Una mamma racconta
il suo dramma: Viviamo in una società che detta modelli e tempi sbagliati, lo
Stato deve dare e avere regole “Ho perso i figli in due
incidenti. Mi ha aiutato la fede”
PORTO SANT’ELPIDIO - A ricordare i loro sorrisi restano
due foto appoggiate sul mobile all’ingresso della casa. Francesco e Maria
Chiara, fratello e sorella, uniti da un unico tragico destino. Sono trascorsi
quasi 14 anni da quando sono morti, a distanza di cinque mesi l’uno dall’altra.
Colpa di due incidenti stradali con dinamiche e in luoghi diversi. Da allora,
per i genitori la vita non è più stata la stessa. E’ dura perdere un figlio,
due poi. “Un dolore che non si può descrivere a parole - dice la loro mamma,
che vive a Porto Sant’Elpidio - che senti addosso ogni mattina che apri gli
occhi. Il tempo aiuta, lenisce. Ma non è che il dolore passa. No, impari a
conviverci, tutto qua”. Era l’agosto del 1993, Francesco aveva 18 anni, lavoro
d’estate, libri d’inverno, fidanzatina. Era in auto con gli amici sul lungomare
di Porto Sant’Elpidio, sono finiti fuori strada, carambola e zac, la sua vita
che è volata via per sempre. Cinque mesi dopo, gennaio 1994, Maria Chiara aveva
23 anni. Andava dal fidanzato, a Fabriano, era un sabato pomeriggio. Un’auto ha
invaso la sua corsia, schianto. E’ morta sul colpo. “All’inizio provavo rabbia,
ero accecata, stordita - racconta la mamma -. Com’è possibile? Prima Francesco
e poi Chiara? Perché è capitato a me? Poi andando avanti capisci che l’unica
cosa che puoi fare è sforzarti ad entrare in questi misteri, penetrarli,
capirli. E la fede aiuta, è l’unica ancora di salvezza. Nel mio caso c’è anche
che io e mio marito siamo una coppia molto unita, ci siamo sostenuti e fatto forza
a vicenda”. Ogni vita è una storia a sé così come ogni morte. Specie se
riguarda un figlio. C’è un sentimento che è uguale per tutti, però: il dolore.
“Ogni volta che sento in televisione delle stragi del sabato sera mi tornano
alla mente i ricordi, sto male, penso ai genitori di questi ragazzi, che magari
come me hanno visto uscire sereni i loro figli, ciao mamma non rientro tardi
non preoccuparti, e poi si trovano a dover affrontare la tragedia, il lutto.
Assistere alla morte dei figlio è qualcosa di innaturale. Ti chiedi se potevi
fare qualcosa per evitarla, se avessi detto no, non andare, non uscire stasera,
magari adesso era ancora qui. La mancanza di un figlio, della quotidianità, è
atroce, insopportabile. Sia io che mio marito abbiamo sempre vissuto per loro e
creduto nel valore della famiglia. I miei ragazzi non sono morti in una strage
del sabato sera, le circostanze erano diverse. Ma la loro fine mi ha portato ad
interrogarmi su quello che accade sulle strade, ai nostri giovani, nei fine
settimana”. Qui scatta l’indignazione. “Lo Stato è come un capofamiglia, deve
dare e avere delle regole. I locali, ad esempio, non è possibile che
costringano i nostri ragazzi ad uscire di notte, rientrare a casa all’alba. I
giovani, per colpa di una società che detta regole e tempi sbagliati, si
perdono tanta parte di vita. E i genitori che possono fare? Niente, se non
restare svegli fino a quando non vedono i figli rientrare a casa. Solo allora
si riesce a chiudere un occhio. Possibile che non ci si renda conto che siamo
di fronte ad abitudini sbagliate, che lo Stato non possa fare niente per
obbligare la chiusura dei locali ad una certa ora della notte, per proibire gli
alcolici, per evitare che ai giovani sia consentito girare con auto di grossa
cilindrata? Certo, non è detto che in questo modo si evitino gli incidenti,
basta guardare quello che è accaduto ai miei figli, sulla strada si può morire
a qualsiasi ora. Però la vita dei giovani è sacra e credo ci debba essere da
parte di tutti maggiore rispetto e più regole. Quanto a noi genitori, poco
possiamo fare se non parlare coi nostri figli, saper dire qualche no in più,
