In fondo alla rassegna riportiamo i primi commenti
all’iniziativa del Comune di Rovereto.
Chi lo desidera può continuate a scrivere per esprimere il
proprio sostegno. Con l’auspicio che tanti altri Comuni italiani seguano la
strada tracciata dal Comune Rovereto.
Questi sono gli indirizzi di posta
elettronica:
comunicazione@comune.rovereto.tn.it,urp@comune.rovereto.tn.it,Sindaco@comune.rovereto.tn.it, manzanarenato@comune.rovereto.tn.it,
e, per conoscenza, p.giovanetti@ladige.it, l.zoppello@ladige.it,
trento@trentinocorrierealpi.it,
e, al solito, a a.sbarbada1@tin.it, e robargen@libero.it, per la pubblicazione in rassegna.
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WINENEWS
Milano - 26 Marzo 2007
“E’ FORSE ARRIVATO IL MOMENTO DI PRENDERE L’INIZIATIVA …”:
UNO DEI PIU AUTOREVOLI VIGNAIOLI D’ITALIA, ANGELO GAJA, PRENDE CARTA E PENNA …
ED AVANZA DELLE PROPOSTE AL MONDO DEL VINO, SEMPRE PIU’ ASSOCIATO AD ALCOOL E
DROGHE
Sempre più spesso l’alcool viene accusato di essere una
droga, sul banco degli imputati insieme a tutte le bevande alcoliche.
Recentemente (24 marzo 2007) a ribadire questa tendenza, la rivista scientifica
inglese “Lancet” ha pubblicato uno studio di due farmacologi di Bristol molto
noti nel settore: i due esperti hanno compilato una classifica, a seconda dei livelli
di pericolosità, delle 20 droghe legali ed illegali, ponendo l’alcool in quinta
posizione subito alle spalle delle droghe vere. L’articolo di “Lancet” è stato
ripreso in prima pagina dal “Guardian” e dal “Times” ed ha avuto larga eco su
diversi quotidiani europei, compresi quelli italiani. Ma perché l’alcool è una droga? Perché, in caso di abuso,
crea dipendenza. Tuttavia, a ben vedere, anche gli eccessi alimentari in genere
(carboidrati, grassi animali, zuccheri, …), benché nella gran parte non creino
dipendenza, possono essere causa di patologie, talvolta irreversibili. Dai dati snocciolati dalla rivista scientifica “Lancet”,
la questione non è certo uno scherzo: i decessi per abuso di sostanze alcoliche
superano di gran lunga i decessi a causa dell’assunzione di droga; una elevata
percentuale di incidenti automobilistici viene attribuita con certezza a
soggetti che guidavano in stato di ebbrezza. Non che noi italiani avessimo necessità di attingere a
questi dati dalla rivista inglese: le associazioni che operano in Italia per il
recupero degli alcolizzati sostengono pressoché le stesse argomentazioni da
moltissimi anni ed invocano provvedimenti. Come si è difeso il mondo del vino di fronte a questa
situazione? Sostenendo che l’abuso viene causato dal consumo delle altre
bevande. Sostenendo che il consumo moderato del vino è di beneficio alla
salute, avvalendosi di numerosissime ricerche che hanno scientificamente
dimostrato l’asserto. Sostenendo che il vino ha forti valenze culturali, che fa
parte della nostra civiltà, che non possono essere le patologie ad inficiarne
il suo valore. Anche se, a dire la verità, i produttori vitivinicoli sanno
benissimo che il vino non può tirarsi fuori dalle accuse che gli vengono
rivolte perché se ne può abusare tranquillamente a tavola e fra le mura
domestiche. E se fosse giunta l’ora di
cambiare strategia ? E se invece di restare in trincea fossero i produttori di
vino a prendere iniziative che dimostrino una maggiore sensibilità nei
confronti di coloro che nell’alcool vedono comunque una droga? (*) Provo a buttare giù qualche idea … Pubblicità: ripetutamente in passato, esponenti di
associazioni/comunità di recupero avevano chiesto al Parlamento Italiano di
attuare il divieto di pubblicità dei superalcolici, senza successo. Dato per
scontato che è l’abuso a creare dipendenza, dovrebbero essere i produttori di
vino stessi ad invocare per la pubblicità di tutte le bevande alcoliche, vino
compreso, una disciplina speciale, con norme più restrittive, sulle limitazioni
alcoliche, che, al contrario, non è necessario imporre ai prodotti alimentari. Separare l’immagine del vino da quella delle altre bevande
alcoliche: il
fattore alcool accomuna tutte le bevande alcoliche? I produttori di vino, e
sono moltissimi, in numero enormemente superiore ai produttori di tutte le
altre bevande alcoliche messi assieme, non la pensano affatto in questo modo.
