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Corte di Cassazione 10/04/2007

Giurisprudenza di legittimità - Depenalizzazione - Accertamento delle violazioni amministrative - Contestazione - Non immediata - Deducibilità da parte della persona solidalmente obbligata al pagamento della sanzione - Ammissibilità

(Cass.Civ., Sezione II, 20 aprile 2006, n. 9272)

 

In tema di violazione delle norme del codice del­la strada, con riferimento all’obbligo della conte­stazione immediata, ove possibile, prescritta dall’articolo 200 del codice medesimo, e costituente un indefettibile elemento di legittimità del procedi­mento irrogativo della sanzione, anche la persona solidalmente obbligata al pagamento della stessa può dedurre in giudizio la mancata osservanza del predetto obbligo di contestazione immediata, ancor­ché essa abbia riguardato la contestazione della violazione al presunto trasgressore, tenuto conto del palese interesse derivante dal vincolo solidale tra la propria obbligazione e quella dell’altro debitore, alla cui legittima imposizione è necessariamente collegata quella di cui all’articolo 6 della legge 24 novembre 1981 n. 689, fondante la predetta solida­rietà. (Nuovo C.S., art. 200; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 6) (1).

 

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con ricorso del 6 agosto 2002 G. G., intestataria di un ciclomo­tore, propose opposizione avverso un verbale di con­testazione della polizia municipale del Comune di Scarperia, con il quale le era stata contestata l’infra­zione all’art. 171 del c.d.s., accertata 1’1 giugno 2002, perché il conducente del veicolo non indossava il pre­scritto casco di protezione, deducendo tra l’altro ed in via pregiudiziale, l’illegittimità della pretesa sanziona­toria, per 1’ingiustificata omissione della contestazione immediata.
Costituitosi il Comune, resisteva all’opposizione, che veniva tuttavia accolta, sulla scorta degli acquisiti atti, dall’adìto Giudice di Pace di Borgo San Lorenzo, con sentenza del 31 ottobre 2002, di annullamento del verbale, con condanna del Comune alle spese.
In accoglimento del suesposto pregiudiziaIe motivo di opposizione, riteneva il giudicante che 1’addotta giustificazione della «impossibilità dell’ agente a bordo dell’auto di servizio di raggiungere il veicolo verbalizzato», fosse generica e, pertanto, inidonea ad esimere il verbalizzante dall’obbligo della contesta­zione immediata, sancito dall’art. 200 c.d.s.
Contro tale sentenza il Comune di Borgo San Lo­renzo ha proposto ricorso per cassazione, affidato ad un unico e articolato motivo.
L’intimata non si è costituita.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Nel ricorso si deduce omessa, insufficiente e contraddittoria motivazione su punti decisivi della controversia, violazione degli artt. 200 e 201 c.d.s., violazione e falsa applicazione dell’ art. 115 c.p.c.
Premesso che la titolarità del veicolo con il quale era stata commessa l’infrazione comportava comun­que la solidarietà della G. ex art. 196 c.d.s., al ri­guardo non derogato dall’art. 171, e che il verbale era stato alla medesima notificato ex art. 201 cit. codice nel termine di legge, si sostiene, anzitutto, che l’unica circostanza di merito dall’ opponente addotta, di non essere stata la conducente del ciclomotore, sarebbe del tutto priva di rilevanza, per l’evidenziato vincolo di so­lidarietà.
Sotto un secondo profilo, si lamenta l’apoditticità della motivazione della sentenza, nella parte ritenente la genericità delle ragioni della mancata contestazione immediata, censurando si, per violazione della regola imponente il giudizio iuxta alligata et probata, il ri­chiamo del giudice alla motivazione di un’altra sen­tenza dello stesso ufficio, resa nei confronti del mede­simo Comune in un procedimento di oggetto analogo.
Si lamenta, infine, l’omessa considerazione della relazione di servizio depositata in atti, nella quale erano state spiegate più dettagliatamente le ragioni (traffico intenso dovuto ad un avvenimento sportivo in corso) per le quali l’unico vigile, presente nell’auto di servizio, non era riuscito a raggiungere il trasgressore.
Il ricorso, fondato per quanto di ragione, va accolto nei termini di seguito esposti.
Premesso che l’obbligo della contestazione imme­diata, ove possibile, dell’infrazione stradale, prescritto dall’ art. 200 c.d.s., costituisce un indefettibile ele­mento di legittimità del procedimento amministrativo di irrogazione della sanzione (v., tra le altre, Casso 1^ civ. n. 15392/03, n. 13412/04), deve anzitutto affer­marsi che anche la persona solidalmente obbligata al pagamento della stessa può dedurre la mancata osser­vanza del predetto obbligo, ancorché la violazione ab­bia riguardato la contestazione al presunto trasgres­sore, tenuto conto del palese interesse derivante dal vincolo solidale tra la propria obbligazione e quella dell’ altro debitore, alla cui legittima imposizione è ne­cessariamente collegata quella di cui all’art. 6 L. 689/ 81.
Va pertanto disatteso il primo profilo di censura esposto in ricorso.
Fondati sono, invece, i rimanenti profili, nella parte deducente evidenti carenze della motivazione, tradot­tesi in non corretta applicazione dell’art. 200 c.d.s.
La riferita «impossibilità di raggiungere il trasgres­sore», contrariamente a quanto opinato dal giudice di merito, non può considerarsi una giustificazione asso­lutamente generica (quale sarebbe stata, invece, un’addotta, sic et simpliciter, impossibilità di conte­stare immediatamente, a guisa di mera parafrasi del dettato normativo), ma esprime un concetto sia pur sintetico, che tenuto conto delle altre circostanze de­sumibili, sia pur implicitamente, dal processo verbale e da nozioni di comune esperienza (unicità del verba­lizzante a bordo dell’auto di servizio, maggiore di agi­lità di manovra, con agevole possibilità di allontana­mento di un veicolo a due ruote nel contesto urbano), avrebbe richiesto quanto meno una più approfondita valutazione da parte del giudicante, ancor più dove­rosa nel caso in cui, come si assume in ricorso, l’am­ministrazione opposta abbia prodotto una relazione di servizio a chiarimenti.
Il giudice si è invece fermato ad un astratto apprez­zamento della sufficienza o meno di quella proposi­zione contenuta nel verbale, senza valutarne l’adegua­tezza in concreto, né dare ingresso agli addotti elementi integrativi, per di più corredando l’insuffi­ciente motivazione con l’indebito e fuorviante ri­chiamo ad altra vicenda giudiziaria svoltasi davanti al medesimo ufficio, la cui assunta analogia, non meglio chiarita, non è di alcun apporto, nemmeno sotto il pro­filo di condiviso precedente giurisprudenziale, alla correttezza del criterio di giudizio adottato.
La sentenza va, conclusivamente, cassata, dispo­nendosi il rinvio, anche per il regolamento delle spese di cassazione, ad altro ufficio del medesimo grado, che si individua in quello di Firenze. (Omissis).[RIV-0612P1156]


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Martedì, 10 Aprile 2007
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