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Rassegna stampa Alcol e guida del 27 marzo 2007

A cura di Alessandro Sbarbarda e Roberto Argenta

 

Desidero dedicare la rassegna stampa di oggi alla mia amica Bice che, nella sua vita troppo breve, ha generosamente dedicato tanto della sua dolcezza, della sua energia, del suo cuore e della sua professionalità, in un impegno finalizzato a lenire le sofferenze legate al bere di tante famiglie mantovane.
Famiglie che oggi la piangono, con affetto e gratitudine.
Ma anche con il dolore e l’incredulità che si provano quando la vita sa essere così ingiusta.

Alessandro Sbarbada

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In fondo alla rassegna riportiamo altri commenti all’iniziativa del Comune di Rovereto.
Chi lo desidera può continuare a scrivere per esprimere il proprio sostegno. Con l’auspicio che tanti altri Comuni italiani seguano la strada tracciata dal Comune Rovereto.

Questi sono gli indirizzi di posta elettronica:

comunicazione@comune.rovereto.tn.it, urp@comune.rovereto.tn.it, Sindaco@comune.rovereto.tn.it, manzanarenato@comune.rovereto.tn.it,
e, per conoscenza, p.giovanetti@ladige.it, l.zoppello@ladige.it, trento@trentinocorrierealpi.it,
e, al solito, a a.sbarbada1@tin.it, e robargen@libero.it, per la pubblicazione in rassegna


TGCOM

Venezia,fermato pirata della strada
Aveva ucciso un ciclista nella notte

 

Al volante della propria auto aveva travolto e ucciso la scorsa notte a Chioggia (Venezia) un giovane ciclista di 15 anni: fuggito dal luogo dell’incidente, l’uomo è stato rintracciato e arrestato dalla polizia. Z.S., 25 anni, è stato identificato grazie ad alcuni testimoni. Il giovane, trovato dagli agenti in stato di alterazione psicofisica dovuta all’abuso di alcol, ha detto di essere scappato perché colto dal panico.


L’ADIGE

Si può sconfiggere l’alcol
L’appello di Alcolisti anonimi: «Fatelo per i bimbi»

di CORONA PERER

Sono storie di devastazione ma anche di rinascita quelle raccontate l’altro ieri all’anniversario dei gruppi famigliari "Al.Anon" ovvero gli Alcolisti Anonimi (*). Da quindici anni seguono le famiglie degli alcolisti, dando loro supporto psicologico per affrontare una dramma che miete - oltre al diretto interessato dalla dipendenza - l’intero nucleo famigliare. Sala piena a Lizzana, nel centro Pastorale, per l’incontro che ha ripercorso ferite vecchie o non ancora rimarginate. Al microfono la testimonianza di una donna giovane di Rovereto. Si chiama Caterina e racconta della disperazione, dell’ansia, dell’insicurezza vissuta a causa dell’alcolismo del fratello in una famiglia già segnata dall’alcool su altri famigliari. «Non sapevo più se ero madre, figlia, sorella. In questi gruppi ho trovato il modo di esprimere le mie emozioni, per me Al.Anon è stata ed è una famiglia» racconta Caterina che lancia un appello per le vittime innocenti di una tragedia come quella dell’alcolismo: i bambini. «Fate attenzione ai figli, soffrono in silenzio, ma soffrono, hanno bisogno di urlare la loro rabbia. Io ero solo una semplice sorella, ma dentro avevo la disperazione di un adulto». Per far fronte al dramma dei figli Al.Anon ha costituito i gruppi Al.ATeen. Uno è operativo a Mattarello, l’altro proprio qui a Rovereto. Si aiutano i bambini ad esprimere il dolore e a gestire le emozioni derivanti da scontri o conflitti familiari. L’appello di Caterina è perchè questi gruppi crescano ovunque. «Io so cosa si prova quando in famiglia si beve». Al microfono anche la testimonianza di Rosa, 70 anni. «A casa beveva mio padre. Me ne andai all’estero a lavorare, tornai e mi sposai: beveva anche mio marito. Ho lottato 20 anni prima di decidermi ad entrare in Al.Anon dove sono rimasta per altri 20 anni a raccontare i miei drammi. Quaranta anni di sofferenza ed ora ho il sospetto che beva anche mio figlio» ha detto Rosa. Scesa dal palco ci ha poi confidato che beveva anche sua mamma. «Ma noi non ce ne eravamo mai accorti». Dall’assemblea, alla quale ha portato il suo saluto anche Sabina Chiasera (era assessore ai servizi sociali quando si costituivano i primi gruppi degli Alcolisti Anonimi a Rovereto) è emerso che la dipendenza da alcool si trasmette facilmente in famiglia. Molto importante è fare attenzione agli stili di vita, è stato detto, perchè in una società alcolica (con massiccia pubblicità televisiva che invita all’uso) e in una terra dominata dalla cultura del vino, è facile prendere la piega sbagliata. E sono in tanti purtroppo a non rendersene conto. «Soprattutto i giovani» ha insistito nella sua testimonianza Caterina.

(*) Nota: Al Anon e Alcolisti Anonimi sono due associazioni diverse.


