Rassegna stampa del 7 luglio 2005 |
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“Il Secolo XIX” del 7 luglio 2005 Tre romeni fermati dopo furto da Bennet B. Ma. Belforte Avevano troppa fretta di allontanarsi dal centro commerciale reggendo alcune grosse borse, i ladri che la polizia stradale di Belforte ha arrestato ieri mattina: ieri il processo per direttissima con una condanna patteggiata a sei mesi. Sarebbero i componenti di una mini banda specializzata nei furti soprattutto all’interno di grandi centri commerciali, come il Bennet di Belforte, a un centinaio di metri dal casello autostradale. "Un comportamento strano - sottolinea il comandante della polstrada, Nicola Disette - per chi esce dal supermercato dopo aver fatto acquisti. Uno cammina con passo normale, non cerca di scappare". I poliziotti, insospettiti, hanno cercato di avvicinarli ma i tre sono saliti frettolosamente sulla loro auto, una "Tipo" targata CN e filati via. Un breve inseguimento da parte della polizia e poi la cattura. Le borse erano piene di profumi, creme di bellezza, oggetti vari di un certo valore. Sono stati arrestati in fragranza di reato: Clorin Mircea Paltzi, 23 anni, e Nicolai Curean, 18 anni; un terzo, J. C., 17 anni, è stato solo denunciato al Tribunale dei minori. Sono tutti romeni in stato di clandestinità, abitanti a Cuneo. Curean ha tentato di farsi passare per minorenne per sfuggire all’arresto. La polizia non ha creduto alle sue affermazioni e lo ha condotto all’ospedale per l’esame delle ossa dal quale si è accertato che era maggiorenne. Nel primo pomeriggio, assieme all’altro complice, con rito direttissimo è stato condannato a 5 mesi di reclusione per furto aggravato continuato, con custodia in carcere. Singolari i metodi per i furti. Uno è quello delle borse "blidate" con una pellicola interna di carta stagnola, per cui alla cassa non scatta l’antitaccheggio; il secondo, usato in questa occasione al Centro commerciale Bennet, richiede la presenza di tre persone. Alla cassa il secondo della fila paga regolarmente merce di poco costo. Nel frattempo uno degli due deposita sul pavimento la borsa con la refurtiva, che, grazie a piccole spinte date con i piedi, supera l’antitaccheggio visto che sotto un certo livello del piano cassa il controllo elettronico non intercetta. Da “Il Secolo XIX” del 7 luglio 2005 "Di notte guido a 150 all’ora" Bufera sul ministro dei Trasporti che viola il codice, ma lancia la campagna prudenza sulle strade Lunardi confessa il vizio per la velocità e poi si pente Paolo Fantini Roma Agli italiani in partenza per le vacanze consiglia "pazienza e prudenza" sulle strade, ma a lui piace correre e ammette di guidare a forte velocità. "Personalmente viaggio molto bene di notte e mi auguro che qualcuno segua questa indicazione - ha raccontato il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi - Appena posso prendo la mia automobile e viaggio da solo. A quanto vado? Anche a più di 150 all’ora". La clamorosa affermazione del ministro, fatta proprio al termine di una conferenza stampa sulle misure di sicurezza adottate per il prossimo esodo estivo, ha avuto un effetto dirompente: dall’opposizione e dai banchi del Parlamento sono subito piovute le richieste di togliere punti e patente al ministro. Le associazioni dei consumatori sono arrivate a sollecitare le sue immediate dimissioni. Di fronte a questa levata di scudi, tanto compatta quanto determinata, Lunardi ha dovuto fare marcia indietro e recuperare posizioni. "Mi spiace che una battuta ironica a una domanda ironica sia stata interpretata come una risposta seria - ha spiegato - E’ mia abitudine, infatti, rispettare scrupolosamente i limiti di velocità e non solo per coerenza rispetto alla carica istituzionale che ricopro, o perché me lo impone il codice della strada che ho provveduto a far varare nel corso di questa legislatura, ma soprattutto perché tengo molto alla mia sicurezza e a quella degli altri automobilisti". Ma ormai il danno era fatto e subito si è ricordato che proprio Lunardi è stato ed è ancora il principale sostenitore dell’opportunità di elevare il limite di velocità sulle autostrade dagli attuali 130 a 150 chilometri orari, sia pure solo su una parte