LA REPUBBLICA CRONACA Aperitivo in piazza poi tutti all’Alter Ego. Lo psichiatra
Andreoli: "vogliono stordirsi subito" Vino, birre e cocktail: sono queste le notti dei ragazzini
del nord-est (*) Già ubriachi prima
della discoteca "effetto bomba" per i baby alcolisti DAL NOSTRO INVIATO MARIA NOVELLA DE LUCA
VERONA - A mezzanotte sono già ubriachi ma la notte non è
ancora cominciata. Ridono, piangono, cadono per terra. E’ "l’effetto
bomba", dice lo psichiatra Vittorino Andreoli, alterare i propri sensi velocemente
e subito, con la testa che va in fiamme e le gambe che diventano molli, i
ragazzini la chiamano "happy hour drug", fa saltare gli ostacoli,
cancella complessi e timidezze, spinge a camminare aggrappati l’uno all’altro,
a sentirsi, toccarsi, stretti forte ai propri compagni di bevute. Sono adolescenti, o poco più. In fila con il bicchiere in
mano davanti ai caffè storici di Verona, tra i marmi antichi di Piazza delle
Erbe, bevono birra, rum e coca, vodka-lemon, l’aperitivo della casa,
l’aperitivo bum-bum, quello che fa volare subito e ubriacare in un colpo. Hanno
dai 14 ai 20 anni, buoni studi, buone paghette in tasca, e un unico comune
denominatore: sono baby alcolisti, ultima, nuova emergenza nazionale che ha
portato l’Italia ad essere il paese europeo dove i giovani cominciano a bere in
età più acerba, il primo sorso a 12 anni. Altrove l’iniziazione avviene a 14, ma il risultato è
identico: vite drogate dall’alcol, in un allarme globale che accomuna ormai la
gran parte dei paesi occidentali. In Italia, dicono le ultime statistiche, il
15% dei giovanissimi si ubriaca abitualmente, "in una corsa al binge
drinking, il bere compulsivo, che sta portando decine di giovani nelle comunità
terapeutiche per disintossicarsi, con modalità di consumo sconosciute fino a
pochi anni fa", rivela Eugenio Scafato che dirige l’Osservatorio su alcol,
droga e fumo dell’Istituto superiore di sanità. Basta passare una serata nel cuore di una città della
ricca provincia del Nordest, dove il tasso alcolico pro-capite è tra i più alti
d’Italia, per capire quali siano le parole d’ordine di questa eurogenerazione
che ha importato dai paesi anglossassoni il rito della sbornia da weekend, e
dove anche il vino viene consumato ormai con le regole del binge drinking. Il
Governo ha dichiarato guerra all’alcol contro le stragi del sabato sera, ha
lanciato il codice etico tra gestori e consumatori, ma alle otto di sera
Teresa, Samantha, Piero e Giovanni, sedici anni a testa, insieme ad un’altra
trentina di coetanei, bevono un aperitivo orlato di una fetta d’arancio davanti
ad un piccolo bar in Corso Portoni Borsari, poco lontano da Piazza delle Erbe.
Sono già al secondo bicchiere, il mix è fresco, dolce, piacevole, mentre gli
snack d’accompagnamento, patatine, polpettine, pizzette, vengono divorate con
la velocità della luce. "Sì, picchia, ma è solo l’inizio - confessa Piero con
qualche remora e la garanzia dell’anonimato a causa genitori già in allarme per
i suoi sabati sballati - qui tiriamo tardi, è normale, poi ci spostiamo all’Alter
Ego, la nostra serata va così. Beviamo tutti, anche le ragazze, una volta alla
settimana si può fare, alle dieci andiamo cena, altrimenti ti sbronzi subito,
con la pizza sono meglio birra e vino, prima della discoteca facciamo un altro
giro dei bar, fino a mezzanotte nei locali non c’è nessuno, dopo cena ci tocca
lo shottino, è uno sparo, superalcolico puro". Uno shot e via, in motorino
verso il cuore della notte, con un’alterazione dei sensi che di certo avrebbe
già bruciato gli alcolimetri della polizia. In discoteca infatti i ragazzini
arrivano che sono gruppetti barcollanti, e il serpentone davanti all’Alter Ego
è fatto di teenager gonfi di birre e cocktail, con alle spalle già quattro,
cinque ore trascorse di bicchiere in bicchiere, di pub in pub. E Verona è come
Bologna, come Milano, Roma, le serate sono simili, alcoliche, trasgressive. Per questo il binge drinking è un tipo di ritualità
giovanile che lo psichiatra Vittorino Andreoli ha deciso di studiare e
indagare. "L’alcol è una droga che dà modificazioni lente, i ragazzi
invece, con questa modalità del bere compulsivo, hanno trovato il modo per
ubriacarsi velocemente e subito. E sono riusciti addirittura a rendere
immediata la sbornia da vino, perché lo consumano attaccandosi alla bottiglia,
buttandolo giù finché hanno fiato... L’adolescenza - spiega Andreoli - è l’età
della metamorfosi, gli adolescenti non si piacciono, si sentono travolti da se
stessi e cercano in tutti i modi di governare questa metamorfosi. L’alcol è
l’ingrediente più vicino, ce l’hanno in casa, l’alcol è ovunque, agisce subito
e fa sentire disinibiti. I loro stessi genitori non avvertono, a torto, il bere
come pericolo, ne ho sentiti tanti dire meglio una sbronza che la droga... Un
errore, gravissimo, oggi questo modo di bere dei giovanissimi ha tutte le
caratteristiche della tossicodipendenza". Ma Andreoli va più in là:
"Questa campagna di nuove regole è ipocrita. Il messaggio che ai giovani
arriva è: bevi ma non guidare, bevi ma non metterti in pericolo. Mentre ad ogni
ora del giorno e della notte su ogni canale televisivo la testa dei giovani è
martellata di spot pubblicitari che invitano a consumare birra, vino,
whisky...". Per capire infatti bisogna andare al di là della notte, al
di là del weekend, oltre i gruppi di ragazze e ragazzi che quando ormai la
serata sta per finire vomitano agli angoli delle strade, mentre piazze e centri
storici si trasformano in cimiteri di vetri rotti e lattine schiacciate.
