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Rassegna stampa Alcol e guida del 23 marzo 2007

A cura di Alessandro Sbarbarda e Roberto Argenta

CORRIERE SALUTE

LONDRA

Le due sostanze legali tra le dieci più nocive per l’individuo e la società Alcool e tabacco? Peggio delle droghe Gli scienziati vogliono riaprire la discussione sulla classificazione delle sostanze illegali sulla base di nuovi criteri 

Alcol e tabacco tra le dieci sostanze più nocive.

Più nocive di cannabis, Lsd ed ecstasy. Almeno così conclude uno studio condotto dal professor David Nutt dell’Università di Bristol e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet. Il risultato, per alcuni versi sorprendente, che sconvolge le classifiche governative sulle sostanze più pericolose e proibite, è frutto di un nuovo sistema di classificazione che tiene conto oltre che della pericolosità della sostanza per l’individuo, anche della dipendenza che la sostanza genera e della pericolosità sociale di chi la assume. Si tratta in realtà più che di uno studio sulle sostanze in sé, di un’inchiesta tra intervistati qualificati: psichiatri specializzati in dipendenza da sostanze e ufficiali giudiziari o di polizia con comprovata preparazione scientifica.

ARBITRIO – «L’attuale concezione delle droghe è mal concepita e arbitraria» dichiara Nutt commentando le tabelle del governo britannico (non molto dissimile, per i criteri adottati e per la lista di sostanze considerate illegali, da quello italiano) «l’esclusione di alcol e tabacco è dal punto di vista scientifico arbitraria». Il tabacco è infatti causa del 40 per cento di tutti i ricoveri ospedalieri – ne è quantomeno una concausa – e all’alcol viene attribuita oltre la metà delle emergenze da pronto soccorso. Inoltre l’alcol ha un alto tasso di pericolosità sociale (2,2 in una scala da 0 a 3) ed è secondo in questa classifica solo all’eroina. Il tabacco invece dà una dipendenza inferiore solo a eroina e cocaina.

I PRIMI DIECI – Eroina e cocaina sono le sostanze più nocive in base anche a questa nuova classificazione. A seguire i barbiturici (inventati nel 1903 come sedativi e ipnotici), poi il metadone e quindi l’alcol. Il tabacco è la nona sostanza per pericolosità preceduta da ketamina (un anestetico per uso veterinario che ha conosciuto una discreta e dannosissima moda tra le nuove generazioni come droga «da sballo»), benzodiazepine (una evoluzione raffinata dei barbiturici) e anfetamina. Fuori dalla top ten cannabis (11°) Lsd (l’acido lisergico scoperto per caso da Albert Hoffman mentre cercava di creare un cardiotonico, che si piazza in quattordicesima posizione) e l’ecstasy, solo diciottesima.

CUM GRANO SALIS - I risultati dello studio di Nutt vanno letti con attenzione per evitare facili mistificazioni e pericolosi fraintendimenti. Si riferiscono infatti non alla sostanza in sé, ma al suo uso tipico. Assumere Lsd non è meno nocivo di fumare una sigaretta, soprattutto se se ne fumano venti al giorno. Tuttavia questi nuovi dati sono importanti e i ricercatori che li hanno aggregati sperano che contribuiscano a riaprire il dibattito sulle sostanze illegali. Anche chi non ha partecipato direttamente all’indagine concorda sull’importanza della tabella. Lesile Iversen, professore di farmacologia a Oxford, definisce quella pubblicata su Lancet «il primo passo per una classificazione delle droghe basata sulle prove» e non solo sul retaggio culturale – per cui in occidente l’alcol è ampiamente accettato a differenza di altre culture che lo considerano veleno – e sui pregiudizi. La pubblicazione dei risultati ha acceso un dibattito nella comunità scientifica, sebbene non ancora un dibattito governativo. Ignorare The Lancet non sarà facile per chiunque d’ora innanzi voglia occuparsi della pericolosità – e quindi della legalità – di droghe leggere e pesanti. (*)

Gabriele De Palma

■ La classifica



(*) Nota: non sarà sufficiente una ricerca, sia pure autorevole, per cambiare atteggiamenti, pregiudizi e legislazione. È comunque un passo verso una valutazione più oggettiva del problema droghe, alcol ovviamente compreso. Per chi già da ora riesce a vedere i problemi alcol correlati nella loro evidente realtà, i risultati di questa ricerca appaiono addirittura scontati.


LA REPUBBLICA - SALUTE

Stile alimentare, non è compito da "burocrati" ...

