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Rassegna stampa 27/10/2005

Rassegna stampa del 26 Ottobre 2005

Rassegna stampa del 26 Ottobre 2005


Da “Sesto Potere” del 26 ottobre 2005
ALL’ASAPS IL LOGO DEL PROGETTO U.E. DELLA SICUREZZA STRADALE .


Forlì
Si è svolta ieri nella sala delle conferenze del CIDE - via 4 novembre n.149 a Roma, la presentazione ufficiale dell’iniziativa: "25.000 vite da salvare - Carta europea della sicurezza stradale".
Fra le altre associazioni e istituzioni anche all’ Asaps è stato consegnato il logo di riconoscimento che identifica l’iniziativa della CE, del quale l’associazione potrà fregiarsi, quale componente dell’importante progetto europeo. Quattro le associazioni ammesse a relazionare: l’Aiscat, associazione che raggruppa tutti i gestori delle autostrade, Asaps, Adiconsum e l’Associazione Amici di Luca che si occupa dell’assistenza e recupero dei giovani che si trovano in stato di coma a seguito di incidente.
Nella circostanza il presidente dell’Asaps Giordano Biserni, ha illustrato le iniziative dell’associazione nell’ambito della partecipazione al progetto, con la predisposizione di materiale didattico per l’educazione stradale nelle scuole e i contenuti dell’analisi della sinistrosità e le relative proposte, diffusi anche attraverso la rivista ufficiale dell’associazione Il Centauro e attraverso il sito www.asaps.it.
Il presidente dell’Asaps ha sottolineato come sia indispensabile il supporto dell’Ue per le iniziative in materia di sicurezza stradale, per scalfire il muro della rassegnazione o, peggio, dell’indifferenza verso l’incidentalità.
La comunicazione della valutazione positiva della Commissione Europea sul lavoro svolto in questi anni dall’Asaps e sui suoi progetti per la diffusione di una più capillare cultura della sicurezza stradale nel nostro Paese, è pervenuta all’associazione nelle settimane scorse.
Questo importante risultato è il coronamento di un impegno che caratterizza ormai da 15 anni l’Asaps e che oggi ha posto l’associazione all’attenzione della stessa Unione Europea.
Orgogliosa di questo traguardo l’Asaps ne trarrà nuova e più forte energia per il suo impegno a favore della sicurezza stradale, per altro in un Paese come l’Italia nel quale di questo impegno, lo dicono le cifre della sinistrosità stradale distribuite nei giorni scorsi, c’è ancora molto bisogno.


Da “Il Mattino” del 26 ottobre 2005
IN DUE ORE SUL RACCORDO AV-SA
Ritirate dieci patenti per eccesso di velocità.

Dieci patenti sono state ritirate ieri sul raccordo Avellino-Salerno, in meno di due ore, dagli agenti della Polstrada di Avellino agli ordini del comandante Alessandro Salzano. Tutti i documenti di guida sono stati ritirati per eccesso di velocità. Nello stesso tempo sono stati decurtati anche i relativi punti dalle patenti di guida. L’attività della Polstrada rientra in un preciso servizio di controllo della velocità che si avvale anche dell’uso degli autovelox. "Velocità e guida in stato d’ebbrezza - afferma il comandante Salzano - sono le cause principali dei più gravi incidenti che si verificano sulle strade". Il Codice della strada prevede che il tasso alcolemico non può essere superiore allo 0,5 grammi per litro.




Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 26 ottobre 2005
Obbligo di dimora anche per un 57enne di Margherita
Frodavano lo Stato quattro nei guai
Gianpaolo Balsamo.


