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RAssegna stampa Alcol e guida del 25 febbraio 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ASAPS

COMUNICATO STAMPA

ALCOL E VELOCITA’ RIMANGONO FATTORI DETERMINANTI DELLA TRAGEDIA STRADALE

L’Asaps si impegna contro la diffusione indiscriminata di alcol promuovendo un manifesto contro la moda degli Open bar. Si potrà inviare l’adesione all’indirizzo noopenbar@asaps.it. 

Le stragi stradali di questo fine settimana confermano che i fattori di rischio principali della sinistrosità, cioè velocità e alcol, non sono stati affatto disinnescati.

E’ pauroso e immorale il conteggio di tante giovani vite perse per l’indifferenza che pervade tutto ciò che è incidentalità stradale.

Una società civile - ma non sappiamo se l’aggettivo è ancora pertinente in questo campo - non può continuare a permettere questo scempio che precipita nel lutto troppe famiglie italiane.

Mentre il gesso della Polizia Stradale traccia segni di tragedia sull’asfalto, si continua a vendere alcol a tutte le ore, addirittura con gli Open bar, locali ormai di moda che permettono l’acquisto di quantità rilevanti di alcolici a costo fisso. Una sorta di tariffa della morte.

Ci domandiamo quanto possa continuare un sistema di complicità del genere.

Una risposta è arrivata da Reggio Emilia, dove, nell’ultimo veek-end, hanno manifestato decine di genitori di ragazzi morti sulla strada per protestare insieme ad Asaps, davanti ad un Open bar.

Dopo alcuni eclatanti episodi legati a questo nuovo "modello distributivo" dell’alcol, fattore inibitorio che incide anche sulla velocità, l’Asaps si schiera in modo fermo insieme ad altre associazioni di vittime della strada e di genitori contro questo sistema assurdo di sottostima del rischio alcol. Ricordiamo in proposito, per i meno informati, che il rischio relativo (RR) di incorrere in un incidente con appena 0,5 g/l di valore alcolemico, cioé alla soglia del limite di legge, è già pari a 5. Cioè è 5 volte superiore a chi non beve alcol (500%), che diventa RR pari a 10 per chi ha un valore di 1,2 g/l. Il rischio relativo schizza a 30 per chi ha assunto alcol equivalente a 1,5 g/l (misura molto frequente nei controlli del fine settimana), per arrivare al RR 70 per chi raggiunge 1,8 g/l. (Fonte ISS - Istituto Superiore di Sanità Dr.Franco Taggi).

Partirà a giorni una iniziativa con un manifesto contro gli Open bar e la vendita di alcolici nella notte in maniera indiscriminata.

Coloro che vorranno sostenere la nostra campagna - associazioni, enti, e cittadini - potranno inviare la loro adesione all’indirizzo di posta elettronica: noopenbar@asaps.it. 

Insieme alla velocità, l’alcol rimane l’avversario più importante che l’Asaps intende affrontare per la salvaguardia della vita di tanti giovani e per fermare questa quotidiana violenza stradale.

Forlì, lì 25.2.2007

Giordano Biserni Presidente Asaps


EMILIANET

L’Associazione vittime della strada esprime la contrarieta’ a formule pubblicitarie come quella dell’open-bar Geco

Dieci euro e bevi quanto vuoi, i genitori manifestano davanti al Club

REGGIO EMILIA (24 feb. 2007) - Genitori delle vittime della strada ieri sera al "Geco Club" di Reggio Emilia contro l’iniziativa "10 euro e bevi quanto vuoi". Il locale da oltre una settimana e’ al centro di polemiche per la scelta di offrire alcolici in quantita’ per pochi euro di spesa. Tanti gli striscioni per esprimere la contrarieta’ a formule pubblicitarie come quella dell’open-bar: per una spesa di 10 euro per gli uomini e 5 per le donne viene data la possibilita’ di bere alcolici in quantita’ illimitata.

Associazione vittime della strada: col Geco Club non è finita qui

Erano oltre una quarantina, ieri sera, i genitori ed i rappresentanti delle associazioni che si sono dati appuntamento davanti al “Geco Club” di via Piccard, il locale che per pochi euro offre alcolici in quantità fino all’una di notte.

