Sabato 23 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 19/03/2007

da Associazione italiana vittime della strada - PER UNA SICUREZZA STRADALE POSSIBILE

 


Per noi FAMILIARI dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA VITTIME della STRADA, tra le croci che dobbiamo sopportare, la più dolorosa è quella delle lapidi sopra le tombe dei tanti giovani che terminano la vita per le strade. Altri - ritenuti più fortunati dei primi - devono continuare i giorni trasportandosi con carrozzine. Insieme alle schiere di vittime sopravvivono quelle immobili nei letti, tra cannucce, fili, terapie ed assistenze permanenti. E così si continua ad andare per le nostre strade. Eppure le strade sono costruite dagli uomini per viaggiare, unire, comunicare e tornare. Ma ancora dagli uomini esse sono spesso deformate in luoghi di dolori, distruzioni, morte. Nel nostro Paese in un solo anno le statistiche continuano a registrare che vi perdono la vita, sommandosi uno dopo l’altro, migliaia di cittadini, tanti come gli abitanti di un nostro paese. E restano le stigmate affettive, non le sole, di chi li ama.
Per non pochi utenti la strada viene usata come momento per fare presto, bruciare il tempo, essere davanti, comunque. Come pure sono vissute quali palcoscenici dove esibirsi, imporsi, provare ebbrezze, sfidare i limiti. Fino a che la strada degenera in scenario di frantumi, luogo di distruzioni, sangue, morte. Troppi tra gli abilitati alla guida che soccombono sono giovani, con licenza fresca, anche senza. Tanti disastri avvengono di notte, dopo incontri con amici, sballi in discoteche, gare motoristiche per strade scambiate per piste. E quante volte a monte dell’incidente c’è stato abuso di alcol, assunzione di stupefacenti, miscuglio di entrambi. Che inducono ad esaltazioni, sfide, prepotenze. Ma la mente è offuscata, i riflessi sono starati, gli equilibri compromessi e la guida si fa incerta. Oppure il conducente del veicolo è preso dalla brama di onnipotenza, da presunzione di domini assoluti, da non essere contrastati. Se a simili condizioni si somma l’ignorare segnaletiche, regole, situazioni, allora la strada può trasformarsi in una guerra, un inferno. 
Le statistiche oramai conteggiano che entro i 30 anni il finire la vita per le strade sia salito a prima causa di morte. Che primato! Che insulto alla vita! Che progressi! 

Sono costi assurdi ed insieme terribili da tributare. Spesso si colgono, tardivamente, cause che contraddicono avanzamenti socioculturali. A monte insistono modelli, si diffondono stimoli, provocazioni che ignorano codici, norme, senso del limite.
Noi, memori dei nostri cari e nella speranza che tali drammi si ripetano sempre meno, denunciamo con forza a chi ci vuole ascoltare (ancora pochi):
“Ci si deve rassegnare a piangere vittima dopo vittima, alla sottrazione violenta di affetti, a sopportare tanti danni, poi trascuratezze, ingiustizie, … pure indulgenze penali?
“E’ da persone intelligenti e consapevoli trascurare che alla guida del vicolo ‘colpevole’ c’era un individuo con la testa umana, mentre si tenta di sciogliere responsabilità coinvolgendo malasorte, destino, sfortuna, anche la curva assassina, l’albero killer, il buio, la pioggia, l’asfalto traditori?
“E’ possibile frenare questo maledetto andazzo, divulgando informazioni, attuando politiche che si traducano in reale CIVILTA’ DELLA STRADA ?
Tutti, ciascuno ed insieme, domandiamoci quanto possiamo fare, concordare per PREVENIRE tanti incidenti stradali, salvare vite, tutelare diritti, e andare più sicuri per le strade e nelle città. Non si può più aspettare che provvedano, rimedino solo altri; non basta limitarsi a compiangere; non è sufficiente riprovare l’accaduto dopo. E’ pure colpa umana e sociale tacere, ignorare, passando oltre.

Noi dell’Associazioni Familiari e Vittime della Strada, con la forza del dolore e il diritto - dovere di sperare per sopravvivere, chiediamo ai responsabili delle istituzioni, a genitori, educatori, organi d’informazione, autoscuole, a quanti vogliono ascoltarci, il migliore impegno affinché le vittime della strada, compresi quelli che vi sopravvivono, possano decrescere, come auspica la recente ‘Carta Europea per la Sicurezza Stradale‘.  

Per la Sezione Provinciale A.I.F.V.S.
Francesco Fontana


© asaps.it
Lunedì, 19 Marzo 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK