Il Direttore del Servizio Polizia Stradale, Dr. Antonio Giannella |
Direttore sono trascorsi ormai 6 mesi dal momento che ha assunto la direzione della Polizia Stradale, per lei per altro un ritorno, quali sono le sue impressioni sullo stato della Specialità del 2005? Ci può fotografare in una sorta di panoramica della Stradale lo stato dell’organico, quello dei mezzi e delle apparecchiature speciali, indicandoci i problemi più pressanti?
"La Polizia Stradale conta oggi quasi 12.500 uomini e donne, in servizio in più di 400 uffici a livello regionale, provinciale e locale, in funzione di presidio della legalità soprattutto sulle grandi arterie stradali del nostro Paese. L’impegno dell’Amministrazione è continuo per mantenere e migliorare la sua organizzazione sul territorio, con idonei investimenti in mezzi (auto, ma soprattutto moto), tecnologie e strutture, insieme al partenariato con le Società autostradali per la parte relativa alla rete autostradale, stanno assicurando alla Specialità un continuo adeguamento delle risorse, nonostante l’attuale contingenza economica. Si riesce così a soddisfare le esigenze di sicurezza e di comfort del personale su strada, ad acquisire le innovazioni tecnologiche che accelerano l’attività di polizia stradale e così poter impegnare la pattuglia su altri obiettivi operativi, a progettare revisioni dei processi di lavoro mediante l’informatizzazione del lavoro burocratico, l’affidamento in outsourcing delle fasi di lavoro non spiccatamente di polizia, la sostituzione del personale di polizia impegnato in compiti non specialistici attraverso l’introduzione di sistemi di controllo a distanza dei distaccamenti - quest’anno esteso ad ulteriori 100 uffici, dopo i 32 del 2004.
Nel 2005 si potrà vedere un incremento delle pattuglie su strada dopo il passaggio della maggior parte delle scorte ai privati e la chiusura notturna di alcuni distaccamenti?
"Lo sforzo organizzativo della Specialità, come peraltro di altre componenti della Polizia di Stato, è teso non solo a rivedere le priorità istituzionali, adeguando risorse e investimenti a tali obiettivi strategici, ma a individuare forme di partenariato o spazi di rilascio di compiti per liberare risorse specialistiche, per la cui preparazione e il conseguente mantenimento degli standard professionali l’Amministrazione impegna molta parte dei fondi a disposizione, al fine di puntare sempre alla presenza sul territorio di personale e mezzi. Le ultime iniziative in ordine di tempo hanno interessato, come detto, i Distaccamenti della Polizia Stradale: nel corso di quest’anno si attende un incremento di pattuglie di almeno 20.000 unità, generato dal recupero su strada di due operatori ogni giorno che interesserà a breve tutti gli 82 uffici sinora attrezzati con i sistemi di videosorveglianza, numero che nel 2006, con gli interventi sugli ulteriori 50 reparti, per i quali sono già stati stanziati i finanziamenti, raggiungerà le 48.000 unità. In materia di servizi di scorta a veicoli eccezionali e trasporti in condizione di eccezionalità, la recentissima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle modifiche del Disciplinare delle scorte tecniche, previsto dall’art.16 del regolamento di esecuzione del codice della strada, chiude la serie di interventi normativi per estendere l’attività di scorta da parte di soggetti privati abilitati alla quasi totalità dei trasporti eccezionali in circolazione el nostro Paese. Le stime elaborate fanno ritenere prossimo al numero di 15-20.000 il recupero di pattuglie ai servizi di vigilanza stradale entro il 2005."
Quali sono secondo il Direttore del Servizio le priorità da affrontare con sollecitudine per una migliore operatività della Polizia Stradale?
"La priorità che va sempre tenuta all’attenzione costante è quella relativa alla formazione professionale, che qualifica l’attività di polizia svolta dalla Polizia Stradale, distinguendola dai compiti generali in capo a tutte le Forze di polizia, e che può garantire l’adeguamento necessario all’evolvere delle esigenze della sicurezza stradale, sempre più connotate sia sul fronte preventivo che su quello del contenimento dell’illegalità dall’impiego delle tecnologie. Un esempio per tutti: l’introduzione del cronotachigrafo digitale dal prossimo mese di agosto, strumento auspicato e plaudito in sede europea per una migliore e più sicura attività di controllo dell’attività professionale dell’autotrasportatore - in funzione della sua tutela - che impone a tutti i protagonisti del settore un rapido adeguamento tecnologico per le verifiche su strada e presso le imprese, per l’interscambio delle informazioni tra Stati ai fini dell’applicazione di sanzioni restrittive dell’attività imprenditoriale, laddove svolta con metodi illeciti. Sfida questa alla quale la Polizia Stradale ha già cominciato a prepararsi, prima tra tutti gli organi di polizia stradale.!
