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Rassegna stampa Alcol e guida del 23 febbraio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Comunicato Stampa di Vie Libre, Clichy, 21 febbraio 2007

La posta in gioco è economica o di salute pubblica ?

Il rapporto della Corte dei Conti Francese 2006, rispetto alla lotta contro l’alcolismo, illustra in modo evidente le critiche che noi andiamo facendo tutti i giorni ai poteri pubblici.

In particolare:

 

  • Una visibilità ed un’efficacia della politica pubblica evanescente, esitante e mal coordinata
  • Una scelta dei rappresentanti nel Consiglio sulla Moderazione e sulla Prevenzione, che nuoce gravemente alle politiche di Salute Pubblica (le regioni viti-vinicole vi sono sovra rappresentate). Gli interessi economici sono troppo spesso in contrasto con gli interessi di Salute Pubblica. 
  • I mezzi economici sempre insufficienti che si traducono in una mancanza di volontà politica.

 

Vie Libre domanda che le associazioni che si occupano di prevenzione, di aiuto e cura, di accompagnamento degli alcolisti e dei loro famigliari, siano considerate come partner a pari livello, con dei mezzi finanziari accresciuti ed un coordinamento efficace.


 

IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)

LA PROTESTA

Sit in dei genitori contro il pub che offre da bere senza limiti

L’appuntamento, a partire dalle 23 davanti al Geco Bar, in città, ha come obiettivo l’operazione "Paghi 10 euro e bevi finchè vuoi".

In strada l’Associazione amici della polizia stradale e l’Associazione genitori anti incidenti

Reggio Emilia, 23 febbraio 2007 - NEI GIORNI scorsi la presa di posizione di alcuni genitori, oltre che della coordinatrice dell’Associazione europea familiari vittime della strada, Carla Mariani Portioli, che proprio dalle pagine del Carlino aveva tuonato contro quei locali e discoteche che propongono ’bevute libere’ a prezzi fissi, se non gratuitamente, ai loro clienti.

Ed ora si registra l’intervento dell’associazione di genitori ’Un sasso nello stagno’, a sostegno "di quanti si battono per contrastare la tendenza di certi Open bar che, a prezzi irrisori, offrono illimitatamente drinks alcolici in un’ampia fascia oraria della serata.

In tal modo si lancia un messaggio altamente fuorviante, soprattutto nei confronti dei più giovani, inducendoli a credere che sia lecito non porsi limiti nell’assunzione di alcolici".

IL DITO è puntato contro il Geco Club, un locale della città (si trova in via Piccard angolo via Brigata Reggi, nella zona Meridiana) che ha deciso di aderire a questo tipo di Open bar, con distribuzione di bevande a prezzo fisso. E proprio davanti al Geco Club viene organizzato stasera un sit in pacifico "per ribadire il nostro dissenso verso questo tipo di iniziative commerciali".

L’ASSOCIAZIONE annuncia l’iniziativa al fianco di Asaps ed Associazione familiari vittime della strada, dalle 23 alle 24 in via Brigata Reggio, nella zona del Meridiana in città. Il ritrovo dei partecipanti è fissato per le 22 nel piazzale del Conad, davanti alla sede della Seconda Circoscrizione, invia Fratelli Cervi 70.

E dall’Associazione europea dei genitori anti incidenti, Carla Mariani Portioli annuncia che altri sit in saranno organizzati davanti ai locali che aderiscono a queste contestate "promozioni del bere alcolici", "ma – aggiunge – lo faremo senza preavviso, verificando la sussistenza della legittimità di queste operazioni, oltre all’età dei destinatari delle bevande alcoliche".

Nei giorni scorsi il titolare del Geco Club ha assicurato che avrebbe comunque vigilato affinché nessuno si ubriacasse, garantendo che era impossibile superare un certo numero di bicchieri.


 

IL TRENTINO

L’alcol colpisce i giovanissimi e le ragazze 

Dati inquietanti dal convegno internazionale promosso dalla Provincia al Mart 

«Si comincia a bere anche a dodici anni con effetti devastanti sulla salute».

A confronto politiche e strategie educative.

Basta spot aggressivi, ma coinvolgimento dei ragazzi che diventano testimonial 

di Robert Tosin 

 ROVERETO. I motivi di preoccupazione ci sono tutti: l’età media si è abbassata e sta coinvolgendo sempre di più le ragazzine. E in alcuni angoli del Trentino si sfiora lo stato d’emergenza. Il rapporto tra alcol e giovani è un problema e se n’è parlato ieri in un convegno internazionale al Mart.