"Esiste una strategia commerciale che ha puntato ai giovanissimi - dice
Eugenio Scafato - inondando il mercato di bevande alcoliche dolci e colorate, i
breezer, gli alcolpop, pensate per sedurre i più giovani, alcune addirittura
hanno le etichette con i caratteri dei cartoon. Costano pochi euro e gli
adolescenti le consumano quotidianamente, ma il loro metabolismo è ancora
acerbo è questo può creare danni gravissimi". E’ duro infatti ritrovarsi a 20 anni ubriachi e senza
pace. Come Mauro che è entrato nei gruppi AA, alcolisti anonimi, e oggi
combatte contro la schiavitù della bottiglia. "Ho iniziato a 14 anni con i
cocktail e sono finito a bere l’alcol puro. Però non sono il più giovane lì
dentro: ogni tanto arrivano dei ragazzini. Hanno gli occhi spenti. Sono i baby
alcolisti".
(*) Nota: scorrendo i giornali di questi giorni è
possibile notare, in alcuni, un certo cambiamento nel trattare i problemi
correlati all’alcol. Firme più prestigiose, non solo articoli relegati in
cronaca, più documentazione, analisi più approfondite. È ancora presto per
sapere se ci sarà una svolta nel trattare il problema alcol e se non sia tutto
legato all’attenzione di questi giorni verso le stragi del sabato sera. In ogni
caso si sente la mancanza di giornali meno passivamente asserviti agli
interessi dei produttori e che parlando di alcolici non sanno andare oltre i
soliti stereotipi del buon bicchiere di vino e dell’alcol come indispensabile
mediatore per la felicità. Speriamo bene.
LETTERA DELLA ASSOCIAZIONE EUROPEA
FAMILIARI e VITTIME DELLA STRADA - ONLUS
Latina, 19 Marzo 2007 Al Sig. Presidente della Repubblica
S.E. Giorgio Napolitano
Al Sig. Presidente del Senato
On. Franco Marini
Al Sig. Presidente della Camera
On. Fausto Bertinotti
Al Sig. Presidente del Consiglio
On. Romano Prodi
LO STATO TUTELI LA
VITA
Chi governa dovrebbe sapere che i giovani sono i nostri
tesori. Le discoteche richiamano folle di giovani e alimentano il
turismo. E poi c’è la paura di contrastare il mondo giovanile. Questo è segno
di debolezza enorme, è uno dei mali oscuri della politica italiana. Se la
politica è soltanto ricerca di consensi e pertanto si evita tutto quello che
può compromettere il successo, allora questa politica prepara, a lungo andare,
il ritorno dei poteri forti, delle dittature. Nella notte tra il sabato e la domenica
ci sono migliaia di genitori che vegliano in ansia, ore e ore, per attendere il
ritorno del proprio figlio. A questo nessuno bada. L’essere padre e madre è un
valore umano ma ha anche una rilevanza giuridica, un peso politico di fronte
allo stato. Ed è per questo che diciamo che lo stato manca gravissimamente.
Amministratori e parlamento si rendono responsabili di queste tensioni, di
questo logorio, che segna le notti di tantissimi genitori. E’ una vera
vergogna. Uno stato, che voglia corrispondere ai valori della
propria Carta costituzionale, deve tener presente che l’uomo è il fine
primario. La morte sulle strade è vissuta come l’evento più tragico che non si
misura sul numero ma sul valore intrinseco della vita. Uno stato è democratico
quando protegge il valore della vita. Si nasce, si sta insieme, si fanno i
parlamenti proprio perché la vita di ogni creatura che nasce abbia una garanzia
di potersi serenamente sviluppare. Di fronte a questi grandi mali, le istituzioni dovrebbero
fare un esame di coscienza. E’ un momento in cui tutti ci chiediamo se è giusta
la strada che stiamo percorrendo. Oggi ciò che dovrebbe essere secondario ha
preso il sopravvento ed è diventato il falso cuore della nostra vita. Il denaro
è diventato l’unico mezzo per vivere. Questa nostra umanità deve pur prendere
le misure delle proprie azioni e decidere in vista di che cosa possiamo
preparare il futuro dei nostri figli.
CORRIERE ADRIATICO
Pareri diversi sul pugno di ferro del ministro: “Sta solo
nella nostra testala volontà di cambiare” Tra i giovanissimi che prendevano il
bus per Riccione c’era anche il fratello di uno dei ragazzi morti
“Divertirsi senza bere, come facciamo noi” Pesaro - Un weekend all’insegna della sicurezza e dei
trasporti sicuri sulle strade delle discoteche, anche se purtroppo l’iniziativa
- come si legge in altra pagina - non è servita a evitare la morte di un
ragazzo anconetano di 25 anni. Sabato notte centinaia di giovanissimi pesaresi
- circa 300 ragazzi - hanno optato per il trasporto in pullman o corriera. Ben
due disco-bus da Pesaro alla volta delle capitali romagnole del divertimento. La prima corsa con circa un
centinaio di ragazzi è partita da Piazzale Matteotti intorno le 10 di sabato
sera mentre la seconda organizzata da Prince Fashion Club di Riccione e Royal
Staff PR di Pesaro altrettanto affollata - circa 200 persone a bordo - dal
parcheggio di Baia Flaminia a mezzanotte circa. Destinazione la discoteca
Prince di Riccione. Un successo inaspettato unito a tanto divertimento e
baldoria. Pochi vincoli anche nel consumo di alcool. La maggior parte dei
ragazzi confessa di bere senza problemi e volentieri quando sa di non dover
guidare. Le nuove regole del disegno di legge approvato pochi giorni fa dal
consiglio dei ministri, non hanno ancora avuto effetti significativi sulla
gioventù nostrana. Le sanzioni più severe e restrittive (fino a 10 punti
decurtati a 60 km/h oltre i limiti prescritti e maxi multe fino a 24mila euro o
arresto fino a 6 mesi per chi guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti oltre a sanzioni salate per chi usa il
cellulare senza auricolare e il divieto per i primi tra anni dal conseguimento
della patente a guidare auto con un rapporto peso-potenza superiore a 60 Km)
fanno discutere e dividono le opinioni del giovane popolo pesarese. Non servono a nulla tutte queste leggi perché tanto sarà
sempre così. Ci saranno sempre incidenti e sciagure, purtroppo. Sta nella testa
dei ragazzi cambiare e avere comportamenti più responsabili questo in sintesi
il pensiero espresso da una parte di giovanissimi pesaresi. Utilissime le nuove
leggi perché i ragazzi devono capire che certe cose alla guida non vanno fatte.
Ci sentiamo più ascoltati e sotto controllo. Tutto queste polemiche e questa
preoccupazione dei grandi su di noi servono a dissuadere molti comportamenti
stupidi di giovani irresponsabili dice a gran voce l’altro schieramento
pro-legge. Particolarmente significativo è stato l’intervento deciso
e sicuro di Leonardo, il fratello più piccolo di Filippo, una delle quattro
vittime della strage che meno di un mese ha gettato nello sgomento l’intera
città. Lo abbiamo incontrato sabato sera mentre con un gruppo di amici
aspettava la corriera in piazzale Matteotti per andare a festeggiare un
compleanno in discoteca. La mia vita come quella della mia famiglia è cambiata
drasticamente. Mio fratello è morto e non c’è più. Ma tutti a partire da me
cerchiamo di tornare alla normalità. Stasera sono qua per divertirmi con i miei
amici in modo responsabile e intelligente come ho sempre fatto. Ci si può
divertire anche senza bere come facciamo noi. Non sono le leggi che cambiano la
testa dei ragazzi, né i limiti né le restrizioni, né una macchina più piccola e
meno potente. Gli incidenti sulla strada capitano continuamente e a chiunque.
Nessuno a colpe. Tutto questi controlli, tutte queste preoccupazioni, tutti
questi provvedimenti non mi interessano. Noi ragazzi non siamo mica animali, né
tanto meno stupidi. Mio fratello era serio, si sapeva controllare e mio padre
si fidava di lui. E’ stato un errore che gli è costato la vita. Per la cronaca, le pattuglie schierate sabato sera hanno
ritirato due patenti ad automobilisti fanesi, una a un pesarese e una a un
forsempronese. Denunciati per guida sotto effetto di stupefacenti.
VALENTINA GALLI
IL TIRRENO
LUNEDÌ, 19 MARZO 2007
La Versilia punta sul bracciale
salvavita
Chi lo indossa va in discoteca e resta sobrio: le
preferite sono le ragazze Comunque nel weekend sono state ritirate una decina
di patenti. In agguato c’è anche l’ecstasy
DONATELLA FRANCESCONI
MARINA DI PIETRASANTA. Arancione come il più accattivante
dei drink che mescolano i gradi dell’alcol e il dolce della frutta. È il
braccialetto “salvavita” distribuito in duecento pezzi sabato notte
all’ingresso della discoteca “Seven Apple” (tra le più note in Versilia) ai
giovani frequentatori. Nessuno si è fatto meraviglia dell’iniziativa o ha
protestato. Anzi, la maggior parte dei ventenni tirati a lucido per il ballo è
apparsa bene informata delle misure che il governo ha messo a punto per
arginare gli schianti mortali sulla strada del ritorno a casa. In tanti,
all’offerta del braccialetto, hanno indicato senza esitazione il prescelto/a
della compagnia destinato a restare sobrio e riportare a casa tutti sani e
salvi. Fuori, lungo il viale a Mare affollato di locali e ristoranti, la
polizia stradale (due sole pattuglie per tutta la Versilia) che per la terza
volta in un mese è stata costretta a inseguire un’auto sfuggita all’alt.
Sabato, però, è andata bene: l’automobilista (un carrarino di 38 anni) non ha
tentato di investire gli agenti in servizio, come accaduto per ben due volte ad
opera di giovanissimi neo patentati. Ma si è limitato ad infilare, nella pazza
corsa a bordo di una...Panda, un senso vietato. Facendo per fortuna meno danni
del ventenne massese che un paio di settimane fa, intorno alle tre di notte, ha
fatto strage di auto parcheggiate nell’interno di Lido di Camaiore. Comunque,
nel corso dei controlli notturni del weekend versiliese, sono state ritirate
una decina di patenti. L’iniziativa del “Seven Apple” - spiega il direttore,
Luca Lenolli - è poca cosa: «Ma almeno c’è. Certo, non possiamo controllare se
chi indossa il braccialetto davvero tiene fede all’impegno di rimanere sobrio.
È un rapporto di fiducia all’interno della compagnia». Ad essere indicate dagli
amici come l’autista della serata sono soprattutto le ragazze. Se bevono non
sono da meno dei maschi ma, evidentemente, è più facile per loro rinunciare
allo “sballo” che sembra obbligatorio dalle cinque del venerdì pomeriggio in
poi. «I giovani - continua Lenolli, soddisfatto del successo dell’iniziativa -
arrivano in discoteca che hanno già bevuto». L’aperitivo alle 19 nel ritrovo
che fa tendenza, vino o birra a cena, il giro di grappa (o altro) per digerire.
Una volta sulla pista da ballo - spiega Lenolli - «a botte di 10 euro a drink,
più di uno non ne prendono. Certo, se all’ingresso si presenta qualcuno
visibilmente ubriaco, la sorveglianza non lo fa entrare. Ma, una volta fuori da
qui, c’è pieno di bar dove continuare a bere...». Non sono solo i gradi delle
bibite a preoccupare quando si parla di discoteche, in Versila come altrove.
Uno degli ultimi spacciatori di ecstasy arrestato - in un locale che fa
tendenza anche per questo - era un ventenne di Firenze con impiego regolare
arrotondato dalle pasticche piazzate nel fine settimana. Che giovani e
giovanissimi assumono sciogliendole, neanche a dirlo, nei drink colorati. Come
testimoniano i carabinieri della Compagnia di Viareggio da qualche tempo
impegnati in una serie di servizi mirati. Contro la sbronza facile, infine, si
è conclusa l’iniziativa “Non la bevo”, organizzata per la seconda volta in
Versilia dalla sezione soci della Coop insieme ad Asl 12 e Associazione
nazionale familiari e vittime della strada. Oltre mille le cartoline che
ragazzi e ragazze hanno riempito con slogan, disegni, poesie. Premiazione il 12
aprile e per il vincitore un viaggio (di quelli veri, però).
IL TIRRENO
LUNEDÌ, 19 MARZO 2007
Ma cos’è l’alcolemia? In Italia il 77% ignora i limiti
consentiti per la guida
INDAGINE E chi li conosce vuole
abbassarli
ROMA. Grande attenzione al problema alcol e alla guida
sicura e alle etichette informative per donne in gravidanza e minori, ma poca conoscenza
dei limiti imposti dalle normative sui test alcolemici per la guida dei
veicoli. E’ quanto si rileva da un’analisi dei dati dell’indagine
Eurobarometro, condotta dall’osservatorio alcol dell’Istituto superiore di
sanità. In Italia, spiega Emanuele Scafato, si registra uno tra i più bassi
livelli di conoscenza riguardo al limite di alcolemia (0,5 grammi/litro)
consentito alla guida: il 77% degli intervistati afferma esplicitamente di non
conoscerlo. Solo il 18% degli intervistati conosce il limite corretto e il 4% è
convinto che il limite sia superiore a più del doppio del livello consentito.