Le differenze tra il vino e le altre bevande alcoliche sono profonde. Il vino,
come è noto, deriva dalla fermentazione alcolica dell’uva; questa avviene per
tre mesi all’anno, a cavallo dell’autunno, ha un inizio ed una fine ed è
vietato fermentare negli altri nove mesi dell’anno. Sono spesso gli stessi
produttori a crescere la materia prima, l’uva, a trasformarla ed a vendere essi
stessi il vino in bottiglia. L’alcool si forma naturalmente nel vino, senza
aggiunte, senza separazioni dagli altri componenti. Il vino, a differenza delle
altre bevande, si consuma accompagnato al cibo in un rito che affonda le radici
nella storia e nella cultura millenaria. I produttori di vino hanno un modo di
operare profondamente diverso dai distillatori di alcool o da quelli che lo
diluiscono in una miscela di sostanze aromatizzanti e coloranti. Avviare una
ricerca scientifica seria, rigorosa, che consenta di comparare gli effetti
benefici del vino accompagnato al cibo e quelli meno benefici delle altre
bevande alcoliche consumate lontano dai pasti, diventa oggi più necessaria che
mai. Consumare meno: I produttori dovrebbero essere più prudenti
nell’invocare iniziative/misure volte a fare crescere i consumi di vino pro
capite in Italia: i 45-50 litri attuali sono già molto alti. E i consumi di
dieci, venti, trent’anni non sono più possibili. Il vino ha ormai perso i suoi
antichi connotati di alimento, trasformandosi in un bene squisitamente
voluttuario; sono cambiati gli stili di vita a causa di un diffuso benessere,
della consapevolezza di salvaguardare la salute, del maggiore desiderio di
mantenere un corpo in forma ed efficiente. E’ illusorio sperare di fare
crescere i 28 milioni di ettolitri di vino che si stima vengano consumati
annualmente in Italia; mentre è più realistico pensare di far beneficiare della
stessa quantità un numero maggiore di consumatori guadagnandone di nuovi da
educare al piacere del vino consumato con moderazione. Diffondere la consapevolezza della pericolosità dell’abuso: tra i produttori di Langa, usava
un tempo accogliere gli ospiti in cantina versando nel bicchiere piccole
quantità del vino migliore. A causa di ciò venivano accusati di grettezza;
invece avevano rispetto per il vino, bevanda preziosa da non buttare giù “a
garganella” ed avevano rispetto per l’ospite perchè, senza mai dirlo,
conoscevano e temevano la piaga dell’alcolismo. Si potrebbe chiedere oggi agli
organizzatori delle innumerevoli fiere del vino che si svolgono nel nostro
paese di collocare, in corrispondenza delle uscite, dei centri equipaggiati per
misurare il contenuto di alcol nel sangue: ai quali accedere volontariamente,
senza la presenza di pubblici ufficiali, giusto con qualche assistente, per
rendere consapevoli quelli che hanno alzato il gomito di quanto abbiano
superato i limiti consentiti dalla legge, offrendo loro l’opportunità di prendere
coscienza della pericolosità di mettersi subito alla guida di un mezzo, anziché
attendere qualche ora prima di partire. Confidando che la prossima volta
sappiano assaggiare con più moderazione. Bisognerebbe mettere al bando i
produttori che durante le fiere provvedono alla mescita dei loro vini senza
offrire al visitatore la possibilità di sputare: specialmente quando
accompagnano questa mancanza di professionalità all’idiozia che il loro vino
sarebbe così importante, così buono, da non doverne sputare l’assaggio. Anche i produttori possono e devono fare molto per
comunicare la cultura dell’educazione al bere.
Angelo Gaja
(*) Nota: non tutti i pensieri esposti in questo articolo sono
condivisibili, ma l’idea che da parte dei produttori di vino ci sia la
necessità di avere un approccio diverso ai problemi alcol correlati è una
novità importante. Angelo Gaja oltre ad essere uno dei più famosi produttori di
vino è anche un ascoltato opinion leader.
LA STAMPA
Il bar-sala giochi festeggia 9 anni senza “bevute”.
Compleanno al pub dove l’alcol è vietato
Malgrado il divieto il locale è
frequentato da centinaia di ragazzi
Ci sono scelte facili, quelle fatte per convenienza o
motivate dalla volontà di omologarsi. Altre più coraggiose e controcorrente. E’
il caso del «Play Planet 3000», il bar-sala giochi di Magliano Alpi che nel
weekend ha festeggiato un compleanno particolare: nova anni senza servire
alcolici. I gestori Gabriella Bracco e Oreste Rinaldi hanno di nuovo ribaltato
le convenzioni, facendo un regalo ai clienti: chiunque consumerà una bibita
d’ora in poi riceverà in omaggio dei gettoni per giocare ai videogames del
locale. «C’è motivo di essere soddisfatti – affermano i due con orgoglio
-: all’inizio non è stato facile, ma ora possiamo dire di aver vinto la sfida». Era il 1997 quando i due coniugi di Carrù, aprirono il
locale a Magliano, poco distante dal casello dell’autostrada Torino – Savona.
Niente di «anomalo» il primo anno: i
ragazzi andavano a giocare e a bere una
birra o altri alcolici. E poi? «Abbiamo deciso di dire “basta” – spiega
Gabriella Bracco – un giorno io e mio marito ci siamo domandati: “ Ci sentiamo
più genitori o più gestori?”. (*) Scontata la risposta: genitori (il figlio
Simone, ora ha 22 anni ndr). Così optammo per una scelta controtendenza: niente
alcolici al “Play Planet”». «E’ stata una scelta economicamente penalizzante –
aggiunge Oreste Rinaldi -: servire ai clienti Coca Cola o succhi di frutta non
“rende”. Pian piano però le cose sono cambiate e adesso in tanti scelgono di
divertirsi consapevolmente». E sottolinea, indicando i tanti giovani in sala:
«Basta guardarsi intorno per capirlo». Per offrire ai ragazzi qualcosa di originale i gestori,
dietro al bancone solo nei weekend – venditori di pezzi di ricambio per camion
il resto della settimana – hanno iniziato a proporre attrazioni spettacolari:
la guerra simulata con pistole laser, il confessionale della “Grande sorella”,
il simulatore di Formula Uno; il bisonte meccanico e, unici in Italia, la
discussa finta sedia elettrica. Soddisfatti i clienti. Paolo
Castello, 22 anni, di Fossano: «Non abbiamo bisogno di bere per divertirci».
«Gli alcolici non mi sono mai piaciuti», gli fa eco Annalisa, 18 anni. «Troppi giovani sono morti sulle
strade dopo aver “alzato il gomito”: ai nostri clienti non è mai successo. E’
questa la nostra vittoria più grande», conclude il titolare. (*) Nota: questa è la domanda giusta da porre agli
esercenti nelle numerose campagne contro le “stragi del sabato sera” che li
vedono coinvolti.
