GIORNALE DI BRESCIA
Attenti ad avviare i giovani all’alcol
Apprendo, con stupore ed incredulità che la Provincia di
Brescia, Assessorato all’agricoltura, intende promuovere un incontro, mercoledì
21 febbraio, con gli alunni delle scuole medie inferiori, una sommelier e con
il direttore del Centro Vitivinicolo bresciano, per «educare al vino i
giovani palati di domani». - Personalmente, ritengo sciagurata l’idea di
propagandare, proporre e stimolare il consumo di bevande alcoliche a ragazzi di
11 anni. Da un lato ci lamentiamo perché l’Italia è, in Europa, il Paese dove
si inizia a consumare alcolici in età più giovane (appunto 11 anni), come
riporta anche lo studio Istat sull’uso di alcol in Italia (anno 2005) e
dall’altro lato, a Brescia, si promuove il consumo di alcol a ragazzi (sarebbe
meglio bambini?) di 11 anni, con il riconoscimento e il beneplacito di un Ente
Pubblico. - Signor Direttore, oggi il problema non è stimolare a bere (più o
meno bene, non ha importanza) sostanze alcoliche, ma sensibilizzare i giovani e
le loro famiglie sui danni provocati dal consumo delle stesse, - Ricordo che
l’alcol è una sostanza psicoattiva, che agisce sul sistema nervoso centrale ed
ha effetti disastrosi sui giovani e sugli adolescenti, con effetti che durano
tutta la vita; anche per questo, esistono leggi (ad esempio la Legge 125/2001)
che vietano espressamente la pubblicità diretta ed indiretta delle bevande
alcoliche e superalcoliche nei luoghi frequentati prevalentemente dai minori di
18 anni di età, l’art. 689 del Codice penale proibisce la somministrazione di
bevande alcoliche ai minori di 16 anni, ecc. - Naturalmente, poi, questo
problema si estende a tutte le altre fasce di età, con le conseguenze che tutti
conosciamo, a partire dal numero di morti: 35.000 circa all’anno in Italia;
solo nel Bresciano, almeno una persona al giorno muore a causa dell’alcol,
circa 1 ricovero ospedaliero su 5 è alcolcorrelato, ogni settimana più di 40
patenti vengono ritirate per guida in stato di ebbrezza, le famiglie coinvolte
sono più di 20.000. - Molto altro ci sarebbe da dire e, per questo, mi permetto
di proporre al presidente della Provincia uno o, meglio, alcuni incontri con
lui, con i suoi collaboratori e con le loro famiglie, allo scopo di creare un
momento di sensibilizzazione e di responsabilizzazione sul tema del controllo
dei problemi alcolcorrelati ed offro tutta la mia disponibilità per
realizzarli. - In questo contesto avremo l’opportunità di una chiacchierata più
ampia ed approfondita, con la possibilità di un possibile cambiamento culturale
rispetto a questo problema. (*)
Dott. CARLO MAZZUCCO - Servitore-Insegnante - di Club degli Alcolisti -
in Trattamento - Mairano
(*) Nota: molto bene, il “Giornale di Brescia” ha
pubblicato la lettera di Carlo Mazzucco sull’iniziativa “educare al vino i
giovani palati del domani”. Un importante obiettivo è stato raggiunto: adesso i
cittadini bresciani hanno avuto modo di conoscere questa vergognosa iniziativa,
e il nostro relativo sdegno.
