Alcol e guida pericolosa: una
proposta
15/03/2007 Comitato di associazioni e istituzioni vorrebbe sostituire
alle pene pecuniarie per chi guida ubriaco altre misure più efficaci Un comitato formato da più
“attori” (Regione Liguria, Provincia di Genova, Comune di Genova, A.S.L 3
“Genovese”, Associazione Magistrati, Società Italiana di Alcologia, AICAT,
Associazione Autoscuole della provincia di Genova, Tribunale Sorveglianza di
Genova), insieme ha intrapreso un progetto per poter mettere in luce le
problematiche “alcol-guida correlate” e allo stesso tempo lavorare per
raggiungere obiettivi concreti di miglioramento dello stile di vita generale
della popolazione e di una nuova coscienza sociale fondata sull’autoresponsabilità. A questo riguardo, sembra urgente lo sviluppo di
un’informazione corretta, che renda le persone consapevoli dei rischi legati
alla guida associata all’assunzione di alcolici, per mettere quindi in campo
tutte le possibili risorse per attivare forme di sensibilizzazione e formazione
costanti. In particolare il Comitato si è occupato del tema della sospensione
della patente in relazione all’uso di sostanze, che ha suscitato molte
riflessioni. Gli operatori competenti, le
associazioni, i magistrati, gli enti istituzionali e le realtà del privato
sociale che hanno collaborato insieme, hanno considerato la possibilità di
altre forme di misure alternative alla sanzione penale per le persone fermate
per guida in stato di ebbrezza. L’obiettivo è quello di un miglioramento dei
percorsi di valutazione di idoneità alla guida (che saranno poi esaminati dalla
Commissione Patenti) e la possibilità, per quanto riguarda l’aspetto penale, di
rendere possibile l’introduzione, in alternativa all’attuale pena pecuniaria,
dello svolgimento di una “attività socialmente utile” nel settore, finalizzata
a sviluppare una sensibilità sociale più complessiva sul tema della prevenzione
e del trattamento dei problemi alcolcorrelati. L’idea è nata dalle esperienze maturate dal lavoro sul
campo, e dai colloqui con i soggetti impegnati nelle pratiche di revisione
della patente i quali, all’ipotesi di svolgere nell’ambito della propria
attività lavorativa o dei propri interessi personali, un’attività di
sensibilizzazione in questo campo, si sono spesso dichiarati interessati e
disponibili, se fosse stata proposta come alternativa alla sanzione. Tenendo conto dell’elevato numero di persone che ogni anno
sono coinvolte in questo procedimento (5.000 nella sola provincia di Genova)
riuscire ad impostare una tale prassi, rappresenterebbe una risorsa importante
per tutto il “sistema salute” e contribuirebbe in modo significativo allo
sviluppo di una cultura sanitaria più attenta alla promozione e protezione
della salute di tutti, ed in particolare dei giovani. Per quanto riguarda
l’Italia, la situazione è tragica: su 170mila incidenti stradali che si
verificano annualmente sulle nostre strade, 50mila sono attribuibili
all’elevato tasso di alcol presente nell’organismo, mentre circa la metà delle
6mila morti causate da tali incidenti riguardano individui giovani. E’ necessario che i professionisti e le istituzioni
sappiano valorizzare il lavoro nelle, con le, e per le Associazioni di
Autotutela e Promozione della Salute (A.A., AlAnon, AICAT) così da sviluppare
in modo capillare la loro presenza e attività su tutto il territorio. Ci
sembra, infine, opportuno in questo momento, dove rileviamo una maggiore
attenzione da parte delle istituzioni nei confronti della sicurezza stradale,
di poter creare questa grande opportunità da sfruttare e su cui le istituzioni
dovrebbero investire economicamente per abbassare i costi sociali e umani. I fondi per alimentare le campagne
per un’informazione corretta possono essere recuperati da una quota delle
sanzioni ricavate da queste specifiche infrazioni, nonchè da una quota
prelevata sulla pubblicità delle bevande alcoliche, e da un’imposta applicata
alla vendita delle stesse, ottenendo così anche l’effetto secondario di rendere
meno appetibile sia la pubblicità da parte dell’industria, sia l’acquisto da
parte dei consumatori. Il Comitato Promotore Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in
Trattamento (AICAT) Regione Liguria Provincia di Genova Comune di Genova A.S.L. 3 “Genovese” Associazione Magistrati Società Italiana di Alcologia, sezione Ligure (SIA) Associazione Autoscuole della provincia di Genova Tribunale Sorveglianza di Genova LA REPUBBLICA Accordo tra un big della distribuzione di bevande
alcoliche e Aci per una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani Lotta alle stragi del "sabato
sera" Ecco un’idea dell’Automobile club Lotta senza tregua alle stragi del "sabato
sera". L’Automobile Club d’Italia e Diageo, colosso mondiale nel settore
delle bevande alcoliche, hanno siglato un accordo triennale per promuovere una
campagna di prevenzione e sensibilizzazione sui rischi che l’abuso delle
bevande alcoliche comporta quando si guida. L’iniziativa si inserisce nel progetto "Obiettivo
2010, Un traguardo per la vita" che si pone il dimezzamento delle vittime
della strada entro il 2010 come imposto dall’Unione Europea. L’accordo prevede quindi una campagna di comunicazione, a
partire dal mese di maggio, che coinvolgerà i locali notturni, i pubblici
esercizi, le discoteche e le principali sedi territoriali dell’Aci, eventi di
sensibilizzazione sul concetto del "Designated Driver" per educare i
giovani a individuare, nel gruppo di amici, uno di loro che scelga di non bere
per poter riaccompagnare in sicurezza gli altri che magari hanno bevuto qualche
bicchiere di troppo. E’ prevista inoltre la distribuzione di un questionario
che aiuti a comprendere le istanze più urgenti dei giovani italiani sul tema di
alcol e guida in modo da ottimizzare le attività di sensibilizzazione nei
successivi tre anni di collaborazione. (*) "Al fine di valorizzare anche in Italia il nostro
impegno sul problema del "bere O guidare" eravamo alla ricerca di un
partner affidabile in grado di conferire credibilità, autorevolezza e
visibilità al nostro impegno - ha dichiarato Sandro Sartor general manager di
Diageo Italia - ed è stato naturale pensare all’Aci. Insieme porteremo il
nostro contributo per tentare di mitigare il problema; accanto ai consueti
inviti al bere responsabile che caratterizzano tutte le comunicazioni di
Diageo, faremo cultura sul concetto del Designated Driver. Responsabilità nel
bere per tutti, sobrietà per chi ha la responsabilità della guida". La gravità del problema è stata ribadita ancora una volta
da Franco Lucchesi, presidente dell’Aci: "La sicurezza stradale, con il
suo tributo di un milione e duecentomila morti l’anno, è un’emergenza mondiale.
