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Rassegna stampa Alcol e guida del 5 aprile 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

IL SOLE 24ORE
5 aprile 2007

Al via il primo «Piano nazionale alcol»


Con l’approvazione definitiva della Conferenza Stato Regioni, è diventato operativo il «Piano nazionale alcol e salute», voluto dal Ministro della Salute Livia Turco con l’obiettivo di coordinare tutte le attività di prevenzione e presa in carico dei problemi correlati all’abuso di alcol tra la popolazione.
Il Piano ha valenza triennale (2007-2009) e si prefigge 10 obiettivi da raggiungere attraverso azioni strategiche in collaborazione con le Regioni e con il coinvolgimento di varie strutture e soggetti del sistema sanitario nazionale: dipartimenti delle dipendenze, servizi alcologici regionali, dipartimenti salute mentale, medici di famiglia, associazioni di mutuo soccorso e volontariato, asl e ospedali.
Ma un ruolo particolare assumeranno anche le collaborazioni con il mondo della scuola e dello sport, i sindacati, i centri ricreativi per gli anziani, le Forze dell’Ordine e le imprese del settore.

Ecco i 10 obiettivi del triennio:

- Aumentare la consapevolezza del rischio connesso con il consumo delle bevande alcoliche nella popolazione generale e in alcune fasce di popolazione particolarmente esposte (anziani, giovani, donne), nonché il sostegno a favore delle politiche di salute pubblica finalizzate alla prevenzione del danno alcolcorrelato.

- Ridurre i consumi a rischio (e in particolare quelli eccedentari e al di fuori dei pasti) nella popolazione e in particolare nei giovani, nelle donne e nelle persone anziane.

- Ridurre la percentuale dei giovani minori di 18 anni che assumono bevande alcoliche, nonché l’età del primo contatto con le stesse.

- Ridurre il rischio di problemi alcolcorrelati che può verificarsi in una varietà di contesti quali la famiglia, il luogo di lavoro, la comunità o i locali dove si beve.

- Ridurre la diffusione e la gravità di danni alcolcorrelati quali gli incidenti e gli episodi di violenza, gli abusi sui minori, la trascuratezza familiare e gli stati di crisi della famiglia.

- Mettere a disposizione accessibili ed efficaci trattamenti per i soggetti con consumi a rischio o dannosi e per gli alcoldipendenti.

- Provvedere ad assicurare una migliore protezione dalle pressioni al bere per i bambini, i giovani e coloro che scelgono di astenersi dall’alcol.

- Aumentare la diffusione dei metodi e strumenti per l’identificazione precoce della popolazione a rischio.

- Aumentare la percentuale di consumatori problematici avviati, secondo modalità adeguate alla gravità dei problemi, al controllo dei propri comportamenti di abuso, con particolare riferimento ai giovani.

- Garantire l’adeguamento dei servizi secondo le previsioni della legge 125/2001 e aumentare la qualità e la specificità dei trattamenti nei servizi specialistici per la dipendenza da alcol.

Gli interventi sono articolati in 8 aree strategiche:

- Informazione /educazione.

- Bere e guida.

- Ambienti e luoghi di lavoro.

- Trattamento del consumo alcolico dannoso e dell’alcoldipendenza.

- Responsabilità del mondo della produzione e distribuzione.

- Capacità sociale di fronteggiare il rischio derivante dall’uso dell’alcol.

- Potenzialità delle organizzazioni di volontariato e mutuo aiuto e delle organizzazioni non governative.

- Monitoraggio del danno alcolcorrelato e delle relative politiche di contrasto.

Per ognuna delle 8 aree si procederà per specifici target avviando alleanze con i diversi attori pubblici e privati comunque coinvolti nelle attività correlate (scuola, imprese, esercizi commerciali, ecc.).
Per finanziare il Piano è previsto uno stanziamento di 1,5 milioni di euro l’anno per tre anni che va ad aggiungersi ai finanziamenti previsti dal programma del Ministero della Salute “Guadagnare Salute” per la promozione di stili di vita salutari, approvato recentemente dal Governo e dalla Conferenza Unificata.
Per il dettaglio degli interventi si rimanda al testo integrale del “Piano nazionale alcol e salute” (allegato al presente comunicato stampa) che contiene anche un quadro statistico dei consumi alcolici in Italia e negli altri Paesi. (*)

(*) Nota: potete trovare il testo integrale del “Piano nazionale alcol e salute” al sito: http://www.governo.it/governoinforma/documenti_ministeri/salute/alcool_piano.pdf,


IL TRENTINO

«Alcolici vietati ai minori di 18 anni»

Andreolli e Mellarini: stop alla vendita nei bar e nei supermercati Gli assessori stanno studiando la nuova legge: sarebbe una norma unica in Italia