CORRIERE ADRIATICO

Nell’ultimo fine settimana gli agenti hanno controllato 60 avventori in quattro diversi bar e birrerie di Porto San Giorgio e Lido Tre Archi. Nel mirino anche gli orari di chiusura
Il commissariato avverte: “Rafforzeremo i controlli negli esercizi pubblici”. Baristi avvertiti
Alcol e ubriachi, giro di vite della polizia

 

FERMO - C’è un vecchio adagio che calza a pennello. “Uomo avvisato mezzo salvato”. Ecco, appunto. La Polizia per ora si è limitata a mettere in guardia i titolari degli esercizi pubblici, in particolare di bar, ristoratori e birrerie. Dai prossimi giorni quelli che finora sono stati solo controlli soft volti soprattutto a spiegare, informare e soprattutto sensibilizzare sull’argomento diventeranno veri e propri blitz da cui potranno scaturire pesanti sanzioni. Il codice penale, d’altro canto, parla chiaro: non si possono somministrare alcolici a soggetti che già sono chiaramente ubriachi. Pena una denuncia e l’eventuale sospensione della licenza commerciale. Tradotto: chiusura temporanea del locale. A prevedere il precetto è l’articolo 691 e tutti sono tenuti a rispettarlo. A rischiare non è solo l’esercente pubblico ma anche l’ubriaco. “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, è colto in stato di manifesta ubriachezza - si legge sempre nel condice penale, all’articolo 689 - è punito con una sanzione amministrativa pecuniaria 51 a 309”. Da parte del commissariato, come spiegato ieri mattina dal dirigente Giuseppe Taschetti, “non c’è alcuna volontà persecutoria nei confronti di chi il proprio mestiere con l’auspicio di trarne profitto. Ci mancherebbe altro”. No, l’auspicio della Polizia è che ci sia collaborazione da parte di bar, birrerie e ristoratori così che si possa arginare tutti insieme il fenomeno dell’alcolismo e soprattutto gli eventuali danni che questo può produrre. Basti solo pensare a quante cose possono succedere qualora un soggetto ubriaco si mette alla guida di un’auto o anche solo al problema degli schiamazzi notturni e della sicurezza.
Nell’ultimo fine settimana gli agenti del commissariato hanno effettuato controlli su 60 avventori di quattro bar situati lungo la costa, a Porto San Giorgio e Lido Tre Archi. Ad un marocchino di 43 anni in evidente stato di ebbrezza hanno elevato una sanzione di 102 euro. Nessuna multa a bar o birrerie. Per ora. “Abbiamo fatto un’azione di informazione e sensibilizzazione, chiedendo collaborazione”, spiega Taschetti. Tuttavia dai prossimi giorni si passerà alle sanzioni.

Sanzioni che scatteranno anche in caso di mancato rispetto degli orari di apertura e soprattutto di chiusura dei locali. “C’è un’ordinanza del comune che va rispettata e gli orari vanno indicati con chiarezza all’esterno”. In questo senso sono stati controllati internet point e call center. “Il nostro obiettivo primario è quello di garantire il rispetto della legalità - continua il commissario - rispettare gli orari significa evitare problemi di ordine e sicurezza pubblica e rispettare il diritto alla salute (al riposo e al sonno, ndr.) che rientra tra i diritti costituzionali, dei cittadini”. Da qui l’invito rivolto a tutti i baristie titolari di pubblici esercizi a collaborare con la Polizia. “Quando entra in un locale un soggetto chiaramente ubriaco, rifiutatevi di dargli da bere e chiamate noi, componete il 113 così che possiamo intervenire e sanzionare il soggetto in questione per ubriachezza in luogo pubblico”. Giusto chiedere sicurezza e legalità, giusto anche collaborare affinché chi deve garantirla sia messo in condizioni di farlo.
LOLITA FALCONI


IL GAZZETTINO (Belluno)

IN TRIBUNALE
Feltre

Si schianta ubriaco contro un tiglio con il suo motorino. Vengono chiamate le forze dell’ordine e i soccorsi che intervengono immediatamente trasportandolo all’ospedale di Feltre. I medici rilevano un elevatissimo tasso alcolemico, risultato essere di 4,3 grammi/litro, ben superiore al limite di 0,5 grammi/litro oltre il quale, secondo il Codice della Strada, si è considerati in stato di ebbrezza. Il fatto è accaduto il 3 marzo del 2003 in località Culiada a Feltre. Ieri il protagonista dell’episodio, Antonio Corrà, un 57enne di Pedavena, è stato assolto dal giudice Arturo Toppan, dall’accusa di guida in stato di ebbrezza per la caduta in prescrizione del reato.
La richiesta di sentenza di non doversi procedere era stata richiesta sia dal pubblico ministero Massimo De Bortoli sia dall’avvocato difensore, Monica Barzon (Studio Moretti).
L’uomo se l’è quindi cavata con una sentenza a lui decisamente favorevole che gli ha permesso di evitare le severe sanzioni comminate in questi casi dal Codice della Strada. La legge, infatti, prevede per chi guidi sotto l’influenza dell’alcool, l’arresto fino ad un mese e una pesante ammenda: da 258 a 1032 euro. In sostanza, l’imputato ha beneficiato del fatto che il decreto di citazione a giudizio è stato emesso quando già era trascorso il termine di tre anni previsto dalle legge per la prescrizione del reato. Decorso tale termine, infatti, il reato di guida in stato di ebbrezza si estingue, con la conseguenza che all’autore del fatto non è più applicabile alcuna sanzione di tipo penale.