Ad organizzare l’evento, la sezione reggiana dell’associazione sostenitori amici della polizia stradale, assieme all’associazione italiana familiari vittime della strada, all’Ager (associazione genitori reggiani), al comitato cittadino antidroghe ed al gruppo “Un sasso nello stagno”.

Tanti gli striscioni apposti al di fuori dei locali per fare riflettere i giovani sui loro comportamenti, ma soprattutto per ribadire al titolare del locale la contrarietà a formule pubblicitarie come quella dell’open-bar.

In sostanza, a fronte di una spesa di soli 10 euro per gli uomini e 5 per le donne, viene data la possibilità di bere alcolici in quantità illimitata, nonostante la linea difensiva del locale sia quella di pubblicizzare un fatto che nella realtà difficilmente si verifica per via della presenza di un solo barman al bancone del bar.

Ciononostante, l’Asaps e le associazioni che hanno aderito all’appello ritengono ugualmente fallimentare inviare ai giovani simili messaggi, proprio nel momento in cui sulle strade reggiane si verificano gravi incidenti stradali proprio a causa di conducenti in stato di ebbrezza.

A partecipare alla manifestazione anche l’onorevole Carlo Giovanardi, da anni impegnato a contrastare proprio le cosiddette stragi del sabato sera, che assieme al responsabile provinciale dell’Asaps, Roberto Rocchi, ha tentato una lunga e difficile mediazione che non ha avuto gli esiti sperati: il gestore del “Geco Club”, infatti, ha ammesso che la frase pubblicitaria “bevi fin che vuoi” era probabilmente inopportuna, ma ha insistito sulla necessità di continuare l’offerta di vendita degli alcolici.

Presenti al sit-in anche Fausto Castagnetti, presidente della seconda circoscrizione, alcuni consiglieri dell’Udeur, di An, un delegato di Gente di Reggio, Giovanni Monteleone e Fabio Boschi, rispettivamente segretario regionale e provinciale del Cosip, uno dei sindacati di polizia maggiormente rappresentativi.

Non essendo giunto un risultato concreto, se non il ritiro del solo messaggio pubblicitario delle locandine, l’Asaps intende ora interessare del problema le pubbliche autorità e attraverso le associazioni ieri presenti avanzerà una richiesta di controlli a questo ed agli altri locali che organizzano simili eventi.

Da segnalare, infine, la totale assenza dal dibattito delle associazioni di categoria dei locali notturni, evidentemente “imbarazzate” nel dover difendere strategie commerciali che rendono sempre più rischiosa la circolazione stradale.

ORA SI FACCIA SUL SERIO

Alla tanto acclamata disponibilità del gestore del “Geco Club” - che aveva pubblicamente assicurato di voler accogliere i genitori e mostrare loro in quale modo lavorava - si è invece contrapposta la sua iniziale indifferenza per quanto avveniva fuori dal locale, lasciando che alcuni dei tanti ragazzi radunatisi davanti all’ingresso (per fortuna pochi rispetto a quanti erano disposti al dialogo) potessero sbeffeggiare e persino offendere chi vive la disgrazia di aver perso un figlio sulla strada.

Soltanto dopo notevoli insistenze il titolare del locale ha accettato di uscire, salvo poi - nonostante la mediazione dell’onorevole Carlo Giovanardi - non muoversi di un solo passo dalle sue posizioni, se non proponendo soluzioni palliative e per certi versi scarsamente realizzabili.

Non solo. Si è dapprima rifiutato di parlare con uno degli organizzatori, contraddicendosi quando ha auspicato un maggiore dialogo per risolvere i problemi sollevati nella protesta.

Una cosa tuttavia è certa: con l’open bar andrà avanti e non ha sentito nemmeno la necessità di avvicinare e rassicurare quei genitori che, con la sofferenza in corpo, mostravano striscioni con impresse le immagini dei loro stessi figli.

D’altro canto, risulta egualmente inspiegabile il silenzio delle stesse associazioni di categoria dei locali notturni, che in una settimana di discussione ben si sono guardate dal prendere una qualsivoglia posizione.

