Le
immagini
shock funzionano, piu’ se sono esposte sulle strade, negli autogrill,
che sulla stampa: 9 volte su 10 hanno effetti, inducono a pensare e a
guidare con piu’ attenzione. Ne
e’ certo il direttore del reparto ambiente e traumi dell’Istituto
Superiore di Sanita’ Franco Taggi, che ha commentato favorevolmente
l’iniziativa del padre di un ragazzo morto in un incidente stradale che
ha chiesto al gestore di un Autogrill di esporre l’immagine
dell’incidente. L’efficacia del messaggio dipende dal contesto sociale,
ha spiegato Taggi,aggiungendo che un’immagine troppo forte puo’ portare
alla rimozione del problema. Ma sono gia’ molti i paesi che ne hanno
fatto uso anche in modo spregiudicato con immagini forti: i visi dei
ragazzi deturpati oppure un teschio accompagnati da commenti su misura
per i piu’ giovani. Un cartello con l’immagine di una motocicletta per
terra e le linee di mezzeria a forma di croce come al cimitero, era
stato esposto lungo la strada statale del Brennero e anche vicino
Firenze altri cartelli shock hanno fatto parlare sull’utilita’ di
queste misure.
Troppo difficile valutare gli effetti di queste iniziative
direttamente, secondo l’esperto, anche perche’ ad accogliere con piu’
attenzione il monito a non correre e a stare attenti sono le persone
piu’ attente, quelle che per fortuna rappresentano anche la parte piu’
ampia degli automobilisti. I
numeri, per Taggi, fanno comprendere che ci sono milioni di
automobilisti prudenti: ’’ogni anno ci sono circa 5500 incidenti
mortali con 6 mila morti su 34 milioni di patenti attive, 7 milioni di
ciclomotori e 4 milioni di motociclette, piu’ i pedoni’’. Il mix migliore, secondo Taggi, e’ composto da educazione stradale gia’ alle elementari e una giusta azione repressiva. Notizia
da ANSA
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