IL TRENTINO
Buone notizie, il vino fa bene
Finalmente, buone notizie anche per chi ama il vino e
soprattutto il vino rosso. Ricercatori della “Cornell University” di Itahaca New York, dopo
attenti studi, hanno dimostrato che il moderato consumo di vino rosso fa
bene alle coronarie e serve a tenere lontano l’infarto. Questo risultato è
merito di alcuni composti fungicidi, presenti nell’uva e prodotti naturalmente
dalle viti. Tali sostanze passano dall’uva al vino, in maniera più o meno
consistente a seconda del sistema di pigiatura impiegato; più la pigiatura è
morbida, più questa sostanza fungicida -che risponde al nome di
“resveratrolo”- passa nel vino, con l’ulteriore variabile del tempo di
contatto tra le bucce ed il succo. Il resveratrolo è un antibiotico naturale
presente solo nelle uve rosse, aumenta il livello di colesterolo
buono (HDL) e riduce la quantità di grassi presenti nel sangue (*). Dopo
questa buona notizia, passiamo a descrivere il vino di questa settimana che
è il Trentino Marzemino della cantina sociale di Avio 2005. Quando si parla di
Marzemino, si pensa di solito alle zone alte della Vallalagarina o al
circondario di Rovereto ma anche nel Basso Trentino esistono dei buoni
Marzemini. La bella veste grafica con cui si presenta questo vino della cantina
sociale è dovuta all’architetto Pio Nainer. Cantina Sociale di Avio, Via Dante
14 telefono 0464 684008
(*) Nota: finalmente una bella notizia!!!Peccato che questa nuovissima e originale scoperta, di
effetti benefici del vino legati a una sostanza che risponde al nome di
“resveratrolo” presente nell’uva, sia stata offuscata da una notizia molto meno
bella, dell’ultima ora. Pare infatti, da un’indiscrezione che ci hanno appena rivelato, che
eminentissimi studiosi della Clinical Research for Sarchiapon University of
Boston, Massachusetts, abbiano appena scovato nel vino una sostanza inedita,
decisamente pericolosa per l’uomo, presente in concentrazioni anche centomila
volte superiori al resveratrolo. Stanno decidendo il nome da dare a questa sostanza che
hanno appena scoperto, ma è quasi certo che verrà definita con il sostantivo
“alcol”… Se non conoscessimo il danno che notizie come quella
riportata da “IL TRENTINO” possono fare per la salute ed il benessere dei
cittadini, ci sarebbe davvero da mettersi a ridere.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
Ricerca illustrata negli Usa
Dal diabete al tumore
Indagine su 500 pazienti
Pordenone
Diabete e tumore al fegato. Lo
stretto rapporto tra le due patologie è stato l’oggetto di uno studio della
Terza Medica dell’ospedale civile di Pordenone diretta da Walter Donadon.
L’esito dello studio non ha dato esiti positivi, almeno per quanto riguarda i
residenti nella Destra Tagliamento che si ritrovano con un’incidenza più alta
della media nazionale. I medici pordenonesi hanno dimostrato che nella loro
casistica (circa 500 pazienti del Friuli Occidentale), il diabete è presente in
un terzo dei malati di tumore al fegato e sempre il diabete rappresenta un
potente fattore di rischio per l’epatocarcinoma. Un dato per rendere l’idea: il
17,5 per cento della popolazione presenta uno o più esami del sangue alterati
per quanto riguarda la funzionalità epatica con un "danno" a carico
del fegato. Inoltre se l’Italia detiene il primato in Europa per mortalità
correlata alla cirrosi epatica (35 decessi ogni 100 mila abitati), le cose
vanno peggio in provincia dove si arriva a 49 morti ogni 100 mila residenti.
«La nostra ricerca è stata
presentata al convegno di Huston - spiega il primario della Terza Medica,
Walter Donadon - Abbiamo cercato di dare risposte all’aumentata frequenza di
questa patologia nella nostra popolazione e di individuarne le possibili cause,
le modalità di intervento e prevenzione. Nella nostra popolazione, in maniera
più accentuata di quanto osservato in altre parti d’Italia, il tumore al fegato
è molto più frequente nei maschi rispetto alle donne, con un rapporto di 4 a 1.
Nei nostri pazienti in cui è presente la duplice infezione di epatite
"B" e "C" o la sola infezione da epatite "B", con
o senza alcool, il tumore al fegato compare in età più precoce e in media 10
anni prima che nei pazienti con l’infezione da epatite "C" isolata.
Questo è dovuto al fatto che l’infezione da epatite "B" è associata
ad un maggior rischio di sviluppare il tumore perché il virus ha la capacità,
un volta infettato l’organismo, di nascondersi all’interno delle cellule del
fegato eludendo le sue difese». Ma la ricerca ha messo in luce anche altri aspetti. «Abbiamo
evidenziato che il diabete è particolarmente frequente nei malati di fegato che
abusano di alcolici (il 40\%). Questo risultato fa intuire la pericolosa
associazione che si instaura tra l’alcol che è in grado di provocare la cirrosi
e il diabete mellito che può favorire ed accentuare la sua evoluzione
neoplastica. Nella nostra casistica di pazienti con tumori al fegato -
spiega ancora il primario - abbiamo osservato che il diabete mellito è presente
in oltre il 30\% dei casi e cioè in un paziente su tre, dimostrando che i soggetti
diabetici hanno un aumento del rischio di avere un tumore al fegato di oltre 3
volte rispetto ai non diabetici. Il diabete, insomma, si è confermato un
fattore di rischio indipendente per il tumore al fegato, alla pari delle
infezioni da virus dell’epatite B e C e dell’alcol. Questo risultato - conclude
lo specialista - è di particolare rilievo dal punto di vista sia sanitario che
sociale, in quanto apre evidenti prospettive di prevenzione delle malattie
del fegato e del tumore se si tiene conto che il 30 per cento dei nostri
pazienti con tumore al fegato abusava di alcol». La nuova apparecchiatura
denominata Fibroscan, acquistata con un contributo dell’Associazione famiglie
diabetici di Pordenone potrà contribuire all’identificazione tra i pazienti diabetici
di quelli che sono predisposti a sviluppare la cirrosi del fegato e le sue
conseguenze.