In questo momento, dunque, il tentativo di ieri di mediazione è fallito e la strada ora percorribile è quella della denuncia della problematica alle pubbliche autorità, perchè inizino un controllo serrato, dentro e fuori i locali notturni, per verificare il rispetto delle leggi e della vendita di alcolici ai minori.

Ci aspettiamo, pertanto, che prefettura, comune e forze dell’ordine non disattendano questo auspicio e ringraziamo l’onorevole Giovanardi per avere ancora una volta condiviso con noi una battaglia tesa esclusivamente a salvare la vita di tanti giovani.

Per Asaps, Roberto Rocchi

Per Ass.It. Familiari Vittime Strada, Franco Piacentini

Per Ager, Giancarlo Manghi

Per Un sasso nello stagno, Maura Bottazzi

Per Comitato cittadino antidroghe, Loris De Pietri


IL GAZZETTINO Treviso)

Il presidente dell’"Associazione Manuela"insiste per la completa applicazione della legge che inasprisce le sanzioni 

«Ai lavori sociali chi guida ubriaco» 

Andrea Dan: «Manca l’elenco dei luoghi dove far scontare la pena accessoria»

Lo "schiacciasassi" Andrea Dan è stato ieri a colloquio con i vertici dell’Asl di Conegliano, per far stilare gli elenchi dei soggetti presso cui i condannati per guida in stato di ebbrezza potrebbero svolgere lavori utili, al posto o assieme alla pena.

È lo stesso "schiacciasassi" Dan che è partito dalla cittadina della Marca con una legge in mano ed è riuscito a farla approvare dal Parlamento, ricorrendo a proteste, occupazioni, dimostrazioni, sussurri e grida. Lo stesso "schiacciasassi" che afferma che la diplomazia è tutto ma «se uno ti costringe, per ottenere una cosa giusta, si può anche alzare la voce».

Con Luca Zaia - che come primo atto da presidente della Provincia ha inaugurato la sede dell’Associazione Manuela per la sicurezza stradale, di cui è presidente - Dan è riuscito a far diminuire di qualche decina il numero dei morti sulle strade della Marca in otto anni. Tra rotatorie, prediche, dimostrazioni, riunioni, comitati, sensibilizzazioni fatti nel nome della figlioletta (che il 6 febbraio del ’98 è morta in un incidente stradale), ha ottenuto quello che il Parlamento intero non aveva ancora ottenuto: una legge che inasprisse le pene per i morti sulla strada e che se ne occupasse specificamente.

Non basta; quella legge prevede che chi guida in stato di ebbrezza possa venir "condannato" invece che a pena detentiva ad un periodo di lavoro socialmente utile. Per esempio, aiutare in ospedale; per esempio, aiutare le famiglie che hanno un figlio portatore di handicap. Perchè? «Perchè chi guida in stato di ebbrezza, o peggio provoca un incidente in quello stato, deve capire il valore della vita e della sofferenza altrui. Deve rendersi conto di cosa vuol dire lasciare una persona in carrozzella per aver causato un incidente da ubriachi».

Con i dirigenti dell’Asl di Conegliano ha concordato che verrà stilata la prima mappa italiana dei punti in cui può essere usata una persona, che sconti la pena aiutando qualcuno. Fare una legge è stato difficile; farla presentare ancora più difficile; farla approvare sembrava impresa titanica; adesso sembra tanto complesso farla applicare.

Ma lo schiacciasassi Andrea Dan ci riuscirà, nel nome della sua bambina e di tutti quei genitori che hanno perso un figlio sulla strada. «Due morti al giorno solo nel Veneto, è inaccettabile», dice ogni volta che sostiene la sua causa. «È inaccettabile che la gente non sia sensibile a queste tragedie; si legge il giornale, sembrano morti scontate, una fatalità, ma non è così. Lavorare accanto ad un disabile o ad un malato terminale chiarisce perfettamente cosa voglia dire vivere sereni, senza drammi, senza eccedere nel bere».