NICOLA BALDO

TRENTO. Linea dura contro l’abuso di alcol. Gli assessori provinciali Remo Andreolli e Tiziano Mellarini stanno studiando una legge per vietare il commercio di alcolici ai minori di 18 anni nei locali pubblici e nei supermercati. Una norma che alzerebbe quindi di due anni il limite già imposto dal codice penale: si tratterebbe di un’iniziativa unica in Italia. L’annuncio è stato dato da Andreolli durante la presentazione delle iniziative programmate per aprile, il mese dedicato alla prevenzione alcologica.
«Con Andreolli ne abbiamo parlato una decina di giorni fa - ha spiegato ieri Tiziano Mellarini - e abbiamo incaricato i nostri collaboratori di studiare una legge efficace contro l’abuso di alcolici tra i più giovani». I tempi sono da definire: «E’ evidente - ha proseguito l’assessore - che l’iniziativa verrà concertata con i rappresentanti delle categorie interessate al divieto».
Oggi in Italia la somministrazione di alcolici è vitata ai minori di 16 anni e la regolamentazione è affidata all’articolo 689 del codice penale. La violazione costituisce quindi un reato, punibile con un anno di reclusione e la sospensione della licenza. L’iniziativa targata Andreolli-Mellarini non ha precedenti in Italia.
L’annuncio è stato fatto ieri, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle iniziative legate al mese di prevenzione contro l’abuso di alcol voluto dall’Organizzazione mondiale della sanità. Coinvolte nel progetto la Trentino Volley e le Casse Rurali. La parola d’ordine sarà «latte e yogurt» al posto dell’alcol.
«Gli stili di vita - ha spiegato presentando l’iniziativa il diretto generale Carlo Favaretti - influenzano la vita stessa, per questo è importante lanciare questi messaggi contro l’abuso di alcool direttamente nella comunità. Per questo l’aiuto di testimonial quali le Casse Rurali e la Trentino Volley è importante». Per tutto aprile sarà diffuso capillarmente il messaggio che «meno è meglio», per cercare di spingere ad un morigerato consumo di alcolici soprattutto i giovani.
Per arrivare direttamente ad un grande pubblico giovanile l’Azienda sanitaria sfrutterà il match di pallavolo di mercoledì prossimo fra l’Itas e Montichiari. Oltre a fornire il materiale informativo su questa campagna, infatti, saranno distribuiti latte della Centrale di Trento e yogurt, per convincere soprattutto i più giovani che ci si può divertire anche senza bevande alcoliche.
«Dobbiamo far passare il messaggio - ha spiegato Iris Mosna di Trentino Volley - che bevendo fanno del male a sé stessi ed agli altri, si tratta di far passare un messaggio culturale. Lo sport serve anche a trasmettere valori e stili di vita». «Bere solo nei weekend è la cosa peggiore - aggiunge Dore Della Lunga, schiacciatore dell’Itas e coi suoi 23 anni testimonial della campagna -. L’alcol non è una causa ma la conseguenza, se si aspetta il weekend per sfogarsi e bere tanto, allora ci sono altri problemi alla radice da affrontare».


IL GAZZETTINO

COSÌ IN VENETO 

In aumento gli alcolici e le droghe stimolanti

Venezia

L’80 per cento dei giovani veneti fa uso di vino e birra, il 67,7 di superalcolici, il 64,8 di tabacco, il 25,5 di cannabis, il 4,2 di cocaina, il 2,8 di ecstasy, il 2,1 di Lsd, l’1,7 di anfetamnine, l’1,5 di steroidi, l’1,4 di eroina. Sono i dati dell’indagine condotta nel 2006 dall’Osservatorio regionale sulle dipendenze su un campione di 4.917 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 24 anni. «Si tratta del campione più alto negli ultimi trent’anni composto da un mixing di giovani contattati in centri commerciali e piscine proprio per non intervistare solo studenti - spiega il direttore dell’Osservatorio, dott. Giovanni Serpelloni - Un’indagine che è più aggiornata di quella condotta dal Cnr nel 2005 su un campione di 2.500 ragazzi».
«Non conosco direttamente i dati nè la metodologia di campionamento del Sert di Padova - premette il dott. Serpelloni - Ma il dato sei su dieci consumatori di cocaina in una stessa classe è sicuramente un dato esagerato e non è rappresentativo dell’universo epidemiologico: anche se riferito a un gruppo sarebbe un record nazionale». «Bisogna stare attenti a non far passare sempre gli studenti per i drogati di turno - ammonisce il direttore dell’Osservatorio regionale - I dati da noi rilevati affermano che la maggioranza dei ragazzi veneti non si droga, che la moda in Veneto non è quella di drogarsi. E vorrei che chi usa le droghe si sentisse una minoranza: questo è un messaggio fondamentale per disincentivarne l’uso».

