Desidero dedicare la rassegna stampa di oggi alla mia
amica Bice che, nella sua vita troppo breve, ha generosamente dedicato tanto
della sua dolcezza, della sua energia, del suo cuore e della sua professionalità,
in un impegno finalizzato a lenire le sofferenze legate al bere di tante
famiglie mantovane.
Famiglie che oggi la piangono, con affetto e gratitudine.
Ma anche con il dolore e l’incredulità che si provano
quando la vita sa essere così ingiusta.
Alessandro Sbarbada
***************************
In fondo alla rassegna riportiamo altri commenti
all’iniziativa del Comune di Rovereto. Chi lo desidera può continuare a scrivere per esprimere il
proprio sostegno. Con l’auspicio che tanti altri Comuni italiani seguano la
strada tracciata dal Comune Rovereto.
Questi sono gli indirizzi di posta elettronica:
comunicazione@comune.rovereto.tn.it, urp@comune.rovereto.tn.it, Sindaco@comune.rovereto.tn.it,
manzanarenato@comune.rovereto.tn.it,
e, per conoscenza, p.giovanetti@ladige.it, l.zoppello@ladige.it,
trento@trentinocorrierealpi.it,
e, al solito, a a.sbarbada1@tin.it, e robargen@libero.it, per la pubblicazione in rassegna
TGCOM
Venezia,fermato pirata della strada Aveva ucciso un ciclista nella notte
Al volante della propria auto aveva travolto e ucciso
la scorsa notte a Chioggia (Venezia) un giovane ciclista di 15 anni:
fuggito dal luogo dell’incidente, l’uomo è stato rintracciato e arrestato dalla
polizia. Z.S., 25 anni, è stato identificato grazie ad alcuni testimoni. Il
giovane, trovato dagli agenti in stato di alterazione psicofisica dovuta
all’abuso di alcol, ha detto di essere scappato perché colto dal panico.
L’ADIGE
Si può sconfiggere l’alcol L’appello di Alcolisti anonimi: «Fatelo per i bimbi»
di CORONA PERER
Sono storie di devastazione ma anche di rinascita quelle
raccontate l’altro ieri all’anniversario dei gruppi famigliari
"Al.Anon" ovvero gli Alcolisti Anonimi (*). Da quindici anni seguono
le famiglie degli alcolisti, dando loro supporto psicologico per affrontare una
dramma che miete - oltre al diretto interessato dalla dipendenza - l’intero
nucleo famigliare. Sala piena a Lizzana, nel centro Pastorale, per l’incontro
che ha ripercorso ferite vecchie o non ancora rimarginate. Al microfono la
testimonianza di una donna giovane di Rovereto. Si chiama Caterina e racconta
della disperazione, dell’ansia, dell’insicurezza vissuta a causa dell’alcolismo
del fratello in una famiglia già segnata dall’alcool su altri famigliari. «Non
sapevo più se ero madre, figlia, sorella. In questi gruppi ho trovato il modo
di esprimere le mie emozioni, per me Al.Anon è stata ed è una famiglia»
racconta Caterina che lancia un appello per le vittime innocenti di una
tragedia come quella dell’alcolismo: i bambini. «Fate attenzione ai figli,
soffrono in silenzio, ma soffrono, hanno bisogno di urlare la loro rabbia. Io
ero solo una semplice sorella, ma dentro avevo la disperazione di un adulto».
Per far fronte al dramma dei figli Al.Anon ha costituito i gruppi Al.ATeen. Uno
è operativo a Mattarello, l’altro proprio qui a Rovereto. Si aiutano i bambini
ad esprimere il dolore e a gestire le emozioni derivanti da scontri o conflitti
familiari. L’appello di Caterina è perchè questi gruppi crescano ovunque. «Io
so cosa si prova quando in famiglia si beve». Al microfono anche la
testimonianza di Rosa, 70 anni. «A casa beveva mio padre. Me ne andai
all’estero a lavorare, tornai e mi sposai: beveva anche mio marito. Ho lottato
20 anni prima di decidermi ad entrare in Al.Anon dove sono rimasta per altri 20
anni a raccontare i miei drammi. Quaranta anni di sofferenza ed ora ho il
sospetto che beva anche mio figlio» ha detto Rosa. Scesa dal palco ci ha poi
confidato che beveva anche sua mamma. «Ma noi non ce ne eravamo mai accorti».
Dall’assemblea, alla quale ha portato il suo saluto anche Sabina Chiasera (era
assessore ai servizi sociali quando si costituivano i primi gruppi degli
Alcolisti Anonimi a Rovereto) è emerso che la dipendenza da alcool si trasmette
facilmente in famiglia. Molto importante è fare attenzione agli stili di vita,
è stato detto, perchè in una società alcolica (con massiccia pubblicità
televisiva che invita all’uso) e in una terra dominata dalla cultura del vino,
è facile prendere la piega sbagliata. E sono in tanti purtroppo a non
rendersene conto. «Soprattutto i giovani» ha insistito nella sua testimonianza
Caterina.
(*) Nota: Al Anon e Alcolisti Anonimi sono due
associazioni diverse.
