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Rassegna stampa Alcol e guida del 1 marzo 2007

A cura di Roberto Argenta e Alessandro Sbarbada

 

MARKETPRESS

OTTO PROPOSTE DA COMUNI E COMPRENSORI ALLA GIUNTA TRENTINA PER REGOLAMENTARE IL CONSUMO DI BEVANDE ALCOLICHE 

“L’alcol può danneggiare la tua salute, la tua famiglia e la tua comunità”: questa la scritta che alcuni tra i maggiori Comuni trentini ed una serie di Comprensori vorrebbero fosse stampata sulle etichette di tutte le bevande contenenti alcol. Si tratta di una delle proposte – un’altra riguarda il divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni - contenute in un documento che i Comuni di Trento, Rovereto, Riva del Garda, Arco, Drena e Tenno ed i Comprensori Vallagarina, Giudicarie, Alta Valsugana, Valle di Fiemme, Ladino di Fassa, Valle di Sole, Valle di Non hanno presentato al governo provinciale “al fine di tutelare la salute dei cittadini consumatori pur nel rispetto dei diritti dei produttori”. Il documento è stato illustrato oggi all’assessore alle politiche per la salute Remo Andreolli. Uno dei maggiori rischi per la salute, in particolare dei giovani – e se ne è avuta conferma anche al recente convegno internazionale “Alcol e giovani” che si è svolto la scorsa settimana al Mart di Rovereto per iniziativa dell’Assessorato provinciale alle politiche per la salute - è dato dal consumo di bevande alcoliche. L’abuso di alcolici, specie tra le giovani generazioni, e la necessità di una strategia complessiva, che va rafforzata, contro tale fenomeno, è anche il richiamo che arriva proprio in questi giorni dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, il cui rapporto di analisi è stato ufficialmente presentato lunedì scorso. Ma per combattere la “piaga” dell’alcolismo, servono azioni coordinate che vedano il coinvolgimento di tutti i soggetti, pubblici, privati e del volontariato sociale. Nel documento – intitolato “Alcol: proposte di regolamentazione a tutela della salute pubblica” – si fa riferimento ai principi solennemente sanciti nella Carta Europea sull’Alcol firmati da tutti i governi europei ma ancora poco considerati nelle nostre comunità, al pesante tributo in vite umane (dai 30. 000 ai 40. 000 morti in Italia ogni anno) che l’alcol ed i problemi ad esso correlati comportano ed alla necessità che il governo provinciale si faccia carico, direttamente o tramite le amministrazioni locali e nazionali, di promuovere “iniziative culturali, politiche e legislative chiare e coraggiose”. Ecco le proposte, in otto punti, sottoposte da Comuni e Comprensori e condivise dai Coordinamenti “Alcol, sicurezza e promozione della salute”, alla Giunta provinciale.

1. – Promuovere una iniziativa politica e legislativa volta a stabilire il divieto alla somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di anni 18, come già avviene in alcuni paesi europei.
2. – Promuovere una iniziativa politica e legislativa volta stabilire l’obbligo di apporre in modo chiaro sulle etichette di tutte le bevande contenenti alcol la seguente informazione: “L’alcol Può Danneggiare La Tua Salute, La Tua Famiglia E La Tua Comunità”.
3. – Promuovere iniziative politiche e legislative volte a rivedere la normativa sulla pubblicità delle bevande alcoliche per una maggiore tutela e informazione imparziale del cittadino consumatore recependo al riguardo le normative più avanzate di alcuni paesi europei.
4. – Promuovere una iniziativa politica e legislativa volta a proibire la somministrazione gratuita e vendita sottoprezzo di bevande alcoliche in locali pubblici o in occasione di manifestazioni pubbliche o feste.
5. – Promuovere una iniziativa politica e legislativa in accordo con tutte le forze dell’ordine e con maggior coinvolgimento e dotazione di etilometro da parte della polizia municipale per incrementare in maniera coordinata e continuativa i controlli con etilometro anche di giorno e a random sulla popolazione.
6. – Rendere obbligatori i programmi informativi per persone fermate per guida con alcolemia superiore a quella prevista dalla legge (attualmente 0,5 grammi per litro).
7. – Promuovere una iniziativa politica e informativa forte, chiara, volta ad informare la popolazione in generale sulle persone/situazioni in cui sono auspicabili stili di vita “alcol free”.
8. – Promuovere una iniziativa politica e di sensibilizzazione, coinvolgimento e supporto ai sindaci della nostra provincia in quanto competenti e responsabili nell’attuazione di misure di regolamentazione a livello locale. “Le iniziative portate avanti sui temi della salute da Provincia e Azienda sanitaria – ha affermato l’assessore Andreolli – sottolineano sempre l’importanza di adottare un metodo che preveda il coinvolgimento di tutti i soggetti, perché è evidente che un tema così rilevante non può essere trattato solo a livello istituzionale. Su un tema trasversale quale è la salute non ci sono confini di competenze: tutti devono dare il proprio contributo”.

