Comunicato Stampa di Vie Libre, Clichy,
21 febbraio 2007 La posta in gioco è economica o di
salute pubblica ?
Il rapporto
della Corte dei Conti Francese 2006, rispetto alla lotta contro l’alcolismo,
illustra in modo evidente le critiche che noi andiamo facendo tutti i giorni ai
poteri pubblici. In
particolare:
Vie Libre domanda che le associazioni che si occupano di prevenzione, di aiuto e cura, di accompagnamento degli alcolisti e dei loro famigliari, siano considerate come partner a pari livello, con dei mezzi finanziari accresciuti ed un coordinamento efficace. IL RESTO DEL
CARLINO (Reggio Emilia) LA PROTESTA Sit in dei
genitori contro il pub che offre da bere senza limiti L’appuntamento,
a partire dalle 23 davanti al Geco Bar, in città, ha come obiettivo
l’operazione "Paghi 10 euro e bevi finchè vuoi". In strada
l’Associazione amici della polizia stradale e l’Associazione genitori anti
incidenti Reggio
Emilia, 23 febbraio 2007 - NEI GIORNI scorsi la presa di posizione di alcuni
genitori, oltre che della coordinatrice dell’Associazione europea familiari
vittime della strada, Carla Mariani Portioli, che proprio dalle pagine del
Carlino aveva tuonato contro quei locali e discoteche che propongono ’bevute
libere’ a prezzi fissi, se non gratuitamente, ai loro clienti. Ed ora si
registra l’intervento dell’associazione di genitori ’Un sasso nello stagno’, a
sostegno "di quanti si battono per contrastare la tendenza di certi Open bar
che, a prezzi irrisori, offrono illimitatamente drinks alcolici in un’ampia
fascia oraria della serata. In tal modo
si lancia un messaggio altamente fuorviante, soprattutto nei confronti dei più
giovani, inducendoli a credere che sia lecito non porsi limiti nell’assunzione
di alcolici". IL DITO è
puntato contro il Geco Club, un locale della città (si trova in via Piccard
angolo via Brigata Reggi, nella zona Meridiana) che ha deciso di aderire a
questo tipo di Open bar, con distribuzione di bevande a prezzo fisso. E proprio
davanti al Geco Club viene organizzato stasera un sit in pacifico "per
ribadire il nostro dissenso verso questo tipo di iniziative commerciali". L’ASSOCIAZIONE
annuncia l’iniziativa al fianco di Asaps ed Associazione familiari vittime
della strada, dalle 23 alle 24 in via Brigata Reggio, nella zona del Meridiana
in città. Il ritrovo dei partecipanti è fissato per le 22 nel piazzale del
Conad, davanti alla sede della Seconda Circoscrizione, invia Fratelli Cervi 70.
E
dall’Associazione europea dei genitori anti incidenti, Carla Mariani Portioli
annuncia che altri sit in saranno organizzati davanti ai locali che aderiscono
a queste contestate "promozioni del bere alcolici", "ma –
aggiunge – lo faremo senza preavviso, verificando la sussistenza della
legittimità di queste operazioni, oltre all’età dei destinatari delle bevande
alcoliche". Nei giorni scorsi il titolare del Geco Club ha assicurato che avrebbe comunque vigilato affinché nessuno si ubriacasse, garantendo che era impossibile superare un certo numero di bicchieri. IL TRENTINO L’alcol
colpisce i giovanissimi e le ragazze Dati
inquietanti dal convegno internazionale promosso dalla Provincia al Mart «Si comincia
a bere anche a dodici anni con effetti devastanti sulla salute». A confronto
politiche e strategie educative. Basta spot
aggressivi, ma coinvolgimento dei ragazzi che diventano testimonial di Robert
Tosin ROVERETO. I motivi di preoccupazione ci sono tutti: l’età media si
è abbassata e sta coinvolgendo sempre di più le ragazzine. E in alcuni angoli
del Trentino si sfiora lo stato d’emergenza. Il rapporto tra alcol e giovani è
un problema e se n’è parlato ieri in un convegno internazionale al Mart. E’ stato Vittorio Curzel dell’assessorato alle politiche per la salute
a ideare e coordinare il convegno che oggi vivrà la sua seconda e ultima
giornata. «Ci è parso importante - ha detto - confrontarci sulle strategie
