IL GIORNALE DI VICENZA Nasce un osservatorio nazionale sulle
politiche di prevenzione La presentazione della struttura avverrà martedì nella
sala conferenze del San Bassiano L’alcol dilaga tra i giovani
Sempre più bassa l’età di chi abusa del
“bicchiere”
(r. f.) Apre a Bassano l’osservatorio nazionale sulle
politiche di prevenzione del consumo e abuso di alcol nei giovani. Il punto di riferimento su tutto ciò che riguarda la
prevenzione, ma anche la formazione degli operatori impegnati in questo ambito,
è attivo nell’ambito del Sert dell’Asl cittadina. Obiettivo del gruppo di lavoro ribattezzato “Giovani e
divertimento” sarà quello di coordinare le attività e gli interventi del
pubblico e del privato messi in atto a livello nazionale per combattere l’alcolismo
nei ragazzi. Un fenomeno, quello dell’abuso di sostanze alcoliche, che
non solo si sta sempre più diffondendo tra le giovani generazioni, ma sta
coinvolgendo anche gli under 14, come riferisce Enzo Bacchion del consorzio
Civitas di Vicenza, realtà impegnata sul fronte delle dipendenze che collabora
con il Sert dell’azienda sanitaria bassanese. «Cresce il consumo e si abbassa l’età media dell’approccio
all’alcol - ha dichiarato -; stando ai risultati di un’autorevole ricerca, nel
Vicentino e nel Bassanese, un ragazzo su tre oggi abusa della sostanza. Sempre
più di frequente, le prime bevute avvengono a 11-12 anni. Purtroppo la birra in
compagnia, lo spritz e via dicendo si stanno affermando come veicolo per
relazionarsi, per fare gruppo. Non si beve un bicchiere per assaporarne il
gusto ma per sentirsi parte integrante della compagnia. E al primo segue il
secondo, il terzo e così via». Un tema quanto mai attuale, con pesanti ricadute a livello
sociale e nei confronti del quale anche il governo ha deciso di dare un giro di
vite prevedendo sanzioni più pensati per quei ragazzi colti alla guida di un
autoveicolo in stato di ebbrezza. «Gli incidenti stradali e le cosiddette stragi del sabato
sera sono gli effetti che hanno un impatto maggiore sull’opinione pubblica - ha
osservato Bacchion -. Ma le conseguenze a livello psicologico e fisico
correlate all’abuso di alcol nei giovani sono spesso devastanti. Nelle ragazze,
ad esempio, un consumo smodato può portare all’infertilità». Ufficialmente, l’osservatorio si presenterà sulla scena
martedì prossimo con il workshop “Prevenire Divertendosi” che si terrà in
città, nella sala conferenza dell’ospedale San Bassiano dalle 9 in poi su
inziativa dell’Asl, della Conferenza dei sindaci, della Sia (Società italiana alcologia)
e del Consorzio Civitas. «Un’occasione per fare il punto della situazione a livello
nazionale - ha spiegato Manuele Bozzetto, sindaco di Nove - complici gli
interventi di autorevoli rappresentanti istituzionali e del privato sociale che
daranno il loro contributo. Verranno presentate le esperienze in funzione, le
politiche in atto soprattutto nell’ambito della prevenzione». «Dobbiamo investire su questo versante per evitare poi di
intervenire nell’emergenza - ha rilevato il sindaco Gianpaolo Bizzotto -; sono
convinto che il bicchiere assunto in via sporadica non sia da demonizzare. È
contro il ripetersi di questa abitudine che dobbiamo puntare il dito». «La scelta di Bassano come sede dell’osservatorio - ha evidenziato Francesco Pietrobon direttore sanitario dell’Asl 3 - è legata alle iniziative attuate sul territorio dalle nostre strutture e dalla preziosa rete di collaborazione attivata con altre realtà italiane». IL GIORNALE DI VICENZA Il programma del seminario in via dei
Lotti
La prevenzione come divertimento
(r. f.) Il programma del seminario di carattere nazionale
“Prevenire divertendosi” prenderà il via alle 9 di martedì nella sala
conferenze del San Bassiano. Riservato agli operatori e agli insegnanti (sono quasi 170
gli iscritti da tutta Italia), l’appuntamento sarà introdotto dai saluti delle
autorità: l’arcivescovo di Vicenza, mons. Cesare Nosiglia, il sottosegretario
di Stato per la solidarietà sociale Cecilia Donaggio, l’assessore regionale al
sociale Stefano Valdegamberi, Gianpaolo Bizzotto presidente della Conferenza
dei sindaci dell’Asl 3 con l’assessore ai servizi alla persona Federica Finco,
Giuseppe Simini, direttore generale dell’Azienda sanitaria e Valentino Patussi
presidente Sia. Il primo intervento punterà i riflettori sul gruppo Giovani
e Divertimento di cui parlerà Enzo Bacchion della cooperativa Il Gabbiano di
Vicenza. Quindi, Cecilia Donaggio sposterà l’attenzione sulle
indicazioni ministeriali nella gestione delle problematiche alcol correlate nel
mondo giovanile, mentre Giovanni Greco, vicepresidente Sia affronterà il tema
dei bisogni e delle richieste dei giovani nel trattamento della dipendenza da
alcol e le possibili risposte. I lavori, coordinati da Alessandro Pigatto, direttore dei
servizi sociali dell’Asl 3, proseguiranno con la relazione di Giovanni Piola,
della Questura, che racconterà le esperienze con i giovani sulla strada. Subito dopo toccherà a Lorenzo Rampazzo, dirigente
regionale, che illustrerà le politiche regionali in materia di prevenzione e
cura. Il workshop proseguirà nel pomeriggio (i lavori saranno presieduti da Manuele Bozzetto, sindaco di Nove) con alcune esperienze operative di prevenzione presentate da una decina di esperti di livello nazionale. IL GIORNALE DI VICENZA INCIDENTI STRADALI. Il ministro dei
Trasporti: piuttosto che l’autovelox meglio i pannelli che indicano la velocità
Alcool e droga, patente addio
Tra le ipotesi, multe fino a 12mila
euro e ritiro definitivo del documento
Roma. Un intervento d’urto per le dodici strade più
pericolose d’Italia, un forte inasprimento delle sanzioni del codice della
strada (fino a 12 mila euro se si guida sotto l’effetto di alcol o droga, la
riforma del sistema delle patenti e dei punti-patenti. Saranno le prime tre