GOMARCHE.IT
Marche: campagna contro le stragi
del sabato sera
Contro le stragi del sabato sera, parte la campagna
promossa della Regione Marche "Un soffio salva la vita", per favorire
un atteggiamento responsabile da parte dei giovane ed evitare la guida in
condizioni di pericolo.
ANCONA - Contro le stragi del sabato sera, parte la
campagna promossa della Regione Marche, in collaborazione con la Polizia
stradale e le associazioni del volontariato di protezione civile e della
pubblica assistenza. “La campagna - ha affermato il presidente della Regione,
Gian Mario Spacca, incontrando la stampa - intende favorire un atteggiamento
responsabile da parte dei giovani, soprattutto per evitare la guida in
condizioni di pericolo. Si tratta di un gesto piccolo, ma sufficiente a salvare
la vita. Basta, infatti, controllarsi da soli, prima di salire in auto, per non
mettere a rischio se stessi e gli altri”. Il nome della campagna: “Un soffio salva la vita”,
richiama immediatamente l’etilotest al quale il giovane può, volontariamente,
sottoporsi, all’uscita della discoteca. È sufficiente soffiare in una busta,
per controllare, in pochi minuti, il tasso di alcol nel sangue e verificare,
autonomamente, se si sia nelle condizioni di guidare, evitando rischi per la
propria e l’altrui incolumità, e di incorrere nelle sanzioni penali e
amministrative stabilite dalla legge. È prevista la distribuzione gratuita di diecimila
mini-test. La prima fase della campagna ha un
carattere sperimentale e interesserà quattro locali di divertimento, tra i più
frequentati dai giovani, delle quattro province marchigiane: Ancona, Miumiù
(Mondolfo) – Ascoli Piceno, Zen (Porto San Giorgio) – Macerata, Green Leaves
(Porto Recanati) – Pesaro e Urbino, Savana (Gabicce Mare). Nei pressi delle discoteche interessate, i ragazzi
troveranno i volontari della protezione civile e agenti della Polizia stradale
che distribuiranno i kit di autocontrollo e forniranno informazioni preventive.
Altre pattuglie della stradale, saranno invece operative nei paraggi per le
normali attività di prevenzione e repressione degli abusi. Le quattro unità
della protezione civile presenti all’esterno dei locali di divertimento avranno
a disposizione un’ambulanza ciascuna, con personale medico, della Croce rossa
italiana e dell’Anpass. Per la campagna saranno impegnati sanitari, volontari,
personale della Polstrada. Lo strumento di prevenzione e controllo è rappresentato da
un kit molto diffuso in moltissime campagne di prevenzione degli abusi di
alcol. È facilmente utilizzabile, garantisce la massima igienicità, assicura
risultati affidabili; è composto da una fialetta contenete il reagente e un
palloncino dotato di boccaglio a valvola per la raccolta del campione di aria
espirata. L’iniziativa rientra nella campagna di promozione sociale
della Regione Marche, rivolta ai giovani, già avviata da oltre un anno dal
titolo: “Godi la vita e gustala lentamente”. Quello della Regione – ha commentato il presidente Spacca
– “è un piccolo contributo per affrontare il tema drammatico delle stragi del
sabato sera. I giovani sono una risorsa fondamentale della nostra società e
vogliamo far sentire loro quanto siano importanti, recuperando un rapporto di
fiducia attraverso atteggiamenti di ascolto”. Spacca ha ricordato che annualmente muoiono 5 mila persone
sulle strade italiane: “Più del conflitto in Irak. Se si promuovono campagne
contro la guerra, è giusto affrontare anche la questione delle vittime del
sabato sera”. Numeri ripresi dal comandante della Polstrada Marche,
Italo D’Angelo, che ha parlato (dati Istat 2005) di 15 morti e 860 feriti al
giorno, con un costo sociale di oltre un milione di euro a vittima. “L’Onu – ha riferito – ha istituito la settimana mondiale
della sicurezza stradale dal 23 al 29 aprile. Le Marche partono in anticipo,
con una campagna di prevenzione e repressione, a tutela della sicurezza dei
ragazzi”. D’Angelo ha fornito anche un indirizzo mail attraverso il
quale i ragazzi possono comunicare con la Polstrada:
polstradacomp.an@poliziadistato.it. Di “importante sinergia tra organismi statali e
istituzionali”, ha parlato Mario Rosario Ruffo, vicario del prefetto di Ancona:
“È necessario avvicinare e dialogare con i giovani, che spesso vivono nel mito
della immortalità e assumono, quindi, atteggiamenti pericolosi”. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche i
responsabili Anpas (Sauro Giovagnoli), Croce rossa (Fabio Cecconi) e volontari
di protezione civile (Maurizio Zingarini).
CORRIERE ADRIATICO
Il popolo della notte apprezza. Il
kit distribuito per altri tre sabati
E i palloncini vanno a ruba
PORTO RECANATI – “Ne posso prendere altri da tenere in
macchina?”. In diversi, sabato notte, hanno chiesto agli uomini della
Protezione civile di potersi far lasciare più test alcolimetrici da utilizzare
poi in seguito, non necessariamente dopo la discoteca ma anche dopo una
semplice cena a casa di amici o al ristorante. L’idea della campagna “Un soffio
per la vita” insomma ha riscosso un gran successo tra i ragazzi che formano il
popolo della notte. La campagna proseguirà anche per i prossimi tre sabati. Un
kit per capire dunque se si è in grado o meno di potersi mettere alla guida. Un
palloncino monouso distribuito gratuitamente fuori delle discoteche e che
comunque è acquistabile anche in una qualsiasi farmacia al costo, decisamente
irrisorio, di 0,60 centesimi di euro e che è senza dubbio in grado di far
capire ai ragazzi che vogliono rimettersi in auto per raggiungere casa, chi
possa o meno guidare ed eventualmente, nel caso si fosse un po’ brilli, quanto
tempo occorre per smaltire l’alcol assunto.