"Guadagnare Salute: rendere facili le scelte alimentari" è il titolo del più recente programma di comunicazione del ministero della Salute per arginare i comportamenti nocivi e/o incoraggiare le abitudini virtuose. La comunicazione - e quindi la prevenzione - sarà alla base di un programma integrato fra più ministeri per dare un’informazione univoca e sinergica. Iniziativa lodevole: peccato, però, che insieme al coinvolgimento di ben 11 dicasteri, nonché di Regioni ed Enti locali, non ci sia neppure un accenno alle Società scientifiche competenti a cui dovrebbe spettare, più che ai bravi amministratori pubblici, il compito di redigere ed aggiornare le Linee Guida dell’alimentazione. Una volta di più il Paese sembra poco disponibile alle direttive scientifiche, con il pericolo che in una Regione agricola si raccomanderanno dei cibi che magari sostengono l’economia locale e l’esportazione ma non rispondono alla realtà della spesa energetica e alle acquisizioni scientifiche. Basti pensare alla produzione vinicola e all’esagerata promozione del resveratrolo, ben al di là delle evidenze scientifiche. L’ottimo titolo potrebbe trasformarsi per qualcuno in "Guadagnare (con la) salute", ma l’alimentazione non è un farmaco, né le sue molte incertezze scientifiche possono essere assemblate in una serie di raccomandazioni di apparente buonsenso o avanguardia (il ridicolo obbligo del cibo biologico in alcune scuole).

Le Linee Guida dell’Alimentazione, magari rivedute annualmente dall’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, non possono essere ignorate o diluite nelle iniziative di singoli, talora volenterosi ma raramente abilitati da titoli specifici. Non vorrei che si ripetesse il fenomeno delle Asl governate da manager trasferiti dalla politica o da Enti estranei alla medicina sociale e quindi palesemente incompetenti di medicina specialistica. Le raccomandazioni finirebbero per sovrapporsi e smentirsi, come già accaduto per la proliferazione delle "piramidi" alimentari (ormai sono un centinaio), con continui spostamenti dalla base alla cima o viceversa, in base a pressioni industriali e in difesa dei produttori più che dei consumatori. Attendiamo, quindi, la Campagna con la speranza e l’augurio che riesca a portare luce sulle contraddizioni che dominano il nostro comportamento alimentare ma ancor più lo stile di vita di troppi concittadini, pronti a sostituire con l’edulcorante sintetico i 10 g di due bustine di zucchero ma ignari che l’equivalente di 2 o 3 mele (o pere e arance medio-grandi) rappresenta un carico zuccherino di almeno 40-50 g). I capoversi del testo, reperibile sul sito del Ministero della Salute, indurrebbero all’ottimismo ma senza l’avallo delle Società scientifiche e la mediazione convinta dei medici e dei dietisti sarà difficile ottenere risultati adeguati. D’altra parte non è un buon auspicio che nel momento in cui si dichiara di voler contenere l’epidemia di obesità, diabete e sindrome metabolica non si potenzino ma si ignorino i pochi Servizi ospedalieri di Dietologia, per definizione i più titolati ad occuparsi di prevenzione e dietoterapia.

Autore: Eugenio Del Toma


VIRGILIO NOTIZIE

DROGA/ FERRERO: IN LEGGE AL CENTRO PREVENZIONE E RIDUZIONE DANNO

Basta con divisione manichea e non scientifica tra sostanze

Roma, 23 mar. (APCom) - Alcol e tabacco sono più dannosi per la salute della Cannabis? Lo studio svolto dai farmacologi dell’università di Bristol e pubblicato sulla rivista The Lancet che propone una nuova classificazione delle sostanze stupefacenti interessa al ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero secondo il quale tale articolo "dimostra come il confine esistente nel nostro paese tra quelle che vengono considerate droghe oggi illegali, e inserite nelle tabelle, e quelle che non vengono invece considerate droghe perché non inserite nelle tabelle, è un confine basato e costruito non sulla razionalità della ricerca scientifica ma su elementi morali e tutt’altro che scientifici".

"Da questo studio - osserva Ferrero - emerge infatti ancora una volta come il punto centrale sia quello di operare per ridurre il consumo di tutte le sostanze e gli effetti negativi che ha sulla salute delle persone. Ed è su questo asse che si vuole costruire anche la nuova legge in materia: non sulla base di una divisione manichea e non scientifica tra le sostanze, ma mettendo al centro la prevenzione e la riduzione del danno, oltre alla lotta più ferma al narcotraffico".