L’indagine ha evidenziato alcune caratteristiche salienti del fenomeno droga in Veneto. «La prima - spiega il dott. Serpelloni - è che c’è un aumento dell’uso di droghe stimolanti, nell’ordine cannabis modificata, cocaina, anfetamine ed ecstasy. Secondo, non c’è un calo dell’uso dell’eroina, ma c’è comunque (in difformità a quanto avviene a livello nazionale) un trend in aumento come numero di consumatori e in percentuale relativa; è variata solo la modalità di assunzione con molti più eroinomani diventati dipendenti per averla fumata e sniffata mentre si è abbandonato l’uso della siringa. Terzo, c’è un aumento nei teenager collegato a un aumento del consumo di alcol: oltre il 70 per cento dei ragazzi che hanno una media di 16 anni usa quotidianamente alcol e l’uso di alcol associato a droghe è una cosa dannosissima perchè nel 68 per cento dei casi si tratta di alcol più cocaina che crea cocaetilene nell’organismo, un composto molto tossico per fegato e neuroni cerebrali, mentre il cocktail alcol-droga provoca un allungamento dell’effetto della cocaina».
«Un altro punto rilevato dall’indagine -aggiunge il direttore dell’Osservatorio - è l’interessamento del sesso femminile: molto, molto di più per l’alcol e anche per le droghe, soprattutto cocaina». Sul perchè il dott. Serpelloni precisa che lui deve parlare «in termini numerici e scientifici» e si lascia andare a semplici ipotesi: l’alcol rappresenta la porta di entrata per tutte le altre sostanze perchè quando si accetta il principio dello sballo, la frittata è fatta; i modelli educativi in passato erano più conservativi mentre oggi si paga lo scotto dello sviluppo della società». «Il trend positivo in Veneto da molti anni - sottolinea ancora il dott. Serpelloni - è in controtendenza con quanto avviene negli Stati Uniti dove dati del febbraio scorso dicono che nei teenager americani l’uso di sostanze stupefacenti dal 2001 al 2006 è passato dal 19.8 al 14.5, un 5 per cento in meno tendenziale. Questo significa che certe politiche che hanno fatto e che vorremmo fare in Italia hanno avuto effetto: attività di informazione chiara (le droghe fanno male, tutte e quindi non si devono toccare); i genitori devono attentamente osservare, non sorvegliare, i loro ragazzi, e intervenire; promozione di una politica del drug-test intelligente, con come arma da poliziotti; leggi severe e pene certe».
Al proposito il dott. Serpelloni racconta il caso di uno studente veneto in gita scolastica a Miami. «È andato a comprare una bustina di marijuana da uno spacciatore - riferisce - e dopo tre minuti era in manette: ha fatto tre giorni di galera e il giudice ha accettato di liberarlo perchè avevano visto che era un "pollo" in quanto aveva pagato la bustina cinque volte il prezzo di mercato e poi con la garanzia, per poter tornare un domani negli Usa, di frequentare per sei mesi i nostri servizi in Italia con colloqui con psicologi e assistenti, analisi di sangue e urine e certificato della polizia che si è comportato bene». Una bella lezione.
«E poi spiegano che le tossicodipendenze non sono più visibili come una volta - aggiunge - dal primo uso di eroina al primo contatto con una struttura passano 6-8 anni, per la cocaina anche 9-10 anni quando ci vorrebbero diagnosi precoci, il che significa un mese dall’inizio dell’uso». Importante è l’esempio degli adulti. «Se si dice la droga non è un problema - afferma il direttore dell’Osservatorio - i ragazzini la trasformano in una virtù». Quindi diventano centrali le informazioni e gli esempi che si offrono. E qui il dott. Serpelloni muove un appunto alla Regione. «Per tre-quattro anni abbiamo fatto campagne informative mirate ai giovani sui danni delle droghe con il progetto "Up and go" - denuncia - Da due anni non lo facciamo più con 250mila euro l’anno che restano inutilizzati mentre Comuni e scuole ci chiedono il materiale».

Giuseppe Tedesco


IL GIORNALE DI VICENZA

Il blitz. La polizia allo “Smallville” di via Zamenhof dopo una serie di segnalazioni dei genitori

Minorenni ubriachi in discoteca

Il titolare è stato denunciato Ora rischia una sospensione Il controllo con l’etilometro dentro il locale In pista anche ragazzi con meno di 15 anni

di Diego Neri

Minorenni ubriachi, ragazzini sotto i 15 anni scatenati in pista. È questo il panorama che la polizia si è trovata davanti nel corso di un blitz - il primo compiuto con queste modalità in Veneto - organizzato in una discoteca dopo aver ricevuto varie segnalazioni anche da parte di genitori spaventati. E il quadro che emerge è effettivamente preoccupante. Al momento, il titolare dello “Smallville” di via Zamenhof in città, Mario Cuomo, 39 anni, di Camisano, è stato denunciato e rischia, oltre ad una multa, anche la sospensione della licenza.
Le segnalazioni. Domenica 18 febbraio, verso le 20, una volante della questura aveva assistito ad una scena pietosa: due ragazzine di 14 anni erano alla fermata dell’autobus vicino al centro commerciale Palladio. Erano ubriache fradice: una era sdraiata per terra, semi svenuta, l’altra stava facendo la pipì in strada. Erano appena uscite dallo “Smallville”, una discoteca che va molto fra i giovani vicentini, tanto che vengono organizzati dei pullman dalla provincia ogni domenica pomeriggio per raccogliere i clienti. La settimana dopo, una mamma si è presentata in questura segnalando il fatto che era andata a prendere il figlio di 14 anni all’uscita dal locale, e l’aveva trovato ubriaco.
Il blitz. Per questo il questore Dario Rotondi aveva organizzato un blitz che è stato predisposto da vari reparti. La squadra mobile, col commissario Michele Marchese, la polizia amministrativa e la stradale domenica si sono presentati in via Zamenhof per un controllo in grande stile. Gli agenti sono entrati in discoteca con l’etilometro ed hanno contato 350 persone che ballavano. Fra i presenti, i poliziotti hanno contato 15 ragazzi con meno di 15 anni, che è l’età minima per entrare in discoteca; per questo a Cuomo è stata contestata la violazione (amministrativa) dell’articolo 17 del Tulps. Non solo: con l’alcoltest sono stati individuati 9 adolescenti totalmente ebbri, fra cui 4 ragazzine. Due di loro avevano meno di 14 anni. Sono stati accompagnati all’esterno e quindi in questura una volta conclusa la verifica che di fatto ha bloccato a lungo i balli pomeridiani. Negli uffici i ragazzini hanno spiegato di aver bevuto birra, sambuca e un cocktail, l’“angelo blu”, con vodka, cointreau e curacao. Una bevanda molto alcolica. Sono stati poi avvisati i genitori e i minorenni sono tornati a casa mesti.
Le sanzioni. Cuomo è stato denunciato per aver permesso che si vendessero alcolici a ragazzi sotto i 16 anni: una possibilità vietata dalla legge, che è molto severa e che molti parlamentari vorrebbero inasprire (è il dibattito sulle iniziative da prendere contro le stragi del sabato sera) per fare in modo che chi frequenta i locali non beva. Inoltre, la questura ha inviato la documentazione al sindaco: sarà il Comune infatti a valutare i provvedimenti da prendere nei confronti dello “Smallville”, che rischia la sospensione della licenza per qualche settimana, e come extrema ratio anche il ritiro.
L’aspetto che più ha inquietato i poliziotti è stato vedere quanto bevano quei ragazzini per divertirsi. Una forma di sballo di massa - interrotta solo dall’arrivo degli agenti - che deve far riflettere.


