L’ADIGE Nel giro di pochi mesi…di ANDREA TOMASI
«Nel giro di pochi mesi l’area di Trento Sud cambierà. Quando sarà pronto lo studentato di San Bartolomeo (830 posti), la zona che si affaccia su viale Verona diventerà una vera e propria cittadella universitaria. Per questo invitiamo rettore, sindaco, ma anche commercianti e baristi, ad agire per tempo. Gli universitari, usciti dalla biblioteca, cercheranno anche il divertimento. Bisogna offrire loro qualcosa, altrimenti si riproporranno i problemi di convivenza di cui tanto si parla sui giornali: i ragazzi vanno nei pochi locali aperti del centro storico, bevono, qualcuno esagera e i residenti si lamentano». Parole di Lorenzo Fellin, presidente del Consiglio degli studenti: consiglio dove mercoledì siederà il rettore Davide Bassi; con i ragazzi parlerà di didattica, ma anche di happy hour . «Stiamo preparando un documento che consegneremo a lui, al presidente dell’Opera Universitaria, al sindaco e alle associazioni di categoria, a cui fanno capo i gestori di bar, pub e affini». Si chiede una programmazione su Trento Sud. L’idea è di creare spazi per il divertimento serale. «I giovani non rimarranno chiusi in camera. Cercheranno sempre un po’ di relax. Per questo motivo vogliamo sensibilizzare istituzioni e imprenditori: in quella zona dovrebbero essere aperti locali come bar, pub e non solo». I tecnici dell’Opera Universitaria stanno lavorando ad un progetto di sala polifunzionale, da realizzare nelle immediate vicinanze del campus, che potrebbe essere utilizzata anche come discoteca. «Ben vengano le iniziative dell’ente (si parla della realizzazione di una palestra di roccia, Ndr), ma di spazi di divertimento dovrebbero occuparsi soprattutto i privati. Trento Sud si presta a diventare una vivace area universitaria: non ci sono tante case, quindi non si pone un problema di disturbo dei residenti nelle ore serali. Si potrebbe sfruttare il parcheggio di servizio della vicina SuperCoop di Via De Gasperi». Gli studenti pensano a concerti e a momenti di svago, al chiuso o all’aria aperta. «Se attorno allo studentato si lascerà il deserto, i ragazzi cercheranno gli happy hour , con la birra ad un euro, nei locali del centro storico. Secondo noi non si deve necessariamente puntare sull’alcol. Si potrebbero proporre serate quiz, karaoke e quant’altro». Quindi, non solo birra. La Confesercenti (300 associati) si dice pronta a rispondere all’appello. «Ci sono già baristi e ristoratori interessati ad investire - spiega il presidente Massimiliano Peterlana -. Sbaglia chi dice che noi offriamo solo alcol ai ragazzi. Sta per partire la campagna "Bere meno-Bere meglio": ci impegniamo a esporre dei cartelli nei locali e a informare i giovani consumatori. Ai ragazzi proponiamo di bere un buon bicchiere di vino o una buona birra, senza ubriacarsi, anziché dieci birre di scarsa qualità per cercare lo sballo». Secondo le indagini del Servizio alcologia del Trentino, coordinato dal dottor Roberto Pancheri, i dati sull’abuso dell’alcol in provincia sono preoccupanti: «Il 30% dei giovani fra i 18 e i 21 anni sono binge drinkers (bevitori da baldoria)». Il che significa: una media di cinque bicchieri a serata per i ragazzi, che sende a quattro per le ragazze. Per Stefano Bertoldi (Auto Mutuo Aiuto) gli esercenti dovrebbero differenziare l’offerta: «Si può puntare sui bar non alcolici, sui caffè-dibattito». Peterlana dice che Confersecenti ci sta lavorando. E intanto il dottor Pancheri anticipa una proposta: «I gestori dei bar non si limitino a vendere la birra ad un euro. Allo stesso prezzo vendano bevande analcoliche». IL GAZZETTINO (Treviso) «Parliamo solo di patologie gravi:
