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Articoli 03/03/2007

Salute ed attività fisica

La salute, pieno benessere psico-fisico e condizione ottimale della persona, ha come fondamento l’attività fisica, perché l’essere umano è fatto per muoversi, e da sempre il movimento si identifica con la vita. L’attività motoria ha avuto fin dall’antichità un ruolo importante nella vita del singolo e della collettività, ed è stata praticata con scopi diversi e in varie forme, come nell’addestramento militare, in gare, tornei, nelle palestre e nelle terme. Solo nell’epoca moderna si è acquisita, però, la consapevolezza scientifica che tale attività, se praticata in modo regolare, non solo migliora la funzionalità di organi ed apparati, ma incide in modo significativo sulla qualità della vita, sullo stato di salute e sul benessere globale della persona, anche nella sua dimensione psicologica. Numerosi studi scientifici hanno confermato che in soggetti sani l’attività fisica, praticata regolarmente ed in maniera costante, oltre a migliorare l’aspetto estetico, è essenziale alla salute di tutto l’organismo: incrementa la resistenza generale, mantiene il trofismo muscolare, rallenta l’involuzione muscoloscheletrica e cardiovascolare, riattiva la circolazione sanguigna e linfatica, il metabolismo dei grassi, l’ossigenazione cellulare, stimola l’attività intestinale, in pratica rallenta l’invecchiamento. L’esercizio fisico regolare favorisce anche il benessere mentale; determina, infatti, un aumento dei livelli di catecolamine e beta-endorfine, che agiscono positivamente sul tono dell’umore, combattendo la depressione. L’attività motoria, oltre ad essere perciò indicata nei soggetti in buona forma che vogliono ottimizzare la loro efficienza fisica, magari combattendo un semplice stato di sedentarietà e di sovrappeso, viene utilizzata come vera e propria terapia in individui non in perfetta salute, che hanno necessità di curare una disabilità o una malattia. È stato accertato che l’attività fisica può ridurre di circa il 40% il rischio di morte causato da malattie delle coronarie e, dopo un infarto miocardico trattato con angioplastica o con by-pass aorto-coronarico, ha dimostrato di migliorare significativamente la prognosi, tanto da essere considerata indispensabile. Molte altre patologie sono peggiorate da una vita sedentaria e migliorate da un esercizio regolare: l’ipertensione arteriosa, le malattie metaboliche, come il diabete e l’obesità, quelle osteo-muscolari, come l’artrosi e l’osteoporosi. La pratica di un’attività fisica semplice e di facile esecuzione, come una camminata sostenuta per almeno 30 minuti ogni giorno, consente di ridurre di oltre il 50% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 in persone predisposte; quando, invece, la malattia è già presente, apporta sostanziali benefici attraverso il miglioramento della circolazione e la diminuzione del peso, a volte consentendo di ridurre il dosaggio dei farmaci ipoglicemizzanti. La pratica di un’attività fisica è oggi consentita anche ai soggetti con diabete insulino-dipendente, seppure con alcune precauzioni e con gli opportuni aggiustamenti terapeutici. Come tutte le terapie, infatti, anche l’attività fisica deve essere adeguata alle caratteristiche ed esigenze dei singoli soggetti, ed alcuni tipi di esercizi o di sport possono presentare delle controindicazioni. Ecco perché è sempre necessario consultare un medico prima di iniziare a frequentare una palestra o una piscina, soprattutto se con intenso impegno o in forma agonistica. È consigliato sottoporsi ad una visita cardiologica e ad un “test da sforzo”, che valuti l’eventuale comparsa di segni di sofferenza cardiaca, ed è opportuno seguire un programma di allenamento personalizzato e progressivo nella durata e nell’intensità, da monitorare e modificare in base ai risultati raggiunti. Per i soggetti diabetici o con problemi cardiovascolari sono indicati gli sport di tipo aerobico, cioè quelli che comportano uno sforzo costante ma non eccessivo e consentono ai muscoli di lavorare in condizioni di massima ossigenazione, come il ciclismo, la marcia, la ginnastica, il nuoto, mentre sono da evitare tutti gli sport che comportano sforzi intensi e non costanti come lotta, pugilato, sollevamento pesi, corsa veloce, o che possano risultare pericolosi in caso di ipoglicemia, come gli sport subacquei o il motociclismo. Le attività aerobiche sono consigliate anche nel caso in cui si debba combattere l’eccesso di peso corporeo, perché sollecitano l’attività muscolare in modo dolce ma per tempi piuttosto lunghi e, per far fronte a questo lavoro continuo, intaccano le riserve adipose. Al contrario, l’attività anaerobica, che richiede sforzo intenso e limitato, necessita di energia più immediata, fornita dagli zuccheri e non dai grassi, e non fa dimagrire perché stimola l’appetito. Quando è presente una fragilità delle ossa vertebrali, come in alcuni casi di osteoporosi, è meglio evitare esercizi che comportino una flessione forzata della colonna vertebrale. In generale, è preferibile evitare attività che richiedono il sollevamento di carichi pesanti, i movimenti bruschi ed impegnativi con i quali si rischiano strappi muscolari o lesioni articolari. Anche l’esercizio fisico, come qualsiasi altro tipo di attività, non è esente da rischi. Durante l’attività fisica intensa vi è un aumento del rischio di morte cardiaca improvvisa, soprattutto in soggetti non allenati, un incremento del rischio di infortuni, e in alcuni casi può insorgere una sorta di “dipendenza da sport”. Sicuramente, però, i rischi connessi all’attività fisica sono inferiori rispetto al non praticarla, anche nei soggetti anziani; il declino funzionale correlato all’età si riduce, infatti, del 50% in coloro che si mantengono fisicamente attivi. Una passeggiata a passo sostenuto per 20-30 minuti al giorno quasi tutti i giorni è un tipo di movimento che può essere inserito facilmente nelle abitudini quotidiane, e che migliora la durata e la qualità della vita. Non è, infatti, indispensabile iscriversi in palestra per ottenere effetti benefici: basta anche preferire abitualmente le scale all’ascensore, camminare per recarsi al lavoro, fare giardinaggio, imparare in definitiva a condurre uno stile di vita più attivo, anche sfruttando le comuni opportunità della routine quotidiana. 

da "il Centauro" n. 109


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di Antonia Liaci

da il Centauro
Sabato, 03 Marzo 2007
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