 E’ stato Vittorio Curzel dell’assessorato alle politiche per la salute a ideare e coordinare il convegno che oggi vivrà la sua seconda e ultima giornata. «Ci è parso importante - ha detto - confrontarci sulle strategie adottate anche da altre realtà perché in questo settore la comunicazione e lo scambio di esperienze è molto importante.»

 Già, le esperienze. Studi e verifiche sul campo hanno già bocciato le campagne anti alcol aggressive, quelle un po’ splatter. «Si è notato che in diversi casi provocano anzi l’effetto opposto. Ora le nuove teorie propongono invece un coinvolgimento diretto dei giovani. Ha avuto buon successo l’iniziativa “zerogradiclip”, dove i ragazzi hanno realizzato dei piccoli messaggi promozionali che ora stiamo sistemando dal punto di vista tecnico e che poi verranno trasmessi in tutti i cinema della provincia, proprio come “pubblicità progresso”. Sono uscite idee molto interessanti e abbiamo coinvolto quasi duecento ragazzi, i quali hanno scoperto anche il mondo del video. Ha avuto buon successo anche l’esperienza di Borgo con un’iniziativa di teatro-forum, dove sono gli stessi giovani a parlare di loro stessi, dei problemi e delle aspettative. Perché molto spesso il problema alcol è legato ad una situazione più complessa. E non è secondario nemmeno l’aspetto territoriale: alcune iniziative educative possono avere successo in una realtà e non in un’altra.»

 Vittorio Curzel non boccia la soluzione “proibizionistica” adottata da alcuni comuni imponendo una sorta di coprifuoco ai bar. «Non basta, perché comunque i giovani riescono lo stesso ad avere accesso all’alcol. Serve aggiungere altri fattori. La parte difficile sta nel capire quale vuoto i ragazzi vogliono riempire bevendo. Ed offrire loro un’alternativa per cui valga la pena non affogarsi nell’alcol.»

 La soluzione al grave problema dell’alcolismo tra i giovani non è stata individuata. «Stiamo studiando, le ricerche sono molte. E la questione non è certo risolta, ma è chiaro che ognuno è tenuto a fare il suo per ridurre una situazione molto grave. L’età in cui si inizia a bere alcolici si è ridotta fino ai 12, 13 anni e l’aspetto ancora più preoccupante è che sono molte le ragazzine quelle coinvolte. Oltre agli aspetti più noti, l’alcol nei giovani risulta veleno puro in quanto il loro corpo non è in grado di metabolizzarlo.»

 Il convegno proposto dalla Provincia ha riscosso un grande successo: nel pubblico moltissimi giovani ricercatori e educatori, alle prese tutti i giorni con le problematiche giovanili. «E’ un utile momento di confronto dove possiamo prendere spunto da idee, oppure suggerirne di nostre. Qualche scambio c’è già stato, ma è ovvio che ogni realtà territoriale ha le sue peculiarità.»

 Oggi si riprende nella sala conferenze del Mart alle 9 con Concettina Miglia che presenta un progetto per la prevenzione da dipendenze da alcol e droghe. Le conclusioni sono affidate all’ideatore e al coordinatore del convegno, Vittorio Curzel, e all’assessore alla sanità Remo Andreolli intorno alle 17.


 