È lo stesso principio dal quale prendono le mosse anche i Comuni e i Comprensori che si sono fatti promotori del documento. Alcune delle proposte in esso contenute sono già per altro nell’agenda politica del governo provinciale. Il divieto di vendita di bevande alcoliche ai minori, ad esempio, è già previsto da una norma del disegno di legge sulla semplificazione amministrativa che sarà discusso a maggio dal Consiglio provinciale. “La norma – ha informato Andreolli – prevede il divieto ai minori di 16 anni, ma verificheremo la possibilità di alzare tale limite ai 18 anni”. Durante l’incontro si è discusso, in particolare, della necessità di aumentare le attività di controllo da parte delle forze dell’ordine lungo le strade provinciali ma anche della necessità di sensibilizzare gli stessi sindaci e amministratori comunali, che spesso non sanno come intervenire perché non confortati dall’esistenza di norme precise alle quali fare riferimento. Il documento di proposte “antialcol” sarà ora portato dall’assessore Andreolli all’attenzione dell’intera Giunta provinciale e trasmesso a tutti i Comuni.


LA REPUBBLICA

Guadagnare salute in 4 punti

di Maurizio Paganelli

Guadagnare salute: così il documento programmatico predisposto dal ministero per "affrontare in maniera globale i fattori di rischio principali (fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica)".

Si parte dall’affermazione molto "liberale" che lo Stato "non può condizionare direttamente le scelte individuali" ma può "rendere più facili le scelte salutari e meno facili quelle nocive". Come? Informazione, azione regolatoria, risorse per sostenere cambiamenti "nell’ambiente di vita". Programma onnicomprensivo, generale (per non dire generico) che coinvolge più ministeri, Asl, enti pubblici e privati. (*) S’inizia dalla nascita: promuovere l’allattamento al seno, monitorare i comportamenti alimentari, sostenere la "dieta tradizionale" (italica), cibi salubri nella ristorazione collettiva, etichette chiare, regolare la pubblicità di alimenti e il mercato dei dimagranti.
Poi: favorire la "libertà di movimento", incentivi per pratiche sportive (anche nei luoghi di lavoro); proteggere dal fumo passivo, evitare le "azioni di fumo" tra i protagonisti di sceneggiati o fiction tv, aiutare i fumatori a smettere. Meno alcol su strade e luoghi di lavoro, più controlli e divieti, ridurre la gradazione alcolica nelle bevande, coinvolgere medici di base e scuola. Può bastare?

(*) Nota: una delle prime proposte del Ministro della salute è stata il divieto di vendita degli alcolici ai minorenni e sulle autostrade. Proposta subito ritirata per pressioni dei produttori e per il timore di essere troppo proibizionisti. Dovremo accontentarci di un generico documento programmatico che si tradurrà, nelle migliori delle ipotesi, in una serie di buoni consigli.


