Da
“Il Giornale di Vicenza” del 28 luglio 2005
Gestione dei rifiuti, quattro arresti
In carcere dipendente della Provincia, ai domiciliari il fratello di un
deputato
L’accusa del pm Barbaglio: concussione e falso
Blitz della polstrada di Verona Sud.
Nei guai anche una coppia di Grisignano.
Indagata a piede libero la moglie del funzionario pubblico.
Soldi in cambio di consulenze pilotate e affari privati
Le consulenze illegali
di Sergio Fanton potevano arrivare fino a 2 mila euro l’una. La procura
non ha dubbi. Sarebbe stato il perno di una gestione parallela per favorire
aziende specializzate nel recupero dei rifiuti in regime di procedura
semplificata. La sua cattura scuote il dipartimento ambiente della Provincia
e l’assessorato retto dal leghista Walter Formenton. Con Fanton sono
state arrestate altre tre persone: un noto consulente e una coppia di
piccoli imprenditori. Una quinta persona, moglie del dipendente pubblico,
è sotto inchiesta perché socia della ditta che sarebbe servita
a pilotare gli affari di famiglia.
In tutto sono una quindicina gli indagati di questo filone d’indagine
in cui si ipotizza il concorso in concussione (è l’estorsione
del pubblico ufficiale) e il falso. Per tutta la giornata sono state eseguite
perquisizioni nella case e nei luoghi di lavoro degli indagati. Gli investigatori
sono andati anche all’“ufficio suolo” della Provincia a
palazzo Folco, in contrà San Marco, dove lavorava il funzionario
sospettato di infedeltà.
È l’onda lunga dell’inchiesta avviata a marzo dalla polstrada
di Verona Sud sotto la regia del procuratore Ivano Nelson Salvarani e
del sostituto Angela Barbaglio. Un’indagine che scoperchia intrallazzi
a vari livelli che potrebbero spiegare molte cose sul perché a
Vicenza c’era una gestione allegra dei rifiuti su vasta scala da
parte di troppe aziende, come è scaturito dalle tante denunce (oltre
cento).
Per i magistrati migliaia di euro dal 2002 sarebbero stati elargiti in
cambio di corsie preferenziali per partecipare al lauto banchetto del
business dei rifiuti. Solo nel Vicentino vale centinaia di milioni di
euro all’anno.
Il capo ufficio della squadra antinquinamento della Provincia Sergio Fanton,
44 anni, residente a Creazzo in via Monte Verena 4, è stato prelevato
nella sua abitazione dalla polstrada di Verona Sud per il trasferimento
al S. Pio X. La cattura è stata ordinata del gip Agatella Giuffrida.
Stessa sorte processuale, anche se ha evitato il carcere ed è ai
domiciliari, per l’ingegnere Beniamino Didonè, 53 anni, di
Rosà, via Campagnola 65/a. Ex assessore del comune bassanese, è
fratello del parlamentare leghista Giovanni. Il professionista è
accusato di avere certificato il falso in cambio di 250 euro per ogni
perizia contestata. Avrebbe verificato l’idoneità di camion
a trasportare rifiuti per conto di ditte, alcune clienti della “M.T.”,
senza in realtà avere controllato i mezzi e facendosi spedire via
fax i libretti di circolazione. Le perizie erano necessarie per l’iscrizione
all’albo nazionale delle imprese che si occupano di trasporto di
rifiuti.
Arresti domiciliari anche per i coniugi Gaetano Sandonà, 38 anni,
e Michela Turetta, di 36, residenti a Poiana di Granfion di Grisignano
di Zocco in via Manzoni 86, in qualità di proprietari della “Sandonà
Gaetano Autospurghi”. La donna è contitolare della “M.T.
Servizi Integrati”, specializzata in consulenze ambientali. Della
ditta, che ha sede a Grisignano sempre in via Manzoni, è socia
anche Loretta Mantoan, moglie di Fanton e dipendente del Comune di Vicenza,
per il quale lavora come centralinista in tribunale. In precedenza la
donna era stata intestataria della “Ambiente Duemila”.
Nell’ipotesi del pm Barbaglio la donna sarebbe stata manovrata dal
marito che percepiva gli euro degli imprenditori, facendo capire che in
caso contrario per loro sarebbero stati dolori.
Cinque mesi di indagini hanno permesso ai poliziotti del sostituto commissario
Antonio Di Ruzza di accertare presunti scambi illeciti tra Fanton, Didonè
e i coniugi Sandonà, con alcune aziende operanti nel ramo rifiuti.