IL SECOLO XIX

Anziano spinto dal cognato muore d’infarto all’ospedale
tragedia sotto inchiesta
Ipotizzato l’omicidio preterintenzionale. Ma non ci sono ancora indagati


Imperia. La Procura della Repubblica di Imperia ha aperto un’inchiesta sulla morte di Antonio Fiaccavento, avvenuta domenica mattina in un letto dell’ospedale. L’uomo, originario di Comiso (Ragusa), pensionato e invalido, che avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 25 agosto, sarebbe stato stroncato da infarto cardiocircolatorio. Fiaccavento si trovava ricoverato al nosocomio di via Sant’Agata per una gamba fratturata, lesione che si è procurato dopo una caduta in seguito ad un diverbio avuto con il cognato,Battista Pisciotta, 53 anni nella notte del 24 marzo scorso nell’appartamento di Fiaccavento in via Airenti

Al momento per questa tragedia non ci sono persone indagate. Il sostituto procuratore della Repubblica, Manuela Trifuoggi, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, mentre gli uomini della squadra mobile della Questura di Imperia hanno ipotizzato il reato di omicidio preterintenzionale. «Spetta al magistrato comunque - hanno precisato in Questura - decidere eventuali provvedimenti giudiziari».
Fondamentale a questo punto sarà l’autopsia che il pubblico ministero ha già ordinato al dottor Giacomo Canepa dell’istituto di medicina legale dell’Università di Genova fissata per mercoledì alle 12,30 presso l’obitorio dell’ospedale imperiese. Il quesito al quale l’anatomopatologo dovrà rispondere è soprattutto uno: se eventualmente è ipotizzabile un nesso tra la morte avvenuta per infarto di Antonio Fiaccavento e la frattura del femore provocata nella caduta durante il diverbio avuto con il cognato Battista Pisciotta.
La polizia è riuscita a raccogliere anche la testimonianza della persona deceduta direttamente all’ospedale sabato sera prima che le sue condizioni si aggravassero e venisse stroncato da infarto. Agli inquirenti avrebbe confermato di essere stato spinto dal cognato durante una lite. Lo stesso Pisciotta, inoltre, ha spiegato come sono andati i fatti accaduti fornendo anche una sua versione dei fatti. Sentita anche la moglie del Fiaccavento, Maria Pisciotta.
Tutto è accaduto nella notte tra venerdì e sabato quando Antonio Pisciotta, ospite della sorella nella sua abitazione proprio sopra la rotonda per Caramagna, sarebbe arrivato a casa ubriaco.
Tra i due è scoppiato un diverbio, secondo quanto ricostruito dalla polizia, sarebbe stato uno dei tanti sfociati tra i cognati per futili motivi.. Prima parole accese, poi uno spintone e Antonio Fiaccavento cadendo a terra ha riportato la frattura di una gamba. Soccorso e trasportato all’ospedale, i medici lo hanno giudicato guaribile in un mese. Le sue condizioni si sono però aggravate e domenica mattina l’uomo è morto stroncato da infarto. La squadra mobile, coordinata dal vice questore aggiunto Raffaele Mascia, si è subito messa al lavoro. E’ stata sequestrata la cartella clinica e informata l’autorità giudiziaria. «Al momento - ha confermato ieri il pubblico ministero Manuela Trifuoggi, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo - non ci sono indagati. Si procede quindi a carico di ignoti in attesa dei risultati dell’autopsia».

Giò Barbera


MERATEONLINE

Lecco: Burghardt davanti al giudice il prossimo 11 maggio

 

Michele Burghardt, accusato di essere l`assassino di Mario Taddeo, sarà processato con rito abbreviato il prossimo 11 maggio dal gup Elisabetta Morosini. I fatti si erano svolti all`alba di venerdì 14 aprile 2006 a Ballabio. Secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori e avvalorata anche dalla testimonianza del fermato, Mario Taddeo, giunto dalla Germania, dove lavorava, in Italia per alcuni giorni, nella serata di giovedì 13 si era recato presso il bar Bikers di Ballabio in Via Provinciale. Qui, dopo aver trovato un posto, aveva iniziato a bere con continuità e si era intrattenuto a parlare con alcune persone fra cui anche il Burghardt, titolare del locale, che più di una volta aveva dovuto riprenderlo per il suo stato troppo euforico e invadente. Con il trascorrere della serata i clienti avevano man mano lasciato il locale ed erano rimasti solamente Taddeo e Burghardt. Il primo, forse per via dell’alcol ingerito, aveva però iniziato a proferire frasi “pesanti” e ad avere un atteggiamento fastidioso tanto che, nonostante gli inviti del titolare a smettere, la situazione era completamente degenerata. Fra i due, fra le 4 e le 4.30 del mattino, era scoppiata una violentissima rissa. Da entrambe le parti erano “volati” calci e pugni finchè il Burghardt aveva estratto uno spray al peperoncino e lo aveva spruzzato in faccia al contendente. Taddeo era uscito dal bar ma era stato subito inseguito dall’altro uomo. In strada, a pochi metri dal Bikers, era ricominciata la scazzottata e ad avere la peggio è stato proprio il 34enne che caduto a terra è stato investito nuovamente da violenti calci e pugni. Terminata la furia, Burghardt aveva fatto ritorno a casa lasciando riverso lungo la carreggiata, agonizzante, l’altro uomo. Poco prima delle 6 del mattino, due operai del paese diretti per lavoro verso Lecco, avevano notato il corpo riverso a terra e avevano lanciato immediatamente l’allarme al 118. L’uomo, però, era arrivato cadavere in ospedale. Nel frattempo Burghardt, ex poliziotto, si era confidato con un agente amico raccontandogli di aver fatto a botte con un’altra persona senza però spiegare la gravità della rissa. Convinto ad andare in ospedale per farsi medicare, il titolare del bar aveva raccontato il fatto alla polizia di stanza presso il nosocomio. Solo nel pomeriggio, smaltiti i fumi dell’alcol, Burghardt aveva ricostruito l’accaduto, confessando l’aggressione violenta ai danni di Taddeo.