mosse del governo per attuare il piano del ministro Alessandro Bianchi sulla
sicurezza stradale. Le prime a essere recepite in un decreto: «Spero venerdì
della prossima settimana», dice il ministro dei Trasporti, dicendo che sono i
«provvedimenti più urgenti» tra le 15 «misure di immediata attuazione»
individuate come priorità nell’ambito di un piano di intervento molto più ampio
e articolato. Il ministero si è posto l’obiettivo di renderle tutte operative
tutte entro un anno. Intanto il ministro aggiunge altre «idee personali»
all’impianto dell’atto di indirizzo approvato dal Consiglio dei ministri. Il
ritiro della patente a vita, per esempio, ma solo per casi estremi, come «per
esempio per chi percorre varie decine di chilometri contro mano in autostrada
fino a provocare un incidente frontale con quattro o cinque morti». O anche di sanzionare le concessionarie autostradali se le
scarse condizioni di sicurezza sono causa di incidenti. «Basta vedere», dice,
«le condizioni della Salerno-Reggio Calabria». Per le 12 strade più pericolose
il governo - si legge nelle schede tecniche del ministero che accompagnano il
piano - vuole «individuare i fattori di rischio, definire i possibili
interventi di rimozione e contrasto e scegliere le alternative più efficaci».
Al ministro, inoltre, non piace l’autovelox: «meglio», dice, «i pannelli che
indicano il limite in vigore e la velocità a cui si sta procedendo». E condanna
«il meccanismo perverso» dei Comuni che utilizzano i rilevatori di velocità
«solo per fare cassa». Meglio che a gestire gli autovelox sia «un unico
soggetto che abbia come obiettivo la sicurezza». Dalle schede tecniche del ministero spicca, come esempio, il caso della guida sotto l’effetto di alcol o droga: multe fino a 12 mila euro, arresto fino a sei mesi, e confisca del veicolo se il tasso alcolemico supera la soglia di 1,23 g/l. IL GAZZETTINO (Treviso) IL PROCURATORE Fojadelli: «No alle maximulte, sì agli
etilometri»
(S.Mas.) No alle maximulte, che il Governo ora si propone
anche di aumentare: si rischia troppo spesso di incorrere in ricorsi o che, ad
effetto, non vengano pagate. Mano libera invece agli agenti di polizia, da
dotare di etilometri, e alla Giustizia, perchè chi commette reati sulla strada
sia veramente punito e sconti una pena anche rieducativa. Ne è convinto il
procuratore capo Antonio Fojadelli, fermamente contrario a contravvenzioni che,
per guida in stato di ebbrezza, potrebbero arrivare ad esempio fino a 12.000
euro. «Se sulla strada avvengono dei sinistri, non è colpa della strada stessa
ma della tentazione di sfidare il pericolo - sostiene Fojadelli - Il mio
appello quindi va nella direzione di un rispetto delle regole, in qualsiasi
modo». Moltissimi degli incidenti mortali in provincia di Treviso
si verificano sulla via del ritorno dal lavoro. «Ci chiediamo a questo punto
che incidenza abbia la struttura stradale e come si possa andare ad agire su
questo. Dubito comunque che sia colpa della strada, ed il motivo è semplice:
statisticamente più aumenta la bontà della struttura più cresce la tentazione
di sfidare il pericolo. Non c’è uscita: bisogna che le regole vengano
rispettate da tutti e che in questo ci sia progressivamente un’educazione o una
rieducazione a partire dalle più giovani generazioni». Anche riguardo alla polemica sui cosiddetti photored,
Fojadelli è chiaro: «Penso che se i Comuni stanno percorrendo questa strada,
sia logicamente volta alla sicurezza dei cittadini, alla civile convivenza e
non certo ad una negazione del principio di legalità». Il dato sconfortante è
che ogni anno sulle strade muoiono più giovani che militari in tutte le
missioni all’estero dal 1945 ad oggi. «Con le associazioni e la magistratura ci
stiamo battendo da anni perchè sia fatta educazione stradale fin dalle scuole»,
dice Fojadelli. Che con l’Associazione Manuela ha ottenuto esattamente un anno fa l’approvazione della legge che sancisce le pene alternative per chi causa incidenti gravi su strada. Un’attenzione, quella del procuratore capo, che non cessa di essere portata avanti in tutte le sedi opportune. Perchè, sostiene, il calo del numero di sinistri mortali non può lasciare completamente soddisfatti. Ed in questi giorni, da parte dell’associazione Manuela, è in fase di discussione nell’Usl di Pieve di Soligo la possibilità per chi causa incidenti di "rieducarsi" facendo assistenza nelle corsie ospedaliere. Un primissimo passo verso l’applicazione di quella legge per cui il Sap e l’Associazione Manuela hanno discusso a lungo ottenendone l’approvazione negli ultimissimi giorni del governo Berlusconi. CORRIERE ADRIATICO Alcol dilagante, “le sanzioni non
bastano”
Giovani e commercianti valutano le
nuove norme e gli stili di vita
MONTEGIORGIO – Sono tutti d’accordo: è giusto inasprire
le sanzioni per chi viene colto alla guida dell’auto in stato di ebbrezza ma
resta complesso e dilagante il fenomeno dell’alcolismo fra i giovani e
giovanissimi. E’ una moneta dalle due facce, quella che si registra anche
nei paesi dell’entroterra fermano. Gli addetti ai lavori, se così possiamo
definire i baristi che giorno per giorno vedono i ragazzi, descrivono una
situazione dalle tantissime sfumature. Si tratta di costume, di un modo di
appartenere al gruppo, di un segnale di malessere, di un sentimento di
inadeguatezza e molto altro ancora. Su tutto però spicca forse la troppa
autonomia, il sentirsi già grandi da ragazzini e non rendersi conto degli
effetti devastanti dell’alcool soprattutto quanto diviene abitudine. Il lato
opposto della medaglia mostra giovani con qualche anno di patente sopra le
spalle e genitori, che sono d’accordissimo sul fatto che si deve in qualche
modo evitare di far mettere alla guida gente ubriaca, ma inasprire le sanzioni
per gli automobilisti non basta, occorre intervenire anche in altri settori.
