Rassegna stampa del 6 Settembre 2005 |
Da “Il Secolo
XIX” del 6 settembre 2005 Imperia Trentacinque pattuglie mobilitate per due giorni sulle strade, bilancio: 18 patenti ritirate (13 per guida in stato di ebbrezza), 289 punti decurtati, 118 verbali elevati per varie infrazioni. E ancora: in otto mesi di lavoro sono risultati 280 i permessi di guida ritirati (in media 1,2 al giorno), furono 254 quelli complessivamente inviati alla magistratura in tutto il 2004. Sono questi alcuni dei risultati conclusivi della maxi-operazione "week-end sicuro" condotta dalla sezione di Imperia della polizia stradale: una vera mobilitazione per frenare chi è portato comunque ad esagerare alla guida della propria vettura. "La recrudescenza non è fine a se stessa - spiega il comandante Andrea Frumento, che assieme ai suoi uomini ha seguito passo per passo l’operazione - Serve a far comprendere, quando si rende necessario, che al volante, specie lungo le nostre tortuose e trafficate strade, si rischia la vita, si mette a repentaglio quella degli altri e che il codice stradale è molto severo con chi va ben oltre i limiti". Le pattuglie sono state dislocate in diverse località lungo le strade statali a partire da venerdì sera. E a partire da venerdì hanno cominciato, all’uscita dei locali di Imperia, San Bartolomeo al Mare e Sanremo a fermare quanti esageravano e a ritirare patenti per ebbrezza e velocità. Tra i casi più eclatanti: due ragazze di 22 anni completamente sbronze e un uomo di 40 il cui tasso alcolimetrico è risultato 2,20 ml, oltre 1,50 ml si è già considerati ubriachi. Cinque permessi invece sono stati tolti ai titolari per la velocità (40 km/h superiore a quella consentita). Portate via e consegnate alla motorizzazione anche 11 carte di circolazione per mancata revisione, cioè il collaudo. Sono state ben 118 le contravvenzioni elevate per varie infrazioni al codice stradale: guida pericolosa, senza cinture, pneumatici lisci e veicoli non conformi. "Torneremo ogni fine settimana in azione sulle strade e in autostrada - annuncia il comandante Frumento - E saremo anche severi, come prevede la nuova norma introdotta ad agosto, con chi è alla guida di ciclomotori: pochi sanno che guidare senza casco, in due sul motorino e causare un incidente con lesioni col ciclomotore sono tutte infrazioni che ora comportano la confisca del mezzo: cioè lo Stato ne diventa proprietario". POLIZIA STRADALE Velocità ed ebbrezza Ritirate in un giorno oltre venti patenti Castelfranco Più di una ventina le patenti ritirate ad automobilisti indisciplinati dagli agenti della Polstrada di Castelfranco nelle ultime 24 ore. Ben 14 quelle ritirate per eccesso di velocità e qui balza all’occhio un vicentino di 36 anni fermato, alle 14 di domenica, in centro a Caerano dove stava transitando a 128 kmh; altri automobilisti sono stati fermati a Castelfranco e a Castello di Godego. Altre tre patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. Da segnalare un automobilista padovano di 32 anni fermato all’una di notte mentre stava zigzagando per la strada con un tasso alcolico di 1,40 (il massimo consentito è 0.50). Da “Brescia Oggi” del 6 settembre 2005 Mario Nigro, nuovo comandante della Stradale, punta ad abbattere drasticamente il numero di morti sulle strade bresciane "Fermiamo la strage infinita" Tra gli strumenti anche autovelox a controllo remoto: uno in tangenziale Wilma Petenzi "Il numero dei morti sulle strade bresciane deve diminuire". È con questo imperativo che il nuovo comandante della polizia di Brescia, Mario Nigro, vuole fare i conti da oggi in avanti. Insediatosi da pochi giorni nel suo nuovo ufficio al comando di via Montegrappa il neocomandante ha iniziato la sua battaglia contro la strage infinita sulle strade bresciane. Una strage che anche quest’anno fa contare un numero di vittime impressionante: 104 bresciani, dall’inizio dell’anno a domenica, hanno perso la vita sulla strada. Nato a Carosino, in provincia di Taranto, 49 anni fa, dopo la maturità classica e la laurea in Giurisprudenza, il comandante Nigro entra