(ASAPS) 5 marzo 2007 – È il Piemonte che esce a pezzi
dall’ultimo fine settimana di follia e morte. Nell’arco di tutto il weekend, le
sue strade sono state costellate di incidenti mortali: gli ultimi due all’alba
di ieri (domenica 4 marzo) sull’autostrada Torino - Savona, poco prima di Fossano (Cuneo). Due coppie di giovani
si trovavano a bordo di un’auto proveniente da Sanremo, che dopo essere uscita
di strada si è schiantata su un prato, ribaltandosi più volte. Un ragazzo di 26
anni ed una ragazza di 25 sono morti sul colpo, mentre è deceduta in mattinata
un’altra 26enne che viaggiava con loro: critiche purtroppo le condizioni
dell’unico superstite, ricoverato in rianimazione a Savigliano. Il mattino
precedente era toccato ad Ivrea (Torino)
farsi scuotere dalle sirene di ambulanze, vigili del fuoco e forze di polizia:
sulla circonvallazione del Terzo Ponte, luogo dove purtroppo le velocità sono
sempre elevatissime, un’Alfa GT allarga pericolosamente un curvane verso
sinistra. Le ruote esterne toccano il brecciolino, scivolano sull’erba e si
innesca un pericoloso pendolo che si conclude con l’effetto fionda. La spider è
proiettata verso una casa, le sfonda la recinzione in cemento e si schianta
sulla parete del fabbricato. Due ragazzi, che evidentemente non indossavano le
cinture di sicurezza, sono stati sbalzati fuori dall’abitacolo e sono morti sul
colpo. La terza vittima dell’incidente è morta all’arrivo dei soccorritori,
mentre l’unico superstite è stato ricoverato in condizioni disperate
all’ospedale civico di Ivrea: le vittime avevano un’età compresa tra i 33 ed i
28 anni. Le cause dell’incidente sono dovute in primis all’eccesso di velocità:
il tachimetro della potente fuoriserie era inchiodato a 190, velocità che
sembra essere tragicamente confermata anche dalle tracce di scarrocciamento e
dalla deformazione del veicolo. Un’ora dopo l’incidente, i cellulari delle
vittime - sparsi nel prato – hanno cominciato a suonare. Erano i genitori. È questa la violenza stradale, signori, è questo ciò che
inutilmente andiamo dicendo da anni. Una morte non è mai una “X” da vergare su
un modello statistico. È un respiro che si ferma, è una voce che non risuona
più, è una carezza che nessuno mai potrà più ricevere o dare. È il trillo del
telefono al quale nessuno risponde. Ma com’è possibile che ancora oggi queste auto così
potenti, con motori da competizione, pneumatici ribassati, assetti da corsa e
soprattutto con garanzia di quasi totale impunità, possano essere l’arma col
quale i nostri giovani si tolgono la vita? La circonvallazione di Ivrea, proprio in prossimità del
quartiere San Bernardo, non è nuova a tragedie di questo genere: 10 anni fa,
nel 1997, un incidente analogo ebbe un identico bollettino. Un altro grave incidente è accaduto a Bosconero
(Torino), dove un’Audi A4 ha prima sbandato, a causa dell’alta velocità,
finendo sul guardrail e poi, di rimbalzo, contro il muro di una casa. Anche in
questo caso, il mancato uso delle cinture di sicurezza potrebbe aver aggravato
l’esito dell’impatto. Il giovane conducente, durante la carambola, è stato
sbalzato fuori dall’abitacolo ed è morto sul colpo. Più meno alla stessa ora, a Verolengo (Torino), una Peugeot 206 con a bordo due giovani
marocchini si è schiantata frontalmente con l’autocarro di un 70enne: i due
extracomunitari sono morti sul colpo, mentre l’autotrasportatore, partito per
lavoro da Milano, se l’è cavata senza conseguenze. A Favria (Torino), due ragazzi e una ragazza, di 19, 20 e 27 anni sono
rimasti seriamente feriti nello scontro frontale delle rispettive auto, poco
prima delle due del mattino. A Mantova, alle
4 e mezzo, quattro giovani sono finiti in un fossato con la loro auto: per due
di loro, 30 e 28 anni, non c’è stato niente da fare; morte anche a Brescia, dove due ragazze di 24 e 25
anni, originarie di Orzinuovi ma residenti a Bergamo, sono state violentemente
tamponate e la macchina su cui viaggiavano è stata sbalzata sulla corsia
opposta proprio mentre sopraggiungeva un altro veicolo. L’impatto è stato
devastante e le due ragazze hanno perso la vita. Non conosciamo la dinamica di
altri due diversi incidenti avvenuti a Roma, più o meno allo stesso orario.
Tutto quel che sappiamo è che due giovani di 27 e 32 anni sono morti. Ci basta
e ci avanza, ma non è finita. In autostrada A4, a Sommacampagna (Verona), due veicoli pesanti ed un’auto sono venuti
a collisione e la peggio l’ha avuta l’automobilista, rimasto ucciso. Dinamica e
circostanze sono al vaglio degli inquirenti. Il Veneto ha pagato un pesante
tributo di sangue: a Monteforte d’Alpone
(Verona) due 20enni, un ragazzo ed una ragazza, sono morti nello schianto
della loro auto contro un muro di cinta. Sulle strade di Verona, poi altri 3 giovani sono morti in altrettanti incidenti
stradali. A Fornovo San Giovanni
(Bergamo), un pulmino con 7 muratori albanesi – che stavano rientrando dal
lavoro – ha scoppiato una gomma, ha perso la rotta e si è ribaltato più volte.
La velocità era sicuramente alta, ma le conseguenze sono state tutto sommato
contenute: un solo occupante, un 27enne di Tirana, è stato trasferito in
elicottero agli Spedali Riuniti di Bergamo, dove si trova in prognosi riservata.
A Peccioli (Pisa), e siamo già a
domenica (4 febbraio), un motociclista di 22 anni è uscito lungo da una curva
ed ha centrato un ciclista 50enne: entrambi sono rimasti ucciso sul colpo Un
altro motociclista ha perso la vita a Vermezzo
(Milano), dopo essere stato letteralmente disarcionato dalla sella. Il
giovane, 32 anni appena, stava percorrendo la statale vigevanese, quando è
avvenuto l’irreparabile. È invece di un
morto il bilancio di un tragico investimento a Rossano (Cosenza), dove un furgone condotto da un 28enne ha
investito due pedoni che stavano camminando sulla strada statale, uccidendone
uno – non ancora identificato – e ferendo gravemente l’altro. In ospedale anche
il passeggero del furgone, uscito di strada dopo il primo impatto. Dunque, almeno
23 morti in nell’ultimo fine settimana, ma il dato è solo provvisorio. Istat,
secondo gli ultimi rilevamenti, sostiene che ogni giorno in Italia muoiono 15
persone, mentre 800 riportano ferite. È questo degno di uno stato civile?
All’indomani dei due incidenti plurimortali della scorsa settimana (9 morti in
due sinistri), il questore di Pesaro ha deciso di rafforzare le misure
antistragi, e nella sola notte tra sabato e domenica un dispositivo della Polizia Stradale ha
portato al ritiro di 30 patenti per guida in stato di ebbrezza, tutti giovani
di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, tutti dirette alle discoteche di
Riccione. Segno che qualcosa si può fare, segno che qualcosa deve essere fatta.
(ASAPS)
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