“E’ difficile interpretare questa situazione – ha commentato Fabrizio Gentili
del Bar del Corso – sono tante e differenti fra loro le situazioni. C’è chi
beve per essere parte di un gruppo, anche se ho notato che questo permane fino
ad un certo punto: quando si cresce e si hanno un lavoro e una ragazza certi
episodi tendono a scomparire. Altre volte sono segnali di un malessere diverso
e più radicato, credo che in questo caso cambiare giro e farsi aiutare sia la
cosa migliore”. “Credo che ai miei tempi ci divertivamo di più – racconta
Rolando Belleggia del Bar Jolly – i ragazzi oggi hanno completa autonomia di
gestirsi e forse questo non li aiuta a rendersi conto che magari esagerare
possa fare veramente male”. “Il problema esiste – spiega Romolo Tosti del Bar
dello Sport – capita soprattutto nei fine settimana, magari si beve qualche
bicchiere in più perché fare consumazioni in discoteca costa troppo e allora
l’alternativa è partire già esuberanti. La complicazione è che si consumano
alcol sofisticati e si mescolano con prodotti energizzanti che hanno l’effetto
di 8 caffè. I ragazzi nella loro libertà spesso non si rendono conto di quanto
certe cose possano far male. Occorrerebbero maggiori controlli, anche
all’interno dei locali notturni e non, perché è una situazione che può far
comodo ma è sbagliata”. Fra i giovani l’inasprimento delle sanzioni è ben
accolto. “E’ sempre troppo poco per chi guida ubriaco – ha spiegato Marco
Perini – perché è di pericolo a se stesso e soprattutto agli altri”. “Sono d’accordo
per chi guida ubriaco – precisa Alessia Galeffi – ma trovo esagerato e inutile
inasprire anche le sanzioni per chi usa il telefonino”. “E’ giusto penalizzare
chi è sorpreso a guidare ubriaco – dichiara Giuliano Biondi – ma non è a mio
avviso l’unica soluzione. I ragazzi entrano all’una in discoteca magari dopo un
lungo tragitto, ballano, bevono e la musica li stordisce la vera guerra la
stiamo vivendo in casa nostra e la cosa brutta è che sono i ragazzi a
rimetterci la vita. Bisogna che anticipiamo l’orario d’apertura e chiusura
delle discoteche”. “Il divertimento è un’atra cosa – sostiene Ivan Cesetti – ma
non bisogna mai guidare ubriachi, trovo giusto inasprire le sanzioni”. ALESSIO CARASSAI LA STAMPA ALCOOL KILLER, PIU’ CONTROLLI Ieri il prefetto di Asti al summit di
Torino. Pattuglie fuori dai locali Per ora è un “atto di indirizzo” del ministro Bianchi, ma
tra pochi giorni diventerà un decreto legge che apporterà un drastico giro di
vite alle sanzioni del codice della strada: provvedimenti durissimi contro chi
si mette alla guida dopo aver bevuto troppo o aver assunto droghe: oltre
all’arresto fino a 6 mesi e alla multa a cinque cifre (fino a 12 mila euro),
saranno previste la confisca del veicolo in caso di tasso alcolemico superiore
a 1,2 grammi per litro con l’obbligo a svolgere servizi di utilità sociale come
l’assistenza alle vittime di incidenti
rimaste inabili. e non solo: in caso di guida in stato di ebbrezza si perderà
il doppio dei punti sulla patente e in proporzione sarà anche innalzato il
periodo di sospensione. Un giro di vite condiviso anche in Piemonte ( nel 2005,
14.751 incidenti con 433 morti). Proprio ieri a Torino c’è stato un summit cui ha partecipato
anche il prefetto di Asti Antonio De Bonis. Scopo dell’iniziativa coordinare
gli interventi sulle strade e monitorare quelle che si definiscono “migrazioni”
dai locali. Di sera e in particolare di sabato. In modo da poter sorvegliare le
zone dove maggiori sono i passaggi dei giovani. il tutto d’intesa con i titolari
di discoteche e locali notturni. I dati sugli incidenti nell’Astigiano non sono meno
drammatici di quelli nazionali e regionali: in Prefettura nel 2006 sono state
conteggiate 349 violazioni del Codice della strada per guida in stato di
ebbrezza (erano 366 l’anno precedente), 40 per guida sotto l’effetto di
stupefacenti (47 nel 2005). In totale sono state sospese per vari motivi 150
patenti. Sarà pur vero che il dato complessivo dimostra un calo di violazioni
(anche le sospensioni delle patenti sono diminuite, erano 213), ma resta un
bilancio duro di morti e invalidi sulle strade dell’Astigiano. Non c’era ancora il totale del 2006, ma purtroppo non si
discosterà molto da quello dell’anno precedente: 22 morti e 974 feriti in 717
