Sono stati ben 46, lo scorso anno, i casi accertati
d’imbocco di un’autostrada in contromano. Lo rivela il numero di marzo di “Quattroruote”riportando una ricerca promossa dall’Asaps (Associazione sostenitori amici Polizia stradale). “Si tratta di una manovra purtroppo sempre più consueta – si legge nello studio. – Con un alto potenziale di pericolosità. Di certo non si possono considerare semplici incidenti stradali”. Nel 2006, questo comportamento, da imputarsi principalmente a situazioni climatiche avverse,a stanchezza, distrazione o alterazione della coscienza dovuta all’assunzione di alcol o di sostanze stupefacenti, è costato la vita a 21 persone e ha prodotto 28 feriti gravi. In 12 casi, però, il pronto intervento delle Forze dell’ordine, ha evitato tragedie. Secondo la ricerca, i più esposti al rischio sono i giovani (22-25 anni) di rientro dalle discoteche e gli anziani (over 65), che confondono gli imbocchi con le uscite, anche a causa di una segnaletica non sempre di immediata comprensione . Particolarmente significativa anche la ripartizione tra giorno e notte - 23 e 23 - , a conferma che non esistono orari più pericolosi di altri. Che cosa si può fare per ridurre il fenomeno e limitarne i danni? “Individuare ogni punto a rischio e studiare contromisure ad hoc” spiega Lorenzo Borselli, curatore della ricerca, Consigliere Nazionale
dell’Asaps e sovrintendente della Polstrada, “come intervenire sulla segnaletica tradizionale, realizzare portali a messaggio variabile e segnaletica azionabile dalle sale operative, così da bloccare subito il traffico. Ma anche posizionare banali ‘spire’ nell’asfalto delle rampe, che al momento di un passaggio in contromano, attivino cartelli luminosi di pericolo”. |
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