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Rassegna stampa Alcol e Guida del 16 febbraio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ASCA

SANITA’: TURCO, PRESTO A SCUOLA SI STUDIERA’ ’EDUCAZIONE ALLA SALUTE’ 

Roma, 16 feb - Presto a scuola, ci sara’ un’ora di lezione dedicata all’educazione alla salute’. Lo ha annunciato il ministro della Salute Livia Turco, presentando il piano interministeriale ’Guadagnare salute’ approvato oggi dal Consiglio dei ministri. ’’L’aumento dell’obesita’ e del sovrappeso, la ripresa dell’abitudine al fumo, gli allarmi su forme di alcolismo giovanile sempre piu’ emergenti, l’alimentazione sbagliata e senza regole, la deriva verso una vita sedentaria, sono infatti tendenze ormai generalizzate che ci portano a interrogarci urgentemente sul che fare per invertire questa apparentemente irresistibile deriva antisalutare. 

Paesi come la Gran Bretagna - ha spiegato Turco - sembrano aver imboccato, almeno a stare ad alcune recenti dichiarazioni, una via che potremmo definire ’’punitiva’’ verso coloro che risultano essere in qualche modo recidivi nell’abbandonare vizi o cattive abitudini pur essendo stati avvertiti per tempo dei rischi ad essi correlati.

E cosi’ si e’ cominciato a parlare di penalizzazioni sulle cure per un disturbo cardiaco o un cancro nei confronti di fumatori incalliti che non abbiano smesso di fumare nonostante reiterati richiami delle autorita’ sanitarie. Idem per gli alcolisti o per gli obesi che non provino a mettersi a dieta per tempo’’. (*)

Secondo il ministro si tratta di ’’una via drastica, quasi ’’vendicativa’’ o comunque di stampo giustizialistico nei confronti dei cittadini, che sembra non tener conto dei

molteplici fattori economici, sociali, mentali, che stanno quasi sempre dietro un comportamento a rischio per la propria salute. Ma, in ogni caso, contraria a quella visione di tutela e diritto inalienabile alle cure che rappresenta uno dei grandi principi costituenti del nostro Paese. Detto questo penso che chi governa e amministra la sanita’ ma anche i singoli cittadini, debbano rendersi conto che non provare a invertire queste abitudini dannose per la nostra salute sarebbe assurdo e criminale. Nei confronti delle persone ma anche della collettivita’ e della nostra responsabilita’ sociale’’.

rus/cam/alf

(*) Nota: nei confronti degli alcolisti l’atteggiamento responsabilizzante degli inglesi è stato favorito dalla vicenda di George Best. Il calciatore era stato sottoposto al trapiantato del fegato nonostante il suo atteggiamento denotasse nessun impegno a smettere l’abitudine che lo ha portato alla morte dopo tre anni. Secondo molte persone l’organo trapiantato poteva avere una migliore destinazione.


 

IL GAZZETTINO

I punti critici della viabilità e i rimedi per ridurre il numero dei sinistri nello studio della Commissione regionale che ha analizzato il problema 

Strade killer, ecco la lista nera in Veneto 

Gli incidenti costano 600 euro l’anno a ogni cittadino, in regione l’indice di pericolosità è superiore al dato nazionale

Venezia

<>Mettiamola così: prevenire gli incidenti conviene. In termini economici. Lo rivelano i dati elaborati dalla commissione regionale sui prezzi che per tre mesi ha studiato le statistiche sugli incidenti stradali, sui costi di questi e sulle politiche per la sicurezza. Ogni anno nel Nordest, in base a quanto già rilevato dall’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, gli incidenti stradali costano 550-600 euro a ogni cittadino. La cifra tiene conto dei costi sanitari, dei danni materiali dei sinistri e della mancata produzione di chi rimane coinvolto in un incidente. E il Veneto sta peggio di altre regioni: nel 2005 si sono verificati 17.425 incidenti, nei quali 540 persone hanno perso la vita e 24.122 sono rimaste ferite in modo più o meno grave. Nelle sette province venete si registrano indici di pericolosità superiori alla media nazionale, con Treviso in testa alla graduatoria con 2,7 morti ogni cento persone lese (il dato statale è 1,7). Senza contare che il 31 per cento delle vittime è costituito da giovani di età compresa fra 18 e 20 anni.
Basta questo a giustificare l’invito, formulato dal presidente della commissione, Dario Bond (Fi), a investire di più nella sicurezza stradale, sulla base di un piano d’intervento che comprende interventi strutturali sulla rete viaria della regione ma soprattutto un’opera di comunicazione in grado di suggerire un comportamento più prudente alla guida. Senza tralasciare l’aspetto legislativo, che vede il Consiglio regionale impegnato a contrastare le stragi del sabato sera.
<>I punti neri -Nei tre mesi di studio la commissione regionale ha rielaborato i dati sugli incidenti lungo la rete regionale, che rivelano come siano le strade urbane le più pericolose, con un tasso di mortalità del 44,5 per cento sugli incidenti, che cala al 21 per cento sulle strade provinciali, al 17,5 su quelle regionali e statali e al 7,6% sulle autostrade. L’assessore alla mobilità Renato Chisso ha ricordato che la Regione, attraverso la legge regionale 39, ha già finanziato cento delle circa 400 richieste d’intervento presentate dai Comuni, e nel corso del 2007 erogherà i fondi per altri 107 progetti. Ma non basta: «Crediamo - ha detto Bond nel presentare il lavoro della Commissione prezzi - che per l’individuazione dei punti neri della viabilità si debbano predisporre nuovi parametri, come un algoritmo che tenga conto delle condizioni climatiche, del manto stradale, dell’illuminazione e di eventuali lavori in corso».
La comunicazione -La riduzione del numero degli incidenti stradali passa, come ha ricordato il presidente dell’Osservatorio regionale Antonio Fojadelli, per un’opera educativa che deve coinvolgere le famiglie e che imponga stili di vita più prudenti per chi si mette alla guida, magari dopo una serata di svago. Ma la commissione regionale pensa anche a qualcosa di più concreto: come una campagna d’informazione con le sagome delle vittime ai lati delle strade più pericolose, come già sperimentato all’estero. Ma la comunicazione interverrà anche fra gli enti locali, al fine di ovviare alla segnaletica contraddittoria, ai diversi limiti di velocità previsti sulla medesima strada nei tratti di competenza regionale e comunale. Ciò anche al fine di ridurre il contenzioso con gli automobilisti. Il lavoro della commissione è stato avviato proprio dall’elevato numero di telefonate (300 alla settimana, ndr) da parte di automobilisti multati da telelaser spesso occultati al limite della strada. <>La tecnologia -Il contributo più innovativo dello studio è dato però dall’invito che la commissione ha rivolto ai presidenti di Veneto Innovazione, del Vega di Marghera e di Veneto Nanotech per elaborare strumenti in grado di promuovere la sicurezza a bordo dei veicoli. «Sono già a livello avanzato - ha ricordato Bond - gli studi per un dispositivo che blocchi il motore quando il conducente è in stato di ebbrezza». Sono già una decina nel mondo i produttori di sensori da applicare al volante che rilevano il diverso grado di tossicità di chi ha assunto alcol, in grado di agire sulla centralina elettronica del motore interrompendo il contatto in caso di superamento dei parametri. La commissione auspica che questi dispositivi possano essere inseriti di serie nei veicoli nuovi. Allo studio c’è anche un dispositivo che blocca il motore in caso di sonno. Tutto questo, naturalmente, può essere superato dal comportamento virtuoso di chi guida, e dalla scelta di mettere al volante chi, fra un gruppo di amici, non ha bevuto.
La legge -All’ordine del giorno del Consiglio regionale c’è la proposta di legge, votata all’unanimità dalla terza commissione, di vietare la vendita di alcolici dopo l’una di notte e di imporre alle discoteche di chiudere alle tre di notte. Per il procuratore Fojadelli si tratta di un progetto «sperimentale, che potrebbe dare frutti positivi una volta accompagnato da un’adeguata campagna d’informazione». In grado, ovviamente, di contrastare le obiezioni dei gestori e degli esercenti in nome della libertà d’impresa e dei diritti allo svago dei giovani. Obiezioni che si scontrano, per Fojadelli, con la tutela di un bene superiore, la vita dei giovani, di quei 168 «under 20» che nel 2005 hanno perso la vita per lo sballo di una sera e per qualche bravata di troppo alla guida.