Tre quarti degli intervistati (73%) si dichiara d’accordo con l’abbassamento a
0,2 grammi/litro di alcolemia alla guida per i giovani e per i neopatentati. In
Italia i favorevoli sono risultati pari al 64% degli intervistati.
Dall’indagine risulta inoltre che l’80% degli europei è convinto che
l’incremento dei controlli favorirebbe la riduzione del numero di coloro che
beve prima di porsi alla guida. Per quanto riguarda la vendita e la
somministrazione delle bevande alcoliche ai minori di 18 anni, queste
dovrebbero essere vietate per l’87% degli europei e l’82% degli italiani.
Secondo il rapporto Eurobarometro, il 77% degli europei è favorevole all’uso di
messaggi da apporre sulle etichette delle bevande alcoliche, per mettere in
guardia chi beve dai pericoli che l’alcol determina in gravidanza, ai minori e
alla guida di un veicolo. In Italia il numero di favorevoli sale al 79%. Il 62%
degli europei dichiara che non sarebbe portato a diminuire le quantità di
bevande alcoliche abitualmente acquistate nel caso di incremento di prezzo del
25%. Il 33% degli intervistati dichiara invece che questo incremento
influenzerebbe al ribasso la quantità di bevande alcoliche acquistate. I
giovani mostrano un atteggiamento differente: per il 44% dei giovani
intervistati, infatti, l’aumento del 25% dei prezzi li spingerebbe ad
acquistare meno bevande alcoliche. Inoltre il 56% degli italiani è convinto che
le autorità hanno il dovere di intervenire al fine di proteggere gli individui
dai danni che l’alcol provoca: questa percentuale è tra le più elevate in
Europa e superiore alla media europea (44%).
IL SECOLO XIX
I braccialetti anti-alcol assenti in discoteca dopo il
varo del codice etico
Pochi locali hanno applicato l’accordo che rende
riconoscibile chi si metterà alla guida. E pochi italiani conoscono la legge
Roma. Il primo sabato notte dopo il codice etico messo
insieme tra governo e gestori di discoteche è passato quasi senza farsi
sentire. Si segnalano pochi locali in cui è stato adottato il braccialetto che
dovrebbe distinguere i frequentatori deputati alla guida, ai quali non dovranno
essere serviti alcolici. Nella notte tra sabato e domenica si registra un grave
incidente a Riccione, mentre a Rimini il dj Brizzio, 45 anni, è morto d’infarto
durante la serata. La procura ha disposto l’autopsia. Ma a monte dell’applicazione concreta del codice,
l’Istituto superiore di sanità segnala che gli italiani non conoscono proprio i
limiti di legge al consumo di alcol. In Italia, spiega Emanuele Scafato, si registra uno tra i
più bassi livelli di conoscenza riguardo al limite di alcolemia (0,5
grammi/litro) consentito alla guida: il 77% degli intervistati afferma
esplicitamente di non conoscerlo. Solo il 18% degli intervistati conosce il
limite corretto e il 4% è convinto che il limite sia superiore a più del doppio
del livello consentito. Tre quarti (73%) degli intervistati si dichiara d’accordo
con l’abbassamento a 0,2 grammi/litro di alcolemia alla guida per i giovani e
per i neopatentati. In Italia i favorevoli sono risultati pari al 64% degli
intervistati. Dall’indagine risulta inoltre che l’80% degli europei è
convinto che l’incremento dei controlli favorirebbe la riduzione del numero di
coloro che beve prima di porsi alla guida. In Italia i favorevoli sono
superiori alla media europea e pari all’82% degli intervistati.
CORRIERE ADRIATICO
Ecco i teen-ager favorevoli alle restrizioni
“Ubriachi a 13 anni Bisogna fermarli”
PESARO - Decisamente schierati a favore delle nuove leggi
restrittive sulla strada sono stati invece gli interventi di un altro folto
gruppo di teen-ager pesaresi intervistati mentre attendevano la corsa per la
discoteca alla fermata del discobus. Quando si guida non bisogna bere e chi lo
fa deve essere punito - dice Luca assieme al suo compagno Simone pronti per
andare a festeggiare il sabato sera - dunque ben vengano sanzioni più severe;
molti ragazzi iniziano a bere pesantemente a partire da 13 anni. E’ incredibile.
Prima di tutto bisogna cambiare la testa dei ragazzi. Noi che abbiamo subito
sulla nostra pelle la tragedia dei quattro ragazzi morti perché eravamo con
loro quella sera, possiamo capire la pericolosità di certi comportamenti ma
altri non lo sanno. Favorevolissima alle maxi-multe per guida in stato di
ebbrezza e ai controlli e ai limiti di velocità - spiega la giovane Roberta -
io non salgo mai in macchina con ragazzi che non conosco. Ma su 100 macchine
controllate altrettante fanno i fatti loro e trasgrediscono le regole. Il
limite sulla potenza della macchina per me è una pagliacciata - dichiara
Gregorio - puoi anche avere una Punto ma non è detto che non ti possa succedere
qualcosa. La differenza sta nell’uso che si fa della macchina. Le regole sono
fatte per essere infrante - continua Fabio - nessuno ci ascolta. Perché non
iniziano a costruire il divertimento nella nostra città. Non ci sono locali,
non c’è vita. Fermare l’esodo è impossibile perché la Romagna ha una forza
attrattiva verso noi giovani troppo forte ma limitarlo con delle proposte
valide sì. Leggi giustissime - dicono all’unanimità Arianna, Silvia,
Valentina, Lucia e Sara pronte per salire in corriera - ci si può divertire
senza correre in macchina e senza bere. (*)
V.G.
(*) Nota: tutte le interviste, questionari e ricerche
confermano che i giovani temono molto meno il “proibizionismo” degli adulti.
Sarà perchè i ragazzi sanno più di noi quanto alcol circola tra loro. Forse
sono anche meno condizionati ideologicamente.
IL SOLE 24 ORE
Etilometro per i motorini ...
Anche il “patentino” può essere ritirato dalla polizia
quando il titolare è sorpreso alla guida di un ciclomotore in stato di ebbrezza
alcolica o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (articoli 186 e 187 del
Codice della strada). Poco importa se il “certificato d’idoneità alla guida”
(articolo 116, comma 1-ter, del Codice della strada) non sia equiparabile a una
normale patente. Il documento potrà dunque essere ritirato immediatamente o in
modo preventivo. È quanto afferma una circolare del ministero dell’Interno,
dipartimento per gli Affari interni e territoriali, che sarà inviata alle
Prefetture. La nota spiega che il ritiro del patentino potrà avvenire
anche in presenza del “semplice” fondato sospetto che il titolare non sia in
possesso dei requisiti psicofisici per effetto di sostanze alcoliche o
stupefacenti. E il caso dovrà essere segnalato al Prefetto affinché
possa essere ordinato al conducente di sottoporsi alla visita medica di revisione.