Loris Del Frate
IL TEMPO
Nettuno
Casa a fuoco dopo una lite Salvata da due
carabinieri
QUARANTENNE brasiliana salvata dalle fiamme dai
Carabinieri della Compagnia di Anzio. I fatti nella nottata tra venerdì e
sabato in un appartamento all’ultimo piano in via Birago, in pieno centro di
Nettuno. Verso le 2,30 alla sala operativa della Compagnia dei Carabinieri neroniana
arriva una richiesta di soccorso per una lite domestica. Immediato l’arrivo di
una pattuglia, che vede subito del fumo denso uscire dal portone
dell’abitazione. Dentro una donna paralizzata dalla paura. Dopo aver allertato
il comando dei Vigili del fuoco di Anzio e gli operatori del 118 nettunese, i
due militari decidono di buttare giù la porta blindata a spallate. Una volta
dentro soccorrono la donna che, seminuda e visibilmente scioccata, aveva
cercato riparo sotto al letto che viene trasportata d’urgenza al pronto
soccorso dell’ospedale «Riuniti». Questa la ricostruzione dell’accaduto. Tutto
era nato poco più di un’ora prima, quando all’interno dell’appartamento la
donna, una quarantenne brasiliana, ed il suo convivente, un coetaneo italiano, avevano
dato il via ad una furibonda lite, probabilmente a causa del consumo
eccessivo di alcool. Al termine del litigio quindi, dopo una serie di
schiaffi e pugni al volto, l’uomo decide di uscire di casa per farsi medicare
al pronto soccorso neroniano. È allora che, libera dalle pressioni del
convivente, la donna chiama i Carabinieri. Una telefonata determinante, visto
che proprio grazie all’intervento dei militari, è riuscita a salvarsi la vita
dalle fiamme. Dai primi rilievi effettuati dai Vigili del Fuoco del Comando di
Anzio, sembrerebbe che le fiamme siano divampate dal divano dell’appartamento,
anche se è ancora in corso d’accertamento da parte dei Carabinieri neroniani se
a causare il rogo sia stato un atto doloso o un vero e proprio incidente
domestico, magari dovuto ad un mozzicone di sigaretta caduto accidentalmente
tra i cuscini del divano. Cos. Bo.
IL TRENTINO
Tragico bollettino nazionale
MOENA. Sono 8 gli sciatori deceduti sulle
piste italiane dall’inizio della stagione invernale. L’anno scorso, da dicembre
ad aprile i morti furono 10. Stiamo assistendo a un tendenza pericolosa o i
numeri sono ancora nella media? Troppo presto per abbracciare una qualsiasi
tesi. Fino a oggi, sull’intera rete delle piste italiane, sono stati 5675 gli
incidenti rilevati con un calo di 1317 unità rispetto allo stesso periodo
dell’anno scorso. Sembrerebbe quindi che la situazione stia migliorando, ma la
neve è arrivata tardi e molti impianti hanno aperto solo dopo le vacanze di
Natale. Le sanzioni sono
invece in crescita: 640 rispetto alle 580 segno che la sorveglianza si è fatta
più stringente. Complessivamente sono state 37 le denunce all’autorità
giudiziaria con un arresto. Tra le principali infrazioni: ubriachezza,
furto di sci, spaccio e detenzione di droga, comunicazione di false generalità.
La punta massima giornaliera di incidenti il primo venerdì di gennaio: 214. La
maggioranza degli incidenti? Cause accidentali del singolo sciatore. (g.b.)