A tal fine l’Aci ha lanciato la Campagna "Obiettivo 2010: un traguardo per
la vita" con il duplice intento di raccogliere migliaia di firme per
impegnare l’ONU, il G8 e il Governo Italiano ad adottare misure urgenti contro
l’incidentalità stradale e di dar vita ad un piano quadriennale di iniziative
ed interventi di comunicazione miranti a far sì che il nostro Paese possa
centrare l’obiettivo imposto dall’UE per la riduzione del 50% delle vittime
della strada entro il 2010". Per sconfiggere questo "nemico"
insidioso che è l’alcool ogni iniziativa è ben accetta anche perché, oltre alla
patente, c’è in gioco la vita di migliaia di persone. (m.r.) (*) Nota: riporto il commento a questa notizia di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera di oggi: meritorio, bravi. Ma senza controlli non si va da nessuna parte. I ragazzi hanno messo il casco altrimenti gli sequestravano il motorino, non perché hanno seguito un corso di traumatologia. L’ARENA Il titolare di Modus vivendi: «Non voglio piangere
altri ragazzi»
Alla festa si va in pullman
Gestore di una palestra organizza
il trasporto
Nei giorni in cui si parla tanto di prevenzione di stragi
del sabato sera, Federico Sauro, titolare della palestra Modus vivendi di
Valeggio sul Mincio, concretizza il suo impegno per cercare di evitare che
altri amici siano vittime di incidenti. «Le ultime morti mi hanno fatto riflettere
tanto»; spiega Sauro, «ho rilevato una palestra cinque mesi fa. Curiamo i
nostri clienti non soltanto nel fisisc, ma anche allontanandoli dallo stress,
per questo organizziamo visite a mostre, facciamo degustazione vini e molto
altro ancora. Per fine mese abbiamo una festa in discoteca: mi sono detto
perchè non affittare un pullman dove far salire i nostri clienti che così
sarebbero liberi di far serata come preferiscono evitando di uscire di
strada?». Sauro ha contattato Alberto Pallotti, dell’Associazione
vittime della strada che ha garantito il patrocinio all’iniziativa: «In
palestra io non vedo più tre persone. I due ragazzi morti nel mantovano la
settimana scorsa e un altro giovane che è in coma farmacologico. Lui era venuto
a un’altra nostra festa pur non essendo cliente della palestra, s’era aggiunto.