CORRIERE ADRIATICO
Nell’ultimo fine settimana gli agenti hanno controllato 60
avventori in quattro diversi bar e birrerie di Porto San Giorgio e Lido Tre
Archi. Nel mirino anche gli orari di chiusura Il commissariato avverte: “Rafforzeremo i controlli negli
esercizi pubblici”. Baristi avvertiti Alcol e ubriachi, giro di vite della polizia
FERMO - C’è un vecchio adagio che calza a pennello. “Uomo
avvisato mezzo salvato”. Ecco, appunto. La Polizia per ora si è limitata a
mettere in guardia i titolari degli esercizi pubblici, in particolare di bar,
ristoratori e birrerie. Dai prossimi giorni quelli che finora sono stati solo
controlli soft volti soprattutto a spiegare, informare e soprattutto
sensibilizzare sull’argomento diventeranno veri e propri blitz da cui potranno
scaturire pesanti sanzioni. Il codice penale, d’altro canto, parla chiaro: non
si possono somministrare alcolici a soggetti che già sono chiaramente ubriachi.
Pena una denuncia e l’eventuale sospensione della licenza commerciale.
Tradotto: chiusura temporanea del locale. A prevedere il precetto è l’articolo
691 e tutti sono tenuti a rispettarlo. A rischiare non è solo l’esercente
pubblico ma anche l’ubriaco. “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico,
è colto in stato di manifesta ubriachezza - si legge sempre nel condice penale,
all’articolo 689 - è punito con una sanzione amministrativa pecuniaria 51 a
309”. Da parte del commissariato, come spiegato ieri mattina dal dirigente
Giuseppe Taschetti, “non c’è alcuna volontà persecutoria nei confronti di chi
il proprio mestiere con l’auspicio di trarne profitto. Ci mancherebbe altro”.
No, l’auspicio della Polizia è che ci sia collaborazione da parte di bar,
birrerie e ristoratori così che si possa arginare tutti insieme il fenomeno
dell’alcolismo e soprattutto gli eventuali danni che questo può produrre. Basti
solo pensare a quante cose possono succedere qualora un soggetto ubriaco si
mette alla guida di un’auto o anche solo al problema degli schiamazzi notturni
e della sicurezza. Nell’ultimo fine settimana gli agenti del commissariato
hanno effettuato controlli su 60 avventori di quattro bar situati lungo la
costa, a Porto San Giorgio e Lido Tre Archi. Ad un marocchino di 43 anni in
evidente stato di ebbrezza hanno elevato una sanzione di 102 euro. Nessuna
multa a bar o birrerie. Per ora. “Abbiamo fatto un’azione di informazione e
sensibilizzazione, chiedendo collaborazione”, spiega Taschetti. Tuttavia dai
prossimi giorni si passerà alle sanzioni. Sanzioni che scatteranno anche in caso di mancato rispetto
degli orari di apertura e soprattutto di chiusura dei locali. “C’è un’ordinanza
del comune che va rispettata e gli orari vanno indicati con chiarezza
all’esterno”. In questo senso sono stati controllati internet point e call
center. “Il nostro obiettivo primario è quello di garantire il rispetto della
legalità - continua il commissario - rispettare gli orari significa evitare
problemi di ordine e sicurezza pubblica e rispettare il diritto alla salute (al
riposo e al sonno, ndr.) che rientra tra i diritti costituzionali, dei
cittadini”. Da qui l’invito rivolto a tutti i baristie titolari di pubblici esercizi
a collaborare con la Polizia. “Quando entra in un locale un soggetto
chiaramente ubriaco, rifiutatevi di dargli da bere e chiamate noi, componete il
113 così che possiamo intervenire e sanzionare il soggetto in questione per
ubriachezza in luogo pubblico”. Giusto chiedere sicurezza e legalità,
giusto anche collaborare affinché chi deve garantirla sia messo in condizioni
di farlo. LOLITA FALCONI
IL GAZZETTINO (Belluno)
IN
TRIBUNALE Feltre
Si schianta ubriaco contro un
tiglio con il suo motorino. Vengono chiamate le forze dell’ordine e i soccorsi che intervengono
immediatamente trasportandolo all’ospedale di Feltre. I medici rilevano un
elevatissimo tasso alcolemico, risultato essere di 4,3 grammi/litro, ben
superiore al limite di 0,5 grammi/litro oltre il quale, secondo il Codice della
Strada, si è considerati in stato di ebbrezza. Il fatto è accaduto il 3 marzo
del 2003 in località Culiada a Feltre. Ieri il protagonista dell’episodio,
Antonio Corrà, un 57enne di Pedavena, è stato assolto dal giudice Arturo
Toppan, dall’accusa di guida in stato di ebbrezza per la caduta in prescrizione
del reato. La richiesta di sentenza di non
doversi procedere era stata richiesta sia dal pubblico ministero Massimo De
Bortoli sia dall’avvocato difensore, Monica Barzon (Studio Moretti). L’uomo se l’è quindi cavata con
una sentenza a lui decisamente favorevole che gli ha permesso di evitare le
severe sanzioni comminate in questi casi dal Codice della Strada. La legge,
infatti, prevede per chi guidi sotto l’influenza dell’alcool, l’arresto fino ad
un mese e una pesante ammenda: da 258 a 1032 euro. In sostanza, l’imputato ha
beneficiato del fatto che il decreto di citazione a giudizio è stato emesso
quando già era trascorso il termine di tre anni previsto dalle legge per la
prescrizione del reato. Decorso tale termine, infatti, il reato di guida in
stato di ebbrezza si estingue, con la conseguenza che all’autore del fatto non
è più applicabile alcuna sanzione di tipo penale.