adottate anche da altre realtà perché in questo settore la comunicazione e lo
scambio di esperienze è molto importante.» Già, le esperienze. Studi e verifiche sul campo hanno già bocciato
le campagne anti alcol aggressive, quelle un po’ splatter. «Si è notato che in
diversi casi provocano anzi l’effetto opposto. Ora le nuove teorie propongono
invece un coinvolgimento diretto dei giovani. Ha avuto buon successo
l’iniziativa “zerogradiclip”, dove i ragazzi hanno realizzato dei piccoli
messaggi promozionali che ora stiamo sistemando dal punto di vista tecnico e
che poi verranno trasmessi in tutti i cinema della provincia, proprio come
“pubblicità progresso”. Sono uscite idee molto interessanti e abbiamo coinvolto
quasi duecento ragazzi, i quali hanno scoperto anche il mondo del video. Ha
avuto buon successo anche l’esperienza di Borgo con un’iniziativa di teatro-forum,
dove sono gli stessi giovani a parlare di loro stessi, dei problemi e delle
aspettative. Perché molto spesso il problema alcol è legato ad una situazione
più complessa. E non è secondario nemmeno l’aspetto territoriale: alcune
iniziative educative possono avere successo in una realtà e non in un’altra.» Vittorio Curzel non boccia la soluzione
“proibizionistica” adottata da alcuni comuni imponendo una sorta di coprifuoco
ai bar. «Non basta, perché comunque i giovani riescono lo stesso ad avere accesso
all’alcol. Serve aggiungere altri fattori. La parte difficile sta nel capire
quale vuoto i ragazzi vogliono riempire bevendo. Ed offrire loro un’alternativa
per cui valga la pena non affogarsi nell’alcol.» La soluzione al grave problema dell’alcolismo
tra i giovani non è stata individuata. «Stiamo studiando, le ricerche sono
molte. E la questione non è certo risolta, ma è chiaro che ognuno è tenuto a
fare il suo per ridurre una situazione molto grave. L’età in cui si inizia a
bere alcolici si è ridotta fino ai 12, 13 anni e l’aspetto ancora più
preoccupante è che sono molte le ragazzine quelle coinvolte. Oltre agli aspetti
più noti, l’alcol nei giovani risulta veleno puro in quanto il loro corpo non è
in grado di metabolizzarlo.» Il convegno proposto dalla Provincia ha riscosso un grande
successo: nel pubblico moltissimi giovani ricercatori e educatori, alle prese
tutti i giorni con le problematiche giovanili. «E’ un utile momento di
confronto dove possiamo prendere spunto da idee, oppure suggerirne di nostre.
Qualche scambio c’è già stato, ma è ovvio che ogni realtà territoriale ha le
sue peculiarità.» Oggi si riprende nella sala conferenze del Mart alle 9 con Concettina Miglia che presenta un progetto per la prevenzione da dipendenze da alcol e droghe. Le conclusioni sono affidate all’ideatore e al coordinatore del convegno, Vittorio Curzel, e all’assessore alla sanità Remo Andreolli intorno alle 17. L’ADIGE Giovane e donna, a rischio alcol di MICHELE
IANES Frizzanti, coloratissime,
iper-pubblicizzate. In una parola «trendy», alla moda. Gradazione alcolica non
elevata, si bevono con piacere e si trovano un po’ ovunque: le bottigliette dei
cosiddetti «aperitivi alcolici» rappresentano, insieme al rito dell’happy hour,
uno degli emblemi del nuovo bevitore: giovane, molto spesso minorenne, sempre
più spesso di sesso femminile. In pochi anni, dal 1998 ad oggi, le ragazze
hanno aumentato i consumi di aperitivi (+25%), amari (+17%) e superalcolici (+7%),
avvicinandosi in molti casi ai colleghi maschi. Il 22% delle minorenni beve
birra, il 7,4% non disdegna i superalcolici. «Il vero bevitore problematico in
Italia non è l’uomo quanto la donna», dice Emanuele Scafato , direttore
dell’Osservatorio nazionale su fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di
sanità che ha raccolto questi dati. È il punto cardine di «Giovani e alcol», il
convegno internazionale promosso dall’assessorato provinciale alla salute che
ha preso il via ieri al Mart di Rovereto. Due giornate di relazioni per capire
cause e conseguenze del rapporto fra i giovani e la bottiglia, che in Trentino