Alberto Francesconi


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Un "Locale amico" annega ...

Adria

Un "Locale amico" annega nell’indifferenza. Il progetto provinciale che si prefigge lo scopo di promuovere un’assidua opera di informazione e di disincentivazione sull’uso dannoso dell’alcool ed ha, come obiettivo, la diffusione tra i giovani, le famiglie e i gestori dei locali pubblici della cultura dell’autoprotezione e dell’ autopromozione della salute, in città ha fatto flop.
Sui 120 questionari distribuiti nei locali pubblici del territorio, la più alta percentuale in provincia, al tirar delle somme, sono stati solo 3 quelli compilati, pari al 2,5 per cento di adesioni. Basti pensare che a Rovigo, su 106 moduli consegnati, ne sono ritornati 42. Solo Villarmarzana ha fatto peggio di Adria. Nessuno dei 3 bar ha risposto. Il risultato fa riflettere.

L’iniziativa, istituita dalla provincia di Rovigo, con la partnership di 16 Comuni, l’Ulss 19, l’Ufficio scolastico provinciale, il Csv, l’Age, l’Unione genitori scuola, l’Auser, l’Acat, il Comitato solidarietà antidroghe, l’associazione Solidarietà Delta, l’Ascom e la Confesercenti si prefiggeva il monitoraggio sul territorio del fenomeno dell’uso delle droghe e dell’uso problematico di alcol tra la popolazione giovanile residente, per contribuire al perseguimento di idonei programmi di informazione, di prevenzione e di intervento. L’aumento dei problemi alcolcorrelati in persone relativamente giovani e la constatazione che i bar e le birrerie sono i luoghi di ritrovo privilegiati dai giovani e dai ragazzi, anche minorenni, aveva portato la provincia a proporre agli esercenti stessi un’attività di sensibilizzazione mirata alla prevenzione dell’uso dannoso di alcol, al fine di contenere i danni ad essi correlati. Si è chiesta formalmente la collaborazione degli esercenti dei locali, dei circoli, dei ristoranti, dei pub e delle pizzerie. Questi dovevano compilare in maniera anonima un questionario e dovevano poi aderire, su base volontaria, alle successive tappe del progetto che prevedono, tra l’altro, alcuni incontri di approfondimento. Ad Adria ovviamente qualcosa non ha funzionato. Il sindaco Antonio Lodo così commenta: «Il dato non è certo positivo. Dobbiamo però capire il motivo di questa scarsa adesione». (*)

(*) Nota: il motivo è molto semplice: questi esercenti se ne fregano delle leggi perché nessuno le fa loro rispettare. Se non si ha timore nemmeno del Codice penale qualsiasi altra sollecitazione appare risibile.


  IL TEMPO

di ANGELA ABBATECOLA CASSINO

La denuncia presentata dalla vittima poco dopo la ...