insegnare ai ragazzi a sentirsi gratificati per le piccole cose che sono quelle
più importanti. Non servono gli eccessi, le sensazioni forti. I giovani debbono
avere speranza, recuperare il senso della vita. Che è e resta bella, nonostante
tutto”. CORRIERE DELLA SERA 27-02-2007 Stragi del sabato, l’ultima battaglia: stop agli open-bar
... Campagna di famiglie e Polizia:
basta locali dove paghi uno e bevi a oltranza. Ferrero: «Vietiamo gli spot
dell’alcol»... Puoi bere gratis almeno una volta pagando il solo biglietto
d’ingresso. Oppure puoi bere quello che vuoi a costo fisso. O magari paghi uno
e bevi tre. O ancora: puoi pagare un forfait e bere quanto vuoi. Che tutto
questo si chiami «open-bar» o In un altro modo poco importa. «Sono tre formule
diverse che producono lo stesso risultato, cioè promuovere il consumo di
alcolici», taglia corto Roberto Rocchi, ispettore capo della polizia stradale
di Reggio Emilia e consigliere nazionale dell’Asaps, Associazione amici della
polstrada. LA NAZIONE - IL GIORNO - IL RESTO DEL CARLINO 27-02-2007 «Basta
con le stragi, sabato sera senz’auto» ... L’idea di Giovanardi: «Anche i
genitori ci aiutino». Protesta. Santanché: «sit in a Montecitorio». Ferrero:
«L’alcol va proibito»... Alcol, droghe, musica, sonno, motori potenti e un po’
di quell’incoscienza giovanile che alimenta il senso dell’immortalità. E’ un
mix terribile quello che uccide ogni anno sulle strade oltre 1600 ragazzi tra i
16 e 1 29 anni, servito da lobby potenti - più volte denunciate dalle pagine di
questo giornale - che non arretrano di un passo pur sapendo di essere causa
diretta o indiretta delle stragi del sabato sera. (*) Nota: un bell’articolo con un
bel lapsus. IL TRENTINO Carla Mariani Portioli, vicepresidente dell’Associazione
vittime della strada. Anche lei ha perso un figlio di 19 anni «Carcere per chi guida ubriaco e 3 anni senza patente» ROMA. «E’ ora che ci vergogniamo e che diciamo basta a
tutto questo!». Carla Mariani Portioli è la vicepresidente dell’«Associazione
europea familiari vittime della strada» e sa cosa significa perdere un figlio
in un incidente: «Era il 19 ottobre 1997, aveva 19 anni...fu per un colpo di
sonno di chi guidava». E’ da allora che lotta con tutte le sue forze perchè non
succeda più. Lei ha fatto una battaglia contro gli open-bar... «Certo! 5 euro e bevi quanto vuoi...ma scherziamo! Come
sono anni che lotto contro le feste della birra. E’ come se nessuno volesse
rendersi conto che il 50% degli incidenti è causato da problemi legati
all’alcol e il 25% è dovuto ad alcool passivo ovvero al fatto che un altro
conducente aveva bevuto. La realtà è che si dovrebbe raddoppiare il prezzo
degli alcolici per renderli meno accessibili e che serve una legge a tolleranza
zero per chi guida dopo aver bevuto. Vale a dire: subito il carcere e senza
patente per 3 anni! Il resto sono solo palliativi». In queste ore
vengono annunciate leggi, modifiche, interventi... «Ora tutti corrono a fare proposte, ma poi non accade mai
nulla. Arrivano solo soluzioni tampone di riduzione del danno. Guardi, non vedo
l’ora che arrivi il 2010 quando scadrà il termine dettato dall’Unione europea
per dimezzare le vittime della strada...forse allora si muoverà qualcosa». Anche per la chiusura anticipata delle discoteche si è
tentato di fare qualcosa... «Qualche regione, come il Veneto, si sta muovendo in tal
senso. E anche in questo caso si tratta di scelte di responsabilità, ma dietro
ci sono tali giochi di potere...Così alla fine ci si deve abbandonare alla sola
speranza di rivedere il proprio figlio nel suo letto al mattino e che non
arrivi mai quella maledetta telefonata». CORRIERE ADRIATICO Nelle comitive
facciamo a turno C’è sempre uno che non beve e riporta tutti gli altri a casa
Dopo la tragedia qualche giovane ci ripensa, ma le notti ad alta gradazione e
