IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)
LA POLEMICA
"Dieci euro e bevi finché vuoi" L’appello: fermate questo pub
La lotta di una mamma coraggio che
perse il figlio in un incidente. "E’ un messaggio pericoloso, il 50% delle
vittime della strada è causato dall’abuso di alcol"
Reggio - "VENERDÌ E SABATO
"Open bar", paghi 10 euro e bevi quanto vuoi (le donne 5 euro)".
E’ il messaggio pubblicitario di un locale di Reggio, il Geco Club, finito nel
mirino delle associazioni di genitori, della circoscrizione e dell’Associazione
amici della polizia stradale.
«E’ un messaggio negativo, che
incita i giovani a non avere regole», ha detto il presidente della
circoscrizione che ha chiesto ai vigili urbani di controllare con l’etilometro
i giovani automobilisti che escono da questo locale (ma anche degli altri pub
reggiani). «Ma io non permetto a nessuno di ubriacarsi qui», ha ribattuto il
gestore del club. "BISOGNEREBBE denunciare certi gestori di locali per
istigazione al bere. Dire che si può bere finchè si vuole è illegale oltre che
sbagliato". Dieci
anni fa Carla Mariani Portioli perse il figlio secondogenito in un
incidente stradale. Si chiamava Raffaele, aveva solo 18 anni. Da allora mamma
Carla combatte contro le stragi al volante e oggi è vice presidente
dell’Associazione europea familiari vittime della strada. Quando sente parlare
di giovani che bevono alcolici carica tutte le sue munizioni. Sono così pericolosi? "Le cito solo due dati: il 50% degli incidenti
stradali in Italia è provocato dall’alcol. E un morto su quattro è vittima
passiva dell’alcol, cioè è ucciso da chi guidava ubriaco". E l’Italia che fa? "Ieri mattina ho partecipato a un tavolo di lavoro
del gruppo che sta programmando le iniziative per aprile, il mese per la campagna
contro l’abuso di alcol in tutta italia. Sono rimasta delusa". Perché? "Sono soluzioni che finiscono alla fine di aprile. E
invece dobbiamo cambiare modo di comunicare, a partire da messaggi come quello
dell’open bar". Il gestore del bar dice che la legge lo permette. Voi che
potete farci? "E’ l’Unione europea che stabilisce che non si può
comunicare in questo modo l’abuso di alcol. L’Europa dice che bisogna
comunicare piuttosto il divieto di bere. Il gestore di questo locale deve
rendersi conto che va contro il modello culturale dell’Europa". Detto questo, se non cambia, lei che cosa farà? "Organizzerò gruppi di genitori di buona volontà per
andare in questo bar a controllare. Bisogna presentarsi e vedere che
succede". Occuperete il locale? "Dire che con 10 euro bevi fin che vuoi è anche
ingannevole. Pensa sia possibile bere quattro o cinque superalcolici con 10
euro, quando costano 7 o 8 euro l’uno? In quel locale devono aspettarsi di
trovarsi una massa di genitori che chiederà di consumare tutto con 10
euro". Fa un appello? "Sì. Chiedo a tutti i genitori di buon senso di
mandare messaggi di contrarietà all’open bar. E vediamo di organizzarci: visto
che si risparmia, ci andremo anche noi a controllare". Il gestore assicura che è impossibile ubriacarsi, il
locale è sempre pieno di gente e lui controlla... "Ma il punto è che lui non può mandare un messaggio
così, non se ne rende conto?" Dice che comunque i ragazzi trovano gli alcolici nei
supermercati.. "La solita bugia. Nessuno si porta da bere in auto
dopo aver preso le bottiglie nei supermercati. La verità è che nessuno vuole
impegnarsi in un vero cambiamento culturale. A partire dalle varie feste con
nomi di alcolici". Le feste della birra che si fanno in estate: lei ha
chiesto che cambino nome. L’hanno ascoltata? "Quel nome è una istigazione al bere, perché unisce
l’alcol al divertimento. Smettiamola di prendere in giro i giovani. In aprile
si parte con iniziative per la prevenzione contro l’alcol e poi si fanno queste
feste? Dobbiamo
combattere questo modello. Non so come andrà a finire con la festa della birra
che si fa qui nel Reggiano. Gli assessori sono deboli, fanno più gli assessori
che i padri". Non perdona. "Bere fin che vuoi, è un messaggio che arriva ai
minorenni. Un ragazzo capisce che se una cosa la lasciano fare, beh, allora si
può fare... Poi come si fa a chiedere a un ragazzo di sapere ciò che è giusto e
ciò che è sbagliato? Io non darei neppure la licenza a chi dice queste cose". (*)
di Davide Nitrosi
(*) Nota: vi invito a sostenere la protesta di Carla,
scrivendo la vostra opinione al RESTO DEL CARLINO di Reggio Emilia cronaca.reggioemilia@carlino.net
e, per conoscenza, a a.sbarbada1@tin.it e robargen@libero.it per la
pubblicazione in rassegna stampa.
