Rassegna stampa del 11 maggio 2005 |
Da
"Il Secolo XIX" del 11 maggio 2005
Vigilessa muore sotto un camion IN CORSO TARDY E BENECH La ragazza, 28 anni, residente in Valbormida, stava scortando una colonna di mezzi militari diretta in porto Era in servizio in moto, un’auto l’ha urtata facendola cadere Dario Freccero È stata toccata da una Fiat Punto e schiacciata da un camion dell’esercito. Erano le 10,45 di ieri mattina, la tragedia nel punto in cui corso Tardy e Benech s’incrocia con corso Viglienzoni. La vittima è Federica Barbiero, 28 anni, di Cengio, da due anni in servizio nei vigili urbani di Savona. Era in pattuglia sulla moto. Con lei c’era il collega Daniele Gallino che la precedeva di poco. Stavano coadiuvando i carabinieri in un servizio di scorta della colonna di mezzi dell’esercito che dall’autostrada si dirigevano verso il porto per imbarcarsi per la Sardegna. I militari venivano da Vercelli, erano su camion e fuoristrada mimetici. Una parata che si ripete ogni tre mesi. Una parata che ieri, a pochi metri dal Letimbro, non ha fatto sorridere ma solo rabbrividire e tremare. La dinamica è stata semplice e choccante. La vigilessa procedeva con la sirena accesa in direzione Letimbro. All’altezza di via Petrarca, una traversa del corso, è stata toccata dalla Punto verde che si stava immettendo in senso opposto, verso Legino. Alla guida dell’auto c’era una savonese di 65 anni, Olga Iacoponi, residente in via Fontanassa. Procedeva piano ma la sua manovra ha dovuto fare i conti con la presenza in doppia fila di un Doblò bianco che ostruiva la visuale (di un varazzino, Lorenzo D.). L’anziana si è allargata un po’ invadendo la corsia opposta. Questione di centimetri: è bastato uno spigolo del muso della Punto per sfiorare la moto in arrivo e far perdere l’equilibrio alla centaura. L’ha urtata nel bauletto sinistro. Federica Barbiero è caduta in avanti finendo proprio sotto la ruota del camion Iveco che le correva a fianco. L’autista, un casertano di 23 anni (Antonio Di Vico), non si è neppure accorto di schiacciarla. É proseguito ignaro. Ma il corpo esanime della giovane ha bloccato tutti i camion che seguivano. E ha gelato il sangue di tanti passanti e automobilisti. È morta sul colpo. Per terra c’era sangue, materia celebrale, il casco schiacciato, il blocchetto delle multe, pezzi di moto. In pochi secondi sono arrivati i soccorsi ma per la vigilessa era tardi, aveva il cranio schiacciato, forse non si è neppure accorta di morire. Il suo corpo è stato coperto da un lenzuolo verde. Vicino è rimasta una chiazza di sangue e la moto. In tasca aveva il cellulare che è continuato a suonare. Tutt’intorno il nastro biancorosso per isolare la scena. Ancora intorno tanta gente sotto choc, impressionata, anche rabbiosa: "Ci voleva il morto per capire che in questa zona il traffico è già caotico, non serve pure l’esercito..". Il collega di pattuglia ha intuito la tragedia dal rumore. Lo stesso altri vigili e carabinieri che erano in zona e sono accorsi. La guidatrice della Punto è scesa dall’auto tremante. Si è messa le mani nei capelli, non l’ha più levate. Un dolore indicibile il suo: sapere di aver interrotto una vita è una sensazione che uccide. L’età acerba della vittima l’ha uccisa un’altra volta. Non è bastato l’arrivo del marito e di un’amica. "Oddio, oddio - ripeteva in lacrime - non l’ho vista, proprio non l’ho vista, oddio...". E lo stesso il militare dell’Iveco. "Non ho sentito nulla, non mi sono accorto, non volevo...". Su corso Tardy e Benech è calato il lutto. La Polstrada ha fatto i rilievi, i dipendenti comunali si sono attrezzati per rimuovere il cadavere, decine di vigili sono arrivati sul posto con gli occhi lucidi e il desiderio di risvegliarsi da un brutto sogno. Ma era tutto vero purtroppo. In segno di lutto il vicesindaco Franco Lirosi ha interrotto la riunione di giunta che era in corso. Il comandante dei vigili Igor Aloi è tornato da fuori città e tratteneva a stento le lacrime. Per familiari e amici, soprattutto di Cengio, il giorno più brutto