IL SECOLO XIX
Anziano spinto dal cognato muore d’infarto all’ospedale tragedia sotto inchiesta Ipotizzato l’omicidio preterintenzionale. Ma non ci sono
ancora indagati
Imperia. La Procura della Repubblica di
Imperia ha aperto un’inchiesta sulla morte di Antonio Fiaccavento, avvenuta
domenica mattina in un letto dell’ospedale. L’uomo, originario di Comiso
(Ragusa), pensionato e invalido, che avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 25
agosto, sarebbe stato stroncato da infarto cardiocircolatorio. Fiaccavento si
trovava ricoverato al nosocomio di via Sant’Agata per una gamba fratturata,
lesione che si è procurato dopo una caduta in seguito ad un diverbio avuto con
il cognato,Battista Pisciotta, 53 anni nella notte del 24 marzo scorso
nell’appartamento di Fiaccavento in via Airenti Al momento per questa tragedia non ci sono persone
indagate. Il sostituto procuratore della Repubblica, Manuela Trifuoggi, ha
aperto un fascicolo a carico di ignoti, mentre gli uomini della squadra mobile
della Questura di Imperia hanno ipotizzato il reato di omicidio
preterintenzionale. «Spetta al magistrato comunque - hanno precisato in
Questura - decidere eventuali provvedimenti giudiziari». Fondamentale a questo punto sarà l’autopsia che il
pubblico ministero ha già ordinato al dottor Giacomo Canepa dell’istituto di
medicina legale dell’Università di Genova fissata per mercoledì alle 12,30
presso l’obitorio dell’ospedale imperiese. Il quesito al quale
l’anatomopatologo dovrà rispondere è soprattutto uno: se eventualmente è ipotizzabile
un nesso tra la morte avvenuta per infarto di Antonio Fiaccavento e la frattura
del femore provocata nella caduta durante il diverbio avuto con il cognato
Battista Pisciotta. La polizia è riuscita a raccogliere anche la testimonianza
della persona deceduta direttamente all’ospedale sabato sera prima che le sue
condizioni si aggravassero e venisse stroncato da infarto. Agli inquirenti
avrebbe confermato di essere stato spinto dal cognato durante una lite. Lo
stesso Pisciotta, inoltre, ha spiegato come sono andati i fatti accaduti
fornendo anche una sua versione dei fatti. Sentita anche la moglie del
Fiaccavento, Maria Pisciotta. Tutto è accaduto nella notte tra venerdì e sabato quando
Antonio Pisciotta, ospite della sorella nella sua abitazione proprio sopra la
rotonda per Caramagna, sarebbe arrivato a casa ubriaco. Tra i due è scoppiato un diverbio, secondo quanto
ricostruito dalla polizia, sarebbe stato uno dei tanti sfociati tra i cognati
per futili motivi.. Prima parole accese, poi uno spintone e Antonio Fiaccavento
cadendo a terra ha riportato la frattura di una gamba. Soccorso e trasportato
all’ospedale, i medici lo hanno giudicato guaribile in un mese. Le sue
condizioni si sono però aggravate e domenica mattina l’uomo è morto stroncato
da infarto. La squadra mobile, coordinata dal vice questore aggiunto Raffaele
Mascia, si è subito messa al lavoro. E’ stata sequestrata la cartella clinica e
informata l’autorità giudiziaria. «Al momento - ha confermato ieri il pubblico
ministero Manuela Trifuoggi, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo - non ci
sono indagati. Si procede quindi a carico di ignoti in attesa dei risultati
dell’autopsia». Giò Barbera
MERATEONLINE
Lecco:
Burghardt davanti al giudice il prossimo 11 maggio
Michele Burghardt, accusato di essere l`assassino
di Mario Taddeo, sarà processato con rito abbreviato il prossimo 11 maggio dal
gup Elisabetta Morosini. I fatti si erano svolti all`alba di venerdì 14 aprile
2006 a Ballabio. Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori e avvalorata
anche dalla testimonianza del fermato, Mario Taddeo, giunto dalla Germania,
dove lavorava, in Italia per alcuni giorni, nella serata di giovedì 13 si era
recato presso il bar Bikers di Ballabio in Via Provinciale. Qui, dopo aver
trovato un posto, aveva iniziato a bere con continuità e si era
intrattenuto a parlare con alcune persone fra cui anche il Burghardt, titolare
del locale, che più di una volta aveva dovuto riprenderlo per il suo stato
troppo euforico e invadente. Con il trascorrere della serata i clienti avevano
man mano lasciato il locale ed erano rimasti solamente Taddeo e Burghardt. Il
primo, forse per via dell’alcol ingerito, aveva però iniziato a
proferire frasi “pesanti” e ad avere un atteggiamento fastidioso tanto che,
nonostante gli inviti del titolare a smettere, la situazione era completamente
degenerata. Fra i due, fra le 4 e le 4.30 del mattino, era scoppiata una
violentissima rissa. Da entrambe le parti erano “volati” calci e pugni finchè
il Burghardt aveva estratto uno spray al peperoncino e lo aveva spruzzato in
faccia al contendente. Taddeo era uscito dal bar ma era stato subito inseguito
dall’altro uomo. In strada, a pochi metri dal Bikers, era ricominciata la
scazzottata e ad avere la peggio è stato proprio il 34enne che caduto a terra è
stato investito nuovamente da violenti calci e pugni. Terminata la furia,
Burghardt aveva fatto ritorno a casa lasciando riverso lungo la carreggiata,
agonizzante, l’altro uomo. Poco prima delle 6 del mattino, due operai del paese
diretti per lavoro verso Lecco, avevano notato il corpo riverso a terra e
avevano lanciato immediatamente l’allarme al 118. L’uomo, però, era arrivato
cadavere in ospedale. Nel frattempo Burghardt, ex poliziotto, si era
confidato con un agente amico raccontandogli di aver fatto a botte con un’altra
persona senza però spiegare la gravità della rissa. Convinto ad andare in
ospedale per farsi medicare, il titolare del bar aveva raccontato il fatto alla
polizia di stanza presso il nosocomio. Solo nel pomeriggio, smaltiti i fumi
dell’alcol, Burghardt aveva ricostruito l’accaduto, confessando
l’aggressione violenta ai danni di Taddeo.