Facendo rientro a casa ha avuto un incidente. Vorrei evitare che accadesse di
nuovo, vorrei evitare che i giovani si mettessero al volante ubriachi o troppo
stanchi, per questo ho affittato il pullman e nella spesa mi incide meno o
quasi quanto il tavolo prenotato e il bere da offrire». (*) Sauro ha inoltre parlato con Pallotti di un’altra
iniziativa, quella di trovare un accordo con i tassisti perchè abbassino le
tariffe: «Se la corsa in taxi costasse di meno forse i ragazzi non si
rimetterebbero al volante delle loro auto», conclude il gestore della palestra,
sono stato a Graz di recente, le corse costano due euro. E i ragazzi si
spostano di continuo. Non credo che potremo arrivare a quanto accade a Londra e
cioè che ci sono numeri da chiamare in caso di ubriachezza per essere raggiunti
da driver che ti riaccompagnano a casa, ma penso che qualcosa in più delle
solite chiacchiere si potrebbe fare. Qualcosa di concreto per fermare le stragi
del sabato sera». (a.v.) (*) Nota: per evitare la guida in stato di ebbrezza si possono fare due cose: evitare di bere o evitare di guidare. Chi vende le automobili consiglia di non bere, chi vende gli alcolici consiglia di non guidare. AREZZOWEB "Io rispetto la legge". Un volantino che sarà affisso nei
pubblici esercizi della città aderenti ad Ascom e Confesercenti. L’iniziativa è
organizzata dal Comune di Arezzo con la collaborazione delle due associazioni
di categoria ed è rivolta alla sensibilizzazione sul problema dell’abuso di
alcol da parte dei minori di 16 anni. "Il fenomeno dell’abuso di
alcol da parte dei minori - ricorda l’assessore alle Attività Produttive Piero
Ducci - sta cominciando a diffondersi anche nella nostra città, in particolare
nei fine settimana. Si sono verificati anche gravi casi di intossicazione che
hanno causato il ricovero presso l’ospedale cittadino di giovani di età
inferiore ai 16 anni in situazioni di coma etilico". Una diagnosi che può portare a pesanti conseguenze permanenti
e a danni cerebrali. Il problema ha comunque bisogno di un approccio culturale
ed educativo complessivo e questa iniziativa ne rappresenta il primo passo. "Intanto - sottolinea Ducci - abbiamo promosso questa
campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i pubblici esercizi, per il
rispetto della legge che prevede pesanti sanzioni a carico di chi somministra
sostanze con un tasso alcolico maggiore di 1,2 gradi ai minori di 16 anni. E
abbiamo trovato adesione e collaborazione da parte delle associazioni di
categoria aretine che si sono rese disponibili a trasmettere a tutti i loro
associati la locandina da affiggere nel pubblico esercizio insieme ad una
lettera che spiega i contenuti e le finalità dell’iniziativa. Abbiamo preparato
una locandina semplice con uno slogan che non parla di divieti ma affronta in
modo positivo il problema". L’adesione di Ascom viene
confermata dal Direttore Franco Marinoni che ritiene questa iniziativa
"positiva proprio perché è improntata alla sensibilizzazione e non alla
repressione. L’esperienza dimostra che con i giovani il proibizionismo e la
repressione non producono particolari risultati. (*) Occorre invece aiutarli a
comprendere che l’abuso di alcol è nocivo per la loro salute. Gli esercenti non
lucrano certo nella somministrazione di un bicchiere di alcolico a minori di 16
anni: ritengo invece necessario che anche altre strutture collaterali ai
pubblici esercizi vengano maggiormente controllate e che sia giusto
intervenire, oltre che sulla somministrazione, anche sulle regole di vendita
degli alcolici". Alla presentazione dell’iniziativa erano presenti anche
Massimiliano Miceli di Ascom e Matteo Peruzzi, del Direttivo Pubblici Esercizi
di Confesercenti che ricorda "come l’esposizione del volantino ci darà uno
stimolo in più per svolgere meglio il nostro lavoro anche se spesso non è
semplice chiedere l’età al cliente". Anche il Vice Direttore di
Confesercenti Valeria Alvisi dichiara "piena collaborazione all’iniziativa
che vedrà recapitare a circa 500 gestori di pubblici esercizi la locandina
predisposta dal Comune. Il rispetto della legge è importante e sarà altrettanto
utile per una maggiore sensibilizzazione a questo fenomeno che riguarda molti
giovani anche sopra i 16 anni, il rapporto personale e di confidenza che i
gestori di pubblici esercizi hanno con i loro clienti. Questo servirà
sicuramente a fargli spendere una parola in più nei confronti dei giovani che
abusano di sostanze alcoliche". (*) Nota: con i giovani la repressione può anche non servire, ma con i commercianti potrebbe funzionare. Il divieto di somministrare alcolici ai minori di sedici anni, del resto, non sanzionerebbe i giovani ma gli esercenti. Si potrebbe provare, non si sa mai. MARKETPRESS PROTEGGERE DALL’ALCOL I CITTADINI PIÙ A RISCHIO L’OPINIONE
PUBBLICA EUROPEA È FAVOREVOLE A NUOVE NORME Bruxelles, 15 marzo 2007 - L’opinione pubblica europea è favorevole all’introduzione di nuove norme per tutelare i cittadini più esposti ai pericoli dovuti al consumo di bevande alcoliche e ridurre gli incidenti stradali. A rivelarlo lo speciale di Eurobarometro sull’alcol presentato oggi dalla Commissione europea. Secondo i dati pubblicati quasi otto europei su dieci (77%) sono favorevoli all’introduzione di avvertenze sulle bottiglie per informare le donne in gravidanza e gli automobilisti sui pericoli dovuti al consumo di alcol. Il sondaggio rivela che un europeo su dieci beve abitualmente cinque o più bicchieri di fila, la soglia convenzionalmente utilizzata per definire il “binge drinking”, ossia bere fino a ubriacarsi. Dall’indagine emerge che il 19% dei giovani tra i 15 e i 24 anni pratica il “binge drinking”. Secondo Markos Kyprianou, commissario europeo responsabile della salute, “da questo sondaggio emerge chiaramente che i cittadini dell’Ue sono a favore di misure volte a tutelare specifici gruppi sociali - come le donne in stato interessante, gli automobilisti e i giovani - dagli effetti dannosi dovuti all’abuso e al consumo improprio di alcolici. Sono profondamente preoccupato - ha aggiunto il commissario – per i dati che mostrano che un giovane europeo su cinque beve abitualmente fino a ubriacarsi”. Misure protettive Nell’ue l’abuso e il consumo improprio di bevande alcoliche uccidono 195. 