SESTOPOTERE
LOTTA ALLA "STRAGI DEL SABATO SERA": OPERAZIONE
DEI CC
26/3/2007 - Floridia (SR) - 26
marzo 2007 - La recrudescenza degli incidenti stradali, molti dei quali con
conseguenze drammatiche, che occorrono nelle ore notturne dei fine settimana,
soprattutto in prossimità dei locali da ballo, ha reso necessario un intervento
deciso da parte delle forze dell’ordine finalizzato alla prevenzione delle c.d.
"stragi del sabato sera"; durante il fine settimana appena trascorso,
nel corso di uno specifico servizio coordinato disposto dal Comando Provinciale
dei Carabinieri di Siracusa, i militari del Nucleo Radiomobile e della Tenenza
di Floridia e hanno deferito in stato di libertà 2 persone: C.L. 30enne,
operaio, incensurato e C.A., di 29 anni, , impiegato, incensurato, entrambi di
Siracusa. Gli stessi sono stati sottoposti ad accertamento mediante
l’etilometro in dotazione mentre erano alla guida delle proprie rispettive
autovetture e risultati con un tasso alcolemico di 5 volte superiore rispetto a
quello consentito dalla norma. Gli effetti negativi dell’alcol sulla guida sono
ben noti. Esso agisce su diverse funzioni cerebrali (percezione, attenzione,
elaborazione, valutazione ecc.), con effetti diversi e strettamente correlati
alla quantità di alcol presente nel sangue, cioè al tasso alcolemico. Il tasso
alcolemico si misura in grammi di alcol per litro di sangue; un tasso
alcolemico di 1g/litro indica quindi che in ogni litro di sangue del soggetto è
presente 1 grammo di alcol puro; lo stesso tasso alcolemico può venire espresso
anche nella forma 1o/oo (uno per mille) oppure 0,1 %. I primi effetti negativi
si cominciano a riscontrare già con valori di 0,2 g/litro, ad esempio nella
capacità di suddividere l’attenzione tra due o più fonti di informazioni e
nell’interazione con la stanchezza; con un tasso di 0,5 g/litro cominciano ad
essere compromessi il campo visivo laterale, i tempi di reazione, la resistenza
all’abbagliamento, il coordinamento psicomotorio. Con un tasso di 0,8 g/litro i
sintomi precedenti si aggravano e viene compromessa anche la capacità di
valutazione delle distanze, l’attenzione cala in modo notevole, diminuisce la
sensibilità alla luce rossa. Ad un tasso di 1 - 1,2 g/litro i sintomi
precedenti si aggravano e compare l’euforia, la visione laterale è fortemente
compromessa, come pure la percezione delle distanze e della velocità di
movimento degli oggetti. A tassi tra l,5 e 2 g/litro tutti i sintomi precedenti
sono in misura esagerata, con la completa sottovalutazione dei pericoli, lo
scoordinamento dei movimenti (ad esempio si accelera invece di frenare),
reazioni fortemente rallentate. La legge quadro in materia di alcol e problemi
alcolcorrelati approvata in via definitiva dal Senato in data 7 marzo 2001
(legge n. 125/01) dispone, all’art. 6, comma 3, che entro 3 mesi dalla data di
entrata in vigore, cioè dal 3 maggio 2001, il Governo adotti una modifica al
comma 1 dell’art. 379 del regolamento di esecuzione ed attuazione del c.d.s.,
che preveda la modifica della concentrazione alcolemica, portandola da 0,8 g/l
a 0,5 g/l. Analoghi servizi saranno effettuati nel corso della
stagione primaverile entrante, ed incrementati durante l’estate, al fine di
scoraggiare quei comportamenti imprudenti e trasgressivi da parte dei
conducenti di auto e motoveicoli, soprattutto quelli appartenenti alle fasce di
età giovanili, con particolare riferimento al rispetto dei limiti di velocità e
delle condizioni psicofisiche dei conducenti, tramite l’utilizzo degli
autovelox e degli apparati etilometri in dotazione.
IL GAZZETTINO
PASSIONI & SOLITUDINI
Alcol e adolescenti, una pericolosa attrazione
fatale
di Alessandra Graziottin
"Meglio l’alcool della droga": così dicono molti
padri. Attenzione: non banalizziamo! L’alcool ha tutti gli effetti negativi di
una droga, soprattutto se in dosi elevate e in un’età ad altissima
vulnerabilità cerebrale, qual è l’adolescenza. Anche in Italia sta crescendo
vertiginosamente il consumo di alcolici nei giovani, maschi e femmine. E sta
aumentando un fenomeno di grande insidiosità: la bevuta compulsiva del sabato
sera. Una passione pericolosa e triste. Gli anglosassoni parlano di "binge
drinking" per indicare la bevuta superiore a 5 bicchieri di vino, che può
arrivare a dieci o più, e/o a bottiglie di vino o birra intere, bevute a canna,
in un comportamento compulsivo e autodistruttivo insieme che si sta diffondendo
con l’infettività di un’epidemia. Il "binge drinking" è ormai
diventato una diagnosi di comportamento ad alto rischio in sé e per le
conseguenze sulla salute, in primis del cervello. Questo allarmante fenomeno
deve farci riflettere su alcuni aspetti specifici della vulnerabilità degli
adolescenti, anche per intraprendere con decisione adeguate misure preventive e
curative. Innanzitutto, è bene sapere che il cervello
dell’adolescente (come quello del bambino, del resto) ha una specifica
vulnerabilità ai fattori tossici esogeni, che provengono cioè dall’ambiente, e
che sono veicolati nell’organismo da sbagliati stili di vita, come è il bere
eccessivo. La crescita della corteccia cerebrale e il rimodellamento delle
connessioni tra i miliardi di cellule nervose che abitano il nostro cervello
continua dalla nascita fino all’età adulta, in cui le connessioni diventano
molto più stabili, meno dinamiche e sempre meno "plastiche" con il
procedere dell’età.
