Domenica 22 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Rassegna stampa 29/07/2005

Rassegna stampa del 28 Luglio 2005

Rassegna stampa del 28 Luglio 2005


Da “Il Giornale di Vicenza” del 28 luglio 2005
Gestione dei rifiuti, quattro arresti
In carcere dipendente della Provincia, ai domiciliari il fratello di un deputato
L’accusa del pm Barbaglio: concussione e falso
Blitz della polstrada di Verona Sud.
Nei guai anche una coppia di Grisignano.
Indagata a piede libero la moglie del funzionario pubblico.
Soldi in cambio di consulenze pilotate e affari privati


Le consulenze illegali di Sergio Fanton potevano arrivare fino a 2 mila euro l’una. La procura non ha dubbi. Sarebbe stato il perno di una gestione parallela per favorire aziende specializzate nel recupero dei rifiuti in regime di procedura semplificata. La sua cattura scuote il dipartimento ambiente della Provincia e l’assessorato retto dal leghista Walter Formenton. Con Fanton sono state arrestate altre tre persone: un noto consulente e una coppia di piccoli imprenditori. Una quinta persona, moglie del dipendente pubblico, è sotto inchiesta perché socia della ditta che sarebbe servita a pilotare gli affari di famiglia.
In tutto sono una quindicina gli indagati di questo filone d’indagine in cui si ipotizza il concorso in concussione (è l’estorsione del pubblico ufficiale) e il falso. Per tutta la giornata sono state eseguite perquisizioni nella case e nei luoghi di lavoro degli indagati. Gli investigatori sono andati anche all’“ufficio suolo” della Provincia a palazzo Folco, in contrà San Marco, dove lavorava il funzionario sospettato di infedeltà.
È l’onda lunga dell’inchiesta avviata a marzo dalla polstrada di Verona Sud sotto la regia del procuratore Ivano Nelson Salvarani e del sostituto Angela Barbaglio. Un’indagine che scoperchia intrallazzi a vari livelli che potrebbero spiegare molte cose sul perché a Vicenza c’era una gestione allegra dei rifiuti su vasta scala da parte di troppe aziende, come è scaturito dalle tante denunce (oltre cento).
Per i magistrati migliaia di euro dal 2002 sarebbero stati elargiti in cambio di corsie preferenziali per partecipare al lauto banchetto del business dei rifiuti. Solo nel Vicentino vale centinaia di milioni di euro all’anno.
Il capo ufficio della squadra antinquinamento della Provincia Sergio Fanton, 44 anni, residente a Creazzo in via Monte Verena 4, è stato prelevato nella sua abitazione dalla polstrada di Verona Sud per il trasferimento al S. Pio X. La cattura è stata ordinata del gip Agatella Giuffrida.
Stessa sorte processuale, anche se ha evitato il carcere ed è ai domiciliari, per l’ingegnere Beniamino Didonè, 53 anni, di Rosà, via Campagnola 65/a. Ex assessore del comune bassanese, è fratello del parlamentare leghista Giovanni. Il professionista è accusato di avere certificato il falso in cambio di 250 euro per ogni perizia contestata. Avrebbe verificato l’idoneità di camion a trasportare rifiuti per conto di ditte, alcune clienti della “M.T.”, senza in realtà avere controllato i mezzi e facendosi spedire via fax i libretti di circolazione. Le perizie erano necessarie per l’iscrizione all’albo nazionale delle imprese che si occupano di trasporto di rifiuti.
Arresti domiciliari anche per i coniugi Gaetano Sandonà, 38 anni, e Michela Turetta, di 36, residenti a Poiana di Granfion di Grisignano di Zocco in via Manzoni 86, in qualità di proprietari della “Sandonà Gaetano Autospurghi”. La donna è contitolare della “M.T. Servizi Integrati”, specializzata in consulenze ambientali. Della ditta, che ha sede a Grisignano sempre in via Manzoni, è socia anche Loretta Mantoan, moglie di Fanton e dipendente del Comune di Vicenza, per il quale lavora come centralinista in tribunale. In precedenza la donna era stata intestataria della “Ambiente Duemila”.
Nell’ipotesi del pm Barbaglio la donna sarebbe stata manovrata dal marito che percepiva gli euro degli imprenditori, facendo capire che in caso contrario per loro sarebbero stati dolori.
Cinque mesi di indagini hanno permesso ai poliziotti del sostituto commissario Antonio Di Ruzza di accertare presunti scambi illeciti tra Fanton, Didonè e i coniugi Sandonà, con alcune aziende operanti nel ramo rifiuti.
L’uomo cardine, visto il ruolo, era proprio il pubblico ufficiale Fanton. Aveva una voce importante nei controlli e nel rilascio delle autorizzazioni alle ditte - sono la maggior parte del settore -, che hanno scelto la procedura semplificata per smaltire rifiuti. Gli inquirenti dicono che ha avuto troppa carta bianca. Almeno in una dozzina di casi.
Fanton nella duplice veste di funzionario pubblico ed esperto “privato” avrebbe “consigliato” alcune società di rivolgersi alla “M.T.” cointestata alla moglie Loretta, e amministrata dalla Turetta, per non avere problemi. La sua azione era un palese conflitto interessi.
Per i cinque principali indagati, ai quali è stato nominato d’ufficio l’avv. Edoardo Marchesin di Montecchio Maggiore, la procura disegna relazioni pericolose a suon di euro. Sul conto di Fanton c’è anche una Bmw 3.30 superaccessoriata acquistata da una ditta per la quale nel 2002 si sarebbe praticato uno sconto di 10 mila euro. Per settimane la polstrada ha eseguito intercettazioni telefoniche ed ha interrogato numerosi addetti ai lavori che avrebbero puntato il dito accusatore contro di lui. Il gip Giuffrida, accogliendo le richieste del pm Barbaglio, attribuisce un ruolo strategico al capo dell’ufficio antinquinamento nel fare ipotetiche pressioni ad imprenditori se volevano lavorare nel settore senza lacci e lacciuoli. Il tutto in cambio di euro.
Il perito Fanton e l’ing. Didonè, che saranno interrogati nei prossimi giorni, avrebbero gestito in maniera disinvolta rapporti d’affari che a lungo andare sono deflagrati. Certo, questa è la fase dell’accusa e gli indagati avranno tutto il tempo per difendersi.
La polizia ha sequestrato bonifici compromettenti. Ha raccolto testimonianze ed ha eseguito intercettazioni. Gli sviluppi potrebbero interessare altri ambiti. Il materiale raccolto dagli inquirenti è definito interessante. Ritiene di avere chiuso il cerchio sul giro di soldi e favori nel grande business dei rifiuti, che aveva come copertura un ufficio strategico della Provincia.

