Rassegna stampa del 13 aprile 2005 |
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"Il Secolo XIX" del 13 aprile 2005
Autostrade, telecamere contro chi corre L’INCHIESTA Il direttore di tronco: le statistiche "premiano" gli investimenti per la sicurezza. In 3 anni gli incidenti diminuiti quasi del 20% "Disgrazie provocate da velocità e imprudenza" Impianti luminosi per evidenziare le curve più pericolose, rilevatori che segnalano ai mezzi in transito la velocità in tempo reale. E poi nuovi cartelli stradali per segnalare meglio le uscite, le doppie curve e i limiti di velocità. Ma la vera novità, nella difficile lotta per la sicurezza stradale, è rappresentata dalle telecamere di ultima generazione, che saranno capaci di smascherare chi corre troppo: saranno posizionate sui cartelli a messaggio variabile e calcoleranno la velocità media del mezzo. Sono queste le ultime iniziative volute dalla direzione del primo tronco (A10, A12, A26 e A7) della società Autostrade per l’Italia e sollecitate del governo: per introdurre i controlli della velocità media attraverso le nuove telecamere serve infatti una modifica al Codice della strada. Una lotta difficile, quella per la sicurezza, che tra l’altro, nella nostra regione, deve fare i conti con volumi di traffico sempre crescenti. Lunedì l’autostrada A7 è rimasta chiusa per tre ore, a causa di un Tir che si è ribaltato. Un episodio che è soltanto l’ultimo di una lunga serie. "Autostrade per l’Italia - afferma Giorgio Fabriani, direttore del primo tronco - continua ad effettuare investimenti per migliorare la sicurezza. Le statistiche ci confortano, anche se nei prossimi anni riuscire a diminuire ulteriormente il numero degli incidenti sarà sempre più difficile. Il vero problema resta la velocità e la mancanza di prudenza". Come si legge nella tabella qui a lato, dal 2002 al 2004 il numero degli incidenti complessivi che si sono verificati sulla rete autostradale genovese sono passati da 3.696 a 3.072. Una diminuzione di circa il 20 per cento. "Un risultato importante - spiega Fabriani - che abbiamo stata raggiunto grazie a centinaia di interventi di miglioria". Nel 2002 Autostrade ha investito circa 403 mila euro, nel 2003 gli investimenti sono saliti a 497 mila euro mentre nel 2004 sono scesi 465. Resta ancora da definire la cifra che sarà investita quest’anno: da primi calcoli sommari dovrebbe oscillare tra i 300 e i 350 mila euro. E se in questi ultimi tre anni è diminuito il numero degli incidenti, la tendenza trova conferma nel primo trimestre di quest’anno rispetto al primo trimestre dello scorso anno. "La nostra strategia - afferma Fabriani - è quella di eseguire una serie di interventi per migliorare la sicurezza. Qualche esempio? In alcune curve particolarmente pericolose abbiamo posizionato un impianto luminoso per segnalare meglio la presenza della curva. Su alcuni tratti particolarmente tortuosi, come all’uscita del parcheggio dei Giovi, abbiamo sistemato nuovi segnali stradali per avvertire delle curve pericolose. In alcuni tratti abbiamo segnalato meglio le uscite, come nel caso della galleria Coronata, tra Genova Ovest e Aeroporto". Nelle prossime settimane sarà invece sistemato un nuovo cartello sull’ultima campata del ponte del Polcevera, direzione Genova Ovest che consentirà anche di rilevare la velocità dei veicoli in transito. Il vero problema resta quello della velocità elevata: "I nuovi sistemi di rilevamento - spiega Fabriani - avvertiranno il conducente del superamento del limite di velocità". Non appena sarà conclusa la sperimentazione sulla A4 Torino-Trieste, arriveranno le nuove telecamere che invece di avvertire, puniranno: la differenza è che non sarà colpita la velocità rilevata in un punto, ma la velocità media, insomma l’andatura del mezzo per diversi chilometri. Oltre alla segnaletica, per Autostrade rivestono particolare importanza gli