CORRIERE ADRIATICO
Padre Gabriele: “Oggi si predilige sempre più il Dio
denaro e il sesso senza sentimento. Il mondo non è cambiato, è la gente che si
fa prendere in giro
“Mille euro al mese per aiutare i
poveri”
Tra le attività dei frati francescani anche un centro per
curare gli alcolisti
ASCOLI - Inizia con il Cuore Immacolato di Maria il nostro
viaggio alla scoperta delle parrocchie della nostra città. La chiesa del Cuore
Immacolato di Maria, meglio conosciuta come la chiesa dei frati, fondata nel
1958, è ubicata nel quartiere Luciani, a ridosso della clinica San Marco, e ha
un bacino di oltre 5.000 residenti. Nel fine settimana sono mediamente oltre 1.500 i fedeli
che ricevono l’eucaristia mentre durante la settimana spazio alle iniziative di
apostolato come la catechesi, l’azione cattolica adulti, il terzo ordine francescano
secolare, il gruppo giovani di Azione cattolica, la compagnia Gifra (giovani
francescani), l’insieme Giovanissimi Azione cattolica, l’Acr (azione cattolica
ragazzi), gli scout, il gruppo liturgico ed infine la compagnia ministri
straordinari della comunione. A questi gruppi si aggiungono i ragazzi che si stanno
preparando ai sacramenti della iniziazione cristiana. Sono oltre cinquecento le persone che settimanalmente
gravitano in questa parrocchia - ha spiegato padre Gabriele Puglia - Le
iniziative di apostolato, come ad esempio l’azione cattolica, sono divise per
fasce d’età. Fino a quattordici anni si frequenta l’Acr, dai quindici ai
diciotto il gruppo giovanissimi azione cattolica, dai diciotto ai trenta
l’Azione cattolica, oltre i trent’anni c’è la compagnia adulti azione
cattolica. C’è spazio per le associazioni ? Sì - ha detto padre Gabriele Puglia - C’è il centro
alcolisti anonimi che è attivo da molti anni dove medici e psicologi cercano di
aiutare le persone alcolizzate (*). C’è anche il coro del teatro Ventidio
Basso, il centro Avulss (associazione volontariato unità locale servizio
socio-sanitari) il Cvs (centro volontario della sofferenza) e infine il punto
di ascolto. Da sempre le chiese sono vicine alle persone meno abbienti
che hanno bisogno di un sostegno economico. La Caritas del Cuore Immacolato di
Maria quanti persone bisognose aiuta? Circa novanta - ha proseguito padre Gabriele Puglia che
poi ha aggiunto - Con l’avvento degli extracomunitari c’è stato inoltre un incremento
vertiginoso dei bisognosi. Che cosa offre la Caritas del Cuore Immacolato di Maria? Alimenti, vestiario, medicine, bombole del gas e altri
beni primari. Inoltre a qualcuno paghiamo le bollette della luce, dell’acqua,
del gas e persino gli affitti. A quanto ammonta la spesa complessiva? Circa 1.000 euro al mese. Come fate a reperire questa somma? Oltre alla tradizionale raccolta durante l’eucarestia - ha
dichiarato il francescano - sono riuscito ad ottenere di mettere i cesti
all’Eurospin e alla Standa. Al Cityper, invece, gli alimenti ce li regalano. Il Comune non vi aiuta? All’amministrazione non abbiamo mai chiesto aiuto da un
punto di vista economico perché fortunatamente riusciamo ad autofinanziarci. Il
sindaco, comunque, ci ha promesso che presto ci fornirà le attrezzature per il
parco giochi dei bambini. Sono aumentati i giovani nella vostra parrocchia? Sì. Noto però con dispiacere che da parte dei genitori dei
ragazzi che si stanno preparando ai sacramenti della iniziazione cristiana c’è
un po’ di indifferenza. Oggi i giovani sono sempre più turbati. Secondo lei qual è
il vero problema? Si è perso il senso cristiano e religioso. La colpa è dei
genitori che non educano i propri figli da un punto di vista morale e della Tv
spazzatura che pur di fare scoop trasmette immagini cruente ed indecenti. Oggi
si predilige sempre più il Dio denaro e il sesso senza sentimento. Il mondo non
è cambiato. E’ la gente che si fa prendere in giro.
MAURO GIORGI(*) Nota: ? Gli alcolisti anonimi non si avvalgono nei
loro incontri dell’ausilio di medici e psicologi
IL SECOLO XIX
Clochard ubriaco due fermi in un giorno controlli di polizia
Sanremo. Un barbone di origine polacca, Jaroslaw Jankan di
36 anni, è stato fermato per ben due volte nella stessa giornata da una
pattuglia della squadra volante di Sanremo: era evidentemente ubriaco e
anche piuttosto fastidioso. Il primo fermo è avvenuto intorno alle 16.30 nel
supermercato Conad di lungomare Naziario Sauro: il clochard, assieme ad una
donna, anche lei di origine polacca, Barbara Wojciechowska di 50 anni,
disturbava l’attività del negozio di alimentari. Un secondo e analogo intervento è stato effettuato,
intorno alle 20.50, all’ ospedale Borea. Anche qui la Volante è intervenuta su
segnalazione al 113 in quanto uno straniero ubriaco stava dando fastidio ai
degenti. Sul posto gli agenti della polizia hanno nuovamente
identificato lo stesso barbone. L’uomo, dopo aver spiegato di trovarsi presso
la struttura ospedaliera per trovare la propria fidanzata, è stato ammonito ed
allontanato, senza particolari conseguenze penali.