... «Parliamo
solo di patologie gravi: un intervento su 5 di quelli attuati dal pronto soccorso
ha per motivazione l’alcool. Due incidenti su 5 tra quelli sulla strada e sul
lavoro derivano dall’assunzione di alcool». È Andrea Dan che parla, il
presidente dell’associazione Manuela per la sicurezza stradale. Dan, lei
ha detto che anche gli incidenti sul lavoro derivano in parte dall’alcool? «Sì,
perchè non è solo di notte che i ragazzi escono ubriachi dalle discoteche, ma
anche durante il giorno che i conducenti di mezzi usati per motivi di lavoro
bevono. Quello che voglio - dico voglio, non vorrei - dalla Regione e dalla
commissione che deve esaminare la 117, è che si risponda alla domanda: perchè
si deve bere fino a superare i livelli consentiti oltre l’1 di notte? Che senso
ha che la discoteca non cominci più alle 9 e finisca alle 2 o alla 3, ma
cominci a mezzanotte e arrivi alle ore del cuore della notte in cui le difese
fisiche sono al minimo. Immaginiamoci alle cinque, sei di mattina, avendo
bevuto fino a poco prima, avendo sommato all’alcool magari droghe, con musiche
assordanti che in discoteca hanno anche un po’ condizionato l’udito, cosa possa
accadere a chi si mette al volante. Davvero l’interesse economico del vendere
alcool fino all’ultimo minuto è più importante della vita? Ogni incidente
stradale mortale dovrebbe essere chiamato "atto criminologico
stradale", perchè metto in discussione il fatto che non sia per nulla
voluto, cioè proprio colposo. E aggiungo un’ultima considerazione: per far sì
che la commissione regionale si occupi di questo problema si deve fare più dei
salti mortali, mentre per il rapimento di una sola persona in Aghanistan o
altrove tutti parlano 24 ore su 24 fino a livello governativo. Vite che valgono
di più e altre che valgono di meno? Allora diciamolo almeno chiaramente». L’ADIGE (31.307) Quotidiana
maleducazione Sarà microcriminalità, sarà semplice maleducazione, certo
che sopportarla è dura. Sono episodi che non finiscono nelle statistiche delle
Procure o delle Questure, però sono segni di un degrado che bisogna fermare.
L’altra sera (ma non tardi, poco dopo le 20,30) in piazza Venezia nella zona
del parco vicino al sottopassaggio pedonale della Valsugana. Tre ragazzotti,
non arabi, non albanesi, non slavi, ma tre fanciulli «bene» «firmati», stanno
buttati (ubriachi? «fatti»?) su una panchina. Uno fa: «dammi una sigaretta!»,
come se io avessi dovuto dargliela al signorino solo perché esiste. Non gli ho
risposto ma avevo la voglia di dirgli: «ragazzo, domanda educatamente
altrimenti invece che la sigaretta ti arriva una ruvida carezza». Come, del
resto, facevano, se rispondevi male, gli uomini adulti ai miei tempi e io ho il
coraggio di dire, e se serve urlare, che facevano bene. Poi i tre intelligenti
se la prendono con una ragazza, i soliti apprezzamenti, come si dice, pesanti.