SANIHELP

Gli italiani si ubriacano ma esigono più controlli

Sono stati recentemente presentati ai rappresentanti governativi del Working Group Alcohol and Health della DgSanco i risultati del rapporto Eurobarometro sulle opinioni degli europei nei confronti dell’alcol.

In generale le abitudini alcoliche rilevate presentano uno scostamento rispetto alla cultura del bere tradizionale, contaminata dal fenomeno del binge drinking, il bere per ubriacarsi: il 10% degli europei dichiara di ubriacarsi, percentuale che sale al 19% tra i giovani di 15-24 anni. Un dato che si affianca a quello triste della mortalità giovanile a causa del bere: il 25% di tutti i decessi tra i giovani dai 15 ai 29 anni è legato all’alcol.

In Italia il 53% degli intervistati dichiara di aver consumato, con frequenza variabile, più di 5 bevande alcoliche in un’unica occasione.

In merito alle misure da adottare, gli italiani si mostrano convinti della loro utilità al fine di garantire livelli di salute e sicurezza più elevati, e condividono l’adozione di provvedimenti specifici per alcune categorie: guidatori, giovani e donne incinte. Per esempio, la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche ai minorenni dovrebbero essere vietati per l’82% degli italiani, mentre il 79% è favorevole all’uso di messaggi sulle etichette dei prodotti per mettere in guardia chi beve dei pericoli che l’alcol determina in gravidanza, ai minori e alla guida di un veicolo.

L’82% degli italiani è convinto che l’incremento dei controlli favorirebbe la riduzione del numero di coloro che beve prima di porsi alla guida. Il 56% pensa che le autorità hanno il dovere di intervenire al fine di proteggere gli individui dai danni alcol-correlati.

I risultati dell’indagine supportano la necessità di un’azione incisiva per ridurre l’impatto dell’alcol su salute e sicurezza di milioni di individui. A livello europeo si sta predisponendo l’attivazione di un Forum Alcol e Salute che agisca come organismo di discussione, mentre in Italia la strategia Guadagnare Salute e il Piano Nazionale Alcol e Salute pongono obiettivi di tutela della salute e della sicurezza che necessitano di misure legislative dibattute ma, alla luce dei fatti, condivise da gran parte degli italiani.


L’ADIGE

Nel Piano giovani di Fiemme progetti d’ogni tipo per i ragazzi

Dall’arte alla festa senza alcol 

FIEMME - Dall’arte alla festa senza alcol. Il Piano giovani 2007, elaborato dal tavolo di lavoro coordinato dal Comprensorio di Fiemme, è stato approvato dalla giunta provinciale. La spesa prevista è di 91.511,38 euro: le entrate da privati garantiranno 24.811 euro, per cui alla Provincia è stato chiesto un contributo di 33.350 euro, il 50% della cifra complessiva. Il Piano prevede per il 2007 la realizzazione di numerosi progetti: oltre alla «Presentazione del piano» (250 euro), «Diversamente divertente. Festa no alcool» per una spesa prevista di 6.800 euro; «Caccia al tesoro» (2.250 euro); «Jesolo festa giovani» (3.200 euro); «Consapevolezza ambientale» (1.150 euro); «Famiglia, scuola, comunità» (3.500 euro); «Arte-giovani: laboratorio di pittura creativa» (1.011,38 euro); «Il paese dei ragazzi» (14.400 euro), che l’anno scorso ottenne un grande successo; «Formazione animatori» (2.200 euro); «Progetto musicale di e per i giovani» (14.400 euro); «Laboratorio di musica elettronica» (950 euro); «Da coscritti a cittadini» (nessuna spesa); «Gruppo musicale Zenith» (2.000 euro), «Un week-end diverso» (18.000 euro); «Daian jaming festival» (2.400 euro); le molteplici attività di «Estate insieme: non solo sport» (9.000 euro); «Sportello giovani» (10.000 euro).

 


IL TRENTINO

Alcol e velocità nel mirino

Da questa sera controlli di polizia e vigili urbani

TRENTO. Lotta all’alta velocità e al consumo di alcol. Da questa sera e per tutto il fine settimana ci saranno una serie di controlli mirati da parte della squadra volante della questura e della polizia municipale per prevenire gli incidenti stradali. Al lavoro, assieme agli agenti, telelaser e etilometro. Le pattuglie saranno nelle zone calde della città e i controlli a tappeto si ripeteranno anche nei prossimi fine settimana. Sempre sul tema della guida in stato di ebbrezza, il governo ha inaugurato la stagione della tolleranza zero inasprendo le conseguenze per chi trasgredisce. E così multe fino a 24mila euro per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti oltre all’arresto fino a sei mesi e la sospensione (o nel caso la revoca) della patente. La pesantezza della pena sarà commisurata al danno causato ma il messaggio è chiaro: se metti a repentaglio la tua vita e quella degli altri guidando in stato di alterazione, le conseguenze sono pensati. Intanto a Trento si punta alla prevenzione con i controlli che partiranno questa sera.