COMUNICATORIPUBBLICI.IT
I giovani e l’alcol, in una prospettiva di salute pubblica
Si terrà a Rovereto (Tn) nei giorni 22 e 23 febbraio 2007
il convegno internazionale "Giovani e alcol. Politiche, strategie e azioni
per contrastare il consumo giovanile di alcol". L’incontro è rivolto agli
operatori della salute, delle politiche sociali, della scuola e delle politiche
giovanili, nonché a professionisti della comunicazione pubblica e sociale. Sarà un importante momento di incontro tra rappresentanti
delle istituzioni pubbliche della salute italiane e di altri Paesi europei,
docenti e ricercatori universitari, rappresentanti del mondo del lavoro,
esperti di comunicazione pubblica e di marketing sociale. Giovedì 22 febbraio
il confronto avverrà sugli studi, sulle politiche e sulle strategie realizzate
in Italia e in Europa, mentre nella giornata di venerdì 23 febbraio gli
interventi saranno focalizzati su esperienze di partecipazione e promozione
dello sviluppo giovanile e su esempi di campagne di comunicazione effettuate
nell’ambito della prevenzione dei rischi alcol-correlati. Il contrasto all’abuso di sostanze alcoliche è un tema che
riveste particolare importanza per chi si occupa di prevenzione, educazione e
comunicazione pubblica per la salute. È noto, infatti, come l’eccessivo consumo
di alcol sia una delle principali cause di morte prematura e di malattia
evitabile. Lo studio di Anderson e Baumberg, "L’Alcol in Europa. Una
prospettiva di salute pubblica", evidenzia quanto siano esposti al rischio
i più giovani, stimando che nella fascia di età 15-29 anni il 10% della
mortalità delle giovani donne e il 25% dei giovani maschi è dovuta al consumo
di alcol. Un altro dato è particolarmente significativo per determinare le
strategie di prevenzione sul tema: un incidente stradale su quattro è da
imputarsi al consumo di alcol, e in Europa almeno 10.000 persone perdono la
vita ogni anno per episodi dovuti alla guida in stato di ebbrezza. La Commissione Europea ha recentemente ribadito l’impegno
dei diversi livelli istituzionali, secondo le specifiche competenze (An EU
strategy to support Member States in reducing alcohol related arm - 20 ottobre
2006), sottolineando la necessità di azioni che coinvolgano i differenti attori
sociali nelle iniziative di prevenzione. Nel rapporto si evidenzia che, per
contrastare il consumo eccessivo di alcol, possono rilevarsi efficaci azioni
community-based di prevenzione dei comportamenti a rischio, coinvolgendo gli
insegnanti, i genitori, i giovani stessi e i vari stakeholder. Produttori e
venditori al dettaglio possono infatti svolgere un ruolo importante per far sì
che l’alcol sia consumato in modo responsabile. La varietà di modalità e
setting costituisce un ulteriore approccio strategico che può essere adottato, promuovendo
ad esempio concorsi per la realizzazione di campagne di comunicazione e video
sulla prevenzione alcologica che consentano la partecipazione attiva di giovani
e studenti, nonché interventi in contesti quali discoteche e locali notturni. I lavori del convegno si svolgeranno presso la Sala
Conferenze del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
(MART), in Via Bettini. Anche
l’Associazione "Comunicazione Pubblica" parteciperà all’evento, con
la presenza del socio Giuseppe Fattori, Direttore del Sistema Comunicazione e
Marketing Sociale dell’Azienda USL di Modena. Maggiori informazioni sul sito www.trentinosalute.net.