nell’amministrazione della pubblica sicurezza nel luglio dell’89 con incarico di funzionario addetto alla polstrada di Milano, dal ’92 al ’94 dirigente di sezione alla Polstrada di Sondrio, dal 94 al 2002 dirigente di sezione alla polstrada di Varese, dal 2002 al febbraio 2005 dirigente di sezione alla polstrada di Cosenza e dal primo marzo 2005 al 31 agosto disponibile al ministero dell’Interno. Dopo varie esperienze, tra cui anche la docenza in "Diritto della circolazione", dal primo settembre Nigro è al comando della polizia stradale di Brescia. Obiettivo principale del comandante, come detto, è quello di abbattere il numero dei morti sulla strada. "La situazione bresciana è grave - spiega il comandante Nigro -, molto grave. È nostro compito fare il possibile per rendere meno grave la situazione, non solo perchè ce lo chiede la Comunità europea, ma perchè la richiesta viene anche e, soprattutto, dalla gente". Il problema è grave. Gravissimo. Dall’inizio dell’anno sulle strade sono morti 104 bresciani. Centoquattro vittime in 208 giorni. Come dire un morto ogni due giorni e mezzo. A morire sulla strada sono soprattuto (vedi grafico) le persone giovani: 7 bambini, 18 adolescenti e teen agers, 26 persone con età compresa tra i 25 e i 35 anni e ben 40 vittime tra i 36 e i 40 anni. Il giorno nero dall’inizio dell’anno è la domenica: sono 23 le persone che hanno perso la vita nel giorno di festa. In questa macabra classifica segue, quasi a ruota, anche il venerdì con 15 vittime dall’inizio dell’anno. Se la domenica è la giornata più funesta l’orario più a rischio non è quello notturno (22 vittime tra le 23 e le 6), ma quello pomeridiano con 36 vittime tra le 12 e le 18. E questo se si contano i morti, ma non bisogna dimenticare che la strada fa anche tanti feriti gravi. Persone che non riescono più a tornare alla normalità. Il comandante intende raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento del numero di morti sulle strade con l’intensificazione dei controlli e la maggior presenza degli agenti sul territorio, perchè quando la prevenzione non basta non è possibile non ricorrere alla repressione. "Siamo pronti a mettere in campo tutte le risorse disponibili - ha precisato Nigro -, dagli agenti alle apparecchiature elettroniche di ultima generazione per il rilevamento della velocità". Dando quasi per assodato che buona parte degli incidenti è causato dall’elevata velocità e dal mancato rispetto dei limiti l’intensificazione dei controlli, compatibilmente con l’organico ("la sezione di Brescia è al 98 per cento del suo organico e solo in alcuni distaccamenti c’è qualche problema di carenza") potrebbe dare risultati soddisfacenti. "Proprio in questi giorni si sta sperimentando sulla tangenziale un autovelox per il rilevamento della velocità che opera senza la presenza dell’agente, un apparecchio che garantisce il controllo da remoto come è previsto dalla legge 2003" ha precisato il comandante. Un’apparecchiatura che registrerà tutte le violazioni, gli automobilisti non potranno nemmeno fare affidamento sulla "buona vista" per individuare la pattuglia appostata per il rilevamento: non resterà che rispettare i limiti e guidare con prudenza se non si vuole rischiare di trovarsi con una patente decurtata, di volta in volta, di tutti i punti. E dove non arriva l’autovelox potrebbe arrivare l’etilometro. "Va contrastata anche l’abitudine di guidare dopo aver alzato il gomito - ha precisato Nigro -, ma anche l’abitudine dei giovani a tirare mattina, dopo una giornata di lavoro o di attività sportiva: all’alba del giorno dopo sono ubriachi di stanchezza". La guerra alla strage infinita sulle strade non è l’unica "battaglia" dichiarata dal nuovo comandante. "Va continuata anche l’attività di polizia giudiziaria - ha precisato il comandante Nigro - dobbiamo lavorare contro il riciclaggio e il commercio di vetture rubate e contraffatte". Una sfida non da poco per il comandante Nigro, che è pronto ad affrontare con la collaborazione di tutti i suoi uomini. Una sfida importante per la sicurezza di tutti i bresciani.