ASAPS

Svizzera

Migliora ancora il barometro della sicurezza stradale, nel 2006 -9% dei morti.Diminuisce anche il numero degli incidenti dovuti all’alcol.Il ruolo dell’UPI

BERNA, 1 marzo 2007 – La violenza stradale, in Svizzera, continua a scendere. Lo dice l’UPI, l’Ufficio elvetico per la Prevenzione degli infortuni, che proprio in questi giorni, dopo aver ricevuto dalle polizie cantonali tutte le statistiche, ci ha trasmesso il dato ufficiale relativo al 2006. Nel corso degli ultimi 12 mesi, le vittime sono state 371, 38 in meno rispetto al 2005, quando le vittime furono 409 (-9%). È stato invece uguagliato il numero dei feriti gravi, con 5.075 persone. “I risultati – dicono all’UPI in una nota – mostrano palesemente che la prevenzione degli infortuni ha imboccato la strada giusta, ma che tuttavia non si è ancora arrivati al traguardo. Sono, infatti, necessarie ulteriori misure concrete”.
Uno dei risultati più brillanti, però, è senz’altro l’abbattimento del numero dei morti legati ad eventi alcolcorrelati (-19%) (*) e di quelli strettamente legati alla velocità (-29%), fattori questi che anche in Svizzera sono considerati le bestie nere della sicurezza stradale. “Secondo noi – continuano i vertici dell’UPI – la diminuzione sensibile del numero dei morti è stata possibile solo grazie all’attuazione di misure di sicurezza stradale efficaci. È invece molto spiacevole che il numero dei feriti gravi colpisca ancora oltre 5.000 persone”. In questo specifico settore, infatti, è stato registrato l’aumento dell’incidenza dell’alcol (+9%) e della velocità. “Dei feriti gravi, circa 1.700 subiscono lesioni che comportano ogni anno un grado di invalidità parziale o intera. Per questo motivo, l’Upi propugna sempre di più l’obiettivo del Consiglio federale che mira a ridurre, entro il 2010, a 300 il numero dei morti e a 3 000 quello dei feriti gravi nella circolazione stradale. Per raggiungere l’obiettivo e aumentare la sicurezza stradale, però, sono necessari ulteriori sforzi. Il programma nazionale di sicurezza stradale Via sicura contiene le relative proposte concrete”. Ma non è certo finita qui: “provvedimenti urgono specialmente a favore degli utenti della strada più deboli. Nel 2006, il 30% dei morti stradali rientrava nella categoria dei ciclisti e dei pedoni. La maggior parte di questi incidenti si verifica sulle strade urbane. Pertanto, l’UPI continua a battersi per maggiori misure di sicurezza nei comuni”.

 

(*) Nota: la drammaticità della sofferenza causata dagli alcolici è resa ancora più acuta dalla consapevolezza che esistono alcune soluzioni possibili ed efficaci. La vicina Svizzera con adeguati controlli dell’alcolemia dei guidatori ha ridotto significativamente il numero di incidenti stradali. Una analoga riduzione in Italia equivarrebbe a oltre 500 decessi in meno all’anno.


LA GAZZETTA DI PARMA

Troppo alcol fra i giovani: il Comune scende in campo

PROGETTO NON SI PUNTA SULLA «INTIMIDAZIONE» MA SULLA CORRETTA INFORMAZIONE DEL PERICOLO

Troppo alcol fra i giovani: il Comune scende in campo Pigazzani: incontri a scuola e nei luoghi di aggregazione, oratori compresi II Il problema del consumo dell’alcol fra gli adolescenti è preoccupante: a livello generale il trend è in crescita, mentre si sta abbassando l’età del primo bicchiere che in Italia è scesa ad 11 anni contro la media europea di 12/14 anni. Anche l’ammini­strazione comunale a livello di prevenzione si è attivata con una serie di iniziative mirate. Ad il­lustrarle - il tema è stato solle­vato anche da un’interrogazione in consiglio comunale - è l’as­sessore ai Servizi Sociali Giorgio Pigazzani: «Per contrastare il fe­nomeno, le iniziative del Comu­ne in rete con il nostro Distretto, avvengono in collaborazione con Sert, Acat e associazioni di volontariato. 


