ASAPS COMUNICATO STAMPA
ALCOL E VELOCITA’ RIMANGONO FATTORI DETERMINANTI DELLA
TRAGEDIA STRADALE L’Asaps si impegna contro la diffusione indiscriminata di
alcol promuovendo un manifesto contro la moda degli Open bar. Si potrà inviare
l’adesione all’indirizzo noopenbar@asaps.it. Le stragi stradali di questo fine settimana confermano che i
fattori di rischio principali della sinistrosità, cioè velocità e alcol, non
sono stati affatto disinnescati. E’ pauroso e immorale il conteggio di tante giovani vite perse per l’indifferenza che pervade
tutto ciò che è incidentalità stradale. Una società civile - ma non sappiamo se l’aggettivo è ancora pertinente in questo campo - non
può continuare a permettere questo scempio che precipita nel lutto troppe
famiglie italiane. Mentre il gesso della Polizia Stradale traccia segni di
tragedia sull’asfalto, si continua a vendere alcol a tutte le ore, addirittura
con gli Open bar, locali ormai di moda che permettono l’acquisto di quantità rilevanti di alcolici a costo
fisso. Una sorta di tariffa della morte. Ci domandiamo quanto possa continuare un sistema di
complicità del genere. Una risposta è arrivata da Reggio Emilia, dove, nell’ultimo
veek-end, hanno manifestato decine di genitori di ragazzi morti sulla strada
per protestare insieme ad Asaps, davanti ad un Open bar. Dopo alcuni eclatanti episodi legati a questo nuovo
"modello distributivo" dell’alcol, fattore inibitorio che incide
anche sulla velocità, l’Asaps si schiera in modo fermo insieme ad altre
associazioni di vittime della strada e di genitori contro questo sistema assurdo di sottostima del rischio alcol.
Ricordiamo in proposito, per i meno informati, che il rischio relativo (RR) di
incorrere in un incidente con appena 0,5 g/l di valore alcolemico, cioé alla
soglia del limite di legge, è già pari a 5. Cioè è 5 volte superiore a chi non
beve alcol (500%), che diventa RR pari a 10 per chi ha un valore di 1,2 g/l. Il
rischio relativo schizza a 30 per chi ha assunto alcol equivalente a 1,5 g/l
(misura molto frequente nei controlli del fine settimana), per arrivare al RR
70 per chi raggiunge 1,8 g/l. (Fonte ISS - Istituto Superiore di Sanità
Dr.Franco Taggi). Partirà a giorni una
iniziativa con un manifesto contro gli Open bar e la vendita di alcolici nella
notte in maniera indiscriminata. Coloro che vorranno sostenere la nostra campagna -
associazioni, enti, e cittadini - potranno inviare la loro adesione
all’indirizzo di posta elettronica: noopenbar@asaps.it. Insieme alla velocità, l’alcol rimane l’avversario più
importante che l’Asaps intende affrontare per la salvaguardia della vita di
tanti giovani e per fermare questa quotidiana violenza stradale. Forlì, lì 25.2.2007 Giordano Biserni Presidente AsapsEMILIANET L’Associazione vittime della strada
esprime la contrarieta’ a formule pubblicitarie come quella dell’open-bar Geco Dieci euro e bevi quanto vuoi, i
genitori manifestano davanti al Club REGGIO EMILIA (24 feb. 2007) - Genitori delle vittime della
strada ieri sera al "Geco Club" di Reggio Emilia contro l’iniziativa
"10 euro e bevi quanto vuoi". Il locale da oltre una settimana e’ al
centro di polemiche per la scelta di offrire alcolici in quantita’ per pochi
euro di spesa. Tanti gli striscioni per esprimere la contrarieta’ a formule
pubblicitarie come quella dell’open-bar: per una spesa di 10 euro per gli
uomini e 5 per le donne viene data la possibilita’ di bere alcolici in
quantita’ illimitata. Associazione vittime della strada: col Geco Club non è
finita qui Erano oltre una quarantina, ieri sera, i genitori ed i
rappresentanti delle associazioni che si sono dati appuntamento davanti al