è più stretto che mai. Più di un giovane su quattro dichiara infatti di essersi
ubriacato negli ultimi dodici mesi e le conseguenze si possono leggere in un
altro triste primato: la nostra provincia è prima in Italia per ricoveri
ospedalieri collegati all’alcol, con un dato doppio rispetto alla media
nazionale (*). Per Alberto Betta , direttore della promozione alla salute
dell’Azienda sanitaria trentina, ci sono radici culturali: «Per esempio in uno
dei nostri comuni, per iniziare al bere i giovani, si teneva una "bevilonga"
che ancora oggi si trova su internet presentata come un’attività sportiva». Ma
quali sono le cause? Ha provato a riassumerle Franca Faccioli , dell’Università
La Sapienza di Roma: «I giovani cercano nell’abuso di alcolici una fuga dalle
responsabilità, da un futuro di incertezza e vulnerabilità. La nuova dimensione
sociale dell’aperitivo, sapientemente costruita dalla pubblicità, punta a
presentare il bere come relax, ma anche una pausa riempitivo in una vita troppo
noiosa o consumata in solitudine». I produttori di vino e birra, presenti al
convegno, si sono difesi. Per il presidente della «Federvini» Ottavio
Cangiano «gli interventi di legge sulla produzione alcolica sono stati
applicati da altri paesi, ma non sono serviti. L’autoregolamentazione del
settore però funziona: ci sono iniziative, ci sono interventi sulle pubblicità
che trasmettono messaggi negativi». Di diverso avviso Donato Greco , direttore
del dipartimento prevenzione e comunicazione del ministero della Salute, che ha
presentato il progetto «Guadagnare salute» approvato dal governo italiano
venerdì scorso: «Fra i provvedimenti, intendiamo fare in modo che l’alcol non
sia dappertutto. Non sia venduto sulle autostrade, per esempio. Inoltre bisogna
creare ambienti e locali liberi dall’alcol: le mense di ospedali e uffici
pubblici, stadi, scuole. In strada è necessario fare in modo che almeno una
volta ogni circa tre anni ciascun guidatore si "becchi" un controllo
alcolico (**). E per i medici di famiglia prescrivere qualche buona
abitudine per la prevenzione dovrà valere, anche ai fini di pagamento, come
prescrivere un farmaco. Succede in Inghilterra, e funziona». Il convegno
prosegue oggi, dalle ore 9, con un occhio più diretto alla realtà trentina:
sarà presentato anche il terzo rapporto sulle dipendenze della Provincia. (*) Nota:
conoscendo la realtà trentina penso di poter affermare che questo dato può
essere indice anche di una maggior preparazione e sensibilità specifica degli
operatori della salute trentini, che riescono meglio dei colleghi di altre
regioni a riconoscere i problemi alcolcorrelati, quando se li trovano di
fronte. (**) Nota: ho alcune perplessità su alcuni aspetti dellla parte relativa all’alcol del progetto “Guadagnare salute”, ma va detto che ci sono molte parti davvero buone, come quelle descritte in questo articolo da Donato Greco. ASCA.IT IRAQ: 100
ANNI DI PRIGIONE A SOLDATO USA COLPEVOLE DI STUPRO E OMICIDIO (ASCA-AFP) -
Fort Campbell, 22 feb - Cento anni di prigione. E’ la pena inflitta al sergente
statunitense Paul Cortez per il suo ruolo nello stupro e assassinio di una
ragazza 14enne e nel conseguente omicidio della sua famiglia. Il militare,
24 anni, ha dichiarato di essere stato tra i cinque soldati che si resero
protagonisti, nel marzo 2006, dello strupro e degli omicidi di Mahmudiyah, una
cittadina a sud di Baghdad, mentre stavano abusando di alcool e giocando
a carte presso una postazione di controllo. Cortez, il secondo soldato ad essersi dichiarato colpevole, potrebbe essere rilasciato sulla parola dopo 10 anni secondo le condizioni del suo appello. (Piu’Europa). IL TRENTINO Soldati Usa
«kamikaze» sulle piste Duecento militari
della base di Vicenza si lanciano ubriachi con gli sci (*) Arrivati con
cinque pullman erano ebbri già alle 10 Discese folli a tutta velocità di Giuliano Lott FOLGARIA.