Allora non ci ho più visto. Adesso spacco un ramo e li meno! Ma non si può
fare. E allora ho dovuto inghiottire gli insulti di uno che a malapena stava
in piedi e che urlava: «Vieni qua! Vieni qua! Che ti spacco». Alla fine la
voglia di dargli una lezione stile anni ’50 m’ha preso dentro; ma bisogna
dominarsi, mi son detto, perché si è civili, perché se lo meni il farabutto va
dal papà e rischi anche di andare nel torto e in rogne. Limitiamoci alla faccia
feroce. Intanto gli altri due se la prendono con le panchine; fracassano a
terra una radio (tanto i soldi a questi imbecilli qualcuno li dà, no?); tanto
domani mattina qualcuno pulisce, no? All’una di ieri, per inciso, i pezzi della
radio stavano ancora lì. Allora, visto che quattro sberle non si possono dare,
ho chiamato i carabinieri: «Ci sono tre scemi che provocano la gente. È il caso
di venire a fare un giro perché qui, a quest’ora, di persone ne passano ancora
tante e questi qua sono "fuori"». Ho aspettato un quarto d’ora, non
s’è visto nessuno. Magari sono arrivati dopo, di sicuro i tre figuri se ne sono
andati. Tronfi, impuniti. Certo, non è stato poi chissà quale atto di
criminalità, ma serve per dire che il degrado dei parchi pubblici e di tanti
luoghi della città è evidente. E il degrado è il primo passo verso un
arretramento della civiltà. Quando accompagno i miei figli all’asilo mi devo
sempre incazzare come una bestia per le bottiglie rotte che trovo lungo la
strada. Un giorno mia figlia non s’è tagliata solo perché aveva le scarpe
invernali. Ma lo sballato, poverino, avrà pur diritto a sfogarsi no? Che c’è di
meglio che una bottiglia gettata a terra? Che c’è di meglio di un
danneggiamento? Al parco devi sempre stare attento perché c’è la bevuta del
venerdì e del sabato e i signorini si devono scolare le birre e poi se non
lasciano un macello che sballo è? Ma quello dello sballo cos’è? Un diritto? La
balla collettiva è una cosa da tollerare? Ricordo, per inciso, che il
governo Zapatero, in Spagna, che è quello, per dare l’idea, dei matrimoni gay,
ha proibito l’uso di alcol in pubblico ai minorenni. Per protesta, a Madrid,
hanno organizzato una sbornia collettiva però li hanno presi a pedate nel fondo
schiena e un certo dibattito, schietto, vero, c’è stato. Per anni mi sono
sempre chiesto perché, anche noi della stampa, abbiamo tollerato (e tolleriamo)
il fatto che ragazzini e ragazzine si possano impunemente ubriacare
selvaggiamente con la scusa della protesta. Le strade dove passavano e
passano i cortei erano e sono disseminate di bottiglie, anche di vodka e di
superalcolici (Piero Cavagna, il nostro fotografo ne ha fatte a chili di foto
emblematiche su questo), scolate di mattina. Ma noi questo non lo raccontavamo
e non lo raccontiamo o lo si è fatto e lo si fa di striscio, temo per la paura
di passare per reazionari. Come se la salute psichica e fisica dei giovani
fosse una questione di schieramento politico. Una balla! Una delle tante! È
come la storia della birra ad un euro. È giusto permetterlo ai baristi? Sì,
dicono, perché siamo un Paese libero. Balla anche questa. In realtà si
sacrificano per il mercato generazioni. Questa è la realtà. Ci sarà un
perché i ragazzi bevono soprattutto birra. Perché è quella più pubblicizzata e
quindi fa più tendenza. Quindi la libertà è soprattutto per i fatturati
delle multinazionali dell’alcol. Capisco, si rischia di esagerare. Però, a
mio parere, è meglio esagerare piuttosto di non voler guardare in faccia la
realtà. Perché poi chi paga sono le persone più deboli. I parchi sono vitali
per far socializzare i nostri bambini che non possono più andare in cortile
come facevamo noi, perché i cortili sono fatti ormai per le macchine. E poi in
strada cosa ci fanno? Rischiano la pelle per giocare a palla? Per restare ai
parchi, dicevo, guardando in faccia la realtà, si dovrà pur dire che quello di
piazza Dante è vietato perché è semplicemente un covo di spacciatori e di
malviventi. Quello di piazza Venezia lo sta diventando. Quello di Gocciadoro è
spesso in mano a ragazzotti sballati. Sono segni di qualcosa che sta andando
male, che c’è una rotta da cambiare. Che forse, a questo punto, ci vuole più
responsabilità che tolleranza. Capendo, certo, che a 17 anni si ha il
diritto ad essere scemi ma che c’è un limite anche qui. Che c’è un senso
collettivo che è un valore supremo che va al di là delle appartenenze. Che se
tu vai a dipingere una statua di rosa, mi riferisco all’orso della rotonda del
ponte di S.Lorenzo, lo fai sì, ma poi ti becchi le tue rogne, perché quella
statua non è del sindaco Pacher, ma è di tutti. Poi è anche un’opera d’arte e
le opere d’arte hanno la loro sacralità. Bisogna stare attenti perché quando il
degrado prende la mano non lo si ferma più. Quand’ero ragazzo nei parchi c’era
il custode e allora il Comune di personale ne aveva meno della metà di adesso.