IVG.IT
Alassio: 50 enne denunciato per
guida in stato di ebrezza
Alassio. E’ stato deferito alla magistratura G.S., 50enne di
Alassio, trovato alla guida della sua autovettura in stato di ebbrezza
sull’Aurelia proveniente da Albenga. Dall’elicottero del nucleo di Villanova
d’Albenga era stato notato un’andatura a zig-zag alquanto strana e pericolosa
per gli altri automobilisti. L’immediata segnalazione alla Radiomobile dei
carabinieri di Alassio ha consentito di bloccare il guidatore e procedere alle
contestazioni del caso con ritiro della patente ed affidamento del veicolo a
familiare dell’interessato.
Federico De Rossi
IL SECOLO XIX
Polizia
Ventimiglia. Finge uno scippo per
tentare di nascondere al marito di aver effettuato ripetuti e cospicui
prelevamenti in banca. Protagonista della vicenda, scoperta dalla squadra
volante di Ventimiglia, è una donna residente nella città di confine. La quale, l’altra mattina intorno
alle 9, appena uscita dall’ufficio postale di via Repubblica, ha denunciato di
essere stata scippata da due giovani. La sua borsetta, ha raccontato, conteneva
ben 30 mila euro in contanti. La donna e suo marito sono stati invitati a
presentare denuncia presso il Commissariato, mentre contemporaneamente venivano
diramate le ricerche: senza, tuttavia, alcun esito. Già dai primi accertamenti
gli investigatori hanno però iniziato ad avere qualche sospetto sulla
veridicità della versione fornita dalla donna. Sospetti confermati dal fatto che, presso l’ufficio
postale non risultava effettuato nessun prelievo. Alla fine, messa di fronte
all’evidenza, la donna ha ammesso di non avere subito alcuno scippo e di avere
inventato tutto per nascondere al marito cospicui prelievi di denaro dal conto
in banca. L’altra notte, invece, l’intervento delle sale operative
del Commissariato di Ventimiglia e della Questura di Novara ha consentito di
salvare la vita ad un uomo residente a Novara. Era quasi l’ una quando la
sorella ed il cognato di S.A, di 37 anni, entrambi residenti a Ventimiglia,
hanno telefonato al Commissariato cittadino angosciati perché venuti a
conoscenza dell’ intenzione del loro parente di togliersi la vita. L’ operatore
di polizia, intuendo la gravità della situazione, ha informato la Questura di
Novara per verificare immediatamente le condizioni dell’uomo presso la sua
residenza. La Squadra Volante di Novara ha trovato l’uomo in cantina,
in stato di ebbrezza, con un lenzuolo attorcigliato al collo come fosse
una corda, ma fortunatamente ancora vivo. Dal settore di polizia di frontiera, arriva invece la
notizia di un ripristino dei controlli di confine da domani sino al 16
febbraio. Per recarsi in Francia, su strada o ferrovia, sarà quindi necessario
un documento valido per l’espatrio: passaporto, carta d’identità o tessera.
«Il Governo di Parigi - chiarisce
Riccardo Cargnelli, dirigente della Polizia Frontiera di Ventimiglia -
applicando l’articolo 2 della Convenzione dei paesi europei aderenti
all’Accordo di Schengen sospenderà infatti il regime di libera circolazione
alle frontiere in concomitanza di vertice internazionale con 40 Capi di Stato
africani, in programma presso il "Palais des Festivals" di Cannes. Si
preannunciano misure di controllo particolarmente restrittive».
Patrizia Mazzarello
CORRIERE ADRIATICO
Il presidente della Comunità Gentilucci soddisfatto per il
primato Sui Sibillini si vive più a lungo
CAMERINO - E’ sulla strada della Sibilla che è custodito
il segreto per l’elisir di lunga vita. Se, infatti, il primato delle Marche per
la longevità dei suoi abitanti è cosa piuttosto nota, pochi sanno che la
provincia di Macerata, e in particolare il territorio della Comunità Montana di
Camerino, è quello dove si vive più a lungo. Un dato, questo, fatto rilevare
anche da recenti statistiche secondo cui gli abitanti della Marca di Camerino
sono quelli che possono sperare di vivere, mediamente, intorno agli
ottantacinque anni. Una soglia altissima e che non ha eguali in tutto il
territorio nazionale. Un primato, questo, che il presidente della Comunità
Montana di Camerino, Luigi Gentilucci, ha voluto sottolineare anche nel corso
della recente presentazione della Guida Giunti su “Camerino e la sua Marca”.