Saranno poi applicate le sanzioni penali per guida in stato di ebbrezza
alcolica o sotto l’effetto di droghe. La procedura è dunque simile a quella già
prevista per i titolari della patente di guida, responsabili degli stessi
illeciti. Sotto questo profilo, patente e patentino appaiono soggetti alle
stesse sanzioni e procedure, diversamente da quanto avviene per la decurtazione
dei punti. Finora, nel caso di guida di un ciclomotore in stato di
ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, non si procedeva quasi mai al ritiro del
patentino, sebbene la condotta fosse comunque penalmente perseguibile, secondo
gli articoli 186 0 187 del Codice della strada. La questione sarà tuttavia
ancora oggetto di valutazione da parte dell’Avvocatura generale, considerate le
numerose perplessità sull’applicazione della nuova procedura.
LA SICILIA
Nel bresciano
I ragazzi non sanno delle nuove norme «Codice etico? Boh?» Ritirate 45 patenti
Luciano Clerico
Brescia. «Codice
Etico? E che cos’è?». In quella terra piatta di lavoro e di soldi che è la
campagna della Bassa Bresciana tra Rovato e Chiari le discoteche sono vie di
fuga molto affollate, il sabato sera. Sorgono isolate tra capannoni e campi e
raccolgono, di volta in volta, mille, duemila, anche tremila persone a botta.
Per lo più giovani e - come confermano i carabinieri - per almeno l’80%
“sballati”. Di alcool, di pasticche, di musica allucinogena. Queste cattedrali hanno nomi vagamente esotici o molto alternativi.
Si chiamano “QI”, a Rovato (eletta per tre anni consecutivi da un’apposita
giuria “la miglior discoteca d’Italia” perché al QI, come recita una apposita
pubblicità, “sì è teatranti e spettatori allo stesso tempo”); “Matrix” (ex
Dylan) tra Chiari e Coccaglio, tutta techno e house music; “Number One”, a
Cortefranca, «25 mila metri quadri di ballo, musica e allegria». Vie di fuga del sabato sera nelle quali i ragazzi, ma
anche gli adulti, entrano verso l’una di notte già «belli carichi», e vi escono
intorno alla 4 del mattino. Strafatti. Nelle campagne d’intorno a queste
cattedrali ogni sabato sera qualche macchina finisce direttamente nei campi,
qualche ragazzo finisce indirettamente al pronto soccorso, e con media
statistica rigorosamente cadenzata ogni settimana qualcuno finisce, purtroppo,
al cimitero. Il governo sulle discoteche ha emanato regole più severe,
e la notte scorsa sono state applicate per la prima volta. Ma nel primo sabato
sera in cui è entrato in vigore il cosiddetto Codice Etico, messo a punto da
gestori dei locali e ministro alle Politiche Giovanili Giovanna Melandri,
l’unico dato inequivocabile è stato un «Boh?». «Codice Etico? E che cos’è?».
Dal “QI” al “Number One”, dal “Barfly” al “Dehor”. Per non parlare del
“Matrix”, dove si concentrano i più giovani. Nessuno, ma proprio nessuno, ha
mai sentito parlare delle nuove regole antisballo, nessuno sa di braccialetti,
di tatuaggi coi quali timbrarsi il polso in cambio della promessa di non bere.
Molti, in verità, non sanno neppure chi sia Giovanna Melandri. «Scusate se ve lo dico - avverte Mario Basalari, gestore
del “Number one” - ma a me ’ste cose sembrano solo un cumulo di sciocchezze.
Perché non è questa la strada per risolvere il problema». E qual è? «Ma i disco
pub, no? Io sono da quarant’anni nell’entertainment e vi dico che le discoteche
non c’entrano niente. Perché se uno vuole sballarsi lo fa tanto che vada in
discoteca o no. E comunque noi, qui, ai ragazzi non diamo una sola goccia di
alcol. Siamo “puliti”. Anche perché tre anni fa abbiamo fatto “reset”...».
Scusi? «Ma sì, abbiamo chiuso coi ragazzi. Noi adesso prendiamo solo gente dai
24 in su». Gli “sballati” vanno al “Matrix”, per esempio. Un posto
dove tutti, ma proprio tutti sono strafatti. Musica acida e pasticche, e una
naturale idiosincrasia generalizzata per le regole. Lì anche i carabinieri se
vogliono intervenire devono farlo con adeguata copertura di sicurezza Nella notte della Bassa Bresciana, duecento carabinieri
hanno, come ogni sabato, effettuato decine di controlli, fermato decine di
vetture, “misurato” il tasso alcolemico di decine di persone: 21 le patenti
ritirate. Ora si aspetta prima di tirare le somme, anche se all’apparenza non
sembra un sabato notte diverso dagli altri, anche come incidenti e passaggi ai
pronto soccorso. La polizia stradale, invece, le somme di patenti ne ha
ritirato 24 nella notte, soprattutto per guida in stato di ebbrezza. E i
controlli saranno sempre più intensi. Codice Etico? Boh. Resta, però, l’ottimismo della volontà
e la fiducia nel potere del passaparola. I ragazzi ne parleranno?