L’ADIGE

Giovane e donna, a rischio alcol

di MICHELE IANES

Frizzanti, coloratissime, iper-pubblicizzate. In una parola «trendy», alla moda. Gradazione alcolica non elevata, si bevono con piacere e si trovano un po’ ovunque: le bottigliette dei cosiddetti «aperitivi alcolici» rappresentano, insieme al rito dell’happy hour, uno degli emblemi del nuovo bevitore: giovane, molto spesso minorenne, sempre più spesso di sesso femminile. In pochi anni, dal 1998 ad oggi, le ragazze hanno aumentato i consumi di aperitivi (+25%), amari (+17%) e superalcolici (+7%), avvicinandosi in molti casi ai colleghi maschi. Il 22% delle minorenni beve birra, il 7,4% non disdegna i superalcolici. «Il vero bevitore problematico in Italia non è l’uomo quanto la donna», dice Emanuele Scafato , direttore dell’Osservatorio nazionale su fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità che ha raccolto questi dati. È il punto cardine di «Giovani e alcol», il convegno internazionale promosso dall’assessorato provinciale alla salute che ha preso il via ieri al Mart di Rovereto. Due giornate di relazioni per capire cause e conseguenze del rapporto fra i giovani e la bottiglia, che in Trentino è più stretto che mai. Più di un giovane su quattro dichiara infatti di essersi ubriacato negli ultimi dodici mesi e le conseguenze si possono leggere in un altro triste primato: la nostra provincia è prima in Italia per ricoveri ospedalieri collegati all’alcol, con un dato doppio rispetto alla media nazionale (*). Per Alberto Betta , direttore della promozione alla salute dell’Azienda sanitaria trentina, ci sono radici culturali: «Per esempio in uno dei nostri comuni, per iniziare al bere i giovani, si teneva una "bevilonga" che ancora oggi si trova su internet presentata come un’attività sportiva». Ma quali sono le cause? Ha provato a riassumerle Franca Faccioli , dell’Università La Sapienza di Roma: «I giovani cercano nell’abuso di alcolici una fuga dalle responsabilità, da un futuro di incertezza e vulnerabilità. La nuova dimensione sociale dell’aperitivo, sapientemente costruita dalla pubblicità, punta a presentare il bere come relax, ma anche una pausa riempitivo in una vita troppo noiosa o consumata in solitudine». I produttori di vino e birra, presenti al convegno, si sono difesi. Per il presidente della «Federvini» Ottavio Cangiano «gli interventi di legge sulla produzione alcolica sono stati applicati da altri paesi, ma non sono serviti. L’autoregolamentazione del settore però funziona: ci sono iniziative, ci sono interventi sulle pubblicità che trasmettono messaggi negativi». Di diverso avviso Donato Greco , direttore del dipartimento prevenzione e comunicazione del ministero della Salute, che ha presentato il progetto «Guadagnare salute» approvato dal governo italiano venerdì scorso: «Fra i provvedimenti, intendiamo fare in modo che l’alcol non sia dappertutto. Non sia venduto sulle autostrade, per esempio. Inoltre bisogna creare ambienti e locali liberi dall’alcol: le mense di ospedali e uffici pubblici, stadi, scuole. In strada è necessario fare in modo che almeno una volta ogni circa tre anni ciascun guidatore si "becchi" un controllo alcolico (**). E per i medici di famiglia prescrivere qualche buona abitudine per la prevenzione dovrà valere, anche ai fini di pagamento, come prescrivere un farmaco. Succede in Inghilterra, e funziona». Il convegno prosegue oggi, dalle ore 9, con un occhio più diretto alla realtà trentina: sarà presentato anche il terzo rapporto sulle dipendenze della Provincia.

 

(*) Nota: conoscendo la realtà trentina penso di poter affermare che questo dato può essere indice anche di una maggior preparazione e sensibilità specifica degli operatori della salute trentini, che riescono meglio dei colleghi di altre regioni a riconoscere i problemi alcolcorrelati, quando se li trovano di fronte.

 

(**) Nota: ho alcune perplessità su alcuni aspetti dellla parte relativa all’alcol del progetto “Guadagnare salute”, ma va detto che ci sono molte parti davvero buone, come quelle descritte in questo articolo da Donato Greco.


 

ASCA.IT

IRAQ: 100 ANNI DI PRIGIONE A SOLDATO USA COLPEVOLE DI STUPRO E OMICIDIO 

(ASCA-AFP) - Fort Campbell, 22 feb - Cento anni di prigione. E’ la pena inflitta al sergente statunitense Paul Cortez per il suo ruolo nello stupro e assassinio di una ragazza 14enne e nel conseguente omicidio della sua famiglia.

Il militare, 24 anni, ha dichiarato di essere stato tra i cinque soldati che si resero protagonisti, nel marzo 2006, dello strupro e degli omicidi di Mahmudiyah, una cittadina a sud di Baghdad, mentre stavano abusando di alcool e giocando a carte presso una postazione di controllo.

Cortez, il secondo soldato ad essersi dichiarato colpevole, potrebbe essere rilasciato sulla parola dopo 10 anni secondo le condizioni del suo appello. (Piu’Europa).