Domani sarà la volta dell’incontro a Venezia con Luca Zaia, con il vicepresidente della Regione che ha sempre affiancato Dan nelle sue battaglie. È con lui che, non a caso, Andrea Dan va a parlare, perchè sia la Regione a farsi promotrice della stesura di elenchi di soggetti cui destinare in supporto i condannati per guida in stato di ebbrezza. Un politico coerente e uno schiacciasassi: accoppiata da giocare.

Antonella Federici


IL TEMPO

Rissa nel locale, Tar conferma la chiusura

SONNINO — Chiuso per motivi di ordine pubblico. Il Tar ha ieri mattina confermato la decisione presa dalla Questura di Latina che ha sospeso la licenza e ordinato pochi giorni fa, la chiusura nei confronti di un bar di Sonnino. Il provvedimento eseguito dai Carabinieri, venne assunto a seguito di una serie di fatti incresciosi avvenuti all’interno del locale. Fu proprio una segnalazione proveniente dalla stazione dei Carabinieri di Sonnino, ad informare la Questura in merito ad eventi poco edificanti registrati nel 2006. L’esercizio sarebbe infatti diventato meta di risse ed episodi delittuosi con ripercussioni per l’ordine pubblico. Nel ricorso presentato dall’avvocato Domenico Sulpizi, si legge come il signor C.E., fratello del titolare del bar, «sarebbe stato denunciato all’autorità giudiziaria, per aver somministrato alcolici a persona in stato di manifesta ubriachezza». Nell’ambito delle segnalazioni, va menzionata anche «la presenza di un pluripregiudicato dedito al consumo di bevande alcoliche e socialmente pericoloso». I carabinieri sono stati costretti ad intervenire diverse volte, procedendo alla denuncia e ad arresti di alcune persone per i reati di oltraggio e di resistenza a pubblico ufficiale. Il provvedimento di chiusura ha comunque un carattere temporale (25 giorni). Il presidente dle Tar di Latina, Franco Bianchi, ha emesso un decreto «inaudita altera parte», nel quale ha ritenuto come «non sia configurabile una situazione di estrema gravità ed urgenza tale da non consentire la dilazione sino alla Camera di Consiglio fissata per il 23 marzo 2007». Dunque, solo in tale data, il ricorso presentato dall’avvocato Sulpizi, verrà discusso in sede sospensiva. mar. bat.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

PREVENZIONE 

I rischi dell’alcol spiegati ai giovani 

ROSOLINA - (E.M.) La sensazione è che a Rosolina si stia lavorando molto per cercare di combattere alla radice il fenomeno dell’etilismo, "seminando" già tra i giovanissimi una cultura della sobrietà e dell’approccio virtuoso all’alcol; questo può far crescere dei giovani, con in sè già gli "anticorpi" psichici e di comportamento, per evitare gli eccessi. Del problema si è fatto alfiere, a livello di Comune, l’assessore alle Politiche giovanili, Franco Vitale. Dice: «Abbiamo curato la distribuzione capillare, a tutte le 1600 famiglie di Rosolina, di un particolare opuscolo, stampato nell’ambito del progetto provinciale "Un locale amico". Si tratta di un progetto elaborato insieme, tra Comuni e Provincia, e che per la parte che attiene a Rosolina, ho seguito personalmente. Poi ne ho curato di persona la distribuzione a tutte le famiglie, tramite "pony drivers"».

Lo scopo di questa iniziativa? «Intendiamo tra l’altro, attraverso il coinvolgimento degli operatori a contatto diretto con gli adolescenti e giovani adulti, incrementare l’informazione e l’educazione sulle conseguenze negative del bere. Lo vogliamo fare soprattutto in periodi come gli attuali, dove i fatti di cronaca purtroppo evidenziano sempre più che i rischi nei più giovani lungo le strade, sono dovuti troppo spesso alla superficialità con cui si fa un uso indiscriminato di bevande alcoliche».


 

LA SICILIA

Alcolismo, gioventù bruciata

Caltagirone

Il comandante della Stradale, Ruggeri: «Quattro incidenti su 6 a causa dello stato di ebbrezza» 

«Quattro incidenti gravi su sei in città sono causati dall’abuso di sostanze alcoliche».