“Geco Club” di via Piccard, il locale che per pochi euro offre alcolici in quantità
fino all’una di notte. Ad organizzare l’evento, la sezione
reggiana dell’associazione sostenitori amici della polizia stradale, assieme
all’associazione italiana familiari vittime della strada, all’Ager
(associazione genitori reggiani), al comitato cittadino antidroghe ed al gruppo
“Un sasso nello stagno”. Tanti gli striscioni apposti al di fuori dei locali per fare
riflettere i giovani sui loro comportamenti, ma soprattutto per ribadire al
titolare del locale la contrarietà a formule pubblicitarie come quella
dell’open-bar. In sostanza, a fronte di una spesa di soli 10 euro per gli
uomini e 5 per le donne, viene data la possibilità di bere alcolici in quantità
illimitata, nonostante la linea difensiva del locale sia quella di
pubblicizzare un fatto che nella realtà difficilmente si verifica per via della
presenza di un solo barman al bancone del bar. Ciononostante, l’Asaps e le
associazioni che hanno aderito all’appello ritengono ugualmente fallimentare inviare
ai giovani simili messaggi, proprio nel momento in cui sulle strade reggiane si
verificano gravi incidenti stradali proprio a causa di conducenti in stato di
ebbrezza. A partecipare alla manifestazione anche l’onorevole Carlo
Giovanardi, da anni impegnato a contrastare proprio le cosiddette stragi del
sabato sera, che assieme al responsabile provinciale dell’Asaps, Roberto
Rocchi, ha tentato una lunga e difficile mediazione che non ha avuto gli esiti
sperati: il gestore del “Geco Club”, infatti, ha ammesso che la frase
pubblicitaria “bevi fin che vuoi” era probabilmente inopportuna, ma ha
insistito sulla necessità di continuare l’offerta di vendita degli alcolici. Presenti al sit-in anche Fausto Castagnetti, presidente
della seconda circoscrizione, alcuni consiglieri dell’Udeur, di An, un delegato
di Gente di Reggio, Giovanni Monteleone e Fabio Boschi, rispettivamente
segretario regionale e provinciale del Cosip, uno dei sindacati di polizia
maggiormente rappresentativi. Non essendo giunto un risultato concreto, se non il ritiro
del solo messaggio pubblicitario delle locandine, l’Asaps intende ora
interessare del problema le pubbliche autorità e attraverso le associazioni
ieri presenti avanzerà una richiesta di controlli a questo ed agli altri locali
che organizzano simili eventi. Da segnalare, infine, la totale assenza dal dibattito delle
associazioni di categoria dei locali notturni, evidentemente “imbarazzate” nel
dover difendere strategie commerciali che rendono sempre più rischiosa la
circolazione stradale. ORA SI FACCIA SUL SERIO Alla tanto acclamata disponibilità del gestore del “Geco
Club” - che aveva pubblicamente assicurato di voler accogliere i genitori e
mostrare loro in quale modo lavorava - si è invece contrapposta la sua iniziale
indifferenza per quanto avveniva fuori dal locale, lasciando che alcuni dei
tanti ragazzi radunatisi davanti all’ingresso (per fortuna pochi rispetto a
quanti erano disposti al dialogo) potessero sbeffeggiare e persino offendere
chi vive la disgrazia di aver perso un figlio sulla strada. Soltanto dopo notevoli insistenze il titolare del locale ha
accettato di uscire, salvo poi - nonostante la mediazione dell’onorevole Carlo Giovanardi - non muoversi
di un solo passo dalle sue posizioni, se non proponendo soluzioni palliative e
per certi versi scarsamente realizzabili. Non solo. Si è dapprima rifiutato di parlare con uno degli
organizzatori, contraddicendosi quando ha auspicato un maggiore dialogo per
risolvere i problemi sollevati nella protesta. Una cosa tuttavia è certa: con l’open bar andrà avanti e non