L’ARENA di Verona
Domani si chiude in Bra il mese
dedicato alla sicurezza stradale. Gli incidenti da inizio anno sono stati 506 Giovani ubriachi nel mirino La polizia municipale continua a ritirare patenti a
conducenti
Aveva danneggiato un’auto in sosta proseguendo poi senza
fermarsi e lasciare i suoi dati. Ma una pattuglia della Polizia Municipale è
intervenuta, ha richiesto informazioni ai presenti e si è messa alla ricerca.
Controllando nei parcheggi abitualmente utilizzati dai bus turistici gli agenti
hanno così individuato il responsabile e informato il danneggiato. L’incidente
era avvenuto domenica pomeriggio in piazza Duomo, quando un bus spagnolo
durante una manovra ha urtato una Mazda in sosta. C’è stato anche questo tra i vari servizi che le pattuglie
della polizia municipale hanno effettuato interventi e controlli sulle strade
durante questo fine settimana, in particolare per la prevenzione di incidenti
stradali. Tra sabato e domenica le pattuglie sono intervenute in 15 scontri.
Solo sei si sono conclusi senza feriti perché nella maggior parte dei casi gli
incidenti hanno avuto conseguenze sui coinvolti. Passano così a 506 gli incidenti
rilevati dall’inizio dell’anno, incidenti che hanno provocato 5 decessi. Due di
questi hanno riguardato persone che viaggiavano sulle due ruote. Nella notte tra sabato e domenica un conducente coinvolto
in un incidente è stato sottoposto a controllo etilometrico. Il valore misurato
era di 2.02 grammi di alcol per litro di sangue. Abbondantemente oltre il
massimo consentito dalla legge in di 0.5. Con la sua Ford Fiesta si era
incastrato su un marciapiede, in centro. Controlli in altre zone della città hanno
portato all’individuazione di quattro conducenti in stato di ebbrezza.
Complessivamente sono stati 126 i veicoli controllati e 157 le persone. Durante i posti di controllo sono state ritirare, oltre
alle cinque patenti degli automobilisti ubriachi, anche 10 carte di
circolazione perché il veicolo non era stato revisionato. Continua anche oggi
la campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale voluta
dall’assessorato alla sicurezza del Comune di Verona e dalla polizia
municipale. Tutto è pronto per la festa finale di domani in piazza
Bra, quando centinaia di scolari e studenti concluderanno la terza edizione del
mese della sicurezza stradale. E proprio in piazza saranno distribuiti i nuovi
adesivi con la frase vincitrice del concorso tra gli studenti dal titolo
"Attenzione, vita a bordo", che è abbinata ad un segnale stradale di
pericolo, proprio per richiamare gli automobilisti ad una maggiore prudenza
sulle nostre strade. Sono purtroppo già 38 le persone che hanno perso la vita
dall’inizio dell’anno nella nostra provincia a causa di sinistri stradali.
IL GIORNALE DI VICENZA
Riparte in aprile la campagna dell’Ulss Meno alcol più testa la prevenzione tra corsi, gite e
feste
(f. p.) Meno alcol
più cervello. Lascia a piedi l’alcol, e vai. Riparte ad aprile la campagna di
prevenzione dell’Ulss. Un mese filato e un’agenda fitta di eventi, più di uno
al giorno, una raffica di tornei, feste, corsi, gite, organizzati da una
cinquantina fra gruppi, enti e associazioni, con 6 scuole in prima fila, per
far capire che senza alcol la vita ha più gusto. La strategia mediatica
cambia psicologicamente: non si demonizza l’alcol ma si esalta il valore del
non bere. Ne hanno parlato ieri mattina al S.Bortolo con il presidente
della conferenza Eleutherios Prezalis, i direttori Eugenio Fantuz e Paolo
Fortuna, il responsabile del dipartimento prevenzione Vincenzo Balestra, il
primario di gastroenterologia Mario Salvagnini, il capo-équipe alcologia del
Sert Enzo Gelain. Il nemico è infido, si abbassa pericolosamente l’età
dell’iniziazione, la prima sbronza si fa alle medie a 13 anni, l’alcol, ancora
di più se unito a sigarette e spinello, un mix esplosivo, è il “gateway”, la
via aperta alla droga pesante. Birra e aperitivi ad alta gradazione
spopolano fra i giovani, il vino domina fra gli adulti. Le novità in
negativo sono che bere piace sempre più alle ragazze, che il binge drinking, il
drink per ubriacarsi, fa quasi status symbol, che gli “sprizzetti” proposti nei
bar, a base di superalcolici e ingollati a stomaco vuoto, fanno moda. Pure, i numeri sono da incubo. L’alcol è la madre di
tutte le malattie, il 10 per cento di tutti i tumori, il 63 per cento delle
cirrosi epatiche, il 40 per cento degli incidenti stradali. La bevuta
compulsiva è la miccia che innesca le stragi del sabato sera e continua a
bruciare ogni settimana decine di vite. E attenzione: sempre dalla Gran
Bretagna arriva un altro allarme rosso: gli alcolici fanno più male di ecstasy
e Lsd. Vengono subito dopo eroina, cocaina, barbiturici e metadone nella
classifica dei veleni peggiori. I numeri sono preoccupanti anche al Sert: nel 2006 gli
alcolisti in trattamento sono stati 351 contro i 322 dell’anno precedente, e le
visite alcologiche nell’ambulatorio protetto di gastroenterologia hanno toccato
quasi quota 900. Le terapie danno frutti: «Il 70 per cento delle persone
curate - spiega Salvagnini - a un anno dal nostro intervento sono astemi, i
ricoveri si sono ridotti del 4 per cento». Per i Cat, club per alcolisti
in trattamento (*), l’alcol è uno stile di vita. Per gli Alcolisti anonimi
resta una malattia. «L’alcol - spiega Balestra - è una droga legale.