Questo il dato preoccupante che è emerso dall’analisi che è stata tracciata dal comandante della polizia stradale di Caltagirone, Emilio Ruggeri, nel corso della tavola rotonda sul tema «Tempo giovane - Non solo alcol... parliamone», promossa dalla Provincia regionale di Catania e dall’Ufficio diocesano di Pastorale del Tempo libero.

Alla presenza di un folto pubblico composto di studenti, avvocati, rappresentanti delle forze dell’ordine, consiglieri comunali e provinciali, dell’assessore alle Politiche giovanili Massimo Floridia è stato approfondito in tutte le sue sfaccettature il problema dilagante anche nella nostra comunità cittadina, legato all’assunzione smodata di alcolici tra i giovani che genera, oltre agli incidenti stradali, disagi sociali in crescente aumento, come il vandalismo, il bullismo, i maltrattamenti.

«Il mio lavoro - ha sottolineato Emilio Ruggeri - mi permette di avere una visione spiacevole dei problemi giovanili: ogni fine settimana, purtroppo, sono costretto a verificare, dati alla mano, l’assunzione di bevande alcoliche da parte di tanti ragazzi che mettono in serio pericolo la propria vita e quella degli altri con comportamenti scorretti che hanno cause remote e comunque estranee alle regole stradali».

«È un problema psico-sociale - ha detto don Salvo Millesoli, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale del tempo libero - che investe tutti gli aspetti della personalità di un individuo, la cui causa è da ricercare a livello familiare».

Occorre, pertanto, interrogarsi su questo ed impostare proposte ed azioni efficaci di prevenzione e di intervento non solo di repressione, questa la considerazione finale emersa dal dibattito, moderato dal consigliere provinciale Calogero Giancona, al quale sono intervenuti, il Vicario generale della Diocesi monsignor Pedi, il sindaco Francesco Pignataro, lo studente Gianluigi Di Benedetto, il professor Franco Ciriaco, responsabile diocesano dell’ufficio scuola e pastorale sociale e del lavoro, che ha illustrato un percorso di orientamento per i giovani, il «Progetto Policoro», che è stato messo a punto dalla Chiesa calatina per favorire un serio impegno di vita nel lavoro.

Chiara Di Grande


IL GAZZETTINO (Venezia)

PORTOGRUARO 

Al volante di notte dopo aver bevuto troppo: ritirate cinque patenti

Piede pesante sull’acceleratore e gomito alto con gli alcolici. Cinque le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza dagli agenti della Polstrada nella notte far venerdì e sabato nel territorio di Portogruaro. Conducenti giovani, al di sotto dei trent’anni, che uscivano da discoteche o da locali alla moda e che si sono messi al volante dopo avere esagerato decisamente un po’ troppo con cocktail vari oppure con vini più o meno pregiati.

Tre sono ragazze a conferma del fatto che la "civiltà del bere" si sta sempre più diffondendo anche fra le rappresentanti di quello che viene definito a torto o a ragione il gentil sesso. Il tasso alcolemico più alto rilevato dall’apposito misuratore in dotazione alla polizia è stato pari a 1,24 g/l, vale a dire circa il triplo rispetto alla soglia minima considerata a rischio per chi si mette al volante con i riflessi rallentanti dall’alcol.

I controlli effettuati nel corso di tutta la nottata rientrano nel servizio di prevenzione delle cosiddette "stragi del sabato sera", considerando il fatto che è proprio nel fine settimana che si verifica il più alto numero di incidenti stradali, complice l’alta velocità quasi sempre riconducibile all’assunzione di quantità eccessive di sostanze alcoliche.


CORRIERE ADRIATICO

Tenta di sparare a figlie e polizia

MILANO - Un pensionato di 78 anni ha sparato con una pistola contro le figlie. L’uomo ubriaco, avrebbe agito in seguito ad una lite familiare. L’episodio è avvenuto l’altra notte in via Cacciatori delle Alpi a San Paolo D’argon, in provincia di Bergamo. A dare l’allarme sono state le figlie, miracolosamente illese. Immediato l’intervento della polizia ma, all’arrivo dei tre agenti il pensionato invece di calmarsi non si è arreso, ma è entrato in casa e ha imbracciato un fucile da caccia. Prima di poter premere il grilletto, però, è stato bloccato, disarmato e arrestato per tentato omicidio dalla pattuglia.


