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Rassegna stampa 07/07/2005

Rassegna stampa del 6 luglio 2005

Rassegna stampa del 6 luglio 2005

Da “Il Gazzettino” del 6 luglio 2005
CLANDESTINI
Vu’ cumprà bloccati in A13
Il primo è finito in manette, denunciato per falso il connazionale

L.I
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Rovigo
Sono incappati in un controllo della Stradale in A13. È stata stroncata in questo modo la carriera di due vu’ cumprà di origini senegalesi. Uno è finito dritto in una cella della casa circondariale di via Verdi, l’altro se l’è cavata con una denuncia a piede libero. A suo carico sono però state avviate le pratiche di espulsione dal territorio italiano.
Sono le tredici di domenica quando la pattuglia della Polizia Stradale di Rovigo intercetta i due africani a bordo di una Volkswagen Golf. Gli agenti intimano al conducente di consegnare patente e libretto di circolazione. Basta una rapida verifica al terminale per accertare che sul capo di Lo Sidj, ventiseienne, pende un decreto di espulsione dall’Italia. Lo straniero non vi ha ottemperato nei termini previsti dalla legge. Inevitabile a quel punto l’arresto per violazione della normativa sull’immigrazione clandestina. Oggi Sidj comparirà davanti al giudice per il rito direttissimo. Il connazionale, di 33 anni, ha rimediato invece una denuncia per contraffazione di marchi. Nell’auto i poliziotti hanno rinvenuto un borsone zeppo di monili in oro palesemente falsificati. Anch’egli clandestino, è stato condotto in questura per l’avvio dell’iter di espulsione.

     
Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 luglio 2005
La Polstrada scopre il trucco e denuncia il conducente
Camion con il telecomando per taroccare la velocità

Un telecomando per nascondere la velocità di marcia del camion. L’hanno scoperto gli agenti del distaccamento fasanese della Polizia stradale all’interno di un autotreno che viaggiava sulla strada statale 379 diretto a Brindisi. Sembrava che l’ultima invenzione tecnologica al servizio di quanti, violando le norme del codice della strada, mettono a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza, fosse andata in pensione dopo la guerra combattuta all’apparecchio dalle forze di polizia. Invece, evidentemente, non é affatto così. Nei giorni scorsi, gli agenti della Polstrada, al comando dell’ispettore Giuseppe Potenza, si sono nuovamente imbattuti nel telecomando, più piccolo di un pacchetto di sigarette, usato dai camionisti per taroccare la velocità di marcia dei mezzi pesanti. E’ accaduto che una pattuglia della Polstrada, impegnata in un normale servizio di controllo della circolazione stradale sulla strada statale 379, ha notato un camion sfrecciare a velocità molto sostenuta. Quando hanno intimato l’alt al conducente del mezzo, che è stato denunciato, e gli hanno chiesto il disco del cronotachigrafo dove sono registrati la velocità e i tempi di marcia e di sosta dei camion, i poliziotti si sono trovati di fronte ad un fatto strano: seguendo il camion la lancetta del contachilometri dell’auto della Polizia toccava i 100 chilometri orari, mentre, stando al cronotachigrafo, il tir risultava aver viaggiato a 75 chilometri orari. Il resto lo hanno fatto i meccanici dell’officina specializzata che hanno scovato l’apparecchio tarocca velocità.      

Da “L’Arena” del 6 luglio 2005
Tragico tributo di sangue
Legnago, Oppeano e Nogara le città più colpite dai lutti
La Regione ha presentato il rapporto sugli incidenti stradali avvenuti nel Veneto nel decennio 1993-2003.
Uno studio dal quale emergono dati impressionanti sulla pianura veronese sulle cui strade muoiono in media due persone ogni mese