“Tra questi monti si vive a lungo – ha detto – probabilmente perché la qualità
della vita, qui, è decisamente superiore a quella di molte altre zone. Quello
della longevità dei suoi abitanti è un primato che il territorio della Comunità
Montana di Camerino detiene da tempo. Anche recenti statistiche hanno
confermato un dato che, ovviamente, non può che farci piacere”. Che alla Sibilla sia scappato di bocca il segreto di una
lunga esistenza? Probabile. Ma forse, più probabile ancora, come ha affermato
anche lo stesso Gentilucci, il vero segreto è la qualità della vita su cui
possono contare gli abitanti di questo territorio. Da sempre in simbiosi con la
natura, legato alle radici di una terra aspra ma che ha saputo regalare tanto,
chi ha vissuto sui Sibillini è riuscito, pur adeguandosi alle tappe
fondamentali del progresso, a rispettare il territorio e la sua natura. E forse
sono stati gli stessi monti, a volte visti come ostacoli sulla strada verso il
futuro, a frenare l’impeto del tempo. “Da noi – ha proseguito Gentilucci –
ogni semplice gesto del vivere quotidiano è una ricchezza. L’esempio più
calzante è quello dell’acqua: basta aprire il rubinetto di una qualsiasi
abitazione per bere un’acqua di qualità superiore a molte di quelle che si vendono
in bottiglia. Forse non sempre ce ne rendiamo conto, ma è chiaro che anche solo
questo contribuisce a rendere elevatissimo il livello di qualità della vita”.
Secondo un’altra recente statistica, il territorio dei Sibillini detiene anche
un altro record: quello del più elevato consumo pro capite di vino. Il prezioso
nettare dei vitigni nostrani allunga la vita, o almeno è quello che sostengono
gli amanti del buon vino. “Conoscevo anche i risultati di questa statistica –
ha commentato Gentilucci – Un buon bicchiere di vino, se proprio non allunga la
vita, di certo aiuta ad affrontarla meglio. Se poi è vino delle nostre zone,
allora tanto meglio. Però trovo doveroso sottolineare il fatto che questo
territorio conta un numero piuttosto basso di alcoolisti. Non vorrei che si
pensasse il contrario”. (*) EMANUELE PIERONI
(*) Nota: è dimostrato come l’incidenza dei problemi
alcolcorrelati in un determinato territorio segue una proporzionalità diretta
con il consumo di alcol pro capite di quella popolazione. Se si beve tanto, i problemi alcolcorrelati
inevitabilmente ci sono. Naturalmente il consumo di alcol è solo uno tra i mille
fattori che contribuiscono a determinare la salute e la longevità delle
persone.
IL TRENTINO
Libero con l’indulto, omicida torna in cella
Arturo
Sardagna era stato scarcerato pochi mesi fa: nel ’94 uccise lo zio Ha violato gli obblighi imposti
dalla legge: i carabinieri lo hanno arrestato di nuovo. Massacrò il parente a
calci e pugni con la complicità di un cugino: fu condannato a quindici
anni TRENTO E’ durata pochi mesi la libertà di
Arturo Sardagna, 52 anni, l’uomo che, con la complicità del cugino Elio Offer,
il 16 novembre del 1994 ammazzò a calci e pugni lo zio, Lodovico Offer, in un maso
di Frassilongo. Arturo Sardagna aveva lasciato da poco il carcere grazie
all’indulto - che prevedeva uno sconto di pena di tre anni per i reati commessi
prima dell’8 maggio 2006 - e avrebbe dovuto trascorrere gli ultimi tre anni di
condanna (all’epoca gli era stata inflitta una pena di quasi quindici anni) in
regime di libertà vigilata. La violazione degli obblighi lo ha già riportato in
carcere.Il comportamento
del cinquantaduenne in questi mesi è stato tutt’altro che irreprensibile. Spesso
non si è presentato nella caserma dei carabinieri per la firma quotidiana e in
più di un’occasione è stato trovato dai militari ubriaco dopo aver frequentato
numerosi bar. Il tribunale di sorveglianza, vista la situazione, ha quindi
deciso di revocare la libertà a Sardagna. Ieri i carabinieri della compagnia di
Borgo hanno nuovamente arrestato l’uomo, che dovrà trascorrere il prossimo anno
nella casa di lavoro di Castelfranco Emilia.Sardagna e Offer,
entrambi originari della val dei Mocheni, sono stati ritenuti responsabili di
un omicidio brutale, maturato in un contesto di grave degrado umano.