 

IL TRENTINO

Soldati Usa «kamikaze» sulle piste 

Duecento militari della base di Vicenza si lanciano ubriachi con gli sci (*) 

Arrivati con cinque pullman erano ebbri già alle 10 Discese folli a tutta velocità 

 di Giuliano Lott 

FOLGARIA. Forse perchè era l’ultima uscita prima della prossima missione in Afghanistan, o forse per l’effetto “gita scolastica”, dove il gruppo risponde a logiche di branco. Sta di fatto che i circa duecento militari americani della base vicentina Ederle - proprio quella al centro delle recentissime polemiche - saliti ieri mattina a Folgaria con cinque autobus erano ubriachi già alle 9. E non hanno trovato di meglio che lanciarsi sulle piste, travolgendo tutto e tutti.

 Nessuno, per fortuna, si è ferito, eccettuato un soldato americano uscito di pista con lo snowboard. Aiutato da una giovane turista di Alessandria a rimettersi in piedi, ha riportato solo qualche contusione. Ma per i carabinieri in servizio sulle piste di Folgaria, quella di ieri è stata una giornata a dir poco impegnativa. I soldati, tutti giovanissimi, prestanti e piuttosto tesi - pare che partire per le zone di guerra dia qualche pensiero anche ai rudi marines - hanno affrontato l’ultima gita sulla neve nello stato peggiore. Cioè ubriachi fradici. In queste condizioni hanno affrontato le discese dell’altopiano, chi con gli sci chi con lo snowboard. E non avendo, almeno la maggior parte di loro, grande confidenza con la neve, la combinazione di eventi si è rivelata esplosiva. Nei casi più fortunati, sciatori e snowboarder si lanciavano per la via più breve: quella diritta.

 Senza una curva a morire, la traiettoria diventa pericolosa. Sia per chi scia, sia per chi ha la disgrazia di trovarsi sulla loro rotta. Qualche turista speronato si è sfogato gridando al loro indirizzo insulti irripetibili, ma la comitiva americana era così numerosa che darle una regola pareva impresa disperata. Chi cadeva senza controllo, vinto più dall’alcol che non dalla propria incapacità tecnica, chi per puro miracolo riusciva a mantenere l’equilibrio. Per poi premiarsi dell’impresa a fondo pista con un ennesimo drink.

 Alle 10 di mattina non ce n’era uno sobrio. E, visto l’inizio della giornata, i carabinieri che si occupano del soccorso piste, osservando attoniti decine di soldati americani buttarsi “alla disperata” sulle piste dell’altopiano incuranti dell’incolumità propria e altrui, iniziavano a preoccuparsi.

 Facendo appello alla pazienza residua, i carabinieri hanno fermato in qualche modo i più scalmanati riprendendoli con severità. La voce che la tolleranza era finita dev’essere circolata con un rapido passaparola tra i militari. I quali, forse esausti per le troppe pinte di birra, hanno provato a darsi un contegno, chiudendo la propria giornata sulla neve senza incidenti.

 

(*) Nota: si è fatto un gran discutere ultimamente dell’allargamento della base di Vicenza.

In questa rassegna, negli ultimi anni, abbiamo avuto modo molte volte di riportare episodi di cronaca nera con protagonisti negativi militari americani della base di Vicenza ubriachi.


 