Sgominata banda di truffatori. Imperversavano sia a nord che a sud di Bari ed erano riusciti a truffare lo Stato per circa cinque milioni di euro. Nella lista dei destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla Procura di Bari figura anche un 57enne di Margherita di Savoia che fungeva da prestanome di un’azienda ("La Pedana srl") che, solo a livello cartaceo, produceva pedane in legno destinate all’estero insieme alle merci collocate sulle stesse. Il blitz degli uomini della squadra giudiziaria della Polstrada del Compartimento di Bari è scattato all’alba di ieri e si è concluso con l’arresto di quattro persone (i baresi Antonio Abbinante di 40 anni, Domenico Brunazzi di 49, il 57enne Antonio Campanale di Noicattaro e Mariano Caporaletti, di 54 anni di Termoli). Una quinta persona, il 57enne Nicola Cosimo Damiano Oresta di Margherita di Savoia, è stata invece sottoposta all’ obbligo di dimora. Tutti dovranno rispondere di truffa ai danni dello Stato, truffa commerciale ad Istituti di credito, falsità materiale, falsità in registri ed in scritture private, con soppressione delle scritture contabili obbligatorie. L’operazione della Polstrada, secondo quanto è emerso, sarebbe scaturita dalla scoperta di un sodalizio criminoso dedito al riciclaggio di veicoli in Romania. Uno dei corrieri di veicoli rubati (i furti sarebbero avvenuti in gran parte nel Nord Barese ma, anche, al nord Italia), in particolare, avrebbe avuto il compito dall’ organizzazione di gestire, utilizzando un altro nome (quello di Nicola Cosimo Damiano Oresta), una società chiamata "La Pedana srl". Come detto l’azienda, è stato poi accertato dagli investigatori, solo a livello cartaceo produceva pedane in legno destinate all’ estero. In realtà era tutto falso e l’ intera attività si basava su carte falsificate. E nell’ ambito delle indagini sull’ attività fittizia dell’ azienda sono stati denunciati anche funzionari pubblici ed un professionista. Tutti, in pratica, creavano oppure facevano rivivere aziende in realtà inesistenti, producendo false fatturazioni di prodotti esportati, false polizze fidejussorie offerte in garanzia del rimborso Iva. Le indagini, in particolare, hanno riguardato tre aziende, tra cui prooprio "La Pedana", risultate collegate fra loro, i cui amministratori, attraverso vari meccanismi, sono riusciti a frodare lo Stato e quindi l’ Agenzia delle Entrate di Bari per circa 5 milioni di euro, tutti incassati. La indagini della squadra giudiziaria della Polizia stradale, comunque, proseguono e non è escluso che possano scaturire altri colpi di scena. Così come non è escluso che altre persone, anche del Nord Barese, finiscano nella rete della giustizia.



Da “Il Giornale di Vicenza” del 26 ottobre 2005
Mazzette & rifiuti.
Il pm Barbaglio ha interrogato di nuovo l’impiegato della Provincia
Fanton ha confessato al pm "Presi 70 mila in 5 anni"
di Ivano Tolettini.