incidenti. Sugli inasprimenti tutti concordano, ma qualche perplessità resta in un territorio vinicolo e di buona cucina come l’Astigiano, su quella “guida in stato di ebbrezza” che prefigura nell’immaginario collettivo guidatori senza scrupoli, ubriachi di potenti bevande alcoliche. Immagine lontana da quella del gruppo di amici a cena fuori (o in case altrui), a degustare Barbera o Barolo. Eppure anche il vino è alcolico e il pericolo si annida in particolare tra i giovani , come avvertono al Pronto soccorso dell’ospedale Cardinal Massaja: “ Tra i ragazzi c’è minor consapevolezza dei propri limiti. Spesso arrivano giovani che sono andati fuori strada da soli per aver alzato troppo il gomito. Meglio che il guidatore si sacrifichi e beva un solo bicchiere di vino”. Consiglio da seguire, su cui concordano anche i produttori: per assaporare una buona compagnia ed un buon vino non è necessario ubriacarsi. CORRIERE ADRIATICO Tolleranza zero della polizia stradale
che affianca alla repressione un’opera di sensibilizzazione fuori dai locali Giovani e alcol: “Quanti rischi al
volante”
Il comandante D’Angelo: “Tanti
incidenti e troppe patenti ritirate”
Emanuele Coppari ANCONA - Sono tanti i giovani coinvolti negli incidenti
stradali. Quanti? “Il 25-30%”, parola del comandante della Polstrada Marche
Italo D’Angelo. Che sui 2000 e passa registrati nel 2005 ad Ancona fa
pressappoco 660. Le cause degli schianti sono legate all’alta velocità. Le
possibilità di distruggere la macchina e - soprattutto - di farsi e fare male
crescono con la stessa intensità con cui si pigia sul pedale dell’acceleratore.
Ma se lo sguardo è appannato e i riflessi sono rallentati da qualche bicchiere
di troppo, i rischi si moltiplicano. Ancora D’Angelo. “La maggior parte degli
incidenti del sabato sera sono dovuti alle violazioni dei limiti di velocità,
ma è vero che molte patenti vengono ritirate per abuso etilico”. Lo sanno bene
i poliziotti della Stradale, che passano le notti dei weekend ai bordi delle
strisce d’asfalto che troppo spesso si trasformano in piste da Formula Uno, o
fuori delle cattedrali del divertimento a mettere sul chi va là i ragazzi. Con questa manovra a tenaglia - la repressione e
l’educazione - la polizia stradale prova a dare una stretta al fenomeno
dilagante dei drammi sull’asfalto. Grandinate di multe per spegnere i bollori
di ragazzi storditi dall’alcol da non reggersi in piedi, e che invece si
mettono al volante e corrono come pazzi. Ma anche una pioggia benefica di
iniziative per dissodare il terreno della coscienza dei giovanissimi e farli crescere
nel rispetto della propria vita e di quella altrui. Sulle strade si susseguono
dal giovedì sera i controlli a colpi dei cosiddetti “precursori”, che misurano
la quantità di alcol assunto soffiando su una specie di torcia che s’accende
quando il limite di tolleranza è superato e si sconfina nel campo
dell’ubriachezza. Fuori da locali e discoteche la polizia offre un campionario
di iniziative-monito. Le campagne informative vengono allestite soprattutto
d’estate, quando esplode la movida e il divertimento caliente potrebbe
accendere la miccia del pericolo. Allora diventa importante mettere sul chi va là i
giovanotti, sconsigliandoli di mettersi alla guida se hanno bevuto. E funziona
quando si cerca di invogliarli a farsi bastare il divertimento senza gli
eccessi alcolici: regalano biglietti d’ingresso in discoteca come
premio-astemi. Informare, è la parola d’ordine. E l’imperativo del progetto
Icaro che ha coinvolto 60 mila studenti in un percorso di un anno con domande e
quiz. Hanno suscitato scalpore i dati raccolti dall’Informabus del
Comune, l’unità di strada nata nel maggio del 2005 per svolgere un’opera di
informazione e sensibilizzazione sullo scenario degli stili del divertimento
notturno. E’ emerso che è ubriaco il 62% dei ragazzi tra i 19 e i 30 anni
testati fuori dalle discoteche. Il maggior numero di controlli etilometrici è
stato effettuato durante serate con feste a tema o con musica a Dj set, dove
c’è una maggiore affluenza. I giovani della notte passano facilmente dalla
birra al vino e ai superalcolici con mix piuttosto pesanti. Dai report della campagna
voluta dai Servizi sociali si evince che le serate bagnate dagli alcolici
iniziano molto presto, a volte anche nel pomeriggio, e proseguono con
l’aperitivo, la cena e il dopocena in discoteca fino a tarda notte. Il messaggio del comandante D’Angelo è più l’affettuoso consiglio di un papà: “Chi si mettere alla guida dell’auto e ha assunto sostanze alcoliche ha una percentuale altissima di fare male a se stesso e purtroppo anche a persone che non c’entrano niente. La vita è troppo bella per buttarla in mezzo alla strada”. L’ARENA Vertice in prefettura sugli incidenti
mortali nel fine settimana. Una campagna rivolta a chi si mette al volante a
qualsiasi età Stragi sulle strade: il piano del
prefetto
Sensibilizzare i giovani anche con video choc e visite a
coetanei paralizzati L’invalidità provoca sempre riflessioni Non abbiamo dati
certi su chi si droga e poi guida Il bilancio è pesante. Le vittime degli incidenti stradali
sono troppe e se non basta fare prevenzione sensibilizzando, promuovendo