IL GAZZETTINO

Treviso

«Discutete la legge sugli alcolici» 

L’Associazione Manuela: «Occuperemo la sede del Gazzettino se la Regione non fisserà il dibattito»

(A. Fed.) La redazione di Treviso de Il Gazzettino verrà occupata simbolicamente e pacificamente da domani pomeriggio alle 17, ad oltranza. Rispettando gli orari di chiusura del giornale (da mezzanotte alle 10), Andrea Dan e Salvatore Nappo rimarranno nei nostri uffici in attesa che il presidente dell’aula del Consiglio della Regione Veneto Marino Finozzi comunichi la data in cui verrà discussa in aula la proposta di legge 117 del gennaio 2007. Si tratta della spinosa questione della vendita di alcool legata alle morti sulla strada e, in generale, alla sicurezza per la quale si sta battendo da anni l’Associazione Manuele per la sicurezza stradale, di cui i due sono responsabili, che è principalmente composta da parenti di vittime della strada.
L’ufficio di Finozzi ha chiesto a Dan una richiesta scritta, e Dan ha risposto che ogni giorno in cui il consiglio ritarderà la risposta - anche per motivi di odiosa burocrazia - ci sarà un morto in più sulle strade della Marca, dove già se ne registrano oltre 500 l’anno.
«Per far approvare la legge a Roma sull’inasprimento delle pene legate alla guida, tra 2005 e 2006, non ho scritto nulla a nessuno - dice Andrea Dan - una politica con la coscienza non può aspettare la burocrazia. La prima commissione ha esaurito il suo compito: ora l’Associazione Manuela per la sicurezza stradale chiede solo che venga fissata la data della discussione in aula; non ci interessa che ne discutano tra loro i capigruppo, ci interessa l’aula. Ogni giorno qualcuno va a comunicare a qualche famiglia che un suo caro è morto in un incidente stradale, magari di notte e magari mentre guidava qualcuno in stato di ebbrezza. Come possiamo giustificare o accettare la burocrazia? Aspetteremo nella redazione del Gazzettino; domani, sabato e lunedì di pasquetta... Speriamo di poter aspettare leggendo il giornale senza continue notizie di morti sulla strada».

IL GAZZETTINO (Padova)

L’INTERVENTO

I giovani di Padova amano ritrovarsi nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato nelle piazze cittadine per socializzare e trascorrere insieme le ore dell’aperitivo serale e del dopocena. Sono studenti delle superiori, universitari padovani e fuori sede, giovani lavoratori, professionisti E sono tanti Purtroppo alcuni piccoli gruppi non conoscono alcune elementari norme del vivere in una comunità L’attuale Amministrazione Comunale si è data da fare in questi anni ed 1) ha istituito la Consulta delle Piazze, ascoltando le richieste di residenti e commercianti, creando uno strumento di partecipazione 2) ha promosso una campagna contro l’abuso dell’alcol e il consumo precoce nei giovani 3) ha avviato un percorso di sensibilizzazione dei baristi in merito al grado alcolico delle bevande, dello spritz in particolare e alla somministrazione di alcolici ai minori 4) ha collaborato efficacemente con le autorità di pubblica sicurezza per contrastare fenomeni di spaccio e delinquenza 5) ha avviato durante la scorsa estate l’esperimento della delocalizzazione al Portello.
Noi proponiamo di ripetere l’esperimento dello scorso anno in una zona diversa rispetto alla precedente e con delle modalità diverse. Lungo il Piovego nell’area che va dal ponte Balbino del Nunzio (all’altezza di via Bassi) fino all’incrocio del lungargine con via Gozzi. È a disposizione una piccola golena inutilizzata. Tale zona confina con un’area direzionale (banche-uffici) e dall’altra parte del Piovego con l’area degli istituti di via Loredan e con la scuola Selvatico. Eventuali rumori dovuti ad una presenza massiccia di giovani non dovrebbero disturbare quindi in orario serale. La zona è ottimamente servita dal punto di vista dei parcheggi da quelli presenti in via Bassi, via Scrovegni ed eventualmente dal park di via Trieste che potrebbe rimanere aperto a servizio degli utenti.
L’Amministrazione Comunale potrebbe utilizzare il meccanismo del bando che gli consentirebbe di destinare gli spazi disponibili per i bar alla migliore offerta dal punto di vista delle esigenze della città. Potrebbero essere valutate infatti le migliori offerte in merito a: servizi di pulizia, sicurezza, limiti ad emissioni sonore, gradazione alcolica delle bevande, illuminazione, servizi igienici, eventi culturali affiancati all’offerta commerciale dei bar. Il comitato di valutazione del bando potrebbe essere composto da funzionari dell’amministrazioni e associazioni di categoria. Vantaggio: non ci sono corsie preferenziali per alcuni gruppi di baristi, i posti sono a disposizione di tutti i bar del centro storico che insistono nella zona Piazze e soprattutto il meccanismo del bando garantisce di selezionare gli esercenti che garantiscono il miglior servizio alla città e ai propri utenti.