IL SECOLO XIX
Picchia a sangue la moglie poi aggredisce i carabinieri dramma familiare a Vendone Arrestato Giancarlo Forcheri, 43 anni. La donna ricoverata
in ospedale
Vendone. Aggredisce la moglie al termine di un violento
litigio, la colpisce violentemente con un attrezzo da lavoro e la manda
all’ospedale, poi se la prende con i carabinieri intervenuti per calmare gli
animi e viene arrestato. È successo ieri notte a Vendone, dove l’ennesima
lite familiare ha rischiato di sfociare in un autentico dramma. Protagonisti della vicenda Giancarlo Forcheri,
quarantatreenne dipendente di un noto discount della zona del Polo 90, tra
Albenga e Cisano, e la moglie cinquantaduenne. Probabilmente in preda ai
fumi dell’alcol l’uomo, che già in passato aveva avuto qualche problema con
le forze dell’ordine sempre per liti e violenze tra le mura domestiche, ha
cominciato a litigare con la moglie senza un motivo apparente, almeno secondo
il racconto della donna. Non nuova ad esperienze di questo tipo la moglie ha sulle
prime cercato di calmare il marito, ma senza esito, così la situazione è
degenerata e l’uomo ha cominciato a colpirla a calci e pugni e le ha stretto
con forza le mani attorno alla gola. A questo punto la donna, terrorizzata, ha
tentato di mettersi in salvo ma il marito avrebbe afferrato un grosso attrezzo
da lavoro, una roncola, ed avrebbe tentato di colpirla nuovamente. Fortunatamente la donna è però
riuscita a divincolarsi e a fuggire. È uscita dall’abitazione della coppia in
località Castellano (la zona nota in tutto il mondo per il celebre parco delle
sculture di Rainer Kriester) in cerca di un posto dove nascondersi. Appena
riuscita a mettersi momentaneamente al sicuro, la donna ha telefonato al 112
per chiedere aiuto ai carabinieri. Immediatamente si sono precipitate sul posto
due pattuglie della stazione di Villanova, cui presto si sono aggiunti anche i
militari provenienti da Alassio. Neppure l’arrivo dei militari ha però calmato
Giancarlo Forcheri, che nel frattempo era uscito a sua volta dall’abitazione e
si era rimesso in cerca della moglie, inveendo nei suoi confronti ed anche contro
i carabinieri. Anzi, quando i militari hanno cercato di bloccarlo l’uomo si
è ribellato colpendo violentemente un appuntato che ha riportato una lieve
ferita ad una mano, causata forse da un taglierino. Dopo qualche istante di colluttazione i carabinieri sono
riusciti ad immobilizzare l’energumeno e ad arrestarlo. Nel frattempo la donna
è stata soccorsa dai militi della Croce Bianca che dopo averla medicata sul
posto hanno deciso di accompagnarla al pronto soccorso dell’ospedale Santa
Maria di Misericordia dove i medici le hanno riscontrato un trauma cranico,
lesioni al collo, alle braccia ed alle gambe, giudicate guaribili in una decina
di giorni. Per il carabinieri ferito, invece, la prognosi è di una settimana.
