Rassegna stampa del 12 Ottobre 2005 |
Da “Il Secolo XIX” del 12 ottobre 2005 Staffetta "salva" intervento chirurgico Gara di solidarietà per poter operare un trentenne all’ospedale San Paolo di Savona Protesi bloccata da un incidente stradale. La polizia la consegna in tempo Gianluigi Cancelli. Savona Corsa contro il tempo da parte della polizia stradale per consentire di portare a termine una complessa operazione di chirurgia vertebrale all’ospedale San Paolo di Savona. Una parte delle attrezzature chirurgiche necessarie per effettuare il delicato intervento su un paziente trentenne (per l’esattezza dei "divaricatori" indispensabili per distanziare i muscoli dalla colonna vertebrale) avrebbe infatti dovuto arrivare con un corriere che nel cuore della notte era partito da Udine. Il furgone che trasportava l’importante busta era però rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale accaduto all’alba alle porte di Bologna ed il conducente era purtroppo deceduto. A quel punto è stato soltanto grazie all’impegno degli agenti della polizia stradale se l’attrezzatura medica specialistica è riuscita ad arrivare all’ospedale San Paolo in tempo utile per consentire di portare a termine l’operazione. La vicenda aveva preso il via nel pomeriggio di lunedì, quando dall’ospedale San Paolo di Savona era partita una richiesta per poter ricevere entro la mattinata di ieri attrezzature mediche indispensabili per poter effettuare un intervento di chirurgia vertebrale su un trentenne savonese, Elis C. Una richiesta indirizzata ai responsabili della "Depuy Acromed", una ditta con sede in provincia di Udine specializzata nella produzione di questo genere di attrezzature. Tutto sembrava filare per il verso giusto. Visto che i "divaricatori" richiesti dall’ospedale San Paolo erano disponibili e quindi erano stati messi in una busta gialla e grigia che era stata affidata alla "Traco". L’importante "pacchetto" era puntualmente partito all’una di notte da Udine e avrebbe dovuto giungere a Savona a metà mattinata. Nelle prime ore di ieri mattina, però, il furgone della "Traco"è rimasto coinvolto in un incidente avvenuto sulla circonvallazione di Bologna, all’altezza dello svincolo per l’aeroporto di Borgo Panigale. Uno schianto nel quale il conducente del furgone ha perso la vita. In un primo momento, però, nessuno si è reso conto che su quel furgone della "Traco", tra centinaia di altri pacchi e plichi, vi era quella busta gialla e grigia destinata all’ospedale San Paolo di Savona e all’interno della quale vi erano attrezzature sanitarie da recapitare con urgenza. L’allarme è così scattato soltanto verso le undici, quando al San Paolo non è giunto il corriere che avrebbe dovuto consegnare la busta. E sono bastati pochi minuti per capire che quella busta si trovava all’interno del furgone della "Traco" rimasto coinvolto nell’incidente di Bologna. A questo punto i responsabili del "118" di Savona, su richiesta dell’équipe del reparto di rianimazione dell’ospedale San Paolo diretto dal dottor Massimo Vecchietti, hanno chiesto aiuto alla polizia stradale. Poco prima delle quattordici una pattuglia del comando della polstrada di Modena è riuscita a trovare all’interno del furgone incidentato la preziosa busta e l’ha portata sino a Voltri dove l’ha consegnata ai colleghi di Savona. Che nel giro di una decina di minuti sono riusciti a portarla al San Paolo. In tempo per consentire di effettuare l’intervento chirurgico. Da “Il Mattino” del 12 ottobre 2005 Rabbia e dolore per la strage del sabato sera GIOVANNI GUERRIERO . Bagnoli Irpino Una giornata di lutto e di rabbia. Bagnoli s’interroga ancora sul perchè di una tragedia così grande. E tra disperazione e dolore per la perdita di tre suoi figli, il paese dell’Alta Irpinia riflette anche su quante tragedie si sarebbero potute evitare se solo più accorte abitudini di vita fossero seguite soprattutto dai giovani. Ieri l’ultimo saluto di Bagnoli a Salvatore, Stefano ed Annalisa, i tre giovanissimi vittime dell’incidente stradale verificatosi nella notte tra sabato e domenica in una strada di montagna, dopo una serata trascorsa in discoteca. Il paese si è letteralmente fermato per la funzione religiosa. L’amministrazione comunale, che aveva predisposto la camera ardente presso la cappella di Santa Caterina, ha provveduto alla chiusura al traffico della centralissima via Roma, l’arteria che conduce dall’ingresso del paese sino alla cappella, situata in piazza Di Capua, il ritrovo di tutti i bagnolesi. È stato un continuo via-vai: dai più anziani ai più piccoli, padri, madri, amici; tutti a rendere omaggio a