IL TEMPO

Morolo

Picchia moglie e figli col pugno di ferro, condannato

MOROLO — Maltrattamenti in famiglia, lesioni, violazione degli obblighi familiari. Tre imputazioni pesanti che sono valse a N.F., cinquantenne di Morolo, la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione con riconoscimento alle parti offese, la moglie e il figlio minorenne dell’imputato, di una provvisionale immediatamente esecutiva di circa 5.000 euro mentre in separata sede civile saranno quantificati i danni morali e materiali alle parti offese che si sono costituite tramite l’avv. Raffaele Maietta. Una vicenda molto brutta che ha visto come teatro l’abitazione di Ferentino nel quale l’uomo abitava assieme alla moglie e ai suoi figli. Stando alle accuse, negli episodi contestati accaduti fino alla fine del luglio 2004, il cinquantenne, assumendo nei confronti dei congiunti un atteggiamento protervo e violento, amplificato il più delle volte da uno stato di ebbrezza dovuto all’assunzione eccessiva di bevande alcoliche, ha percosso e minacciato il figlio minore e la moglie con cadenza quasi quotidiana, rendendo la loro vita un vero e proprio inferno, tanto da doverli costringere spesse volte a far ricorso alle cure mediche del pronto soccorso dell’ospedale «Umberto I» del capoluogo. Atteggiamenti di inaudita violenza quelli cui M.F. sottoponeva i figli e la moglie (nell’istruttoria è emerso addirittura che l’uomo in qualche occasione abbia utilizzato un pugno di ferro e che avesse impedito loro in qualche occasione di mangiare) anche se pare che l’imputato usasse particolare accanimento nei confronti del più piccolo, minorenne, dei suoi figli cagionandogli durevoli sofferenze fisiche e morali e determinando con il suo comportamento condizioni di vita familiare insopportabili. Il tutto «condito» dall’inosservanza degli obblighi di mantenimento della famiglia al quale ha fatto mancare oltre che il sostegno economico, facendo venire meno loro i mezzi minimi di sussistenza, soprattutto quello morale. Pie.Pag.


 

ILGIORNALE.IT

Moglie picchia marito, giudice la caccia di casa

Di Piero Pizzillo

Una mogliettina, ultra cinquantenne, dall’aspetto giovanile, ma con il vizietto di alzare le mani e forse anche i piedi sul compagno della sua vita piuttosto malandato in salute, ieri mattina è finita a palazzo di giustizia in quanto accusata di maltrattamenti e percosse. Il giudice Silvia Carpanini ha deciso di adottare una misura cautelare salomonica: la donna non deve più abitare nella casa coniugale, deve stare lontana dalla «dolce metà», diventata sempre più amara con il passar del tempo. Naturalmente il procedimento seguirà il suo corso e, fra qualche tempo, l’indagata dovrà tornare in tribunale per essere giudicata.

La vicenda, «dolorosa» per l’uomo, ha inizio qualche anno fa, quando il malcapitato, genovese, già in pensione, con problemi di invalidità e inabilità, dovuti all’età, conosce una cittadina bulgara. I due si frequentano, sicuramente non c’è stato il colpo di fulmine, comunque decidono di unire le loro vite e un bel giorno convolano a nozze. La donna, comunque, diventa cittadina italiana. Trascorso un primo periodo di «euforia» la bulgara comincia a eccedere con l’alcol. Si ubriaca e sono maltrattamenti e botte per il povero uomo, che un bel giorno, stanco di prenderle, decide di raccontare i suoi patimenti ai carabinieri. Che presentano un rapporto in procura. Il pm chiede il rinvio a giudizio, e il gup allontana da casa la moglie manesca.


 

IL TRENTINO

A 140 all’ora, ubriaco in tangenziale con la 600 

I carabinieri gli ritirano la patente dopo un breve inseguimento 

 TRENTO. Andava ai 140 chilometri all’ora in tangenziale con la sua Seicento e quando i carabinieri lo hanno fermato lo hanno trovato anche positivo all’alcol test con un valore che superava di tre volte il limite consentito dalla legge: 1.53. E’ successo mercoledì pomeriggio poco dopo le 18. I carabinieri si vedono passare davanti una macchina che va a folle velocità e inizia l’inseguimento per bloccarla. Una volta fermato il conducente un uomo di 27 anni è stato sottoposto ad una verifica con l’etilometro risultando positivo. A questo punto è scattato il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. L’uomo ha così dovuto cercare un passaggio per fare ritorno a casa visto che il ritiro ha efficacia immediata e comunque il suo tasso alcolico non gli avrebbe mai permesso di mettersi al volante della sua automobile per proseguire il suo viaggio. E’ intervenuto il nucleo radiomobile dell’Arma.


PROVINCIA DI BOLZANO – COMUNICATO

A Vipiteno la sesta serata informativa su “Alcol e guida” 

Prosegue il ciclo di serate informative su “Alcol e guida” organizzato dall’Assessorato provinciale alla sanità e alle politiche sociali che si inserisce nell’ambito della campagna di sensibilizzazione riguardo ai rischi dell’abuso di alcol. Il prossimo appuntamento è in programma martedì 27 febbraio a Vipiteno.

Il ciclo di serate informative su alcol e guida è promosso dall’Azienda Sanitaria della Provincia, dal Forum Prevenzione, dal Katholischer Familienverband Südtirol (KFS), Ambulatorio Hands, dal Comune di Bolzano e da quello di Bressanone .