IL TRENTINO

L’INTERVISTA

«Ma i veri problemi non sono questi»

TRENTO.

Billy Valduga, lei è il rappresentante del Silb, il sindacato dei locali da ballo. Vi tagliano l’orario di apertura. Che ne pensate? (*)

«Piano. Non è mica detto che sia questa la decisione finale. E’ una ipotesi, tra le tante, contenute in un dispositivo che va nella nostra stessa direzione. Non si deve mica credere che a noi gestori faccia piacere avere nei nostri locali gente ubriaca».

I suoi locali, quali sono? Ed in tutto quante licenze per sale da ballo ci sono in Trentino?

«C’è il mio storico locale, lo Studio Uno, sul Bondone, e lo Shuttle di Andalo. In tutto ci sono 45 licenze ma i locali attivi, dove si balla regolarmente, sono 20».

Che cosa si può fare per ridurre il rischio incidenti?

«Se la gente esce tutta assieme, alle 2.30 per dire, il problema peggiora. Invece di avere partenze scaglionate, come succede adesso. C’è chi esce alle due, chi alle tre, chi vuole tirare tardi sino alla chiusura».

Le quattro. Non è tardi?

«E’ l’orario diffuso pressoché ovunque in tutta Italia, salvo nelle località di vacanza, dove si chiude alle 5 o alle 6 del mattino. Guardi però che a colpi di 7/8 euro a consumazione nessuno si ubriaca nei nostri locali».

Che tipo di controlli state facendo?

«Quasi dappertutto ci sono gli etilometri nei locali. Li usiamo per dissuadere a guidare chi non è in grado. Ma dovremo arrivare anche qui al “guidatore designato”, uno della comitiva che decide di non toccare alcol. Magari riconoscibile con un bracciale al polso. Serve anche più prevenzione, con maggiore prevenzione anche dentro la scuola».

(*) Nota: riprendendo le considerazioni del bell’articolo di Del Toma, che pongono l’attenzione sulla scarsa considerazione alla voce delle Società scientifiche in tema di salute pubblica, dobbiamo rimarcare che in questo periodo di proposte legislative contro le stragi del sabato sera, abbiamo incontrato in questa rassegna numerose interviste a gestori di discoteche, ma pochissime a chi ha esperienza nei servizi di alcologia, ACAT, AA ecc..


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Spritz a rischio, ci pensa il sindaco 

Il sindaco "salva" il rito dello spritz. Non è una battuta, visto che una interpretazione restrittiva dell’ordinanza che vieta la vendita di alcolici per asporto dopo le 20 aveva creato allarme tra i gestori dei locali del centro. Parecchi clienti bevono nei pressi del bar anzichè restare all’interno o sedersi ai tavoli esterni. Ma il sindaco rassicura. «Problema che non esiste, l’ordinanza ha un altro obiettivo». (*)

(*) Nota: noi che abbiamo seguito in diverse occasioni le vicissitudini legate al rito dello spritz non abbiamo mai avuto dubbi che l’obbiettivo del sindaco non è mai stato quello di ridurre l’uso degli alcolici.


CORRIERE ADRIATICO

Ha minacciato di buttare la figlioletta dal balcone Domani la convalida dell’arresto, la moglie lo difende. Il caso in procura dei minori Gianluca Carpineti non si dà pace e nega tutto: “Non farei mai del male alla piccola”

Il papà disperato: “Non la volevo uccidere”

ANCONA - “E’ vero, ho litigato con la mia compagna, ma alla mia piccina voglio troppo bene. Non volevo ammazzarla”. Giura che non farebbe mai del male alla bambina di poco più di un mese. E’ disperato per aver aperto una ferita al cuore della famiglia a cui dice di tenere più di qualsiasi altra cosa al mondo. Sembra quasi non rendersi conto di aver preso per i piedini la piccola creatura, e averla fatta dondolare in un drammatico pendolo a 15 metri da terra. E nega tutto. Tenta di convincersi che sta vivendo un incubo, Gianluca Carpineti. Riempie così le ore che lo separano dall’udienza di convalida dell’arresto, in programma domani alle 9 e 30 in carcere, il commerciante di 45 anni arrestato con l’accusa di tentato omicidio per aver fatto penzolare la figlioletta appena nata dal balcone dell’appartamento al terzo piano del civico uno di via Flavia che divide con la compagna e le altre due figlie di lei.

