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Articoli 11/04/2007

da "il Centauro" - L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro

 


Come tradizione il 2006 si è chiuso con il saluto del Presidente agli italiani. Diciotto minuti di fronte alle telecamere per il Capo dello Stato, al suo esordio nel messaggio di fine anno, che ha dedicato ampio spazio al problema delle condizioni di chi lavora. “Bisogna guardare - ha detto Giorgio Napolitano - con particolare sensibilità a chi lavora in condizioni pesanti e per salari inadeguati, a cominciare dagli operai dell’industria. Soprattutto non si può tollerare la minaccia e la frequenza degli infortuni cui è esposta la sicurezza, e addirittura la vita, di troppi occupati, specie di chi, italiano o immigrato, lavora in nero. Bisogna anche accorgersi che esiste la realtà ancora così poco valorizzata, dei talenti e delle energie femminili”. La politica si occupi anche delle istituzioni che governano il lavoro, la cui tenuta va consolidata con necessari quanto non più dilazionabili ritocchi. «Si trovi dunque l’intesa per riformarle», chiede il Quirinale. Sia chiaro, però: «senza toccare il patrimonio dei grandi valori e indirizzi costituzionali» indicati dalla Carta vigente. Infatti, come recita l’art. 1 della Carta, l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Non sull’infortunio. La tutela della salute e della integrità psicofisica dei lavoratori, quali soggetti fondamentali dello Stato, è uno dei princìpi che la Costituzione italiana ha posto quindi come fondamento fin dalla sua origine. L’art.41 della Costituzione, pur affermando che ogni soggetto può esercitare liberamente l’iniziativa economica, stabilisce, quale condizione irrevocabile per svolgere tale attività, il rispetto della sicurezza, della dignità e della libertà umana. Tale concezione impegna non solo il legislatore ad emanare norme di effettiva tutela del lavoratore, ma anche i datori di lavoro ad attenersi a tale obbligo nell’organizzazione delle loro attività economiche. Inoltre il principio espresso nell’art. 35 della Costituzione secondo cui “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” ribadisce la garanzia al lavoro di una tutela completa, sia in estensione, che in profondità. Ed ancora, l’art. 32 riconosce e tutela la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, mentre l’art. 38 garantisce ai lavoratori ammalati ed infortunati adeguata assistenza e mantenimento. L’imprenditore ha pertanto libertà di scegliere il campo ed i tempi dell’attività, ma con il preciso vincolo di tutelare l’integrità fisica, la salute e la dignità dei lavoratori nell’esercizio dell’impresa. Le cifre le conosciamo bene, numeri drammatici: 4 morti al giorno. Si muore di lavoro, sul lavoro, andando a lavoro, tornando dal lavoro. Non è la prima volta che Giorgio Napolitano esorta le istituzioni a dedicare risorse e forze per contrastare il fenomeno, lo aveva fatto in precedenza lanciando un appello in occasione del tragico incidente all’oleificio di Campello sul Clitunno, pronunciando parole dure: "Non bisogna mai considerare questi terribili episodi come ordinaria amministrazione. Ogni volta bisogna avere la capacità di indignarsi, di allarmarsi e di reagire" Ancor prima, in estate, il Presidente della Repubblica, aveva già lanciato un forte allarme contro il dilagare degli incidenti mortali sul lavoro (l’anno scorso sono stati 1200 in Italia), "questa è una catena che deve essere spezzata attraverso un intervento congiunto delle forze sindacali, di governo e dell’opinione pubblica". "Io ho cercato – aggiungeva - di lanciare un grido di allarme e successivamente sono state adottate importanti iniziative: il cosiddetto decreto Bersani, l’istituzione della commissione parlamentare ad hoc". Vero. A partire dalla seconda metà del 2006, infatti, abbiamo assistito, ad una decisa inversione di rotta da parte delle istituzioni nell’ azione di contrasto al fenomeno degli infortuni e a favore dell’emersione dal lavoro nero. E’ un buon inizio, ma molto c’è ancora da fare. Buon 2007. 

Da "Il Centauro" n.110


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Mercoledì, 11 Aprile 2007
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