Forse perchè era l’ultima uscita prima della prossima missione in Afghanistan,
o forse per l’effetto “gita scolastica”, dove il gruppo risponde a logiche di
branco. Sta di fatto che i circa duecento militari americani della base
vicentina Ederle - proprio quella al centro delle recentissime polemiche -
saliti ieri mattina a Folgaria con cinque autobus erano ubriachi già alle 9. E
non hanno trovato di meglio che lanciarsi sulle piste, travolgendo tutto e
tutti. Nessuno, per fortuna, si è ferito, eccettuato un soldato americano
uscito di pista con lo snowboard. Aiutato da una giovane turista di Alessandria
a rimettersi in piedi, ha riportato solo qualche contusione. Ma per i
carabinieri in servizio sulle piste di Folgaria, quella di ieri è stata una
giornata a dir poco impegnativa. I soldati, tutti giovanissimi, prestanti e piuttosto
tesi - pare che partire per le zone di guerra dia qualche pensiero anche ai
rudi marines - hanno affrontato l’ultima gita sulla neve nello stato peggiore.
Cioè ubriachi fradici. In queste condizioni hanno affrontato le discese
dell’altopiano, chi con gli sci chi con lo snowboard. E non avendo, almeno la
maggior parte di loro, grande confidenza con la neve, la combinazione di eventi
si è rivelata esplosiva. Nei casi più fortunati, sciatori e snowboarder si
lanciavano per la via più breve: quella diritta. Senza una curva a morire, la traiettoria
diventa pericolosa. Sia per chi scia, sia per chi ha la disgrazia di trovarsi
sulla loro rotta. Qualche turista speronato si è sfogato gridando al loro
indirizzo insulti irripetibili, ma la comitiva americana era così numerosa
che darle una regola pareva impresa disperata. Chi cadeva senza controllo,
vinto più dall’alcol che non dalla propria incapacità tecnica, chi per puro
miracolo riusciva a mantenere l’equilibrio. Per poi premiarsi dell’impresa a
fondo pista con un ennesimo drink. Alle 10 di mattina non ce n’era uno sobrio.
E, visto l’inizio della giornata, i carabinieri che si occupano del soccorso
piste, osservando attoniti decine di soldati americani buttarsi “alla
disperata” sulle piste dell’altopiano incuranti dell’incolumità propria e
altrui, iniziavano a preoccuparsi. Facendo appello alla pazienza residua, i
carabinieri hanno fermato in qualche modo i più scalmanati riprendendoli con
severità. La voce che la tolleranza era finita dev’essere circolata con un
rapido passaparola tra i militari. I quali, forse esausti per le troppe pinte
di birra, hanno provato a darsi un contegno, chiudendo la propria giornata
sulla neve senza incidenti. (*) Nota: si
è fatto un gran discutere ultimamente dell’allargamento della base di Vicenza. In questa rassegna, negli ultimi anni, abbiamo avuto modo molte volte di riportare episodi di cronaca nera con protagonisti negativi militari americani della base di Vicenza ubriachi. IL TEMPO Morolo Picchia moglie e figli col pugno di
ferro, condannato
MOROLO — Maltrattamenti in famiglia, lesioni, violazione degli obblighi familiari. Tre imputazioni pesanti che sono valse a N.F., cinquantenne di Morolo, la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione con riconoscimento alle parti offese, la moglie e il figlio minorenne dell’imputato, di una provvisionale immediatamente esecutiva di circa 5.000 euro mentre in separata sede civile saranno quantificati i danni morali e materiali alle parti offese che si sono costituite tramite l’avv. Raffaele Maietta. Una vicenda molto brutta che ha visto come teatro l’abitazione di Ferentino nel quale l’uomo abitava assieme alla moglie e ai suoi figli. Stando alle accuse, negli episodi contestati accaduti fino alla fine del luglio 2004, il cinquantenne, assumendo nei confronti dei congiunti un atteggiamento protervo e violento, amplificato il più delle volte da uno stato di ebbrezza