IL GIORNALE

"Torno e vi uccido". Ma il suocero gli spara

di Anna Savini - domenica 25 febbraio 2007, 09:00

abbia anche precedenti per resistenza. Non ha un lavoro e già basta questo a irritare una famiglia che del lavoro ha fatto la sua vita, anche se la tessitura che Monica aveva con il fratello ha finito per fallire. Non ha un lavoro e si caccia nei guai. Non ha un lavoro e alza la voce con Monica. Caccia è divorziato, lavora in Svizzera come operaio nei cantieri per il traforo ferroviario del San Gottardo. È tranquillo e riflessivo, così dice chi lo conosce. Ma gli insulti e le minacce non li sopporta. Come quelli dell’altra sera. Alle nove si ritrovano ancora lì, suocero, figlia e genero. Altra lite. Altre minacce. «Torno con una pistola». Yedaye non ha una pistola in mano quando torna, ma è alterato. Forse ha anche bevuto. Bussa al portone. Monica gli dice di andare via. Il suocero anche. Ma lui insiste. Il suocero scende. «Vattene». Ma Yedaye lo provoca: «Tanto tu non mi spari». Il suocero lo allontana fino al cortile. Il genero continua a provocarlo. Il suocero perde la pazienza e spara. Due colpi. Un colpo al petto, uno alla spalla. Una rosa di pallini che sfonda il petto a Yedaye. Monica chiama i carabinieri e racconta quel che è successo. I militari arrivano e Caccia non fa una piega. Si consegna, da uomo mite quale è sempre stato. E mormora: «Adesso mi chiameranno assassino. Ma non potevo più sopportare che picchiasse mia figlia ogni volta che era ubriaco. Da tempo volevamo cacciarlo ma lui non se ne voleva andare. Abbiamo litigato e ho perso la ragione».


SALERNO NOTIZIE

Sapri: aggredisce infermiere e Carabinieri all’Ospedale, arrestato

Un giovane di 22 anni già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato a Sapri dai Carabinieri della locale Compagnia agli ordini del Luogotenente Rescinditi, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I militari sono intervenuti presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Sapri a seguito di una richiesta telefonica, dove pochi minuti prima il giovane per futili motivi dovuti presumibilmente al suo stato di ebbrezza, aveva appena aggredito una guardia giurata ed un infermiere professionale.

I Carabinieri hanno bloccato il pregiudicato che, nel tentativo di sottrarsi al controllo e guadagnarsi la fuga, colpiva con una testata un militare provocandogli una contusione alla guancia sinistra. Anche l’infermiere professionale e la guardia giurata sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per le lesioni riportate, ottenendo rispettivamente cinque e sette giorni di prognosi. Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto alla Casa Circondariale di Sala Consilina, a disposizione dell’autorità giudiziaria (dott. Carmine Olivieri).


IL GAZZETTINO (Udine)

Arrestato dai carabinieri un 23enne di Pasian di Prato 

Chiede di spostare l’auto in quattro lo aggrediscono

Dietro la sua Lancia ha trovato una Seicento sistemata di traverso, con la parte anteriore ad occupare il marciapiede, davanti al supermercato della Pam, in via Battisti. Impossibile tentare una manovra per uscire dal parcheggio. L’automobilista ha chiesto ai quattro ragazzi, forse cinque, seduti sugli scalini di galleria Antivari con una bottiglia di vino appoggiata a terra, se potevano spostare la vettura. La reazione è stata inaspettata e violenta. L’uomo è stato aggredito e colpito al volto. È caduto a terra ed è stato nuovamente colpito. Sono stati momenti di panico in un’ora, le 18.15, in cui piazza XX Settembre e via Battisti sono particolarmente affollate, specialmente di sabato.