000 persone ogni anno. L’abuso di alcol è causa di un decesso su quattro tra gli uomini di età compresa tra i 15 e i 29 anni. La maggioranza degli europei apprezzerebbe misure volte a tutelare i gruppi più vulnerabili della società e a ridurre i decessi causati dagli incidenti stradali. Il 76% degli intervistati approva l’eliminazione delle pubblicità di alcolici rivolte ai giovani. Quasi tre quarti degli europei (73%) si dichiara d’accordo con l’abbassamento del livello consentito di alcol nel sangue per i giovani e i neopatentati e l’80% ritiene che esami a campione della polizia potrebbero costituire una misura efficace per limitare i consumi prima di mettersi alla guida. Gli uomini consumano più alcol e un europeo su dieci beve fino a ubriacarsi Gli uomini consumano più alcol delle donne. Secondo il sondaggio, l’84% degli intervistati di sesso maschile dichiara di essersi ubriacato nel corso dell’ultimo anno. Tra le donne, la percentuale si attesta al 68%. Due terzi degli europei dichiarano di aver consumato alcolici nel corso dell’ultimo mese e il 35% degli uomini ammette di aver bevuto più di tre drink di fila. Un europeo su dieci beve abitualmente più di cinque bicchieri di fila, che corrisponde alla soglia del “binge drinking”. Il dato, lo stesso del 2003, è particolarmente elevato tra gli intervistati più giovani. Quasi un ragazzo su cinque di età compresa tra i 15 e i 24 anni beve più di cinque bicchieri in una sola occasione. Tra gli europei il 34% degli irlandesi dichiara di ubriacarsi abitualmente. La percentuale si attesta al 27% in Finlandia, al 24 % in Gran Bretagna e al 23% in Danimarca. Solo il 2% degli intervistati in Italia e Grecia dichiara di ubriacarsi. Per i giovani il prezzo è importante Il sondaggio evidenzia che un aumento dei prezzi non ridurrebbe il consumo di alcol. Tuttavia, gli intervistati più giovani sono maggiormente sensibili agli aumenti del prezzo delle bevande alcoliche: il 44% degli intervistati dichiara che comprerebbe meno alcolici a fronte di un aumento dei prezzi del 25%. AGI ALCOOL: IN ITALIA SPOPOLA "BINGE DRINKING", BERE
PER UBRIACARSI Bruxelles - La maggior parte degli italiani consuma piu’ di cinque bevande alcoliche in un’unica occasione piu’ volte a settimana e sono il popolo europeo con il piu’ alto numero di persone che hanno dichiarato di essersi ubriacati nel mese precedente all’intervista. Sono questi alcuni dei risultati del rapporto Eurobarometro sulle opinioni degli europei nei riguardi dell’alcol, presentati oggi in Lussemburgo dal Working Group Alcohol and Health DGSANCO (Direction Ge’ne’rale Sante’ et Protection du Consommateur) della Commissione Europea. Come gia’ evidenziato dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanita’, le abitudini alcoliche degli italiani hanno presentato scostamenti significativi rispetto alla cultura del bere tradizionale, che Eurobarometro conferma essere stata contaminata dal fenomeno del "binge drinking", del bere per ubriacarsi. L’Italia e’ la nazione che nell’ambito del rapporto Eurobarometro ha registrato la piu’ elevata prevalenza in Europa di individui che dichiarano di aver consumato bevande alcoliche nel corso degli ultimi 30 giorni precedenti l’intervista. Secondo Eurobarometro il 10 per cento degli europei dichiara di ubriacarsi, percentuale che sale al 19 per cento tra i giovani di 15-24 anni di eta’ indicando che un ragazzo su cinque dichiara di bere per ubriacarsi. Un dato che si affianca a quello gia’ tristemente noto della mortalita’ giovanile a causa del bere: il 25 per cento di tutti i decessi tra i giovani di eta’ compresa tra i 15 ed i 29 anni e’ legato al consumo a rischio di alcol. Complessivamente in Italia il 46 per cento degli intervistati dichiara di non aver mai consumato piu’ di cinque bevande alcoliche in un’unica occasione ma il 53 per cento ha, invece, dichiarato di averlo fatto con frequenza variabile: il 12 per cento meno di una volta al mese, il 7 per cento una volta al mese, il 13 per cento una volta a settimana, il 21 per cento piu’ volte a settimana. Quest’ultima quota si colloca al terzo posto in Europa, dopo Austria e Spagna, e ben al di sopra della media europea pari al 13 per cento. IL GAZZETTINO (Pordenone) In provincia circa duecento morti all’anno. E un incidente
stradale su due è causato dall’ubriachezza Minori e alcol, allarme
sballo
L’Ass: alto rischio per l’abuso
del fine settimana. Al via la campagna dell’Ascom Alcol e minori, il rischio
degli sballi dei fine settimane è finito sotto il monitoraggio del Servizio
alcologia dell’Ass6. LA CAMPAGNA UNDER16 Il problema legato all’abuso di sostanze alcoliche da
parte dei giovanissimi, spesso anche sotto i 16 anni, si sta diffondendo sempre
di più. In Usa e nei Paesi del Nord Europa lo chiamano "binge
drinking": bere in grandi quantità nel fine settimana con l’unico
obiettivo di ubriacarsi. Una terribile moda che l’Ass6 sta monitorando. E
proprio in collaborazione con l’Azienda sanitaria gli esercenti pubblici
dell’Ascom hanno lanciato la campagna di prevenzione e di sicurezza rivolta
soprattutto ai giovanissimi. LOCALI SICURI In oltre settecento locali della provincia (bar, pub,
trattorie, ristoranti e pizzerie) saranno distribuiti dei manifestini con
slogan e messaggi pensati per essere efficaci rispetto ai ragazzi. Manifestini
che invitano a "usare la testa" e a non bere prima di mettersi al
volante. Inoltre, l’Ascom organizza dei corsi per gli esercenti tenuti dai
medici e dagli esperti del servizio alcologia dell’Ass6. In provincia i morti
per alcol sono circa 200 all’anno. Metà degli incidenti stradali sono causati
dall’abuso di sostanze alcoliche. Alcol del weekend, moda a
rischio
Si diffonde la sbronza del fine
settimana tra i giovanissimi. Parte la campagna Ascom-Ass
Il fenomeno è gia da qualche tempo noto negli Usa e nei
Paesi del Nord Europa: si chiamabinge drinking(bevute in baldoria) ed è diffuso
tra i giovanissimi, soprattutto nella fascia di età che va dai 15 ai 25 anni.
