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Notizie brevi 10/03/2007

"Ho visto una ragazza morire"
Lettera choc di un vigile del fuoco



Il dibattito è aperto: come migliorare la sicurezza stradale? Il ministro dei trasporti vuole aprire 
un "tavolo di lavoro" per avere tutte le idee possibili, ma un bel contributo potrebbe arrivare dal web

La sicurezza stradale, si sa, è un tema forte. Riceviamo ogni giorno mail di lettori che suggeriscono idee, protestano, ci stimolano a parlare sempre di più di questi temi. Ma il dibattito di questi giorni su come ridurre gli oltre 5000 morti l’anno per incidenti e le novità legislative che sta per introdurre il Governo hanno - se possibile - reso ancora più di attualità il tema.  

Così le mail che ci chiedono quanto fa da 0 a 100 la nuova M3, quando arriverà la nuova Golf o cose simili diminuiscono. Ed aumentano quelle che riguardano la sicurezza stradale.

Il ministro Bianchi ha dichiarato di voler aprire un "tavolo di lavoro" per far partecipare tutti - dalle case automobilistiche alle varie associazioni - al dibattito si come migliorare la sicurezza stradale. Il progetto è allo stadio embrionale, ovvio, ma una bella spinta e un bel contributo di idee potrebbe arrivare dal mondo del web. Fra le lettere ricevute sul tema abbiano scelto questa di Antonio. Cominciamo da qui. (v.bo.)


"Mi chiamo Antonio Belluomini e sono un Capo Squadra dei Vigili del Fuoco.

Con il lavoro che svolgo, anche questa notte - per l’ennesima volta - sono intervenuto su un incidente stradale mortale in autostrada . E fin qui niente di strano, se non fosse per il fatto che ci sia stato un morto . E si, una banale morte, di una bellissima ragazza, di appena 36 anni di origine straniera (canadese), in villeggiatura nel nostro bellissimo paese, che aveva scelto di essere passeggera e non autista, forse proprio per non incappare in spiacevoli incidenti.  

Purtroppo io e la mia squadra non abbiamo potuto far altro che liberare dalle lamiere contorte quella bellissima ragazza, ormai priva di vita; presa tra le nostre braccia, con i nostri guantoni da lavoro, come se fosse la cosa più fragile e cara in questo mondo, l’abbiamo adagiata al bordo della strada, su una coperta e un leggero lenzuolo che le copriva il viso... Nell’attimo in cui mi sono trovato solo, chino su di lei, come in momento di meditazione, ho recitato il Padre Nostro.. perché qualcosa dovevo pur fare.. mi dispiaceva troppo!  

Queste sono le sensazioni che ho provato e le ho scritte di getto, così come lo ho percepite.

La mia considerazione nasce dal fatto che, sconfitto per non aver potuto far niente per salvare una vita umana, mi sono detto come sia possibile che con una vettura nuova e non una utilitaria, (una monovolume) dotata di tutti gli accessori di sicurezza, che costa uno sproposito, sia possibile morire.  
Non sto ad elencarvi quello che non ha funzionato; eccessiva velocità, distrazione, colpi di sonno, imprevisti, ecc. ecc. Chiedo solo un aiuto per poter sollecitare chi ne ha la competenza, o solamente focalizzare l’attenzione su una questione che può apparir banale , è cioè che gran parte dei camion circolanti ha - secondo il mio punto di vista - un sistema inefficace (se non addirittura, sbagliato costruttivamente) del sistema antiurto posteriore, chiamato "paraurti" ma che in realtà gli urti non para.

Innanzi tutto, così come viene concepito più che un para-urti é un vero e proprio porta-targa. Le barre più resistenti sono di norma ad una altezza adatta a far incastrarci sotto le auto. E sapete perché questa mattina dopo una notte cosi tragica, sono cosi rammaricato: perché puoi essere giovane, forte, intelligente, mettere la cintura, aver speso un sacco di soldi per un auto, ma basta una piccola distrazione e tutto finisce... la macchina non trova resistenza, si incastra sotto il camion, il cassone del rimorchio arriva fino alla testa, non c’e stato l’impatto previsto nei crash test, l’airbag non entra in funzione, il motore anteriore non attutisce l’impatto...  

Progettare e realizzare un buon sistema antiurto posteriore ai camion eviterebbe una serie di cose spiacevoli : in primis la perdita di una vita, spiacevoli ripercussioni sul l’autista del mezzo pesante, minor numero di feriti o feriti più lievi e quindi minori costi della sanità, riapertura in tempi brevi del tratto autostradale coinvolto, ecc. ecc.

Un buon sistema antiurto posteriore per gli autoarticolati e non solo potrebbe significare la conquista di oggi, come l’introduzione del casco, delle cinture di sicurezza, l’airbag, le barre di rinforzo, ecc.  

Come posso aiutare queste persone che hanno perso la vita . Come possiamo, tutti insieme, fare in modo che le cose cambino, che le normative cambino, o vengano applicate. Rimango in attesa di una vostra iniziativa, di un consiglio ad un problema così banale ma così importante".  

Antonio

Da Repubblica.it/motori


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Sabato, 10 Marzo 2007
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