Un maresciallo in borghese che si trovava nel negozio di scarpe di fronte al supermercato ha sentito le urla dell’automobilista e si è affacciato sull’uscio: uno dei ragazzi brandiva una bottiglia ed è subito intervenuto. E’ riuscito a bloccare uno degli aggressori, che poi ha consegnato a una pattuglia del Radiomobile. Si tratta di David Nicholas Franklin, 23 anni, di Pasian di Prato. Il giovane è stato accompagnato nella caserma di viale Trieste. Era agitato e durante il tragitto ha mantenuto un atteggiamento violento. In serata, ultimati gli accertamenti e informato il sostituto procuratore Alina Rossato, è stato arrestato per lesioni aggravate dai futili motivi.

La vittima, soccorsa da un’ambulanza del 118, una volta lasciato il pronto soccorso (la prognosi è di 5 giorni) è stata sentita in caserma. Ha confermato la dinamica dell’aggressione: "Sono stato malmentato dopo aver chiesto ai ragazzi di spostare la macchina". Da quanto si è potuto apprendere, non è la prima volta che il gruppo crea problemi in centro città. In altre occasioni le forze dell’ordine sarebbero intervenute in seguito alle loro intemperanze. A bordo della Seicento rimasta sul marciapiede di via Battisti, hanno lasciato sui sedili un paio di bottiglie di vino, un casco di colore blu e un giubbotto. I tre giovani scappati dopo l’intervento del maresciallo in borghese - forse quattro secondo alcune testimonianze - sono in fase di identificazione. I carabinieri del Radiomobile ritengono di aver raccolto tutti gli elementi necessari per rintracciarli.


IL GAZZETTINO (Udine)

TOLMEZZO Il guidatore ha perso il controllo dell’auto che è finita sul marciapiede 

Fuga dopo l’incidente  

Denunciati due giovani che hanno investito un pensionato

Due giovani, un diciannovenne di Arta Terme e un tolmezzino ventenne, sono stati denunciati dai carabinieri per non aver soccorso l’anziano che hanno investito in auto. Il fatto è accaduto nelle serata di sabato. I due dovranno rispondere della fuga in seguito all’incidente, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza. Nella serata, mentre percorrevano via Cesare Battisti in auto, il giovane alla guida perdeva il controllo della vettura che è salita sul marciapiede investendo un pensionato di 73 anni e provocandogli contusioni ed escoriazioni. L’uomo è stato soccorso dai sanitari dell’ospedale civile di Tolmezzo e ne avrà per cinque giorni. Sul luogo sono arrivati i carabinieri di Tolmezzo e sulla base delle indicazioni ricevute hanno attivato le ricerche nelle immediate vicinanze dell’incidente. Poco dopo hanno rintracciato i due giovani ancora a bordo del veicolo.


IL GAZZETTINO (Udine)

SALUTE

In paese sono 120 gli uomini e le donne a rischio di sviluppare la malattia, il 63 per cento è iperteso, il 33 sovrappeso, il 17 diabetico 

Demenza senile, dati allarmanti per gli anziani 

"Progetto Remember", uno studio su 800 persone a Remanzacco e Buttrio. Condizioni gravi rispetto alla media italiana