“E’ disperato, gli manca la famiglia, è innamoratissimo della compagna”, sottolinea l’avvocato Nicoletta Pelinga, il suo difensore di fiducia. Forse non riesce neppure lui a farsene una ragione, a trovare anche solo un motivo plausibile di un gesto incomprensibile, folle per un papà. Forse perché un motivo non può esserci. Al culmine di un litigio con la donna con la quale convive da un anno e mezzo, ispirato da un raptus di rabbia ha preso in braccio la figlioletta di poco più di un mese, è uscito in balcone e ha minacciato di lasciarla cadere se la compagna se ne fosse andata. Una scena che ha tenuto col fiato sospetto tutto il quartiere, e ha fatto intervenire in sincrono polizia e carabinieri, allertati dalla donna nell’appartamento e da una testimone che ha assistito comprensibilmente choccata alla scena.

L’uomo non era mentalmente lucido. Si è anche barricato nell’abitazione. Un agente della polizia si è ferito ad una mano nel tentativo di fare irruzione al più presto in casa, dove c’era musica sparata a volume molto alto e dove una volta entrate le forze dell’ordine hanno strappato la bimbetta dalle mani del padre che nel frattempo era rientrato. Carpineti ha anche provato a scappare divincolandosi, ma è stato bloccato sul pavimento, arrestato e portato in questura. Il suo stato psicofisico era alterato, poliziotti e carabinieri hanno capito subito che era ubriaco. E probabilmente il suo gesto insano potrebbe essere stato ispirato da un lampo di rabbia sulla mente annebbiata dall’alcol.

Carpineti vive con la sua compagna da un anno e mezzo, crescono insieme le due figlie di lei, di undici e di cinque anni e mezzo.

Intanto gli inquirenti hanno inviato una segnalazione alla procura dei minori, che dovrà valutare la situazione relativamente alla neonata. I medici dell’ospedale pediatrico Salesi dove è stata accompagnata per tutti gli accertamenti del caso hanno escluso traumi. Ma il magistrato dovrà verificare l’opportunità che resti in seno alla famiglia di fatto. Potrebbe essere a rischio la potestà genitoriale, anche se nulla è stato ancora deciso.

“In famiglia non sono mai accaduti casi di questo genere - spiega l’avvocato Pelinga -. Qualche litigio, com’è normale, ma anche dopo il fatto la compagna del mio assistito, che era molto agitata, ha assicurato che lui mai si era comportato in questo modo in precedenza”.

EMANUELE COPPARI


IL GAZZETTINO (Padova)

PIAZZETTA SARTORI 

Ubriaco fradicio, si denuda e prende a pugni due poliziotti

Ubriaco fradicio, nudo, esibiva i "gioielli" di famiglia ai passanti. Quando i poliziotti di quartiere hanno cercato di fermarlo, li ha accolti a calci e pugni. Un agente ha riportato il distacco di una falange: ne avrà per venticinque giorni. In manette per atti osceni, danneggiamento, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale è finito Marinel Tone, trentaseienne romeno. L’immigrato, che già appariva piuttosto brillo, era stato controllato l’altro pomeriggio dai poliziotti di quartiere in via Tommaseo, all’altezza delle cucine popolari. Un paio d’ore più tardi alla centrale operativa della Questura era giunta la segnalazione di uno straniero che dava in escandescenze in piazzetta Sartori. Gli agenti erano tornati sul posto e si erano imbattuti nel romeno. Aveva abbandonato i jeans su una panchina, si era tolto la maglietta che brandiva come una bandiera, e si era calato le mutande. Con tutto l’alcol che aveva in corpo non sentiva certo freddo. Alla vista dei poliziotti li ha aggrediti. Ha strappato la giacca ad uno degli agenti, all’altro invece ha scassato una mano mentre tentavano di ridurlo alla ragione. Impresa disperata. A fatica è stato caricato su una "volante": prima di infilarlo nell’abitacolo ha assestato un paio di calci alle portiere ammaccandole. Lo hanno chiuso in cella di sicurezza a smaltire la sbornia prima di portarlo davanti al giudice per la direttissima.