Quali sono i versanti operativi che lei intende privilegiare per l’attività della Polstrada?
"Continuerà la progressiva pressione della Polizia Stradale sui conducenti per il controllo delle condizioni di guida, accompagnata, come da diversi anni, da campagne di sensibilizzazione sui temi dell’alcol, delle sostanze stupefacenti, e più in generale dei farmaci con effetti diretti sulle capacità cognitive e reattive delle persone, temi forse poco noti e ancora poco percepiti nella loro gravità. Gli strumenti normativi in ausilio della polizia sono adeguati, mancano ancora alcuni momenti di coordinamento sul territorio che contemperino le esigenze di polizia con l’organizzazione delle strutture sanitarie, ma l’orizzonte è già stato segnato e la sensibilità in queste materie sta crescendo."
8 milioni e 600 mila controlli antialcol in Francia, 2 milioni e 600 mila in Spagna, mentre in Italia se ne conteggiano poco più di 200.000 l’anno, pensa che questa cifra si possa incrementare e se sì con quali iniziative?
"Il numero dei controlli sui conducenti non può raggiungere velocemente i livelli di altri Paese europei dove da anni la legislazione ha permesso alla polizia il controllo sistematico dei guidatori, anche in assenza di sintomatologie che evidenzino una qualche compromissione dello stato mentale, soprattutto dovuto all’alcool. Il confronto andrebbe svolto con riferimento alle violazioni contestate per la guida in stato di ebbrezza o per l’uso di stupefacenti per verificare l’espansione del fenomeno. Va considerato che nel nostro Paese nel 2004 la Polizia Stradale ha denunciato per la violazione degli artt. 186 e 187 c.d.s. 26.522 conducenti con un incremento del 13,5% rispetto al 2003, incremento dovuto sicuramente alla maggiore possibilità di controlli oggi consentiti dalla legge, ma anche, in tema di alcool, dall’abbassamento del tasso alcolemico da 0,8 gr/l a 0,5 gr/l. Comunque per alcool e droga la Polizia Stradale ha provveduto a sfruttare l’evoluzione giuridica dotandosi di un elevato numero di strumenti precursori, programmando servizi speciali di contrasto delle cosiddette “stragi del sabato sera”, adottando l’orientamento di sottoporre a controllo delle condizioni psicofisiche tutti i conducenti coinvolti in incidenti stradali."
Il mondo dell’autotrasporto chiede controlli ancora più severi con verifiche dei tempi di guida e riposo e un maggior contrasto all’abusivismo. Recentemente la Polizia Stradale è stata impegnata nei servizi con i CMR (Centri Mobili di Revisione) col personale del Ministero delle Infrastrutture. Si tratta di un’esperienza positiva? Quali sviluppi possono prevedersi su questo versante?
"Questo è sempre stato un ambito di grosso impegno della Polizia Stradale, che insieme alla Guardia di Finanza, per gli aspetti di polizia tributaria, è nei fatti la sola componente delle Forze di Polizia con un bagaglio professionale specifico (più di 300.000 infrazioni accertate nel 2004, di cui 87.657 per superamento dei limiti di velocità, 58.441 per sovraccarico, 58.413 per inefficienza del veicolo, 38.243 per violazioni della disciplina cronotachigrafo). Negli ultimi anni, l’interesse maggiore si è incentrato sui controlli al trasporto professionale nel settore dei viaggiatori, soprattutto con riferimento ai servizi di linea nazionale ed internazionale (4.500 circa le infrazioni registrate), e nel settore delle merci, specificamente nei riguardi delle merci pericolose (6.189 contesti elevati) e dei trasporti a carattere internazionale, intra ed extra europeo: quest’ultimo sta ricevendo un particolare impulso soprattutto con riguardo alle realtà economiche dell’est europeo, che si stanno imponendo nel mercato italiano, talvolta con gravi violazioni delle normative a tutela dei lavoratori e con comportamenti fraudolenti che di fatto rendono meno concorrenziali le aziende italiane. I rapporti di collaborazione istituzionale da sempre mantenuti con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno trovato momenti operativi comuni, in via di progressiva accentuazione, attraverso la costituzione di posti di controllo multifunzione nei riguardi dei mezzi pesanti. Il Dipartimento dei Trasporti Terrestri ha investito risorse, anche sostenuto dal Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, per attrezzare autoarticolati con uffici mobili per la revisione dei veicoli, mentre la Polizia Stradale ha individuato sul territorio punti di eccellenza per l’effettuazione dei controlli, sotto il profilo logistico e della preparazione del proprio personale. Così nel 2004 sono stati attivati 611 posti di controllo, di cui 131 ai valichi di frontiera terrestre, 45 negli interporti e 41 nelle aree portuali, 74 sulla viabilità autostradale e 320 sulla viabilità ordinaria, con la pianificazione congiunta dei servizi sia a livello centrale, sia in sede periferica, cioè d’intesa tra Ufficio Provinciale del Dipartimento dei Trasporti Terrestri e Compartimento della Polizia Stradale. Allo stesso modo sono state avviate intese con il Ministero del Lavoro per mirare l’attività di controllo degli Uffici regionali verso le aziende il cui personale non è trovato in regola su strada rispetto alla disciplina del rapporto di lavoro: a seguito delle 4.582 posizioni controllate, sono state inoltrate segnalazioni all’Ufficio del Lavoro in 564 casi, mentre in 398 casi è stata effettuata la segnalazione per l’adozione di sanzioni da parte dell’Albo provinciale degli autotrasportatori.
Tutte queste attività sono prossime ad ulteriori aumenti dal mese di settembre con la pianificazione a livello nazionale di un numero raddoppiato di servizi congiunti con i CMR cui seguiranno gli sviluppi amministrativi dei controlli presso le imprese di autotrasporto."
Alla luce della recente sentenza n. 27 del 2005 della Consulta che di fatto impedisce il prelievo di punti ai proprietari di veicoli nel caso di mancata identificazione dei conducenti, ritiene che la patente a punti possa mantenere ancora il suo effetto dissuasivo? Come pensa che la Polizia Stradale possa far fronte a questa novità operativa?
"La patente a punti è ormai una realtà e gli effetti della recente sentenza della Corte Costituzionale non si tradurranno in un aggravio per gli organi di polizia stradale. Anzi l’effetto dissuasivo del sistema della patente a punti con riferimento alla posizione del proprietario del veicolo, ritengo non si sia esaurito giacché la Corte Costituzionale ha inquadrato il suo intervento sull’art. 126-bis c.d.s. in modo da equiparare la reazione dell’ordinamento nei riguardi del proprietario persona fisica a quella già prevista per il proprietario persona giuridica. La minaccia della sanzione pecuniaria, oggi di 357 euro, non è meno efficace per molti rispetto alla minaccia della decurtazione di punti."
Dr. Giannella se fosse in suo potere adottare da subito un provvedimento a favore della sicurezza stradale, quale sarebbe la sua proposta?
"Non è compito del Direttore del Servizio proporre norme o modifiche, piuttosto collabora, se richiesto, con gli uffici che elaborano proposte di regole per l’attuazione delle strategie di sicurezza per i cittadini. Come cultore del diritto ma, soprattutto, come padre ho particolarmente a cuore i giovani, la loro formazione e la preparazione a vivere la strada come momento altamente sociale e di necessaria condivisione di valori e di regole. Sento con particolare urgenza la necessità di una diversa e più severa considerazione del momento sanzionatorio per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di droghe che soprattutto nella fascia giovanile unisce vittime e “carnefici” minando il futuro della nostra società. Infatti, le pene previste oggi in Italia per i reati di guida in stato d’ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sono l’arresto fino ad un mese e l’ammenda da euro 258,00 a euro 1.032,00, con la sospensione della patente di guida da quindici giorni a tre mesi, cui si aggiunge la decurtazione di 10 punti dalla patente. Tali misure appaiono inadeguate rispetto alla gravità della condotta e anche il confronto con le legislazioni di altri Paesi europei fa emergere le carenze della disciplina sanzionatoria italiana. Basti pensare che nel Regno Unito la guida in stato d’ebbrezza alcolica ovvero sotto l’influsso di sostanze stupefacenti viene punita con la reclusione fino a 18 mesi e con la sospensione della patente da 1 a 5 anni; in Olanda è previsto l’arresto fino a 3 anni e la sospensione della patente fino a 5 anni; in Svezia la pena detentiva è fino a 2 anni e la sospensione del documento di guida è fino a 3 anni."