velocità sono un’abitudine La condicio sine qua non dettata dai giovani per mettersi
al volante è restare sobri in un sabato sera di festa. (*) Nota: quando mancano modelli
di divertimento e di consumo alternativi non bere alcolici viene vissuto come
una rinuncia senza significato. CORRIERE ADRIATICO Silb provinciale “e’ una questione di educazione” PESARO - “Sarebbe facile - scrive Sergio Pioggia,
presidente provinciale del Silb - in occasione di tragedie come queste
abbandonarsi alla ricerca di un capro espiatorio chiamando in causa ancora una
volta i locali da ballo come i principali artefici di quanto accaduto. Questa
tragedia altro non è invece che l’amara testimonianza che la sicurezza stradale
è soprattutto un problema culturale. La famiglia e l’istruzione hanno la
responsabilità maggiore nel promuovere la cultura della sicurezza e della
prevenzione. Non si può essere ipocriti su questo: la prevenzione comincia fin
dai banchi di scuola, serve un’ora obbligatoria alla settimana dedicata alla
sicurezza stradale; inoltre è giunto il momento prevedere limiti seri alla
possibilità per giovani inesperti di poter condurre autovetture di grossa
cilindrata. E comunque a certe condizioni, purtroppo, gli effetti possono
essere disastrosi anche con un’utilitaria. Se
non lo fanno le famiglie o la maturità, sono le istituzioni a doverci pensare,
anche attraverso misure che toccano il portafoglio, come il sequestro
dell’autovettura del conducente colto in stato di ebbrezza”. (*) CORRIERE ADRIATICO Per non farsi male Meglio evitare
gli abusi
PESARO - Ma non basta dire “non andremo più in discoteca”. Non può bastare, perché - raccontano appartenenti alle forze dell’ordine - non è necessario andare in Romagna per trasgredire. Basta recarsi, nel fine settimana, a Baia Flaminia o nei pressi di ristoranti, pizzerie e bar per accorgersi che - per i giovani, ma non solo per loro - il pericolo è “dentro” l’angolo, non dietro. Si sta dentro e fuori i locali con in mano il bicchiere pieno di bevande alcoliche. E poi si sale in auto in evidente alterazione psicofisica. Con tutte le conseguenze per se stessi e per gli altri. Non basta non andare più in discoteca. E’ necessario non farsi male. L’alcol e le droghe, leggere o pesanti che siano, devono finire nella spazzatura. Per evitare che sia la vita e finire presto, troppo presto. IL TEMPO Alcol e velocità i killer della strada
Allarme della Prefettura nel Teramano per lo
spaventoso aumento di incidenti d’auto. A febbraio cinque morti in cinque
giorni TERAMO — Sono l’alcol e l’alta velocità le cause dello spaventoso aumento degli incidenti mortali sulle strade della provincia di Teramo. La Prefettura parla di una vera e propria emergenza che si è manifestata per tutto il 2006 e che ha raggiunto punte agghiaccianti nei primi mesi di quest’anno. Terribile il dato di febbraio: cinque morti in cinque giorni. In crescita anche il numero delle patenti sospese o revocate dalle forze dell’ordine. IL MATTINO Fumo, droga e alcol allarme dipendenze
MARIA TANGREDI Montesarchio. Emulare gli amici, trasgredire, divertirsi di più e, talvolta bypassare i problemi familiari. Ecco le principali cause che inducono i giovani e, gli adolescenti, a far uso di droghe e alcol. Motivazioni queste emerse da questionari somministrati agli studenti degli istituti superiori che ricadono nel distretto sanitario di Montesarchio, in base ad un preciso programma di prevenzione avviato dall’Unità Operativa Dipendenze Patologiche del Distretto 19 dell’Asl. Preoccupanti le cifre. La Valle Caudina specchio di un fenomeno di più ampie proporzioni. I medici e gli operatori dell’ex Sert, analizzando i dati emersi dall’indagine, hanno avviato il progetto prevenzione, incontrando gli studenti. «Dalla lettura delle risposte ai quesiti - afferma il dottore Giovanni Iglio - si evince che il non sentirsi capiti rappresenta una discreta causa del disagio