 

IL MATTINO

«La movida? Non solo birra e panini»

ERMINIA PELLECCHIA «L’altra movida? Quella alternativa al consumismo e soprattutto più vivibile? Se ne parla da anni, ma poi non se ne fa nulla. Il meccanismo è perverso, molte persone fanno ristorazione o bar in maniera prettamente commerciale, ma alla fine sono costretti a farlo per sopravvivere ad una concorrenza agguerrita, al proliferare di locali, ai costi di gestione alti». Sandro Donnabella, patron e anima del Brigante, il ristorante cult del centro storico alto, pone il dito sulla piaga. E riflette sull’inchiesta del Mattino sulla movida che secondo gli under 30 è soltanto birra e panini. Il suo ritrovo è una delle poche isole felici della città, lui si considera quasi un sopravvissuto rispetto a chi è stato costretto a chiudere. Ma non gli va di essere considerato un esempio da esportare. «Dicono che il Brigante sia un posto di nicchia dove si mangia bene e a poco prezzo, si incontra gente bella, si fa cultura - dice - Sarà, io faccio solo quello che sento di fare: la normale routine di chi porta avanti un ristorante con la cultura seria del fare ristorazione. Non chiedo nulla alle istituzioni, ho sempre rischiato in prima persona». Gli fa eco Ciccio Verrengia del Tatum, che ha ereditato i fasti dei mitici Caffé dei Mercanti e dell’Alcol. «Il mio bar si trova nella zona rossa del by night, quella ritornata sotto i riflettori. Non ci sono formule per una movida alternativa. Io penso a lavorare con coscienza. Non mi va di fare critiche o polemiche, parlo per me. Mi rompo le ossa giorno e notte per offrire il meglio alla mia clientela». Concorda in parte Sandro Longo, titolare del Babele di via Botteghelle, tra i pochi locali, insieme al Cercopiteco di piazza Sant’Agostino e allo Zen di via Roma, in cui si cerca di creare intrattenimento alternativo. «Gli enti dovrebbero investire di più - dichiara - aiutare le attività propositive, valorizzando in particolare l’ambiente dove operiamo per stimolare la gente a passeggiare anche nelle zone periferiche del by night. Che so, dare contributi agli artisti, organizzare spettacoli nelle piazzette del centro storico, quello che Paolo Apolito ha tentato con la città dei creativi. Episodio rimasto, purtroppo, isolato». E l’antropologo, chiamato in causa, non si tira indietro. «È un problema complesso e difficile da affrontare in un momento tra l’altro bruttissimo per la nostra città - interviene - La movida è in crisi, il fenomeno è degenerato, siamo in guerra e dobbiamo vincerla, tutti insieme, istituzioni e cittadini. Dobbiamo riconquistare il territorio e per farlo dobbiamo partire dai giovani, proponendo loro sogni diversi da quelli facili e consumistici della camorra. La scialuppa di salvataggio possibile è ritrovare l’identità, i valori di questa città. Si può iniziare dalla passione per la Salernitana e nello stesso tempo lavorare più nel profondo, dando un senso alle cose, valorizzando le forze positive di questa città anche rinunciando a qualcosa di proprio. Ed è l’invito che faccio ai ragazzi del Laboratorio Diana: mettiamoci insieme. Dal capannone di via Ligea può partire un messaggio forte, ma per essere tale si deve irradiare a tutti gli altri spazi di creatività esistenti. E, se c’è da dare contributi a gestori attenti e sensibili, che offrano standard di qualità, ecco, non è una promessa, ci saranno». 


 

MANFREDONIA.NET

Associazione di famiglie di persone alcoldipendenti

In costituzione a Manfredonia con la finalità di approfondire i molteplici aspetti del problema ed usufruire di uno spazio di ascolto e condivisione del problema.

di Redazione

Le problematiche connesse all’abuso/dipendenza da alcol sono in crescente aumento e comportano costi sociali, sanitari ed economici estremamente elevati. Se da un lato l’uso di alcol è ampiamente accettato ed "esibito" nella nostra cultura, dall’altro, nei confronti di coloro che hanno sviluppato un’alcoldipendenza e delle loro famiglie, prevale un atteggiamento stigmatizzante.
A seguito di incontri di informazione sugli aspetti medico-psicologico-sociali, connessi all’abuso di alcol organizzati dal Dipartimento delle Dipedenze Patologiche e rivolti ai familiari di persone alcoldipendenti, è emersa l’esigenza di proseguire gli incontri con la finalità di approfondire i molteplici aspetti del problema ed usufruire di uno spazio di ascolto e condivisione del problema.
In questo contesto è maturata l’idea di costituirsi come associazione di famiglie con la finalità di: supportare i familiari di persone alcoldipendenti o che abusano di alcol; fornire informazioni ed orientare ai servizi preposti alla cura di questa malattia; promuovere e realizzare attività di sensibilizzazione sul tema dell’abuso/dipendenza da alcol, per accrescere il livello di attenzione sul fenomeno.