BRESCIA OGGI
Polizia stradale e carabinieri hanno monitorato i locali
notturni della Franciacorta
«Bruciate» 45 patenti Il braccialetto non c’è
Basalari: «I giovani arrivano in discoteca già bevuti»
di Giancarlo Chiari
La prima notte sulle strade bresciane (soprattutto della
Franciacorta) con le nuove norme sulla «guida sicura» hanno impegnato nei
controlli Carabinieri e Polizia stradale in servizi mirati a reprimere
comportamenti a rischio. I controlli effettuati dalle pattuglie della Stradale su
236 persone e 156 veicoli si sono conclusi con il ritiro di 24 patenti, per
guida con tassi alcolemici oltre il limite, di 8 carte di circolazione per
veicoli non in regola e con la verbalizzazione di 8 infrazioni. La stragrande
maggioranza dei conducenti che avevano alzato il gomito erano uomini (solo 3 le
donne) e solo in tre casi il limite è stato superato meno del doppio, con tassi
compresi tra lo 0,5 e lo 0,8; per tutti gli altri, donne comprese, il tasso
riscontrato alla seconda prova .- effettuata circa mezz’ora dopo il primo test
- il tasso era superiore al doppio consentito. Altro elemento preoccupante: la
giovane età. Solo 7 dei 24 «positivi» aveva più di 28 anni, tutti gli altri
un’età compresa tra i 18 e i 28. Alle 24 patenti ritirate dagli agenti della Stradale si
sono aggiunti altri 21 «permessi di guida» ritirati dai carabinieri, che hanno
effettuato posti di blocco in corrispondenza dei locali notturni, a partire dal
«Number One» di Cortefranca, discoteca frequentatissima da giovani e meno
giovani. L’attività dei carabinieri è proseguita fino all’alba
quando, verso le 4,30, in viale Europa a Palazzolo, i carabinieri di Rudiano
sono dovuti intervenire per rilevare un incidente che ha provato il ricovero
all’ospedale di Chiari di due giovani donne di Pontoglio. La conducente, una
ventunenne sotto l’effetto di stupefacenti, ha perso il controllo della sua
vettura, una Smart, che ha provocato oltre al suo ferimento quello dell’amica,
ambedue soccorse dal 118. Le nuove norme contro le stragi del sabato sera non
sembrano dunque aver cambiato le cattive abitudini di molti giovani. Quasi
profetico il commento di un cinquantenne dopo un giro di liscio al Number One:
«Se i genitori non si interessano ai loro figlio e non gli misurano i soldi
come facevano i miei con me non c’è legge che tenga e Polizia e Carabinieri non
riusciranno a fermare i matti del volante imbottiti di superacolici e droga. A
furia di dar loro ragione, i ragazzi hanno distrutto le scuole e scambiato il
giorno con la notte, tanto papà paga la macchina, le serate e la multa e poi si
lamenta quando i carabinieri gli suonano il campanello di notte». Le nuove norme, in particolare il braccialetto al polso
per impedire il consumo di superalcolici a chi deve guidare la macchina al
rientro, non sono state applicate sabato notte. La maggior parte dei gestori
dei locali ha affermato di averle conosciute in modo confuso dai media, le
ritiene utopistiche e di difficile applicazione. «Se si vuole risolvere il problema bisogna partire dalla
radice - sostiene Mario Basalari, inventore del Number One -. L’attenzione va
spostata sui ragazzini che a 12 e 13 anni iniziano a bere birra e chupito e a
fumare spinelli in birreria e disco pub dove nessuno controlla quanti anni
hanno. Se li "perdiamo" a quell’età, poi sarà impossibile
intervenire. Tanto più che la scuola è un disastro: gli insegnanti faticano e
le famiglie si disinteressano». Secondo Basalari le nuove norme servono a poco: «Basta che
chi ha il braccialetto si faccia portare da bere dagli amici - spiega - e per
il gestore diventa impossibile controllare se chi guida l’auto del ritorno a
casa ha bevuto superalcolici o no. Bisognerebbe forse controllare tutti
all’uscita dai locali e contare su trasporti pubblici notturni per il ritorno,
come avviene in altri paesi europei. Ma "la" soluzione è e resta
l’educazione. Se la gente non diventa responsabile, questa legge è inutile
oltre che discriminatoria».
IL TRENTINO
Più controlli, ma le stragi non si fermano. Un gestore:
arrivano già ubriachi
Discoteche, un’altra tragedia
Un ragazzo ha perso la vita sull’A14 rientrando con amici
In Versilia si prova con il braccialetto arancio che indica: guido e non bevo
alcol
RICCIONE (RIMINI). Gli autobus per trasportare i giovani
nelle discoteche, l’impegno dei gestori dei locali per la sensibilizzazione e
un massiccio impegno delle forze dell’ordine per il controllo c’erano. Ma non
sono bastati alla Riviera Adriatica per impedire che sabato si trasformasse in
un’altra notte di sangue sulle strade. E’ infatti finita nel peggiore dei modi
la serata di tre giovani di Ancona che stavano rientrando a casa da una serata
in discoteca. Attorno alle 6 di mattina, fra Cattolica e Pesaro, sull’A/14, a
cavallo fra le Marche e la Romagna, la Lancia Ypsilon su cui viaggiavano è
sbandata e il ragazzo che occupava il sedile posteriore è stato sbalzato fuori,
morendo sul colpo. Non lontano da
dove, nella notte tra il 24 e il 25 febbraio, quattro ragazzi di Pesaro erano
morti in un altro incidente. Dopo i provvedimenti del Governo in materia di
sicurezza stradale, la notte in uno dei ‘divertimentifici’ simbolo dell’Italia
che balla era cominciata nel segno della prevenzione. Proprio da Pesaro
(ma anche da Fano, Urbino e Rimini) erano partiti, per la prima volta fuori
dalla stagione estiva, alcuni autobus che hanno accompagnato alcune centinaia
di giovani al ‘Prince’ di Riccione. Mentre carabinieri, polizia stradale e
vigili urbani dei vari centri della costa adriatica avevano predisposto posti
di blocco e controlli con l’etilometro. Proprio la tratta
Rimini-Pesaro è stata quella più battuta. La collina che sovrasta Riccione è il
tempio del divertimento. Qui ci sono il Cocoricò, il Peter Pan, il Pascià, il
Prince, alcune fra le discoteche più famose d’ Europa. I gestori, dopo le
stragi del sabato sera, hanno gli occhi puntati addosso. «Noi - racconta
Giovanni Semeraro, giovane titolare del Prince - ci mettiamo tutta la buona
volontà: invitiamo il Sert di Rimini a fare prevenzione in discoteca, diamo la
possibilità di fare test alcolemici, offriamo drink analcolici a chi dichiara
di guidare ed è sobrio, organizziamo i pullman. Siamo favorevoli
all’inasprimento dei controlli: più attenzione c’è sulle strade, più siamo contenti.