incontri nelle scuole perché alla fine, lo dimostrano i dati, non si è
ascoltati, bisogna usare metodi più convincenti. E il prefetto di Verona, Italia Fortunati, ha deciso di
passare a sistemi meno morbidi. Filmati shock sulle reti televisive locali, ma
anche provocatoriamente, come lei stessa sottolinea, piazzando in bella mostra
auto incidentate in piazza Erbe dove ci sono gli appuntamenti per gli spritz e
nelle piazze di altri comuni che aderiranno all’iniziativa. Sull’auto, un testo
che racconta che cosa l’ha ridotta così e che fine hanno fatto gli occupanti. Ieri mattina in prefettura si sono ritrovati i
rappresentanti delle forze dell’ordine, ma anche i rappresentanti del don
Calabria, dei familiari delle vittime della strada, del sindacato dei locali da
ballo, dell’Aci, dell’ex Provveditorato, del Comune e della Provincia, dell’Asl
e dell’osservatorio sulle tossicodipendenze. Tutti a cercare di fare fronte comune per fermare le stragi,
che comunque, come ha sottolineato il prefetto non riguardano solamente i
giovanissimi. Sono oltre 500 le patenti ritirate negli ultimi due mesi,
339 per guida in stato d’ebbrezza e 11 per stupefacenti, altre per eccesso di
velocità. Ma il dato non convince il prefetto: «Mi sembra strano che siano così
poche le persone che si mettono al volante sotto l’uso di stupefacenti. Credo
che il dato sia basso perché non c’è la possibilità di fare verifiche
immediate. Quindi abbiamo chiesto al dottor Gianni Serpelloni dell’Osservatorio
e al comandante della polstrada Daniele Giocondi di studiare un sistema, anche
contattando il ministero dei Trasporti che permetta di constatare
nell’immediatezza del controllo se la persona che si ha davanti ha fatto uso di
stupefacenti», ha detto il prefetto. Forte, ma di sicuro impatto anche la proposta del direttore
del don Calabria, Stefano Schena, che ha suggerito di portare in visita al
centro che si occupa di ragazzi traumatizzati da incidenti, quelli fermati in
stato d’ebbrezza: «Nel rispetto dei nostri pazienti, certo, ma credo che vedere
un ragazzo ridotto su una carrozzella per tutta la vita, senza alcuna
possibilità di recupero potrebbe essere un messaggio molto forte», ha detto il
direttore. Claudio Silvestrini, responsabile provinciale del Silb, il
sindacato dei gestori delle sale da ballo che ancora una quindicina d’anni fa
aveva piazzato davanti alla sua discoteca di Nogara un’auto incidentata ha
sottolineato l’importanza di inserire anche a scuola l’educazione stradale: «Io
dico da anni che queste sono «generazioni perdute», nel senso che ormai non
possiamo fare più niente per cambiarle. Dobbiamo intervenire sui bambini, fin
dalle elementari per fare loro capire il valore della vita e la responsabilità
quando ci si mette al volante». Il prefetto ha sensibilizzato il questore a predisporre ulteriori controlli sulle strade soprattutto in vista delle prossime festività e ponti in occasione delle vacanze pasquali. La provincia tramite l’assessore ai trasporti Alberto Martelletto ha dato la disponibilità per acquistare una serie di etilometri per permettere alla polizia municipale di eseguire i controlli sui tassi alcolici negli automobilisti, perché se è vero che l’allarme sulle stragi della strada è alto, altrettanto è necessario fare i conti con i numeri. E sono sempre gli stessi, non ci sono rinforzi di personale per aumentare le pattuglie o dotazioni di etilometri su ciascuna di esse. (a.v.) LA STAMPA Un lettore scrive: “Ho 19 anni. E mi stupisco che voi
genitori, insegnanti, esperti della materia non abbiate ancora capito quale sia
il vero problema di noi giovani. Vi scagliate contro i ragazzi che fumano gli
spinelli, che picchiano i compagni… tutti i sintomi di una generazione allo
sfascio dite, lo scrivete nei libri, ne discutete ai talk show, ma non avete
capito nulla della nostra generazione! Il vero problema di noi giovani, parlo della fascia dagli 11 anni ai 25 è l’alcool. Genitori, cosa fanno i vostri figli di dodici anni in discoteca? Il sabato sera quando si esce cosa pensate che possano fare degli adolescenti? Non ve ne accorgete mai quando tornano a casa alle 3 di notte che sono brilli, alticci e spesso ubriachi? Nelle scuole al mattino ci sono ragazzi che nelle bottigliette trasparenti dell’acqua mettono vodka o gin. Dove siete quando queste cose succedono? La droga in confronto non è nulla, colpisce molto meno dell’alcool, che è più facilmente reperibile. Basta andare in un supermarket per rifornirsi. Per non parlare dei giovanissimi che iniziano a bere quelle bibite alla frutta ma dentro contengono una percentuale di rhum: quello è solo l’inizio. Ed è tutto permesso dallo Stato!”. CORRIERE DELLA SERA – FORUM ITALIANS E dove li andiamo a prendere gli
agenti?