ha sentito nemmeno la necessità di avvicinare e rassicurare quei genitori che,
con la sofferenza in corpo, mostravano striscioni con impresse le immagini dei
loro stessi figli. D’altro canto, risulta egualmente inspiegabile il silenzio
delle stesse associazioni di categoria dei locali notturni, che in una
settimana di discussione ben si sono guardate dal prendere una qualsivoglia
posizione. In questo momento, dunque, il tentativo di ieri di
mediazione è fallito e la strada ora percorribile è quella della denuncia della
problematica alle pubbliche autorità, perchè inizino un controllo serrato,
dentro e fuori i locali notturni, per verificare il rispetto delle leggi e
della vendita di alcolici ai minori. Ci aspettiamo, pertanto, che prefettura, comune e forze
dell’ordine non disattendano questo auspicio e ringraziamo l’onorevole
Giovanardi per avere ancora una volta condiviso con noi una battaglia tesa
esclusivamente a salvare la vita di tanti giovani. Per Asaps, Roberto Rocchi Per Ass.It. Familiari Vittime Strada, Franco Piacentini Per Ager, Giancarlo Manghi Per Un sasso nello stagno, Maura Bottazzi Per Comitato cittadino antidroghe, Loris De Pietri IL GAZZETTINO Treviso) Il presidente dell’"Associazione Manuela"insiste
per la completa applicazione della legge che inasprisce le sanzioni «Ai lavori sociali chi guida ubriaco» Andrea
Dan: «Manca l’elenco dei luoghi dove far scontare la pena accessoria»
Lo "schiacciasassi" Andrea Dan è stato ieri a
colloquio con i vertici dell’Asl di Conegliano, per far stilare gli elenchi dei
soggetti presso cui i condannati per guida in stato di ebbrezza potrebbero
svolgere lavori utili, al posto o assieme alla pena. È lo stesso "schiacciasassi" Dan che è partito
dalla cittadina della Marca con una legge in mano ed è riuscito a farla
approvare dal Parlamento, ricorrendo a proteste, occupazioni, dimostrazioni,
sussurri e grida. Lo stesso "schiacciasassi" che afferma che la
diplomazia è tutto ma «se uno ti costringe, per ottenere una cosa giusta, si
può anche alzare la voce». Con Luca Zaia - che come primo atto da presidente della
Provincia ha inaugurato la sede dell’Associazione Manuela per la sicurezza
stradale, di cui è presidente - Dan è riuscito a far diminuire di qualche
decina il numero dei morti sulle strade della Marca in otto anni. Tra
rotatorie, prediche, dimostrazioni, riunioni, comitati, sensibilizzazioni fatti
nel nome della figlioletta (che il 6 febbraio del ’98 è morta in un incidente
stradale), ha ottenuto quello che il Parlamento intero non aveva ancora
ottenuto: una legge che inasprisse le pene per i morti sulla strada e che se ne
occupasse specificamente. Non basta; quella legge prevede che chi
guida in stato di ebbrezza possa venir "condannato" invece che a pena
detentiva ad un periodo di lavoro socialmente utile. Per esempio, aiutare in
ospedale; per esempio, aiutare le famiglie che hanno un figlio portatore di
handicap. Perchè? «Perchè chi guida in stato di ebbrezza, o peggio provoca un
incidente in quello stato, deve capire il valore della vita e della sofferenza
altrui. Deve rendersi conto di cosa vuol dire lasciare una persona in
carrozzella per aver causato un incidente da ubriachi». Con i dirigenti dell’Asl di Conegliano
ha concordato che verrà stilata la prima mappa italiana dei punti in cui può
essere usata una persona, che sconti la pena aiutando qualcuno. Fare una legge
è stato difficile; farla presentare ancora più difficile; farla approvare sembrava
impresa titanica; adesso sembra tanto complesso farla applicare. Ma lo schiacciasassi Andrea Dan ci riuscirà, nel nome della
sua bambina e di tutti quei genitori che hanno perso un figlio sulla strada.