Parigi, Il Governo francese invita i cittadini ad attivarsi per consumare meno petrolio. A 115 chilometri orari al posto di 130 su autostrade, suggerisce con un esempio concreto in un’intervista a Le Parisien il ministro dell’Industria Francois Loos, “si risparmia l’equivalente dell’aumento del prezzo del greggio”. Secondo Loos “bisogna incitare le persone a consumare meno. Alcuni preconizzano un nuovo limite alla velocitá stradale ma ancora niente è deciso”. Secondo Loos abbassare le accise sul prezzo della benzina non sarebbe sostenibile: ridurre il prezzo della benzina di un centesimo di euro, spiega, “costerebbe al bilancio dello Stato 400 milioni di euro, mentre un taglio di 10-20 centesimi di euro avrebbe un costo di 8 mld di euro. Si tratta di una ipotesi non realizzabile”. Secondo il ministro sarebbe necessario incitare i costruttori affinché privilegino le auto che utilizzano le energie alternative come il gpl o il gas naturale e favorire l’accesso al trasporto locale. Il ministro, infine, si dice favorevole alla creazione di stock di petrolio al livello europeo. In ogni caso, sottolinea, “non bisogna aspettare lo Stato. Ognuno deve fare qualcosa per consumare meno petrolio. Riducendo la velocitá da 130 km/h a 115 km/h sulle autostrade il risparmio è l’equivalente dell’aumento recente del prezzo del petrolio”.
Milano Andare in bicicletta è sicuramente piacevole e salutare ma anche pericoloso. Analizzando gli ultimi dati Istat disponibili sugli incidenti stradali nei quali sono rimasti coinvolti ciclisti, riferiti al 2003, il Centauro-asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale), fa notare che l’Italia, purtroppo, detiene il triste primato del numero di morti in Europa, con 325 vittime, seguita dalla Francia con 249 e dalla tradizionalmente ciclistica Olanda con 199. Ancor più impressionante è il numero dei feriti: ben 10.995. Per quanto riguarda poi i bambini, nei soli primi sei mesi del 2003 le vittime sono state 26 e i feriti 2.555, in entrambi i casi si è trattato soprattutto di giovani compresi nella fascia d’età compresa fra i 10 e i 14 anni. Ed è proprio con l’obiettivo di proteggere tutti gli appassionati delle due ruote che Uni, Ente Nazionale Italiano per l’Unificazione ricorda che a questo proposito sono in vigore due norme specifiche: la Uni En 1078:1998, che stabilisce i requisiti e i metodi di prova relativi alla costruzionze dei caschi protettivi, e la norma Uni En 14344:2005, che descrive i requisiti di sicurezza dei seggiolini da installare sulle biciclette per il trasporto dei bambini (9 mesi-5 anni). I “caschi sicuri”, oltre ad essere marcati in modo leggibile e durevole con l’indicazione En 1078 e con la sigla Ce, devono riportare le informazioni relative al nome o marchio del fabbricante, al modello, taglia e peso del casco, l’anno e al trimestre di fabbricazione. E non deve mancare anche l’indicazione “Casco per ciclisti”. Inoltre i “caschi sicuri” devono superare prove relative alla loro capacità di assorbimento degli urti (devono fornire protezione alla fronte, alla nuca, ai lati, alle tempie e alla sommità della testa), alla facilità di sgancio, alle proprietà del sistema di ritenuta finalizzato a trattenere il casco sulla testa (inclusi i sottogola e i dispositivi di fissaggio). Anche per poter scegliere il seggiolino “a norma” si deve leggere attentamente la marcatura: il prodotto deve riportare ben visibili il numero della