Carissimi Severgnini, Serra e Gramellini, ma come si può pensare di spendere soldi, cito dal vostro
scritto, «per pagare» gli straordinari alle forze dell’ordine? Ma quanti
straordinari deve fare la Stradale (che è già oberata di doppi e tripli turni e
ha solo 12 mila uomini in organico) per controllare 380 mila chilometri di
strade? I problemi si possono dibattere, ovvio: ma prima bisogna conoscerli a
fondo. Per far cessare le stragi occorre raddoppiare l’organico degli agenti:
magari togliendoli, il sabato e la domenica, agli stadi del calcio. In modo che
l’infrazione sia accertabile e la pena sia certa. Infine, caro Beppe, prova a
consigliare alla Federvini (che tu citi per due giorni di seguito) di
costringere le rivendite a non fornire alcol, neppure a bassa gradazione, sulle
autostrade dopo le ore 20 e in discoteca dopo le 22. Nestore Morosini , nmorosini@rcs.it
Caro Nestore, l’importante è che i controlli vengano FATTI:
togliendo poliziotti e carabinieri dagli stadi di calcio (hai ragione), e
magari anche dagli uffici; pagando loro gli straordinari; assumendone di nuovi;
dando alla polizia locale gli etilometri (che oggi non hanno, se non in
quantità risibili). Sono decisioni che spettano ai ministri, non ai
giornalisti. L’importante è CONTROLLARE e far rispettare le norme; non
limitarsi a enunciarle e/o inasprirle. In quanto a Federvini: li cito perché li
vorrei partecipi e responsabili. Una coscienza ce l’hanno anche i mercanti di
liquori: lo confermano Edgar Lee Masters e De André. Beppe SevergniniIL GAZZETTINO (Venezia) Ma l’ordinanza sugli alcolici non viene
più rispettata
Ordinanza del Comune: dopo le 21, vietato ai bar di servire
all’esterno bibite in bicchieri di vetro e vendere contenitori da asporto,
ovvero lattine e bottiglie. Un espediente per la pubblica sicurezza ma, dopo la
pedissequa osservanza di mesi, lentamente la maggior parte degli esercizi hanno
rimesso in pratica le prassi di prima, anche perchè non ci sono controlli da
parte delle pubbliche autorità. Così, ecco di nuovo i bicchieri di vetro, le bottiglie e le
lattine a profusione. Ma ciò che più conta sono i commenti dei gestori, che
irridono il sindaco Massimo Cacciari e le ordinanze emanate un anno fa, nonchè
il vicesindaco Michele Vianello. In verità, tutti giudicano negativamente
questa ordinanza, buona forse in momenti topici come il Carnevale, ma inutile e
soprattutto inadattabile - sostengono - per la vita notturna veneziana. Dove
più i giovani si radunano: campo Santa Margherita, Rialto, ma anche Strada
Nuova, è un ritorno all’ante-normativa e alla contestazione. «Pago il
plateatico con fior di euro - dice il titolare di un locale a Santa Margherita
- non vedo perchè devo servire ai clienti seduti bicchieri di plastica e
diminuire la qualità del servizio. Noi esercenti abbiamo sempre il polso della
situazione: se tutto è tranquillo, si può usare normalmente vetro e lattine.
Problemi non ci sono. Si vuol essere tanto internazionali, ma non credo che i
bar di Parigi, sulla Senna, offrano il pernaud su bicchieri di plastica».Occhi
sbarrati da parte dei tanti venditori di specialità turche o pizze al taglio:
«Ci sembra pazzesco - commentano - noi non siamo bar, perciò è ovvio che, anche
dopo le 21, i nostri clienti ci chiedano le lattine da asporto insieme al cibo.
A Rialto il problema si amplifica: «Come posso sapere se un giovane al quale
verso da bere in un bicchiere di vetro al banco, poi permanga dentro il locale
od esca con la bibita? - si chiede un altro gestore - Sono limitazioni assurde,
più che altro imitazioni malfatte di ciò che accade in altri Paesi, dove non lo
spriz ma lo scotch whisky o la vodka scorrono a fiumi e gli alcolizzati possono
provocare risse. Da noi è diverso e questa diversità va rispettata».«I veri
rompiscatole, quelli pericolosi - conclude un vecchio barista dei Frari - arrivano
nei locali prima delle 21, già ubriachi fradici, dopo aver comprato magari
alcoolici al supermercato. Non c’entra la plastica o il vetro o le lattine. Le
ordinanze servono solo a coprire la colpevole mancanza di sorveglianza. Non è
corretto far pesare sugli esercenti la mancanza di strumenti di ordine
pubblico, il personale che solo apparendo con la divisa potrebbe eventualmente
quietare o rendere a miti comportamenti animi esagitati. Non è certo qualche
studente, insieme in allegria con gli amici, a creare situazioni di tensione». La levata di scudi contro l’ordinanza sembra unanime,
superata, alla veneziana, con un’irriverente alzata di spalle. E in centro
storico nessuno la rispetta. Tullio Cardona CORRIERE DI COMO La polizia stradale: ogni mese sorpresi 25 ubriachi al
volante È un fenomeno grave quello di cui si stanno occupando in
queste ore governo e parlamento. E che tocca da vicino anche strade e
automobilisti comaschi: la guida in stato di ebbrezza preoccupa ’ e tanto - le
forze dell’ordine comasche. Non sono solo giovani coloro che vengono pizzicati al
volante con un tasso alcolico oltre il livello consentito. Ci sono anche padri
di famiglia e autotrasportatori, motociclisti e qualche impiegato. Il dato
shock è della polizia stradale di Como, che ha elevato ben 300 verbali per
guida in stato di ebbrezza ’ con relativo ritiro di patente ’ nell’anno 2006.