Chi è interessato ad aderire a questa iniziativa e/o a ricevere ulteriori informazione può rivolgersi alla dott.ssa Maria De Finis, U.O. Prevenzione - D.D.P. di Manfredonia, tel. 0884-510364.


BRESCIA OGGI

A Ospitaletto un Sert «accreditato»

Tossicodipendenza il recupero ora passa anche dai «privati»

Nasce sul territorio bresciano il secondo «Sert privato» in Italia: con delibera della Regione Lombardia del 20 dicembre 2006 è stato accreditato il Servizio Multidisciplinare Integrato (Smi) per le dipendenze da sostanze lecite ed illecite (stupefacenti, alcool, gioco d’azzardo, ecc.) gestito dalla cooperativa sociale «Il Mago di Oz», promossa dal Gruppo Fraternità e dal Gruppo Pinocchio. La sede è a Ospitaletto, ma l’operatività è estesa a tutto il territorio dell’Asl di Brescia, dopo la firma del contratto con l’Azienda sanitaria locale di Brescia, lo scorso gennaio.
La «mission» del servizio è quella di prendersi cura di persone con problemi di dipendenza per realizzare percorsi di in-dipendenza, attraverso attività multidisciplinari integrate condotte da un’équipe di medici, infermieri professionali, educatori, psicologi, assistenti sociali.
«Siamo il primo Sert privato accreditato nel Bresciano, il secondo in Lombardia e a livello nazionale dopo il Sert attivato a Milano lo scorso anno - spiega Ermete Cominelli, responsabile della struttura con sede a Ospitaletto -. La formula è un po’ la stessa delle comunità terapeutiche accreditate, solo che nel campo dei Sert fino a qualche anno fa non esisteva una normativa apposita per l’accreditamento, prima di una apposita legge regionale del 2003 e della legge nazionale sulle tossicodipendenze del 2006».
Lo Smi de «Il Mago di Oz» si occupa di prevenzione, diagnosi e cura, riabilitazione e reinserimento delle persone dipendenti o che abusano di sostanze psicoattive lecite ed illecite, come droghe e alcol. Il servizio può erogare le prestazioni nei vari contesti, come quello territoriale, quello del carcere, il servizio a domicilio, in strutture accreditate o in strutture del Servizio sanitario nazionale. In particolare, per i tossicodipendenti il servizio somministra terapie farmacologiche specifiche, svolge attività di psicodiagnosi e di counseling, attiva specifici programmi destinati alle donne, prevedendo ad esempio interventi relativi a gravidanza, prostituzione, violenze.
Le prestazioni ambulatoriali sono gratuite, ed è garantita a ciascuno la libertà di scelta e la riservatezza. La sede operativa è in via Padana Superiore 161 a Ospitaletto, tel. 030-8360856, e-mail info@smimagodioz.it. Per chi ne ha necessità, è possibile usufruire del servizio anche al di fuori degli orari d’ufficio di apertura al pubblico e nelle giornate di sabato e domenica, previo appuntamento.
Lisa Cesco


IL GAZZETTINO (Rovigo)

IL CASO 

L’amico muore nell’incidente e mettono il cadavere al volante 

(r.b.) L’auto era uscita di strada, aveva colpito i cartelli e poi si era ribaltata nella scarpata.