CORRIERE ADRIATICO

Donna al volante ubriaca

FERMO - Polacca, quarantenne, ubriaca e pericolosa è stata bloccata e denunciata la notte scorsa dalla Polizia Municipale di Fermo. Una denuncia per guida in stato di ebbrezza arrivata dopo che, per le strade del Fermano si è consumata una scena da film americano. La donna era al volante di un’auto. Ha sbandato, poi ha preso una curva contromano. Gli strani movimenti sono stati notati da una pattuglia della Polizia municipale fermana di rientro dal blitz nei tomaifici a Campiglione. Erano circa le due di ieri notte.

La pattuglia dei vigili stava risalendo verso Fermo quando all’improvviso ha incrociato un’auto – una Opel – lanciata a folle velocità e, soprattutto, contromano. Gli uomini hanno cercato di bloccare in qualche modo il veicolo. Non ci sono riusciti. Allora è scattato l’inseguimento, sono stati accesi i lampeggianti. Da Molini di Tenna a via Speranza. E’ nei pressi dell’ospedale che la Polizia municipale ha bloccato la vettura tallonata. I vigili sono scesi per controllare il pazzo al volante. Si trattava di una donna, con una sbornia clamorosa. Il mezzo è stato sequestrato, la patente ritirata, la straniera che da anni vive a Fermo, denunciata per guida in stato di ebbrezza.

Ed anche la conferma: che sempre più donne vengono colte ubriache alla guida, e che la notte è diventata pericolosa.


CORRIERE ADRIATICO

Angelo Raptis ha travolto un anziano con lo scooter. Processato per omissione di soccorso

Condannato a tre mesi il pirata della strada

La difesa: “Sotto choc per la morte di Umberto, potrebbe aver bevuto a casa”

ANCONA - “Non è detto che fosse ubriaco quando era al volante, il test dell’alcol lo hanno fatto a sei ore dall’incidente. Quando è arrivato a casa era sotto choc per la morte di Umberto”. Hanno provato di tutto gli avvocati Andrea Bordoni e Paola Proietti, legali di Angelo Raptis, 24 anni, anche a toccare le corde dei sentimenti del giudice monocratico Paola Moscaroli al processo con rito abbreviato per omissione di soccorso, con l’ombra della guida in stato di ebbrezza.

Il giovane esce con una condanna a tre mesi e 10 giorni, pena sospesa, dalla vicenda che gli ha messo addosso l’etichetta di “pirata della strada” per aver mandato all’ospedale un anziano. Domenica mattina alle prime luci dell’alba rientrava da una notte in una discoteca della riviera romagnola quando ormai a due passi da casa, con la sua Saab 90 ha rischiato di falciare un signore di 65 anni che viaggiava su uno scooter. Secondo i carabinieri, durante un sorpasso a velocità sostenuta sulla Flaminia, all’altezza del ristorante Mizzio, ha incrociato la traiettoria del motociclo che per non essere travolto ha tentato una manovra disperata verso il centro della carreggiata, senza riuscire ad evitare l’impatto con lo specchietto dell’auto. L’uomo è finito a terra, se l’è cavata con la rottura di un dito e varie ecchimosi, ma poteva andargli davvero peggio. Il giovane automobilista non si era fermato, ma alcuni testimoni avevano assistito alla scena. Uno aveva anche provato a inseguire l’auto che era schizzata via a tutto gas, ed era riuscito a scorgere parte del numero di targa. Quell’indizio, e alcuni pezzi dell’automobile rimasti nel luogo dell’incidente avevano permesso ai carabinieri di individuare l’autista. Lo hanno trovato in casa, verso l’una del pomeriggio stava ancora dormendo. Lo hanno sottoposto all’alcol test, che ancora a sei ore dallo schianto aveva evidenziato valori oltre la soglia consentita. In passato Raptis era incappato nella prova del palloncino durante un controllo notturno, era stato trovato fuori norma e gli era stata sospesa la patente. Ma oggi rifiuta l’accusa di “pirata della strada”. “Non è dimostrato - ha spiegato in udienza l’avvocato difensore Bordoni - che il ragazzo dopo aver fatto cadere l’anziano col motociclo si sia allontanato volontariamente senza soccorrerlo. In realtà si è accorto che c’era stato un urto, ma ha fatto un sorpasso veloce e non ha visto la persona per terra”. E allora, “perché non prendere in considerazione l’ipotesi colposa? Non si è fermato per imprudenza e imperizia forse, ma non per dolo”. E non è detto che avesse i riflessi annebbiati dall’alcol mentre guidava. “Gli hanno fatto la prova dopo diverse ore. Aveva saputo della morte del suo amico Umberto Burini quella stessa notte, era sotto choc e a casa si può bere quel che si vuole”.