L’ARENA di Verona

Domani si chiude in Bra il mese dedicato alla sicurezza stradale. Gli incidenti da inizio anno sono stati 506
Giovani ubriachi nel mirino
La polizia municipale continua a ritirare patenti a conducenti

Aveva danneggiato un’auto in sosta proseguendo poi senza fermarsi e lasciare i suoi dati. Ma una pattuglia della Polizia Municipale è intervenuta, ha richiesto informazioni ai presenti e si è messa alla ricerca. Controllando nei parcheggi abitualmente utilizzati dai bus turistici gli agenti hanno così individuato il responsabile e informato il danneggiato. L’incidente era avvenuto domenica pomeriggio in piazza Duomo, quando un bus spagnolo durante una manovra ha urtato una Mazda in sosta.
C’è stato anche questo tra i vari servizi che le pattuglie della polizia municipale hanno effettuato interventi e controlli sulle strade durante questo fine settimana, in particolare per la prevenzione di incidenti stradali. Tra sabato e domenica le pattuglie sono intervenute in 15 scontri. Solo sei si sono conclusi senza feriti perché nella maggior parte dei casi gli incidenti hanno avuto conseguenze sui coinvolti. Passano così a 506 gli incidenti rilevati dall’inizio dell’anno, incidenti che hanno provocato 5 decessi. Due di questi hanno riguardato persone che viaggiavano sulle due ruote.
Nella notte tra sabato e domenica un conducente coinvolto in un incidente è stato sottoposto a controllo etilometrico. Il valore misurato era di 2.02 grammi di alcol per litro di sangue. Abbondantemente oltre il massimo consentito dalla legge in di 0.5. Con la sua Ford Fiesta si era incastrato su un marciapiede, in centro. Controlli in altre zone della città hanno portato all’individuazione di quattro conducenti in stato di ebbrezza. Complessivamente sono stati 126 i veicoli controllati e 157 le persone.
Durante i posti di controllo sono state ritirare, oltre alle cinque patenti degli automobilisti ubriachi, anche 10 carte di circolazione perché il veicolo non era stato revisionato. Continua anche oggi la campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale voluta dall’assessorato alla sicurezza del Comune di Verona e dalla polizia municipale.

Tutto è pronto per la festa finale di domani in piazza Bra, quando centinaia di scolari e studenti concluderanno la terza edizione del mese della sicurezza stradale. E proprio in piazza saranno distribuiti i nuovi adesivi con la frase vincitrice del concorso tra gli studenti dal titolo "Attenzione, vita a bordo", che è abbinata ad un segnale stradale di pericolo, proprio per richiamare gli automobilisti ad una maggiore prudenza sulle nostre strade.
Sono purtroppo già 38 le persone che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno nella nostra provincia a causa di sinistri stradali.


IL GIORNALE DI VICENZA

Riparte in aprile la campagna dell’Ulss
Meno alcol più testa la prevenzione tra corsi, gite e feste

 (f. p.) Meno alcol più cervello. Lascia a piedi l’alcol, e vai. Riparte ad aprile la campagna di prevenzione dell’Ulss. Un mese filato e un’agenda fitta di eventi, più di uno al giorno, una raffica di tornei, feste, corsi, gite, organizzati da una cinquantina fra gruppi, enti e associazioni, con 6 scuole in prima fila, per far capire che senza alcol la vita ha più gusto. La strategia mediatica cambia psicologicamente: non si demonizza l’alcol ma si esalta il valore del non bere. Ne hanno parlato ieri mattina al S.Bortolo con il presidente della conferenza Eleutherios Prezalis, i direttori Eugenio Fantuz e Paolo Fortuna, il responsabile del dipartimento prevenzione Vincenzo Balestra, il primario di gastroenterologia Mario Salvagnini, il capo-équipe alcologia del Sert Enzo Gelain.
Il nemico è infido, si abbassa pericolosamente l’età dell’iniziazione, la prima sbronza si fa alle medie a 13 anni, l’alcol, ancora di più se unito a sigarette e spinello, un mix esplosivo, è il “gateway”, la via aperta alla droga pesante. Birra e aperitivi ad alta gradazione spopolano fra i giovani, il vino domina fra gli adulti. Le novità in negativo sono che bere piace sempre più alle ragazze, che il binge drinking, il drink per ubriacarsi, fa quasi status symbol, che gli “sprizzetti” proposti nei bar, a base di superalcolici e ingollati a stomaco vuoto, fanno moda.
Pure, i numeri sono da incubo. L’alcol è la madre di tutte le malattie, il 10 per cento di tutti i tumori, il 63 per cento delle cirrosi epatiche, il 40 per cento degli incidenti stradali. La bevuta compulsiva è la miccia che innesca le stragi del sabato sera e continua a bruciare ogni settimana decine di vite. E attenzione: sempre dalla Gran Bretagna arriva un altro allarme rosso: gli alcolici fanno più male di ecstasy e Lsd. Vengono subito dopo eroina, cocaina, barbiturici e metadone nella classifica dei veleni peggiori.