«Due morti al giorno solo nel Veneto, è inaccettabile», dice ogni volta che
sostiene la sua causa. «È inaccettabile che la gente non sia sensibile a queste
tragedie; si legge il giornale, sembrano morti scontate, una fatalità, ma non è
così. Lavorare accanto ad un disabile o ad un malato terminale chiarisce
perfettamente cosa voglia dire vivere sereni, senza drammi, senza eccedere nel
bere». Domani sarà la volta dell’incontro a Venezia con Luca Zaia,
con il vicepresidente della Regione che ha sempre affiancato Dan nelle sue
battaglie. È con lui che, non a caso, Andrea Dan va a parlare, perchè sia la
Regione a farsi promotrice della stesura di elenchi di soggetti cui destinare
in supporto i condannati per guida in stato di ebbrezza. Un politico coerente e
uno schiacciasassi: accoppiata da giocare. Antonella Federici IL TEMPO Rissa nel locale, Tar conferma la
chiusura
SONNINO — Chiuso per motivi di ordine pubblico. Il Tar ha ieri mattina confermato la decisione presa dalla Questura di Latina che ha sospeso la licenza e ordinato pochi giorni fa, la chiusura nei confronti di un bar di Sonnino. Il provvedimento eseguito dai Carabinieri, venne assunto a seguito di una serie di fatti incresciosi avvenuti all’interno del locale. Fu proprio una segnalazione proveniente dalla stazione dei Carabinieri di Sonnino, ad informare la Questura in merito ad eventi poco edificanti registrati nel 2006. L’esercizio sarebbe infatti diventato meta di risse ed episodi delittuosi con ripercussioni per l’ordine pubblico. Nel ricorso presentato dall’avvocato Domenico Sulpizi, si legge come il signor C.E., fratello del titolare del bar, «sarebbe stato denunciato all’autorità giudiziaria, per aver somministrato alcolici a persona in stato di manifesta ubriachezza». Nell’ambito delle segnalazioni, va menzionata anche «la presenza di un pluripregiudicato dedito al consumo di bevande alcoliche e socialmente pericoloso». I carabinieri sono stati costretti ad intervenire diverse volte, procedendo alla denuncia e ad arresti di alcune persone per i reati di oltraggio e di resistenza a pubblico ufficiale. Il provvedimento di chiusura ha comunque un carattere temporale (25 giorni). Il presidente dle Tar di Latina, Franco Bianchi, ha emesso un decreto «inaudita altera parte», nel quale ha ritenuto come «non sia configurabile una situazione di estrema gravità ed urgenza tale da non consentire la dilazione sino alla Camera di Consiglio fissata per il 23 marzo 2007». Dunque, solo in tale data, il ricorso presentato dall’avvocato Sulpizi, verrà discusso in sede sospensiva. mar. bat. IL GAZZETTINO (Rovigo) PREVENZIONE I rischi dell’alcol spiegati ai
giovani
ROSOLINA - (E.M.) La sensazione è che a Rosolina si stia
lavorando molto per cercare di combattere alla radice il fenomeno
dell’etilismo, "seminando" già tra i giovanissimi una cultura della sobrietà
e dell’approccio virtuoso all’alcol; questo può far crescere dei giovani, con
in sè già gli "anticorpi" psichici e di comportamento, per evitare
gli eccessi. Del problema si è fatto alfiere, a livello di Comune,
l’assessore alle Politiche giovanili, Franco Vitale. Dice: «Abbiamo curato la
distribuzione capillare, a tutte le 1600 famiglie di Rosolina, di un
particolare opuscolo, stampato nell’ambito del progetto provinciale "Un
locale amico". Si tratta di un progetto elaborato insieme, tra Comuni e Provincia,
e che per la parte che attiene a Rosolina, ho seguito personalmente. Poi ne ho
curato di persona la distribuzione a tutte le famiglie, tramite "pony
drivers"». Lo scopo di questa iniziativa? «Intendiamo tra l’altro, attraverso il coinvolgimento degli operatori a contatto diretto con gli adolescenti e giovani adulti, incrementare l’informazione e l’educazione sulle conseguenze negative del bere. Lo vogliamo fare soprattutto in periodi come gli attuali, dove i fatti di cronaca purtroppo evidenziano sempre più che i rischi nei più giovani lungo le strade, sono dovuti troppo spesso alla superficialità con cui si fa un uso indiscriminato di bevande alcoliche». LA SICILIA Alcolismo, gioventù bruciata