interventi di manutenzione del manto stradale. "Nel 2005 - afferma Fabriani - è in programma il rifacimento di quasi due milioni di metri quadrati di asfalto, per un costo di circa 14 milioni di euro". Una fetta importante è quella relativa all’asfalto ecofrenante: "Una pavimentazione - spiega Fabriani - che assorbe il rumore da rotolamento ed elimina il fenomeno degli spruzzi d’acqua in caso di pioggia". È l’ultima frontiera, tecnologica, per frenare e punire gli automobilisti che hanno il vizio di correre troppo: un sistema di rilevamento della velocità media. Presto, dunque, non sarà punito solo il picco di velocità rilevato saltuariamente dalle pattuglie della stradale armate di autovelox, ma anche la velocità di crociera. Insomma, chi ama correre non dovrà stare solo attento alle pattuglie "appostate" con il laser, perché ci saranno occhi elettronici disseminati ovunque per tenere sotto controllo l’andatura. Ma come funziona quest’ultima diavoleria tecnologica? Una telecamera (tipo quelle usate per il road princing) leggerà la targa dei veicoli che viaggiano oltre una certa velocità, mentre qualche decina di chilometri dopo una seconda telecamera "riaggancerà" la targa. La semplice equazione tra spazio percorso e tempo trascorso consentirà di calcolare la velocità media. Un dato che messo a confronto con i limiti fissati in quel tratto potrà dare come risultato la multa. Che sarà emessa in automatico. Il governo sta studiando una modifica del Codice della strada per abilitare questo nuovo sistema. Nessuno stop, nessuna contestazione immediata. Ma la multa che arriva direttamente a casa. Un sistema che sembra comunque destinato a suscitare discussioni e polemiche tra chi si sente già sufficientemente tartassato al volante. Per ora la nuova tecnologia funziona in via sperimentale sulla A4, ma Autostrade per l’Italia è pronta ad applicarlo su tutta la rete autostradale, non appena il governo avrà dato il via libera. Resta da capire se ci saranno anche ripercussioni sui punti della patente oppure no. Un sistema innovativo che, opportunamente pubblicizzato, dovrebbe funzionare da deterrente. Da "Il
Corriere Adriatico" del 13 aprile 2005 TORINO Refurtiva per oltre 300 mila euro, frutto di razzie compiute su tir stranieri in sosta sulle autostrade del Nord Italia, è stata recuperata dalla polizia stradale di Torino e Milano, che ha fermato con l’accusa di ricettazione dodici persone prese mentre scaricavano la merce rubata da un camion. L’operazione è frutto di indagini iniziate l’estate scorsa, dopo una lunga serie di furti, in totale un centinaio, tra Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Lombardia e Emilia Romagna. Sono stati presi di mira soprattutto tir guidati da stranieri, in sosta nelle piazzole per qualche ora di riposo. Al risveglio i camionisti trovavano il camion vuoto, ma in qualche caso si accorgevano di essere stati derubati solo al momento della consegna. I pochi che si sono svegliati mentre il loro tir veniva svuotato hanno visto una decina di persone intente a trasportare la merce su un altro tir, poi fuggito velocemente. Dei dodici finiti in manette per ricettazione, dieci sono uomini tra i 30 e i 49 anni, originari di Andria e Corato, in provincia di Bari. Gli altri due sono un uomo di 39 anni e una donna di 26, del milanese, che avevano il compito di custodire uno dei tre magazzini usati come deposito temporaneo della merce rubata. Secondo gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore della Dda di Torino, Antonio Rinaudo, la refurtiva veniva poi trasportata al sud per essere rivenduta. La merce rubata era di ogni tipo. Nel caso dei dodici fermati sorpresi a scaricare la refurtiva in un capannone a Cassano d’ Adda (Milano), sono stati trovati pneumatici per veicoli industriali, condizionatori e pentolame per oltre 80 mila euro. |
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