Gruppo provinciale Giovani della Margherita


IL GAZZETTINO (Padova)

Il sindaco ha firmato un’ordinanza nella quale vieta che si possa vendere alcol nei locali, gestiti da stranieri, dove si telefona a tariffa ridotta (*)

Niente bevande alcoliche dentro i phone center 

Almeno un centinaio gli esercizi, soprattutto in zona stazione. Il provvedimento dopo le molte lamentele per gli schiamazzi

Il Comune ha deciso la mano dura contro i phone center. L’assessore alla Polizia Municipale, Carrai, ieri ha informato che il sindaco ha firmato l’ordinanza che impedisce la vendita all’interno di questi locali di qualsiasi bevanda alcolica. È l’ultimo provvedimento in ordine di tempo di una battaglia che sta andando in scena da mesi. A febbraio c’era già un elenco di venti esercizi commerciali costretti ad abbassare la serranda per non aver emesso lo scontrino fiscale. Fra questi phone center, bar e alcune pizzerie. I provvedimenti furono notificati dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate. I controlli sono proseguiti dagli stessi ispettori dell’Agenzia delle Entrate e dai militari della Guardia di Finanza. E proprio qualche giorno fa si è saputo che nell’elenco di altri 40 esercizi ai quali la Gdf potrebbe far chiudere la serranda per non aver emesso lo scontrino ci sono alcuni phone center gestiti da pakistani.

Ma quanti sono i phone-center in città? Quei posti dove gli extracomunitari e gli stranieri in genere possono telefonare a tariffa ridotta in ogni parte del mondo? Nessuno è mai riuscito a contarli. C’è chi dice siano addirittura un centinaio. Ma quello che succede fuori e intorno ai phone-center assume spesso il carattere di disturbo della quiete pubblica. Molti sono gli esposti arrivati al Comune da parte di residenti infastiditi dagli schiamazzi di persone ubriache o che girano con grandi bottiglioni di birra in mano. Ora il Comune ha deciso un giro di vite.Questa problematica era stata sollevata dal senatore Maurizio Saia all’inizio di febbraio. «Nel raggio di circa 300 metri, compresi tra la stazione ferroviaria, via Trieste e le quattro strade che la attraversano: Tommaseo, Foscolo, Mameli e piazzetta De Gasperi dal lato opposto, ci sono 17 phone-center gestiti da stranieri; uno di questi durante i week-end, viene usato addirittura per funzioni religiose; in appena 3 di questi figurerebbero, almeno in parte, i requisiti richiesti dalla normativa per funzionare, cioè un servizio igienico, una cabina per portatori di handicap, una sala d’attesa, l’obbligo di sottoporsi a un orario definito tra le 7 e le 22 e alla chiusura domenicale. Invece ci sono merci avulse da ogni controllo vendute promiscuamente tra gli scaffali di un sito per telefonare, birre acquistate e consumate in loco, marciapiedi e angoli adibiti a sopperire ai bisogni fisiologici degli avventori». «Abbiamo regolamentato l’attività dei phone-center nel 2005 - dichiara l’assessore Carrai - prima di tutto gli orari sono stati uniformati: feriali 7-23.30 e festivi 8-22. E ora c’è la nuova ordinanza».

M.G.

(*) Nota: nel nostro Paese gli alcolici hanno una diffusione capillare come nessun altro bene di consumo. (Una rivendita ogni circa 200 abitanti). Siamo da sempre favorevoli alla riduzione delle licenze i vendita degli alcolici, ma da un po’ fastidio che si consideri l’alcol venduto da stranieri come più sconveniente di quello degli altri esercizi. L’alcol che fa male è sempre quello bevuto e venduto dagli altri.


L’ARENA

«Le carcasse d’auto in piazza? Colpiscono soltanto coloro che già sono prudenti»

Luciano Passaia, 35 anni, commerciante, legge L’Arena all’osteria Le Piere del quartiere Carega.

(…)

Si parla ancora della prevenzione degli incidenti stradali che coinvolgono soprattutto giovani: ha visto le auto distrutte in piazza Bra e a porta Nuova?

«Sì, ma credo che servano a ben poco, fanno effetto a chi in realtà farebbe attenzione lo stesso e non arrivano ai veri destinatari. Ho alcuni amici che da incidenti stradali hanno riportato gravi conseguenze, uno è in sedia a rotelle, ma non mi pare che il loro esempio tra chi li conosce abbia portato a cambiare abitudini quanto ad alcol e guida». (a.g.)