è iniziato con una telefonata. Il resto è stato dolore e sofferenza. Da "La Provincia di Cremona" del 11 maggio 2005 Criminalità Colpi all’Iper, da Trony e a Madignano: cinque romeni in manette Furti a raffica, arrestati Mac Furto, fuga, inseguimento e arresto: tutto nel giro di mezz’ora, ieri, tra le 16 e le 16.30. Alle fine le manette, quelle della polizia stradale, hanno stretto i polsi di quattro rumeni, tre uomini e una donna, accusati di ricettazione e furto aggravato in concorso: una serie di colpi messi a segno tra la mattina e il pomeriggio in negozi e supermercati di Cremona e provincia. Al vaglio degli inquirenti la posizione di una donna, sempre rumena: fa certamente parte della gang ma al momento dell’arresto ha assicurato di essere incinta e, per questo, è in stato di fermo in attesa di accertamenti. Tutto inizia poco dopo le 16. Al Trony di via Mantova viene rubata una macchina impastatrice. Gli operatori della rivendita se ne accorgono, notano l’auto dei ladri, una Fiat Bravo, e la segnalano alle forze di polizia. La caccia ai fuggiaschi scatta immediata. Sul territorio si muove la polizia stradale: agenti del comando di Cremona e dei distaccamenti di Pizzighettone e Casalmaggiore coordinati dal comandante provinciale Marco Tangorra. A intercettare la vettura indicata sono i poliziotti di Pizzighettone. La circondano e la fermano, con una manovra anche rischiosa ma effettuata nel modo migliore, lungo la Paullese, all’altezza del bivio per Luignano. A bordo ci sono cinque stranieri, quattro uomini e due donne, tutti rumeni, età compresa tra i venti e i trent’anni: l’unico regolare è il conducente, gli altri risultano essere tutti clandestini. Agli inquirenti basta una perquisizione veloce per capire di aver fatto centro: la macchina impastratrice razziata al Trony spunta subito, da sotto il sedile passeggeri e insieme a una serie di arnesi da scasso che compongono il kit del perfetto ladro. Ce ne sarebbe a sufficienza per far scattare le manette ma le sorprese arrivano dal baule. E’ lì che i poliziotti trovano una quantità industriale di scatole e flaconi di creme, saponi, sciampo e schiuma da barba: merce per centinaia di euro sparita in parte dagli scaffali del centro commerciale Cremona Due di Gadesco e in parte dal Mercatone Uno di Madignano. E’ sempre lì che vengono trovate anche due motoseghe, l’una e l’altra razziate al Castorama di Gadesco. Non servono altri riscontri: gli agenti sono certi di aver incastrato una banda di professionisti. Avvisato il magistrato di turno dei quattro arresti, e della donna in stato di fermo, gli uomini del comandante Marco Tangorra hanno ottenuto un mandato di perquisizione e raggiunto in serata il domicilio del conducente della Bravo, nell’hinterland di Milano. Quella casa potrebbe essere il covo della gang. E potrebbe riservare ulteriori sorprese. Da "Il Gazzettino" del 11 maggio 2005 Colto ubriaco alla guida con i figli in auto Castellavazzo L’auto zigzagava e chi era al volante appariva agli altri automobilisti come un evidente pericolo. È accaduto l’altro ieri nei pressi di Castellavazzo. Tanto che qualcuno ha ritenuto opportuno chiamare la polstrada. Ricevuta la segnalazione, un equipaggio si è messo immediatamente in movimento sulle tracce del mezzo guidato dall’intemperante automobilista. La ricerca non è stata difficile. Poco dopo gli agenti hanno raggiunto e bloccato l’auto. Il guidatore, un uomo di Castellavazzo, è risultato a prima vista alticcio. Ma quello che è apparso più grave è il fatto che a bordo c’erano due bambini risultati essere i figli dell’automobilista. Non rimaneva che portare fino in fondo l’accertamento procedendo all’alcol test. Dall’esito la situazione fisica della persona controllata è apparsa assai più compromessa di quanto potesse a prima vista apparire. Il tasso alcolemico era davvero oltremodo fuori misura. Per fortuna non vi sono state conseguenze per alcuno. L’uomo è stato quindi denunciato per guida in stato di ebbrezza. |
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