... violenza aveva innescato una serie di indagini che all’alba di ieri hanno portato all’esecuzione di tre ordinanze di custodia in carcere a carico di tre giovani formiani. In manette sono finiti due fratelli P.G. ed L.G. di 21 e 24 anni e M.M. di 23. Uno dei tre, studente a Cassino, presso la facoltà di scienze motorie, soggiorna in città, in un appartamento preso in affitto in zona stazione. Gli altri due, un militare e un disoccupato, erano stati invitati per una festa. A partecipare, anche lei, 23enne giunta a Cassino insieme ai suoi «amici». Una festicciola con altri coetanei. I fumi dell’alcool devono aver preso il sopravvento finchè in tre, rimasti soli con la ragazza, le si sono avventati e a turno ne avrebbero abusato. Il fatto si è consumato la notte tra il due ed il tre gennaio, ma la ragazza ha atteso per vuotare il sacco. Una denuncia ricca di particolari nella quale avrebbe fornito le generalità dei suoi presunti aguzzini. Un mese di indagini da parte della polizia del commissariato di Formia, diretto dal dirigente Alessandro Tocco, hanno rilevato elementi importanti a carico dei tre. Prima di procedere alle custodie cautelari gli inquirenti hanno cercato riscontri oggettivi utili a dare maggiore consistenza alle dichiarazioni della 23enne. Le risultanze di intercettazioni telefoniche e ambientali avrebbero prodotto elementi combacianti con i contenuti della denuncia. Da ieri i tre si trovano reclusi presso il carcere di Cassino. 


 

IL MATTINO

Litigano e uccide il figlio alcolista

Pescara. Un lungo dramma familiare ha spinto un padre ad uccidere a colpi di fucile il figlio alcolista di 31 anni. La tragedia, la notte scorsa in un appartamento di Pescara dove un operaio di 54 anni, Alfonso Perini, ha sparato da distanza ravvicinata contro il figlio Rocco, colpendolo mortalmente al torace. L’uomo, cacciatore, ha usato due fucili che deteneva regolarmente assieme ad altre armi. È finita così nel sangue, alle 4.30, l’ennesima lite iniziata verso mezzanotte: il figlio è rincasato e come al solito si è messo a bere. L’omicidio si è consumato in due tempi, tra la cucina dove il figlio si è rifugiato dopo i primi colpi e l’ingresso dell’appartamento. Dalla cucina Rocco ha avuto il tempo e la forza per chiamare il 118: «Mio padre mi ha sparato» ha detto al telefono. E l’ambulanza è arrivata subito, ma l’ha trovato morto in seguito a una seconda scarica di fucile. Non è chiaro se la moglie, Bruna di 52 anni, prima di chiedere aiuto ai vicini sia riuscita a disarmare il marito che comunque ha utilizzato un altro fucile. La polizia, non ha avuto poi difficoltà ad arrestare il metalmeccanico abruzzese impiegato in una ditta che ripara ascensori: l’uomo non ha opposto resistenza dicendo: «Non ce la facevo più». Rocco, schiavo della bottiglia e disoccupato da sei anni nel 2002 era stato arrestato per guida in stato di ebbrezza e, due anni dopo, ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio.


  IL TEMPO
Una vita difficile tra alcol e disoccupazione

PESCARA — Rocco non ne voleva sapere di lavorare, pur sapendosi arrangiare in diverse attività. Da almeno sei anni era senz’arte né parte, e aveva un grosso problema con l’alcol. Alzava troppo il gomito e troppo spesso. Rincasava ubriaco la sera, e quando non aveva bevuto fuori lo faceva in casa, davanti ai genitori. La cosa non andava affatto giù a mamma e papà Perini, che lo rimproveravano: la donna, anzi, aveva paura delle sceneggiate del figlio sbronzo, anche perché faceva volare per aria quello che gli capitava a tiro. Le sfuriate erano frequenti, i richiami costanti, l’angoscia perenne. Rocco beveva e non lavorava e col passare degli anni questa situazione è pesata sempre più sulle spalle dei genitori, che pure lavoravano e lo aiutavano in ogni modo.