I numeri sono preoccupanti anche al Sert: nel 2006 gli alcolisti in trattamento sono stati 351 contro i 322 dell’anno precedente, e le visite alcologiche nell’ambulatorio protetto di gastroenterologia hanno toccato quasi quota 900.
Le terapie danno frutti: «Il 70 per cento delle persone curate - spiega Salvagnini - a un anno dal nostro intervento sono astemi, i ricoveri si sono ridotti del 4 per cento». Per i Cat, club per alcolisti in trattamento (*), l’alcol è uno stile di vita. Per gli Alcolisti anonimi resta una malattia. «L’alcol - spiega Balestra - è una droga legale. Il fenomeno fa parte del tessuto sociale, è la stessa società che spinge al consumo, occorre sensibilizzare la gente a usarlo con la testa, facendo attenzione a dosi, frequenza e motivazioni».  

(*) Nota: mi sembra necessario sottolineare l’errore, concettualmente molto importante, di quel “per”.
I Club sono Club DEGLI alcolisti in trattamento: non è un “servizio per” qualcuno, il Club è DELLE famiglie con problemi di alcol, non utenti ma protagoniste del proprio percorso di cambiamento.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

SANITÀ & SALUTE Presentata la 48. campagna "-Alcol +Gusto" con oltre 40 eventi distribuiti nel mese di aprile. Ma il messaggio va in controtendenza 
«Non demonizziamo l’alcol, cambiamo gli stili di vita» 
Fantuz (Asl 6): «In un territorio in cui la cultura del bere è intesa come momento di socialità, il non bevitore non va considerato un antisociale»

«Demonizzare il consumo di alcol non serve a convincere i giovani a non abusarne. Per ottenere qualcosa dobbiamo mettere in atto azioni efficaci di promozione e controllo, ma soprattutto agire sui comportamenti, modificare il contesto sociale che porta al consumo di bevande alcoliche». Con queste parole il direttore del Sert dell’Asl 6 di Vicenza, Vincenzo Balestra, ha presentato la campagna 2007 "-Alcol +Gusto", in occasione del mese della prevenzione alcologica. Tra le novità di quest’anno il coinvolgimento di sindaci e assessori competenti, delle forze dell’ordine e delle scuole, per rendere sempre più forte la prevenzione e dare un taglio alla diffusione dell’abuso alcolico a partire dagli 11 anni. Il mese di aprile, infatti, è dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione sulle problematiche legate al consumo di alcol, un tema che diventa ogni giorno sempre più attuale, più per l’aumento dell’uso di alcol tra i giovani e per il progressivo abbassamento dell’età in cui avviene l’assunzione di alcolici. «La cultura del nostro territorio», sottolinea il direttore sanitario dell’Asl 6 Eugenio Fantuz, «è così legata al bere come occasione di socialità e comunicazione che non è davvero facile, per i più, avere consapevolezza dei rischi connessi all’abuso da alcol, né comprende eventuali segnali di rischio. La 48. campagna "-Alcol +Gusto" vuole lanciare un messaggio in controtendenza rispetto a quello che viene generalmente veicolato da una cultura che valorizza le bevande alcoliche come strumento di socialità ed etichetta, spesso come antisociali e non bevitori».
I numeri ufficiali delle dipendenze rilevate dai Sert di Vicenza e Noventa Vicentina sono certamente più bassi rispetto alla reale diffusione del fenomeno, perché sono ancora poche le persone che si avvicinano ai servizi sanitari, specie tra le donne. A Vicenza gli alcolisti dal 2005 al 2006 sono passati da 172 a 208, con un rapporto di una donna ogni 3.4 uomini. A Noventa Vicentina, invece, gli alcolisti dal 2005 al 2006 sono passati da 150 a 143, con un rapporto di una donna ogni 5.2 uomini. Decisamente importante l’attività dell’ambulatorio alcologico del San Bortolo, che nel 2006 ha eseguito 887 visite alcologiche, 624 colloqui e sedute di psicoterapia individuale, 3632 sedute di attività di gruppo e 2149 sedute di psicoterapia di gruppo. «Per lavorare sulle persone», aggiunge il primario di Gastroenterologia Mario Salvagnini, «occorre anzitutto agire sul contesto ambientale in cui vivono. Viviamo in una società annegata nell’alcol, in cui gli alcolici vengono identificati come uno strumento di piacere, per evadere dalla realtà e sentirsi realizzati». Sono oltre 40 gli eventi in calendario per il mese di aprile e culmineranno con il convegno di sabato 21 aprile dalle 9.30 alle 13 al cinema teatro Lux di Camisano Vicentino, dove si affronterà il tema "La prevenzione? Con o senza... fa la differenza!". Per informazioni è possibile contattare il Sert allo 0444.757566.

Matteo Crestani


IL PICCOLO di Alessandria

Ubriachi devastano un hotel

Un ascensore distrutto, una camera quasi completamente devastata. E poi, è finito in frantumi un vetro dell’auto della polizia. È finita con questo bilancio, l’esuberante (si fa per dire) ‘performance’ di tre clienti di un hotel, giunti in Alessandria per non meglio precisati motivi di lavoro. Interrogati tre stranieri, un inglese di 37 anni e due irlandesi, di 35 e 24 anni, ospitati all’hotel delle Rose, in via Grandi, una traversa di corso Carlo Marx, al quartiere Cristo


IL GAZZETTINO (Rovigo)