Nel fine settimana i ragazzi bevono alcolici in grandi quantità fino a
ubriacarsi e intossicarsi. La "moda" della sbronza del weekend,
conosciuta nelle società Usa e nordeuropee fin dagli anni Novanta, si è
trasformata in una vera e propria piaga sociale. E come tutte le mode giovanili
si diffonde velocemente, anche da Paese a Paese. Così il fenomeno, che comincia
a manifestarsi anche da noi, è finito sotto la lente del Servizio di alcologia
dell’Azienda sanitaria 6 che ha cominciato a monitorare la situazione con una
certa attenzione alzando il livello di guardia. Secondo gli esperti il dilagare
del fenomeno potrebbe, magari negli anni, portare a situazioni di rischio di
alcolismo. La maggior parte deibinge drinkers frequenta la scuola superiore e
l’università. E non si deve pensare che siano individui che vivono situazioni
di marginalità sociale. Anche perché nelle serate dedicate alle super-consumazioni
di alcolici vengono spesi parecchi soldi. È anche per rispondere e fare fronte a questo tipo di
situazione i pubblici esercenti dell’Ascom con l’Azienda sanitaria hanno
lanciato una nuova campagna di prevenzione e di sicurezza contro l’abuso di sostanze
alcoliche tra i giovanissimi. L’Ascom ha predisposto tre diversi tipi di
mini-cartellonistica che sarà distribuita e appena in oltre settecento pubblici
esercizi dell’intera provincia. Oltre ai manifestini, a bar, pub, ristoranti e
pizzerie saranno distribuiti dei "regoli" in cartoncino che
serviranno ai clienti per misurare il loro livello alcolimetrico prima di
mettersi al volante. Ma l’obiettivo principale della campagna informativa (e
gli slogan sono stati pensati per quel target) è quello di raggiungere i minori
di sedici anni. I più giovani che, troppo spesso, sono anche quelli più esposti
ai rischi. Rischi legati soprattutto agli incidenti stradali: in provincia un
incidente mortale su due è collegabile all’abuso di alcol. «È opportuno - come ha precisato Alberto Marchiori, presidente dell’Ascom presentando l’iniziativa in Provincia accanto all’assessore Alessandro Ciriani - che gli esercenti facciano la loro parte. Per questo abbiamo pensato a una serie di iniziative che vadano nella direzione della prevenzione». E il direttore generale dell’Ass6, Fabrizio Oleari, ha precisato: «La tutela della salute, di fronte a fenomeni come questo, non può essere solo responsabilità delle autorità sanitarie ma più complessivamente di tutta la società. Per questo siamo lieti di partecipare a questa iniziativa». E Sergio Lucchetta, vicepresidente Ascom e referente della Federazione pubblici esercenti, ha ribadito: «Di fronte a cambi di costume generazionali vogliamo fare la nostra parte poiché noi siamo quelli che stanno in strada tutti i giorni. La campagna è contemporaneamente rivolta ai nostri soci e ai clienti». E gli operatori sono spesso in difficoltà rispetto ai minori di 16 anni. «Da un po’ di tempo - racconta Paolo Malvani, titolare del "Barcollo" in piazza XX Settembre a Pordenone - noi di fronte ai casi dubbi chiediamo il documento ai ragazzi. Se non ce lo mostrano, visto che non sono obbligati, noi ci rifiutiamo di dare loro da bere. Così come stiamo attenti che non mandino al bancone un over16 che poi passa il bicchiere all’amico più giovane». Davide Lisetto PARLA IL MEDICO «La super-bevuta occasionale può diventare un’abitudine» (d.l.) -«Quella del binge drinking è una moda che è stata
importata soprattutto dai Paesi del Nord Europa. I giovanissimi scelgono il
fine settimana per bere a volontà con l’unico obiettivo di ubriacarsi. Un
comportamento, anche se occasionale, che potrebbe avere effetti devastanti
anche in un periodo piuttosto lungo di 10, 20 o anche 30 anni. Il consumo
occasionale può diventare abituale». Paolo Cimarosti, medico responsabile del
Servizio di alcologia dell’Ass6, non sottovaluta affatto il fenomeno che si sta
diffondendo anche in provincia. Quante sono le persone che l’alcol uccide nel Friuli
occidentale? «Dai nostri studi risultata che poco meno di duecento
persone muoiono di media in provincia a causa dell’alcol o per motivi a esso
correlabili. La causa maggiore resta quella delle malattie, in particolare la
cirrosi. Ma un incidente stradale mortale su due è dovuto a cause che in
qualche modo sono collegabili all’abuso di sostanze alcoliche». È in aumento il numero di ragazzi che sono sotto la vostra
osservazione? «In realtà i casi di giovanissimi che arrivano da noi non
sono frequenti proprio perché le possibili degenerazioni si manifestano più
tardi. C’è, invece, un altro fenomeno che stiamo riscontrando da qualche tempo.