IL SECOLO XIX

Picchiano e sputano contro un poliziotto arrestati due giostrai milanesi

NOTTE movimentata in piazza San Giorgio a Sarzana. L’allarme è scattato intorno all’una quando due clienti di un bar hanno minacciato e infastidito il barista. All’interno si trovava un agente della polstrada che dopo essersi qualificato ha invitato i due alla calma. Invece i due, ubriachi, hanno inveito contro il poliziotto, picchiandolo e sputandogli addosso. Un brigadiere della Finanza, fuori servizio, è intervenuto in soccorso dell’agente (portato in ospedale e refertato con 7 giorni). Ha chiamato il 113: i poliziotti del commissariato hanno arrestato Sergio e Claudio Bosco di 47 e 43 anni, residenti a Milano e gestori di una giostra a Rapallo. L’accusa è di minacce, resistenza, lesioni e diffamazione a pubblico ufficiale. Dopo una notte in cella, i due giostrai, difesi dall’avvocato Jacopo Memo, sono comparsi ieri davanti al giudice che ha confermato il fermo, li ha rimessi in libertà. Il processo rinviato al 23 febbraio.


 IL TEMPO

Calci e pugni ai carabinieri. Arrestati

Nei guai due giovani di Fara San Martino. Saranno processati per direttissima a Chieti

LANCIANO — Hanno aggredito a calci e pugni 2 carabinieri che li avevano fermati ad un posto di blocco stradale. Sono finiti nei guai 2 giovani di Fara San Martino, arrestati dai militari della compagnia di Lanciano con le accuse di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Le manette sono scattate per Giovanni Piergrossi, 32 anni e Flavio Di Sciullo, 26enne. Gli amici sono stati bloccati in paese mentre si trovavano su una Opel Corsa condotta da Di Sciullo. Erano in evidente stato di ebbrezza e alla vista dei carabinieri hanno tentato di disfarsi di un piccolo involucro contenente alcuni grammi di hascisc. Uno ha anche cercato di fuggire, ma è stato subito raggiunto e bloccato. Alla richiesta di spiegazioni sull’accaduto è esploso un violento alterco. Piergrossi e Di Sciullo - che sono stati anche segnalati alla prefettura per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti - hanno dato in escandescenze, scagliandosi contro i militari che sono rimasti lievemente feriti. Medicati al pronto soccorso dell’ospedale di Casoli, se la sono cavata con una prognosi di 15 giorni ciascuno. I ragazzi sono finiti in carcere in attesa del processo per direttissima che sarà celebrato al tribunale di Chieti. 


 

IL GAZZETTINO (Treviso)

SAN FIOR 

Incidente in A27: camionista assolto

(A. Fed.) Christian Revinot, 28enne di San Pietro di Feletto, era scampato nel 2003 ad un incidente che sarebbe potuto essere gravissimo. Due anni dopo, sulla A27, con una Mercedes, viaggiava malgrado avesse nel sangue un tasso di alcool molto alto (2.27 contro lo 0.50 consentito dalla legge); improvvisamente era andato a sbattere contro il guardrail di destra, era rimbalzato a sinistra e l’auto aveva fatto testacoda, fermandosi sulla corsia di marcia dell’autostrada, lui era sceso dall’auto e rimasto lì, fermo, sulla corsia di sorpasso. Era notte: un camion l’aveva travolto e ucciso.
Ieri il giudice dell’udienza preliminare Gianluigi Zulian ha assolto Zeno Tormen, 39enne, di Ponte delle Alpi, che era alla guida del camion.
<>Non sempre un morto sulla strada corrisponde alla colpa di un guidatore: Revinot, una volta sceso dall’auto, non era subito scappato, uscendo dalle corsie autostradali e magari accendendo i fari di sosta; non aveva chiamato la polizia o i Vigili del Fuoco per far spostare il suo veicolo; malgrado il custode della ditta Grigolin, che aveva visto e gli gridava di scappare, era rimasto fermo sulla corsia di sorpasso.
Il grosso mezzo guidato da Tormen era riuscito a spostarsi sulla sinistra e ad evitare l’auto, ma mai più avrebbe potuto pensare di trovare l’uomo. Lo aveva travolto, e il povero corpo era poi stato travolto anche dalla Audi che seguiva il camion.
Cosa altro avrebbe potuto fare? Dunque l’assoluzione: il camionista non superava i limiti di velocità; viaggiava sulla destra e ha messo in atto la manovra per evitare l’impatto con l’auto ferma. Non avrebbe potuto compiere altra manovra, perchè era impossibile prevedere che ci fosse una persona.
Il fatto era avvenuto intorno alle 3 del mattino, sulla A27, in comune di San Fior, tra Vittorio Veneto e Conegliano, nella corsia Sud, da Belluno in direzione Mestre.