che si avverte nella fascia d’età compresa tra i 15 ed i 20 anni, unitamente alla solitudine, ad eventuali problematiche inerenti le loro relazioni sentimentali e di amicizia. Ma, ciò che più preoccupa è che dai questionari non è emerso un buon livello di conoscenza riguardo il grado di pericolosità circa l’uso di sigarette, bevande alcoliche e droghe. Mentre, è emerso che i giovani fanno registrare una forte tendenza a sperimentare e ad utilizzare bevande alcoliche». Alcol e sigarette che seppure hanno ugualmente effetti dannosi come la polvere bianca, vengono spesso trascurati nella prevenzione. «Purtroppo - evidenzia Iglio -le bevande alcoliche e le sigarette essendo due sostanze che si ritrovano liberamente e lecitamente in commercio, non suscitano nell’immaginario collettivo dei giovani l’atteggiamento stigmatizzante delle sostanze stupefacenti, quali eroina, marijuana, cocaina, lsd. Il che favorisce lo sviluppo di un certo tipo di mentalità e di comportamento in una grossa percentuale di giovani che, per loro compito generazionale abitualmente incline alla trasgressione, trovano nell’alcool e nelle sigarette due tipi di sostanze che, se per un verso servono a trasgredire, per l’altro vengono identificate come sostanze legali e quindi pienamente accettate e provate». Alto poi l’uso di stupefacenti. Come alta (oltre 80%) è la percentuale dei giovani fra i 18 e 20 anni che hanno provato almeno una volta, l’hashish, mentre più basse sono le percentuali che riguardano l’assunzione degli altri tipi di droghe, fra cui l’eroina. Discoteche nell’80%, feste nel 65%, per strada nel 57%, a casa di amici nel 38% e scuola nel 36%, ai concerto nel 51%: questi i luoghi dove si fa maggiormente uso di droghe ed alcool. «In questi dati, la percentuale che si registra a scuola - dice Iglio - è quella maggiormente da sottolineare». Nell’ex Sert di via Napoli si fa anche disintossicazione volontaria. Attualmente oltre 100 sono le persone in fase di disintossicazione dall’eroina. Ma vi è la possibilità per i giovani di avere anche un semplice colloquio con specialisti ed esperti. IL MATTINO Casalnuovo, la bimba confessa alla mamma affidataria.
Genitori, nonno e un amico accusati degli abusi: arrestati PINO NERI Casalnuovo. Maria, 5 anni appena, ha capito che poteva contare sulla sua nuova mamma. Da qualche tempo era stata affidata dal Tribunale a una tranquilla famiglia di Casalnuovo. Ormai al sicuro tra i nuovi affetti, instaura un bel rapporto confidenziale e racconta alla mamma affidataria quel segreto terribile. Maria (il nome è di fantasia per tutelarne la privacy) le racconta di violenze, di abusi consumati quando si trovava nel nucleo familiare naturale, dal quale i giudici l’hanno poi prudentemente allontanata per disadattamento sociale. Vicende impressionanti, abusi sessuali di cui dovranno rispondere i genitori, il nonno della bimba e un anziano amico di famiglia arrestati ieri a Casalnuovo. Denunciate a piede libero altre tre persone, sulle quali sono in corso accertamenti. A tutti il pm Giuseppe Cimmarotta contesta il reato di violenza di gruppo su minore. La vicenda viene alla luce quando la bimba parla di uno strano «gioco» che faceva con un tizio che chiamava «nonno» ma che poi si rivelerà un amico del suo vero nonno, anche lui invischiato in questa storia orribile. Il racconto fa scattare l’allarme. La donna a cui è stata affidata la bambina si rivolge al Tribunale dei minori. Poi viene coinvolta la Procura di Nola. I giudici ascoltano il racconto della signora e dispongono immediatamente una perizia medico legale sulla bambina. Arriva il terribile responso: su Maria è stata usata violenza. Viene disposta una seconda perizia, un’osservazione psicodiagnostica, eseguita da uno psichiatra dell’infanzia. Maria racconta, ricorda fatti e circostanze raccapriccianti, spiega quell’orribile «gioco», nient’altro