In media, 25 licenze sospese ogni mese soltanto dagli agenti della polstrada
(senza dunque contare i numeri delle polizie locali e dei carabinieri). Sempre
lo scorso anno la stradale di Como ha anche verificato che il 10% degli
incidenti rilevati è stato causato proprio da persone poi sorprese al volante
in condizioni non idonee. «E il trend, già di per sé preoccupante, è in ulteriore
crescita in questi primi mesi del 2007 ’ conferma Delfina Di Stefano,
comandante della polstrada lariana - Chiaro che si deve fare qualcosa e che
occorre maggiore severità. Ci preoccupa - conclude il comandante - il fatto che
anche di pomeriggio troviamo spesso persone con tassi alcolici ben oltre il
consentito durante i controlli». Decisamente meno eclatante, rispetto ai dati
delle patenti ritirate a causa dei bicchieri di alcol di troppo, il numero di
coloro che vengono sorpresi alla guida della loro auto sotto l’effetto di
sostanze stupefacenti, ma anche questo è un fenomeno - sottolineano gli agenti
della polstrada - ugualmente preoccupante. in città Ugualmente sconcertanti, anche se il fenomeno è in calo
negli anni (in controtendenza rispetto al dato provinciale), i numeri forniti
dalla polizia locale di Como. Nei primi due mesi dell’anno sono già state ritirate nove
patenti per guida in stato di ebbrezza. Negli stessi mesi dello scorso anno
furono 21, nel 2003 addirittura 50. Marco Romualdi CORRIERE ADRIATICO Altissimo il tasso di alcol
Camionista ubriaco denunciato
SERRAPETRONA - Un tasso di alcol nel sangue che stenderebbe
chiunque. Ma non l’autotrasportatore del Foggiano fermato nel primo pomeriggio
di ieri da una pattuglia della polizia stradale di Camerino. Che lo ha
sottoposto a un controllo con l’etilometro al termine del quale è scaturito che
il camionista aveva 3,12 grammi di alcol nel sangue quando il massimo
consentito dalla legge è di 0,50. L’uomo era alla guida di un autoarticolato
proveniente da Colfiorito e diretto verso la costa. E’ stato fermato dagli
agenti nei pressi del lago di Caccamo, in territorio di Serrapetrona, sulla
carreggiata della Val di Chienti che scende verso mare. Automatici, in questi casi, la denuncia e il sequestro della patente, più una multa salata. I controlli su chi alza troppo il gomito prima di mettersi al volante si fanno sempre più serrati. Il camionista rappresentava un pericolo per sé e per gli altri visto il grosso mezzo del quale era alla guida. IL GAZZETTINO (Treviso) S.BIAGIO DI CALLALTA Neopatentato guidava ubriaco: ritiro del documento e visita
medica (S. Mas.) Alle cinque del pomeriggio guidava con un tasso alcolico oltre 4 volte superiore al limite consentito. E il colpevole, beccato dalla polizia locale di San Biagio a superare un altro automobilista ad un incrocio, è addirittura un giovane. Ventenne per la precisione, residente nell’Opitergino. Il ragazzo, peraltro neopatentato, ha tentato di superare un veicolo lento ad un semaforo. Ma la sua manovra pericolosa ed azzardata è stata notata dai vigili, che l’hanno fermato e controllato. Dal test dell’etilometro è emerso che il 20enne aveva un tasso alcolico di 2,06 grammi/litro: più di quattro volte oltre la soglia limite che ne prescrive 0,5. Senza essere nemmeno troppo fiscali, gli agenti gli hanno dovuto togliere dalla patente 10 punti per il sorpasso e 10 per ebbrezza. Sanzione raddoppiata perchè il 20enne, peraltro, era anche neopatentato. Ora, senza patente, gli tocca una lunghissima trafila: prima da Roma dovrà spedirgli comunicazione della decurtazione dei primi 20 punti (per il sorpasso) una volta che avrà pagato la multa. Poi dovrà essere sottoposto al procedimento penale (per l’ebbrezza), e per riavere la patente dovrà frequentare un corso alla Motorizzazione. E naturalmente, avendo superato l’1,5 g/l di alcolemia, sottoporsi a visita sanitaria obbligatoria. IL GAZZETTINO (Pordenone) BOTTE
AI CARABINIERI PATTEGGIANO 10 MESI
SAN VITO - Botte ai carabinieri dopo la sbronza, i due protagonisti della serata da saloon all’hotel "Angelina" hanno patteggiato ieri davanti al tribunale di Pordenone la pena (sospesa): dieci mesi per il 32enne Daniele Fei e undici mesi (in quanto aveva già qualche precedente) per il 29enne Ndricim Kapllanaj, albanese. I due operai metalmeccanici, residenti in provincia di Arezzo e a San Vito per motivi di lavoro, avevano chiesto due camere all’hotel mentre erano in stato di evidente ubriachezza. Di fronte alla non disponibilità di stanze i due hanno reagito. Il titolare ha chiamato i carabinieri che sono arrivati in pochi istanti. Alla vista dei militari, i due li hanno aggrediti. Ieri la vicenda si è chiusa davanti al giudice Gaetano Appierto. IL GIORNALE DI VICENZA Una tormentata vicenda ha avuto ieri
l’epilogo in tribunale
