere di vino durante una cena al ristorante. Come confermano anche i testimoni che si trovavano con lui, l’uomo era sobrio. Che dire allora dell’alito vinoso e dell’aspetto barcollante? Secondo la difesa si tratta di frasi fatte che vengono sempre inserite in un verbale per guida in stato di ebbrezza. Di qui la richiesta di far controllare l’apparecchio. L’ADIGE Alcol e guida, scontri e patenti ritirate Quando l’invito a non bere alcol prima di mettersi alla
guida non viene ascoltato, intervengono le forze dell’ordine a prevenire gli
incidenti stradali con servizi mirati con l’alcoltest. Dopo le tre patenti
ritirate nella notte fra venerdì e sabato, i carabinieri della compagnia di
Trento hanno nuovamente «pizzicato» alcuni autisti brilli. Alle 4 di
domenica fra via Barbacovi e via Pilati, a due passi dalla caserma dei
carabinieri, è stato fermato dai militari del Radiomobile un ventiquattrenne
residente a Trento: il ragazzo era a bordo di una Fiat Stilo che stava
procedendo a zig zag. Sottoposto ad alcoltest il giovane superava di tre volte
il limite. Stesso «esubero» di alcol per un quarantenne napoletano residente in
città. L’uomo alle due della scorsa notte è uscito di strada alla rotatoria di
via San Pio X e la sua agitazione, è stato scoperto dopo l’alcoltest, non era
da imputare solo allo spavento per l’incidente: l’uomo aveva bevuto troppo ed è
stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza. Altra denuncia ed altra patente
ritirata nella notte in via Trener, dove è stata fermata una Peugeot con a
bordo un uomo di Trento che, sottoposto ad alcoltest, risultava superare di
cinque volte il limite previsto dalla legge (*). E sarebbe stato causato
proprio dall’alcol l’incidente accaduto alle due di domenica mattina sulla
provinciale destra Adige fra Ravina e Martignano. Il giovane che era alla guida
della Seat Leon uscita di strada, un venticinquenne di Trento, è stato soccorso
dall’ambulanza del 118. Ha riportato la frattura di una vertebra, la prognosi è
di 30 giorni. Sono in corso accertamenti da parte del Radiomobile di Trento per
verificare se il giovane si fosse messo al volante alterato dall’alcol. (*) Nota: leggendo questo articolo si trovano tutte
persone fermate con tasso alcolico superiore a 1,5, in seguito a incidente o a
guida a zig-zag. Il fatto che non ci siano fermati con tasso tra 0,5 e 1,5
dimostra che, almeno per quella notte, l’intervento ha riguardato solo casi
estremi. Meglio di niente, ma non ci si può accontentare. IL TEMPO Tunisino mette a soqquadro un bar
e poi aggredisce titolare e Carabinieri GIULIANOVA — In evidente stato di ebbrezza, dopo aver aggredito e percosso il proprietario di un bar a Giulianova ha danneggiato tavoli e suppellettili dell’esercizio commerciale. Poi, all’arrivo dei carabinieri, li ha aggrediti cercando vanamente di fuggire. Protagonista dell’episodio, verificatosi al bar Antigua Cafè è stato un cittadino tunisino in regola con il permesso di soggiorno, Ali, Amata Negjib 41enne, arresto per danneggiamento aggravato e violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ad avvisare i militari erano stati alcuni passanti che avevano visto la scena. Nelle vicinanze c’era una pattuglia del nucleo radiomobile, diretta dal maresciallo Antonio Longo, che dopo pochi minuti era già sul posto, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.I carabinieri aggrediti dall’uomo hanno riportavano lesioni giudicate guaribili in 10 e 20 giorni. Il tunisino è stato quindi rinchiuso nel carcere di Castrogno a disposizione dell’autorità giudiziaria. Santa Maria di Sala POLSTRADA Congelate 31 patenti Fine settimana "drammatico" per 32 automobilisti pordenonesi. In seguito di controlli notturni la Stradale di Spilimbergo ha appiedato diciassette conducenti: dodici per velocità fuorilegge e cinque per guida in stato d’ebbrezza. I poliziotti hanno anche accertato cause e dinamica di otto incidenti, nei quali sono rimasti feriti in modo lieve quattro automobilisti. I carabinieri del Radiomobile di Pordenone-Sacile hanno ritirato 15 patenti di guida: otto automobilisti sono stati pescati a sfrecciare a velocità fuorilegge, altre sette guidavano con la mente annebbiata dall’alcol. SESTOPOTERE.COM MALTRATTA
