(ASAPS)
PONTREMOLI – L’Estrema Unzione, o l’Unzione degli Infermi, è
un rito di passaggio, che la
Chiesa fa risalire allo stesso Gesù. È un caposaldo della
nostra tradizione cristiana, insomma, radicato ben prima dell’invenzione
dell’automobile, o dell’entrata in vigore della legge 689/81 (Modifiche al
sistema penale). Proprio lei, all’articolo 4 (cause di esclusione della
responsabilità), recita letteralmente che “non
risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto
nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero
in stato di necessità o di legittima difesa.” E allora, don Ennio Zani ha
fatto bene, anzi benissimo a ricorrere al Giudice di Pace contro la multa che
il messo notificatore gli aveva recapitato in canonica: benedetto autovelox, che non guarda in faccia proprio a nessuno.
Che acchiappa tutti, a patto che sgarrino. E don Ennio, un piccolo peccato di
velocità lo aveva fatto davvero, correndo al capezzale di una signora morente,
per imporle le mani, così come vuole
il suo ufficio di sacerdote. 80 anni, uomo del Signore, si è precipitato al
volante ed ha spinto veloce sul gas, facendo bene attenzione a non rovesciare
l’ampolla con l’olio santo, riuscendo alla fine nel suo intento. Qualche giorno
dopo, la multa arriva a destinazione, ma don Ennio non ci sta. Quel che è ingiusto
è ingiusto e così ricorre al giudice di Pace, al quale racconta il motivo di
tanta premura. “Stato di necessità”, sentenzia il magistrato, e assolve il
peccato del sacerdote, perché peccato non è, e anche se lo fosse stato… beh,
era proprio a fin di bene. Amen… (ASAPS)
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