IL MATTINO

Scontri con ultrà inglesi Diciotto feriti, uno è grave

Roma. Incidenti prima di Roma-Manchester, tafferugli all’interno dell’Olimpico anche durante la partita, subito dopo il primo gol della squadra di Spalletti, e nell’intervallo tra primo e secondo tempo. Il bilancio finale: diciotto ultrà feriti, quasi tutti inglesi, di cui uno grave ricoverato all’ospedale San Giacomo. É stato accoltellato al collo mentre si trovava nei pressi di ponte Duca d’Aosta, la zona del lungo Tevere situatata a poca distanza dallo stadio. Prima del match, accerchiata da un gruppo di teppisti romani un’auto dei vigili urbani che avevano fermato un bagarino, in ottemperanza alle nuove norme per la sicurezza negli stati. Altre auto sono state colpite da teppisti con sassi e bastoni. Immediato l’intervento della polizia in soccorso dei vigili. Determinante l’effetto-alcol negli incidenti. Nonostante il divieto di vendere birra e altre bevande nei pressi dell’Olimpico, e di portare alcolici all’interno dell’impianto, numerosi i supporter al seguito del Manchester che hanno atteso il match bevendo fiumi di birra. A piccoli gruppi si sono riversati nei pub e nei bar del centro della capitale svuotando migliaia di lattine. Proprio il massiccio consumo di bevande sembra sia stata la causa scatenante dei tafferugli avvenuti nelle zone limitrofe all’Olimpico - piazzale Maresciallo Diaz, ponte Duca d’Aosta - e, subito dopo, ai cancelli dello stadio, un’ora circa prima della partita. Trecento tifosi inglesi, visibilmente ubriachi, sono venuti in contatto con ultrà romanisti. Gli agenti antisommossa sono intervenuti, ma non hanno potuto evitare alcuni scontri. Altri incidenti, di entità minore, anche durante la partita. Subito dopo il primo gol giallorosso, dalla curva romanista sono partiti oggetti contro i tifosi del Manchester (circa settemila) dislocati in una fetta di stadio, che hanno tentato la replica. È intervenuta la polizia: gli agenti sono stati costretti a cariche contro gli ultrà inglesi più scalmanati, tre sono stati ammanettati e portati via. Alla fine della partita i primi ad uscire dallo stadio sono stati i tifosi romanisti. Quelli inglesi sono rimasti oltre trenta minuti all’interno dell’Olimpico, poi progressivamente hanno lasciato lo stadio a bordo di pullman scortati dalla polizia e diretti verso l’aeroporto. 


 

ASCA

CALCIO: 11 INGLESI RICOVERATI DOPO ROMA-MANCHESTER. UEFA APRE INCHIESTA

Roma, 5 apr - Undici tifosi inglesi sono stati ricoverati in un ospedale della capitale per gli scontri prima e dopo la partita di Champions League, Roma-Manchester. Un supporter inglese inoltre e’ stato accoltellato al collo in modo grave. L’Uefa ha fatto sapere che ha gia’ aperto un’inchiesta. ’’Una possibile decisione da parte della commissione disciplinare della Uefa potrebbe arrivare dopo la pausa di Pasqua - afferma un funzionario Uefa - ma dobbiamo aspettare il resoconto ufficiale dei fatti da parte delle forze dell’ordine italiane’’. L’ambasciata inglese, ha detto all’Afp di essere a conoscenza di 11 cittadini inglesi ricoverati negli ospedali della Capitale, ’’per varie ferite, ma nessuno e’ in pericolo di vita’’, rassicura il portavoce, che aggiunge: ’’due di loro dovranno rimanere sotto osservazione un’altra notte, ed uno potrebbe essere ricoverato’’.
I tifosi di Roma e Manchester si sono scontrati fuori dello stadio Olimpico già prima della partita. Alcune riprese televisive mostravano un supporter inglese con la testa completamente insanguinata mentre veniva trascinato via dalle cariche della polizia da parte di altri tifosi.
Nonostante il divieto di vendere alcolici dalle 12.00 di mercoledì alle 3.00 del giorno dopo disposto dal Prefetto di Roma Achille Serra, il quotidiano romano ’’Il Messaggero’’ ha denunciato che ’’birra ed altri alcolici potevano essere tranquillamente acquistati persino nei pressi dello stadio’’.

Nei giorni scorsi, il Manchester United aveva avvertito (dal sito internet del club inglese) i suoi tifosi in trasferta di stare attenti ad alcune zone della citta’, provocando l’indignazione non solo del club giallorosso, ma anche da parte del Campidoglio. ’’La Gazzetta dello Sport’’ oggi ha commentato l’accaduto dicendo: ’’nonostante l’indignazione di sindaco e tifosi, le paure degli inglesi si sono rivelate fondate’’.