  IL TRENTINO

La ditta di trasporti austriaca mobilita il Consolato

Contromano sull’A22: il Tir resta sequestrato

ROVERETO. La Pranter, la ditta di autotrasporti austriaca di cui è dipendente il camionista fermato mercoledì mentre viaggiava contromano e ubriaco in A22, le ha tentate tutte per recuperare il proprio mezzo. Ha mobilitato nientemeno che il Consolato austriaco a Milano per capire se ci fossero gli estremi per farsi restituire il camion. Ma non c’è stato nulla da fare: il mezzo resta sotto sequestro ad Ala per almeno tre mesi. La ditta austriaca non ha avuto notizie se non di seconda mano, e per questo inizialmente si è rivolta al Consolato. Il camionista, dopo aver spiegato ai propri datori di lavoro il guaio che aveva combinato (perchè la colpa è sempre di chi si mette al volante ubriaco, e lui lo era parecchio, almeno stando ai referti dell’etilometro), non si è presentato in azienda. Pare si tratti solo di un disguido logistico: forse l’autista non è abituato a rientrare in Austria con il treno.


IL TRENTINO

«Basta alcol, faremo biocarburanti»

I Cipriani presentano un piano di riconversione per la distilleria Intanto l’Appa chiede una scheda tecnica dell’impianto per valutare il dissequestro La proprietà: «Fate presto o chiuderemo»