Non aveva violentato la conoscente I
testimoni alla festa lo scagionano Sono state decisive le testimonianze degli ospiti alla
festa. Un’amica aveva accusato Roberto De Lisi, 32 anni, di Vicenza, di averla
violentata dopo averle fatto bere numerosi alcolici all’interno della discoteca
“Il Muretto” di Jesolo. Infatti, a dire della ragazza, lui l’aveva caricata in
macchina e giunti in città nell’appartamento di un amico sarebbe andato in
scena lo stupro ripetuto. Invece, il giudice Eloisa Pesenti ha prosciolto De Lisi,
accogliendo in pieno la tesi dell’avvocata Stefania De Meo, che ha prodotto le
testimonianze rese dagli amici della coppia, in base alle quali emergeva che il
racconto della ragazza non poggiava su basi solide. Pertanto, nonostante il pm Mazza avesse chiesto il rinvio a
giudizio dell’imputato per violenza sessuale, dopo la camera di consiglio ha
deciso di assolvere De Lisi con la formula più ampia del fatto non sussiste. Era una vicenda torbida quella che la ragazza di Chiampo,
all’epoca diciannovenne, aveva denunciato ai carabinieri. Lei raccontò di
essere stata con degli amici, tra i quali De Lisi - condannato nel giugno 2006
a 2 anni e mezzo per i festini alla cocaina - , a ballare a Jesolo e al ritorno
sarebbe accaduto il gravissimo episodio. Lui l’avrebbe spogliata e, dopo avere
vinto la sua resistenza, l’aveva umiliata per due volte contando sul fatto che
avendo bevuto le sue capacità erano scemate e De Lisi ne aveva approfittato. L’imputato, al contrario, ha sempre negato le circostanze
dello stupro dicendo che non era vero. Tra l’altro, la ragazza temendo di
essere rimasta incinta, si era sottoposta a una visita ginecologica
all’ospedale di Arzignano, dalla quale era risultato che non c’era la presenza
di quelle violenze asserite. «Tutto portava a far ritenere in base alle prove - ha sostenuto l’avv. De Meo, alla presenza del suo assistito - che i fatti così come raccontati sono destituiti di fondamento». IL SECOLO XIX Allarme rosso a Savona, sparisce un ufficiale della nave
Usama il marittimo si era solo sbronzato nei bar dell’angiporto L’incredibile caso della Green cove Giallo a lieto fine: il
direttore di macchina rientra all’alba ubriaco. La nave salpa con dodici ore di
ritardo 09/03/2007 Savona. Giallo, l’altra notte, nel porto di Savona.
Protagonista indiretta la nave Usa di cui abbiamo dato notizia ieri, intorno
alla quale le autorità marittime avevano triplicato premure e attenzioni. La
"Green Cove", la nave battente bandiera statunitense, la prima
approdata alle banchine savonesi dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001
che sconvolsero l’America, non è potuta infatti ripartire con destinazione il
porto di Jedda, in Arabia Saudita, a causa della misteriosa sparizione di un
ufficiale, il direttore della sala macchine. Dopo qualche momento di comprensibile apprensione, il
comandante della nave mercantile, la "Green Cove", ha immediatamente
segnalato il mancato rientro a bordo del suo ufficiale agli agenti dell’ufficio
di polizia di frontiera marittima, che a loro volta hanno diramato la
segnalazione di scomparsa del cittadino statunitense alla questura e ai
carabinieri. Allarme generale e massima allerta in città. Per l’intera
notte si è temuto che potesse essere accaduto qualcosa di molto grave. Poi, a
metà mattinata, la verità (tragicomica) è venuta a galla. Quando l’ufficiale
americano si è presentato in porto ancora sotto l’effetto di sostanze alcoliche
e ha raccontato di aver trascorso la notte in aperta campagna, dopo aver bevuto
a profusione in numerosi locali del centro cittadino. E così, soltanto a mezzogiorno di ieri, con dodici ore di
ritardo sul programma di navigazione prefissato, la "Green Cove" ha
potuto riprendere il mare in direzione dell’Arabia Saudita, con il suo carico
di auto imbarcate mercoledì pomeriggio alla banchina della zona 33 del porto di
Savona. A bordo, naturalmente, il direttore della sala macchine, con evidenti i postumi della sbornia della notte precedente. L’ufficiale adesso rischia il licenziamento, anche perchè dopo la sua sparizione il comandante della nave aveva avvertito la compagnia di navigazione, con sede a New Orleans, che aveva provveduto a far partire subito per l’Italia un altro direttore di sala macchine, giunto ieri pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino. LA TRIBUNA DI TREVISO trotta: pugno di ferro contro l’alcol IL MESSAGGERO LONDRA - Un arresto di una ragazza ubriaca e aggressiva
fuori da un locale notturno: niente di parti... IL RESTO DEL CARLINO Ubriaco investe i vigili Gualtieri, era nel cortile di una
discoteca LA GAZZETTA DI MANTOVA senza controlli, pene inutili ALTO ADIGE guida in stato d’ebbrezza, 170 denun |
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