 

IL TEMPO

Inefficace l’ordinanza del prefetto per impedire la vendita di vini e liquori

Birra nelle buste, divieto raggirato. Nei bar vicino al Foro Italico alcolici nascosti in sacchetti prima della gara

DAMIANA VERUCCI

FACILE come bere un bicchiere d’acqua. Anzi, in questo caso è più corretto dire di birra. Ore 12 di ieri. Scatta l’ordinanza del prefetto che vieta la vendita di alcolici da asporto, per la prima volta, in tutto il territorio della Capitale, in occasione della attesissima partita Roma-Manchester. Gli esercizi pubblici sono avvertiti: gli alcolici non possono essere acquistati e portati fuori, ma consumati solo all’interno, per evidenti ragioni di sicurezza legati a una partita diventata «a rischio» a causa delle polemiche che hanno accompagnato la vigilia. Ma nei pressi dello stadio, in quella che dovrebbe essere considerata la zona più «calda», alcuni dei bar, pizzerie, alimentari, chioschi sembrano non tenere assolutamente conto del divieto. Su dieci esercizi pubblici visitati a partire dalle 12,30, quattro hanno venduto una o più lattine di birra senza troppi problemi, tre hanno usato degli accorgimenti, uno ha prima tentennato e poi insistendo un po’ ha ceduto, gli ultimi due hanno rifiutato. Nessuno di questi ha pensato di apporre una scritta per ricordare che era vietata la vendita di bevande alcoliche dalle 12 alle 3 di notte. Sei degli esercizi pubblici avevano lattine e bottigliette di birra esposte nel frigorifero vicino alle altre comuni bevande. Stiamo parlando della zona intorno allo stadio Olimpico, di piazzale di Ponte Milvio e strade limitrofe, di locali più o meno in vista. E stiamo parlando anche della zona dove c’erano diverse pattuglie di vigili urbani a controllare l’area fin dalla tarda mattinata. Non è stato dunque affatto difficile fare scorta di birre. Bastava entrare, chiedere magari un panino insieme alla birra, dire di mettere tutto in una busta e imboccare l’uscita. In un bar nei pressi del Coni, che è poi l’unico in cui il gestore ha mostrato un minimo di reticenza, di fronte alla richiesta di una birra, la risposta è stata: «Gliela posso dare in lattina», come se poi quella fosse la differenza. Insistendo un po’ la soluzione è stata di metterla in un sacchetto insieme a un panino evitando però, forse solo per sbadataggine, di fare lo scontrino. In un altro caso, questa volta trattasi di un alimentari, prese due birre in lattina insieme a un’altra di acqua minerale, la signora alla cassa ha precisato ammiccando: «Queste due le nascondiamo in un sacchetto». E l’escamotage è servito. In un’altra pizzeria neanche un minimo di scrupolo: un pezzo di pizza al taglio, due birre in bottiglietta, poco meno di 5 euro il totale da scontrino, e arrivederci. Dietro di noi, a tre ragazzi appena maggiorenni quella stessa pizzeria ha servito altri pezzi di pizza e altre lattine di birra.


IL GIORNALE

Rugbisti inglesi nudi e ubriachi fermati a Trento

Trento - Nudi alla meta. Una squadra di rugbisti inglesi è stata placcata da polizia e carabinieri appena uscita dalle acque della fontana del Nettuno, nel centro storico di Trento. Protagonisti i componenti di una squadra giovanile inglese di rugby, in Trentino per una partita amichevole. La scorsa notte, completamente nudi e ubriachi fradici, prima hanno percorso le vie del centro gridando e rovesciando fioriere e tavolini da bar, poi si sono tuffati in una fontana per un bagno fuori stagione e alla fine sono stati placcati da poliziotti e carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento. Verso le 4 gli abitanti del centro storico di Trento si sono svegliati a causa di schiamazzi e grida: per le strade un plotone di otto giovani, visibilmente alterati dall’alcol, stava lasciandosi andare ad atti di vandalismo rovesciando tutto quello che trovava a portata di mano. Il tempo di avvertire il 113, e i rugbisti nudi si sono spostati in piazza Duomo dove si sono tuffati nella fontana del Nettuno. Alla vista dei poliziotti, gli atleti hanno evitato il placcaggio e si sono dispersi per le vie del centro. A questo punto sono intervenuti anche i carabinieri che, assieme agli agenti delle volanti, hanno cominciato una corsa per bloccare i fuggitivi. Alla fine due sono stati acciuffati dalla polizia, e altri due dai militari del radiomobile. Riportati nel loro albergo dove erano alloggiati e fatti rivestire, i quattro sono stati portati in questura dove sono stati denunciati per atti osceni in luogo pubblico e danneggiamenti.


IL GIORNALE DI VICENZA

Riccardo Allegretti nel 2004 fu fermato dalla polstrada di Vicenza dopo la festa di Alena Seredova a Isola Vicentina

Il capitano della Triestina era al volante ubriaco

L’ex calciatore del Chievo guidava con quasi 5 volte il tasso alcolico consentito (2,3 contro 0,5)