E.C


ITALIA SERA

Alla sbarra, un medico, tre infermieri, una poliziotta e tre complici

Barbone dimenticato in corsia, rinviate a giudizio otto persone

di Sacha Trancanelli

Otto persone rischiano il rinvio a giudizio nell’inchiesta sulla morte del clochard Bogdan May, avvenuta all’ospedale Grassi di Ostia nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 2005, dopo che l’uomo sarebbe stato lasciato in attesa per diciassette ore al freddo su una barella. L’uomo, 40enne, fu trasportato al nosocomio da

un’ambulanza che l’aveva raccolto sulla strada in preda ai malori, forse riconducibili alla sua condizione di alcolista cronico. Il suo stato di salute non avrebbe preoccupato il personale dell’accettazione, che lo mise su una lettiga. Forse qualcuno si dimenticò di lui e il giorno successivo un infermiere si accorse del decesso. Dall’inchiesta svolta dalla Procura di Roma sono emerse una serie di circostanze in base alle quali ora il pubblico ministero, Tiziana Cugini, ha chiesto il rinvio a giudizio. Il 17 luglio prossimo il gup Claudio Tortora prenderà le sue decisioni.

Concorso in omicidio colposo: questo il reato contestato dal magistrato al medico, ai tre infermieri di turno quella sera al pronto soccorso e ad una poliziotta che avrebbe spostato la barella su cui si trovava il clochard. Altre tre persone, invece, sono indagate per concorso nel falso della cartella clinica, in cui si parla di un intervento rianimatorio andato avanti per venti minuti, fatto che sarebbe smentito da alcune testimonianze. Dagli accertamenti svolti, infatti, emerse che la cartella clinica del clochard, indicato come “ignoto 2006”, sarebbe stata chiusa alle 23 di quella sera, in quanto l’uomo non avrebbe risposto alle chiamate del suo turno di visita fatte da parte dei sanitari del pronto soccorso. La contestazione di falso fa invece riferimento alla cartella di “ignoto 2007”, un altro uomo che si sarebbe presentato ubriaco presso la struttura sanitaria e dimesso la mattina successiva. Sulla sua cartella clinica sarebbe stato registrato falsamente l’intervento di rianimazione. Secondo gli inquirenti non si sarebbe trattato di un mero errore materiale, ma di un tentativo di depistare le indagini e nascondere lo sbaglio commesso. Dai risultati di una consulenza tecnica disposta dal pm, risultò che il barbone non sarebbe mai stato visitato dai medici dell’ospedale. Non solo, le responsabilità della poliziotta sarebbero emerse anche dall’esame di alcuni fotogrammi della videosorveglianza, in cui sarebbe stata ripresa mentre spostava la barella del barbone fuori dall’ospedale. Dalla consulenza medica è venuto alla luce che in quel momento l’uomo era ancora vivo.


VIRGILIO NOTIZIE

Italia-Scozia: no striscioni e alcol

Divieto a Bari per tutto il 28 marzo

BARI, 23 MAR - Divieto di vendita di alcolici per tutta la giornata del 28 marzo e divieto d’introdurre striscioni nello stadio San Nicola. Sono i due provvedimenti presi dal Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza, in vista di Italia-Scozia. Il divieto di vendita di alcolici riguardera’ l’intero territorio comunale, con particolare attenzione al centro storico. Intanto si apprende che gli azzurri arriveranno a Bari la mattina del 27 marzo con un volo charter proveniente da Firenze.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

L’INIZIATIVA 

Bicchieri antisballo che riducono l’alcol Saranno in vendita entro la fine del 2007 

Accordo commerciale tra la società Ray of Life di Gigi Stecca e Marco Faneschi e l’azienda francese Arc International, presentato l’altra sera al ristorante pizzeria "Michelangelo Da Vinci Airplanes" di Villamarzana.

Si tratta di un riconoscimento per il noto mastro birraio polesano, in particolare per tutti gli sforzi compiuti in svariati anni di imprenditoria nel settore ristorativo prima, poi della promozione di come si deve assumere la birra in maniera antisballo e ora in quello della produzione industriale dei calici e bicchieri "Raggio di vita" con quello che è il maggior produttore a livello mondiale di vetro e cristallo. Questa nuova avventura è stata festeggiata con un menu alquanto insolito, proprio a base di birra.