A perdere la vita era stato Ion Cimpeanu, trentaquattrenne di origini rumene, morto sul colpo sull’argine del Po a Guarda Veneta. Era il 31 agosto del 2003.
Ieri mattina, davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Rovigo Carlo Negri, sono comparsi i tre amici dell’uomo, finiti nei guai dopo l’incidente la cui dinamica da subito era apparsa non proprio limpida.
Dopo lo schianto avvenuto all’una e trenta, infatti, gli agenti della polizia stradale di Badia Polesine avevano cercato di ricostruire l’accaduto, non senza difficoltà.
In un primo momento sembrava che alla guida del mezzo, una Renault 5 intestata a una ragazza polesana, ci fosse proprio Cimpeanu. Ma poi era venuta fuori la verità: sull’auto che stava viaggiando in direzione di Crespino al momento dell’impatto si trovavano quattro amici.
Oltre al rumeno deceduto, infatti, non c’era soltanto Valentine Florin Udrea, come era emerso inizialmente, ma anche gli altri connazionali Marcel Fanica e Gabriel Fanica, che lo stesso Udrea aveva sostenuto di aver chiamato in soccorso dopo l’incidente.
Dagli accertamenti successivi, coordinati dal sostituto procuratore Ciro Alebrto Savino, era poi venuto fuori che lo straniero deceduto era seduto in realtà sul sedile del passeggero, che alla guida della Renault (che circolava, tra l’altro, con un falso tagliando dell’assicurazione) c’era Marcel Fanica e che il corpo di Ion era stato spostato al volante quando la situazione era apparsa grave. Così da attribuirgli ogni responsabilità per l’accaduto.
Quindi tutti insieme si erano presentati al pronto soccorso dell’ospedale di Rovigo per farsi medicare.

Udrea ha patteggiato ieri mattina una condanna a un mese e dieci giorni di reclusione, mentre Marcel Fanica un anno e nove mesi per omicidio colposo, guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso (visto che sembra si fosse anche allontanato dopo lo schianto).
Gabriel Fanica, infine, è stato rinviato a giudizio dal gup con l’accusa di frode processuale.

Una vicenda particolarmente dolorosa quella che si è chiusa ieri nel palazzo di giustizia di via Verdi, anche perché Cimpeanu ha lasciato la moglie e ben cinque figli.


IL TEMPO

Indiano sfregiato in pieno centro

L’aggressione è avvenuta in viale XVIII dicembre nel capoluogo pontino

di STEFANIA BELMONTE Latina — Una lite sfociata nel peggiore dei gesti, ieri attorno alle 11.15, in viale XVIII dicembre. Virdavinder Paul Singh, un indiano di 46 anni, è stato ferito alla guancia ed alla mano sinistra con il vetro di una bottiglia rotta da Imane Jamale, egiziano, 28 anni, in Italia senza fissa dimora e con precedenti penali. L’extracomunitario è stato arrestato dai carabinieri del Nor della Compagnia di Latina con l’accusa di di tentato omicidio e tentata rapina. L’indiano, invece, è stato trasportato al pronto soccorso del «Goretti» in ambulanza, dove le sue ferite sono state giudicate guaribili in 20 giorni. Sul luogo dell’aggressione è intervenuta una volante del I nucleo e la squadra mobile della questura. Un episodio accaduto in pieno giorno, nel centro cittadino. Una scena che ha sconvolto i residenti della zona e le tante persone che ieri mattina si trovavano in viale XVIII dicembre. Una scena che, paradossalmente, nel quartiere è diventata quasi «normalità». Soltanto qualche mese fa, un episodio analogo era accaduto in via Corridoni, nei pressi delle autolinee. «Ogni giorno ne succede una, e sono sempre le stesse persone le protagoniste - riferiscono alcuni negozianti - Sono loro, gli extracomunitari, che lasciati in mezzo alla strada, spesso non trovano altro rifugio che i portici della chiesa di S.M. Goretti e già dalla mattina presto sono ubriachi». Sono in tanti a confermare la versione dei fatti e l’espressione dei volti, nell’apprendere la notizia - che ha fatto il giro del quartiere - non è certo di sorpresa. Alcuni residenti riferiscono che già dalla sera precedente si erano avute alcune avvisaglie: in Piazza S.M.Goretti, tre barboni ubriachi - due dei quali poi si sono resi protagonisti dell’aggressione di ieri mattina - avevano avuto un’accesa discussione. Si tratta di volti conosciuti in zona. A dare l’allarme, ieri mattina, è stata una donna che abita nel quartiere. Era andata a fare la spesa in un negozio di alimentari, quando è successo il fatto: dopo essere entrata nel negozio, i due barboni, pare entrambi ubriachi, (in seguito ad una violenta lite nata quando l’egiziano avrebbe chiesto all’altro extracomunitario 100 euro) hanno iniziato a picchiarsi, finché l’egiziano ha rotto una bottiglia e si è scagliato contro l’indiano, ferendolo in varie parti del viso ed anche in prossimità della giugulare. I primi soccorritori si sono trovati davanti ad un lago di sangue. Alcune tracce erano ancora visibili ieri pomeriggio, mentre sul marciapiede sono rimasti un cappellino nero e uno straccio intriso di sangue.