Caltagirone
Il comandante della Stradale, Ruggeri: «Quattro
incidenti su 6 a causa dello stato di ebbrezza» «Quattro incidenti gravi su sei in città sono causati
dall’abuso di sostanze alcoliche». Questo il dato preoccupante che è
emerso dall’analisi che è stata tracciata dal comandante della polizia stradale
di Caltagirone, Emilio Ruggeri, nel corso della tavola rotonda sul tema «Tempo
giovane - Non solo alcol... parliamone», promossa dalla Provincia regionale di
Catania e dall’Ufficio diocesano di Pastorale del Tempo libero. Alla presenza di un folto pubblico composto di studenti,
avvocati, rappresentanti delle forze dell’ordine, consiglieri comunali e
provinciali, dell’assessore alle Politiche giovanili Massimo Floridia è stato
approfondito in tutte le sue sfaccettature il problema dilagante anche nella
nostra comunità cittadina, legato all’assunzione smodata di alcolici tra i
giovani che genera, oltre agli incidenti stradali, disagi sociali in crescente
aumento, come il vandalismo, il bullismo, i maltrattamenti. «Il mio lavoro - ha sottolineato Emilio Ruggeri - mi
permette di avere una visione spiacevole dei problemi giovanili: ogni fine
settimana, purtroppo, sono costretto a verificare, dati alla mano, l’assunzione
di bevande alcoliche da parte di tanti ragazzi che mettono in serio pericolo la
propria vita e quella degli altri con comportamenti scorretti che hanno cause
remote e comunque estranee alle regole stradali». «È un problema psico-sociale - ha detto don Salvo Millesoli,
direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale del tempo libero - che investe
tutti gli aspetti della personalità di un individuo, la cui causa è da
ricercare a livello familiare». Occorre, pertanto, interrogarsi su questo ed impostare
proposte ed azioni efficaci di prevenzione e di intervento non solo di
repressione, questa la considerazione finale emersa dal dibattito, moderato dal
consigliere provinciale Calogero Giancona, al quale sono intervenuti, il
Vicario generale della Diocesi monsignor Pedi, il sindaco Francesco Pignataro,
lo studente Gianluigi Di Benedetto, il professor Franco Ciriaco, responsabile
diocesano dell’ufficio scuola e pastorale sociale e del lavoro, che ha
illustrato un percorso di orientamento per i giovani, il «Progetto Policoro»,
che è stato messo a punto dalla Chiesa calatina per favorire un serio impegno
di vita nel lavoro. Chiara Di Grande IL GAZZETTINO (Venezia) PORTOGRUARO Al volante di notte dopo aver bevuto
troppo: ritirate cinque patenti Piede pesante sull’acceleratore e gomito alto con gli
alcolici. Cinque le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza dagli
agenti della Polstrada nella notte far venerdì e sabato nel territorio di
Portogruaro. Conducenti giovani, al di sotto dei trent’anni, che uscivano da
discoteche o da locali alla moda e che si sono messi al volante dopo avere
esagerato decisamente un po’ troppo con cocktail vari oppure con vini più o
meno pregiati. Tre sono ragazze a conferma del fatto che la "civiltà
del bere" si sta sempre più diffondendo anche fra le rappresentanti di
quello che viene definito a torto o a ragione il gentil sesso. Il tasso
alcolemico più alto rilevato dall’apposito misuratore in dotazione alla polizia
è stato pari a 1,24 g/l, vale a dire circa il triplo rispetto alla soglia
minima considerata a rischio per chi si mette al volante con i riflessi
rallentanti dall’alcol. I controlli effettuati nel corso di tutta la nottata rientrano nel servizio di prevenzione delle cosiddette "stragi del sabato sera", considerando il fatto che è proprio nel fine settimana che si verifica il più alto numero di incidenti stradali, complice l’alta velocità quasi sempre riconducibile all’assunzione di quantità eccessive di sostanze alcoliche. CORRIERE ADRIATICO Tenta di sparare a figlie e polizia