Il sesto appuntamento, in lingua tedesca, avrà luogo martedì 27 febbraio a Vipiteno, nell’aula della scuola media del Comprensorio Alta val d’Isarco-polo scolastico Vipiteno III. L’iniziativa si inserisce nella campagna di prevenzione contro i rischi dell’alcol promossa dall’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali dal titolo “Sai quando basta?”. La guida in stato di ebbrezza è, insieme alla velocità eccessiva, una delle cause principali degli incidenti stradali. Le serate informative hanno lo scopo di portare a conoscenza delle persone i motivi per i quali guidare sotto effetto di sostanze alcoliche è così pericoloso per la sicurezza stradale e le conseguenze a cui porta una denuncia per guida in stato di ebbrezza.

Per ulteriori informazioni sulla campagna di prevenzione promossa dall’Assessorato provinciale gli interessati possono consultare il sito Internet: www.sai-quando-basta.it .


ALICE.IT

Gb:in 15 anni raddoppio morti alcol

Si e’ passati da 4.144 nel 1991 a 8.221 nel 2004

(ANSA) - LONDRA, 23 FEB - Nel Regno Unito le morti collegate all’assunzione e all’abuso di bevande alcoliche sono raddoppiate negli ultimi 15 anni.Lo dice l’ufficio nazionale di statistica britannico, sottolineando come i 4.144 decessi del 1991 siano diventati 8.221 nel 2004. La statistica ha preso in esame solo le morti direttamente correlate con l’abuso di alcolici, quali la cirrosi epatica. L’allarme piu’ serio e’ dato dall’incremento di quasi il 60% di maschi e femmine morti tra i 15 e i 34 anni.


QUOTIDIANO.NET

OCCHIO AL PRINCIPE

Harry, 17mila euro di alcolici in una notte

Che sia un’amante della bella vita lo si era capito da tempo: spesso esce dai locali visibilmente alterato e gonfio di alcol. (*) Ma sembra che stavolta abbia esagerato, a giudicare dal conto

Londra, 23 febbraio 2007 - Che cos’hanno in comune il principe Harry e Paris Hilton? Niente paura: (per ora) frequentano solo gli stessi locali londinesi. E la fidanzata Chelsy lo sa bene, visto che non si perde un’happy hour al fianco del suo fidanzato. D’altronde, sarebbe un peccato, visto che il principe "carbura" a champagne millesimato e cocktail da capogiro (almeno per il prezzo). Risulta infatti che, in uno dei club più esclusivi di Londra, Harry abbia pagato un conto salatissimo, valutabile in ben 17mila euro.

Ecco il menu: 5 cocktail di champagne (750 euro), 5 bottiglie di vodka (1500), 20 bottiglie di champagne millesimato (8000), 100 bottiglie di birra (750), 5 bottiglie di whisky (1500), 35 bottiglie d’acqua (350), 8 cocktail a base di malibu (600), 5 rhum-orange (550), vari peccati di gola (1500) e il resto mancia (1500). Forse è dopo una serata così che ha deciso di partire per l’Iraq.

(*) Nota: che essere alterati e gonfi di alcol si possa definire “bella vita” mi pare opinabile.


KATAWEB

Il solito Gazza: ubriaco ad un party

L’ex giocatore della Lazio e della nazionale inglese continua a far parlare di sè. Si è fatto cacciare dal party londinese della cantante Nelly Furtado dopo che, in evidente stato d’ebbrezza, l’ha prima insultata pesantemente, per poi crollare sul suo tavolo facendo una strage di bicchieri.


IL GRECALE

Foggia:dall’uso all’abuso di alcol, cosa fare

Tavola tematica al Centro “Baobab-sotto la stessa ombra”

Foggia- Questo pomeriggio alle 17 nel Centro interculturale per gli immigrati "Bobab-sotto la stessa ombra", in via Candelaro a Foggia, è organizzato un tavolo tematico con Matteo Giordano, responsabile per la Regione Puglia del Gruppo lavoro sulle dipendenze da alcol.

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Assessorato all’Immigrazione e ai diritti umani del Comune di Foggia e Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia.