L’uomo cardine, visto il ruolo, era proprio il pubblico ufficiale
Fanton. Aveva una voce importante nei controlli e nel rilascio delle autorizzazioni
alle ditte - sono la maggior parte del settore -, che hanno scelto la
procedura semplificata per smaltire rifiuti. Gli inquirenti dicono che
ha avuto troppa carta bianca. Almeno in una dozzina di casi.
Fanton nella duplice veste di funzionario pubblico ed esperto “privato”
avrebbe “consigliato” alcune società di rivolgersi alla
“M.T.” cointestata alla moglie Loretta, e amministrata dalla
Turetta, per non avere problemi. La sua azione era un palese conflitto
interessi.
Per i cinque principali indagati, ai quali è stato nominato d’ufficio
l’avv. Edoardo Marchesin di Montecchio Maggiore, la procura disegna
relazioni pericolose a suon di euro. Sul conto di Fanton c’è
anche una Bmw 3.30 superaccessoriata acquistata da una ditta per la quale
nel 2002 si sarebbe praticato uno sconto di 10 mila euro. Per settimane
la polstrada ha eseguito intercettazioni telefoniche ed ha interrogato
numerosi addetti ai lavori che avrebbero puntato il dito accusatore contro
di lui. Il gip Giuffrida, accogliendo le richieste del pm Barbaglio, attribuisce
un ruolo strategico al capo dell’ufficio antinquinamento nel fare
ipotetiche pressioni ad imprenditori se volevano lavorare nel settore
senza lacci e lacciuoli. Il tutto in cambio di euro.
Il perito Fanton e l’ing. Didonè, che saranno interrogati
nei prossimi giorni, avrebbero gestito in maniera disinvolta rapporti
d’affari che a lungo andare sono deflagrati. Certo, questa è
la fase dell’accusa e gli indagati avranno tutto il tempo per difendersi.
La polizia ha sequestrato bonifici compromettenti. Ha raccolto testimonianze
ed ha eseguito intercettazioni. Gli sviluppi potrebbero interessare altri
ambiti. Il materiale raccolto dagli inquirenti è definito interessante.
Ritiene di avere chiuso il cerchio sul giro di soldi e favori nel grande
business dei rifiuti, che aveva come copertura un ufficio strategico della
Provincia.
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“Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
LE INDAGINI
Tutto ebbe inizio dal controllo di un camion sulla Serenissima
Un’inchiesta nata
quasi per caso. È il 10 marzo quando,lungo l’A4 a Peschiera, la
Polstrada di Verona Sud ferma per un banale controllo un autocarro carico
di rifiuti pericolosi. Al volante Graziella Destro, titolare dell’omonima
impresa di gestione dei rifiuti di Tezze di Arzignano. Vengono ispezionate
150 aziende del settore, scattano i primi sequestri. Il 18 aprile la Procura
di Vicenza emette 95 decreti di perquisizione e sequestro nei confronti
di altrettante ditte.
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“Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
Per la rapina avvenuta il sei luglio scorso è finito dietro le
sbarre un giovane napoletano. Identificato dagli inquirenti anche il terzo
complice
Assalto all’ufficio postale, secondo arresto
Il presunto rapinatore si era rifugiato a casa di un parente.
Dopo numerose perquisizioni sono scattate le manette
Caldogno
Ci si sono messi assieme, carabinieri e polizia, ma alla fine, gli autori
della rapina all’ufficio postale di Caldogno dello scorso 6 luglio sono
finiti in carcere. Dietro le sbarre, oltre a Paolo Di Gennaro, 23 anni,
residente a Gugliano, in Campania, (arrestato già nella serata
del 6 luglio dalla Polstrada di Arezzo a bordo di una Ford Focus) anche
il secondo dei tre rapinatori, Francesco Troso, 23 anni, residente pure
lui a Gugliano. Il terzo componente la banda è stato identificato
ma non ancora assicurato alla giustizia. Come si ricorderà i tre
banditi, armati di pistola e taglierino, col volto travisato, alle 7,30
del 6 luglio entrarono nell’ufficio postale di Caldogno immobilizzando
i presenti, appropriandosi di 6.085 euro in contanti e valori bollati,
ottenuti minacciando la direttrice Mirella Soffini. Quindi fuggirono,
prima con un furgone postale, quindi con una Fiat Uno rubata e poi abbandonata.
