(ASAPS) BRUXELLES, 27 marzo 2007 – L’idea è quella di
copiare i francesi, che in tema di sicurezza stradale non hanno davvero niente
da invidiare a nessuno. Radar, tanti, e telecamere agli incroci più pericolosi:
lo dice il governo belga, che pensa di dare attuazione agli auspici
dell’università di Hasselt e alla direzione fiamminga del dipartimento della
Sicurezza Stradale (Steunpunt Verkeersveiligheid), secondo cui una telecamera
di sorveglianza e contestazione – ben visibile e pubblicizzata ma sempre in
funzione – può ridurre la sinistrosità ad un incrocio del 14%, limitando del
27% il numero di morti e feriti. In più, se tutta la rete viaria venisse
“coperta” con sistemi di questo genere e di postazioni radar – applicando gli
attuali parametri di trasgressione e di entità delle sanzioni pecuniarie – in
un solo anno di attività entrerebbero nelle casse del regno 349 milioni di
euro. Possibile? Non sappiamo che dirvi, visto che ci era sembrata esagerata la
stessa cifra dichiarata in Francia ed effettivamente incassata nel corso del
2006, grazie appunto agli incassi derivati dai sistemi remoti di contestazione
delle violazioni al codice. Poi, a far due conti, ci accorgiamo che tutto è
possibile – anche un bilancio complessivo per tali voci in termini di entrate –
fuorché in Italia. Un piccolo comune toscano in provincia di Pisa, con un solo
agente di Polizia Municipale (peraltro impegnato tutti i giorni in udienze
innanzi al GdP per rappresentare la propria amministrazione nelle migliaia di
ricorsi) incassa ogni anno circa 1 milione di euro. Se le somme fossero tutte
inglobate in un’unica soluzione – decidendo a priori la sua successiva
ripartizione – i vantaggi ci sarebbero per tutti, anche per quegli enti locali
che non sono “benedetti” dal passaggio sul proprio territorio di un’arteria a
scorrimento veloce. Ovviamente tutti i fondi – esattamente come avviene in
Francia – andrebbero reinvestiti in sicurezza stradale. (ASAPS) |
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