GIULIANO LOTT

ALA. Fumata grigia per la Distilleria Cipriani: l’Appa le chiede un supplemento di documentazione per valutare la richiesta di dissequestro. L’azienda chiede di fare presto («Il nostro progetto per il nuovo depuratore non l’hanno neanche guardato. Stiamo perdendo 25 mila euro al giorno» sbotta Giancarlo Cipriani) e annuncia la possibile conversione dell’impianto. Che diventerebbe una fabbrica di bioetanolo, posizionandosi in un settore nuovo, quello dei biocarburanti. L’azienda sta studiando questa possibilità da tempo con l’Istituto agrario di san Michele. (*) Ma ora deve ripartire in fretta, servono 100 giorni per finire le lavorazioni. Poi verrebbe l’adeguamento del depuratore e poi il progetto di riconversione.
L’assessore provinciale all’industria Marco Benedetti è arrivato ieri pomeriggio nello stabilimento, ha parlato a lungo con il sindacalista Stefano Montani (Cgil), il consulente tecnico della ditta l’ingegner Alessandro Bettini, l’amministratore delegato Emanuele Cipriani. Ad ascoltarli nello spogliatoio della fabbrica ferma ormai da oltre una settimana, i dipendenti. Una ventina almeno. Montani: «I lavoratori non possono attendere oltre, stanno già pagando colpe non loro».
<>Benedetti ha raccomandato ai Cipriani di seguire alla lettera le disposizioni dell’Appa, anche se ciò comporterà un inevitabile aggravio di tempi. Il consulente Bettini spiega: «L’Appa ha richiesto un tale quantitativo di materiale, dalle planimetrie alla documentazione tecnica, che produrlo richiederebbe un mese di tempo. Lavorando giorno e notte posso ridurlo a dieci giorni al massimo». Dopo di che, i tecnici dell’Appa devono prendere in esame il ponderoso malloppo sulla cui base decideranno se concedere all’azienda la revoca del sequestro dello scarico. Quello sul rio Sorne. E su questo punto, i Cipriani hanno qualcosa da ridire. «Assurdo liberare proprio lo scarico più impattante, la mancanza di acqua nel rio, che non permette la diluizione degli scarichi depurati, è nota a noi quanto all’Appa ed è proprio quella la causa del sequestro». Il rischio è di trovarsi di fronte a un nuovo stop, sostengono non senza logica i Cipriani. Benedetti è prudente: «Dobbiamo gestire una situazione d’emergenza, ma non possiamo esimerci dal fare tutti i passi necessari, per tutelare l’azienda e con essa i lavoratori. La documentazione tecnica richiesta è imprescindibile. Andrò a parlare con il sostituto procuratore Fabio Biasi e farò il possibile per ridurre i tempi dell’eventuale dissequestro. Farò presente all’Appa che in prospettiva esiste un piano di riconversione importante, con aspetti di interesse sotto il profilo ambientale». I Cipriani chiedono alla Provincia di assumere un ruolo, per così dire, “da testimonial”, Benedetti fa propria l’idea. «Potremmo adeguare i mezzi della nostra flotta e quelli del trasporto pubblico, Trentino trasporti in testa, a questo tipo di carburante ecologico». Dopo la costituzione di un Comitato di residenti, il sindaco di Ala punta il dito sul rapporto difficile tra fabbrica e comunità: «Sarebbe un fatto positivo se voi - dice ai Cipriani - presentaste questo bel progetto a Chizzola, in un’assemblea pubblica».
In Brasile già da anni molte auto funzionano con questo carburante ecologico e anche Germania e Svezia stanno applicando il bioetanolo. Si può usare puro o diluito con la benzina in varie percentuali. Basta una piccola modifica a un normale motore a scoppio. I gas di scarico: niente gas serra, poche molecole di anidride carbonica e acqua.

(*) Nota: in Europa i danni correlati all’uso di alcolici costano l’1,3% del P.I.L., (125 miliardi di euro). Con tale cifra si potrebbe comprare tutto l’alcol e trasformarlo in biocarburante. I produttori diventerebbero ricchi e si eviterebbero enormi sofferenze, comprese quelle non tangibili.


ASCA

IRLANDA: I VESCOVI CONTRO L’ALCOOL, SI BEVE TROPPO 

Dublino, 16 feb - Gli irlandesi abbandonino la via dell’alcool e si assumano la responsabilita’ di cambiare il modo di vivere. E’ l’invito che i vescovi dell’Irlanda, preoccupati per l’alto tasso di ubriacature, rivolgono alla Nazione chiedendo un ’’fioretto’’ in vista della quaresima. 

In una lettera pastorale che verra’ letta domenica in tutte le chiese irlandesi, i vescovi lamentano il fatto che ’’negli ultimi dieci anni il consumo complessivo di alcool

del popolo irlandese e’ aumentato del 40%, in un periodo in cui altri Paesi d’Europa lo hanno ridotto’’. Per questo motivo il periodo della quaresima, proprio perche’ e’ periodo di penitenza, a detta dei vescovi e’ il momento giusto per ridurre o abbandonare del tutto l’alcoolismo.

Ma la richiesta, agli occhi degli irlandesi, appare di difficile messa in atto, perche’ se e’ vero che la quaresima e’ alle porte, nei 40 giorni di penitenza si colloca la festa di San Patrizio, santo patrono d’Irlanda. E per gli irlandesi, e’ difficile immaginare un ’Saint Patrick’s day’ senza Guinness e whiskey.