LA MADRE PER 10 EURO - ARRESTATO
(Sesto Potere) - Bitritto (BA) - 6 febbraio 2007 - Maltrattava
sua madre per costringerla a dargli "10 euro" che servivano a comprarsi
la dose quotidiana di hashish oppure birra, lanciandole contro sedie e
suppellettili varie, oltre a minacciarla di morte. Con l’accusa di
maltrattamenti ed estorsioni continuate, V. D., 31enne censurato di Bitritto, è
stato arrestato l’altra sera dai Carabinieri della locale Stazione. La madre aveva formalizzato una prima denuncia nei confronti del proprio figlio già la scorsa estate. Da allora è stata costretta a subire violenze fisiche e minacce di ogni tipo. L’altra sera, però, la donna, ormai esausta ed in preda all’esasperazione, dopo aver ricevuto l’ennesima aggressione fisica, ha deciso di denunciare nuovamente il proprio figlio ai carabinieri, i quali lo hanno tratto in arresto dopo averlo rintracciato all’interno di un bar intento a consumare birra. QUOTIDIANO.NET AMORE DI PAPA’ Jade Jagger semina il panico sul volo Londra - New York Secondo la lettera di protesta di un altro passeggero, la
figlia del frontman dei Rolling Stones si sarebbe imbarcata sporca,
maleodorante, ubriaca e avrebbe disturbato per tutto il volo assieme a 2 amici
altrettanto trasandati e molesti. La pr di lei ovviamente smentisce New York, 5 febbraio 2007 - Se vi
capitasse di avere Jade Jagger, figlia di cotanto padre, come compagna di volo,
state certi che non vi annoierete, anche se poi, alla fine del viaggio,
vorreste forse aver preso un altro aereo. Questo è, infatti, quello che hanno
pensato i passeggeri che hanno avuto la sventura di volare con la bella Jade da
Londra a New York su un volo della Virgin pochi giorni fa. Appena sbarcati, uno di loro ha spedito una mail velenosa
a Page Six, la bibbia del gossip oltreoceano ma non solo, per raccontare la
terrificante traversata: "Jade è stata scortata sull’aereo come ospite di
Richard Branson (il padrone della compagnia) e ha fatto subito a tutti una
pessima impressione: i suoi capelli sembrava non vedessero un pettine da
settimane e, ultimamente, deve aver avuto qualche problema anche con la doccia.
Insieme a lei c’erano un amico, nelle medesime condizioni, e una donna grassa. I
tre hanno continuato ad ubriacarsi, urlare, cadere per terra nei corridoi e
arrampicarsi sui sedili, disturbando gli altri passeggeri, che li guardavano
sotto choc. Ad un certo punto, il ragazzo ha preso la bottiglia di vino dal
vassoio del pranzo di quello seduto al suo fianco e ha bevuto per ben due
volte, quindi si è messo ad urlare alla hostess che il vino "faceva
schifo". E’ dovuto perfino intervenire il capitano. Durante le manovre
di atterraggio, Jade ha continuato a dare dei calci allo steward da sotto il
sedile e non ha permesso che le ritirassero il vassoio perchè aveva i piedi
sopra. Morale della storia? Quando una donna trasandata viene scortata su un
aereo come "ospite di Mr. Branson", cambiate volo!" , conclude
il passeggero. Page Six ha, ovviamente, sentito anche l’altra campana e la versione della portavoce di Jade Jagger, Sara Forage, è, ovviamente, molto diversa: "Jade ha il terrore di volare - ha spiegato la pr - e beve sempre un drink prima di salire a bordo dell’aereo per calmarsi. Anche in questa occasione ha fatto così ed è stata trattata con grande cura dall’equipaggio del volo Virgin Atlantic. Mentre si divertiva con i suoi compagni di viaggio, non ha minimamente realizzato che le loro chiacchiere e le loro risate potessero infastidire gli altri passeggeri. E ne era assolutamente ignara fino a questo momento. Comunque, nessuno è caduto nei corridoi o si è arrampicato sui sedili e non c’è stata alcuna visita del capitano o "sgridata" da parte del personale di bordo. Quanto a "prendere a calci uno steward" è una cosa talmente lontana dal modo di fare di Jade che non merita nemmeno di essere commentata. Lei vola sempre con la Virgin Atlantic per l’eccellente qualità del servizio e mi auguro che le mie parole mettano fine a queste assurdità". LA NAZIONE (Firenze)
Sequestrate 13 mila bottiglie di vino
IL GIORNO (Milano) IL MESSAGGERO (Rieti) L’UNIONE SARDA
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