La macchina burocratica, la forma quindi, ha preso ormai da tempo il
sopravvento sulla sostanza e così ci sono più vigili urbani, più carabinieri,
più poliziotti, ma, alle otto di sera, in una zona della città dove passa un
sacco di gente rischi di dover difenderti da solo o inghiottire ingiurie e
minacce. E ti chiedi, tra le tante cose: ma è proprio impossibile mettere un
uomo in borghese per un paio di ore che tenga d’occhio una zona già tante volte
teatro di episodi anche gravi. E impossibile? L’ADIGE Lettere
Giovani incivili a rischio
alcolismo
Ho letto con molto interesse e attenzione l’editoriale di Bruno Zorzi in prima pagina dell’Adige di sabato «Basta pietismi». Nel condividere e sostenere completamente quanto esposto nell’articolo, mi permetto di sottolineare che: ben ritorni nelle scuole l’insegnamento del senso civico di educazione e comportamento, considerato che in tante famiglie il dialogo fra genitori e figli e scomparso quasi del tutto. Da ex alcolista voglio dire a tutti quei giovani con il bicchiere o la bottiglietta di birra in mano, fa molta tendenza, che si inizia così la dipendenza dalla droga-alcol. Che si informino quanto costa poi uscirne. Il danneggiare, il lordare o il rompere le cose di tutti deve essere punito, magari obbligando quei signori a svolgere come pena dei lavori sociali, affinché possano veramente capire cosa vuol dire stare male nella Società, alla quale prima di esigere tanto e sempre, bisogna dare. Franco Berlanda , Presidente Acat Vallagarina Bravo Zorzi, basta con gli
incivili
Nemmeno una virgola, e non parlo di forma ma di sostanza, ho trovato fuori posto nell’articolo di Bruno Zorzi pubblicato su l’Adige di ieri. Ha perfettamente ragione, la gente è stufa degli incivili che quotidianamente si ritrova a dover fronteggiare semplicemente passeggiando nella nostra splendida (ancora per quanto?) Trento. La gente comune e normale, cioè la stragrande maggioranza, non ne può più e non si sente protetta da quegli individui che offendono i passanti, disturbano con atti, minacce e parolacce, rompono tutto ciò che capita a tiro, fanno la pipì in piazza fregandosene di tutto e tutti e guai fare loro qualche osservazione altrimenti si rischia grosso. Basta, la gente non ne può più di quelli che vengono chiamati disobbedienti e che invece altro non sono che vandali mantenuti e fannulloni. Lo dicano apertamente i politici locali e nazionali da che parte stanno e come la pensano su questo argomento, e stiano attenti perché molta, moltissima è la gente pronta a votare per un partito o un politico, rosso, nero, blu o verde poco importa, che sia pronto ad impegnarsi seriamente con i fatti per la sicurezza della popolazione, e non solo contro i banditi professionisti ma soprattutto contro quella che impropriamente viene definita microcriminalità, contro quell’esercito di incivili (continuo a limitarmi nel chiamarli così) che non ha il minimo rispetto per il prossimo e per la cosa pubblica e privata. Anche la stampa deve fare la sua parte e bravo Bruno Zorzi che ha il coraggio di porsi la domanda «perché noi della stampa abbiamo tollerato... ». Renzo Apolloni - Trento Bulli e incivili, due begli
articoli
Ho letto con assoluto interesse l’articolo di ieri
sull’Adige «Genitori severi, meno bulli» che affronta un tema di stretta
attualità e che al contempo va anche alle radici di uno degli snodi
fondamentali della nostra società: quello dell’educazione dei giovani in
genere, ma anche del rispettivi genitori e dell’insieme della società civile.