Luca Fiorin

La Bassa è il buco nero della viabilità del Veronese. Sulle strade del Basso veronese, infatti, fra il 1993 ed il 2003 sono morte ben 299 persone e ne sono rimaste ferite 6.144 in ben 4.390 incidenti. Il che significa che qui per 11 anni ci sono stati mediamente quasi 2 incidenti mortali al mese, più di un incidente di non lieve entità al giorno ed un ferito ogni 15 ore. E questi dati, che da soli fanno rabbrividire, diventano ancora più inquietanti se si considera che mediamente in quegli anni qui c’è stato quasi il 20 per cento degli incidenti mortali che si sono verificati in tutta la provincia; compresa la città, che è il luogo in cui più alto è il tasso di mortalità sulle strade.
I dati contenuti nel Rapporto sugli incidenti stradali nel Veneto presentato recentemente dalla Regione parlano chiaro. La Bassa è, assieme alla zona che va dalla città al Lago di Garda, l’area nella quale è più facile finire la propria vita viaggiando. Un record alquanto triste, anche se evidentemente in non tutti i Comuni la situazione è così drammatica. A Roveredo di Guà, ad esempio, in dieci anni non c’è stato nessun morto. Boschi Sant’Anna e Concamarise ne hanno contato uno a testa, Bonavigo e Sorgà due e Angiari, Bevilacqua e Terrazzo tre. A fronte di queste situazioni ce ne sono però altre in cui ci si trova di fronte ad un bollettino che è davvero da paura. Un bollettino che vede come Comune più falcidiato Legnago, dove è accaduto più di un quarto degli incidenti di tutta la Bassa, con ben 37 morti e 1.641 feriti. Per quanto anche Oppeano abbia contato 33 decessi e 350 feriti, Nogara ne abbia avuti 27 con 294 feriti e Cerea 25 con 670 feriti. Senza contare i 16 morti di Villabartolomea, i 14 di Zimella, i 13 di Bovolone e via dicendo.
Proprio il fatto che ci siano queste situazioni differenti da paese a paese è peraltro un elemento che già da solo fornisce delle indicazioni utili per capire la situazione degli incidenti nella Bassa. È chiaro infatti che ne accadono di più dove passano le strade più importanti e più trafficate. Non è un caso che nei Comuni interessati solo da vie di comunicazione minori gli eventi luttuosi siano rari e che in quelli attraversati da arterie soggette ad un’intensa circolazione la situazione sia invece molto peggiore. Una situazione che si verifica con le ex statali e le provinciali che passano per Nogara, Cerea, Villabartolomea, Zimella e Bovolone, ma anche per Albaredo, Minerbe e Veronella, e che diventa ancora più eclatante per quanto riguarda la Transpolesana. L’unica strada a grande percorrenza che attraversa la Bassa e, come dimostrano in particolare i dati relativi ad Oppeano, la più grande fonte di lutti, almeno sino al 2003. L’anno in cui per un tratto è stata messa in sicurezza con la posa dei guard-rail centrali.
La presenza di strade su cui viaggiano molti veicoli non basta comunque a spiegare il fenomeno. Un fenomeno che chiaramente va posto in relazione anche con il fatto che spesso si verifica in forma maggiore nei Comuni con il maggior numero di abitanti e con la maggiore capacità di attrazione verso il territorio circostante. Oltre che, ovviamente, con i comportamenti scorretti di chi guida. A livello generale, invece, solo per una ristretta minoranza di casi le cause degli incidenti sono da ricondurre ad alterazioni dello stato psicofisico del guidatore. Per quanto il giorno della settimana con il maggior numero di incidenti sia il sabato.
Sta di fatto che gli interventi adottati per migliorare la situazione, eliminando alcuni dei punti neri della circolazione, non sembrano aver ridotto di molto l’entità del problema. Nel 2004 e nei primi mesi del 2005 solo la Polizia stradale e il Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Legnago hanno rilevato incidenti con 15 morti. Un dato preoccupante perché parziale, visto che non comprende gli incidenti sui quali sono intervenuti le singole stazioni dei carabinieri e i vigili urbani dei vari Comuni, e nemmeno i molti in seguito ai quali ci sono stati dei feriti gravi.
D’altro canto a livello provinciale la tendenza non fa certo sperare in meglio. Dal 1998 in poi il numero totale degli incidenti ha infatti avuto una vera e propria escalation, passando da poco più di 25.000 a quasi 40.000. Un andamento peraltro sostanzialmente diverso da quello che hanno avuto gli incidenti mortali che - dopo essersi bruscamente impennati fra il ’95 ed il ’96, arrivando a superare quota 1.400 - poi erano lentamente digradati, sino ad arrivare al di sotto dei 1.200 nel 2001, per infine avere un nuovo picco ascendente nel 2003. Un incremento di 200 unità in un solo anno, che peraltro stride se si va a vedere quello che nello stesso periodo di tempo è accaduto nelle altre provincie venete. In tutte negli ultimi anni il numero dei morti sulle strade è stato in diminuzione, e spesso in maniera decisamente significativa.
Proprio il Basso veronese potrebbe pealtro essere preso ad esempio delle caratteristiche che riguardano mediamente l’intera provincia. Nel 2003 i morti sono infatti stati 38, di cui 13 solo fra Legnago e Cerea, mentre l’anno prima se ne erano contati 11 in meno. L’annata peggiore è però stata quella del 1996, con ben 39 morti di cui 6 a Legnago e a Veronella, mentre le migliori, si fa per dire, sono quelle del 1994 e 2001. Anni nei quali le strade della Bassa hanno mietuto "solo" 16 vittime. Probabilmente però non ha nemmeno un senso parlare di anni buoni e cattivi e di paesi fortunati o sfortunati, di fronte al fatto che centinaia di persone hanno perso la vita in maniera imprevedibile ed assurda. Probabilmente l’unica cosa che può avere un senso di fronte a queste cifre è l’impegno a migliorare le strade e, cosa ancor più difficile, a fare in modo che si riduca il numero dei veicoli in circolazione. Un impegno che gli amministratori locali chiedono venga portato avanti dalle aministrazioni superiori ma la cui realizzazione deve sempre più fare i conti con l’assottigliarsi delle risorse disponibili. Se davvero si vuole che finisca la strage sulle strade, però, la questione-viabilità deve diventare una priorità a tutti i livelli.
     
Da “Sesto Potere” del 6 luglio 2005
NERVEGNA (FI): UNANIMITA’ PER LA GRAZIA A LIGGI

Forlì
Durante la seduta odierna dell’Assemblea Legislativa, la maggioranza ha presentato una risoluzione praticamente identica a quella già depositata dal consigliere regionale Antonio Nervegna, in favore di Ivan Liggi; in seguito i testi sono stati unificati in un unico documento a firme congiunte che è stato approvato all’unanimità dei voti.
L’atto d’indirizzo chiede che la Giunta si adoperi nei confronti del Presidente della Repubblica affinché venga concessa la grazia a questo giovane agente di Polizia stradale che si ritrova a pagare un prezzo sempre più alto per quel tragico incidente che ha visto spezzarsi la vita di una persona.
“Questo dimostra – prosegue Nervegna - che di fronte a questioni umane di tale importanza non esistono schieramenti, un atteggiamento che la maggioranza dovrebbe mantenere senza ostracismi ideologici che spesso non permettono un’analisi imparziale delle questioni”.


Giovedì, 07 Luglio 2005
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