LA STAMPA
Sulla carrozzella del sabato
sera Stefano Nadal, 38 anni Tetraplegico dopo un incidente testimonial in una
discoteca: “Andavo a 180 all’ora, ecco come ti riduci se fai come me
PIERANGELO SAPEGNO INVIATO A TREVISO
Ogni anno in Italia muoiono sulle strade oltre cinquemila
persone. Molte sono giovani. Per combattere le stragi del sabato sera il
governo ha presentato un disegno di legge nel segno della tolleranza zero:
arresto fino a sei mesi, multe fino a 24 mila euro per guida sotto l’effetto di
alcol e stupefacenti.In Inghilterra è reato anche soltanto mettersi al volante
in stato di ebbrezza. Si rischiano sei mesi di carcere. Così ci sono locali che
offrono bibite non alcoliche gratis per tutti i «designated drivers», cioè gli
autisti designati che porteranno gli amici in giro per tutta la serata senza
toccare una goccia d’alcol. Mettere accanto il dolore al divertimento e farli
conoscere è una cosa strana, e magari può anche servire, in una notte come
questa, con un po’ di pioggia e un po’ di vento, e in un posto come questo, con
una cattedrale dello sballo, rotonda come una cupola, tagliata da stradine che
corrono tutte diritte in mezzo alla musica e in mezzo ai campi. Stefano Nadal è
la faccia del dolore, 38 anni, tetraplegico dopo un incidente del sabato sera,
seduto su una carrozzella, con le mani che hanno perso la forza e il volto che
ha perso la giovinezza, slavato dalla sua impotenza. Il divertimento è il posto dove l’hanno portato per
insegnare come si può finire, questa discoteca con 3 mila persone che ballano e
bevono in una notte come questa, nell’Odissea di Spresiano, un paesino sulla
piana di Treviso. L’hanno portato qui i fratelli alle 11 e 30 della sera, e i
giovani che passano lo guardano come un marziano, e c’è chi fa occhi di pena e
chi ride e chi non capisce. Che ci fa dentro a questa musica e a questo rumore,
fra questo ritmo e queste luci, che ci fa dentro a questa vita e a questi
sogni, un uomo così, con gli occhi che cadono e il volto che pende, con le mani
rinsecchite e le braccia torte come fuscelli senza forza?
Corre come un pazzoC’è stato anche chi l’ha chiesto passando, una ragazzina
avvinghiata al suo ragazzo, e lui le ha risposto come si può rispondere qui
dentro, dove la vita dovrebbe essere solo una pausa dal lavoro e dalla fatica:
«L’han portato per farti vedere come ti riduco io se fai la furba». Eppure il
divertimento e il dolore non sono così lontani, qui e adesso, ma anche ieri, e
Stefano era uno di loro, fino a un attimo prima che tutto questo avvenisse, un
bel ragazzo con i capelli neri e lo sguardo vivace, diplomato ragioniere, un
fratello e una sorella e una vita felice, anche quella sera d’estate del 1989,
come racconta lui, quando erano usciti proprio da qui, «ed eravamo andati al
mio paese, ad Arcave, in un pub, e poi siccome aveva chiuso volevamo andare in
un altro, a Povegliano». E’ lì che è successo. Erano in 4 su una Golf. «Quello
che guidava non aveva bevuto», dice. Ma correva come un pazzo, «filava a 180
all’ora». Sono finiti fuori strada come un razzo lanciato nella notte. Il
guidatore rimase illeso, uno dei passeggeri, Fabio, che aveva 18 anni, morì, e
lui, che era seduto accanto all’autista lo presero in coma e poi è finito così:
«lesione midollare e cervicale».
In carrozzinaL’altro giorno, Andrea Dan, fondatore dell’Associazione
Manuela, dal nome di sua figlia, morta a 6 anni in un incidente stradale, ha
avuto l’idea di portarlo qui «per spiegare ai ragazzi che cosa può succedere se
si beve o ci si droga e si corre in macchina. Perché i più giovani non riescono
a capire quell’attimo che li divide dall’incubo, quella porta che prima è
chiusa e poi è aperta e guarda cosa c’è dietro». Solo che all’inizio l’incontro
è così surreale da starci persino male. Lo portano dentro suo fratello e sua
sorella Morena, tirando la carrozzina davanti all’ingresso. Morena spiega che «per
lui è una fatica, è da 7 giorni che è agitato». Il dolore cambia la nostra
sensibilità: ma non tutti hanno la sfortuna di conoscerlo, e la gente continua
a passare evitando accuratamente di parlarci, e a sbirciarlo come un estraneo,
senza capire che invece lui è uno di loro che ha solo aperto quella porta. Arriva il proprietario del locale, Giannino Venerandi e
promette persino di organizzare uno spettacolo con lui e con degli artisti e
dei politici: «Il 24 aprile, vi va bene?». Manola lo guarda: «Ti va bene?».
Forse sì. Il fatto è che il divertimento fa fatica a parlare al dolore, non ha
le sue parole, non ha la sua scansione della vita, e finisce per trattarlo con
le sue logiche, che magari sono quelle dello spettacolo, e «adesso ti facciamo
fare un giro dentro», gli sussurra all’orecchio Giannino.
Senso di onnipotenzaLui in fondo sembra quasi contento. «Io non ce l’ho con
quelli che bevono», ripete Stefano. «Quello che guidava quella sera quando mi hanno
ridotto così non aveva bevuto neanche un bicchiere». E allora con chi ce l’hai?