Adesso Forcheri si trova rinchiuso nel carcere savonese di Sant’Agostino in
attesa di essere interrogato dal Procuratore della Repubblica Vincenzo
Scolastico. Di fronte al magistrato dovrà rispondere di lesioni dolose
aggravate dai futili motivi a danno del coniuge, maltrattamenti in famiglia e
anche di resistenza a pubblico ufficiale. Forcheri, difeso dal legale Graziano
Aschero, ha evitato la denuncia per omicidio colposo grazie alla prognosi della
moglie ed alle conseguenze fisiche non gravissime dell’aggressione, che avrebbe
potuto avere un esito drammatico, come accaduto tre anni fa nella non lontana
Garlenda, dove un uomo accecato dalla gelosia uccise barbaramente la moglie
proprio davanti agli occhi del figlioletto, e a pochi giorni di distanza a
Ceriale dove una donna venne uccisa a martellate dal marito che poi uscì
tranquillamente di casa, andò al bar e confessò il delitto ad un amico
chiedendogli di avvisare i carabinieri per costituirsi. Come spesso accade nei
casi di violenze e maltrattamenti tra le mura domestiche, una volta scarcerato
Giancarlo Forcheri potrebbe vedersi comunque imporre l’allontanamento
dall’abitazione familiare per la tutela dell’incolumità della consorte.
Luca Rebagliati
IL GAZZETTINO (Belluno)
Riccardo e Valerio, due ragazzi amici del sedicenne di
Belluno che si è tolto la vita…
Riccardo e Valerio, due ragazzi amici del sedicenne di
Belluno che si è tolto la vita nella notte tra sabato e domenica scorsi, ci
hanno consegnato una lettera, "a nome di un vasto gruppo". La
pubblichiamo integralmente, come ci hanno richiesto, con l’unica omissione del
nome del sedicenne, nel rispetto della linea tenuta da questo giornale sulla
tragica vicenda.
«In seguito agli ultimi avvenimenti accaduti nella
provincia di Belluno, dovuti al malessere che puntualmente ogni giorno ritroviamo
fra noi giovani e che, purtroppo, spesso culmina con atti estremi, a cui
nessuno può restare indifferente, noi ragazzi vorremmo esprimere il nostro
parere sul disagio che ormai da molti anni rende la situazione di questa città
insostenibile. Già qualcuno in questi giorni ha messo in luce il problema -
questo qualcuno è il professor Massimo Ferigutti - con cui non possiamo che
essere d’accordo riguardo alla critica fatta ai politici e alle varie
istituzioni che sembrano non sentire la disperazione che caratterizza la vita
di noi adolescenti. Noi, però, non vogliamo entrare nei meriti della politica
(questo lo lasciamo fare a chi è competente in materia). Il nostro obiettivo è
"solo" quello di denunciare i fatti per quello che sono; come ad
esempio il fatto che ormai da molti anni, sfortunatamente, il tasso di
suicidi nella nostra provincia è uno dei più alti in Italia, mentre fino a
qualche decennio fa Belluno risultava uno dei luoghi più vivibili del bel paese.