Salvatore, Stefano ed Annalisa. Nel corso della notte si è tenuta la veglia funebre con grande partecipazione di amici degli sfortunati ragazzi. Una lunga fila di mazzi di fiori ha testimoniato l’affetto e la solidarietà della cittadinanza. E la comunanza nel dolore è diventata fratellanza: il dolore ha accomunato tutti, i parenti delle vittime e di quei due giovani ancora alle prese con i postumi dell’incidente. Un paesaggio reso ancora più desueto dalla chiusura di uffici ed attività commerciali decretata dal lutto cittadino. La cerimonia funebre si è tenuta presso la Chiesa Madre del paese ed è stata celebrata dal vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi che ha rimarcato la vicinanza dell’intera comunità dell’Alta Irpinia alle famiglie delle vittime e a Bagnoli. Diretta ai cuori l’omelia che ha ricordato la parabola di Lazzaro, quasi a chiedere il perché di tali tragedie e a invocare una mano divina. Presenti alla celebrazione anche le delegazioni delle amministrazioni comunali limitrofe, rappresentanti della Comunità Montana Terminio Cervialto e esponenti delle istituzioni pubbliche del territorio. Un monito ai giovani del paese perché non si ripetano sciagure simili è stato rivolto dal vicesindaco di Bagnoli, Carmelo Ventura, che, nel ricordare Salvatore, Stefano ed Annalisa, si è appellato direttamente agli amici e ai coetanei perché non ci sia mai più a Bagnoli una giornata così triste. Ai loro tre compagni si sono rivolti pure gli amici e gli studenti che, a turno, hanno letto i loro pensieri e reso pubblici ricordi personali dei momenti passati con gli sfortunati giovani. Tantissimi i bigliettini letti, commozione e preghiere: è stato il momento più toccante della cerimonia funebre. Poi, dopo l’ultimo saluto all’uscita della chiesa, il lungo corteo funebre fino al cimitero.
Da “Il Gazzettino” del 12 ottobre 2005 FERMATO SULLA A4 Ubriaco alla guida zigzagava in autostrada D.D.B. San Donà Tre interventi sull’autostrada A4, nella notte di ieri, da parte dalla Polstrada di San Donà di Piave. Nel corso del pattugliamento notturno gli agenti della Stradale hanno effettuato il recupero di un’auto rubata, rinvenuto tre veicoli con false assicurazioni e ritirato la patente ad un automobilista per guida in stato di ebbrezza. Nel primo caso si tratta di una Opel Astra, rinvenuta nel parcheggio dell’autogrill di Cessalto. Ad insospettire gli agenti è stata la permanenza dell’auto da molto tempo nella piazzola, tanto da far presupporre che fosse stata abbandonata. Da una verifica è risultato, infatti, che il mezzo era stato rubato a Milano e gli agenti ne hanno disposto il recupero. Ben tre i veicoli, un autocarro Renault e due auto, invece, sorpresi mentre viaggiavano con i documenti di assicurazione falsi. I tre mezzi erano condotti da alcuni extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, per i quali è scattato anche il ritiro della patente di guida. Il dissequestro dei veicoli, in questi casi, è comunque subordinato al pagamento di una sanzione amministrativa e alla presentazione di un valido certificato assicurativo. Ritiro della patente, infine, anche per M.C. di 34 anni di Palermo, sorpreso dagli agenti mentre guidava in stato di ebbrezza. L’uomo procedeva pericolosamente a zig zag sull’autostrada quando è stato intercettato dagli agenti della Polstrada. Oltre al conducente anche un secondo passeggero, D.B.W., trentunenne originario di Bari, è risultato positivo all’alcool test. Da “Corriere Romagna” del 12 ottobre 2005 Lancio di sassi in A14 Caccia ad un giovane. CESENA Sassi dal cavalcavia. Questa volta, nel tratto cesenate dell’A14, nessun automobilista è stato centrato da pietre cadute dall’alto. Ma la situazione è peggiore rispetto ad altre volte, quando il danno non si sapeva se era stato provocato da una mano umana o dallo scollamento di qualche parte di un cavalcavia. Questa volta, infatti, pur non essendo stato centrato nessun veicolo, un automobilista ha fisicamente visto una persona, giovanissima dalla descrizione, che appostato su un viadotto autostradale scagliava pietre cercando (senza riuscirvi) di colpire i veicoli in transito. E’ successo, come detto, nel tratto cesenate dell’A14 ieri pomeriggio, E la segnalazione dell’accaduto cellulare, è stata subito girata alle forze dell’ordine, in particolare alla Polizia Stradale di Cesena e per competenza anche all’autostradale di Pieve Acquedotto. Sono scattate immediate ricerche per cercare di intercettare lo scellerato lanciatore di pietre. Indagini sono in corso per cercare d’identificarlo.
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