Una ventina di anni fa le persone che venivano in cura nei nostri servizi
avevano un’età media di 60 anni per i maschi e di 55 per le donne. Oggi l’età
si è drasticamente abbassata e il trend non sembra fermarsi: gli uomini hanno
55 anni e le donne 45». Quali strade sono percorribili per raggiungere le fasce di
età più a rischio? «Un buon sistema è quello della prevenzione da realizzare
attraverso una comunicazione ad hoc come nel caso di questa campagna con gli
esercenti dell’Ascom. L’obiettivo è quello di andare con messaggi e forti ed
efficaci tra i giovani. Proprio per prevenire le fasi più acute e patologiche
di marginalità sociale che si traducono poi in abusi in famiglia, molestie,
violenze a anche casi di pedofilia commessi da acolisti». TOUR DEL BICCHIERE In una serata spesi anche 50 euro
Il giro degli apertivi, per molti giovani, comincia generalmente
nel tardo pomeriggio del sabato. Verso le 19 si comincia con un primo giro. Il
"tour dei bar" può durare anche fino alle 21 o 21,30. Nel corso di
circa due ore possono venere consumati dai tre ai quattro apertivi. Il calice
più diffuso è il famoso "spriz" con analcolici vari. Ma è molto in
uso anche il consumo di vini bianchi e rossi. Se il costo medio è di circa 2
euro, 2 euro e mezzo si spendono una decina di euro. Tra amici poi si offre,
perciò a volte la spesa può raddoppiare. Dopo l’apertivo si va a cena in compagnia. E poi i giovani
si preparano al cosiddetto post-dinner. Il popolo del sabato sera cerca qualche
locale: si va nelle discoteche o nei disco-bar. E lì i drink costano anche di
più. Un cocktail può essere pagato anche dieci o quinci euro. La serata è lunga
perciò è difficile che - tra una chiacchiera e l’altra - ci si fermi al primo
drink. Arriva il secondo e poi magari il terzo. E la spesa triplica e può
raggiungere anche i trenta, quaranta euro. Che sommati ai dieci, venti degli
apertivi fanno 50 o 60 euro, solo di alcolici senza contare la cena. E se in discoteca un gruppo di amici decide di sistemarsi
un tavolino e di ordinare la "materia prima" per farsi i drinkla
spesa per una bottiglia di superaclico puà arrivarer anche a 70, 80 euro che in
questo caso vengono divisi tra il gruppo di coetanei. Insomma, una bella spesa.
La bevuta del weekend rischia dunque di pesare sui bilanci familiari, visto che
molto spesso i giovani dediti al binge drinking sono studenti. E non a caso, l’assessore provinciale Alessandro Ciriani -
che ieri ha presentato l’iniziativa anti-alcol con Ascom e Ass6 - ha fatto un
chiaro riferimento alle famiglie. «Le istituzioni si impegnano - ha detto -
come fatto in passato per la sicurezza stradale ma dobbiamo trovare sulla
stessa linea anche le famiglie. Altrimenti non si vince quella che è ormai una
guerra». LOTTA DEGLI ESERCENTI Slogan in vetrina e gara
analcolica
Saranno oltre settecento i pubblici esercizi aderenti
all’Ascom che saranno coinvolti nella campagna di prevenzione e sicurezza
contro l’abuso delle bevande alcoliche. Una campagna che punta a ridurre
l’abuso di alcol soprattutto tra i minori di sedici anni. L’associazione ha
predisposto tre manifestini (contenenti slogan e messaggi immediati ed efficaci
per i ragazzi) che si potranno trovare in ciascuno dei locali che aderiscono
all’iniziativa portata avanti in collaborazione con l’Azienda sanitaria.
