Associazione con finalità di terrorismo anche
internazionale o di eversione dell’ordine democratico (art. 270 bis del codice
penale). Questo e la detenzione di armi i principali reati di cui sono accusate
le 15 persone arrestate oggi dalla Polizia di Stato nel corso di un’operazione
antiterrorismo. Un gruppo di appartenenti ad un’organizzazione eversiva,
di stampo marxista-leninista, che aveva in progetto di rilanciare le Brigate
Rosse facenti parte della cosiddetta "Seconda posizione". "Probabilmente questa volta – ha dichiarato il
ministro dell’Interno Giuliano Amato – siamo riusciti a prevenire un attentato
brigatista". I risultati sono arrivati dopo 2 anni di indagini condotte
dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste sotto la direzione dell’Ucigos
e con "l’importante collaborazione – sottolinea Amato – dell’intero
sistema di sicurezza antiterrorismo, a cominciare dal Sisde."
Due anni di indagini
sofisticate Il blitz che ha visto impiegati oltre 500 poliziotti,
insieme alle unità cinofile antisabotaggio, elicotteri e nuclei artificieri
"è il frutto di una paziente attività investigativa - ha ribadito il capo
della Polizia Giovanni De Gennaro-. di un’intelligente collaborazione con i
servizi d’informazione nazionale, ma evidenzia soprattutto una non comune
professionalità nell’impiego delle più sofisticate tecniche d’indagine". L’operazione ha preso avvio nell’estate del 2004 dopo un
altro blitz che aveva permesso il ritrovamento di documenti di natura eversiva
e altro materiale riconducibile ad attività illegali. In una cantina di via
Pepe a Milano all’epoca furono scoperti cavi elettrici, esplosivo, taniche di
benzina, numerosi documenti e una bicicletta che aveva una telecamera nascosta
dentro il fanale e sotto il sellino un apparecchio per registrare e
trasmettere. Tra i documenti in mano agli inquirenti dal 2004 ci
sarebbe anche un elenco di politici, imprenditori, economisti e personaggi
italiani di primo piano con schede dettagliate sui loro spostamenti e le loro
abitudini. "Siamo finalmente riusciti a far luce sulla cellula
per la costituzione del partito comunista combattente, spina nel fianco degli
investigatori" ha dichiarato il direttore della polizia di prevenzione
Prefetto Carlo De Stefano che ha coordinato le indagini. "Si tratta di una
cellula di forte natura eversiva ma che critica l’impostazione militarista
delle BR-PCC, privilegiando la natura movimentista attraverso la cosiddetta
’propaganda armata’".
Tra gli arrestati Oltre ad Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno dei
capofila di "Seconda posizione" e già condannato nell’ 82 a 10 anni per rapina a mano
armata, tra gli arrestati c’è anche Bruno Ghirardi, ex appartenente ai
comunisti organizzati per la liberazione del proletariato. L’uomo era libero
dopo aver scontato una ventina di anni di carcere per una condanna subita nel
1984. Nel gruppo delle persone fermate nel corso della
maxi-operazione antiterrorismo ci sarebbero anche alcuni sindacalisti della
Cgil del Veneto, già sospesi.
Oltre 80 le perquisizioni compiute dagli agenti,
anche in alcuni centri sociali di Padova e Milano. Tra le prove raccolte i
filmati delle esercitazioni paramilitari che gli indagati facevano in zone di
campagna esercitandosi a sparare con armi corte e lunghe. La banda aveva
rapporti con altri gruppo eversivi all’estero, in particolare in Svizzera. |