dovuto all’assunzione eccessiva di bevande alcoliche, ha percosso e minacciato il figlio minore e la moglie con cadenza quasi quotidiana, rendendo la loro vita un vero e proprio inferno, tanto da doverli costringere spesse volte a far ricorso alle cure mediche del pronto soccorso dell’ospedale «Umberto I» del capoluogo. Atteggiamenti di inaudita violenza quelli cui M.F. sottoponeva i figli e la moglie (nell’istruttoria è emerso addirittura che l’uomo in qualche occasione abbia utilizzato un pugno di ferro e che avesse impedito loro in qualche occasione di mangiare) anche se pare che l’imputato usasse particolare accanimento nei confronti del più piccolo, minorenne, dei suoi figli cagionandogli durevoli sofferenze fisiche e morali e determinando con il suo comportamento condizioni di vita familiare insopportabili. Il tutto «condito» dall’inosservanza degli obblighi di mantenimento della famiglia al quale ha fatto mancare oltre che il sostegno economico, facendo venire meno loro i mezzi minimi di sussistenza, soprattutto quello morale. Pie.Pag. ILGIORNALE.IT Moglie picchia marito, giudice la
caccia di casa Di Piero Pizzillo
Una
mogliettina, ultra cinquantenne, dall’aspetto giovanile, ma con il vizietto di
alzare le mani e forse anche i piedi sul compagno della sua vita piuttosto
malandato in salute, ieri mattina è finita a palazzo di giustizia in quanto accusata
di maltrattamenti e percosse. Il giudice Silvia Carpanini ha deciso di adottare
una misura cautelare salomonica: la donna non deve più abitare nella casa
coniugale, deve stare lontana dalla «dolce metà», diventata sempre più amara
con il passar del tempo. Naturalmente il procedimento seguirà il suo corso e,
fra qualche tempo, l’indagata dovrà tornare in tribunale per essere giudicata. La vicenda, «dolorosa» per l’uomo, ha inizio qualche anno fa, quando il malcapitato, genovese, già in pensione, con problemi di invalidità e inabilità, dovuti all’età, conosce una cittadina bulgara. I due si frequentano, sicuramente non c’è stato il colpo di fulmine, comunque decidono di unire le loro vite e un bel giorno convolano a nozze. La donna, comunque, diventa cittadina italiana. Trascorso un primo periodo di «euforia» la bulgara comincia a eccedere con l’alcol. Si ubriaca e sono maltrattamenti e botte per il povero uomo, che un bel giorno, stanco di prenderle, decide di raccontare i suoi patimenti ai carabinieri. Che presentano un rapporto in procura. Il pm chiede il rinvio a giudizio, e il gup allontana da casa la moglie manesca. IL TRENTINO A 140 all’ora, ubriaco in tangenziale
con la 600
I carabinieri gli ritirano la patente
dopo un breve inseguimento TRENTO. Andava ai 140 chilometri all’ora in tangenziale con la sua Seicento e quando i carabinieri lo hanno fermato lo hanno trovato anche positivo all’alcol test con un valore che superava di tre volte il limite consentito dalla legge: 1.53. E’ successo mercoledì pomeriggio poco dopo le 18. I carabinieri si vedono passare davanti una macchina che va a folle velocità e inizia l’inseguimento per bloccarla. Una volta fermato il conducente un uomo di 27 anni è stato sottoposto ad una verifica con l’etilometro risultando positivo. A questo punto è scattato il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. L’uomo ha così dovuto cercare un passaggio per fare ritorno a casa visto che il ritiro ha efficacia immediata e comunque il suo tasso alcolico non gli avrebbe mai permesso di mettersi al volante della sua automobile per proseguire il suo viaggio. E’ intervenuto il nucleo radiomobile dell’Arma. PROVINCIA DI
BOLZANO – COMUNICATO A Vipiteno la sesta serata informativa
su “Alcol e guida”
Prosegue il
ciclo di serate informative su “Alcol e guida” organizzato dall’Assessorato
provinciale alla sanità e alle politiche sociali che si inserisce nell’ambito