Il fenomeno fa parte del tessuto sociale, è la stessa società che spinge al
consumo, occorre sensibilizzare la gente a usarlo con la testa, facendo
attenzione a dosi, frequenza e motivazioni».
(*) Nota: mi sembra necessario sottolineare l’errore,
concettualmente molto importante, di quel “per”. I Club sono Club DEGLI alcolisti in trattamento:
non è un “servizio per” qualcuno, il Club è DELLE famiglie con problemi di
alcol, non utenti ma protagoniste del proprio percorso di cambiamento.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
SANITÀ & SALUTE Presentata la 48. campagna
"-Alcol +Gusto" con oltre 40 eventi distribuiti nel mese di aprile.
Ma il messaggio va in controtendenza «Non demonizziamo l’alcol, cambiamo gli stili di
vita» Fantuz (Asl 6): «In un territorio in cui la cultura del
bere è intesa come momento di socialità, il non bevitore non va considerato un
antisociale»
«Demonizzare il consumo di alcol non serve a convincere i
giovani a non abusarne. Per ottenere qualcosa dobbiamo mettere in atto azioni
efficaci di promozione e controllo, ma soprattutto agire sui comportamenti,
modificare il contesto sociale che porta al consumo di bevande alcoliche». Con
queste parole il direttore del Sert dell’Asl 6 di Vicenza, Vincenzo Balestra,
ha presentato la campagna 2007 "-Alcol +Gusto", in occasione del mese
della prevenzione alcologica. Tra le novità di quest’anno il coinvolgimento di
sindaci e assessori competenti, delle forze dell’ordine e delle scuole, per
rendere sempre più forte la prevenzione e dare un taglio alla diffusione
dell’abuso alcolico a partire dagli 11 anni. Il mese di aprile, infatti, è
dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione sulle problematiche legate
al consumo di alcol, un tema che diventa ogni giorno sempre più attuale, più
per l’aumento dell’uso di alcol tra i giovani e per il progressivo abbassamento
dell’età in cui avviene l’assunzione di alcolici. «La cultura del nostro
territorio», sottolinea il direttore sanitario dell’Asl 6 Eugenio Fantuz, «è
così legata al bere come occasione di socialità e comunicazione che non è
davvero facile, per i più, avere consapevolezza dei rischi connessi all’abuso
da alcol, né comprende eventuali segnali di rischio. La 48. campagna
"-Alcol +Gusto" vuole lanciare un messaggio in controtendenza
rispetto a quello che viene generalmente veicolato da una cultura che valorizza
le bevande alcoliche come strumento di socialità ed etichetta, spesso come
antisociali e non bevitori». I numeri ufficiali delle dipendenze rilevate dai Sert di
Vicenza e Noventa Vicentina sono certamente più bassi rispetto alla reale
diffusione del fenomeno, perché sono ancora poche le persone che si avvicinano
ai servizi sanitari, specie tra le donne. A Vicenza gli alcolisti dal 2005 al
2006 sono passati da 172 a 208, con un rapporto di una donna ogni 3.4 uomini. A
Noventa Vicentina, invece, gli alcolisti dal 2005 al 2006 sono passati da 150 a
143, con un rapporto di una donna ogni 5.2 uomini. Decisamente importante
l’attività dell’ambulatorio alcologico del San Bortolo, che nel 2006 ha
eseguito 887 visite alcologiche, 624 colloqui e sedute di psicoterapia
individuale, 3632 sedute di attività di gruppo e 2149 sedute di psicoterapia di
gruppo. «Per lavorare sulle persone», aggiunge il primario di Gastroenterologia
Mario Salvagnini, «occorre anzitutto agire sul contesto ambientale in cui
vivono. Viviamo in una società annegata nell’alcol, in cui gli alcolici
vengono identificati come uno strumento di piacere, per evadere dalla realtà e
sentirsi realizzati». Sono oltre 40 gli eventi in calendario per il mese di
aprile e culmineranno con il convegno di sabato 21 aprile dalle 9.30 alle 13 al
cinema teatro Lux di Camisano Vicentino, dove si affronterà il tema "La
prevenzione? Con o senza... fa la differenza!". Per informazioni è
possibile contattare il Sert allo 0444.757566. Matteo Crestani
IL PICCOLO di Alessandria
Ubriachi
devastano un hotel
Un ascensore distrutto, una camera quasi completamente
devastata. E poi, è finito in frantumi un vetro dell’auto della polizia. È
finita con questo bilancio, l’esuberante (si fa per dire) ‘performance’ di tre
clienti di un hotel, giunti in Alessandria per non meglio precisati motivi di
lavoro. Interrogati tre stranieri, un inglese di 37 anni e due irlandesi, di 35
e 24 anni, ospitati all’hotel delle Rose, in via Grandi, una traversa di corso
Carlo Marx, al quartiere Cristo
IL GAZZETTINO (Rovigo)
PROVINCIA In
Basso Polesine si beve troppo record del Veneto per abuso di alcol
La moderazione nel bere non fa rima con l’essere giovane
da Adria in là. Si sta avviando a diventare un problema molto più serio di
quanto non sia stato finora l’abuso di alcol in alcuni strati generazionali
della popolazione polesana. L’Osservatorio sul disagio giovanile messo a punto dalla
Provincia e illustrato ieri dall’assessore alle Politiche giovanili Tiziana
Virgili, mostra dati del 2006 che sul fronte dell’uso problematico dell’alcol
catapulta il Bassopolesine ai primi posti nel Veneto. Gli alcol dipendenti in carico ai due Sert del Polesine
(gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2005) sono 6,1 ogni mille
abitanti. Tanto per fare un raffronto, la media veneta è del 2,1. E il secondo
peggior risultato a livello provinciale lo fa segnare Belluno con il 3,9 (*).