MILANO - Un pensionato di 78 anni ha sparato con una pistola contro le figlie. L’uomo ubriaco, avrebbe agito in seguito ad una lite familiare. L’episodio è avvenuto l’altra notte in via Cacciatori delle Alpi a San Paolo D’argon, in provincia di Bergamo. A dare l’allarme sono state le figlie, miracolosamente illese. Immediato l’intervento della polizia ma, all’arrivo dei tre agenti il pensionato invece di calmarsi non si è arreso, ma è entrato in casa e ha imbracciato un fucile da caccia. Prima di poter premere il grilletto, però, è stato bloccato, disarmato e arrestato per tentato omicidio dalla pattuglia. IL GIORNALE "Torno e vi uccido". Ma il
suocero gli spara
di Anna Savini - domenica 25 febbraio 2007, 09:00 abbia anche precedenti per resistenza. Non ha un lavoro e già basta questo a irritare una famiglia che del lavoro ha fatto la sua vita, anche se la tessitura che Monica aveva con il fratello ha finito per fallire. Non ha un lavoro e si caccia nei guai. Non ha un lavoro e alza la voce con Monica. Caccia è divorziato, lavora in Svizzera come operaio nei cantieri per il traforo ferroviario del San Gottardo. È tranquillo e riflessivo, così dice chi lo conosce. Ma gli insulti e le minacce non li sopporta. Come quelli dell’altra sera. Alle nove si ritrovano ancora lì, suocero, figlia e genero. Altra lite. Altre minacce. «Torno con una pistola». Yedaye non ha una pistola in mano quando torna, ma è alterato. Forse ha anche bevuto. Bussa al portone. Monica gli dice di andare via. Il suocero anche. Ma lui insiste. Il suocero scende. «Vattene». Ma Yedaye lo provoca: «Tanto tu non mi spari». Il suocero lo allontana fino al cortile. Il genero continua a provocarlo. Il suocero perde la pazienza e spara. Due colpi. Un colpo al petto, uno alla spalla. Una rosa di pallini che sfonda il petto a Yedaye. Monica chiama i carabinieri e racconta quel che è successo. I militari arrivano e Caccia non fa una piega. Si consegna, da uomo mite quale è sempre stato. E mormora: «Adesso mi chiameranno assassino. Ma non potevo più sopportare che picchiasse mia figlia ogni volta che era ubriaco. Da tempo volevamo cacciarlo ma lui non se ne voleva andare. Abbiamo litigato e ho perso la ragione». SALERNO NOTIZIE Sapri: aggredisce infermiere e Carabinieri all’Ospedale,
arrestato Un giovane di 22 anni già noto alle forze dell’ordine, è
stato arrestato a Sapri dai Carabinieri della locale Compagnia agli ordini del
Luogotenente Rescinditi, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I
militari sono intervenuti presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di
Sapri a seguito di una richiesta telefonica, dove pochi minuti prima il giovane
per futili motivi dovuti presumibilmente al suo stato di ebbrezza, aveva appena
aggredito una guardia giurata ed un infermiere professionale. I Carabinieri hanno bloccato il pregiudicato che, nel tentativo di sottrarsi al controllo e guadagnarsi la fuga, colpiva con una testata un militare provocandogli una contusione alla guancia sinistra. Anche l’infermiere professionale e la guardia giurata sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche per le lesioni riportate, ottenendo rispettivamente cinque e sette giorni di prognosi. Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto alla Casa Circondariale di Sala Consilina, a disposizione dell’autorità giudiziaria (dott. Carmine Olivieri). IL GAZZETTINO (Udine) Arrestato dai carabinieri un 23enne di Pasian di Prato Chiede di spostare l’auto in quattro lo
aggrediscono
Dietro la sua Lancia ha trovato una Seicento sistemata di
traverso, con la parte anteriore ad occupare il marciapiede, davanti al
supermercato della Pam, in via Battisti. Impossibile tentare una manovra per
uscire dal parcheggio. L’automobilista ha chiesto ai quattro ragazzi, forse
cinque, seduti sugli scalini di galleria Antivari con una bottiglia di vino
appoggiata a terra, se potevano spostare la vettura. La reazione è stata
