Siegfried Stohr
Un ex
allievo mi scrive: l’amico di suo figlio è purtroppo uno dei ragazzi morti
sabato sera a Cattolica. Mi dice di come gli sia servito fare un corso con noi,
fatto per passione e anche con sacrificio economico.
Mi ricorda che fra le cose che non vengono
mai citate dai giornali c’è la formazione del guidatore, durante e dopo la
patente. Mi chiede perché queste scuole un po’ elitarie non propongono magari
con un concorso statale corsi per tutti: “Non sono forse vite umane anche
quelle che non guidano Porsche e Ferrari”?
Approfitto di questa sede per dire la mia.
1. Chi deve fare qualcosa in primis siamo noi
adulti, a partire dalle strade. Mi riferisco a luoghi, curve o incroci
pericolosi, più volte teatro di incidenti sui quali non si interviene; mi
riferisco anche alla segnaletica. Va detto che negli ultimi anni si sta facendo
molto, basta guardare il proliferare di rotonde. E non dico nulla dei fondi non
spesi dalle autostrade per la sicurezza. Parlano i giornali e il Ministro.
2. Nel fare non bisogna comportarsi come se
sulle strade ci fossero solo delle automobili: l’arredo urbano non tiene spesso
conto di veicoli di dimensioni maggiori e, a volte, diventa una vera fonte di
pericolo per chi viaggia su due ruote (utenze più deboli e esposte). Occorrono
competenze condivise per evitare che ogni comune faccia a modo suo (coerenza
della segnaletica).
3. Le leggi. La patente a punti è stato un
grande progresso ma non basta. Bisogna intervenire più duramente nei casi di
omicidio colposo, quando il guidatore che lo ha causato era ubriaco non può
riavere la patente dopo un anno! Inoltre va ripristinata la legge che limita
l’accesso dei neopatentati alle auto più potenti: non si affida una Ferrari a
un diciottenne, così come non sale su una formula uno un pilota inesperto.
4. Non c’è solo un problema di tecnica di
guida per i giovani perché certe auto potenti, benché più sicure, trasmettono
più facilmente emozioni: è di questo che bisogna tener conto perché l’emotività
porta a fare scelte irrazionali. Una utilitaria esalta molto meno di una
potente supercar.
5. La velocità è un pericolo e non vanno dati
segnali che ne prevedano innalzamenti come i famosi 150 Km/h di Lunardi. Semmai
dobbiamo riflettere sul fatto che abbassamenti del limite, magari temporanei,
non sono un dramma: andare più piano equivale a rischiare meno e inquinare
meno.
6. Ben vengano i “tutor” sulle autostrade ma
non basta come insegnano i nove morti nei due scontri frontali di sabato. Forse
qualche radar comunale, operativo in genere durante la settimana, potrebbe
essere spostato al sabato sera.
7. Sappiamo che il proibizionismo alla lunga
non paga ma dobbiamo intervenire sul consumo di alcolici. L’Italia è uno dei
pochi paesi dove si può tranquillamente bere grappa all’autogrill prima di
ripartire.
8. Diffondere un’etica della responsabilità è
importante fra i giovani in modo che chi guida sia cosciente delle sue
responsabilità verso i trasportati. Ma questo non riguarda solo i giovani bensì
tutta la società: equivale ad avere rispetto per le leggi e senso dello Stato,
virtù che sempre più raramente sono indicate ad esempio nella nostra società.
9. Il codice della strada e il regolamento
contano circa 700 articoli. Troppi. Molti guidatori non hanno la nozione di
veicolo e non si comportano in modo corretto ad esempio superando biciclette e
motorini. Semplificarlo vuol dire facilitarne comprensione e conoscenza da
parte degli utenti della strada.
10. La tecnologia ci può aiutare a controllare
i veicoli: perché solo i veicoli industriali hanno un limitatore di velocità?
Perché non si rende obbligatoria la “scatola nera” sui veicoli visto che
permetterebbe di valutare la velocità al momento dell’incidente? Sarebbe un
buon deterrente, non un attentato alla “libertà”. Il rispetto dei limiti non è
un problema che riguarda solo la Polizia, ma tutta la società e l’industria.
11. La patente non sia concessa sine die;
oltre a più severi controlli sulle attitudini psicofisiche per i rinnovi, chi
provoca incidenti sia sottoposto a revisione e non solo all’aumento del bonus
malus assicurativo.
12. La scuola faccia la sua parte portando a
compimento i corsi di educazione stradale dove ancora non si fa.
13. Infine anche noi diamo un nostro piccolo
contribuito alla sicurezza e in 25 anni abbiamo assistito 112.000 persone alla
guida. Il corso base costa 267€ +iva.
da GuidarePilotare
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