che una subdola violenza sessuale. Gli inquirenti ricostruiscono tutta la vicenda. Maria è stata violentata a 5 anni dal padre E.V., 38 anni, cameriere, dal nonno A.V., 65 anni, pensionato, e da un amico di famiglia F. M., stuprata davanti alla complice presenza della madre, A.V., 36 anni, una prostituta brasiliana dedita all’alcol. Si sospetta che la madre abbia avuto rapporti con l’anziano che la piccola Maria chiamava «nonno» e che sia stata anche pagata per ogni prestazione. Adesso gli aguzzini sono in galera. Sono stati arrestati l’altra notte dalla squadra mobile di Napoli, che ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip su richiesta del pm Cimmarotta. La casa dell’orrore si trova al primo piano di un parco residenziale del rione Licignano, case abitate dal ceto medio, più che dignitose, balconi e giardini. Ma dalle indagini è emerso anche un secondo posto in cui si consumavano le violenze sulla piccola. Un appartamento di Castelvolturno, di proprietà dell’anziano «amico» di famiglia, il cosiddetto «nonno», anche lui arrestato. Qui durante le perquisizioni gli agenti hanno trovato alcune foto, insieme con una serie di videocassette e dvd. Il contenuto dei filmati non è stato reso noto ma è presumibile che si tratti di materiale pedopornografico nel quale potrebbe essere ritratta anche la stessa Maria. La Procura smentisce che la bambina sia stata vittima di un lucroso giro di affari, si punta però a scoprire se nel giro di violenze siano coinvolti altri bimbi. ASAPS Stati Uniti, campagna di
prevenzione per i giovani
Velocità, guida in stato di ebbrezza, cinture e SUV: dai
15 ai 21 anni a scuola di sicurezza WASHINGTON (USA), 27 febbraio 2007 – Non è il migliore dei bollettini, quello statunitense: ogni anno, su queste strade, 3.500 giovani muoiono, oltre 8.000 restano coinvolti in eventi mortali, e più di 300mila finiscono in ospedale, molti con lesioni irreversibili. Con questa consapevolezza, una gruppo di associazioni (tra consumatori ed assicurative), coordinate dall’ Advertising Council, hanno dato vita negli States ad una serie di campagne di sensibilizzazione. Gli studi della NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) hanno infatti dimostrato che il numero di giovani conducenti coinvolti in eventi mortali – qui la patente si può conseguire a 16 anni – è 5 volte maggiore rispetto agli adulti. I problemi sono quelli di tutto il mondo: velocità eccessiva, guida sotto l’effetto di alcol e droghe, semafori bruciati e ribaltamenti con i SUV, per i quali le tecniche di guida non sono correttamente apprese. Il tema della campagna è “parla senza paura” ed è diretta ai giovani di età compresa tra i 15 ed i 21 anni, l’età più critica per il segmento di sinistrosità preso in esame: si discute di velocità, di distrazioni, di cinture di sicurezza fino – appunto – alla necessità di conseguire un addestramento specifico alla guida dei grossi fuoristrada, che se in Europa non superano il 10% del parco circolante, negli USA sono una realtà ben più diffusa. Secondo gli organizzatori, 350mila ragazzi assisteranno alle varie lezioni. IL MESSAGGERO Troppo alcol, troppa droga. Una ragazza finisce così in ospedale sotto osservazione, no... IL RESTO DEL CARLINO VIOLENZA IN DISCOTECA DIVIETO IGNORATO 0 Ubriacarsi a 14
anni? Facile ed economico Vodka, birra e piedi per terra ITALIA OGGI Superbike, alcolici partner discreti LA GAZZETTA DI PARMA Sudamericano ubriaco al volante: denunciato IL GIORNO Basta con le stragi, sabato sera senz’auto L’idea di Giovanardi: Anche i genitori ci aiutino IL MESSAGGERO VENETO alcoltest, il record è di 2,13 grammi/litro LA TRIBUNA DI TREVISO stupefacenti e alcol: scatta l’allarme tra i minorenni ubriacato dai mon cheri : scatta la perizia LA NUOVA FERRARA carcere per chi guida ubriaco e 3 anni senza patente |
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