«Con l’educazione, con la società, con l’ignoranza, con il senso di onnipotenza
che abbiamo a vent’anni senza nessuno che ci spieghi che non è vero, che non
esiste».Mentre continua la processione di sguardi inorriditi (una:
«poveraccio, ma perché l’han portato qua?», come se il divertimento potesse
solo far male a chi soffre), Manola dice che per di più lo Stato non fa niente
in una situazione come questa, «e cosa sarà di lui quando noi non potremo
aiutarlo? E’ giusto che mia madre debba augurarsi di sopravvivere a suo
figlio?». Poi lei lo spinge dentro, seguendo il padrone, fra le sale da ballo,
la gente seduta che fa come si fa nelle discoteche, lancia occhiate alle tette
più grosse e fa la culla a un bicchiere, mentre lui cerca di sorridere qua e
là, e quelli non sanno cosa fare e neanche rispondono agli sguardi, e si
guardano fra di loro: «Questo chi è?». Andrea Dan ripete che va bene così, che
basta salvare una persona stasera, che «vogliamo solo mostrare a quelli che
sono qui per non pensare a niente l’altro volto della loro realtà, fargli
vedere cosa può succedere in quell’attimo, aprendo la porta del destino, in una
curva sbagliata, per un bicchiere in più».Alla fine sono i giornalisti che chiamano i ragazzi e li
fanno andare a parlare con Stefano. E ci va un giovane che gli dice «vedi io
non bevo alcol», e una ragazza che lo abbraccia, «hai ragione, glielo dico
sempre al mio fidanzato che è pericoloso correre». Invece, ce n’è uno, Andrea
Cosato, 30 anni, che si avvicina al cronista e gli parla con la voce scavata:
«Operazione alla trachea», dice. «Ho fatto 20 giorni di coma. Ero quasi morto.
M’aveva investito uno all’uscita di una discoteca che aveva superato di 4 volte
il livello dell’alcol». Gli chiediamo: perché non vai a dirglielo? «Perché mi
fa troppo male parlarci», risponde. Però adesso il ghiaccio s’è sciolto. Gli
fanno ressa attorno. Lui dice alle ragazze: «Non guardate le cilindrate delle
macchine ma la testa di guida». Passa una e gli lascia una rosa. Manola guarda,
ma non sorride. Perché alla fine siamo tutti soli come dentro a questo posto,
nella gioia e nel dolore, e forse è come diceva quella canzone, che «mio
fratello è figlio unico, diviso sfruttato picchiato e derubato. E ti amo
Mariù...». «Chi guida non beve». E’ lo spot anti-stragi del sabato
sera in Francia. Assieme allo spot molte iniziative. Un esempio: all’entrata
della discoteca si offre al conducente il biglietto e una consumazione
analcolica in cambio delle chiavi dell’auto. Se all’uscita l’alcol-test risulta
positivo, il ragazzo si fa portare a casa da un volontario di
un’associazione.Da quando è entrata in vigore la patente a punti, in Spagna si
sono moltiplicati i controlli. Ogni giorno muoiono quattro giovani in
incidenti. A Granada, ad esempio, è nato il «Taxi condiviso» per il rientro a
casa: costa il quaranta per cento in meno di una corsa normale. Per ora è
soltanto un progetto pilota.
CORRIERE ADRIATICO
Brunaccioni: “Se andate a trenta all’ora vi sembra di
stare fermi, ma per frenare servono 13 metri”
Foto-choc contro le stragi del
sabato sera
A Scapezzano i vigili urbani incontrano genitori e
ragazzi: mostrate le immagini di terribili schianti
SENIGALLIA - Troppi alticci sulle strade, i vigili
invitano i giovani a non cedere alla lusinghe di Bacco prendendo consapevolezza
delle conseguenze che l’alzata di gomito può comportare trovandosi alla guida.
Il centro sociale di Scapezzano, guidato da Marinella Betti, in collaborazione
con la Polizia municipale ha proposto ai ragazzi della frazione una lezione di
educazione stradale in alternativa al pub o alla discoteca. Molti giovani hanno
deciso quindi di “sacrificare” una serata del weekend per trascorrerla insieme
ai vigili urbani, anziché ritrovarsi in un bar e condividere la classica
bevuta, per dirla alla senigalliese. “Il 2,4% degli incidenti è causato dall’alternazione dello
stato psicofisico del conducente - spiega Flavio Brunaccioni, comandante della
Polizia municipale - e anche se la maggior parte, il 97,3%, è da attribuire ad
un comportamento scorretto del guidatore, quelli con una sinistrosità molto
grave sono causati proprio da chi guida in stato d’ebbrezza o dopo aver assunto
sostanze stupefacenti, che comportano la mancata prontezza dei riflessi. C’è
poi una minore percentuale, dello 0,3, da attribuire ad un difetto o all’avaria
del veicolo”. E così invece di accostare la bocca ad un bicchiere di vino o
birra i ragazzi venerdì sera hanno stretto tra le labbra il boccaglio
dell’etilometro, scoprendo che in realtà qualcosa si può anche bere ma con
moderazione. “Bevendo due lattine di birra si resta dentro i limiti -
illustra portando qualche esempio il tenente Paolo Moscatelli, responsabile della
vigilanza di quartiere -, il Codice della strada ci indica che anche due
bicchieri di vino possono essere tollerati così come un bicchierino di whisky.
Fa inoltre la differenza bere durante i pasti o lontano, perché fuori pasto
l’alcool viene assorbito meno e rimane più in circolo”. Il confronto con i
vigili è stato utile anche a sfatare credenze popolari, come fumare o riempirsi
la bocca di mentine prima di sottoporsi alla prova dell’etilometro. “Ogni fine settimana troviamo persone che guidano in stato
d’ebbrezza - aggiunge Moscatelli - ed è un fenomeno che purtroppo non riusciamo
a debellare, però negli ultimi tempi abbiamo notato un comportamento
responsabile in molti giovani. Si sta diffondendo l’abitudine nel bere a turno,
in modo tale che chi guida è sempre sobrio”. Ci sono poi i casi limite come il
record personale del vigile scelto Luciano Principi che alle 11 di mattina ha
ritirato la patente ad un automobilista. Il suo tasso alcolico era pari a 3.2,
contro il limite di 0.5. Tra le cause degli incidenti stradali c’è anche l’alta
velocità come ricordato dal comandante. “Rientra in quel 97,3% di incidenti che vengono appunto
causati dal comportamento sbagliato del conducente - spiega Brunaccioni -.