Inoltre, ai più giovani sarà distribuito anche una sorta di "regolo"
per automisurarsi il livello alcolimetrico magari dopo una serata trascorsa con
gli amici. Inoltre, l’Ascom sta cercando il modo di fare acquistare agli
esercenti il "palloncino" in uso dalla polizia francese e distribuito
anche in Italia al costo di un euro. «Cerchiamo anche in questo caso - ha detto Sergio Lucchetta, vicepresidente Ascom referente degli esercenti Fipe - di svolgere un ruolo sociale che non è proprio di nostra competenza. Siamo di fronte a cambiamenti generazionali nei costumi. Fino a qualche anno era assi difficile trovarsi di fronte a giovanissimi che consumavano apertivi e altro. Oggi è diventata quasi una norma, almeno nei fone settimana. Noi cerchiamo di rispondere con la nostra professionalità». Per questo la campagna anti-alcol ai minori comprenderà anche alcuni corsi rivolti proprio agli esercenti. I baristi torneranno a scuola di fronte ai medici e agli esperti del servizio di alcologia dell’Azienda sanitaria. Quattro date sono già stata fissate - tra marzo e aprile - dall’Ascom di Pordenone e degli altri mandamenti della provincia». Ma ci sarà anche una gara di cocktail analcolici organizzata per le scuole che vedrà gli studenti come giurati per premiari i migliori cocktail no-alcol. CORRIERE ADRIATICO Hanno fatto baldoria alla Torre
Folk di Rimini ma senza troppe trasgressioniC’è stato ancheuno
spogliarelloTutto è filato liscio e perfino gli etilometridella polizianon
hanno dato segnali La cena dei 100 giorni per mille studenti pesaresi, tutti
spensierati e più consapevoli “Una festa allegra e senza timori”
PESARO - La Festa dei 100 giorni, e conseguentemente la
maxi-cena romagnola, è stata servita. Niente bocconi amari da deglutire per la
serata che è filata via tra brindisi e divertimento. Scampato il pericolo, la
cena è stata un successo - almeno a detta degli studenti partecipanti - dopo
molti giorni di polemiche e diatribe sulla sicurezza e sui luoghi del
divertimento per i ragazzi pesaresi. Dissipate le paure di genitori e professori sull’esito
della festa i giovani hanno restituito coscienza e corretto senso del
divertimento. “Quest’anno la festa si è rivelata diversa - commenta Marco
Perugini, uno degli organizzatori -. Dopo gli incidenti stradali avvenuti nelle
ultime settimane i ragazzi si sembrano essersi accorti del valore delle cose .
Ho visto solo gente allegra che si divertiva. L’unica cosa trasgressiva è
stata l’esibizione di due spogliarellisti, un uomo e una donna verso le due,
una cosa simpatica che ha movimentato il clima”, conclude Perugini con un
sorriso. Erano 1045 - secondo fonti degne di fede - gli studenti
che hanno popolato ieri sera la Torre Folk di Rimini ridendo e ballando ma che
hanno tirato il fiato e affondato i pensieri nei ricordi quando Marco Perugini,
insieme agli altri organizzatori, dal palco, ha ricordato la morte dei quattro ragazzi
pesaresi in quella sera sulla statale, una sera che era nata nel divertimento
per trasformarsi in tragedia. “La serata è nostra
però dobbiamo anche interpellare la nostra coscienza - ha detto Marco alla
folla di ragazzi - perchè non si ripetano più le stragi sulle strade nella
memoria e nel rispetto dei nostri amici Riccardo Procaccioli, Elisa Siliquini,
Paolo Sorcinelli e Filippo Melucci che non ci sono più”. Le lunghe tavolate
animate da bicchieri levati al cielo hanno raggruppato, mischiato, fatto
incontrare gli studenti di tutti gli istituti della provincia per una sera
indimenticabile. “Nessuna delle tragedie che la gente prevedeva si è
verificata, per fortuna - continua Ilaria Madonna, che faceva parte anche lei
dello staff organizzativo -. Anche la polemica sugli alcolici inclusi nel
prezzo della cena si è risolta con una bottiglia di vino per 5 persone e
qualche bicchiere di birra in mezzo alle tavolate”. A trasportare le allegre comitive sono stati 14 pullman
che sono partiti verso le 21,30 dall’istituto alberghiero Santa Marta e dal
Campus, e che a fine serata hanno garantito un ritorno sicuro alle anime
festanti. Anche la Polizia stradale, dal canto suo, tesse le lodi ai
ragazzi al volante per la serata di ieri, su 25 controlli effettuati, 3 patenti
sono state ritirate e gran parte degli esami fatti con l’etilometro hanno
rivelato giovani rimasti completamente sobri. Non mancano più 100 giorni agli esami di maturità, ma
quelli che restano vivranno del riflesso indimenticabile di questa serata. Che
è anche servita, come detto, a sperimentare una nuova consapevolezza nei
ragazzi che vogliono divertirsi, senza creare polemiche ma soprattutto pericoli
per loro stessi, dopo l’amara esperienza di quella tragedia sulla statale che ha
falciato quattro di loro. L’accordo tra Comune e gestori sugli orari della
musica aiuta questa inversione di tendenza, anche se la strada da fare è ancora
lunga. VALENTINA ANTONIOLI LA PROVINCIA DI SONDRIO Stragi del sabato sera: meglio
educare o reprimere?