Pensiamo che, chiaramente, non si possa che sentirsi angosciati davanti ad una
situazione di questo tipo, ma bisogna capire che questa cosa è solo una triste
conseguenza dei vari problemi che tutti i giorni viviamo noi giovani. Anche
le solite, ma non per questo meno gravi, problematiche riguardanti l’abuso di
alcool e droghe non sono altro che conseguenze e, più o meno esplicite, della
disastrosa situazione che c’è in queste zone. Infatti, crediamo che il
"vero" problema, sia il fatto che in tutti gli ambienti da noi
frequentati (tra cui scuole, bar, etc.) noi abbiamo difficoltà a stabilire veri
ed intensi rapporti dove poter esprimere le nostre emozioni e dare spazio alla
nostra creatività, che logicamente per noi, vista l’età, è un bisogno
fondamentale. Questa situazione ci porta, per la maggior parte dei casi, a
vivere perennemente in uno stato fortemente depressivo e ad avere crisi
esistenziali molto drammatiche, e anche se questa cosa apparentemente non si
nota, è e rimane un problema per tutti noi: sia giovani che adulti! Un consiglio che ci sentiamo di
dare, soprattutto ai genitori, ma anche ai vari insegnanti, è quello di dialogare
il più possibile con noi giovani, lasciandoci però vivere le nostre esperienze
liberamente, giuste o sbagliate che siano, senza giudicarci, ma solamente
consigliandoci e mettendoci in guardia sui problemi che potremmo incontrare
lungo il nostro percorso. A questo proposito oltre a consigliare il metodo
da seguire per migliorare il rapporto con noi ragazzi, vorremmo anche fare una
proposta per far sì che questa città torni ad essere vissuta da noi giovani e
ad essere nostra. L’idea, che crediamo sia molto utile per fare in modo che ciò
accada, sarebbe quella di darci la possibilità di autogestire degli edifici
inutilizzati, Belluno ne è piena, per organizzare delle attività «alternative»
o semplicemente per poter avere un luogo nostro (o meglio ancora dei luoghi
nostri) dove ritrovarci. Non sappiamo se a voi questa idea possa sembrare
una cosa sensata o intelligente ma detto in tutta sincerità, a noi non
interessa! Infatti, l’unica cosa che crediamo sia importante ora è di dare a
noi la possibilità di poter provare a rendere questa città più vivibile per gli
adolescenti, facendo sì che le nostre caratteristiche (quali creatività,
immaginazione, etc.) si possano esprimere, anche e soprattutto, nel nostro
territorio! A noi sembra una cosa ragionevole, anzi necessaria, e a voi?».
Riccardo e Valerio"A nome di un vasto gruppo”
IL GAZZETTINO (Venezia)
COPPIE SCOPPIATE
Quando è lei ad aggredire lui,
mostrando non solo le unghie
Sessantenne fracassa uno specchio in testa all’ex
marito
Partner e sempre più litigiosi, addirittura violenti che
alla forza delle parole e del confronto, preferiscono quella della
sopraffazione fisica. Ma quando ad alzare le mani sono le donne, certo la
notizia assume un colore ancora più acceso. Succede l’altra notte e per ben due
volte. Ne sanno qualcosa gli agenti delle volanti chiamati a pochi minuti di
distanza a sedare altrettante liti furibonde esplose fra coppie ormai
scoppiate: vere e proprie aggressioni in rosa, una tra le pareti domestiche,
l’altra nella pubblica piazza. Manca poco a mezzanotte quando Bruno, 65 anni,
con casa in via Miraglia chiama il 113: «La mia ex moglie mi sta menando a
sangue, vi prego aiutatemi». Quando gli agenti giungono nel posto, la
situazione che trovano è dir poco sorprendente. Ad aprire la porta d’ingresso è
lo stesso pensionato piuttosto malconcio e dolorante. Al culmine dell’ennesimo
litigio, Cristina, 60 anni, domiciliata a Roma, da cui è divorziato da parecchio
tempo, gli ha fracassato in testa uno specchio da muro con cornice in legno,
procurandogli per fortuna solo delle lievi ferite, tanto che rifiuta di farsi
accompagnare al pronto soccorso. Pare che alla base del brutale alterco ci
fossero delle incomprensioni ormai sedimentate circa l’educazione - forse
sentimentale? - della figlia ventiseienne. Motivi di gelosia, amplificati
dai fumi dell’alcol sorbito nel girovagare da un locale all’altro, invece
hanno fatto precipitare la situazione fra la veneziana Emanuela, 32 anni, e il
suo boyfriend asiatico del Bangladesh e di 6 anni più giovane con cui convive
da tempo. La zuffa, sulla via del rientro insieme ad altri due amici stranieri,
in piazzale Giovanacci a Marghera. Una parola di troppo o un apprezzamento poco
gradito ed ecco che l’uomo va in escandescenze. I due amici prendono le parti
di Emanuela, anche se non ne ha proprio bisogno, visto che si getta sul moroso
procurandogli profonde escoriazioni al volto, poi medicate al pronto soccorso.