Considerate che ad una velocità di 30 km/h si ha quasi la percezione di essere
fermi ma in realtà se dovesse presentarsi un ostacolo sul percorso, come un
pedone che attraversa all’improvviso, sarebbero necessari 13 metri per
frenare”. Si è aperto poi un momento di riflessione in cui i giovani hanno visto
scorrere immagini di automobili ridotte in rottami. Incastrate tra le lamiere
vite spezzate o segnate da traumi irreversibili. A fine serata tutti sottoposti
ad un quiz, superato brillantemente.
SABRINA MARINELLI
GOWEEK.IT
26/03/2007
Autogrill leva i superalcolici
Negli oltre 180 pdv autostradali
di Autogrill, da sabato 17 marzo, i superalcolici non sono più in vendita.
L’azienda, infatti, ha deciso di adottare il Codice etico di
autoregolamentazione, promosso dai ministeri dell’Interno, delle Politiche
Giovanili e Attività Sportive, e dalle associazioni di categoria della
produzione, somministrazione e vendita di bevande alcoliche.
ROCKOL
(Fonte: Corriere della Sera)
Music Box vieta gli spot di alcol e case
discografiche
Il canale satellitare Music Box ha bandito le pubblicità
di alcolici e di case discografiche. La scelta è stata presa dal proprietario
del canale, Alessandro Giglio: “Se una TV fa della musica il proprio punto di
forza non può accettare inserzionisti che in qualche modo finirebbero per
condizionare le scelte del palinsesto. La gente non è stupida e potrebbe essere
legittimata a sospettare che va più spesso in onda un video piuttosto che un
altro solo perché alle spalle c’è la casa discografica che lo spinge”. Il celebre fotografo Oliviero Toscani è il nuovo direttore
artistico del canale musicale.
L’ARENA
«Verso i bar del centro storico una campagna denigratoria
Qui ubriachi non ce ne sono»
Elena Palazzani, 41 anni, assistente di volo, ieri mattina
leggeva "L’Arena" in un bar di piazza Erbe.
Proprio riguardo a piazza Erbe è stata sollevata una nuova
polemica dalla stampa nazionale: sembra che qui i giovanissimi nel fine
settimana bevano oltre il limite, ma i titolari dei locali negano che accada
così.
«Sono d’accordo con i titolari dei bar, mi pare che
ultimamente sia in corso una campagna denigratoria dai toni eccessivi verso
tutte le attività notturne. Ho anche l’impressione che si tenda a spostare in
tal senso il problema delle stragi del fine settimana. Se succedono tanti incidenti
è perché ai giovanissimi vengono date macchine molto potenti. Invece si parla
di chiudere i locali: è solo un modo per spostare il problema, senza arrivare a
nessuna vera soluzione, anche perché qui di gente ubriaca non se ne vede quasi
mai». (…)
(a.g.)
LA SICILIA
Controlli dei carabinieri nei
pressi dei ritrovi notturni
Augusta. Nel corso dei
controlli dei carabinieri effettuati durante il primo fine settimana di
primavera tutto è filato liscio come l’olio. La presenza delle pattuglie ha
fatto diminuire gli incidenti stradali per guida in stato di ebbrezza. Le
pattuglie dei carabinieri sono state dislocate in tutti i luoghi di
assembramento dei giovani, soprattutto nelle vicinanze dei locali come pubs e
bar. Centinaia sono state le persone controllate dai militari dell’Arma.
Nell’ottica del Comando Compagnia è soprattutto la prevenzione all’abuso di
sostanze alcoliche da parti dei giovanissimi e l’uso di sostanze stupefacenti.
La presenza delle pattuglie del nucleo radiomobile sul territorio è servito
negli ultimi anni da deterrente a chi volesse guidare l’auto dopo un bicchiere
di troppo. Gli incidenti causati dalla guida sotto l’effetto dell’alcol è
calata negli ultimi mesi. Per i sanitari resta un fatto rilevante che si
abbassa sempre l’età di chi fa abuso di sostanze alcoliche. Con la bella
stagione, aumentano le uscite serali soprattutto dei giovani. Una particolare
attenzione è data dai carabinieri alla prevenzione ed alla repressione di sostanze
stupefacenti. Negli ultimi mesi ad Augusta oltre alle droghe leggere come
hashish e marijuana, si è cominciato a parlare di cocaina. Lo hanno appurato
gli inquirenti dopo gli arresti di alcuni pusher che si rifornivano di cocaina
a Catania. Anna Burzilleri
GOMARCHE.IT
Farmaco anti-alcol: Unicam nel gruppo di ricerca
Ancora riconoscimenti per i ricercatori
dell’Università di Camerino: il gruppo di ricerca coordinato dal prof. Roberto
Ciccocioppo ha studiato l’effetto di un nuovo farmaco, MTIP, capace di
diminuire sia il consumo di alcol che il rischio di ricaduta dopo la
detossificazione.
CAMERINO – Ancora importanti riconoscimenti per la ricerca
e per i ricercatori dell’Università di Camerino, che rivestono notevole
importanza per la nostra salute. Dopo aver scoperto che una mutazione genica
per il recettore del fattore di rilascio corticotropo predisporrebbe all’uso di
alcol e allo sviluppo all’alcolismo, il gruppo di ricerca coordinato dal prof.