Cara Provincia, in queste righe vorrei esprimere il mio
dissenso e la mia incredulità davanti alla proposta del Ministro Bianchi, il
quale con le nuove norme “anti-strage del sabato sera”, dimostra, a mio avviso,
una profonda ignoranza in tema di politiche giovanili e una totale lontananza
dal contesto reale e dalle esigenze dei giovani italiani. Sia ben chiaro, tutti
piangono le giovani vita perse nei troppi numerosi incidenti stradali e tutte
le persone dotate di minimo buon senso esprimono condanna verso atteggiamenti
troppo leggeri e spericolati nelle condotte di guida. La proposta di legge in
questione però, appare come una caccia alle streghe, attuata con mezzi
spropositati e privi di buon senso. Come si può pensare di applicare multe da
oltre dodicimila euro? Consiglio vivamente al Sig. Ministro di dare un occhiata
alle statistiche di quello che è il reddito medio delle famiglie italiane di
considerare la portata del danno economico di vedersi tolta la patente di guida
per un intero anno. Non mi sembra una soluzione eticamente corretta quella di
terrorizzare l’utente della strada con sanzioni follemente esagerate. Propongo
invece di sanzionare i trasgressori con sanzioni moderate, magari più pesanti
in caso di recidività, e di aumentare invece sensibilmente i controlli,
attualmente quasi inesistenti. Non mi sembra corretto sparare pochi colpi nel
mucchio e letteralmente massacrare i poveretti che vengono pescati in
flagrante. A chi prende ad esempio, altri paesi europei con normative similari,
vorrei far notare che in questi paesi, i mezzi pubblici quali autobus e taxi,
sono ampiamente disponibili anche durante le ore notturne e a prezzi
accessibili a tutti. Inutile sottolineare che in Italia così non è. Una nota
positiva, ottima l’idea di utilizzare come strumento punitivo le attività
sociali al servizio delle vittime della strada. Giorgio Schilura Le sue proposte sono tutte applicabili, non c’è che dire. Ma credo che se il ministro mostra un approccio un po’ troppo da professore qual è, le sue osservazioni - permetta - mi sembrano venate da qualche illusione di troppo. Sono d’accordo che proporre supermulte e sospensioni record della patente possa risultare pesante, ma dobbiamo fare i conti con una vera e propria emergenza. Non so se si rende conto di quanto sta diventando pericoloso girare, magari il sabato sera, per le strade. Va bene educare, ma alla repressione di comportamenti criminali non vedo ci siano molte alternative. Lei invoca maggiori controlli, ma una volta fermato il trasgressore, magari ubriaco o drogato (all’origine più spesso di quanto si pensi di tantissimi incidenti) cosa si dovrebbe fare? Un buffetto sulla guancia? Mi creda, spegnere un’altra vita ha un valore che non è paragonabile a nessun divieto o multa, per pesanti che possano essere. Umberto Montin u.montin@laprovincia.it IL GAZZETTINO (Treviso) Il nordest l’area con la maggiore
incidenza sulla popolazione
Dieci tumori al mese alle vie
aero-digestive
Con 20 nuovi casi annui ogni 100.000 abitanti il Nordest
risulta l’area d’Italia in cui i tumori delle prime vie aero-digestive hanno la
più alta incidenza tra la popolazione: lo segnala il Centro di riferimento
Regionale per l’Oncologia Cervico-Facciale dell’Usl 9 di Treviso. È un dato che
si traduce nel doppio dei casi rispetto a Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e
Toscana (zone a media incidenza con 10 casi ogni 100.000 abitanti) ed è ben 4
volte superiore a quello che emerge in Italia meridionale, dove sullo stesso
parametro i nuovi casi annui sono 5. I tumori delle prime vie aero-digestive sono la quarta
causa di neoplasia maligna nel maschio che, rispetto alla donna, viene colpito
2-3 volte più frequentemente. Ogni anno in tutta la Penisola un tumore delle
prime vie aero-digestive viene diagnosticato a 12.000 persone. Al Centro
Regionale per l’Oncologia Cervico-Facciale dell’Usl 9, diretto dal professor
Carlo Marchiori, vengono diagnosticati circa 10 casi ogni mese. Il Centro trevigiano - struttura clinicizzata
dell’Università di Padova - ha organizzato per domani a Treviso un incontro
dedicato a queste patologie con lo scopo di fare il punto sugli aspetti più
moderni della diagnostica e della terapia di tali tumori e di illustrare i
progetti futuri, che riguardano sia il proseguimento dell’attività di ricerca
in collaborazione con prestigiose istituzioni nazionali (IOV) ed internazionali
(IARC) sia il campo della prevenzione. L’appuntamento e a Ca’ dei Carraresi
alle 15. «Il Nordest e la Marca Trevigiana in particolare,
risultano, purtroppo, una delle aree geografiche più interessate d’Europa -
spiega il professor Marchiori -. Il fumo e l’alcool sono i principali fattori
eziologici. Quasi il 60% dei tumori delle prime vie aerodigestive viene
diagnosticato tra i 55 e i 75 anni di età e la sopravvivenza a 5 anni è
complessivamente del 60-65%: del 20-30%, per i casi diagnosticati in stadio
avanzato ma anche del 90-95% per i tumori individuati in fase iniziale.
Quest’incontro ha lo scopo di fare il punto sugli aspetti più moderni della
diagnostica e della terapia, sensibilizzando l’opinione pubblica verso la
giusta prevenzione, promuovere e sostenere la ricerca e offrire quindi ai
malati cure che siano in grado non solo di aumentare le guarigioni ma anche di
migliorare la loro qualità della vita». I dati confermano l’importanza di una diagnosi tempestiva all’insorgere della patologia e della prevenzione grazie a corretti stili di vita. «In Italia circa l’80% dei tumori maligni del cavo orale, faringe e laringe sono attribuibili al fumo di tabacco e all’alcool - spiega Marchiori - e sarebbero in molti casi evitabili in assenza di queste abitudini». IL SECOLO XIX Venerdì, 16 Marzo 2007
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