Settanta mila euro da diciannove ditte impegnate nella gestione dello smaltimento dei rifiuti in cinque anni. È il prezzo delle consulenze incassate sotto forma di mazzette dall’ex capo della squadra antinquinamento della Provincia Sergio Fanton. Si tratta di 14 mila euro netti all’anno, una media di millecento il mese, quasi un altro stipendio.
"Ma io non ho mai obbligato nessuno a pagarmi", insiste l’ex responsabile dell’ufficio suolo, tuttora agli arresti domiciliari, anche se il suo avvocato Paolo Mele senior ha presentato domanda di remissione in libertà. Il ragionamento che vuol far passare Fanton è evidente: egli non ha concusso alcuno, bensì c’è stato un patto di mutuo scambio: informazioni in cambio di quattrini. Soldi a fronte di controlli annacquati.
I conteggi sugli introiti dell’agente provinciale infedele sono della Finanza in base alla documentazione esibita dallo stesso Fanton e a quella reperita in banca. Controlli incrociati che non convincono del tutto gli investigatori della Tributaria perché emergerebbe una discreta disponibilità di denaro.
Era il 27 luglio quando gli agenti della polstrada di Verona Sud davano esecuzione agli ordini di custodia firmati dal giudice Agatella Giuffrida. Oltre a Fanton, 44 anni, di Creazzo, finivano nei pasticci Gaetano Sandonà, 38 anni, e la moglie Michela Turetta, 36 anni, di Grisignano, nonché l’ingegnere Beniamino Didonè, 53 anni, di Rosà.
L’accusa principale contro Fanton è quella di concussione, anche se la guardia provinciale sospesa dal servizio ha cercato fin qui di accreditare la tesi della corruzione. Aveva un rapporto di mutuo scambio con numerosi imprenditori, ai quali forniva informazioni di prima mano, negli ultimi tempi attraverso la ditta “M.T.” di cui erano formalmente socie la moglie Loretta Mantoan e Michela Turetta, anche se chi tirava le fila era sempre lui.
Le consulenze che Fanton forniva alle varie aziende svariavano in vari ambiti. La sua competenza è riconosciuta, per questo era ricercato per la compilazione dei registri e i formulari, oltre che per tutto quello che occorreva per le direttive delle aziende in regime semplificato.
L’inchiesta del pm Angela Barbaglio, intanto, è destinata ad allargarsi. Come e perché rimane coperto dal riserbo. Le indagini nelle ultime settimane avrebbero ripreso vigore da ulteriori verifiche disposte dal magistrato, che dallo scorso marzo sta coordinando gli agenti della polstrada.
Ad esempio, si è appreso che un paio di ispettori dell’Arpav che avevano partecipato alle prime fasi dell’inchiesta sarebbero stati allontanati a scopo precauzionale.
Del resto, il metodo adottato dal magistrato è molto rigoroso. A mano a mano che emergono informazioni precise (chiamate di correità?) la polizia esegue verifiche. Non si sa se Fanton negli ultimi interrogatori abbia coinvolto altre persone, magari che lavorano a palazzo Folco.
A distanza di mesi la procura ha tutte le carte per dimostrare, grazie anche alla confessione piena di Fanton, che l’ufficio suolo del dipartimento Ambiente di cui aveva la responsabilità era il cuore di un meccanismo illegale che si sintetizzava in controlli all’acqua di rose. Un ingranaggio fine a se stesso, nel quale Fanton faceva e disfaceva a piacimento, oppure che coinvolgeva altri dipendenti?.


Da “L’Arena” del 26 ottobre 2005
Fermato in autostrada un diciassettenne al volante di una vettura di grossa cilindrata
Minore alla guida dell’auto rubata
Intercettato dalla polstrada durante un controllo a Verona nord
r.v..

Non ha la patente, anzi non è neppure maggiorenne. Ma è già molto bravo di guidare. Troppo, per i poliziotti che lo hanno arrestato al volante di una vettura rubata. Nei guai è finito un diciassettenne di origini rumene, senza fissa dimora e già noto alle forze dell’ordine.
Il giovane è stato intercettato da una pattuglia della polstrada di Verona sud all’uscita del casello di Verona Nord dell’Autobrennero. Gli agenti si sono insospettiti quando il conducente di una Mercedes Ml, alla vista dell’auto di servizio, ha accelerato per allontanarsi. Immediatamente è stata bloccata e gli agenti hanno potuto così accertare che alla guida c’era il minorenne. L’auto era stata rubata venerdì scorso a un bergamasco. Il ragazzo ha dichiarato di averla ritirata in serata in un parcheggio di Mantova da suo cugino, di cui conosceva solo le generalità ma non la residenza. Sempre secondo il suo racconto avrebbe dovuto portarla in zona Stadio, a Verona, dove un tizio a lui sconosciuto sarebbe passato a ritirarla in serata.
Il giovane, dopo gli accertamenti sanitari che hanno confermato l’età, è stato trasferito in questura e sottoposto, ieri mattina, ai rilievi fotosegnaletici. Dell’indagine se ne occupa anche il sostituto procuratore del Tribunale dei minori di Treviso, Sergio. In particolare si dovrà accertare se il giovane possa essere rimasto coinvolto in episodi analoghi.


Giovedì, 27 Ottobre 2005
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