Ma qui molti giovani arrivano all’una già ubriachi». Non è difficile
organizzarsi. Alle 23 la piazzetta delle vecchie pescherie di Rimini è
strapiena di gente che si prepara ad andare in discoteca. Qui si vendono birre
e cocktail. La polizia municipale di Rimini è presente in forze: a fine serata
ha controllato 75 macchine e ritirato tre patenti. I carabinieri di Riccione di
patenti ne hanno ritirate 17. Una apparteneva ad un diciannovenne che, alle
5.45, è andato a sbattere contro una ‘gazzella’. «Sai quanti sono - ammette
sconsolato un poliziotto in servizio fra Rimini e Pesaro - i giovani vittime di
incidenti stradali positivi al test di alcol e droghe? Uno sì e l’altro pure». Davide Nicolò, del
Cocoricò, fa un’altra proposta: «Perchè - ha detto - se medici e forze
dell’ordine ci sono negli stadi non dovrebbero esserci nelle discoteche? Lo
Stato potrebbe cominciare da qui: impedire a chi ha esagerato di mettersi in
macchina e aiutarlo a riprendersi e limitare i danni». E perchè «non si
chiamano in causa anche le case automobilistiche che producono macchine che
fanno i 200 all’ora?». Intanto la campagna
di comunicazione del Governo sulla sicurezza stradale, che coinvolgerà
Valentino Rossi come testimonial, lascia perplessi molti gestori di locali. «Uno
che corre per lavoro può convincere i giovani ad andare più piano?» domanda al
ministro Giovanna Melandri il presidente della Confcommercio di Rimini Ennio
Sanese, gestore di una discoteca. «A me Valentino Rossi sta molto simpatico,
ma, per lavoro, corre come un matto ed è un idolo per tutti i giovani che
cercano di emularlo». E in Versilia, in
una discoteca tra le più note del litorale. Al ‘Seven Apple’, i ragazzi che
guidavano l’auto si sono messi il braccialetto colorato al polso: a loro non
sono stati serviti alcolici. I ragazzi hanno collaborato volentieri.
BRESCIA OGGI
Il cronista di «Bresciaoggi» ha accompagnato gli agenti
del servizio «anti stragi»
Al volante senza alcol Controlli senza sconti
A Desenzano cuoco nei guai per una birra e un grappino
di Franco Mondini
«Agente non mi rovini... Non sono un ubriacone... La
prego... Tra un mese devo andare in Grecia a lavorare e la patente mi serve...
Per favore... E poi ho solo bevuto una birra e una grappa...». La mezzanotte
era trascorsa da 35 minuti e il popolo della notte stava dirigendosi verso
night, discoteche e locali di Desenzano, quando in via Marconi, nel posto di
blocco tra il Banco di Brescia e la San Paolo, Michele Vantini - capopattuglia
della squadra dei vigili anti-stragi di Desenzano - ha fatto segno ai colleghi
Giorgio Tosi e Alessandro Goletti di fermare una Lancia con a bordo un ragazzo
e una ragazza. Sembrava un controllo di routine, come i precedenti. I due
amici, che abitano a Pozzolengo avevano da poco lasciato la pizzeria. Alla
guida un cuoco napoletano di 27 anni, spigliato e sicuro di sè. Al suo fianco
una ragazza bresciana. Inizialmente l’ha messa sul ridere. Battuta partenopea
pronta. E senza problemi si è sottoposto alla prova dell’alcoltest dopo aver
consegnato la patente e il libretto dell’auto. Ma rivedrà la patente solo tra
un mese. Aveva bevuto troppo, e un’ora dopo, concluse le prove e le
controprove, ha capito che la serata era finita prima di cominciare. TEST POSITIVO - La prima prova ha fatto segnalare 0,73 contro
lo 0,50 per cento che prevede il codice. «Ma ho bevuto solo una birra...». «E
una grappa», aggiunge uno dei vigili con tono pacato, aggiungendo: «Aspettiamo
un attimo. Si rilassi e mangi qualcosa. Tra cinque minuti riproviamo il test».
«E cosa mi succederà?» «Se sarà ancora positivo, le dovremo ritirare la
patente». «Per quanto tempo? Sa, io devo andare a lavorare in Grecia...». Si ferma e riprende a parlare. «Ma perché non fermate
tutti? Quello lì è sicuramente ubriaco», dice indicando un’auto che transita
per via Marconi. «Se potessimo li fermeremmo tutti, ma è impossibile.
Bisognerebbe non bere...», conclude uno degli agenti mentre prende nota del
nome del ragazzo, della targa dell’auto e redige il verbale. Passano i minuti,
nel frattempo i vigili non possono fermare altre auto. «Se il guidatore è
positivo bisogna redigere un lungo verbale. Poi ovviamente non può guidare
l’auto, qualcun altro deve provvedere». Dopo più di dieci minuti la prova è ripetuta, ma la
macchina segnala errore. «Evvai - grida il cuoco -! Allora posso andare?». «No,
la prova è da rifare», spegne il suo entusiasmo un agente. L’etilometro è
rimesso in sesto: «Ogni tanto si blocca. Sono macchine. Comunque tutti gli anni
viene tarato, controllato e omologato. È impossibile vincere il ricorso, se si
obbietta sul suo utilizzo», spiega Vantini. I vigili tranquillizzano il giovane, che si sta
innervosendo e sbotta: «Io pago le tasse! Dai, lasciatemi andare». «Stia
calmo... avrà la patente, ma dovrà anche andare da un giudice. Adesso comunque
rifacciamo la prova». E mentre si attende, uno degli agenti più giovani spiega
che un mese fa aveva rischiato di essere travolto da un’auto. «Alle sei di sera
a Rivoltella quello guidava con il tasso del 2.40%. Non solo non si è fermato
all’alt, mi ha addirittura puntato contro. Sono riuscito a schivarlo, lo
abbiamo inseguito e bloccato. Un autentico pericolo pubblico». LA SECONDA PROVA - Positivo anche il secondo test, che
certifica lo stesso tasso. «Dobbiamo trattenere la sua patente», comincia a
dirgli il capopattuglia. Il giovane sbianca: «Solo per una birra, mi
rovinate...». Aggiunge frasi che i vigili fanno finta di non sentire. «Siamo
abituati. Tempo fa, dopo aver saputo che la patente sarebbe stata sospesa,
quattro ragazzi si sono chiusi in auto e non volevano più scendere. Almeno
questo è calmo». La pattuglia di Desenzano dimostra un grande fair play,
professionalità, capacità di trattare psicologicamente chi è alterato. I
problemi non sono finiti qui: la ragazza potrebbe guidare l’auto fino a
Pozzolengo, se non fosse positiva anche lei, sempre con lo 0,73. Così bisogna
chiamare un amico che venga a prendere la coppia e il carrogru per spostare
l’auto (dovrà essere affidata a qualcuno che se ne assuma la responsabilità). Dal momento del controllo è passata più di un’ora, nel
frattempo nessun’altra vettura è stata fermata. Alle fine della nottata, il
cuoco sarà l’unico giovane risultato positivo su dieci fermati. «Stangato» per
una grappa. In precedenza i vigili, dalle 22.30 alla mezzanotte, si
erano appostati in via Colli Storici con il telelaser. Nessuna violazione
accertata, anche perché il servizio è stato sospeso in anticipo per problemi
tecnici. L’EX CARABINIERE - Primi a essere controllati, un quarto
d’ora dopo la mezzanotte, due ragazzi mantovani alla guida di un’Alfa «145».
