(Newpress)
(Fotogramma)
(ASAPS) – Una vera e propria
guerriglia urbana è quella che si è sviluppata nella tarda mattinata di ieri
(12 aprile) nel quartiere popolare di via Sarpi, divenuto ormai, semplicemente,
“Chinatown”. Tutto comincia quando una pattuglia della Polizia Locale contesta
una multa ad una commerciante cinese, per una sosta in doppia fila e non aver
sottoposto a revisione l’autovettura. La donna reagisce, chiama aiuto. È il
finimondo. Nel giro di pochissimo tempo la strada si riempie di cinesi urlanti.
Arrivano rinforzi, ma sotto l’aggressione della folla, la Polizia milanese è
costretta a ritirarsi fra urla, spinte e aggressioni. Arriva il Reparto Mobile,
e gli agenti schierati in assetto antisommossa respingono l’assalto. Nei vari
telegiornali, le scene proposte sono a dir poco impressionanti. Due Stilo della
Polizia Locale sono praticamente distrutte: sui loro tetti danzano i rivoltosi,
mentre dalla testa dell’assembramento vola di tutto. L’avvocato della multata,
sostiene che gli agenti l’avrebbero aggredita a manganellate, ma una testimone,
una privata cittadina, sostiene che è stata la cinese ad alzare le mani, mentre
la vigilessa – con le mani giunte dietro la schiena – le ordinava di non
toccarla. A dare manforte agli ammutinati è giunto poi il console della
repubblica popolare cinese, Limin Zhang, ed in un batter d’occhio ecco che tra
la folla appaiono le bandiere rosse della Cina e tanti megafoni: vien da
pensare che fosse tutto già pronto, anche se la tesi della premeditazione della
rivolta è seccamente smentita dagli stessi che l’hanno fomentata. E giù slogan
e grida, sotto gli occhi attoniti di una Milano che convive da oltre un secolo
con la comunità cinese. Nel capoluogo lombardo funziona un’università mista, la
prima italo-cinese, ma il quartiere Sarpi, ormai, di italiano ha solo la
cartografia e la toponomastica ufficiale. Per il resto è tutto scritto ad
ideogrammi. Medici cinesi, banche cinesi, piccole aziende dove tutti lavorano,
giorno e notte, senza tregua. La protesta del console è chiara: qui ce l’hanno
coi cinesi, vogliono minare le loro attività. Un commerciante orientale, grida
ai microfoni “…che il comune deve pensare a risolvere i problemi, loro vogliono
solo lavorare…”. Alla fine, il bilancio è serio: 14 vigili urbani sono rimasti
feriti, alcuni in maniera seria. Contusi anche 4 poliziotti del reparto mobile
ed anche alcuni cinesi sono dovuti ricorrere alle cure sanitarie (non è chiaro
se in ospedali italiani); tra loro anche la donna multata, che è stata
identificata e denunciata a piede libero per resistenza e violenza. Il console
Zhang ha dichiarato di voler garantire a fondo i diritti dei suoi connazionali,
ma gli ha fatto eco il sindaco Letizia Moratti: “le regole sono uguali per
tutti e tutti le devono rispettare. Nessuna zona franca a Milano” Noi esprimiamo solidarietà totale
e incondizionata alla Polizia Locale e alla Polizia di Stato di Milano,
chiamate ad applicare la legge e a tutelare l’ordine pubblico in una realtà
sempre più difficile. (ASAPS)
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