Un dato allarmante al quale secondo l’assessore deve far argine
l’intensificarsi delle campagne di sensibilizzazione e la diffusione di una
cultura anti-sballo che chiami tutte le componenti sociali sul territorio a
impegnarsi senza defezioni. Sul fronte tossicodipendenza la situazione lascia più
tranquilli e Rovigo sfila diverse posizioni in graduatoria rispetto al resto
del Veneto: i tossicodipendenti in carico ai Sert sono 2,3 ogni mille abitanti,
dato inferiore alla media regionale che è di 2,8. Solo Treviso (2,1) e Belluno
(1,7) ne contano meno. Dalle Acat (associazioni e club di alcolisti in
trattamento) arrivano altri dati allarmanti sull’abuso nel bere. Qui, come
detto, è il Basso Polesine a destare le maggiori preoccupazioni. Alle
organizzazioni di volontariato stanno aderendo dal 2003 sempre più soggetti
bisognosi di assistenza per problemi alcol correlati. Erano 95 nel 2003 e sono
diventate 128 nel 2004, 146 nel 2005 e 138 l’anno scorso, in fasce d’età
comprese tra i 30 e i 60 anni. Identico il dato riferito alle utenze del Sert
bassopolesano: aumentano sia gli uomini che le donne. Nel 2003 erano rispettivamente
241 e 42, nel 2004 sono diventati 297 e 46, nel 2005 345 e 50, infine l’anno
scorso sono stati 369 maschi e 54 femmine ad aver avuto bisogno di cure. In
totale 423 soggetti, il 5,7 per mille abitanti dell’intera popolazione del
comprensorio dell’Ulss 19. Sul fronte droghe è leggermente diminuito l’uso di
eroina, di ecstasy e di cannabinoidi, mentre cresce il ricorso alla cocaina e
ad altre sostanze non identificate. In netta controtendenza invece i dati rilevati ai Sert del
comprensorio rodigino che comprendono sia l’Alto che il Basso Polesine. I
maschi sono stati l’anno scorso 301 e le donne 53, in totale 354 pari al 2,1
ogni mille residenti. Solo al Sert di Lendinara si è rilevato un lieve aumento
di utenti. Tra le droghe la sostanza più usata è ancora l’eroina
(64,7 per cento), ma cocaina e cannabinoidi sono in aumento così come quello di
altre sostanze non specificate. Che fare, è stato chiesto all’assessore Virgili? «Serve
più impegno e maggior attenzione sui questi problemi - ha detto l’assessore -
le nostre iniziative stanno dando i primi risultati, da "Locale
amico" a "Occhio al bicchiere", fino ai siti dove è data la
possibilità ai giovani di avere informazioni e consigli. Non si deve
assolutamente abbassare la guardia». Franco Pavan
(*) Nota: questo dato rappresenta solo la capacità di un
servizio di raggiungere le famiglie che hanno un problema alcolcorrelato. Il che non ha nulla a che fare con la diffusione del
problema su quel territorio. Le persone e le famiglie “in carico” a questi servizi,
così come nel resto d’Italia, sono comunque appena una esigua minoranza,
rispetto a tutte quelle che vivono sofferenze legate al bere.
IL GAZZETTINO (Padova)
Informazioni sui problemi dell’alcol
Un percorso teatrale contro l’abuso da parte dei giovani
dell’alcol, prima causa delle stragi del sabato sera. Le scuole in rete dei
distretti di Montagnana, Este e Monselice hanno presentano mercoledì
"Happy Hours 2007", percorso teatrale scolastico per una maggiore
sensibilizzazione nei confronti dei problemi alcol-correlati. Lo spettacolo
presentato ai ragazzi delle classi terze dell’Iis. "Jacopo da
Montagnana", dell’Educandato Statale "San Benedetto", e Cfp
"Pavoni" sarà replicato domani, alle 8.30, all’Auditorium
dell’Istituto Duca D’Aosta di Este per le classi terze dell’Istituto Euganeo e
Isa "A. Corradini", mentre alle 10.30 per le classi terze dell’Itscg
"Atestino" e Iis "Duca D’Aosta".
IL GAZZETTINO (Belluno)
Scienze del servizio sociale per Chiara De Monte
Pangon
Chiara De Monte Pangon di S. Stefano si è laureata in
scienze del servizio sociale all’Università di Trieste, discutendo la tesi
"Contesto culturale e familiare nel comportamento dell’alcolista:
l’approccio ecologico-sociale ed il servizio sociale". È stata
festeggiata dai genitori, sorellina, fratelli, nonni, parenti e amici, tra i
quali i "compagni" del servizio civile.
