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L’ETSC, l’European Safety
Transport Council, organizzazione indipendente senza fine di lucro con sede a
Bruxelles che si dedica alla riduzione del numero e della gravità degli
incidenti stradali in ambito europeo, ha appena pubblicato un importante studio
sulla sinistrosità letale alcol-correlata nel decennio 1996/2005. - un primo gruppo
di “campioni”, capeggiato dalla Repubblica Ceca (-11%), e composto da Germania
(-6%), Polonia (-5%), Slovacchia ed Olanda (-4%), Lettonia (-3%), Austria
(-2,2%), Francia (-1%) e perfino la Grecia (-0,5%). Si tratta, come si vede, di
stati che ottengono ottimi risultati nonostante le forti tradizioni alcoliche; - 9 Nazioni che,
pur essendosi distinte nella riduzione della mortalità stradale, hanno fatto
registrare addirittura un aumento di questo tipo di letalità: è il caso della
Spagna (+5%), dell’Ungheria (+3,6%), della Slovenia (+3%), della Finlandia
(+3%) Gran Bretagna ed Estonia (+2,5%), Danimarca e Svizzera (+1%), e della
Lituania (+0,5%); - infine, 9 stati,
tra cui l’Italia, giudicati incapaci di fornire all’ETSC i dati richiesti. Dunque, il nostro Paese è,
insieme a Belgio, Malta, Irlanda, Norvegia, Portogallo e Svezia, tra quelli
“non pervenuti”. È ora necessario allinearsi
con gli stati “trasparenti”: statistiche chiare e di pronta consultazione, per
intervenire ad ogni emergenza, e poi seguire l’esempio di chi – in questo
contesto – ha veramente brillato: politiche restrittive, controlli efficaci,
certezza delle sanzioni e campagne di sensibilizzazione.
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