 


Da “Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
LE INDAGINI
Tutto ebbe inizio dal controllo di un camion sulla Serenissima


Un’inchiesta nata quasi per caso. È il 10 marzo quando,lungo l’A4 a Peschiera, la Polstrada di Verona Sud ferma per un banale controllo un autocarro carico di rifiuti pericolosi. Al volante Graziella Destro, titolare dell’omonima impresa di gestione dei rifiuti di Tezze di Arzignano. Vengono ispezionate 150 aziende del settore, scattano i primi sequestri. Il 18 aprile la Procura di Vicenza emette 95 decreti di perquisizione e sequestro nei confronti di altrettante ditte.

 


Da “Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
Per la rapina avvenuta il sei luglio scorso è finito dietro le sbarre un giovane napoletano. Identificato dagli inquirenti anche il terzo complice
Assalto all’ufficio postale, secondo arresto
Il presunto rapinatore si era rifugiato a casa di un parente.
Dopo numerose perquisizioni sono scattate le manette


Caldogno
Ci si sono messi assieme, carabinieri e polizia, ma alla fine, gli autori della rapina all’ufficio postale di Caldogno dello scorso 6 luglio sono finiti in carcere. Dietro le sbarre, oltre a Paolo Di Gennaro, 23 anni, residente a Gugliano, in Campania, (arrestato già nella serata del 6 luglio dalla Polstrada di Arezzo a bordo di una Ford Focus) anche il secondo dei tre rapinatori, Francesco Troso, 23 anni, residente pure lui a Gugliano. Il terzo componente la banda è stato identificato ma non ancora assicurato alla giustizia. Come si ricorderà i tre banditi, armati di pistola e taglierino, col volto travisato, alle 7,30 del 6 luglio entrarono nell’ufficio postale di Caldogno immobilizzando i presenti, appropriandosi di 6.085 euro in contanti e valori bollati, ottenuti minacciando la direttrice Mirella Soffini. Quindi fuggirono, prima con un furgone postale, quindi con una Fiat Uno rubata e poi abbandonata. Già in serata però la stradale di Arezzo, grazie ad indagini incrociate aveva bloccato Di Gennaro a bordo di una Ford Focus; nella macchina gli agenti avevano rinvenuto i soldi della rapina. Poi, sempre attraverso un lungo e puntiglioso lavoro di investigazioni, gli inquirenti potevano nei giorni scorsi presentare al P.M. una dettagliata informativa di reato che a sua volta permetteva al G.I.P. del tribunale di Vicenza Eloisa Pesenti di emettere ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre rapinatori. A questo punto, polizia e carabinieri si saono recati nel napoletano per procedere all’arresto di Troso. Questi però, messo sul chi va là dall’arresto del complice si era dato alla macchia nell’hinterland del capoluogo. Ci sono voluti 15 militari e la perquisizione di 5 siti prima di poter mettere le manette al Troso, che si era rifugiato in un appartamento di proprietà di una persona risultata estranea alle indagini. Per finire, mentre le indagini continuano nel tentativo di rintracciare il terzo uomo, il Norm dei carabinieri ha proceduto a notificare l’ordinanza di custodia cautelare, nel carcere di Arezzo, a Di Gennaro.