M.A.
BRESCIAOGGI
CAINO. Triumplino nei guai Cacciato dal bar torna col coltello Scatta la
denuncia
È costata cara la sbornia a un valtrumplino. L’uomo è
finito nei guai per un bicchiere di troppo, è stato allontanato dal gestore di
un locale e ha reagito malamente.
Il fatto si è verificato a Caino nel cuore della notte.
Erano quasi le 3 quando i carabinieri della compagnia di Gardone Val Trompia
sono intervenuti per la richiesta di aiuto del gestore di un bar. Il barista
qualche istante prima della telefonata aveva allontanato un avventore: era
molto ubriaco e dava fastidio. Il barista l’ha invitato ad andarsene. Un gesto
che l’avventore non ha gradito. L’uomo ha sì lasciato il bar, ma non ha
lasciato perdere. Ha preso l’auto e è ritornato al bar armato di un coltello.
L’uomo avrebbe anche minacciato il gestore del locale che, spaventato, ha
chiesto aiuto ai carabinieri. Trovato in possesso di un coltello, il triumplino
è stato denunciato per porto abusivo di arma da taglio. Dopo aver consegnato
il coltello l’uomo è potuto ritornare a casa.
LA SICILIA
Palma di montechiaro, ordinanza del sindaco
Carnevale, vietata la vendita di
alcolici
Palma di Montechiaro. Con propria ordinanza il sindaco di Palma, Rosario Gallo, ha imposto per
tutto il periodo delle manifestazioni di carnevale sul territorio comunale, il
divieto assoluto per la vendita di alcolici nei locali pubblici, nei
supermercati e nelle rivendite di generi alimentari. Un provvedimento proposto
da Cesare Castelli, dirigente del locale Commissariato, responsabile
dell’ordine pubblico locale. Ciò al fine di consentire un sereno svolgimento
delle manifestazioni che, vedranno per alcuni giorni il piccolo centro
dell’agrigentino cambiare volto e accogliere festosamente le migliaia di
forestieri che giungeranno in città per assistere alla kermesse carnascialesca.
Secondo fonti del locale Commissariato, durante le manifestazioni del
carnevale, quotidianamente, saranno 10-12 mila i turisti che, in maschera
sfileranno dietro i carri allegorici. Migliaia anche i giovani. Una speciale
squadra formata da agenti di polizia in borghese vigilerà sul rispetto
dell’ordinanza sindacale con cui si fa divieto di vendita di liquori. Ai
trasgressori saranno elevate salatissime multe oltre al rischio della chiusura
a tempo determinato delle attività commerciale. Su disposizione del questore
Nicola Zito sino a martedì prossimo un centinaio di uomini appartenenti alle
forze dell’ordine vigilerà per consentire un sereno carnevale.
A. C.
LA SICILIA
Il Carnevale di Sciacca
Per il notevole afflusso di visitatori che lo
caratterizza, il Carnevale di Sciacca è una delle manifestazioni che richiedono
una corposa presenza di forze dell’ordine. La Questura di Agrigento ha predisposto
un piano di sicurezza e di viabilità che ieri sera è partito con ottimi
risultati. E’ stato inibito l’ingresso delle auto nel centro abitato
dove si svolgono le sfilate dei cari allegorici e oltre un centinaio di tutori
dell’ordine sono ogni giorno al lavoro per garantire i servizi di ordine
pubblico e viabilità. Le prime due serate, quelle dei concerti revival che si
sono svolti in piazza Angelo Scandaliato, hanno dato un segnale forte del
grande attaccamento della città ai ritmi ed ai colori della festa. Purtroppo,
come ormai è consuetudine, insieme all’entusiasmo i giovani si portano dietro
anche il vino e le bevande alcoliche in genere, ritenuti «strumenti»
indispensabili per divertirsi. Ci sono le ordinanze che vietano la vendita di bevande
alcoliche in bottiglia, ma ciò non basta per limitare l’uso di alcol in quanto
molti gruppi di giovani portano il vino da casa e vanno in giro con le
bottiglie di plastica attaccate al collo. Il servizio di ordine pubblico impegna carabinieri,
polizia, polizia municipale, guardia di finanza, polizia provinciale e corpo
forestale. Lo coordina il dirigente del commissariato di Polizia di
Sciacca Antonella Vivona, che ha ormai due anni di esperienza alle spalle e
conosce bene la manifestazione. Le forze dell’ordine giudicano positivo che la festa si
svolga nel quartiere Perriera, dove ci sono spazi ampi per la sfilata e per i
controlli.