della campagna di sensibilizzazione riguardo ai rischi dell’abuso di alcol. Il
prossimo appuntamento è in programma martedì 27 febbraio a Vipiteno. Il ciclo di
serate informative su alcol e guida è promosso dall’Azienda Sanitaria della
Provincia, dal Forum Prevenzione, dal Katholischer Familienverband Südtirol
(KFS), Ambulatorio Hands, dal Comune di Bolzano e da quello di Bressanone . Il sesto
appuntamento, in lingua tedesca, avrà luogo martedì 27 febbraio a Vipiteno,
nell’aula della scuola media del Comprensorio Alta val d’Isarco-polo scolastico
Vipiteno III. L’iniziativa si inserisce nella campagna di prevenzione contro i
rischi dell’alcol promossa dall’Assessorato provinciale alla sanità ed alle
politiche sociali dal titolo “Sai
quando basta?”. La guida in stato di ebbrezza è, insieme alla velocità eccessiva,
una delle cause principali degli incidenti stradali. Le serate informative
hanno lo scopo di portare a conoscenza delle persone i motivi per i quali
guidare sotto effetto di sostanze alcoliche è così pericoloso per la sicurezza
stradale e le conseguenze a cui porta una denuncia per guida in stato di
ebbrezza. Per ulteriori informazioni sulla campagna di prevenzione promossa dall’Assessorato provinciale gli interessati possono consultare il sito Internet: www.sai-quando-basta.it . ALICE.IT Gb:in 15 anni
raddoppio morti alcol Si e’ passati
da 4.144 nel 1991 a 8.221 nel 2004 (ANSA) - LONDRA, 23 FEB - Nel Regno Unito le morti collegate all’assunzione e all’abuso di bevande alcoliche sono raddoppiate negli ultimi 15 anni.Lo dice l’ufficio nazionale di statistica britannico, sottolineando come i 4.144 decessi del 1991 siano diventati 8.221 nel 2004. La statistica ha preso in esame solo le morti direttamente correlate con l’abuso di alcolici, quali la cirrosi epatica. L’allarme piu’ serio e’ dato dall’incremento di quasi il 60% di maschi e femmine morti tra i 15 e i 34 anni. QUOTIDIANO.NET OCCHIO AL
PRINCIPE Harry, 17mila
euro di alcolici in una notte Che sia
un’amante della bella vita lo si era capito da tempo: spesso esce dai locali visibilmente
alterato e gonfio di alcol. (*) Ma sembra che stavolta
abbia esagerato, a giudicare dal conto Londra, 23
febbraio 2007 - Che cos’hanno in comune il principe Harry e Paris Hilton?
Niente paura: (per ora) frequentano solo gli stessi locali londinesi. E la
fidanzata Chelsy lo sa bene, visto che non si perde un’happy hour al fianco del
suo fidanzato. D’altronde, sarebbe un peccato, visto che il principe
"carbura" a champagne millesimato e cocktail da capogiro (almeno per
il prezzo). Risulta infatti che, in uno dei club più esclusivi di Londra, Harry
abbia pagato un conto salatissimo, valutabile in ben 17mila euro. Ecco il menu:
5 cocktail di champagne (750 euro), 5 bottiglie di vodka (1500), 20 bottiglie
di champagne millesimato (8000), 100 bottiglie di birra (750), 5 bottiglie di
whisky (1500), 35 bottiglie d’acqua (350), 8 cocktail a base di malibu (600), 5
rhum-orange (550), vari peccati di gola (1500) e il resto mancia (1500). Forse
è dopo una serata così che ha deciso di partire per l’Iraq. (*) Nota: che essere alterati e gonfi di alcol si possa definire “bella vita” mi pare opinabile. KATAWEB Il solito Gazza: ubriaco ad un party L’ex giocatore della Lazio e della nazionale inglese continua a far parlare di sè. Si è fatto cacciare dal party londinese della cantante Nelly Furtado dopo che, in evidente stato d’ebbrezza, l’ha prima insultata pesantemente, per poi crollare sul suo tavolo facendo una strage di bicchieri. IL GRECALE Foggia:dall’uso all’abuso di alcol,
cosa fare
Tavola
tematica al Centro “Baobab-sotto la stessa ombra” Foggia-
Questo pomeriggio alle 17 nel Centro interculturale per gli immigrati
"Bobab-sotto la stessa ombra", in via Candelaro a Foggia, è