PROVINCIA 
In Basso Polesine si beve troppo record del Veneto per abuso di alcol

La moderazione nel bere non fa rima con l’essere giovane da Adria in là.
Si sta avviando a diventare un problema molto più serio di quanto non sia stato finora l’abuso di alcol in alcuni strati generazionali della popolazione polesana.
L’Osservatorio sul disagio giovanile messo a punto dalla Provincia e illustrato ieri dall’assessore alle Politiche giovanili Tiziana Virgili, mostra dati del 2006 che sul fronte dell’uso problematico dell’alcol catapulta il Bassopolesine ai primi posti nel Veneto.
Gli alcol dipendenti in carico ai due Sert del Polesine (gli ultimi dati disponibili sono relativi al 2005) sono 6,1 ogni mille abitanti. Tanto per fare un raffronto, la media veneta è del 2,1. E il secondo peggior risultato a livello provinciale lo fa segnare Belluno con il 3,9 (*). Un dato allarmante al quale secondo l’assessore deve far argine l’intensificarsi delle campagne di sensibilizzazione e la diffusione di una cultura anti-sballo che chiami tutte le componenti sociali sul territorio a impegnarsi senza defezioni.
Sul fronte tossicodipendenza la situazione lascia più tranquilli e Rovigo sfila diverse posizioni in graduatoria rispetto al resto del Veneto: i tossicodipendenti in carico ai Sert sono 2,3 ogni mille abitanti, dato inferiore alla media regionale che è di 2,8. Solo Treviso (2,1) e Belluno (1,7) ne contano meno.

Dalle Acat (associazioni e club di alcolisti in trattamento) arrivano altri dati allarmanti sull’abuso nel bere. Qui, come detto, è il Basso Polesine a destare le maggiori preoccupazioni. Alle organizzazioni di volontariato stanno aderendo dal 2003 sempre più soggetti bisognosi di assistenza per problemi alcol correlati. Erano 95 nel 2003 e sono diventate 128 nel 2004, 146 nel 2005 e 138 l’anno scorso, in fasce d’età comprese tra i 30 e i 60 anni. Identico il dato riferito alle utenze del Sert bassopolesano: aumentano sia gli uomini che le donne. Nel 2003 erano rispettivamente 241 e 42, nel 2004 sono diventati 297 e 46, nel 2005 345 e 50, infine l’anno scorso sono stati 369 maschi e 54 femmine ad aver avuto bisogno di cure. In totale 423 soggetti, il 5,7 per mille abitanti dell’intera popolazione del comprensorio dell’Ulss 19. Sul fronte droghe è leggermente diminuito l’uso di eroina, di ecstasy e di cannabinoidi, mentre cresce il ricorso alla cocaina e ad altre sostanze non identificate.
In netta controtendenza invece i dati rilevati ai Sert del comprensorio rodigino che comprendono sia l’Alto che il Basso Polesine. I maschi sono stati l’anno scorso 301 e le donne 53, in totale 354 pari al 2,1 ogni mille residenti. Solo al Sert di Lendinara si è rilevato un lieve aumento di utenti.
Tra le droghe la sostanza più usata è ancora l’eroina (64,7 per cento), ma cocaina e cannabinoidi sono in aumento così come quello di altre sostanze non specificate.
Che fare, è stato chiesto all’assessore Virgili? «Serve più impegno e maggior attenzione sui questi problemi - ha detto l’assessore - le nostre iniziative stanno dando i primi risultati, da "Locale amico" a "Occhio al bicchiere", fino ai siti dove è data la possibilità ai giovani di avere informazioni e consigli. Non si deve assolutamente abbassare la guardia».
Franco Pavan

(*) Nota: questo dato rappresenta solo la capacità di un servizio di raggiungere le famiglie che hanno un problema alcolcorrelato.
Il che non ha nulla a che fare con la diffusione del problema su quel territorio.
Le persone e le famiglie “in carico” a questi servizi, così come nel resto d’Italia, sono comunque appena una esigua minoranza, rispetto a tutte quelle che vivono sofferenze legate al bere.


IL GAZZETTINO (Padova)

Informazioni sui problemi dell’alcol

Un percorso teatrale contro l’abuso da parte dei giovani dell’alcol, prima causa delle stragi del sabato sera. Le scuole in rete dei distretti di Montagnana, Este e Monselice hanno presentano mercoledì "Happy Hours 2007", percorso teatrale scolastico per una maggiore sensibilizzazione nei confronti dei problemi alcol-correlati. Lo spettacolo presentato ai ragazzi delle classi terze dell’Iis. "Jacopo da Montagnana", dell’Educandato Statale "San Benedetto", e Cfp "Pavoni" sarà replicato domani, alle 8.30, all’Auditorium dell’Istituto Duca D’Aosta di Este per le classi terze dell’Istituto Euganeo e Isa "A. Corradini", mentre alle 10.30 per le classi terze dell’Itscg "Atestino" e Iis "Duca D’Aosta".


IL GAZZETTINO (Belluno)

Scienze del servizio sociale per Chiara De Monte Pangon 

Chiara De Monte Pangon di S. Stefano si è laureata in scienze del servizio sociale all’Università di Trieste, discutendo la tesi "Contesto culturale e familiare nel comportamento dell’alcolista: l’approccio ecologico-sociale ed il servizio sociale". È stata festeggiata dai genitori, sorellina, fratelli, nonni, parenti e amici, tra i quali i "compagni" del servizio civile.