LA STAMPA
Melbourne: arrestato coach russo
per molestie sessualiUn allenatore della
squadra russa è stato arrestato ed è comparso in tribunale, accusato di
aggressione contro un’inserviente dell’hotel
MELBOURNE
Un allenatore di tuffi della squadra russa, a Melbourne
per i Mondiali di nuoto, è stato arrestato ieri ed è comparso oggi in
tribunale, accusato di violenze sessuali e molestie ai danni di un’inserviente
nell’hotel in cui alloggiava con la squadra. Vladimir Rulev, di 56 anni, sarà
riascoltato lunedì prossimo, mentre la squadra di tuffi è tornata in Russia
senza di lui. Secondo l’accusa Rulev, in stato di ubriachezza, aveva
palpeggiato la guardia che lo stava aiutando a prendere l’ascensore per tornare
in camera, perché era malfermo sulle gambe. Ne è seguita una colluttazione, la
donna ha chiamato aiuto e l’allenatore è stato scortato nella sua camera.
L’ADIGE
Chiama i carabinieri e viene denunciato
Aveva chiamato i carabinieri perché credeva di essere nel
giusto, ma così evidentemente non era: l’uomo è stato denunciato per
ubriachezza molesta. I militari sono intervenuti sabato sera in un locale
pubblico di Marilleva su richiesta dell’avventore, che - sosteneva - era stato
cacciato dal gestore del bar. I carabinieri hanno accertato l’accaduto e
verificato che l’avventore era palesemente ubriaco, tanto da non rendersi
contro della situazione. È stato quindi denunciato per ubriachezza molesta. Nessun
addebito per il gestore del locale che, rifiutandosi di versare alcolici ad un
cliente chiaramente brillo, ha seguito correttamente la legge.
L’ADIGE
Polizia
contro l’alcol
Un centinaio di persone controllate, 60 auto fermate, due
patenti sospese per guida in stato d’ebbrezza e sei multe comminate per
violazione del codice della strada. Sono i numeri dell’operazione congiunta
delle volanti della questura e degli agenti della polizia municipale di Trento,
lo scorso fine settimana. Fra venerdì notte e sabato notte sono stati
intensificati i controlli sulle strade limitrofe alla città. Due gli
automobilisti a cui è stata contestata la guida in stato d’ebbrezza: si tratta
di un 45enne che superava di tre volte il limite per mettersi alla guida e di un
32enne fermato in via Brennero alle 2.30 di notte dopo l’allarme lanciato da
un parente che, preoccupato, lo aveva visto salire in auto ubriaco a
Rovereto e dirigersi verso il capoluogo (*). Un solo automobilista, fra quelli
fermati, ha superato il limite di velocità ed è stato multato. «Il risultato
sta nella prevenzione ed in tal senso gli automobilisti pare abbiano capito di
non mettersi alla guida alterati dall’alcol - spiega il commissario capo delle
volanti, Salvatore Ascione - i controlli verranno ripetuti anche le prossime
settimane». Venerdì e sabato notte erano in servizio, per il controllo
congiunto, tre auto della questura e due pattuglie della polizia municipale.
(*) Nota: mi pare utile sottolineare il gesto di questo
parente, che si è comportato come ogni cittadino responsabile dovrebbe.
AVVENIRE.IT
VINO CONFAGRICOLTURA: ANCORA
DISCRIMINAZIONI FISCALI INOPPORTUNE
“Ancora una volta il vino è vittima della Direttiva CE
92/83, che consente ai paesi membri dell’Unione di adottare accise diverse
all’interno di ogni Stato soprattutto per il vino, la birra e i prodotti
alcolici. “ E’ questo il commento della Confagricoltura all’aumento delle
accise nel vino da parte del Regno Unito. Lo stato dell’arte vede nella maggior parte dei Paesi non
produttori la presenza di un’accisa diversa da zero per il vino e maggiorata per gli spumanti ritenuti beni
di lusso. Il nuovo aumento delle accise in Gran Bretagna di 5 pence per
i vini fermi e di 7 pence per gli spumanti, a parere di Confagricoltura, è
l’ennesimo caso di politica fiscale discriminatoria, che tende a svantaggiare
le produzioni importate e per questo considerate “non proprie” della cultura
alimentare del Paese ( l’aumento della birra è stato solo di 1 pence). “ La Commissione – conclude l’Organizzazione agricola –
dovrebbe perseguire l’obiettivo dell’armonizzazione delle accise e contribuire
così ad avere un livello accettabile, basso e limitato in uno stesso range per
tutti i paesi comunitari. Un livello di tassazione molto elevato può rendere
l’acquisto di vino proibitivo e favorire il decremento dei consumi (*). ”
(*) Nota: lo dicono come se fosse una brutta notizia. In realtà sappiamo bene come, per diminuire le sofferenze
alcolcorrelate, sia necessario ridurre i consumi, e come alzare i prezzi sia
uno degli strumenti più efficaci in questa direzione.
QUOTIDIANO.NET
BULLISMO Aggredito e picchiato studente
marocchino Il
ragazzino di 12 anni si trovava davanti alle scuole elementari e medie di
Bussana, a Sanremo. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti, i due aggressori
sarebbero due ragazzi più grandi
Sanremo (Imperia), 27 marzo 2007 - Un dodicenne marocchino
è stato picchiato verso le 8 di questa mattina, mentre si trovava davanti alle
scuole elementari e medie di Bussana, a Sanremo. I due aggressori, a quanto
sembra, sarebbero altri due ragazzi più grandi di lui. La dinamica dei fatti è ancora da verificare, ha fatto
sapere la polizia, ma sembra escluso che il movente sia stato quello di una
rapina. Lo studente sarebbe stato strattonato, preso a calci e
pugni e lasciato a terra. E’ stato, poi, accompagnato al pronto soccorso dal
personale della scuola al pronto soccorso per curare le contusioni riportate.
Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato che stanno cercando di
acquisire il maggior numero di testimonianze possibile per dare un volto agli
aggressori e scoprire le motivazioni della violenza. Il ragazzino non ha fornito elementi sufficienti agli
investigatori per delineare un quadro più preciso della vicenda. Nella
denuncia, presentata assieme alla mamma, avrebbe soltanto detto di non
conoscere i due aggressori, il cui alito odorava di alcol. Manca anche un
identikit dei due ragazzi che potrebbero avere sedici o diciassette anni e,
quindi, non appartenere all’istituto scolastico.
CORRIERE ADRIATICO
Adolescenti e alcol, non sempre
chi beve cerca il divertimento
MONDOLFO - Hanno avuto termine gli incontri dedicati al
tema del rapporto fra alcol e adolescenza, promossi dall’Istituto Comprensivo
Enrico Fermi di Mondolfo con la collaborazione dell’Associazione Algor onlus. Si sono svolti tre incontri, di un’ora e trenta, con un
gruppo formato da 21 alunni - spiega il Dirigente Scolastico Maurizio Mariani -
utilizzando la modalità della pair education. La formula di lavoro si è rifatta a tecniche
teorico-esperenziali di tipo umanistico; i gruppi sono stati condotti da una
coppia operativa formata dalle dottoresse Sonia Tranquilli e Gessica Giommi di
Algor. In questo modo le psicologhe hanno voluto far emergere nei
ragazzi il condizionamento che il gruppo può avere nei loro confronti e di cui
spesso non ne sono consapevoli. Così, durante gli incontri, ai quali i docenti
non hanno partecipato, i ragazzi hanno parlato del problema dell’alcol, delle
motivazioni per cui i giovanissimi ne fanno uso, rispondendo a domande poste
dalle psicologhe. Sembra che uno stereotipo abbastanza presente nei ragazzi
mondolfesi sia l’idea che l’alcool possa essere un aiuto. Mentre per i maschi
il consumo di alcool può incrementare la sensazione di divertimento, invece per
le ragazze il bere alcolici viene associato alla depressione, alla sfiducia, ed
anche al bisogno di recuperare uno stato di serenità interiore. Molti - poi -
ritengono che tra gli effetti dell’alcool ci sia una migliore capacità di
comunicare, o almeno di essere piacevoli e brillanti nella conversazione.
Inoltre, le operatrici dell’Algor hanno constatato che già nella terza media
si distingue nettamente tra consumo e abuso di sostanza alcoliche (*); ma
soprattutto, la quasi totalità dei ragazzi dell’ IC Fermi associano l’alcool
alla droga con i pericoli che ne conseguono: dipendenza, perdita di lucidità,
stato di felicità apparente (**). Da quanto emerso, è seguito l’intenso
lavoro da parte delle due esperte operatrici, che già in altre occasioni hanno
lavorato nell’Istituto mondolfese, che si conferma fra le scuole più ricche di
iniziative a sostegno degli alunni. A.B
(*) Nota: non ho capito che cosa significa questa frase. Spero che nessuno intenda che possa esistere un “uso”
corretto di alcol a 13 anni.
(**) Nota: sarebbe interessante ripetere l’esperienza,
sostituendo la parola “alcol” con la parola “vino”, e vedere che cosa succede:
i problemi alcolcorrelati non vengono bevendo l’alcol, vengono bevendo
il vino, la birra e/o le altre bevande alcoliche.
CORRIERE ADRIATICO
Il sabato sera si soffia per la vita Scatta la campagna di prevenzione, i controlli fermano le
stragi sulle strade
ANCONA - Nessun incidente mortale, diciassette
contravvenzioni per guida sotto effetto di alcool, altrettante patenti ritirate
e 262 punti decurtati su 200 e passa persone controllate con l’etilometro. Un
solo veicolo sequestrato e oltre 1500 kit distribuiti. Sono i primi risultati della campagna di sicurezza “Un
soffio salva la vita”, promossa da compartimento della Polizia stradale per le
Marche, Protezione civile e Regione Marche. Una serie di controlli effettuati
tra sabato notte e domenica mattina, che proseguiranno anche nei prossimi due
weekend. Parte così la campagna contro le stragi del sabato sera,
contro le morti annunciate di giovani e giovanissimi al rientro da discoteche e
locali notturni. Il pool - messo a punto dal comandante della Polstrada Italo
D’Angelo, dal responsabile della Protezione civile e da governatore Gian Mario
Spacca - è dunque già al lavoro. Il primo round è del weekend appena trascorso.
Un fine settimana nel corso del quale, come rende noto il Compartimento della
polizia stradale per le Marche, sono state impegnate 94 unità nell’ambito dei
controlli davanti a locali e discoteche di maggior richiamo, tra personale
della Polstrada, della Protezione e operatori sanitari. Ma la campagna avviata proprio in questi giorni prevede,
oltre all’attività di controllo, un’opera di informazione diretta ai giovani
nei pressi dei locali di divertimento e delle discoteche più frequentate.
Controlli ai quali, nello scorso weekend, hanno partecipato anche i due
protagonisti indiscussi dell’iniziativa: il governatore Gian Mario Spacca e
Italo D’Angelo, comandante della Polizia stradale delle Marche. Entrambi,
assieme al sacerdote don Aldo Buonaiuto, si sono dati appuntamento sabato notte
davanti al Green Leaves di Porto Recanati. E proprio vicino alla discoteca
hanno cercato di sensibilizzare i giovani sui pericoli di guidare in certe
condizioni, sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti.
Mercoledì, 28 Marzo 2007
email
stampa
Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?
Iscriviti alla Newsletter
|