organizzato un tavolo tematico con
Matteo Giordano, responsabile per la Regione Puglia del Gruppo lavoro sulle
dipendenze da alcol. L’iniziativa è stata organizzata in
collaborazione con l’Assessorato all’Immigrazione e ai diritti umani del Comune
di Foggia e Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia. Allo stato attuale mancano dati per una lettura della diffusione del fenomeno anche tra i cittadini stranieri. L´incontro é rivolto principalmente a tutti gli operatori che lavorano nel settore dell´accoglienza e con gli immigrati, al fine di verificare la consistenza del problema delle dipendenze da alcol tra i cittadini stranieri e individuare strategie di risposta ed intervento. L’ARENA di
Verona L’episodio a Santa Lucia. L’aggressore
è un giovane immigrato. L’uomo è stato trasportato in ambulanza al pronto
soccorso e medicato Rissa
al call center: pestato davanti ai propri figli Un ubriaco
aveva importunato la moglie, il marito è accorso per difenderla ma è stato
aggredito È finito all’ospedale nel tentativo di
difendere la moglie da un ubriaco che la importunava. È successo ieri sera a un
residente di via Cavalchina, a Santa Lucia, che cercava di parcheggiare il suo
camper nella strada dove abita con la moglie e i tre figli. La donna è scesa
dal mezzo per dare indicazioni al marito sul parcheggio ed è stata apostrofata
da un ragazzo di colore poco distante. Da lì è scaturito un diverbio insensato
legato alle modalità di posteggio del caravan e l’uomo, alterato dai fumi
dell’alcol, ha preso a spintonare la donna. Accortosi del fatto, il marito l’ha
raggiunta e sono volate parole grosse, spintoni e poi le botte. «Un altro
ragazzo di colore è intervenuto per dividerli, mentre tutti gli altri che
stavano davanti al phone center se ne sono rimasti a guardare come fossero a
una partita di calcio. Anche io mi sono presa un pugno», spiega la moglie
ancora scossa dall’accaduto. Ad avere la
peggio però è stato il proprietario del camper che, colpito al volto, ha
cominciato a sanguinare in modo preoccupante. «A quel punto ho chiamato le
forze dell’ordine e l’ambulanza e come l’ho fatto, sono spariti tutti
improvvisamente», racconta la signora. «I bambini hanno visto tutto,
urlavano e piangevano, è stato tremendo, ho davvero temuto che volesse uccidere
mio marito». L’ambulanza
lo ha medicato sul posto, ma visto il gonfiore al naso e il dente scheggiato, i
paramedici hanno preferito portarlo al pronto soccorso di Borgo Roma per degli
accertamenti. Torna quindi, ancora una volta, sotto i
riflettori il problema delle frequentazioni legate ai phone center. Quello di
via Cavalchina in particolare era già stato segnalato dai residenti per i molti
disagi che crea nella zona. «Qui è un continuo via vai di gente ubriaca»,
spiega la donna, «ogni mattina poi ritroviamo vetri e bottiglie vuote
ovunque». Il negozio etnico in questione risulta essere attrattore di
diverse persone che sostano nella via fino a tarda notte. Tanto che già il
consigliere della quarta circoscrizione, Marco Padovani, ha inoltrato nei mesi
scorsi un esposto alla Procura della Repubblica e al prefetto segnalando i
continui incidenti nella via e chiedendo una verifica dell’esercizio
commerciale. «Qui la gente ha paura a uscire di casa dopo una certa ora»,
sostiene un residente che ha assistito la coppia dopo lo scontro, «ormai la via
è diventata invivibile e questo ne è un tragico esempio». Giorgia CozzolinoBRESCIAOGGI SICUREZZA STRADALE/1. La campagna della
Provincia per sensibilizzare contro i rischi della guida in stato di ebbrezza Sabato
sera, «vince» chi non beve Etilometri
nelle discoteche: per ogni compagnia di giovani un «guidatore sobrio» di Mario Mattei Meglio bere,
guidare e morire, oppure non bere, divertirsi e poterlo fare un’altra volta?