L’accostamento poi dell’articolo in parola con quello sottostante di Bruno
Zorzi («Basta pietismi con gli incivili») ha incrementato se possibile
l’interesse, confrontando le dimensioni molteplici che il tema suscita e che la
stretta attualità evocata da Zorzi sottolinea ulteriormente, con la passione ed
il coinvolgimento personale del giornalista nel commentare l’accaduto. Mi
permetto, da semplice cittadino e da padre (adottivo) di due ragazzine di 12 e
13 anni (trentine) che assieme a mia moglie abbiamo avuto la fortuna di
accogliere giusto cinque anni orsono, di esprimere all’articolista Dino
Pedrotti i miei più sinceri complimenti per come ha saputo, in un solo e snello
articolo, racchiudere un messaggio che meriterebbe una diffusione ed una
meditazione davvero larga e pervasiva nella nostra (ricca) società, ad ogni
livello. Certo le cose scritte sono spesso sulla bocca di vari commentatori
(specie in occasione di eclatanti fatti di cronaca) ma mi pare che la sintesi
offerta sia da apprezzare particolarmente e che ci debba portare, ciascuno nel
proprio ambito, a promuoverne la conoscenza e la comprensione, soprattutto per
la ricaduta concreta ed immediata che essa deve secondo me avere, sia nella
realtà scolastica che in quelle delle altre agenzie educative (associazioni
sportive, educative e ricreative, parrocchie, ecc.) ed in tutti i luoghi dove
si decide, si consiglia, si offre sostegno a genitori e famiglie. CORRIERE ADRIATICO In piazza del Popolo un gazebo
dell’Apcat
“L’alcol è un pericolo”
PESARO - Scende in piazza l’Apcat, associazione provinciale club alcolisti in trattamento, con un gazebo che sarà dalle 10 alle 19 in piazza del Popolo a Pesaro, per informazioni e prevenzioni sul tema dell’alcol. Si parla troppo spesso di stragi del sabato sera - commenta Maria Marconi, coordinatrice del Cat di Pesaro -. L’alcol è la prima causa di morte tra i giovani dai 15 ai 29 anni. Miete 30.000 vittime l’anno: oltre a quella incontrata sulla strada (3.000 casi l’anno), è causa di cirrosi epatica (15.000) e carcinoma all’esofago (3.500). Essere alcolisti vuol dire essere dipendenti”. L’ARENA Prevenzione Bicchieri di troppo? Qui c’è
l’etilometro
Un sorso di grappa, e per un’esile fanciulla, a stomaco
abbastanza vuoto, l’etilometro segna 0,15; un bicchiere di vino e un giovane
più robusto soffiando sui tre fori del diabolico strumento arriva a 0,19. Pare
che con tre bicchieri il gioco sia fatto e la soglia massima di 0,50 raggiunta.
CORRIERE ADRIATICO Erano 250 i giovani andati a ballare a bordo di un pullman.
“Iniziative così sarebbero gradite più spesso” La pioggia non ferma il
divertimento
Un successo la serata senza rischi
dall’aperitivo all’alba, tantissime le ragazze
FANO - Braccialetto giallo al polso: un segno di
riconoscimento per i 250 giovani protagonisti del divertimento targato Notte
fanese. Battesimo con l’aperitivo al Bon Bon Art Cafè, per quella che nel corso
della serata di venerdì si è costituita come una vera e propria tribù che ha sposato
lo slogan Se bevo non guido. IL GAZZETTINO (Treviso) I DATI DELLA REGIONE Prima bevono, poi si drogano
(A. Fed.) «Drugs are not child’s play», le droghe non
sono un gioco da ragazzi: lo slogan della giornata mondiale di lotta agli
stupefacenti è stato usato da Antonio De Poli, assessore regionale alla
programmazione socio-sanitaria, per introdurre il volume sulle droghe nel
Veneto (redatto dal dottor Giovanni Serpelloni, Zermiani, Candio, Zusi,
Lorenzetto, Bongiorno). (*) Nota: lo slogan: “drugs are not child’s play”, le droghe non sono un gioco da ragazzi, è ambiguo. È come affermare implicitamente che per gli adulti sono accettabili. È solo uno slogan, ma una delle motivazioni all’uso delle droghe è il desiderio di sentirsi adulti. Se a ciò aggiungiamo che anche negli adulti l’uso di stupefacenti è piuttosto diffuso, come riportato dall’articolo stesso, qualsiasi discorso preventivo diventa inutile. IL GAZZETTINO (Rovigo) Duplice schianto sulla strada statale 16. Le vittime,
