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Rassegna stampa 23/06/2005

Rassegna stampa del 22 giugno 2005

Rassegna stampa del 22 giugno 2005


Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 22 giugno 2005
Protagonisti una bella automobilista brindisina e gli uomini della Polstrada
"Se mi togliete la patente, vi denuncio"
La ragazza che era stata fermata per eccesso di velocità, ora deve rispondere di minacce

m.mong.

Fasano
Ha tentato di evitare il ritiro della patente per eccesso di velocità minacciando gli agenti della Polstrada di denunciarli... ai carabinieri. Alla fine l’unica ad essere stata denunciata alla magistratura, dai poliziotti, per minacce a pubblico ufficiale è stata un’avvenente brindisina di 35 anni. Quando si è resa conto che gli agenti stavano per ritirarle la patente, dopo che la telecamera installata a bordo dell’auto della Stradale aveva filmato le sue perfomance a velocità non consentita, la donna ha minacciato gli agenti. Almeno questa è l’accusa. "Se non mi lasciate andare - avrebbe detto - mi rivolgerò ai carabinieri dicendo che mi avete chiesto il numero di cellulare e avete tentato di mettermi le mani addosso". I due poliziotti, che poco prima, all’altezza del km 4 della statale, in prossimità dello svincolo per Pezze di Greco, avevano intimato l’alt all’auto dopo che l’occhio elettronico installato a bordo dell’auto di servizio aveva sancito che la vettura procedeva a velocità elevata, per niente intimoriti dalla minaccia, dopo aver ritirato la patente all’automobilista, una volta rientrati in caserma, a Fasano, hanno riferito l’accaduto al comandante e, d’intesa con l’ispettore Giuseppe Potenza, hanno denunciato la donna alla magistratura per minacce. Chi la fa, l’aspetti.

Da “Il Messaggero” del 22 giugno 2005
Ritirata la patente all’autista di Abete


EMPOLI (FI)
La potente Lexus che trasportava il presidente degli industriali di Roma, Luigi Abete, viaggiava a 154 orari, invece dei 90 previsti in quel tratto. Ma è incappata nel laser di una pattuglia della Polstrada sulla Firenze-Pisa-Livorno e l’infrazione è costata il ritiro della patente all’autista che era alla guida. È successo ieri, mentre Abete si recava, già con un po’ di ritardo, all’assemblea degli industriali della provincia di Pisa. L’alta velocità è costata anche 350 euro di multa ed è aumentato pure il ritardo finale, quasi un’ora e mezzo rispetto ai tempi previsti.

Da “Il Gazzettino” del 22 giugno 2005
Dopo mesi di indagini i poliziotti della Stradale di Venezia, Udine e Pordenone decapitano una gang internazionale
Tir svaligiati, sgominata la banda
I malviventi mettevano a segno i colpi in autostrada, svuotavano i camion e poi fuggivano

Roberto Ortolan


Gli investigatori della Polizia Stradale di Venezia, Udine e Pordenone, dopo mesi di articolate e complesse indagini, sono riusciti ad assicurare alla giustizia i componenti di un’organizzazione criminale, specializzata nei furti sugli autotreni che, quotidianamente, percorrono le autostrade del Nordest e in particolare la A4 e la A28, da Venezia a Trieste. I tutori dell’ordine, da quanto filtrato, sarebbero riusciti a recuperare gran parte della merce rubata e in particolare elettrodomestici per almeno 400 mila euro (250 mila euro di televisori), ma non solo.
L’inchiesta dei poliziotti della Stradale veneto-friulana - sebbene le indagini siano ormai definiti restano coperte dall’assoluto riserbo - sarebbe stata esemplare tanto da meritarsi gli applausi del Ministero dell’interno da Roma. Non solo. Le indagini sarebbero state portate a compimento utilizzando tecniche all’avanguardia che, nei prossimi mesi, potrebbero essere copiate anche in altre zone d’italia.
L’inchiesta sui Tir svuotati in autostrada - da quanto filtrato - è partita quasi per caso. Gli agenti erano impegnati in un’indagine sul commercio di prodotti con marcio contraffatto quando - si è appreso - sono riusciti a venire in contatto con un’organizzazione criminale, composta da italiani e sloveni, ma anche qualche albanese e romeno, che prometteva di essere in grado di consegnare merce "autentica". Gli investigatori della Stradale hanno subito intuito d’avere tra le mani una banda specializzata nei furti sui Tir. Un’attività criminale che fa molte vittime nel Meridione d’Italia, ma anche nei Paesi Balcanici, ma che nel Nordest Italiano (se si escluso il fenomeno, in parte diverso, dei furti di metalli) risultava del tutto assente.
I poliziotti hanno così continuato a curare i rapporti con gli informatori e i contatti con esponenti della banda finché, a inizio primavera, sono riusciti a recuperare televisori per 250 mila euro che erano stati appena "prelevati" dai ladri su un Tir che stava percorrendo l’Autostrada A4 Udine-Venezia. Contestualmente sono stati assicurati alla giustizia una decina di componenti della banda dei ladri dei Tir.