Già in serata però la stradale di Arezzo, grazie ad indagini
incrociate aveva bloccato Di Gennaro a bordo di una Ford Focus; nella
macchina gli agenti avevano rinvenuto i soldi della rapina. Poi, sempre
attraverso un lungo e puntiglioso lavoro di investigazioni, gli inquirenti
potevano nei giorni scorsi presentare al P.M. una dettagliata informativa
di reato che a sua volta permetteva al G.I.P. del tribunale di Vicenza
Eloisa Pesenti di emettere ordinanza di custodia cautelare a carico dei
tre rapinatori. A questo punto, polizia e carabinieri si saono recati
nel napoletano per procedere all’arresto di Troso. Questi però,
messo sul chi va là dall’arresto del complice si era dato alla
macchia nell’hinterland del capoluogo. Ci sono voluti 15 militari e la
perquisizione di 5 siti prima di poter mettere le manette al Troso, che
si era rifugiato in un appartamento di proprietà di una persona
risultata estranea alle indagini. Per finire, mentre le indagini continuano
nel tentativo di rintracciare il terzo uomo, il Norm dei carabinieri ha
proceduto a notificare l’ordinanza di custodia cautelare, nel carcere
di Arezzo, a Di Gennaro.
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“Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
SICUREZZA STRADALE
Tolleranza zero, più controlli nei weekend
Parola d’ordine
per questa estate 2005: massima prevenzione in tema sicurezza stradale.
Si è parlato di questo anche nell’ultimo comitato provinciale per
l’Ordine e la Sicurezza, che ha impartito le direttive per l’intensificazione
di tutti i servizi preventivi di polizia Stradale, fino alla riduzione
degli incidenti, soprattutto di quelli mortali. Nel corso dell’incontro,
presieduto dal viceprefetto vicario Aldo Adinolfi, si sono concordati
con i rappresentanti delle amministrazioni locali, gli aumenti dei controlli,
soprattutto nei fine settimana a partire dai venerdì notte, fino
alla fine del periodo estivo. Tolleranza zero soprattutto per chi non
indossa il casco, non rispetta il limite di velocità, utilizza
il cellulare, guida in stato di ebbrezza. per tutta l’estate saranno aumentati
anche tutti i servizi di soccorso tecnico e sanitario.
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“La Sicilia” del 28 luglio 2005
Polstrada
L’occhio elettronico di nuovo sulla "A18"
Le telecamere che
consentono di monitorare - 24 ore su 24 - la situazione traffico da San
Gregorio, innesto "A18" e anche sulla Tangenziale, uscita per
Siracusa, riprenderanno a funzionare a partire da domenica prossima, grazie
alla precisa intesa della protezione civile di Adrano con il compartimento
della polizia stradale di Catania. I tecnici della protezione civile cureranno
l’installazione e la manutenzione di questi impianti e gli operatori della
Polstrada, in diretta, potranno informare gli utenti (attraverso il numero
095/547212), per conoscere i tempi di attesa per entrare e uscire dalla
"A18". La stessa Polstrada, in caso di incolonnamenti, incidenti
e veicoli in avaria, potrà spostare in zona gli equipaggi. Questo
servizio, sarà utile soprattutto nel mese di agosto, quando, oltre
centomila vacanzieri pendolari premeranno giornalmente sulla Tangenziale,
una delle arterie più trafficate del catanese.Da più parti
si chiede l’installazione di telecamere di controllo anche all’uscita
dalla Tangenziale che porta, attraverso l’Asse dei Servizi, all’aeroporto
e alla Plaia.
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“L’Arena” del 28 luglio 2005
Salvataggio tra le auto in corsa di due agenti della polstrada
Donna tenta il suicidio panico in autostrada.
Sfiorata
la tragedia, ieri pomeriggio in autostrada. Una ragazza, in preda a un
forte stato di choc, ha tentato di gettarsi sotto le auto in corsa, scatenando
il panico e il caos tra gli automobilisti in transito. Solo una buona
dose di fortuna, e il tempestivo intervento di due agenti della polstrada
di Verona sud, hanno evitato un incidente che poteva avere conseguenze
fatali non soltanto per la giovane ma anche per le altre persone in transito.
L’allarme è scattato con una telefonata degli automobilisti
in transito.
La giovane, diciannove anni, di origini sudamericane, ha raccontato poi
ai poliziotti del sostituto commissario Antonio Di Ruzza di essere fuggita
al suo aguzzino che voleva costringerla a prostituirsi. Una storia drammatica,
come tante altre purtroppo: strappata al suo paese con la promessa di
un lavoro onesto, la diciannovenne stava invece per essere trasferita
nella città in cui doveva lavorare e che neppure lei conosceva.
Approfittando di un momento di disattenzione del suo aguzzino, è
riuscita a scappare e si è messa a correre sulla Serenissima, nel
tratto fra Verona Sud e Sommacampagna, in direzione Milano. Improvvisamente
ha scelto di farla finita, gettandosi sotto le auto in corsa.
Solo per un miracolo ha potuto essere salvata, ma è stata denunciata
dagli stessi agenti per procurato allarme.
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