inaspettata e violenta. L’uomo è stato aggredito e colpito al volto. È caduto a
terra ed è stato nuovamente colpito. Sono stati momenti di panico in un’ora,
le 18.15, in cui piazza XX Settembre e via Battisti sono particolarmente
affollate, specialmente di sabato. Un maresciallo in borghese che si trovava nel negozio di
scarpe di fronte al supermercato ha sentito le urla dell’automobilista e si è
affacciato sull’uscio: uno dei ragazzi brandiva una bottiglia ed è subito
intervenuto. E’ riuscito a bloccare uno degli aggressori, che poi ha consegnato
a una pattuglia del Radiomobile. Si tratta di David Nicholas Franklin, 23 anni,
di Pasian di Prato. Il giovane è stato accompagnato nella caserma di viale
Trieste. Era agitato e durante il tragitto ha mantenuto un atteggiamento
violento. In serata, ultimati gli accertamenti e informato il sostituto
procuratore Alina Rossato, è stato arrestato per lesioni aggravate dai futili
motivi. La vittima, soccorsa da un’ambulanza del 118, una volta lasciato il pronto soccorso (la prognosi è di 5 giorni) è stata sentita in caserma. Ha confermato la dinamica dell’aggressione: "Sono stato malmentato dopo aver chiesto ai ragazzi di spostare la macchina". Da quanto si è potuto apprendere, non è la prima volta che il gruppo crea problemi in centro città. In altre occasioni le forze dell’ordine sarebbero intervenute in seguito alle loro intemperanze. A bordo della Seicento rimasta sul marciapiede di via Battisti, hanno lasciato sui sedili un paio di bottiglie di vino, un casco di colore blu e un giubbotto. I tre giovani scappati dopo l’intervento del maresciallo in borghese - forse quattro secondo alcune testimonianze - sono in fase di identificazione. I carabinieri del Radiomobile ritengono di aver raccolto tutti gli elementi necessari per rintracciarli. IL GAZZETTINO (Udine) TOLMEZZO Il guidatore ha perso il
controllo dell’auto che è finita sul marciapiede
Fuga dopo l’incidente
Denunciati due giovani che hanno
investito un pensionato
Due giovani, un diciannovenne di Arta Terme e un tolmezzino ventenne, sono stati denunciati dai carabinieri per non aver soccorso l’anziano che hanno investito in auto. Il fatto è accaduto nelle serata di sabato. I due dovranno rispondere della fuga in seguito all’incidente, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza. Nella serata, mentre percorrevano via Cesare Battisti in auto, il giovane alla guida perdeva il controllo della vettura che è salita sul marciapiede investendo un pensionato di 73 anni e provocandogli contusioni ed escoriazioni. L’uomo è stato soccorso dai sanitari dell’ospedale civile di Tolmezzo e ne avrà per cinque giorni. Sul luogo sono arrivati i carabinieri di Tolmezzo e sulla base delle indicazioni ricevute hanno attivato le ricerche nelle immediate vicinanze dell’incidente. Poco dopo hanno rintracciato i due giovani ancora a bordo del veicolo. IL GAZZETTINO (Udine) SALUTE Demenza senile, dati allarmanti per gli
anziani
"Progetto Remember", uno
studio su 800 persone a Remanzacco e Buttrio. Condizioni gravi rispetto alla
media italiana Remanzacco
Allarmanti di dati emersi dal progetto Remember, presentati
in auditorium a Remanzacco. Lo studio è stato condotto su suggetti di Buttrio e
Remanzacco di età compresa tra i 55 e i 99 anni, allo scopo di determinare la
prevalenza e l’incidenza dei disturbi della memoria identificando i fattori di
rischio per la demenza. «Il Friuli Venezia Giulia è la Regione in cui il tasso
di invecchiamento è al secondo posto in Italia con un sempre più crescente
numero di persone oltre i 65 anni, che comportano una spesa medica
consistente», ha spiegato Patrizio Prati, primario di Neurologia all’ospedale
Gervasutta. «Una delle malattie tipiche dell’invecchiamento è il prototipo
della malattia demenziale in senso ampio:l’Alzheimer. Grazie allo studio
Remember, attuato su circa 800 soggetti di Buttrio e Remanzacco, abbiamo potuto
estrapolare i dati per capire qual è la frequenza di queste malattie nella