entrambe di Occhiobello, sono Lorenzo Malanchini ed Enrico Cusin Alba di sangue, muoiono due
giovani Gli incidenti a Canaro e Pontelagoscuro. Nel
secondo caso il conducente è stato trovato positivo all’alcoltest
Alba di sangue sulla strada statale 16. Due giovani di
Occhiobello morti in due diversi schianti, uno a Canaro e l’altro a
Pontelagoscuro (Ferrara), a una decina di chilometri di distanza. Circostanze
analoghe per i due incidenti, perché in entrambi i casi si è trattato di uscite
di strada con l’auto andata ad impattare contro gli alberi, nel caso di Canaro,
contro un palo della luce, nel secondo episodio. Si sono così spezzate le vite
di Lorenzo Malanchini, di 28 anni, e di Enrico Cusin, di 26. Roberta Benedetto Alberto Garbellini IL GAZZETTINO (Venezia) IL SINDACO GUARNIERI «Doveroso dedicare a Federico la
Festa di oggi imperniata sull’educazione stradale» CHIOGGIA - (M.Biol.) Anche il sindaco Fortunato Guarnieri
interviene con pacatezza sulla questione dell’investitorerimesso in libertà in
attesadelprocesso: "C’è una legge e questa legge è stata applicata. Di
certo possiamo discutere non sul giudice che non ha fatto altro che applicarla,
ma sulla validità di questa legge. Personalmente credo che sia abbastanza
inutile. Stare a casa dalle 20 alle 24 serve a ben poco dato che poi per il
resto del giorno e della notte la persona può fare qualsiasi cosa. Secondo me
le pene specie quando c’è di mezzo l’omissione di soccorso e l’ubriachezza,
andrebbero inasprite. Ad esempio togliere la possibilità di guidare l’auto per
diverso tempo potrebbe essere una soluzione ben più efficace e più utile alla
comunità. Prima però di esprimere qualsiasi pensiero negativo in merito è
meglio aspettare l’esito del processo. Quando una giuria sentenzierà senza
ombra di dubbio la colpevolezza del soggetto e stabilità la pena allora si
potrà discutere se ci sia stata o meno un ingiustizia". IL GAZZETTINO (Venezia) Chioggia
In città l’indignazione ... In città
l’indignazione della gente per la scarcerazione dell’investitore Simone Zanon
non accenna a placarsi. Il problema, però, non sta nella decisione del giudice
per le indagini preliminare, il quale non poteva tenere in carcere
l’investitore fino al giorno del processo. È la legge prima di tutto a vietare
al magistrato una simile eventualità. E dalla legge discende anche un secondo
problema, quello della eventuale condanna cui il giovane andrà incontro in caso
di processo. Il codice penale per l’omicidio colposo prevede una pena variabile
da uno a cinque anni, mentre l’omissione di soccorso è punita nel caso di
specie con la reclusione fino a due anni. Applicando la continuazione e il
patteggiamento, nel caso più sfavorevole all’imputato potrebbe accadere che
questi si potrebbe veder applicata una pena di tre anni o poco più. Una pena
che, essendo probabilmente il soggetto incensurato, difficilmente sconterebbe
in carcere. Anche questo è un problema della legge italiana, che punisce
l’omicidio colposo a detta di molti giuristi e politici, in modo troppo blando. IL GAZZETTINO (Venezia) CHIOGGIA Ieri pomeriggio in viale Mediterraneo un incidente analogo
a quello in cui ha perso la vita lunedì sera un altro giovane. A farne le spese
un ciclista di appena dieci anni Ancora un automobilista ubriaco:
bimbo grave all’ospedale
Non viene
esclusa neppure l’alta velocità. Il piccolo immediatamente ricoverato è stato
operato per le fratture riportate, ne avrà per qualche mese A cinque giorni di distanza la tragedia ha rischiato di
ripetersi. Anche in questa seconda occasione i protagonisti sono un
giovanissimo ragazzo in bicicletta e dall’altra parte ancora un automobilista
ubriaco. Fortunamente, in quest’occasione, il ragazzino investito, finito
all’ospedale, non corre pericolo di vità. L’incidente si è verificato alle 16.