Parte la nuova campagna di sensibilizzazione della Provincia di Brescia «Se
bevo non guido, se guido non bevo», una campagna che l’assessorato ai
Lavori pubblici inserisce in un programma che si sta sviluppando anche su altri
tre canali: la campagna sul rispetto delle distanze di sicurezza, quella
nelle scuole con l’Associazione familiari vittime della strada, un’altra con
uno spot sulla patente a punti prima dei film alla multisala Oz. Nel 2006 il
progetto «I don’t mix» era stato l’iniziativa pilota in sei locali dal ballo
della provincia, e la maggioranza delle persone che vi aveva aderito aveva
centrato l’obiettivo: restare sobrio per poter poi riaccompagnare gli amici a
casa: su 456 gruppi che si erano presentati nei gazebo in 393 casi l’alcool
test era stato entro i limiti, e i ragazzi avevano ricevuto anche un ingresso
omaggio. Ora dunque il
progetto si ripete: a partire da domani saranno organizzati gazebo in dodici
locali della provincia, invitando i ragazzi, che facciano parte di un gruppo di
almeno tre persone, a scegliere la strada della sobrietà. All’uscita
del locale (i gazebo saranno posizionati dalla Mezzanotte alle 4.30) il
«guidatore designato» sarà sottoposto ad un test, eseguito con etilometro usa e
getta: se passerà l’esame, avrà diritto a un ingresso omaggio da consumarsi nel
locale entro dieci giorni, e gli verrà regalata la t-shirt, ideata da Enrico
Bonomini, che sostiene la campagna. Ci sarà
comunque per tutti la possibilità della prova-alcool: per chi risultasse
negativo, ci sarà in omaggio un portachiavi organizzato e un etilometro. Alla
fine dei conti, l’iniziativa ha una doppia valenza: in primo luogo, proseguire
sul lavoro di prevenzione della mortalità stradale, che negli ultimi tempi è sì
diminuita ma resta comunque ancorata a numeri preoccupanti; in secondo luogo,
far crescere nei ragazzi quel senso di responsabilità, in questo caso nei
confronti degli amici che si devono riaccompagnare a casa, che a volte,
purtroppo, viene meno. «Stiamo conducendo una battaglia giorno
dopo giorno - dice l’assessore Mauro Parolini -: abbiamo investito un miliardo
di euro per la sistemazione delle strade e abbiamo promosso numerose campagne,
a differenza del ministero che ne ha organizzata soltanto una negli ultimi
sette anni. Solo insistendo, e insistendo ancora, può passare il messaggio che
la vita è preziosa e rischiarla al volante è una stupidata». L’iniziativa ha il sostegno di Davide Bontempi, presidente della sezione bresciana del sindacato locali da ballo, e dell’Associazione familiari vittime della strada: «Il 40% degli incidenti mortali è causato da persone sotto l’effetto di alcolici - dice il presidente Roberto Merli -: sono dati spaventosi che indicano quanto occorra continuare a sensibilizzare i giovani contro questa piaga». FOCUS.IT Hai bevuto?
Molla il telefono La prova del
palloncino potrebbe presto finire in soffitta: dal Giappone arriva un cellulare
che ti sente l’alito. E se hai bevuto prima di metterti al volante, sei nei
guai. Il telefonino
che ti fa le pulci su quante birre hai bevuto si chiama Alc-Mobile: ha un mini
etilometro incorporato che misura il tasso alcolico nell’alito di chi lo sta
usando. E in caso di allarme fa la spia con un messaggio al computer del datore
di lavoro (per esempio). Il quale, grazie al gps del cellulare può conoscere
l’esatta posizione del dipendente beone e avvertire la stradale.
Per un
goccetto di troppo Al momento
l’apparecchietto è disponibile solo in Giappone, dove è stato accolto con
rassegnazione da trasportatori e taxisti, e saltato con sollievo dai... pedoni:
il paese vanta infatti il triste record di 14.000 incidenti stradali per guida
in stato di ebbrezza (dati 2006). Tanto che la polizia lì ci va giù pesante,
con sanzioni fino 600 mila euro e 5 anni di carcere per chi sale in auto
dopo aver alzato il gomito. È finita la
pacchia in discoteca Ma chi è così pazzo da acquistare un cellulare che potrebbe metterlo nei guai? Le aziende di trasporti, appunto, a loro volta nei guai con le assicurazioni: «Le aziende di taxi e autobus», spiega un dirigente di Kddi, il secondo operatore mobile giapponese, «hanno apparecchi per misurare il tasso alcolico degli autisti, ma sono fissi nelle stazioni. Col nostro cellulare possono fare il test in qualunque momento». E se l’iniziativa avrà successo, il telefonino anti bevute potrebbe arrivare anche da noi: poi dovrai pensarci due volte prima di metterti alla guida dopo una nottataccia in discoteca. HELPCONSUMATORI.IT SICUREZZA
STRADALE. In autostrada contromano, nello scorso
anno 21 vittime
In autostrada
contromano? Impossibile, ma qualcuno ci prova. Sono stati ben 46, lo scorso
anno, i casi accertati d’imbocco di un’autostrada in contromano. Lo rivela il
numero di marzo di "Quattroruote" riportando una ricerca promossa
dall’Asaps (Associazione
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