(ASAPS) BERNA, 1 marzo 2007 – La violenza stradale, in
Svizzera, continua a scendere. Lo dice l’UPI, l’Ufficio elvetico per la Prevenzione degli
infortuni, che proprio in questi giorni, dopo aver ricevuto dalle polizie
cantonali tutte le statistiche, ci ha trasmesso il dato ufficiale relativo al
2006. Nel corso degli ultimi 12 mesi, le vittime sono state 371, 38 in meno rispetto al 2005,
quando le vittime furono 409 (-9%). È stato invece uguagliato il numero dei
feriti gravi, con 5.075 persone. “I risultati – dicono all’UPI in una nota – mostrano
palesemente che la prevenzione degli infortuni ha imboccato la strada giusta,
ma che tuttavia non si è ancora arrivati al traguardo. Sono, infatti,
necessarie ulteriori misure concrete”. Uno dei risultati più brillanti, però, è senz’altro
l’abbattimento del numero dei morti legati ad eventi alcolcorrelati (-19%) e di
quelli strettamente legati alla velocità (-29%), fattori questi che anche in
Svizzera sono considerati le bestie nere della sicurezza stradale. “Secondo noi
– continuano i vertici dell’UPI – la diminuzione sensibile del numero dei morti è
stata possibile solo grazie all’attuazione di misure di sicurezza stradale
efficaci. È invece molto spiacevole che il numero dei feriti gravi colpisca ancora oltre 5.000 persone”. In questo specifico settore, infatti, è stato registrato
l’aumento dell’incidenza dell’alcol (+9%) e della velocità. “Dei feriti gravi,
circa 1.700 subiscono lesioni che comportano ogni anno un grado di invalidità
parziale o intera. Per questo motivo, l’Upi propugna sempre di più l’obiettivo
del Consiglio federale che mira a ridurre, entro il 2010, a 300 il numero dei
morti e a 3 000 quello dei feriti gravi nella circolazione stradale. Per
raggiungere l’obiettivo e aumentare la sicurezza stradale, però, sono necessari
ulteriori sforzi. Il programma nazionale di sicurezza stradale Via sicura
contiene le relative proposte concrete”. Ma non è certo finita qui: “provvedimenti
urgono specialmente a favore degli utenti della strada più deboli. Nel 2006, il 30% dei morti stradali rientrava nella categoria dei
ciclisti e dei pedoni. La maggior parte di questi incidenti si verifica sulle
strade urbane. Pertanto, l’UPI continua a battersi per maggiori misure di
sicurezza nei comuni”. (ASAPS)
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