delle tratte a tre corsie". "Che Lunardi amasse pigiare l’acceleratore non era un segreto - commenta Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente - ma certo non ci aspettavamo una confessione, che, a sentirla da cittadino, suona proprio come uno sberleffo. Forse chi infrange i limiti di velocità non è il ministro ma il Lunardi ingegnere e privato cittadino. Nessuno scandalo dunque. Salvo il fatto che a volte i due si scambiano le parti e il ministro arriva a proporre, contro le stesse raccomandazioni dell’Unione europea, di innalzare i limiti di velocità". Stando alla legge, se venisse fermato durante le sue corse notturne, Lunardi rischierebbe una multa da 143 euro e la decurtazione di due punti dalla patente. Un po’ poco secondo Adusbef e Federconsumatori che suggeriscono di togliere al ministro almeno dieci punti. "Ma noi ci auguriamo - hanno aggiunto le due associazioni di consumatori - che sia solo una spacconata da non emulare dagli automobilisti, soprattutto nell’esodo estivo ancor più denso di pericoli per l’incolumità fisica dei viaggiatori, anche a causa dei "corridori alla Lunardi" che scambiano le strade per circuiti da Formula Uno". Secondo Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale, "sarebbe come se il ministro dell’Interno, alla vigilia del campionato, ci dicesse che ogni tanto va in curva sud a lanciare petardi o epiteti contro la polizia". "Chi spiegherà al ministro che la velocità è il primo fattore di rischio della strada? - ha continuato Biserni - Una riduzione di 3 km/h della velocità media permetterebbe di salvare 5-6 mila vite ogni anno in Europa ed eviterebbe da 120.000 a 140.000 incidenti, facendo risparmiare 20 miliardi di euro". Dal fronte politico, come detto, una valanga di condanne. "Sarà il caldo, ma a ridosso dell’esodo estivo che si attende per le prossime settimane dovrebbero essere ben altri i messaggi da lanciare", ha detto Giorgio Pasetto, responsabile Trasporti della Margherita. Walter Tocci dei Ds e Loredana de Petris dei Verdi parlano di "fatto gravissimo e inaudito" auspicando che i cittadini non accolgano questo invito a violare il codice della strada. Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 7 luglio 2005 Per fortuna senza gravi conseguenze Ubriaco provoca incidente sulla 379 Alla guida della sua auto, lungo la statale Brindisi-Bari, ubriaco fradicio. Poteva causare una strage. Ad evitare che il sinistro accaduto l’altra sera lungo la carreggiata nord della strada statale 379, all’altezza del chilometro 27+500 dell’arteria viaria, in agro di Carovigno, avesse conseguenze ben più tragiche è stato solo il tempestivo intervento di una pattuglia della Polizia stradale del distaccamento di Fasano. Dopo che alla centrale operativa della Polstrada erano giunte diverse telefonate di automobilisti che si erano imbattuti in una Hiunday Latra che pericolosamente zigzagava lungo la statale, gli agenti si erano subito messi sulle tracce della berlina. Quando l’auto ha urtato contro il guard rail della 379, finendo la sua folle corsa al centro della carreggiata, i poliziotti erano proprio nei pressi del tratto della statale dove è successo l’incidente. Dopo aver estratto dall’abitacolo della berlina il conducente, gli agenti hanno subito provveduto a segnalare l’incidente per evitare che altre vetture in transito finissero contro l’auto incidentata. Intanto, il guidatore - un rumeno di 35 anni, da tempo residente a Brindisi - è stato accompagnato dagli agenti presso il pronto soccorso dell’ospedale Perrino. Dagli accertamenti eseguiti dai medici è risultato che il tasso alcolico nel sangue del rumeno era di ben sette volte superiore alla soglia consentita. Guidando in quelle condizioni avrebbe potuto causare una strage. All’uomo è stata immediatamente ritirata la patente ed è stato denunciato alla magistratura per guida in stato di ebbrezza. Da “Il Gazzettino” del 7 luglio 2005 L’INTERVENTO I poliziotti bellunesi hanno capito la gravità del caso e hanno deciso di trasportare il piccolo paziente "Anche noi siamo padri di famiglia" La Volante è schizzata verso la clinica patavina, scortata in città da un’altra "pantera" locale m.z.
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