L’assassinio dello zio Lodovico Offer fu una vendetta per uno «sgarbo» della
vittima. I due cugini avevano affidato allo zio nove conigli ed un cane che
avevano rubato a Seregnano. Lodovico Offer (all’epoca dei fatti
cinquantottenne) però non solo non si prestò a fare da complice ai nipoti, ma
li denunciò entrambi. Il processo si concluse con una condanna a tre mesi di
reclusione e al pagamento di una multa di 150 mila.Per vendicarsi della denuncia, i due cugini
decisero di dargli una lezione, che si trasformò in tragedia. Arturo Sardagna
ed Elio Offer entrarono nel maso dello zio e lo massacrarono di botte. Un
omicidio che venne risolto nel giro di poche ore dalla squadra mobile di Trento
(ai tempi guidata dal dirigente Paolo Sartori) e dal pm Giovanni Kessler. I
cugini vennero arrestati presto e il processo si concluse con la condanna a
quattordici anni e dieci mesi di reclusione per Sardagna, mentre ad Offer (al
quale vennero riconosciute le attenuanti del risarcimento del danno e del vizio
parziale di mente) furono inflitti otto anni e otto mesi di carcere.Nel 2003 Elio Offer venne condannato a tre
anni di reclusione dell’ospedale psichiatrico di Napoli per aver violato gli
obblighi della libertà vigilata.Dopo quasi undici anni di carcere, anche per
Arturo Sardagna si erano spalancate le porte del carcere grazie al
provvedimento di indulto, che includeva tra i reati anche quello di omicidio.
Sardagna aveva quindi potuto lasciare la cella, ma in regime di libertà
vigilata. Avrebbe dovuto firmare ogni giorno nella caserma dei carabinieri e
tenere un comportamento corretto. Cosa che non si è però verificata. Da qui la
decisione di rinchiuderlo nuovamente.
IL GAZZETTINO (Padova)
Viaggio allucinante a Borgomagno, di notte
Un’intera zona in balìa del traffico di stupefacenti,
della prostituzione, dell’alcol, dove uscire di casa è un rischio «Vuoi bamba?». Il nordafricano
sulla vetta del cavalcaferrovia ha occhietti levantini. Guarda altrove mentre
offre cocaina ai (pochi) passanti. Poco più in là, due uomini dell’Est avanzano
a zigzag. Ogni tanto si fermano per tracannare birra dalle bottigliette. Buona
parte finisce sui vestiti. La coppia inveisce in una lingua incomprensibile.
Oltre il giardinetto, in vicolo Tiziano Aspetti, tre ragazze cercano di farsi
notare. Con le mani in tasca aprono la pelliccia sintetica: sotto hanno poco,
quasi niente. Un paio di auto rallentano e passano oltre; la terza si ferma.
Mancano pochi minuti a mezzanotte. Sesso, droga, alcol: benvenuti a Borgomagno.
«Ormai lo chiamiamo Borgospaccio» sbotta Giovanni Favaron, un residente
esasperato. Porta a spasso il pastore tedesco dopo il tg di mezza sera. Assiste
sfiduciato allo spettacolo. «È sempre così e nessuno fa niente. Stiamo
diventando un’altra via Anelli». Allarmismo ingiustificato? No, a
sentire Chiara Lorenzi, matricola universitaria. «C’è da aver paura. Fare il
cavalcavia dopo il tramonto - conferma - significa rischiare la vita». Chiara
camminava a passi svelti, berretto di lana in testa e zainetto sulle spalle,
quando le abbiamo chiesto di fermarsi. Ha fatto un salto di paura. Aveva già il
telefonino in mano. «Vedi? Ho il 113 digitato, per precauzione. Non si sa mai.
Mi capita di far tardi, di preparare gli esami con qualche amica che abita in
centro. Ma dover tornare alla mia stanza all’Arcella è un problema». Dietro di noi c’è una scaletta che scende in via Jacopo
D’Avanzo. L’accesso inferiore è stato murato. Quello superiore è bloccato soltanto
da una ringhiera. Qualcuno la scavalca spesso, a giudicare da ciò che si vede
sul pianerottolo: un materasso, una coperta di lana, quattro o cinque siringhe,
un laccio emostatico. Dall’altra parte, all’imbocco di via Pietro Liberi, per
terra sono buttati alcuni preservativi. Sulla destra si trovano un internet
point, un phone center, un negozio cinese. «Non è giusto criminalizzare tutti, tra gli
extracomunitari c’è anche gente perbene, che lavora onestamente. Ma provate a
percorrere questa via di notte» sfida Pietro Facco. Dopo qualche metro,
appaiono i "fantasmi": forse pusher, o tossici, o ubriachi. Comunque,
è meglio non proseguire. Via D’Avanzo - che pure è una strada di maggiore
passaggio, ed è anche illuminata meglio - non sembra più sicura. All’altezza
dell’uscita posteriore della stazione ferroviaria, un gruppo di africani parla
ad alta voce. Litigano? Scherzano? Paolo abita nel condominio di fronte. «Quando hanno aperto
il posto di polizia qui sotto, ci eravamo illusi. Sembrava davvero che la situazione
potesse cambiare. Invece non è cambiato niente». Dall’altra parte del tunnel
che porta ai binari, ecco l’ingresso principale della stazione. Sulla destra,
la nuova rampa costruita per il tram, colorata dai graffitari, è deserta. Ma la
scala che le sta vicino - quella che costeggia la vasca dove una volta
zampillava l’acqua e nuotavano i pesci rossi, mentre adesso si trovano
mozziconi di sigarette, cartoni di vino ed escrementi - è percorsa da gente che
barcolla e bofonchia con voce impastata. L’odore di urina è insopportabile. E i
curiosi non sono graditi. Buona notte, Borgomagno.