Remanzacco

Allarmanti di dati emersi dal progetto Remember, presentati in auditorium a Remanzacco. Lo studio è stato condotto su suggetti di Buttrio e Remanzacco di età compresa tra i 55 e i 99 anni, allo scopo di determinare la prevalenza e l’incidenza dei disturbi della memoria identificando i fattori di rischio per la demenza. «Il Friuli Venezia Giulia è la Regione in cui il tasso di invecchiamento è al secondo posto in Italia con un sempre più crescente numero di persone oltre i 65 anni, che comportano una spesa medica consistente», ha spiegato Patrizio Prati, primario di Neurologia all’ospedale Gervasutta. «Una delle malattie tipiche dell’invecchiamento è il prototipo della malattia demenziale in senso ampio:l’Alzheimer. Grazie allo studio Remember, attuato su circa 800 soggetti di Buttrio e Remanzacco, abbiamo potuto estrapolare i dati per capire qual è la frequenza di queste malattie nella nostra regione. Purtroppo la situazione non è affatto confortante:s e i dati di incidenza dovessero rimanere costanti, gli incrementi di casi di demenza sarebbero enormi».
«I numeri sono impressionanti», ha proseguito Angelo Bignamini, docente di statistica e metodologia clinica all’Università di Milano. «Il 63% degli uomini ed il 51% delle donne era iperteso al momento della visita. Altrettanto gravi i dati relativi al colesterolo: l’80\% delle persone che hanno partecipato allo studio presentava livelli alti. Circa 120 persone a Remanzacco corrono il rischio di sviluppare, in futuro, la demenza. Paragonato il "campione Remember" ad uno dell’Istituto di Sanità, si ricavano informazioni allarmanti perchè la frequenza di ipertensione è particolarmente elevata nei comuni di Buttrio e Remanzacco (quasi il doppio di quella calcolata a livello nazionale);il 17,2% delle persone analizzate ha prevalenza di diabete (10 volte di più rispetto alla media della popolazione italiana), il 33,3% risulta obeso o sovrappeso (contro il 20% del resto del Paese), il 20,9% sono fumatori (rispetto ad un 20,5% totale), il 66% dei bevitori abituali consuma una dose di alcool troppo elevata (65g al giorno contro i 25 consentiti). Inoltre, all’interno della popolazione di Remanzacco, coloro i quali presentano una placca carotidea rappresentano il 56% dei maschi ed il 53% delle femmine (il 10% a livello grave)».«In conclusione - ha spiegato Bignamini - i soggetti con un rischio cardiovascolare superiore al 10% costituiscono, in questa popolazione, il 30/40%. Numero e frequenza dei fattori di rischio demenza sono, dunque, molto elevati».

Francesca Quaiattini


CORRIERE DELLA SERA SALUTE

Come capisco se mio figlio beve o si droga? Risponde Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità 

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Alcoholism: Clinical & Experimental Research» i genitori di adolescenti che fanno uso di droghe, alcolici o sigarette si rendono conto di questi comportamenti solo nella metà dei casi.

Ci sono dei segnali che possono essere d’aiuto?

Per capire il proprio figlio fuma spinelli o beve alcolici bisogna valutare con attenzione i suoi comportamenti. Questo perché di solito l’uso non occasionale di queste sostanze è espressione di una situazione di disagio. Disagio che può essere evidenziato anche da altri segnali: il ragazzo si comporta male a scuola, non ha un buon profitto, torna a casa tardi la sera, si relaziona male con la famiglia. Solo in questi casi deve scattare un campanello d’allarme.

Come devono comportarsi i genitori?

Un dialogo aperto e una corretta informazione sui rischi associati all’uso di queste sostanze sono fondamentali. E se ci si rende conto che la situazione è più seria di quanto si pensasse bisogna mettersi in contatto con esperti di disagio giovanile. In diversi casi anche pochi colloqui riescono a rimuovere l’ostacolo.

Cosa è meglio non fare?

Non bisogna frugare dappertutto alla ricerca del «corpo del reato» o raccogliere di nascosto campioni di urina o capelli da far analizzare per la ricerca di droghe. Il rischio è di aumentare le barriere e alimentare un conflitto controproducente.

Antonella Sparvoli


 

IL GIORNO
Alcol a fiumi, adesso basta Sit in di protesta Reggio, rivolta contro l’open bar


LA GAZZETTA DI REGGIO

insultati i genitori dei ragazzi morti

 

LA SICILIA
Ubriaco colpisce medici e militari 


IL RESTO DEL CARLINO

Parcheggia sui binari Il treno travolge l’auto Era rincasato all’alba ubriaco per un amore finito

Guidano ubriachi, 5 patenti ritirate
Vignola, camionista ubriaco aggredisce un carabiniere


CORRIERE DELLA SERA

Più movimento meno cibo e poco alcol


IL TIRRENO
beviamo, ma l’importante è non vomitare - donatella francesconi
<> 

LA REPUBBLICA

charmet: botte, alcol e potere anche questo è parità tra sessi - emilio randacio


IL SECOLO XIX

Maxi-rissa in un bar interviene il "112"


© asaps.it
Lunedì, 26 Febbraio 2007
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