E’ giusto avere sempre l’esatto polso della situazione, monitorando l’andamento dell’attività contravvenzionale, degli interventi su strada, dei mezzi e materiali, ma da qualche parte sale la lamentela per le troppe statistiche anche ripetute che vengono richieste ai reparti. Cosa si può fare per razionalizzare un po’ le richieste di elementi statistici?
"L’attività di studio e di analisi dei dati dell’attività è fondamentale per conoscere la realtà e orientare le scelte. La informatizzazione degli uffici in via di completamento consentirà a breve di trarre questi elementi dalle banche dati senza ulteriori interventi o elaborazioni manuali come sino ad oggi ancora praticato in alcuni settori. Nel frattempo sono state costituite tre commissioni di studio, rispettivamente, con dirigenti di Compartimento, di Sezione e di Reparti minori, per verificare l’attualità delle esigenze statistiche a livello periferico e proporre modifiche e snellimenti in questa materia, così come nell’ambito più ampio delle procedure burocratiche presso quegli uffici."
Neanche il tempo di guardarsi intorno ed è arrivato il Decreto che ha istituito il Centro di coordinamento nazionale della viabilità, per altro proprio nei giorni dell’emergenza neve. E’ lei che per legge lo presiede. Sappiamo che il compito del nuovo organismo è quello di disporre gli interventi operativi per fronteggiare le situazioni di crisi sulle strade derivanti da maltempo o altri eventi. Come è stato il battesimo? Quali impressioni ne ha tratto?
"Come ogni battesimo, l’emergenza neve ha determinato l’avvio nella concretezza della situazione storica di un tavolo istituzionale di coordinamento operativo di cui si sentiva il bisogno già da tempo e che in molte circostanze nel passato ha vissuto delle buone relazioni tra enti e istituzioni per salvaguardare insieme il bene della sicurezza stradale, che è anche libertà di circolazione e tutela della struttura stradale, attraverso pianificazioni mirate preventive e a carattere organizzativo sul territorio provinciale e regionale."
E’ recentissima la stipula delle importanti e attese convenzioni con l’Anas (è la prima volta per l’azienda di Stato) e il rinnovo di quella con l’Aiscat per le società di gestione autostradale, quali sono secondo il Direttore del Servizio, gli aspetti più significativi e quelli che potranno incidere sulla sicurezza delle arterie autostradali?
"L’aspetto sempre significativo di tali intese - le prime, ricordiamolo, risalgono alla fine degli anni ’60 - è che pubblico e privato, senza rinunciare a nessuno dei compiti e degli obblighi propri possono ancora continuare ad individuare terreni comuni di impegno per la sicurezza stradale. Tale sinergia oggi si connota, come ha ricordato, anche per la sua possibilità di estendersi alla rete autostradale in gestione diretta dello Stato, attraverso accordi con ANAS s.p.a. per lo sfruttamento congiunto delle tecnologie di governo del traffico - ciascuno per i propri fini istituzionali ma con evidenti risparmi di risorse economiche - e per la condivisione di informazioni di carattere operativo per la gestione delle situazioni di emergenza.
Non va neppure sottaciuto il profilo economico che vede un sensibile incremento dell’indennità giornaliera, in parte connessa all’anzianità di servizio presso un reparto autostradale e, in parte del tutto marginale, relativa al raggiungimento di livelli di sicurezza dell’arteria stradale riconducibili all’intervento e al presidio di polizia."
In particolare quale sarà, secondo le convenzioni, la tipologia delle forniture di strutture, mezzi e materiali?
"Con l’accordo-quadro sottoscritto con l’AISCAT, sono stati elevati i requisiti minimi delle prestazioni degli autoveicoli, è stato sancito l’ammodernamento e lo sviluppo di tecnologie di telecomunicazione attraverso reti digitali, sono stati definiti i possibili ambiti di intervento dei C.O.A. anche a livello regionale - non più legati alla singola società concessionaria - mentre per le esigenze del personale che opera in autostrada, oltre alla previsione nuova dell’alloggio di servizio per il Dirigente del C.O.A., la possibilità per i nostri operatori di accedere alle misure economiche indirette (benefits) attivate in favore del personale delle società concessionarie."