Da “Il Gazzettino” del 22 giugno 2005
TACCHEGGI IN A28 E IN A4.


La Stradale di Pordenone, nell’estate del 2002, fa cadere in trappola una banda che si era specializzata nei taccheggi nelle aree di servizio autostradali e nelle spaccate sulle auto. I ladri avevano rubato i bagagli a numerosi turisti.
Nell’estate del 2003 viene sgominata una banda che si era specializzata nei furti nelle aree di servizio. Durante l’inchiesta venne anche individuato un fotografo che rubava le foto a quanti utilizzavano le toilette.
Tra le l’estate e l’inverno del 2004 e vengono assicurati alla giustizia una serie di autotrasportatori sloveni che, per frodare le assicurazioni, fingevano d’essere stati derubati.

Da “Brescia Oggi” del 22 giugno 2005
La Stradale di Brescia ha arrestato il 42enne di Vobarno.
È accusato di aver fatto parte di una maxi gang che rubava e smerciava metalli
Latitante in Guglielmo, in manette Luca Fusi
Era svanito nel nulla all’inizio di maggio.
Aveva trovato rifugio in una malga sul versante Nord

w.p.


Si era rifugiato in una malga a Pezzoro di Tavernole sul Mella, sul versante Nord del Guglielmo, l’ultimo latitante che mancava all’appello per l’operazione "Inox" condotta dalla polizia stradale di Brescia. Alle 4 di ieri gli agenti hanno arrestato Luca Fusi, 42 anni di Vobarno, ricercato da quasi due mesi. All’inizio di maggio, quando gli agenti della polizia stradale avevano eseguito le 17 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Eliana Genovese su richieste del pm Gianfranco Gallo, Fusi era svanito nel nulla.
Dopo laboriose indagini gli agenti della Stradale (la squadra di pg) con alcuni uomini del distaccamento della polizia stradale di Boario lo hanno rintracciato e ieri mattina, mentre il sole sorgeva e tingeva d’oro la cima del Guglielmo, hanno fatto scattare le manette. Fusi aveva ricavato due locali all’interno di una malga. Nel corso dell’operazione è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento la convivente R. M., 32 anni, di Bedizzole.
Fusi, come detto, era l’unico dei 30 componenti delle associazioni criminali dedite al furto ed al riciclaggio di metalli, smantellate dalla Polizia Stradale, ancora latitante.
La cattura non è stata semplice, perchè la latitanza si è svolta sui monti della Valtrompia in luoghi difficilmente accessibili. L’intervento degli operatori di polizia è avvenuto con l’utilizzo di veicoli fuoristrada, fino al margine del bosco e, successivamente, a piedi sino alla malga posta in alta quota. Con la cattura di Fusi si è conclusa definitivamente l’indagine denominata "Inox". Indagine che ha fatto finire nei guai una trentina di persone.
Le ordinanze di custodia emesse dal gip Genovese erano state eseguite il 3 maggio di quest’anno. L’indagine aveva preso il via dopo alcuni furti di camion che trasportavano alluminio, rame, nickel, titanio, ottone e zinco. Gli agenti della Stradale avevano indagato su una quarantina di episodi, furti commessi nel Nord Italia, in Veneto e uno anche a Ascoli Piceno. Dopo aver individuato i presunti mandanti e gli esecutori dei furti era entrata in azione anche la Guardia di Finanza che aveva svolto accurate indagini patrimoniali permettendo di sequestrare beni e conti correnti riconducibili a 24 delle persone indagate e a dieci società coinvolte. Gli agenti avevano evidenziato il coinvolgimento di dieci società che fornivano falsa documentazione contabile o bolle per il trasporto del materiale rubato che veniva rivenduto a prezzi concorrenziali.

Da “La Sicilia” del 22 giugno 2005
indagini della polizia stradale
Due cingalesi con patenti false
Manuel Risceglie.


Due extracomunitari cingalesi denunciati per conversione illecita di patente straniera (falsa) in quella italiana. Sono M. S. di 32 anni e M. A. di 30, entrambi dello Sri Lanka e residenti a Siracusa, ai quali è stato contestato l’"uso di atto falso e false dichiarazioni".
Il provvedimento è stato adottato in seguito ad attività investigative della squadra di Polizia giudiziaria della sezione stradale di Siracusa coordinata da Salvatore Sampognaro, dalle quali è stato accertato un canale di facile conseguimento della patente italiana (senza sostenere l’esame di guida) da parte di cittadini extra comunitari in possesso di patente straniera non regolare.
Gli accertamenti sono scattati in seguito alla richiesta dei due cingalesi di convertire la patente straniera in quella italiana presso la Motorizzazione civile di Siracusa. Poiché la conversione comportava la consegna della patente straniera questa veniva sottoposta a verifiche attraverso l’ambasciata italiana nello Sri Lanka. Dai controlli si è giunti alla conclusione che quelle patenti erano state acquisite irregolarmente e sono state ritirate dalla polizia.


Giovedì, 23 Giugno 2005
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