Secondo gli
investigatori il raggiro ammonta a 250 mila euro. Mentre le autovetture di
grossa cilindrata commercializzate in maniera fraudolenta sarebbero state quindici , in gran parte finite
all’estero.Altre 9 persone sono indagate a piede libero. Ricercato il sesto
destinatario delle misure cautelari.
Acquistavano auto con finanziamenti ottenuti con documenti falsi per poi esportarle . Cinque persone sono
state arrestate e una sesta è ricercata dalla Polizia Stradale. Si tratta di dipendenti di alcune delle più note concessionarie, un rivenditore di auto di
Manduria e un autotrasportatore di
Latiano, nei confronti dei quali, su richiesta del pm Mario Barruffa, il gip
del tribunale di Taranto, Michele Ancona, ha emesso sei ordinanze di custodia
cautelare . L’inchiesta è scattata in seguito alla denuncia contro ignoti per l’acquisto fraudolento di
auto di media cilindrata presentata da una finanziaria la SILF, che non riusciva a recuperare le somme del
prestito concesso poiché , malgrado le
ricerche, non riusciva ad identificare il destinatario. E’ una delle sette
finanziarie vittime del raggiro. Stando
alla ricostruzione degli agenti della Polizia Stradale di Taranto effettuata con l’ausilio delle
intercettazioni telefoniche , attraverso documenti di identità falsi ,
risultati intestati a persone decedute
da diversi anni (in un caso da ben 22 anni) veniva richiesto il finanziamento e venivano acquistate le autovetture
che venivano poi rivendute all’estero, in Portogallo e soprattutto in Germania
(particolare emerso dalle telefonate intercettate), attraverso la
mediazione di due autotrasportatori
della provincia di Crotone, due fratelli uno dei quali residente a Rimini.
Dalla Germania secondo gli investigatori , i veicoli venivano inviati nei paesi dell’est Europa.Mentre in Italia
della macchina non rimaneva nessuna traccia in quanto veniva radiata con
passaggi di proprietà anche questi
fasulli poiche effettuati con documenti
falsificati. «il coinvolgimento dei dipendenti
delle concessionarie – hanno spiegato gli investigatori – consentiva di conoscere i tempi
di espletamento delle pratiche per l’acquisto e l’espatrio delle auto». Le operazioni di falsificazione, hanno scoperto i poliziotti,
venivano effettuate con la complicità di un tecnico informatico
molto esperto il quale, per un periodo, ha lavorato come consulente in un
comune della provincia. Complessivamente sono 15 le autovetture vendute con il sistema fraudolento. Ma, è
l’ipotesi del comandante della sezione
polizia stradale di Taranto, il V.Q.A. RUCCI Dr. M. Dolores «non è escluso che con questo
sistema fraudolento siano state vendute
altre auto». Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, ieri
all’alba gli agenti della Stradale hanno effettuato tredici perquisizioni nelle
province di Taramto ,Brindisi e Matera.
Dal
“Corriere del Giorno Taranto”
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