Red/mcc/ss


 

IL GIORNALE

Pescatore ubriaco aggredisce uno squalo. E lo mette ko

di Redazione - venerdì 16 febbraio 2007,

Sidney - Un pescatore australiano ha reagito al tentativo di uno squalo di mangiarsi le sue esche. Non ha esitato ad aggredirlo e a picchiarlo per farlo desistere, uscendo incredibilmente illeso dall’insolita zuffa. Bisogna però aggiungere che tanto coraggio, o magari incoscienza, non era soltanto farina del suo sacco: l’uomo, Phillip Kerkof, era ubriaco fradicio, avendo appena fatto il pieno di vodka in un bar del porto di Louth Bay, cittadina dell’Australia Meridionale. Ha forse pensato di farsi passare la sbronza mettendosi a pescare sul molo ma, dopo un po’, è arrivato lo squalo che ha cominciato a gironzolare intorno ai calamari infilati negli ami, con l’intento di mangiarseli.
Ko Phillip si è arrabbiato, e ha deciso di scendere dalla scaletta nell’acqua bassa, e di affrontare l’intruso: non un grande squalo bianco, anzi, appena un metro e mezzo scarso di lunghezza, ma comunque grande a sufficienza da tenere lontano chiunque fosse sobrio abbastanza. Invece "gli sono andato dietro di soppiatto, zitto zitto, poi gli sono arrivato addosso e l’ho acchiappato", ha raccontato alla televisione nazionale. "Lui all’inizio si dibatteva, ma poi ha cominciato a girarsi e ha cercato di mordermi". Impassibile, Phillip gliele ha suonate e infine lo ha trascinato sul molo, anche se non è riuscito a evitare che i denti affilati dello squalo gli squarciassero i jeans.

Vodka "Beh, ho pensato, è strabiliante che cosa ti fa fare la vodka", è stato il commento della potenziale preda diventata, per una volta, predatore. Non più alticcio, però, si è reso conto di che cosa era davvero successo, e soprattutto di che cosa sarebbe potuto capitargli. "Non è una cosa che suggerisco ad altri di fare", ha commentato Phillip. "Quando sono tornato in me ci ho riflettuto e mi sono detto, ’Sono proprio un idiota’...".


IL DENARO
Vino: riforma del settore, Parlamento prudente

"Un approccio misurato e prudente alla riforma del settore vitivinicolo europeo, è un risultato che auspicavamo. Da Strasburgo oggi (ieri, ndr) arrivano notizie positive". Lo afferma il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, commentando in una nota la pronuncia di ieri del Parlamento europeo, che giudica inadeguate le misure radicali previste dalla Commissione europea, in particolare l’estirpazione massiccia dei vigneti. "Il voto sul rapporto di iniziativa sulla riforma dell’Ocm vino - spiega il ministro - segna un primo significativo risultato su tre punti essenziali: il limite all’estirpazione, il mantenimento dell’aiuto ai mosti per l’arricchimento e il rifiuto di miscelarli con mosti extraeuropei. Su questi primi risultati occorre far leva nel prosieguo dell’iter legislativo vero e proprio". 


 

IL MESSAGGERO

Lazio, si vive piu’ a lungo ma occhio a cibo e alcol

LA NAZIONE

N ELLA GUERRA contro l’abuso di alcolici da parte dei giovani l’amminis...

IL RESTO DEL CARLINO

Un cesenate di 43 anni è stato assolto dal reato di guida in stato d’ebbrezza anche se tro...

SCANDIANO 0 Ubriaco scatena il pandemonio in pizzeria: arrestato

L’UNIONE SARDA

«Sui carri né alcol né droghe»

Cocktail mortale di droga e alcol per un giovane clochard lombardo

IL MESSAGGERO VENETO

troppo alcol fra gli studenti

IL TIRRENO

quelle nostre sbronze prese per caso

sempre più giovani gli utenti del sert

lezioni e partite di pallavolo contro l’alcolismo giovanile


© asaps.it
Sabato, 17 Febbraio 2007
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