Un’auto guidata da un uomo in stato di ebbrezza ha investito un bambino di 10
anni, mentre stava attraversando viale Mediterraneo in sella alla sua
bicicletta. Per fortuna, nonostante il fortissimo impatto, se la caverà, non
avendo riportato lesioni irreversibili agli organi vitali. Ricoverato d’urgenza
e sottoposto alla Tac, i medici lo hanno immediatamente avviato in sala
operatoria ove uno staff specialistico è intervenuto per ricomporgli alcune
brutte fratture. Ne avrà sicuramente per qualche mese. IL GAZZETTINO (Padova) Rischiato il disastro ferroviario
la scorsa notte sulla tratta per Castelfranco Veneto
Ubriaco abbandona l’auto in mezzo
ai binari
La vettura travolta e maciullata
da un treno merci: era senza assicurazione e di proprietà di un marocchino
sprovvisto di patente Santa Giustina in Colle
Ubriaco, nel pieno della notte
"parcheggia" la sua auto sui binari e si allontana a piedi, facendo
travolgere la vettura da un treno merci. L’incredibile episodio, che per
fortuna non ha avuto conseguenze più gravi, è accaduto la scorsa notte al
passaggio a livello di via Cao del Mondo, al confine tra Santa Giustina in
Colle e Camposampiero. IL GAZZETTINO (Treviso) Tentano di fermarlo e si scaglia
contro gli agenti della Polizia
Ubriaco in auto blocca la strada
(S.M.) Aveva un tasso alcolico vicino al coma etilico: 2.62 grammi/litro. E si vedeva anche: perchè lui, G.M., 29enne trevigiano, è stato estratto dall’auto dagli agenti della Volante, e si è avviato barcollando verso il vicino viale, senza nemmeno riuscire a camminare. Si era comunque messo alla guida della sua vettura, una Fiat Innocenti bianca, alle 2.10 di venerdì notte. Tentando, forse, di tornare a casa. Ma all’altezza di via Zanella non ce l’ha più fatta: si è fermato in mezzo alla strada, dopo aver urtato chissà cosa, dato che il paraurti anteriore della Fiat era ammaccato. Forse, hanno rilevato gli agenti, deve aver cozzato contro il bordo del marciapiede. Comunque, una volta vistosi nei guai, il giovane ha tentato di ribellarsi alla Polizia, bestemmiando ed insultando gli agenti. Che alla fine sono riusciti a portarlo in Questura e a sottoporlo all’etiltest che ne ha accertato lo stato più vicino al coma etilico che all’ebbrezza. Il giovane è stato quindi denunciato per guida sotto effetto di alcol, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le generalità. E naturalmente gli è stata ritirata la patente. IL TEMPO Contromano e a tutta velocità
Giovane inseguito e bloccato
È incappato in una Volante della Polizia un automobilista spericolato che, nelle prime ore di ieri, guidava contromano nelle vie del centro. Il giovane era a bordo della sua Renault Clio, e si trovava all’incrocio tra via de Gasperi e via Caravaggio, quando ha imboccato in senso vietato la rotatoria e ha superato la macchina della Polizia. Gli agenti, che avevano tutta l’intenzione di bloccare l’automobile, si sono accorti che proprio in quel momento arrivava dalla direzione opposta una Toyota Yaris, che rischiava di scontrarsi con la Renault: i poliziotti hanno quindi attivato i sistemi d’allarme della Volante, costringendo la conducente della Toyota a sterzare d’istinto, improvvisamente, evitando così l’impatto frontale con la Peugeot. Il giovane automobilista non si è fermato neanche dopo lo scontro, ma ha proseguito la sua corsa ed è stato bloccato poco dopo dalla Polizia. Oltre ad essere agitato era ubriaco, come accertato dalla Polizia Stradale, e dopo essere stato sanzionato, se l’è presa con gli agenti: D.A., queste le iniziali del suo nome, è stato quindi segnalato all’autorità giudiziari per ubriachezza e minacce a pubblico ufficiale. SESTOPOTERE LA NOTTE BRAVA DI UN BIELORUSSO ARMATO: PRESO
Calenzano (FI) - 1 aprile 2007 -I militari del Radiomobile
di Signa, nelle notte del 30 marzo hanno proceduto all’arresto di un camionista
bielorusso, A.D. 38enne, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Veniva
inoltre denunciato per guida in stato di ebbrezza e porto abusivo di armi
bianche. |