nostra regione. Purtroppo la situazione non è affatto confortante:s e i dati di
incidenza dovessero rimanere costanti, gli incrementi di casi di demenza
sarebbero enormi».«I numeri sono impressionanti», ha proseguito Angelo Bignamini, docente di statistica e metodologia clinica all’Università di Milano. «Il 63% degli uomini ed il 51% delle donne era iperteso al momento della visita. Altrettanto gravi i dati relativi al colesterolo: l’80\% delle persone che hanno partecipato allo studio presentava livelli alti. Circa 120 persone a Remanzacco corrono il rischio di sviluppare, in futuro, la demenza. Paragonato il "campione Remember" ad uno dell’Istituto di Sanità, si ricavano informazioni allarmanti perchè la frequenza di ipertensione è particolarmente elevata nei comuni di Buttrio e Remanzacco (quasi il doppio di quella calcolata a livello nazionale);il 17,2% delle persone analizzate ha prevalenza di diabete (10 volte di più rispetto alla media della popolazione italiana), il 33,3% risulta obeso o sovrappeso (contro il 20% del resto del Paese), il 20,9% sono fumatori (rispetto ad un 20,5% totale), il 66% dei bevitori abituali consuma una dose di alcool troppo elevata (65g al giorno contro i 25 consentiti). Inoltre, all’interno della popolazione di Remanzacco, coloro i quali presentano una placca carotidea rappresentano il 56% dei maschi ed il 53% delle femmine (il 10% a livello grave)».«In conclusione - ha spiegato Bignamini - i soggetti con un rischio cardiovascolare superiore al 10% costituiscono, in questa popolazione, il 30/40%. Numero e frequenza dei fattori di rischio demenza sono, dunque, molto elevati». Francesca Quaiattini CORRIERE DELLA SERA SALUTE Come capisco se mio figlio beve o si droga? Risponde
Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga
dell’Istituto superiore di sanità Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Alcoholism:
Clinical & Experimental Research» i genitori di adolescenti che fanno uso
di droghe, alcolici o sigarette si rendono conto di questi comportamenti solo
nella metà dei casi. Ci sono dei segnali che possono essere d’aiuto? Per capire il proprio figlio fuma spinelli o beve alcolici
bisogna valutare con attenzione i suoi comportamenti. Questo perché di solito
l’uso non occasionale di queste sostanze è espressione di una situazione di
disagio. Disagio che può essere evidenziato anche da altri segnali: il ragazzo
si comporta male a scuola, non ha un buon profitto, torna a casa tardi la sera,
si relaziona male con la famiglia. Solo in questi casi deve scattare un
campanello d’allarme. Come devono comportarsi i genitori? Un dialogo aperto e una corretta informazione sui rischi
associati all’uso di queste sostanze sono fondamentali. E se ci si rende conto
che la situazione è più seria di quanto si pensasse bisogna mettersi in
contatto con esperti di disagio giovanile. In diversi casi anche pochi colloqui
riescono a rimuovere l’ostacolo. Cosa è meglio non fare? Non bisogna frugare dappertutto alla ricerca del «corpo del
reato» o raccogliere di nascosto campioni di urina o capelli da far analizzare
per la ricerca di droghe. Il rischio è di aumentare le barriere e alimentare un
conflitto controproducente. Antonella Sparvoli Alcol a fiumi, adesso basta Sit in di protesta Reggio, rivolta contro l’open bar LA GAZZETTA DI REGGIO insultati i genitori dei ragazzi morti Ubriaco colpisce medici e militari IL RESTO DEL CARLINO Parcheggia sui binari Il treno travolge l’auto Era rincasato
all’alba ubriaco per un amore finito Vignola, camionista ubriaco aggredisce un carabiniere CORRIERE DELLA SERA Più movimento meno cibo e poco alcol IL TIRRENO beviamo, ma l’importante è non vomitare - donatella francesconi LA REPUBBLICA charmet: botte, alcol e potere anche questo è parità tra
sessi - emilio randacio IL SECOLO XIX Maxi-rissa in un bar interviene il "112" |
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