Il dribbling non gli era riuscito e l’allungo in autostrada si era rivelato un autogol. Era reduce dalla presentazione del calendario della sexy modella Alena Seredova e aveva alzato il gomito. Le bollicine gli avevano fatto perdere lucidità e il calciatore Riccardo Allegretti, all’epoca dei fatti in forza al Chievo e oggi capitano della Triestina in B, si vide sventolare il cartellino rosso dalla polstrada di Vicenza.
Quel cartellino ieri l’ha ribadito il giudice Francesca Carli che accogliendo la richiesta del pm d’udienza Simone Ghirotto gli ha inflitto 920 euro di ammenda, in sostituzione di 15 giorni di arresto e 350 euro, e un mese di sospensione della patente. La pena è condonata.
Era la notte del 7 ottobre 2004 quando alla guida di una Jeep il calciatore stava viaggiando verso Verona proveniente da Isola Vicentina dove aveva partecipato alla festa della showgirl e modella Alena Seredova, oggi convivente del portiere campione del mondo Gigi Buffon.
Quella sera erano stati numerosi i giocatori che avevano presenziato alle danze, oltre a diversi ex giocatori biancorossi targati serie A.
A tradire l’attuale capitano della Triestina Allegretti, 29 anni, difeso dall’avv. Barbara Tassi di Modena, fu una manovra gagliarda nel superare una macchina lungo la strada regionale 46.
La circostanza non sfuggì a una pattuglia della polstrada di Vicenza che ebbe il suo bel da fare per raggiungere la Jeep del centrocampista. La sua velocità raggiunse, così accertarono i poliziotti del vicequestore Maccagnino, i 160 all’ora. Ovviamente i poliziotti non sapevano chi fosse lo spericolato automobilista. Riuscirono a bloccarlo qualche centinaio di metri dentro lo svincolo della A4.
L’etilometro fu impietoso per il giocatore: 2,3 di grammi per litro, quando il massimo consentito dalla legge è di 0,5. Del resto, quando l’atleta mise piede sull’asfalto diede subito l’impressione ai poliziotti di essere su di giri. L’alcoltest testimoniò quello che per l’assistente Luca Sibono, presente ieri in aula, si vedeva a occhio nudo.
Scattarono i conteggi delle infrazioni commesse da Allegretti e nell’arco di pochi minuti si ritrovò appiedato. Non solo perché la guida in stato d’ebbrezza alcolica è penale, ma perché sommata alle altre infrazioni messe in fila nell’arco di pochi chilometri, costò al giocatore la patente: infatti gli furono contabilizzati ben 25 punti. Così ha dovuto rifarla e ieri mattina ha incassato la condanna.


VIRGILIO NOTIZIE

USA/ REGISTA ROBERT CLARK E FIGLIO UCCISI IN INCIDENTE STRADALE

Scontro frontale con un camion guidato da un conducente ubriaco

Los Angeles, 5 apr. (Ap) - Il regista americano Robert Clark, noto per il suo film "A Christmas story", è rimasto ucciso ieri insieme al figlio in incidente stradale, hanno riferito l’assistente del regista e la polizia locale.
L’auto dei due uomini ha urtato in uno scontro frontale un camion il cui conducente era visibilmente ubriaco sulla strada nazionale che costeggia la costa occidentale degli Stati Uniti. Robert Clark aveva 67 anni, il figlio ne aveva 22.
Il conducente del camion, Hector Velazquez-Nava, 24 anni, di Los Angeles e la donna che era con lui, di 29 anni, sono stati ricoverati in un ospedale di Los Angeles per ferite leggere.


BRESCIA OGGI

SEX, DRUG AND ROCK&ROLL. Rivelazione-choc o battuta di Keith Richards?

Il Rolling Stone «dannato»: ho sniffato le ceneri di papà

Londra. Ha davvero sniffato le ceneri del padre o l’ha sparata più grossa del solito? Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones, è finito ieri al centro di un giallo dopo che in un’intervista-choc ha raccontato come l’incontenibile passione per ogni droga possibile e immaginabile l’abbia spinto persino a sniffare i resti del genitore dopo averli mescolati con la cocaina. Una sua portavoce si è affrettata a dire che scherzava, mentre l’intervistatore rimane convinto di aver raccolto una confessione sincera.
Sessantatre anni, una lunga frequentazione con i narcotici di ogni tipo, eroina compresa, operato l’anno scorso alla testa dopo una caduta da un albero, la scheggia impazzita della celebre band capeggiata da Mick Jagger, è stato all’altezza della sua fama d’insuperato maestro di ogni eccesso sul fronte «sex, drugs and rock» quando si è concesso in pasto alla rivista New Musical Express.
«La cosa più strana che ho sniffato? Mio padre. È stato cremato e non sono riuscito a resistere dal dargli una sniffatina. A mio padre Bert non sarebbe importato un fico secco», ha rivelato, aggiungendo: «È andato giù abbastanza bene e sono ancora vivo».
Il musicista ha fornito un particolare che spiega molte cose: ha «assaggiato» le ceneri del padre - con cui si riconciliò negli Anni ’80 dopo due decenni di rottura - mentre era ubriaco fradicio.


IL TIRRENO
ebbro aggredisce i carabinieri mentre lo soccorrevano

IL MESSAGGERO
Comprare alcolici? Un bel problema, ieri. Per il divieto di vendita firmato dal prefetto ...

CORRIERE VENETO
Troppo chiasso, alcol vietato nei phone center
Ragazzini ubriachi, blitz in disco
L’allarme del Sert « I ragazzi bevono per placare l’ansia »
Patenti sospese per 500 ubriachi al volante

IL RESTO DEL CARLINO
Ubriaca al volante, si schianta contro un palo

LA NAZIONE
PERUGIA - UBRIACO e barcollante, in mezzo alla strada, urlava agli automobilisti, cer...

L’ECO DI BERGAMO
Abuso d’alcol: la piaga dilaga fra le donne

CORRIERE ALTO ADIGE
Alcol e giovani, al via la prevenzione

IL SECOLO XIX
Ubriaco al volante finisce contro muro


© asaps.it
Venerdì, 06 Aprile 2007
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