norma En 14344, le informazioni generali relative al peso massimo del bambino che può essere trasportato, il nome o il marchio del fabbricante, la data e il mese di fabbricazione. Inoltre le parti in plastica di dimensione maggiore di 15 mm devono essere marcate a loro volta con il simbolo di identificazione del materiale di composizione. Le informazioni per l’utilizzo corretto dei seggiolini devono essere ben visibili sull’imballaggio o direttamente sul seggiolino stesso, accompagnate dalle istruzioni per l’uso, il montaggio e la manutenzione. Da “La Provincia di Como” del 6 settembre 2005 codice della strada La nuova legge prevede l’esproprio del ciclomotore per gravi infrazioni, a partire dal casco L’incubo della confisca sale sulla moto Ma nei primi giorni di controlli ancora nessun sequestro e neppure nuove supermulte da 275 euro Chiara Sirna E’ entrata in vigore soltanto da 12 giorni, ma sono già scattati i controlli. La nuova legge 168/05, prevede il sequestro del motociclo a fini di confisca a chiunque, minorenne o maggiorenne, commetta infrazioni gravi del Codice della Strada. E così, proprio in questi giorni vigili urbani, polizia stradale e carabinieri hanno dato il via a turni di servizio supplementari e rastrellamenti di motociclisti indisciplinati. "Ci stiamo preparando – ha detto ieri l’operatore dell’ufficio verbali della Polizia Stradale, Sebastiano Tufarulo – Stanno aumentando i controlli, eccezion fatta per questi ultimi giorni, in cui il personale è stato prevalentemente impegnato per il convegno Ambrosetti a Villa d’Este". D’ora in poi dunque chi verrà colto in flagrante potrà letteralmente dire addio al proprio mezzo. "Il motociclo viene sequestrato per essere poi definitivamente confiscato – spiega il responsabile della centrale operativa della polizia municipale – Se ne perde letteralmente la proprietà. Viene venduto all’asta". Insomma, la rigidità della norma potrebbe indurre i comaschi alla massima prudenza. Ma a quanto pare il popolo lariano si è comportato più che bene. Quanto meno fino a ieri pomeriggio. "Non c’è stato ancora alcun sequestro" - ha affermato l’appuntato dei carabinieri Mauro Nichilo. E la stessa cosa l’hanno confermata al comando della polizia municipale e stradale di Como. "Ancora nessuna vittima – ha aggiunto il responsabile operativo dei vigili urbani – I nostri cittadini osservano le norme. E’ molto raro trovare qualcuno senza casco o addirittura chi viaggia in due su un mezzo che può portare una sola persona". Intanto però, oltre alla confisca, a nuocere agli appassionati di due ruote potrebbe anche essere il "saldo" multa: da un minimo di 68 a un massimo di 275 euro. A discrezione del Prefetto. E non è ammessa alcuna possibilità di oblazione. Insomma, si prevedono tempi duri per i motociclisti, che dal canto loro hanno già sollevato pubblica protesta sul sito ufficiale della Federazione dei Motociclisti Italiani (Fmi). In un lungo commento alla norma appena entrata in vigore infatti lamentano un "livello di severità assolutamente sorprendente e sostanzialmente inaccettabile, con reati per cui è sicuramente corretto intervenire con rigore ed altri invece che non meritano una reazione spropositata come la confisca". Tra i più gravi sanciti dalla 168/05, la mancanza del casco a bordo, o anche solo la mancata allacciatura o "il viaggio" in due su motocicli che non lo consentono. |
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