Alla guida Luca, 24 anni, di Casalboldo. È tranquillo e disponibile: «Ho bevuto
solo una Coca Cola», dice. Ed è così: negativo l’alcoltest. «La sottoponiamo al
narcotest», gli dicono. «Fate pure». L’agente preleva uno dei kit e glielo
passa sul collo. Negativo. Ogni prova costa 30 euro. Mentre la prova è in corso, l’amico chiacchiera con il
cronista. «Discoteca? No. Un giro a Desenzano. Fanno bene a fare i controlli.
Sono un ex carabiniere, ho lavorato a Bigarello e ai miei tempi si effettuavano
gli accertamenti con le urine. Oggi è più sofisticato. Ma è giusto fare così.
Meglio intensificare i controlli. In gioco ci sono vite umane». Finito il controllo, i due amici se ne vanno. E verso le
tre i vigili «staccano»: dieci controllati, solo uno positivo all’alcol. Meglio
così.
IL MATTINO
L’incidente ad Ariano. Controlli della Polstrada: due
denunce per guida in stato di ebbrezza
Schianto dopo il pub, grave giovane
Pochi i locali notturni irpini che hanno distribuito i
bracciali anti-alcol ai ragazzi
Braccialetti al polso dei giovani e pattuglie sulle
strade: sono scattati anche in Irpinia i controlli per evitare le stragi del
sabato sera. Ma un grave incidente stradale si è verificato ad Ariano Irpino
dove un giovane di 19 anni è in prognosi riservata. Per estrarre tre persone,
di cui l’autista Massimo Marsigliese di 23 anni e i gemelli diciassettenni,
Michele e Angelo Montebro, dalle lamiere contorte di una Fiat Punto finita
contro un albero mentre percorreva la SS 90 delle Puglie, all’altezza del km
17, 60, nei pressi di località Scarnecchia di Ariano Irpino, i carabinieri, i
vigili del fuoco e alcuni volontari hanno dovuto superare davvero grosse
difficoltà. L’auto ha prima proceduto a zig zag sulla carreggiata e poi,
uscendo di strada, è andata a sbattere contro un albero, provocando un trauma
cranico e ferite multiple a Michele Montebro e ferite, per fortuna, giudicate
guaribili in pochi giorni agli altri due. I tre sono stati immediatamente
trasferiti al pronto soccorso del nosocomio arianese e sottoposti ai primi
accertamenti, che hanno confermato, per uno dei gemelli, le conseguenze più
gravi. I due fratelli e l’amico avevano trascorso la serata in un locale a
Grottaminarda. Poi si stavano ritirando a casa. Per ragioni ancora al vaglio
dei Carabinieri, l’auto è sbandata. Certo, a giudicare dai danni riportati
dall’auto, c’è da gridare al miracolo: la Fiat Punto era, infatti,
irriconoscibile. Michele Montebro è stato poi trasferito nel reparto di terapia
intensiva dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo in prognosi riservata. Comunque
ieri solo una discoteca avellinese si è adeguata alla nuova normativa che
impone di non servire alcolici ai ragazzi indicati dalle comitive come
guidatori. Al Miss di Avellino, i ragazzi-guidatori sono stati contraddistiti
con un braccialetto rosso. «Ai ragazzi delle comitive che avevano deciso di non
bere per guidare le auto a fine serata - dice la direttrice Bruna Cucciniello -
abbiamo messo al polso nastrini colorati. Sono stati 52 i giovani che si sono
impegnati a non bere alcolici. Per loro abbiamo previsto cocktail analcolici
gratuiti e magliette in omaggio. I ragazzi hanno accolto con entusiasmo
l’iniziativa che sicuramente darà i risultati sperati». Gli altri locali irpini
frequentati da giovani, però, sabato sera, erano ancora impreparati: i gestori
assicurano che per il prossimo week end si adegueranno alla nuova legge.
Polstrada, Carabinieri e Forestale hanno comunque intensificato i servizi sul
territorio nel fine settimana. «I controlli sono stati effettuati sia nel
capoluogo che nei pressi dei raccordi autostradali - dice Alessandro Salzano,
comandante della Polstrada di Avellino - abbiamo sequestrato la patente a due ragazzi,
entrambi ventenni, per guida in stato di ebbrezza. Presentavano uno tasso
alcolemico elevato, accertato mediante l’utilizzo dell’etilometro».
BRESCIA OGGI
IL RIENTRO DOPO LA DISCOTECA. Autobus per i giovani dello
sballo e vasto spiegamento di forze dell’ordine
Ancora un «caduto» del sabato sera
Incidente fatale tra Cattolica e Pesaro. Operazione strade
sicure in Romagna
Riccione (Rimini). Gli autobus per trasportare i giovani
nelle discoteche, l’impegno dei gestori dei locali per la sensibilizzazione e
un massiccio impegno delle forze dell’ordine per il controllo c’erano. Ma non
sono bastati alla Riviera Adriatica per impedire che quella appena trascorsa si
trasformasse in un’altra notte di sangue sulle strade. È infatti finita nel
peggiore dei modi la serata di tre giovani di Ancona che stavano rientrando a
casa da una serata in discoteca. Attorno alle 6 di mattina, fra Cattolica e
Pesaro, sull’A/14, a cavallo fra le Marche e la Romagna, la Lancia Ypsilon su
cui viaggiavano è sbandata e il ragazzo che occupava il sedile posteriore è
stato sbalzato fuori, morendo sul colpo. Non lontano da dove, nella notte tra
il 24 e il 25 febbraio, quattro ragazzi erano morti in un altro incidente. Dopo i provvedimenti del Governo in materia di sicurezza
stradale, la notte in uno dei divertimentifici simbolo dell’Italia che balla
era cominciata nel segno della prevenzione. Proprio da Pesaro (ma anche da
Fano, Urbino e Rimini) erano partiti, per la prima volta fuori dalla stagione
estiva, alcuni autobus che hanno accompagnato alcune centinaia di giovani al
Prince di Riccione. Sul fronte del controllo invece carabinieri, polizia
stradale e vigili urbani dei vari centri della costa adriatica avevano
predisposto posti
Martedì, 20 Marzo 2007
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