G.R.
GAZZETTA DEL SUD
Torino Il fidanzato è un quindicenne Autorizzata ad abortire 13enne finisce in
psichiatria Dopo il consenso della madre è arrivato il permesso del
giudice
Andrea Toffin
TORINO Nasce da una situazione di disagio familiare e profonda
sofferenza la vicenda del ricovero nella neuropsichiatria dell’ospedale Regina
Margherita di Torino di una tredicenne che si è sottoposta volontariamente, e
non per costrizione, a un’interruzione di gravidanza. La protagonista viene da una
storia personale complicata, piena di sofferenza: di origine straniera, con
problemi familiari alle spalle, è stata adottata da una coppia di torinesi che,
in seguito, si è separata. Frequentando un quindicenne, la ragazzina è rimasta
incinta e, in seguito, ha deciso di abortire con l’assenso della madre con la
quale vive. Per legge, però, ha dovuto richiedere l’intervento di un giudice
tutelare del tribunale di Torino, in quanto – a causa della situazione
familiare – non voleva informare il padre. E il giudice, Giuseppe Cocilovo, le
ha dato il permesso di prendere autonomamente una decisione. Non c’è stata,
dunque, alcuna imposizione da parte della magistratura nè da parte della
famiglia. Ad accertarlo, peraltro, è stato lo stesso procuratore
capo, Marcello Maddalena, che nel corso della giornata di ieri, a fronte delle
prime notizie che parlavano di una costrizione all’aborto, ha dovuto verificare
se era stato commesso il reato di violenza privata. La vicenda ha scatenato commenti, prese di posizione e
polemiche. Roberto Rigardetto, direttore della neuropsichiatria del Regina
Margherita, si è detto in disaccordo con la decisione («assolutamente
inopportuna») di ricoverare la giovane, assunta dall’Asl 1 di Torino: «Non è
affatto impazzita (come riportavano le prime notizie, ndr), ma è solo andata in
crisi e non voleva affatto suicidarsi. Ha bisogno d’aiuto ma non in ospedale, e
nemmeno in una comunità». È stato disposto, invece, dai servizi sociali che la
giovane, appena sarà possibile, sia inserita in una comunità alloggio per
curare i suoi disturbi psicologici. Disturbi, peraltro, che aveva manifestato
anche in passato. La giovane, poco prima dell’ interruzione di gravidanza, è
stata portata all’ospedale Mauriziano in stato confusionale: aveva assunto
droga e alcol e i medici l’hanno indirizzata all’ospedale Sant’Anna dove, in
seguito, è stato eseguito l’intervento. Ora lei vuole tornare a casa, è
tranquilla, partecipa alle attività didattiche e ricreative organizzate in
reparto. Tutti i giorni riceve la visita della madre mentre il padre è ancora
all’oscuro di tutto.