Roberto Ciccocioppo del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica
dell’Università di Camerino, in collaborazione con la ditta farmaceutica Eli
Lilly e con i ricercatori del National Institute of Health (NIH/NIAAA) guidati
dal Dr Markus Heilig, ha studiato l’effetto di un nuovo farmaco, conosciuto
come MTIP, capace di bloccare la risposta del recettore per il fattore di
rilascio corticotropo (CRF1) e quindi di diminuire sia il consumo di alcol che
il rischio di ricaduta dopo detossificazione. Questo importante lavoro è stato recentemente pubblicato
dal “The Journal of Neuroscience”, prestigiosa rivista scientifica edita dalla
Society for Neuroscience, in cui sono raccolte ricerche fra le più rilevanti a
livello mondiale. L’efficacia terapeutica del nuovo composto è stata
dimostrata utilizzando ratti caratterizzati da una mutazione per il gene che
codifica la proteina recettoriale CRH-R1 che media l’azione dell’ormone del
rilascio corticotropo e selezionati geneticamente per l’elevato consumo di
alcol. “Questi animali – sottolinea il prof. Ciccocioppo –
assumono spontaneamente una quantità di alcol che, se paragonata per peso
corporeo al consumo umano, corrisponde a circa 6-7 bottiglie di vino al giorno.
Il trattamento con il nuovo farmaco MTIP non solo è in grado di ridurre
significativamente il consumo giornaliero di alcol di questi ratti, ma riduce
anche la capacità dello stress di favorire il ritorno all’uso della sostanza in
animali con una storia di eccessivo consumo di alcol e tenuti in astinenza”. L’assunzione dell’MTIP ha eliminato la vulnerabilità dei
ratti alla ricaduta. La sostanza, inoltre, sembra straordinariamente efficace
nel ridurre l’elevato consumo di alcol in questi animali alcol preferenti
mentre non hanno effetti in animali non preferenti. “Il farmaco studiato – prosegue il prof. Ciccocioppo –
dovrebbe andare in sperimentazione clinica già dal prossimo anno e potrebbe
quindi avere un uso anche tra gli uomini; ipotizziamo che possa essere utile
non solo per il trattamento dell’alcolismo, ma anche per la terapia di alcune
forme di depressione e di ansia”.
IL MATTINO
I GOVANI DI TORRE ANNUNZIATA ARRESTATI A SALERNO
Difende la cognata, finanziere
picchiato: due in cella
La lite davanti a una discoteca, poi l’inseguimento
in autostrada: erano ubriachi
PETRONILLA CARILLO Infastidiscono una donna, picchiano un
finanziere e scappano via, ubriachi, alla guida di una Y10. Il tutto accade,
ancora una volta, fuori ad un locale del bynight salernitano: il Camino Real,
in Litoranea. Dopo un lungo inseguimento sulla tangenziale i due balordi vengono
bloccati all’ingresso dell’autostrada Salerno - Napoli, precisamente all’uscita
della galleria del Seminario. Nottata movimentata con ricovero in cella per due
ragazzi di Torre Annunziata, F.F. di 21 anni e F.S. da poco maggiorenne. Ora
sono in carcere a Fuorni con l’accusa di aggressione e lesioni a pubblico
ufficiale. Oltre agli arresti, a carico dei due c’è anche una denuncia a piede
libero per porto abusivo di attrezzi per lo scasso e, per il 21enne,
l’aggravante della guida in stato di ebbrezza. I due, secondo la ricostruzione
degli agenti della volante, avevano trascorso la serata in discoteca. Sono le
3.30 del mattino quando la coppia di amici torresi esce dal locale per andare
via. S’incamminano verso il parcheggio per prendere l’auto quando notano una
giovane donna che saluta degli amici. Si tratta della cognata di un finanziere
che lavora fuori Salerno. La donna saluta il gruppo: deve andare a prenderla il
cognato finanziere per riaccompagnarla a casa. Ma i due giovani le si
avvicinano, si dichiarano pronti ad accompagnarla a casa, cercano di
«agganciarla». Lei si allontana disturbata, li evita. Il tutto dura una
manciata di secondi. Puntuale, difatti, arriva il cognato. L’uomo nota i due
che infastidiscono la parente, scende dall’auto e chiede loro di andare via. Ma
i due non ci pensano su più di tanto: iniziano a provocarlo, a rispondergli
male. Lui fa finta di nulla. Il suo atteggiamento infastidisce ancora di più i
due giovani i quali, mentre il militare sta per rientrare in macchina, lo afferrano
e lo picchiano. L’uomo sarà poi portato al pronto soccorso del San Leonardo:
contusioni guaribili in pochi giorni. Scatta così l’allarme. Pattuglie delle
volanti e della polizia stradale iniziano la caccia all’auto su tutta la tratta
autostradale, in entrambe le direzioni. L’auto viene incrociata da una
pattuglia della stradale sulla tangenziale. Inizia un lungo inseguimento sulla
A3. Una volta fermati trovano nell’auto due cacciaviti e l’autista in evidente
stato di ebbrezza. Scatta l’arresto per entrambi e anche le denunce a piede
libero per possesso di arnesi di scasso e guida in stato di ubriachezza.
IL GIORNALE DI VICENZA
La Polizia ha trovato quattro automobilisti in stato
d’ebbrezza
Tre incidenti nella notte causati da autisti
ubriachi
Tre amiche a Mason finiscono fuori
strada e abbattono un palo
(l. z.) Si parla parecchio sull’inasprimento delle
sanzioni per gli automobilisti sorpresi alticci al volante e pure di
prevenzione per evitare brutte sorprese, ma saprattutto incidenti. Sembra però
che i messaggi lanciati anche dalla massime autorità dello Stato non arrivino a
tutti gli indirizzi. Tra la serata di sabato e la nottata successiva infatti,
la Polstrada bassanese, intervenuta per rilevare la dinamica di tre incidenti
stradali, ha sorpreso quattro conducenti che avevano alzato un po’ troppo il
gomito e che oltre ad incorrere in sanzioni amministrative, dovranno rispondere
penalmente per la loro posizione. Nell’incidente, già descritto nel nostro Giornale ieri,
accaduto in via Roma a Rosà, dove sono entrate in collisione una Golf e una
Fiat Punto, un giovane bellunese
Martedì, 27 Marzo 2007
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