LA STAMPA

Melbourne: arrestato coach russo per molestie sessuali

Un allenatore della squadra russa è stato arrestato ed è comparso in tribunale, accusato di aggressione contro un’inserviente dell’hotel

MELBOURNE

Un allenatore di tuffi della squadra russa, a Melbourne per i Mondiali di nuoto, è stato arrestato ieri ed è comparso oggi in tribunale, accusato di violenze sessuali e molestie ai danni di un’inserviente nell’hotel in cui alloggiava con la squadra. Vladimir Rulev, di 56 anni, sarà riascoltato lunedì prossimo, mentre la squadra di tuffi è tornata in Russia senza di lui.
Secondo l’accusa Rulev, in stato di ubriachezza, aveva palpeggiato la guardia che lo stava aiutando a prendere l’ascensore per tornare in camera, perché era malfermo sulle gambe. Ne è seguita una colluttazione, la donna ha chiamato aiuto e l’allenatore è stato scortato nella sua camera.


L’ADIGE

Chiama i carabinieri e viene denunciato

Aveva chiamato i carabinieri perché credeva di essere nel giusto, ma così evidentemente non era: l’uomo è stato denunciato per ubriachezza molesta. I militari sono intervenuti sabato sera in un locale pubblico di Marilleva su richiesta dell’avventore, che - sosteneva - era stato cacciato dal gestore del bar. I carabinieri hanno accertato l’accaduto e verificato che l’avventore era palesemente ubriaco, tanto da non rendersi contro della situazione. È stato quindi denunciato per ubriachezza molesta. Nessun addebito per il gestore del locale che, rifiutandosi di versare alcolici ad un cliente chiaramente brillo, ha seguito correttamente la legge.


L’ADIGE

Polizia contro l’alcol

Un centinaio di persone controllate, 60 auto fermate, due patenti sospese per guida in stato d’ebbrezza e sei multe comminate per violazione del codice della strada. Sono i numeri dell’operazione congiunta delle volanti della questura e degli agenti della polizia municipale di Trento, lo scorso fine settimana. Fra venerdì notte e sabato notte sono stati intensificati i controlli sulle strade limitrofe alla città. Due gli automobilisti a cui è stata contestata la guida in stato d’ebbrezza: si tratta di un 45enne che superava di tre volte il limite per mettersi alla guida e di un 32enne fermato in via Brennero alle 2.30 di notte dopo l’allarme lanciato da un parente che, preoccupato, lo aveva visto salire in auto ubriaco a Rovereto e dirigersi verso il capoluogo (*). Un solo automobilista, fra quelli fermati, ha superato il limite di velocità ed è stato multato. «Il risultato sta nella prevenzione ed in tal senso gli automobilisti pare abbiano capito di non mettersi alla guida alterati dall’alcol - spiega il commissario capo delle volanti, Salvatore Ascione - i controlli verranno ripetuti anche le prossime settimane». Venerdì e sabato notte erano in servizio, per il controllo congiunto, tre auto della questura e due pattuglie della polizia municipale.

(*) Nota: mi pare utile sottolineare il gesto di questo parente, che si è comportato come ogni cittadino responsabile dovrebbe.


AVVENIRE.IT

VINO 
CONFAGRICOLTURA: ANCORA DISCRIMINAZIONI FISCALI INOPPORTUNE 

“Ancora una volta il vino è vittima della Direttiva CE 92/83, che consente ai paesi membri dell’Unione di adottare accise diverse all’interno di ogni Stato soprattutto per il vino, la birra e i prodotti alcolici. “ E’ questo il commento della Confagricoltura all’aumento delle accise nel vino da parte del Regno Unito.
Lo stato dell’arte vede nella maggior parte dei Paesi non produttori la presenza di un’accisa diversa da zero per il vino e maggiorata per gli spumanti ritenuti beni di lusso.
Il nuovo aumento delle accise in Gran Bretagna di 5 pence per i vini fermi e di 7 pence per gli spumanti, a parere di Confagricoltura, è l’ennesimo caso di politica fiscale discriminatoria, che tende a svantaggiare le produzioni importate e per questo considerate “non proprie” della cultura alimentare del Paese ( l’aumento della birra è stato solo di 1 pence).
“ La Commissione – conclude l’Organizzazione agricola – dovrebbe perseguire l’obiettivo dell’armonizzazione delle accise e contribuire così ad avere un livello accettabile, basso e limitato in uno stesso range per tutti i paesi comunitari. Un livello di tassazione molto elevato può rendere l’acquisto di vino proibitivo e favorire il decremento dei consumi (*). ”

(*) Nota: lo dicono come se fosse una brutta notizia.
In realtà sappiamo bene come, per diminuire le sofferenze alcolcorrelate, sia necessario ridurre i consumi, e come alzare i prezzi sia uno degli strumenti più efficaci in questa direzione.


QUOTIDIANO.NET

BULLISMO
Aggredito e picchiato studente marocchino
Il ragazzino di 12 anni si trovava davanti alle scuole elementari e medie di Bussana, a Sanremo. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti, i due aggressori sarebbero due ragazzi più grandi

Sanremo (Imperia), 27 marzo 2007 - Un dodicenne marocchino è stato picchiato verso le 8 di questa mattina, mentre si trovava davanti alle scuole elementari e medie di Bussana, a Sanremo. I due aggressori, a quanto sembra, sarebbero altri due ragazzi più grandi di lui.
La dinamica dei fatti è ancora da verificare, ha fatto sapere la polizia, ma sembra escluso che il movente sia stato quello di una rapina.

Lo studente sarebbe stato strattonato, preso a calci e pugni e lasciato a terra. E’ stato, poi, accompagnato al pronto soccorso dal personale della scuola al pronto soccorso per curare le contusioni riportate. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato che stanno cercando di acquisire il maggior numero di testimonianze possibile per dare un volto agli aggressori e scoprire le motivazioni della violenza.
Il ragazzino non ha fornito elementi sufficienti agli investigatori per delineare un quadro più preciso della vicenda. Nella denuncia, presentata assieme alla mamma, avrebbe soltanto detto di non conoscere i due aggressori, il cui alito odorava di alcol. Manca anche un identikit dei due ragazzi che potrebbero avere sedici o diciassette anni e, quindi, non appartenere all’istituto scolastico.


CORRIERE ADRIATICO

Adolescenti e alcol, non sempre chi beve cerca il divertimento

MONDOLFO - Hanno avuto termine gli incontri dedicati al tema del rapporto fra alcol e adolescenza, promossi dall’Istituto Comprensivo Enrico Fermi di Mondolfo con la collaborazione dell’Associazione Algor onlus.
Si sono svolti tre incontri, di un’ora e trenta, con un gruppo formato da 21 alunni - spiega il Dirigente Scolastico Maurizio Mariani - utilizzando la modalità della pair education.
La formula di lavoro si è rifatta a tecniche teorico-esperenziali di tipo umanistico; i gruppi sono stati condotti da una coppia operativa formata dalle dottoresse Sonia Tranquilli e Gessica Giommi di Algor.

In questo modo le psicologhe hanno voluto far emergere nei ragazzi il condizionamento che il gruppo può avere nei loro confronti e di cui spesso non ne sono consapevoli. Così, durante gli incontri, ai quali i docenti non hanno partecipato, i ragazzi hanno parlato del problema dell’alcol, delle motivazioni per cui i giovanissimi ne fanno uso, rispondendo a domande poste dalle psicologhe.

Sembra che uno stereotipo abbastanza presente nei ragazzi mondolfesi sia l’idea che l’alcool possa essere un aiuto. Mentre per i maschi il consumo di alcool può incrementare la sensazione di divertimento, invece per le ragazze il bere alcolici viene associato alla depressione, alla sfiducia, ed anche al bisogno di recuperare uno stato di serenità interiore. Molti - poi - ritengono che tra gli effetti dell’alcool ci sia una migliore capacità di comunicare, o almeno di essere piacevoli e brillanti nella conversazione. Inoltre, le operatrici dell’Algor hanno constatato che già nella terza media si distingue nettamente tra consumo e abuso di sostanza alcoliche (*); ma soprattutto, la quasi totalità dei ragazzi dell’ IC Fermi associano l’alcool alla droga con i pericoli che ne conseguono: dipendenza, perdita di lucidità, stato di felicità apparente (**). Da quanto emerso, è seguito l’intenso lavoro da parte delle due esperte operatrici, che già in altre occasioni hanno lavorato nell’Istituto mondolfese, che si conferma fra le scuole più ricche di iniziative a sostegno degli alunni.
A.B

(*) Nota: non ho capito che cosa significa questa frase.
Spero che nessuno intenda che possa esistere un “uso” corretto di alcol a 13 anni.

(**) Nota: sarebbe interessante ripetere l’esperienza, sostituendo la parola “alcol” con la parola “vino”, e vedere che cosa succede: i problemi alcolcorrelati non vengono bevendo l’alcol, vengono bevendo il vino, la birra e/o le altre bevande alcoliche.


CORRIERE ADRIATICO

Il sabato sera si soffia per la vita
Scatta la campagna di prevenzione, i controlli fermano le stragi sulle strade

ANCONA - Nessun incidente mortale, diciassette contravvenzioni per guida sotto effetto di alcool, altrettante patenti ritirate e 262 punti decurtati su 200 e passa persone controllate con l’etilometro. Un solo veicolo sequestrato e oltre 1500 kit distribuiti.
Sono i primi risultati della campagna di sicurezza “Un soffio salva la vita”, promossa da compartimento della Polizia stradale per le Marche, Protezione civile e Regione Marche. Una serie di controlli effettuati tra sabato notte e domenica mattina, che proseguiranno anche nei prossimi due weekend.

Parte così la campagna contro le stragi del sabato sera, contro le morti annunciate di giovani e giovanissimi al rientro da discoteche e locali notturni. Il pool - messo a punto dal comandante della Polstrada Italo D’Angelo, dal responsabile della Protezione civile e da governatore Gian Mario Spacca - è dunque già al lavoro. Il primo round è del weekend appena trascorso. Un fine settimana nel corso del quale, come rende noto il Compartimento della polizia stradale per le Marche, sono state impegnate 94 unità nell’ambito dei controlli davanti a locali e discoteche di maggior richiamo, tra personale della Polstrada, della Protezione e operatori sanitari.

Ma la campagna avviata proprio in questi giorni prevede, oltre all’attività di controllo, un’opera di informazione diretta ai giovani nei pressi dei locali di divertimento e delle discoteche più frequentate. Controlli ai quali, nello scorso weekend, hanno partecipato anche i due protagonisti indiscussi dell’iniziativa: il governatore Gian Mario Spacca e Italo D’Angelo, comandante della Polizia stradale delle Marche. Entrambi, assieme al sacerdote don Aldo Buonaiuto, si sono dati appuntamento sabato notte davanti al Green Leaves di Porto Recanati. E proprio vicino alla discoteca hanno cercato di sensibilizzare i giovani sui pericoli di guidare in certe condizioni, sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti.

Mercoledì, 28 Marzo 2007
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