TGCOM
Obbligata ad aborto: tutto falso Torino, fonti giudiziarie smentiscono
Non è stata obbligata ad abortire dal Tribunale di minori
di Torino la 13enne ora ricoverata per un crollo nervoso. La ragazzina si era
rivolta al giudice perché, pur avendo il consenso della madre, voleva abortire
senza dirlo al padre, separato dalla moglie. Il giudice ha quindi concesso alla
13enne il permesso di agire come meglio credeva, senza costringerla ad
abortire. A differenza di quanto appreso in un primo momento a
Palazzo di Giustizia, quindi, secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa non c’è
stato nulla di strano nel provvedimento. La ragazzina ha alle spalle una storia familiare
complessa. E’ straniera ed è stata adottata da una coppia di Torino che, in un
secondo tempo, si è separata. Tra l’altro ha un passato di violenze subìte che hanno
messo a dura prova il suo equilibrio psicologico. La giovane, prima
dell’interruzione di gravidanza, ha avuto anche problemi di alcol ed ecstasy. E
i medici dell’ospedale Mauriziano, dove era stata portata, hanno preferito
indirizzarla al centro materno-infantile S. Anna, dove è poi stato eseguito
l’aborto. E’ quindi da ricondurre ai suoi disturbi psicologici
pregressi il motivo del successivo ricovero nel reparto di neuropsichiatria
dell’ospedale infantile Regina Margherita. Ora la ragazza chiede di poter
tornare a casa dalla madre, anche se, appena verrà trovato un posto libero,
dovrebbe essere trasferita in una comunità-alloggio per curare il suo disagio.
ADNKRONOS
PALERMO: MINACCIA LA MADRE E
AGGREDISCE CARABINIERI, ARRESTATO
Palermo, 17 feb. - (Adnkronos) - Ha minacciato la madre
per tutta la notte e quando sono intervenuti i carabinieri si e’ scagliato
contro di loro. E’ accaduto a Palermo, dove i militari hanno arrestato un
cittadino ghanese. Secondo una prima ricostruzione dei fatti il giovane,
probabilmente sotto i fumi dell’alcool, ha inveito per tutta la notte
contro la madre, con cui vive in un appartamento al primo piano di una
palazzina in via Turati, in pieno centro. Cosi’ la donna spaventata dalle
minacce di morte e’ scesa in strada in pigiama per chiedere aiuto.
L’ARENA di Verona
Voci incrociate di ricoveri per alcolismo Brit, dopo la clinica si è rasata a zero
È entrata in un
centro di disintossicazione, ne è uscita dopo un solo giorno ed è poi riapparsa
in un negozio di tatuaggi di Los Angeles, stavolta completamente calva: Britney
Spears continua a fare la gioia dei paparazzi negli Stati Uniti, con le proprie
imprevedibili uscite in pubblico, e appare sempre più fuori controllo. Britney
è spuntata a sorpresa in un centro per tatuaggi e ha creato il caos per un’ora
e mezzo. La Spears si è fatta fare un nuovo tattoo sul polso che mostra labbra
rosse e rosa, mentre decine di fotografi e fan, attirati dalle riprese in
diretta di una tv locale, hanno preso d’assalto il locale, costringendo la
polizia a intervenire per riportare la calma. La Spears, raccontano i testimoni
presenti nel negozio di tatuaggi, si è rasata da sola i capelli ed è apparsa
particolarmente tesa. I giornali americani si sono più volte interrogati su un
eventuale ricovero della pop star Britney Spears in un centro di
disintossicazione. Il giornale «Extra», senza rivelare alcuna fonte specifica,
aveva per primo riferito che la cantante era stata ricoverata in clinica per
disintossicarsi, e ne era uscita il giorno successivo. Citando una non meglio
precisata fonte, il sito internet del settimanale «People» aveva dal canto suo
rivelato che la cantante era entrata ed uscita diverse volte dal Centro
«Crossroads» di Eric Clampton, situato nell’isola caraibica di Antigua.
LA REPUBBLICA
auto & alcol, l’altra faccia della notte - (segue
dalla prima pagina)
GAZZETTA DI REGGIO
il geco club si difende dalle accuse dell’asaps
GAZZETTA DI MODENA
beve, si infossa, ferito
CORRIERE DELLA SERA
L’alcol è ancora più pericoloso se si hanno chili di
troppo
Ragazzi, non fatevi il fegato grasso
LA STAMPA
"Evitare sconti di pena ai guidatori ubriachi che
causano incidenti" Travestito ubriaco allarme all’ospedale
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