 


Da “Il Gazzettino” del 28 luglio 2005
SICUREZZA STRADALE
Tolleranza zero, più controlli nei weekend


Parola d’ordine per questa estate 2005: massima prevenzione in tema sicurezza stradale. Si è parlato di questo anche nell’ultimo comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, che ha impartito le direttive per l’intensificazione di tutti i servizi preventivi di polizia Stradale, fino alla riduzione degli incidenti, soprattutto di quelli mortali. Nel corso dell’incontro, presieduto dal viceprefetto vicario Aldo Adinolfi, si sono concordati con i rappresentanti delle amministrazioni locali, gli aumenti dei controlli, soprattutto nei fine settimana a partire dai venerdì notte, fino alla fine del periodo estivo. Tolleranza zero soprattutto per chi non indossa il casco, non rispetta il limite di velocità, utilizza il cellulare, guida in stato di ebbrezza. per tutta l’estate saranno aumentati anche tutti i servizi di soccorso tecnico e sanitario.

 


Da “La Sicilia” del 28 luglio 2005
Polstrada
L’occhio elettronico di nuovo sulla "A18"


Le telecamere che consentono di monitorare - 24 ore su 24 - la situazione traffico da San Gregorio, innesto "A18" e anche sulla Tangenziale, uscita per Siracusa, riprenderanno a funzionare a partire da domenica prossima, grazie alla precisa intesa della protezione civile di Adrano con il compartimento della polizia stradale di Catania. I tecnici della protezione civile cureranno l’installazione e la manutenzione di questi impianti e gli operatori della Polstrada, in diretta, potranno informare gli utenti (attraverso il numero 095/547212), per conoscere i tempi di attesa per entrare e uscire dalla "A18". La stessa Polstrada, in caso di incolonnamenti, incidenti e veicoli in avaria, potrà spostare in zona gli equipaggi. Questo servizio, sarà utile soprattutto nel mese di agosto, quando, oltre centomila vacanzieri pendolari premeranno giornalmente sulla Tangenziale, una delle arterie più trafficate del catanese.Da più parti si chiede l’installazione di telecamere di controllo anche all’uscita dalla Tangenziale che porta, attraverso l’Asse dei Servizi, all’aeroporto e alla Plaia.

 

 


Da “L’Arena” del 28 luglio 2005
Salvataggio tra le auto in corsa di due agenti della polstrada
Donna tenta il suicidio panico in autostrada
.


 

Sfiorata la tragedia, ieri pomeriggio in autostrada. Una ragazza, in preda a un forte stato di choc, ha tentato di gettarsi sotto le auto in corsa, scatenando il panico e il caos tra gli automobilisti in transito. Solo una buona dose di fortuna, e il tempestivo intervento di due agenti della polstrada di Verona sud, hanno evitato un incidente che poteva avere conseguenze fatali non soltanto per la giovane ma anche per le altre persone in transito. L’allarme è scattato con una telefonata degli automobilisti in transito.
La giovane, diciannove anni, di origini sudamericane, ha raccontato poi ai poliziotti del sostituto commissario Antonio Di Ruzza di essere fuggita al suo aguzzino che voleva costringerla a prostituirsi. Una storia drammatica, come tante altre purtroppo: strappata al suo paese con la promessa di un lavoro onesto, la diciannovenne stava invece per essere trasferita nella città in cui doveva lavorare e che neppure lei conosceva. Approfittando di un momento di disattenzione del suo aguzzino, è riuscita a scappare e si è messa a correre sulla Serenissima, nel tratto fra Verona Sud e Sommacampagna, in direzione Milano. Improvvisamente ha scelto di farla finita, gettandosi sotto le auto in corsa.
Solo per un miracolo ha potuto essere salvata, ma è stata denunciata dagli stessi agenti per procurato allarme.

 


Venerdì, 29 Luglio 2005
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK