Morire a soli 15 anni per mano di un pirata della strada, un giovane venticinquenne che non si è nemmeno fermato a prestare soccorso. È finita così la vita di Fabrizio Veronese. Lunedì sera in sella alla sua bicicletta intorno alle 23.30 stava rientrando a casa assieme a due suoi amici. Era quasi arrivato quando sul ponte girevole del canale San Domenico è stato travolto da una Peugeot "207" nera. L’auto come una scheggia impazzita è piombata sui ragazzi. Due sono stati solo sfiorati mentre Fabrizio Veronese è stato investito in pieno finendo prima sul cofano dell’auto, poi, dopo aver infranto il parabrezza anteriore, è stato sbalzato a una distanza di quasi 20 metri dal punto in cui è avvenuto il primo impatto. Infine la rovinosa caduta sulla strada: è morto pochi minuti dopo in ospedale. Tra lo sconcerto dei presenti l’uomo al volante della Peugeot non si ferma: ingranata la marcia si dirige velocemente verso Chioggia. Poi compie un’inversione e torna indietro sul luogo dell’incidente. Vede il corpo del giovane disteso a terra e scappa di nuovo, questa volta in direzione di Sottomarina. Il suo ritorno sul luogo dell’incidente però permette ai testimoni di prendere il numero di targa dell’auto e di chiamare Polizia e Carabinieri, che riescono così a rintracciare l’investitore, S.Z., di 25 anni. Non era molto lucido e così gli agenti lo hanno obbligato a sottoporsi al test per valutare la presenza di alcol nel suo sangue. Test risultato positivo. Per S.Z. sono scattate immediatamente le manette per omicidio colposo e omissione di soccorso, con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza. |
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