(ASAPS)
MOSCA 23 marzo
2007 – Il presidente russo Vladimir Putin non è alle prese solo con la politica
estera ed interna ma deve fare i conti, tra le altre cose, con una sinistrosità
stradale spaventosa. La
Federazione Russa è oggi l’entità statale più grande del
mondo, con confini che lambiscono Europa ed Asia e che tengono insieme oltre
17milioni di chilometri quadrati e 142milioni di abitanti, 30mila dei quali –
ogni anno – perdono la vita sulla strada. Alcuni giorni fa, e lo abbiamo
pubblicato sul questo sito, il comandante in capo della polizia stradale
federale (sulla quale gravano quotidianamente pesanti accuse di corruzione)
aveva lanciato un vero e proprio allarme rosso, immediatamente recepito dalla
Duma (il parlamento russo) che ha
impresso un’accelerazione alle numerose riforme già in cantiere da tempo. Nella
sessione plenaria del 18 marzo, il Cremlino ha approvato in prima lettura il
nuovo codice della strada, realizzato per far fronte ad una sinistrosità che
influisce in maniera determinante (si dice fino al 4%) sul prodotto interno
lordo. La novità più importante ci sembra essere quella in materia di guida in
stato di ebbrezza: in Russia, dove è vietato bere, violare tale norma costerà
almeno 15 giorni di carcere, in un paese nel quale i penitenziari non sono
certo noti per confort o agiatezze. La seconda novità più importante, almeno
secondo il nostro parere, è l’introduzione della tecnologia in materia di
repressione, con l’equivalente di molti milioni di dollari già stanziati per
l’allestimento di radar e telecamere di sorveglianza gestite dalla
“Gosudarstvine avto inspeczia”, la polizia stradale appunto. A lei toccherà
vigilare sul rispetto delle norme ed applicare le nuove regole – e qui siamo alla terza novità degna di
rilievo – per le quali sono previste sanzioni cresciute fino a dieci volte. Un
aspetto questo che ha suscitato molto scalpore tra chi definisce il pacchetto
di norme non costituzionale o chi – come riporta una nota dell’Ansa – sostiene
che la riforma è destinata al più clamoroso fallimento. La ragione di tanto
pessimismo, recita il quotidiano “Novie Izvestia”, è attribuita al fatto che la
polizia stradale russa sarebbe così corrotta da “chiudere puntualmente gli
occhi in cambio di mazzette” e quindi ogni dettame di legge resterebbe lettera
morta. In effetti molti tour operator o siti specializzati segnalano questa
piaga. In ogni caso, la nuova legge – e questa è una curiosità – prevede
l’introduzione di un rigido principio di responsabilità solidale, finora
assente nella legislazione della Federazione, la quale consentirà la
contestazione successiva delle violazioni (questo per consentire il pieno
utilizzo di telecamere e radar). Si parla inoltre di impiego massiccio di
ganasce e del divieto di allestire ceppi commemorativi (anche solo semplici
mazzi di fiori) in prossimità dei luoghi ove si sono verificati incidenti
mortali, per prevenire fatali distrazioni per chi è alla guida. (ASAPS) |