Allo stato attuale mancano dati per una lettura della diffusione del fenomeno anche tra i cittadini stranieri. L´incontro é rivolto principalmente a tutti gli operatori che lavorano nel settore dell´accoglienza e con gli immigrati, al fine di verificare la consistenza del problema delle dipendenze da alcol tra i cittadini stranieri e individuare strategie di risposta ed intervento.


L’ARENA di Verona

L’episodio a Santa Lucia. L’aggressore è un giovane immigrato. L’uomo è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso e medicato

Rissa al call center: pestato davanti ai propri figli

Un ubriaco aveva importunato la moglie, il marito è accorso per difenderla ma è stato aggredito

 È finito all’ospedale nel tentativo di difendere la moglie da un ubriaco che la importunava. È successo ieri sera a un residente di via Cavalchina, a Santa Lucia, che cercava di parcheggiare il suo camper nella strada dove abita con la moglie e i tre figli. La donna è scesa dal mezzo per dare indicazioni al marito sul parcheggio ed è stata apostrofata da un ragazzo di colore poco distante. Da lì è scaturito un diverbio insensato legato alle modalità di posteggio del caravan e l’uomo, alterato dai fumi dell’alcol, ha preso a spintonare la donna. Accortosi del fatto, il marito l’ha raggiunta e sono volate parole grosse, spintoni e poi le botte.

«Un altro ragazzo di colore è intervenuto per dividerli, mentre tutti gli altri che stavano davanti al phone center se ne sono rimasti a guardare come fossero a una partita di calcio. Anche io mi sono presa un pugno», spiega la moglie ancora scossa dall’accaduto.

Ad avere la peggio però è stato il proprietario del camper che, colpito al volto, ha cominciato a sanguinare in modo preoccupante. «A quel punto ho chiamato le forze dell’ordine e l’ambulanza e come l’ho fatto, sono spariti tutti improvvisamente», racconta la signora. «I bambini hanno visto tutto, urlavano e piangevano, è stato tremendo, ho davvero temuto che volesse uccidere mio marito».

L’ambulanza lo ha medicato sul posto, ma visto il gonfiore al naso e il dente scheggiato, i paramedici hanno preferito portarlo al pronto soccorso di Borgo Roma per degli accertamenti.

Torna quindi, ancora una volta, sotto i riflettori il problema delle frequentazioni legate ai phone center. Quello di via Cavalchina in particolare era già stato segnalato dai residenti per i molti disagi che crea nella zona. «Qui è un continuo via vai di gente ubriaca», spiega la donna, «ogni mattina poi ritroviamo vetri e bottiglie vuote ovunque». Il negozio etnico in questione risulta essere attrattore di diverse persone che sostano nella via fino a tarda notte. Tanto che già il consigliere della quarta circoscrizione, Marco Padovani, ha inoltrato nei mesi scorsi un esposto alla Procura della Repubblica e al prefetto segnalando i continui incidenti nella via e chiedendo una verifica dell’esercizio commerciale. «Qui la gente ha paura a uscire di casa dopo una certa ora», sostiene un residente che ha assistito la coppia dopo lo scontro, «ormai la via è diventata invivibile e questo ne è un tragico esempio».

Giorgia Cozzolino


BRESCIAOGGI

SICUREZZA STRADALE/1. La campagna della Provincia per sensibilizzare contro i rischi della guida in stato di ebbrezza

Sabato sera, «vince» chi non beve

Etilometri nelle discoteche: per ogni compagnia di giovani un «guidatore sobrio»

 di Mario Mattei

Meglio bere, guidare e morire, oppure non bere, divertirsi e poterlo fare un’altra volta? Parte la nuova campagna di sensibilizzazione della Provincia di Brescia «Se bevo non guido, se guido non bevo», una campagna che l’assessorato ai Lavori pubblici inserisce in un programma che si sta sviluppando anche su altri tre canali: la campagna sul rispetto delle distanze di sicurezza, quella nelle scuole con l’Associazione familiari vittime della strada, un’altra con uno spot sulla patente a punti prima dei film alla multisala Oz.

Nel 2006 il progetto «I don’t mix» era stato l’iniziativa pilota in sei locali dal ballo della provincia, e la maggioranza delle persone che vi aveva aderito aveva centrato l’obiettivo: restare sobrio per poter poi riaccompagnare gli amici a casa: su 456 gruppi che si erano presentati nei gazebo in 393 casi l’alcool test era stato entro i limiti, e i ragazzi avevano ricevuto anche un ingresso omaggio.