«I bicchieri che si trovano nei miei due locali (l’altro è il Sebastian Pub di Ferrara, ndr) sono in grado di ridurre l’assimilazione di alcol nei giovani - ha affermato Stecca - è grande la soddisfazione di essere riuscito a concretizzare l’idea di inventare bicchieri antisballo. Perfino il Cnr di Roma si è congratulato con me per questa mia invenzione. I miei calici sono in grado di liberare la birra dall’eccesso di anidride carbonica, con l’effetto di migliorare il gusto, la digeribilità e di diminuire il tasso alcolico nel sangue». (*)

Assieme a Marco Faneschi, professionista senese esperto nel settore della produzione e vendita di articoli in vetro fatti a mano, è stata creata la società Ray of Life che amministra i diritti di uso dei brevetti Raggio di vita. Dopo un anno di contatti, incontri, prove di funzionamento e fattibilità tecnica dei bicchieri con la Arc International, Stecca ha annunciato di avere raggiunto l’accordo per lo sviluppo tecnico e di marketing industriale, che porterà al lancio commerciale delle prime linee Ray of Life entro la fine del 2007.

Marco Scarazzatti

(*) Nota: la forma del bicchiere non può certo ridurre l’alcol assimilato. A meno che non sia bucato. Ridurre l’anidride carbonica rallenta la velocità di assimilazione, ma la quantità di alcol è ovviamente sempre la stessa. Presentata così come nell’articolo è una pubblicità ingannevole e pericolosa, perché induce a pensare che si possa ridurre l’alcol assorbito ed i suoi effetti.


ASAPS

Russia

Dopo l’allarme lanciato dalla polizia stradale, la Duma inasprisce il codice della strada Decuplicate le sanzioni amministrative e carcere per chi guida in stato di ebbrezza

MOSCA 23 marzo 2007 – Il presidente russo Vladimir Putin non è alle prese solo con la politica estera ed interna ma deve fare i conti, tra le altre cose, con una sinistrosità stradale spaventosa. La Federazione Russa è oggi l’entità statale più grande del mondo, con confini che lambiscono Europa ed Asia e che tengono insieme oltre 17milioni di chilometri quadrati e 142milioni di abitanti, 30mila dei quali – ogni anno – perdono la vita sulla strada. Alcuni giorni fa, e lo abbiamo pubblicato sul questo sito, il comandante in capo della polizia stradale federale (sulla quale gravano quotidianamente pesanti accuse di corruzione) aveva lanciato un vero e proprio allarme rosso, immediatamente recepito dalla Duma (il parlamento russo) che ha impresso un’accelerazione alle numerose riforme già in cantiere da tempo. Nella sessione plenaria del 18 marzo, il Cremlino ha approvato in prima lettura il nuovo codice della strada, realizzato per far fronte ad una sinistrosità che influisce in maniera determinante (si dice fino al 4%) sul prodotto interno lordo. La novità più importante ci sembra essere quella in materia di guida in stato di ebbrezza: in Russia, dove è vietato bere, (*) violare tale norma costerà almeno 15 giorni di carcere, in un paese nel quale i penitenziari non sono certo noti per confort o agiatezze. La seconda novità più importante, almeno secondo il nostro parere, è l’introduzione della tecnologia in materia di repressione, con l’equivalente di molti milioni di dollari già stanziati per l’allestimento di radar e telecamere di sorveglianza gestite dalla “Gosudarstvine avto inspeczia”, la polizia stradale appunto. A lei toccherà vigilare sul rispetto delle norme ed applicare le nuove regole – e qui siamo alla terza novità degna di rilievo – per le quali sono previste sanzioni cresciute fino a dieci volte. Un aspetto questo che ha suscitato molto scalpore tra chi definisce il pacchetto di norme non costituzionale o chi – come riporta una nota dell’Ansa – sostiene che la riforma è destinata al più clamoroso fallimento. La ragione di tanto pessimismo, recita il quotidiano “Novie Izvestia”, è attribuita al fatto che la polizia stradale russa sarebbe così corrotta da “chiudere puntualmente gli occhi in cambio di mazzette” e quindi ogni dettame di legge resterebbe lettera morta. In effetti molti tour operator o siti specializzati segnalano questa piaga. In ogni caso, la nuova legge – e questa è una curiosità – prevede l’introduzione di un rigido principio di responsabilità solidale, finora assente nella legislazione della Federazione, la quale consentirà la contestazione successiva delle violazioni (questo per consentire il pieno utilizzo di telecamere e radar). Si parla inoltre di impiego massiccio di ganasce e del divieto di allestire ceppi commemorativi (anche solo semplici mazzi di fiori) in prossimità dei luoghi ove si sono verificati incidenti mortali, per prevenire fatali distrazioni per chi è alla guida.


(*)Nota: il tasso di alcolemia alla guida consentito in Russia è zero.

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