Léon Bertoletti
LA SICILIA
Favara, provvedimenti per un Carnevale tranquillo
Favara. A carnevale
ogni scherzo vale, recita un vecchio detto, purché tutto rientri nei canoni del
senso civico e della buona educazione. A Favara, ad esempio, non sarà
tollerabile lo spruzzo di materiale schiumogeno contenuto nelle bombolette
spray o le persone che, avendo bevuto oltre il limite, possano disturbare la
quiete pubblica. Per cercare di arginare il fenomeno, spesso presente nei
giorni di carnevale, l’amministrazione comunale, di concerto con il Comando
della Polizia Municipale e le forze dell’ordine della locale Tenenza, ha
adottato una serie di provvedimenti atti a prevenire eventuali episodi
spiacevoli. E’ stato così promosso un piano per l’ordine pubblico. In occasione
dei quattro giorni del «Carnevale Favarese», su proposta dell’assessore alla
Polizia Municipale e al Traffico, Giuseppe Piscopo, il sindaco Airò ha firmato
un’ordinanza con la quale vieta di vendita di bombolette spray e di bevande
alcoliche in bottiglia di vetro nei giorni 17/18/19/20 febbraio a tutti gli
esercizi pubblici a posto fisso ed itineranti nelle vie interessate alle
manifestazioni del Carnevale. Ai titolari degli esercizi si fa obbligo a
somministrare le bevande con consumazione al banco. Ai trasgressori sarà
applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 25 a 500 euro. I
Vigili Urbani e tutte le forze dell’ordine sono incaricati di far rispettare
l’ordinanza sindacale. «Il carnevale - sostengono gli l’assessori Chianetta e
Piscopo - ha l’obiettivo di promuovere momenti ricreativi e di socializzazione
con la partecipazione dei comitati di quartiere e delle scuole. Proprio perché
vogliamo che la manifestazione abbia avere un sereno svolgimento in tutte le
sue fasi, abbiamo predisposto un piano d’ordine pubblico in grado garantire una
tranquilla partecipazione di tutti». Nei prossimi giorni si studierà un piano del traffico.
Totò Arancio
ALTO ADIGE
per divertirsi si beve : una studentessa indaga vizi e
virtù dei coetanei - antonella mattioli
i miei coetanei? pochi libri tanto alcol
IL GIORNO (Brianza)
Guidava a fari spenti contromano Polacco ubriaco finisce
in manette
LA NAZIONE (Lucca)
Torna ’Non la bevo’ Per divertirsi basta solo un po’ di
fantasia
L’UNIONE SARDA
Sassari Ubriaco e contromano: nonno in fuga
IL TIRRENO
ho 15 anni e mi sbronzo
bere è vincente. parola di quindicenne
ebbro al volante causa l’incidente e tenta la fuga
CORRIERE DEL VENETO
Patenti ritirate a gennaio Oltre la metà per l’alcol
IL MESSAGGERO (Umbria)
Una allegra serata tra amici, per via del troppo alcol, è
finita con una rissa tra sei marocchini
IL RESTO DEL CARLINO (Forlì)
Ormai è diventata una drammatica consuetudine guidare
ubriachi : il commento dell’...
IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)
Col camion causò il finimondo sulla statale: l’autista era
ubriaco
IL MESSAGGERO VENETO
sbronza litigiosa: arrestato
LA NUOVA SARDEGNA
pensionato ubriaco al volante: ritiro di patente e
denuncia
LIBERTA’
Finisce in manette e con un processo la delusione,
alimentata dall’alcol, di un piacentino
LA STAMPA
Alcol e droga tra i giovani
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