Ora dunque il progetto si ripete: a partire da domani saranno organizzati gazebo in dodici locali della provincia, invitando i ragazzi, che facciano parte di un gruppo di almeno tre persone, a scegliere la strada della sobrietà.

All’uscita del locale (i gazebo saranno posizionati dalla Mezzanotte alle 4.30) il «guidatore designato» sarà sottoposto ad un test, eseguito con etilometro usa e getta: se passerà l’esame, avrà diritto a un ingresso omaggio da consumarsi nel locale entro dieci giorni, e gli verrà regalata la t-shirt, ideata da Enrico Bonomini, che sostiene la campagna.

Ci sarà comunque per tutti la possibilità della prova-alcool: per chi risultasse negativo, ci sarà in omaggio un portachiavi organizzato e un etilometro. Alla fine dei conti, l’iniziativa ha una doppia valenza: in primo luogo, proseguire sul lavoro di prevenzione della mortalità stradale, che negli ultimi tempi è sì diminuita ma resta comunque ancorata a numeri preoccupanti; in secondo luogo, far crescere nei ragazzi quel senso di responsabilità, in questo caso nei confronti degli amici che si devono riaccompagnare a casa, che a volte, purtroppo, viene meno.

«Stiamo conducendo una battaglia giorno dopo giorno - dice l’assessore Mauro Parolini -: abbiamo investito un miliardo di euro per la sistemazione delle strade e abbiamo promosso numerose campagne, a differenza del ministero che ne ha organizzata soltanto una negli ultimi sette anni. Solo insistendo, e insistendo ancora, può passare il messaggio che la vita è preziosa e rischiarla al volante è una stupidata».

L’iniziativa ha il sostegno di Davide Bontempi, presidente della sezione bresciana del sindacato locali da ballo, e dell’Associazione familiari vittime della strada: «Il 40% degli incidenti mortali è causato da persone sotto l’effetto di alcolici - dice il presidente Roberto Merli -: sono dati spaventosi che indicano quanto occorra continuare a sensibilizzare i giovani contro questa piaga».


FOCUS.IT

Hai bevuto? Molla il telefono

La prova del palloncino potrebbe presto finire in soffitta: dal Giappone arriva un cellulare che ti sente l’alito. E se hai bevuto prima di metterti al volante, sei nei guai.

Il telefonino che ti fa le pulci su quante birre hai bevuto si chiama Alc-Mobile: ha un mini etilometro incorporato che misura il tasso alcolico nell’alito di chi lo sta usando. E in caso di allarme fa la spia con un messaggio al computer del datore di lavoro (per esempio). Il quale, grazie al gps del cellulare può conoscere l’esatta posizione del dipendente beone e avvertire la stradale.

Per un goccetto di troppo

Al momento l’apparecchietto è disponibile solo in Giappone, dove è stato accolto con rassegnazione da trasportatori e taxisti, e saltato con sollievo dai... pedoni: il paese vanta infatti il triste record di 14.000 incidenti stradali per guida in stato di ebbrezza (dati 2006). Tanto che la polizia lì ci va giù pesante, con sanzioni fino 600 mila euro e 5 anni di carcere per chi sale in auto dopo aver alzato il gomito.

È finita la pacchia in discoteca

Ma chi è così pazzo da acquistare un cellulare che potrebbe metterlo nei guai? Le aziende di trasporti, appunto, a loro volta nei guai con le assicurazioni: «Le aziende di taxi e autobus», spiega un dirigente di Kddi, il secondo operatore mobile giapponese, «hanno apparecchi per misurare il tasso alcolico degli autisti, ma sono fissi nelle stazioni. Col nostro cellulare possono fare il test in qualunque momento». E se l’iniziativa avrà successo, il telefonino anti bevute potrebbe arrivare anche da noi: poi dovrai pensarci due volte prima di metterti alla guida dopo una nottataccia in discoteca.


HELPCONSUMATORI.IT

SICUREZZA STRADALE.

In autostrada contromano, nello scorso anno 21 vittime

In autostrada contromano? Impossibile, ma qualcuno ci prova. Sono stati ben 46, lo scorso anno, i casi accertati d’imbocco di un’autostrada in contromano. Lo rivela il numero di marzo di "Quattroruote" riportando una ricerca promossa dall’Asaps (Associazione

Sabato, 24 Febbraio 2007
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