Foto Coraggio (ASAPS) In Italia sono ancora troppe le auto non
catalitiche in circolazione. Per l’esattezza si parla di 8.042.094 su un parco
veicolare complessivo di 34.667.485. Tradotto in percentuali il 23,2%
rappresenta le autovetture immatricolate prima del 1993. Nella maggior parte
dei casi si tratta di veicoli non catalizzati, con emissioni inquinanti
superiori rispetto a quelle delle autovetture nuove. I dati sono raccolti nello
studio condotto dall’Osservatorio Autopromotedove è stata stilata anche una
classifica delle città con la maggiore concentrazione di mezzi particolarmente
inquinanti. Al primo posto si classifica Napoli con il 41,48%, seguita da
Palermo (31,27%), Milano (18,42%), Roma (18,34%) e Torino con il 18,24%. A
queste si aggiungono Bologna (16,3%), Genova (15,74) e Firenze (14,65%). Questi
numeri evidenziano una situazione smog particolarmente allarmante. E’ vero che
gli incentivi sulla rottamazione rappresentano un incentivo importante al
rinnovo del parco veicolare. E’altrettanto vero che “buttare via” più di
8milioni di auto non è un’operazione che si può compiere in breve tempo. A
peggiorare ulteriormente la situazione salubrità del clima, sono i risultati
delle analisi relative alla diminuzione delle polveri sottili ottenuta con il
blocco della circolazione. Analizzandole si nota che, durante le limitazioni
del traffico a Roma, Milano, Torino e Bologna, le emissioni di PM10 sono
calate solo del 3%. Analogamente, la circolazione a targhe alterne per
tutti i veicoli le ha ridotte solo dell’1%. Oltre che dal trasporto stradale
(29%), le emissionidi PM10 sono causate dall’
industria e dalle centrali termiche (25%), da altre modalità di trasporto
(15%), dagli impianti residenziali e commerciali (11%), dai processi produttivi
(10%) e dai processi di combustione naturale (10%). Inoltre, le emissioni nocive, causate dal trasporto stradale, variano secondo la tipologia del veicolo. Il loro livello, infatti, è molto più elevato per le vetture
non sottoposte a regolare manutenzione. (ASAPS) |
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