IL TEMPO

Rissa tra rumeni Si accoltellano dopo una bevuta

di ANNA PIERSANTI - L’alcol mandato giù nelle ore precedenti è stata la miccia che ha portato una banale discussione a finire in un accoltellamento. In due, rumeni, hanno iniziato prima ad alzare la voce, poi ad offendersi a vicenda e a tentare di aggredirsi ma non è bastato a calmare la voglia di farsi giustizia, anzi. Sono spuntati i coltelli e li i colpi, anche se inferti in modo non preciso, sono arrivati a segno procurando ferite. Sul posto è intervenuta la polizia e i due hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso. «Purtroppo non è un caso isolato- dicono i cittadini - anche se una buona parte degli stranieri è tranquilla. Molto spesso i facinorosi si alleano o stringono amicizia anche con i balordi del paese e allora è tutta un’altra musica». Specialmente nel quartiere vecchio, infatti, si trovano gli insediamenti sovraffollati di stranieri in pochi metri quadri mentre chi vive nelle casupole in campagna la sera o nei fine settimana raggiunge il centro e oltre agli acquisti di alimenti fa grandi scorte di birra. D’altro canto in questo momento a Castel Madama, presso la sede della polizia municipale, c’è solo un presidio dei carabinieri e una macchina per il controllo del territorio. 


 

IL GIORNALE

Paris Hilton, che sbadata: guidava la Bentley senza patente

Los Angeles - Paris Hilton rischia 90 giorni di reclusione per aver guidato senza patente, dopo che lo scorso 7 settembre le era stata ritirata per guida in stato di ebbrezza. L’ereditiera è stata fermata alle 23 di ieri sera dalla polizia di Los Angeles a bordo della sua lussuosa Bentley Continental Gtc azzurra da 190.000 dollari, mentre procedeva sul Sunset Boulevard a fari spenti. Durante i controlli di routine gli agenti hanno scoperto che la patente della modella era stata sospesa mesi fa perché sorpresa ubriaca al volante di una Mercedes. La corte l’aveva anche condannata a 36 mesi di libertà vigilata, concedendole la sospensione condizionale della pena.
Sequestro dell’auto In questo ultimo incidente Hilton non è stata arrestata ma la sua vettura è stata sequestrata. Adesso dovrà comparire in tribunale per rispondere del reato di aver guidato senza la patente. Se il giudice davanti al quale dovrà comparire valuterà che ha violato la libertà vigilata potrebbe anche condannarla a tre mesi di reclusione. Il portavoce della starlette, Eliot Mintz, ha difeso la sua cliente sostenendo che Paris probabilmente ignorava che la patente le fosse stata ritirata. "Non credo", ha affermato, "che sapesse se le fosse o non le fosse consentito guidare. Non so se questa informazione le fosse stata chiaramente comunicato".


ITALIA OGGI

Vino, evasione Iva in terra astigiana


L’ADIGE

L’andatura dell’automobile non lasciava dubbi sullo stato di ubriachezza del suo conducente

Crociata antialcol di comuni e comprensori

Niente alcol ai minorenni


IL GIORNO

Norme severe contro le stragi del sabato


IL RESTO DEL CARLINO

LE ASSOCIAZIONI dei familiari delle vittime della strada chiedono repressione


L’UNIONE SARDA

Carne, fumo e alcol: è allarme


© asaps.it
Venerdì, 02 Marzo 2007
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